Camelot, la patria della cavalleria

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Altea 08-05-2014 15.31.09

Mi feci quasi cullare da quel tenero ma forte abbraccio..."Si le notti di Gerusalemme, me le ricordo, dalle mille stelle a contornare la dorata falce..ma flagellata dalla guerra".
Ci guardammo negli occhi e gli accarezzavo i capelli...il nostro sguardo parlava solo, vidi i suoi occhi sull'anello di fidanzamento...

"Thomas il ribelle...cosi amate chiamarlo in famiglia, vero madre?
Mia madre mi guardò adirata..."Ma ti rendi conto di quello che ha fatto tuo fratello...era promesso sposo alla sorella del tuo futuro sposo..e ora..si è rotto oltre al suo fidanzamento pure il tuo e ora..nessuno ti sposerà".
Mia mamma si sedette bevendo un bicchiere di acqua..."Madre, lo ha fatto per Amore, io non lo odio, non posso...siamo cresciuti giocando assieme, io sono nata due anni dopo di lui, coltiviamo le stesse passioni e..".
Si alzò in piedi rossa in viso..."Le stesse passioni...come le armi che tuo padre ti fa usare..spero non quelle di prendersi i consorti degli altri...milady Sophia è sposata al barone imparentato coi Taddei e lui cosa fa...si innamora di una donna sposata".
Fui io ad alzarmi risentita..."Vi rammento madre..che quella donna sposata ha corrisposto l' Amore di Thomas, se hanno sbagliato lo hanno fatto entrambi ma per Amore...ella stessa mi ha confidato di quanto ama Thomas, sarebbe pronta a uccidersi per lui...".
"Smettila Altea...vai a preparare le valige, dobbiamo andare via da Capomazda e con la vergogna".
Ritornai in camera e Thomas mi seguì "Altea...io parto con Richard per Gerusalemme, è il solo modo per dimenticarla, scusa se ti ho fatto saltare il matrimonio pure a te". Il suo volto rigato dalle lacrime che asciugai.."Thomas, non ci si deve mai scusare per aver amato e per amare.." e mi abbracciò forte.
Solo al nostro ritorno a Capomazda, tramite mio padre e Andrew la mia promessa di matrimonio fu salvata ma non avrei potuto odiare mio fratello se non fosse successo.

Ci sedemmo a tavola e iniziammo a cenare, lady Gertrude conversava compiaciuta di vederlo nuovamente.."Thomas, per quanto riguardano i fatti di Solpacus ne parleremo in altro posto, milady non vuole sapere di questi fatti...e proprio domani vi sarà il mercato" mi rivolsi alla donna "Oggi, giustamente, è stato rinviato perchè vi era un funerale..e milady, devo chiedervi scusa come ha detto il vescovo per avervi mentito ma fu a fin di bene" scuotendo la testa "quel cavaliere..non era mio cugino, pensavo vi arrabbiaste se portavo estranei qui a Palazzo ma non potevo lasciarli..in foresta a quella ora..capite..anzi sono rimasta molto delusa, mi ha lasciato nel bel mezzo di Solpacus e poi mi disse di attenderlo nella locanda e, invece, non si è fatto più vedere e infatti ho dovuto attraversare la foresta sola..forse è come tutti, è solo interessato alla propria gloria personale, ha solo approfittato della mia gentilezza". Thomas fece una smorfia a quelle mie parole.
Dopo cena andammo nelle nostre stanze, quella notte dormii tranquilla e serena come tutto fosse lontano, mi sentivo sicura con Thomas.
Al mattino facemmo colazione e poi prendemmo i nostri cavalli per andare a Solpacus al mercato e in qualche negozio..guardavo mio fratello estasiata...il suo sguardo serio, irrequieto eppure aveva ragione...quella guerra lo aveva cambiato, era proprio diventato un uomo sicuro di sè.

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elisabeth 08-05-2014 17.31.36

Daizer era l'unica persona che poteva avvicinarsi alle guardie di quel palazzo.....lui sapeva di quella storia tanto quanto ne sapevo io.........lo guardavo con ammirazione, aveva protetto me e i frati....senza battere ciglia.....senza pensare ad Elly...chissà cosa stava facendo...speravo stesse bene....Flees invece...si avvicinò di più a me, per ricordarmi come Daizer non fosse la persona che potesse starmi al fianco....non fosse la persona che potesse spegnere lamia passione......" Flees.....avete un dono particolare.....sapete cosa va bene oppure no ad una donna...che cosa rara la vostra.....E si..io e vostra madre abbiamo dovuto dedicare la nostra vita alla Magia........Ditemi...vostro padre era degno di vostra madre ?........anche se qualcuno mi ha detto...che le sue esigenze sono state appagate.......ma non da vostro padre......vedo Isolde sola...come mai Flees....voi le siete così devoto.....cosa le avete consigliato......Ma ora ditemi nipote caro.....cosa potrebbe spegnere la mia passione ?......."......Mentre parlavo seguivo con lo sguardo Daizer e la sua discussione con le guardie........ci eravamo conosciuti....per caso......ci eravamo innamorati ?.....non lo so....ma non aveva mai rifiutato di prendermi la mano......e se chiudevo gli occhi.....la nostra notte..potevo ancora viverla..a dispetto di tutto e di tutti........" Flees sto aspettando la vostra risposta.......non attenderò tutta la vita "....

Clio 08-05-2014 18.27.50

Per poco non sobbalzai a quella voce.
No, non poteva essere, aveva lo splendido dono del tempismo quel tipo.
Sorrisi al cavaliere, immaginando immediatamente cosa avrebbe fatto.
A quanto pare, bastò per mettere in fuga il duca e i suoi scagnozzi.
Che idioti: poteva essere chiunque! Ma gli ero grata.
Cominciava ad essere la seconda volta che ero lieta di vederlo, decisamente troppo.
Mi prestai docilmente al gioco, alzandomi per accoglierlo, lui venne verso di me, e per poco non mi baciò.
Ma che bravo.. Non mi sentivo affatto al sicuro pensando che quelli erano usciti. Come potevo sapere che non vi fossero altri uomini nascosti nel locale? Non eravamo soli.
Così, afferrai il cavaliere per il collo e lo attirai a me, colmando la brevissima distanza tra noi.
E lo baciai.
Un bacio intenso, ma fugace. Dopo un istante lo allontanai bruscamente da me e lo guardai torva.
Gufo poteva pagare o prendere con la forza ogni donna docile e mansueta, ma dubito che ne avrebbe presa una per moglie.
Se una donna era riuscita a farlo innamorare e aveva talmente la sua fiducia da guidare i Gufi in sua vece, beh, non doveva essere un agnellino!
"Sei in ritardo!" Guardandolo negli occhi "Di tre giorni!" lanciai un'occhiata alla porta da cui erano usciti gli uomini del duca "Ma, non c'è che dire... Tempismo perfetto.." sorrisi "Grazie, quel tipo cominciava a darci sui nervi..".
Non c'era tempo per spiegargli la storia che Dort aveva abilmente inventato. Ma bastava un minimo errore per essere scoperti.
Non sapeva nemmeno il mio nome, avesse usato il mio vero sarebbe stata la fine. Senza contare che io avevo detto a Gvin che Gufo non usava certo parole dolci, ma questo Guisgard non lo sapeva.
Scossi la testa, ridendo, e incrociai le mani alla base del collo, con fare teatrale.
"Angelo mio.." lo imitai, ridendo "devi essere proprio disperato, eh.. ho un nome: Guàmarin.." mi avvicinai "O la lontananza ti ha fatto dimenticare il colore dei miei occhi?".
Poteva andare, pensai, almeno quello lo sapeva.
"Siedi con noi.." dissi, più dolcemente, indicando il tavolo "Sta giusto per arrivare la cena, sarai affamato... Abbiamo ingannato l'attesa del tuo arrivo dando la caccia alla bestia che infesta questa città. Non stanotte però.." Strizzando l'occhio al mio finto marito "Anche se così potremmo evitare un'altra vittima... Ma stiamo ancora pianificando la prossima mossa, visto che il nostro primo attacco si è rivelato inutile.. ma almeno l'abbiamo vista da vicino, e non è stato un bello spettacolo!" abbassai lo sguardo "Scotir è morto due notti fa, sotto le sue zanne.. l'abbiamo bruciato questa notte..".
Guisgard probabilmente non sapeva nemmeno di chi stessi parlando, ma il comandante dei Gufi Scarlatti si sarebbe accorto immediatamente dell'assenza di uno dei suoi uomini.
Avrebbe voluto immediatamente notizie dei suoi.

Guisgard 09-05-2014 00.58.14

Flees fissò Elisabeth e sorrise spavaldo.
“Io potrei...” disse avvicinandosi ancor più a lei “... io potrei spegnere, anzi accendere ancor più la vostra passione, mia bella zia...” le prese la mano “... io potrei... saprei trattarvi come la donna che siete e non come una maga... i miei occhi saprebbero riconoscere ciò che davvero bramate in cuor vostro...” lanciò un'occhiata verso Daizer che ancora parlava con le guardie “... stanotte, quando lui dormirà, io vi attenderò sveglio davanti alla locanda... e so che verrete...”
Il contrabbandiere ringraziò le guardie e tornò da sua moglie e da Flees.
“Domattina” rivolgendosi ad Elisabeth “torneremo qui e forse parleremo col braccio destro del Gastaldo... lui può darci il permesso di visitare il cimitero... ora direi di tornare alla locanda a dormire... domani ci aspetta un lungo giorno...”
I tre, così, tornarono alla locanda, prendendo due stanze per la notte.
Una per Elisabeth e Daizer e l'altra per Flees.
Il giovane cavaliere, però, come detto ad Elisabeth, dopo un'ora lasciò la sua stanza e uscì fuori, davanti alla locanda.
Fissava la finestra della camera dei due sposi, aspettando che sua zia lo raggiungesse.

Guisgard 09-05-2014 01.13.48

Eilonwy fu così costretta a seguire quel sentiero attraverso la foresta.
Ormai il Sole era sorto e di nuovo la luce del giorno giungeva a liberare quel luogo dai misteri della notte.
E galoppando per un po', alla fine, la ragazza vide apparire in lontananza una piccola casa diroccata.
Sembrava abbandonata ma raggiungendola Eilonwy notò qualcosa.
Alcuni vestiti stesi ad asciugare.
E proprio in quel momento dalla fatiscente abitazione uscirono due bambine.
Si avvicinarono alla ragazza, che quello strano ballo aveva spinto fino alla casa diroccata, senza temere la presenza di Dante.
Il destriero infatti, vista la sua padroncina danzare verso il sentiero, aveva preso a seguirla, galoppando dietro di lei.
“Sei...” disse poi una delle due ad Eilonwy “... sei venuta per giocare con noi?”
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Guisgard 09-05-2014 01.42.08

A quelle parole di Altea, Gertrude scosse il capo.
“Non dovrei meravigliarmi affatto...” disse risentita “... questo tuo modo di fare, irriverente ed irrispettoso, ti ha sempre accompagnata sin da piccola... ma questo poi... portare qui tre perfetti estranei e spacciarli per tuoi parenti... è inaudito...”
“Non siate dura, milady...” intervenne Thomas “... mia sorella ha agito a fin di bene... e dopotutto erano pur sempre cavalieri... hanno forse abusato della vostra ospitalità? O disonorato questo palazzo?”
“Affatto.” Rispose Gertrude.
“Andavano a Solpacus forse per cacciare quella bestia...” fece Thomas “... ritenete ciò che avete fatto una buona azione, milady... Dio vi ricompenserà.”
“Non è questo il punto.” Replicò l'anziana nobildonna. “E comunque non desidero continuare oltre questo discorso. E ora sarà meglio che mi ritiri. Vi auguro una buonanotte.” Ed uscì.
Poco dopo anche Altea e suo fratello andarono a dormire.
La notte trascorse serena.
Il mattino seguente i due lasciarono di nuovo il palazzo e tornarono a Solpacus.
Era giorno di mercato.
Ma non solo.
Infatti in una città non troppo distante, Maddola, si era celebrata la ricorrenza dell'apparizione dell'Arcangelo Michele e i festeggiamenti avevano coinvolto tutta la regione.
E qualcuno a Solpacus, nonostante la triste atmosfera, aveva deciso di aderire a quella festa.
E così per le strade monaci e diaconi intonavano canti e recitavano litanie per il Primo Angelo di Dio, chiedendogli di difendere tutti loro dalla feroce bestia.

Guisgard 09-05-2014 02.37.43

“Il colore dei tuoi occhi” disse Guisgard a Clio, capendo che in quel momento gli sguardi di tutti in quella locanda erano su di loro “non potevo certo scordarlo, piccola, visto che la Luna e le stelle non facevano altro che che rammentarmelo ogni notte...” si sedette accanto a lei, in mezzo ai compagni della ragazza.
Poi Clio cominciò a raccontare degli ultimi accadimenti, fino alla morte di Scotir.
Guisgard ascoltava ogni parola, fingendo distacco, ma ciò che era accaduto la notte prima turbò alla fine il cavaliere.
Anche Dort e gli altri, imitando il loro comandante, ressero il gioco, trattando così Guisgard come se fosse davvero Gufo Scarlatto.
Borel poi descrisse per filo e per segno la notte appena trascorsa, del piano per catturare la bestia e del loro fallimento, fino al ferimento di Clio e alla morte del loro compagno.
E nella locanda, come Gvin ed i suoi scagnozzi, tutti i presenti si convinsero così che il cavaliere appena giunto fosse realmente il famigerato mercenario.
Compreso il locandiere.
Infatti l'uomo servì altro cibo a quel tavolo, innaffiando il tutto col miglior vino della casa.
“Siete stati avventati...” mormorò Guisgard “... cercare di stanare la bestia esponendo lei in prima persona...” guardando poi Clio.
“Il piano però ha funzionato, almeno in parte...” disse Porturos “... almeno siamo riusciti ad attirare quel dannato animale...”
“Ci sono due tipi che continuano a guardare da questa parte...” fece Ertosis
“Ah, quasi me ne dimenticavo...” mormorò Guisgard “... sono i miei due compagni... ragazzi, venite qui...” chiamando Astus e Mime “... vi presento Astus e Mime...” indicando alla compagnia i due nuovi arrivati “... prendete pure posto fra noi... li ho assoldati pochi giorni fa...” continuando a recitare il suo ruolo.
“Eh, ci voleva un bel bicchierino!” Esclamò Mime.
“Ma non esagerare, vecchia spugna!” Fissandolo Astus.
I due naturalmente avevano assistito a tutta la scena, comprendendo perfettamente l'escamotage utilizzato da Guisgard.
In quel momento si avvicinò al loro tavolo il locandiere.
“Signore...” fissando Guisgard “... è ormai tardi e ho udito che avete cavalcato a lungo... e dunque, visto l'onore di avervi, con vostra moglie ed i vostri uomini, ospiti nella mia modesta locanda, mi sono permesso di liberare per voi la mia migliore camera...”
“Avete anche una camera migliore in questo posto?” Ironico Guisgard.
“In verità, signore...” fece il locandiere “... mi sono permesso, naturalmente d'accordo con mia moglie, di offrirvi la nostra camera... vi assicuro che è la più confortevole di tutta la locanda... e spero mi farete l'onore di accettare, signore...”
“Hai sentito, mia bella sirena?” Rivolgendosi Guisgard a Clio. “Sembra che avremo la migliore suite di questo posto!” Rise appena. “Non trovate anche voi che la mia bella moglie abbia gli occhi dello stesso colore del mare all'albeggiare? E diventano ancor più trasparenti alla tenue luce di una candela... capite cosa voglio dire, vero?” Tornando a guardare il locandiere, per poi ridere, seguito subito da Astus, Porturos, Borel e Mime.
Il locandiere annuì compiaciuto.
“E sia...” annuì il cavaliere “... ho galoppato per troppo tempo e non mi va di rifiutare un letto morbido stanotte.”
“Ne sono onorato, signore!” Entusiasta il locandiere.
Così, poco dopo, ognuno di loro raggiunse la propria camera.
La stanza poi che doveva ospitare i due falsi coniugi era davvero confortevole, proprio come aveva assicurato il locandiere.
“Beh, non possiamo certo lamentarci...” guardandosi intorno Guisgard appena rimasto solo con Clio in quella camera “... sembra davvero un confortevole ed intimo rifugio d'amore, mia cara...” sorrise “... ah, già... immagino che la commedia debba interrompersi ora che siamo soli e dunque devo tornare a parlarvi col voi...” si sedette sul letto “... davvero comodo... comunque non mi dispiace venire a togliervi dai guai di tanto in tanto, sapete? Ogni volta infatti ci guadagno un bacio... mica male.” Le fece l'occhiolino. “Guàmarin... nome originale, non c'è che dire, ma dannatamente adeguato...” alzandosi dal letto e avvicinandosi a lei “... i vostri occhi sono di un colore che non si dimentica facilmente...” le sfiorò i capelli per un attimo “... avete cambiato colore ai capelli... vi stanno bene... esaltano ancor più i vostri occhi...” restò a fissarla per un lungo istante senza dire nulla, nonostante i suoi occhi dicessero molto di più.
Si tolse allora il mantello e lo adagiò ai piedi del letto, facendo dopo la stessa cosa con la giubba e poi con la camicia.
Prese infine uno dei due cuscini sul letto e lo posò su quei suoi vestiti a terra.
“Eh, non sarò un principe ereditario” sussurrò stendendosi su quel giaciglio ai piedi del letto “ma sono pur sempre un cavalier cortese... vi auguro una buona notte, lady Guàmarin... auspicando che i vostri sogni siano più sereni dei miei...” voltandosi dall'altra parte, per evitare di guardare Clio intenta a mettersi a letto.
Quel letto che lui le aveva lasciato libero.
La notte trascorse così, leggera, silenziosa e incerta.
Guisgard quasi non chiuse occhio, in balia com'era di pensieri e inquietudini.
Pensava al suo viaggio, alla misteriosa bestia e a Clio.
Verso l'albeggiare poi, quando i primi raggi schiarirono la stanza, si voltò verso il letto dove dormiva lei.
E restò a fissarla fino a quando la ragazza si svegliò.
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Altea 09-05-2014 15.35.20

Vedemmo la processione per l'Arcangelo e ci facemmo il segno della croce..."Festeggiano il Patrono della città dove siamo nati, Thomas..il nostro Patrono..che ci aiuti a uccidere quella belva".
Arrivammo a Solpacus e ci trovammo tra le bancarelle, quando avvistai il duca Gvin con alcuni suoi uomini, era adirato e gesticolava e mi avvicinai a lui.."I miei omaggi duca, vi presento mio fratello, sir Thomas Mc Gwyn..è appena tornato dalla guerra da Gerusalemme".
Dopo i convenevoli saluti chiesi a Gvin il motivo del suo malcontento ed egli mi narrò i fatti della sera precedente alla locanda..non ci trovavo nulla di male visto quella donna e i suoi cavalieri, anche se mercenari, erano qui tranquillamente a Solpacus senza dare alcun fastidio ma quando mi narrò la ultima parte strabuzzai gli occhi...."Scusate...avete detto due cavalieri e un uomo con una sacca...me li descrivete, aveva gli occhi azzurri profondi quello che li capeggiava?". Gvin annuì e dalla descrizione erano proprio loro, e uno dei suoi uomini disse pure i loro nomi..Astus, Mime e il Gufo Scarlatto, marito di quella donna.
Feci a Thomas l' occhiolino e il nostro tipico gesto di intesa che significava.."lascia mi faccia giustizia da me" ed egli annuì.
Mi rivoltai verso il duca.."Come avete detto...ma questa è una menzogna..o è la verità e io e lady Gertrude siamo state prese in giro..questi tre uomini furono ospiti da noi a Palazzo Costanza"..gli raccontai del nostro incontro, di Mime che venne dal nulla, dei servigi e della benevolenza io e milady ebbimo per loro e di come lo portai io a Solpacus e lo aspettai invano, e prima stava cercando una locanda e io gli consigliai quella dove avevo soggiornato.
Thomas si rabbuiò e mise la mano all'elsa della spada ma io gli feci, nuovamente, il gesto di intesa ma dentro di sè covava rabbia.
"Bene...andiamo alla locanda allora, pensate pure a messer Older dissi che erano arrivati questi due nuovi cavalieri..i testimoni ci sono" e seguita dal duca, alcuni suoi uomini e mio fratello arrivamo alla locanda.."Non voglio disordini..ci penso da sola, ho sistemato per bene quei cavalieri che dicevano di aver ucciso la belva e ora farò con questi tre che mi hanno presa in giro".
Nella locanda vi erano cavalieri e riconobbi alcuni dei mercenari e sorrisi al locandiere e alla sua famiglia e mi avvicinai al bancale, ma avevo notato Mime nella stanza.
"Buona giornata a voi...volevo sapere da vostra figlia..dato ieri ha visto li ho aspettati tutto il pomeriggio e ho chiesto di loro e fui io a consigliare a loro la locanda..se ci sono i due cavalieri in locanda, Guisgard e Astus..e pure quel rigattiere..come si chiama?" dissi pensosa voltandomi poi verso lui.."Mime...ah eccovi...voi che mi avete venduto questo flauto" e lo estrassi dalla sacca.
Calò il silenzio, Thomas si sedette ridendo poichè sapeva che mi sarei fatta valere eccome, come nostro padre ci aveva insegnato.
Mime era silenzioso..."Mi avete forse presa in giro? Che storia è questa..ora..milord Gvin mi ha detto ciò che è successo stanotte...allora è la verità o no? Vi ho ospitati da me, a Palazzo Costanza, avete approfittato della nostra benevolenza e le vostre storie sul flauto..sul demonio" gli gettai a terra il flauto compratogli ed estrassi la spada ponendogliela sotto il mento, ovviamente non volevo ucciderlo ma volevo la verità venisse fuori "restituitemi i soldi del flauto e dite di fronte a tutti chi siete voi, Mime...un rigattiere o un mercenario? Visto il vostro capo...Guisgard o Gufo Scarlatto si è preso gioco di me e di lady Gertrude, e lo ho aspettato ieri qui tutto il giorno in questa locanda e non è mai arrivato e ho dovuto poi attraversare la foresta sola al crepuscolo rischiando pure di essere preda della belva".
Thomas mi guardò annuendo..poco mi importava di Gvin, ne andava della mia dignità e mi voltai verso Mime senza togliere la spada..."Deve ancora nascere chi vorrà prendersi gioco della duchessa Altea Mc Gwyn e non sarete nè voi nè quel cavaliere da quattro soldi" e stavolta il mio tono fu duro e più alto per farmi sentire bene dal cavaliere.

Mai abbassare la guardia Altea!!!


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Clio 09-05-2014 16.03.01

Ci sedemmo a tavola e anche ragazzi ressero il gioco.
"Oh, quante storie..." Dissi, ridendo, in risposta alla preoccupazione del finto Gufo "È stata una mia idea, e comunque avevo un'intera, costosa e scomoda armatura sotto il vestito..".
Avevamo convinto tutti, persino il locandiere.
La camera padronale, che lusso!
Sperai che la situazione non sembrasse troppo strana ai suoi compagni di viaggio, ma mi sembrarono tipi simpatici, si sedettero con noi tranquillamente.
Poco dopo, raggiungemmo la camera del locandiere.

Citazione:

“Beh, non possiamo certo lamentarci...” guardandosi intorno Guisgard appena rimasto solo con Clio in quella camera “... sembra davvero un confortevole ed intimo rifugio d'amore, mia cara...” sorrise “... ah, già... immagino che la commedia debba interrompersi ora che siamo soli e dunque devo tornare a parlarvi col voi...” si sedette sul letto “... davvero comodo... comunque non mi dispiace venire a togliervi dai guai di tanto in tanto, sapete? Ogni volta infatti ci guadagno un bacio... mica male.” Le fece l'occhiolino. “Guàmarin... nome originale, non c'è che dire, ma dannatamente adeguato...” alzandosi dal letto e avvicinandosi a lei “... i vostri occhi sono di un colore che non si dimentica facilmente...” le sfiorò i capelli per un attimo “... avete cambiato colore ai capelli... vi stanno bene... esaltano ancor più i vostri occhi...” restò a fissarla per un lungo istante senza dire nulla, nonostante i suoi occhi dicessero molto di più.
"Beh, possiamo smettere di fingere ovvio... Ma il voi mi sembra un'esagerazione... È stato Dort ad inventarsi quel nome, e tutta la storia... Ero, una specie di Teuta... E ha azzardato non poco visto che non saprei governare una nave neanche lontanamente... Ma non sarà necessario..Eh, si.. I miei poveri capelli, il messo di Gioia Antiqua mi ha visto, ho pensato di prendere provvedimenti." Sorrisi, sostenendo il suo sguardo "A proposito, grazie... Sai essere nel posto giusto al momento giusto, rara qualità..".
Lo vidi posare il mantello per terra, e per un attimo pensai che fosse noncuranza, ma poi capii.
Scossi il capo ridendo.
"Non essere ridicolo, vuoi davvero dormire per terra?" Sospirai, togliendo gli stivali "Non dirmi che non riesci a dormire accanto ad una donna senza saltarle addosso.." Mi tolsi la giacca e la posai delicatamente sulla sedia, insieme alla cintura con spada e pugnale.
Non ci eravamo cambiati dalla notte precedente, avevo ancora indosso il piccolissimo corpetto che avevo indossato per per combattere con Dort.
La ferita al braccio era quasi rimarginata, quella della bestia invece mi avrebbe lasciato una bella cicatrice.
Un altro pezzettino della mia collezione.
Il cavaliere si era persino girato, e gliene ero grata, ma ormai riuscivo ad indossare la veste da camera senza mostrare nemmeno un lembo di pelle.
Il bisogno aguzza l'ingegno.
Complice la veste stessa, regalo di mio padre dopo un viaggio in oriente.
Larghi e leggeri pantaloni di seta blu con motivi dorati, e un'ampia tunica che arrivava al ginocchio.
Un lusso a cui non avevo voluto rinunciare, potevo sempre averla rubata.
Mi buttai pesantemente sul letto, ero esausta.
"Beh, fate un po' come vi pare... Buonanotte..." Fissai il soffitto "Se fate sogni peggiori dei miei, che sono pieni di morte... Vi auguro di non sognare affatto..".
Per un momento il viso di Karel mi attraversò la mente.
E una fitta dolorosa mi colpì in pieno.
Avevo fatto di tutto per non pensare a lui, la preoccupazione mi paralizzava , e non potevo permetterlo.
Chiusi gli occhi, e caddi in un sonno profondo, senza sogni.
Le due notti in bianco reclamavano il loro tributo.
Quando li riaprii era già mattina, e il cavaliere mi stava osservando, era rimasto sul pavimento.
"Buongiorno marito mio..." Sorrisi "Comodo il pavimento?".
Mi alzai a sedere, stiracchiandomi.
Lanciai un'occhiata alla finestra.
"Un nuovo giorno.. Io ho un'orribile bestia da ammazzare.. Ma non ho chiesto al temibile Gufo Scarlatto quali siano i suoi programmi... ".

Guisgard 09-05-2014 16.57.17

Guisgard fissò Clio mentre si svegliava.
“Eh...” disse sospirando “... invece credo di aver fatto bene a dormire qui stanotte...” sorrise appena “... per questo, immagino, la vita matrimoniale spaventa così tanto molti uomini... temono di restare a dormire per terra dopo una furibonda lite con la propria moglie... e nel mio caso” ironico “la scomodità del giaciglio è direttamente proporzionale alla bellezza della moglie che dorme nel letto...” si alzò e guardò la ragazza con quel suo abito esotico “... e da consorte posso dirti che ti preferisco con quell'abito da notte, piuttosto che con corpetto e corazza...” notò il braccio ferito “... a meno che stanotte non abbia tentato di abusare delle tue grazie, cosa che escludo altrimenti lo rammenterei, immagino che questa ferita risalga alla scorsa notte, dopo quel vostro incontro ravvicinato con la bestia...” le sfiorò il braccio e poi la cicatrice con le dita “... un giorno forse capirò perchè una bella ragazza come te metta in questo modo a repentaglio la sua vita...” si avvicinò alla finestra e guardò fuori, verso i monti “... ho sentito molto parlare di questa bestia... ho sentito in verità molte cose, forse troppe... ma l'unica cosa certa è che va stanata e abbattuta...” si voltò a fissare Clio “... anche io voglio uccidere quell'animale... e so che se anche ti dicessi di desistere tu non mi ascolteresti...” sorrise ancora “... un po' ormai ti conosco... un poeta una volta ha detto che il modo migliore per conoscere una donna è baciarla...” le fece l'occhiolino “... dunque sono quasi un esperto...” si rimise la camicia e poi la giubba “... cosa desidera mangiare la mia bellissima e sensuale moglie stamani?” Raccogliendo da terra il suo mantello. “Visto che non posso evitare che tu ti esponga a rischi e pericoli, mi consolerò almeno viziandoti.” La fissò negli occhi divertito. “E mentre faremo colazione cercheremo di ideare un nuovo piano contro la bestia.”

Guisgard 09-05-2014 17.11.22

Mime, davanti alla spada di Altea, restò frastornato e assunse un'espressione da perfetto ebete.
Cominciò a guardarsi intorno balbettando qualcosa di incomprensibile.
“Avanti...” disse Gvin al rigattiere “... parla! E bada di dirci la verità!”
In quel momento, notando la scena, Astus e Dort, appena scesi dalle loro camere, corsero in aiuto di Mime.
“Milady...” rivolgendosi Astus ad Altea “... comprendo il vostro disappunto, ma prendersela con questo povero tonto non vi farà di certo onore, né ammansirà la vostra più che giusta indignazione. Vedete...” schiarendosi la voce “... noi tre viaggiamo in incognito... gente come noi non può spostarsi tranquillamente da una città all'altra sbandierando il proprio nome ai quattro venti... per questo abbiamo utilizzato falsi nomi... comprenderete dunque che non potevamo certo rivelarci per ciò che siamo. Per questo vi porgo le mie scuse. E naturalmente mi scuso anche nei confronti di lady Gertrude.” Mostrando un cortese inchino.
“Voi non sembrate un mercenario.” Fissandolo Gvin. “Avete una favella sciolta e modi troppo pacati.”
“Avere un passato che mi ha portato a frequentare nobili e cavalieri” spiegò Astus “non mi ha impedito in seguito di arruolarmi nelle milizie dei Gufi Scarlatti, milord. Anzi, proprio per questo Gufo mi ha scelto come luogotenente... oltre a saper usare armi ho anche la dote della diplomazia e questa è molto utile quando bisogna trattare con signorotti e vassalli, milord.” Con un lieve cenno del capo.
Tutti i presenti osservavano interessati quella scena.
“Oh, signori...” avvicinandosi il locandiere ad Astus e a Dort “... c'è stato di certo un malinteso... ma sono lieto che sia stato chiarito... a proposito... spero il vostro comandante e sua moglie abbiano riposato bene stanotte nella stanza che ho offerto loro.”
“Non hanno dormito affatto, immagino.” Ridendo Dort. “E questo è sicuro segno che hanno apprezzato la vostra stanza!”
Ed anche Astus rise di gusto, davanti ad un Mime ancora frastornato e spaventato.

Clio 09-05-2014 17.23.07

Mi alzai finalmente dal letto.
Sorrisi a Guisgard, voltandomi ad osservare la ferita sul braccio.
"È solo un graffio... Risale alla notte scorsa è vero, ma non si tratta della bestia... Abbiamo duellato in tributo a Scotir la notte scorsa, senza alcuna protezione... Ci siamo presi tutti qualche graffio, ma l'idea era quella... In un paio di settimane non si vedrà nemmeno più..".
Sospirai, scoprendo il fianco.
"Questa è la ferita della bestia, risale è due notti fa... Mi porterò la cicatrice per molto più tempo, se non per sempre.. Beh, è il mio dovere... Ho giurato di difendere la famiglia reale, ma anche il suo popolo... Nessuno difende questa gente, l'unica autorità che hanno è il gastaldo..." Scossi la testa "Non c'è come l'incognito per scoprire il malgoverno del regno... Trascinerò i signori di queste terre davanti al senato, per negligenza se riuscirò a portare a casa la pelle..".
Mi sfilai i pantaloni di seta, restando coperta dalla tunica, e indossai i miei neri.
"Beh, non sono discorsi interessanti di prima mattina..." Sorrisi.
Allacciai il corpetto sotto la tunica.
"Ah, non ho grandi pretese in un posto come questo... Quello che il locandiere si prodigherà a preparaci.." Facendo scivolare la tunica sopra la testa.
Indossai poi la camicia, allacciai il corsetto esterno.
Mi sedetti sul letto per mettere gli stivali, per poi rialzarmi è prendere la giacca.
"Pronta, andiamo..." Raggiungendo la porta.

Altea 09-05-2014 17.30.50

Arrivo Astus e iniziò a parlare, lo ascoltavo e poi alla fine vidi la sua sempre sciocca risata e guardai Thomas..."Avete visto, fratello...ecco come io e lady Gertrude siamo state ingannate...ed eravamo sole, aveva ragione milady potevano pure avere brutte intenzioni, ma se notate il loro capo non si fa avanti..è un codardo..ha bisogno che siano i suoi uomini a parlare per lui". Mi voltai verso Astus severa..."Voi non siete un diplomatico..li conosco i veri diplomatici come lo sono mio padre e uno dei miei fratelli a Capomazda per il Duca e il re di Camelot...voi siete solo uno che sa usare bene le parole per prendere in giro le persone, come il vostro amico".
Rimisi la spada al suo posto e feci cenno a Thomas di uscire ed ero di fronte alla locanda..."Thomas, sono mesi qui a Solpacus..di cavalieri boriosi ne ho visti tanti ma nessuno ha mai osato essere così disonesto e prendersi gioco di due donne sole...mi avete chiesto come sono arrivata qui..per caso, mi dissero vi era una giostra di cavalieri e mi interessava di vederla...e invece poi è successo il fatto della bestia...e sinceramente mi sono stancata di stare qui...io direi di provvedere a fare i bagagli e domani partiremo per Capomazda...nostro fratello vorrà vedervi." Gli accarezzai il bel volto sperando alcuni ricordi furono svaniti e gli baciai la mano e la portai al mio viso con affetto.

Guisgard 09-05-2014 17.41.05

Guisgard restò a fissare Clio mentre si preparava.
I due poi scesero di sotto per fare colazione.
E nella sala dove si trovavano i tavoli il cavaliere notò subito un po' di agitazione.
Nel vederli arrivare, Astus, Dort e Mime si avvicinarono a lui e a Clio.
“C'è mancato poco che ci scoprissero...” disse Astus “... ma forse sono riuscito ad allontanare qualche sospetto... almeno spero...” e raccontò loro dell'accaduto.
Guisgard si guardò intorno e poi fece cenno a tutti loro di prendere posto ad uno dei tavoli.
I suoi occhi finirono poi su Gvin, che stava fermo dall'altra parte della sala ad osservarli.
“Cerchiamo di essere il più naturali possibili...” mormorò Dort.
Poco dopo anche gli altri li raggiunsero, completando così la compagnia dei falsi mercenari.
“Portateci qualcosa per una degna colazione.” Guisgard al locandiere che subito annuì.
“Ma perchè tanto interesse da parte di quel dannato Gvin nei nostri confronti?” Chiese Porturos.
“Forse” rispose Dort “non vuole rivali nella caccia alla bestia...”
“O magari vuole Clio come alleata...” mormorò Borel “... e magari non solo come tale...”
“Per ora ignoriamolo...” fece Guisgard “... se diventerà troppo insistente allora ci penserò io...”
In quel momento il locandiere portò loro focacce e frutta.
Gvin li scrutò ancora per qualche momento e poi uscì dalla locanda.

Guisgard 09-05-2014 17.46.54

Mentre Altea e Thomas erano fuori dalla locanda, furono raggiunti da Gvin e dai suoi uomini.
“Siete stata coraggiosa ed abile, milady...” disse il duca alla dama “... anche io come voi tuttavia nutro ancora qualche sospetto... forse sbagliamo, ma a pensare male si fa sempre bene recita un vecchio detto popolare... li terremo d'occhio e seguiremo ogni loro mossa... se davvero sono degli impostori non permetteremo loro di prendersi la preziosa spada dei Taddei... saremo noi ad averla dopo aver ucciso la bestia.”
“E' troppo pericoloso per mia sorella.” Fece Thomas. “E poi siamo in partenza.”
“Vostra sorella è coraggiosa e ci sarà utile per stanare il cinghiale...” si voltò verso la locanda “... e non solo per quello...” tornò a guardare Altea e suo fratello “... vi proteggerò io, milady... e alla fine saremo noi a vincere... quando un giorno questa gente racconterà ai propri figli della bestia, saranno ricordati i nostri nomi come i veri liberatori... vi do la mia parola...”

Clio 09-05-2014 17.52.40

Ascoltai il racconto di quanto accaduto, soffocando una risata.
"Non c'è niente di più letale di una donna offesa..." Scuotendo la testa.
Presi posto accanto a Guisgard, in mezzo ai miei uomini.
"Lui è nobile, noi rozzi mercenari, guidati da una donna poi... Avrebbe voluto forse averci come allati all'inizio, e prendersi il merito e il premio al posto nostro..." Alzai le spalle "Ma quando ho messo in chiaro che eravamo avversari ci vuole fuori dalla gara, semplice... Sai che smacco sarebbe per lui se noi uccidessimo la bestia?" Sorrisi "E quello che gli rode è che sa di non poter competere con noi.. Così cerca di abbatterci, povero illuso.. Non badiamo a lui, pensiamo piuttosto a come ammazzare quella maledetta bestia!".
Osservai il cibo "E a mangiare...".
Presi un pezzo di focaccia.
"E comunque..." Sussurrai "Non abbiamo niente da nascondere...".
Anche se avesse saputo chi eravamo in realtà? Cosa avrebbe potuto fare?
Eravamo soldati della Guardia Reale in missione sole conto del senato.
Il minimo affronto l'avrebbe pagato caro, e a quel punto l'avrebbe capito anche lui.

Altea 09-05-2014 17.56.47

"A me non interessa la Gloria...milord..sono persone come Thomas che hanno dimostrato quanto valgono...scusate ma siamo in partenza".
Guardai dentro alla locanda e vidi il tavolo con gli uomini.."Ecco vedi quel cavaliere laggiù, Thomas...è lui l'impostore..a vederlo cosi sembrerebbe normale..pensa ha pure un leggero accento capomazdese..ma a noi non importa vincere spade vero? Anzi penso al ritorno a Capomazda manderò Andrew dal Duca stesso spiegandogli cosa accade qui e di ritirare il premio"..suonava la campana..."andiamo a messa, il vescovo poi sarà lieto di vedervi".
Fu cosi ci sedemmo a seguire la messa.

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Guisgard 09-05-2014 18.17.15

“Finirebbe” disse Dort a Clio “per accusarci di essere impostori, buttandoci così fuori dalla giostra...”
“Non lo scoprirà.” Fece Guisgard. “Non avrà modo per farlo. Ma mangiamo ora...” prese a parlare ad alta voce “... avanti, uomini... vi voglio in forze per riprendere la caccia!” Guardò sornione Clio. “E anche tu, piccola!” Facendole l'occhiolino. “Stanotte ti ho fatto riposare poco, dunque hai bisogno di mangiare!”
Tutti loro risero.
“Non è possibile bere qualcosa?” Chiese Mime.
“C'è quel succo d'arancia!” Rispose Astus.
“Intendevo qualcosa che faccia fare sangue...” sorridendo il rigattiere.
“Immagino...” ridendo ancora Guisgard “... del tipo succo d'uva, vero?”
Di nuovo grosse risate echeggiarono sulla tavola.
“Beh, visto siete il capo...” rivolgendosi Ertosis al cavaliere “... tocca a voi decidere un buon piano per la bestia, no? Oppure siete bravo solo a strofinarvi su di lei?” Indicando Clio.
“Ma cosa diavolo ti prende?” Riprendendolo Vortex. “Ti sei bevuto il cervello?”
“Già...” sarcastico Guisgard “... pare che Mime beva e lui poi diventi brillo...”
“Ora basta, sacco di vento!” Alzandosi di scatto Ertosis. “Perchè non usciamo e la risolviamo da uomini questa cosa?”
“Ora piantala, idiota!” Fissandolo Borel.
“Sta zitto, Borel!” Con rabbia Ertosis. “Voglio vedere di che pasta è fatto questo pallone gonfiato!” Con occhi di sfida verso Guisgard.
Tutti nella locanda si zittirono e restarono ad osservare quella scena.

Guisgard 09-05-2014 18.21.50

Gvin seguì Altea e Thomas in chiesa, prendendo posto nella panca dietro di loro.
“Non parlavo della gloria, milady...” disse piano alle spalle della dama “... ma di liberare questa gente e di scoprire se davvero quelli sono i mercenari di Gufo... in una giostra cavalleresca non è ammesso nascondere la propria identità... vedete? Vogliamo entrambi la stessa cosa... datemi retta e libereremo questa gente dalla bestia... io ho già un piano, ma mi occorre il vostro aiuto...”
“Fate silenzio, messere!” Lo riprese una vecchia. “Siamo in chiesa!”
“Ascoltare messe non servirà a nulla...” continuò Gvin, senza badare alle parole della vecchia “... milady, ora bisogna agire... uccideremo la bestia e se quelli ci hanno mentito vendicheremo anche il vostro onore...” alzò gli occhi verso la statua dell'Arcangelo “... guardate la lancia di San Michele... sembra un chiaro segno propizio...”
Iniziò la messa.

Altea 09-05-2014 18.35.20

Ascoltavo in silenzio le parole di Gvin...era un trapano nel cervello..guardai sopra e vidi la lancia di San Michele Arcangelo sopra me e Thomas..una vecchietta protestava ma il duca non ci faceva caso, io e Thomas ci guardammo e trattenemmo una risata e sottovoce bisbigliai a mio fratello.."Thomas, io direi di uscire e parlarne fuori, questo è un luogo di culto di deve avere rispetto..se ritardiamo dormiremo qui dal vescovo e manderemo un messo a lady Gertrude per spiegarle siamo qui al sicuro..tutto si sta prolungando."

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Uscimmo seguiti da Gvin.."Vedete milord..mi conoscete bene..ho sempre protetto questa arma perchè a mio parere va a qualcuno disinteressato ad essa...che combatta col cuore e l'anima per il Bene...contro il Malvagio e per le povere vittime..finora non ne ho viste, e nemmeno in voi..io sono qui prima di voi, di quei mercenari e sinceramente ne ho viste di tutti i colori, credetemi e mi sto davvero stancando di questa situazione..ero arrivata qui solo per vedere una giostra e pure...ho perso il mio compagno di viaggio, sir Tyssen, a cui la bestia ha strappato la gamba...pensate a quel ragazzo, come può stare ora...come posso stare io con il mio senso di colpa...lo ha fatto per salvarmi" e presi il braccio di Thomas e mi appoggiai a lui.

Guisgard 09-05-2014 18.46.31

“Allora” disse Gvin ad Altea “avete il dovere di continuare per vendicare il vostro amico, milady. Quanto all'arma, io credo in tutta sincerità che sia l'ultima nostra preoccupazione. Ciò che conta è uccidere la bestia, indipendentemente dal motivo che spinge ognuno di noi a farlo. Molti cavalieri hanno desistito e ho visto la gente di questa città mentre li guardava andar via. Resa. Ecco cosa c'era sui loro volti. Resa e disperazione. Volete andar via anche voi?” Guardò Thomas. “E voi, cavaliere, credete che si serva il Bene e la giustizia solo combattendo per il Santo Sepolcro? Dio è ovunque ed in ogni uomo. E se anche noi abbandoneremo questa gente, allora sarà come abbandonare anche tutto ciò in cui crediamo.”

Altea 09-05-2014 18.57.02

Osservai Thomas..."Lascio a te decidere Thomas..certo hai combattuto contro un esercito forte e il Saladino..ma ho paura vi possa succedere qualcosa...e poi io non voglio fazioni..io sto col Popolo..".
Mi voltai verso il Duca..."Lasciate sia mio fratello a pensare..io mi affido a lui, domani vi daremo una risposta, penso stanotte pernotteremo dal vescovo...anche perchè mi sto perdendo questo mercato...Thomas andiamo a berci una ottima bevanda in locanda..tranquilli...e soli..e ne parleremo, poi andremo per il mercato e dal vescovo."
Fermai un chierico che stava passando e gli dissi di avvertire il vescovo io e mio fratello saremmo stati suoi ospiti nelle sue camere stanotte e mandare qualcuno ad avvisare lady Gertrude.
Salutammo il Duca e ritornammo in locanda, Thomas mi fece un cenno ed evitai il tavolo dei mercenari e mi sedetti in un tavolo e ordinai la solita bevanda alla cannella..."Capisci ora quando ti dico che qui non ho pace...cosa farei fratello caro se pure tu periresti? Non puoi immaginare cosa è quella belva".

Eilonwy 09-05-2014 19.01.38

Citazione:

Eilonwy fu così costretta a seguire quel sentiero attraverso la foresta.
Ormai il Sole era sorto e di nuovo la luce del giorno giungeva a liberare quel luogo dai misteri della notte.
E galoppando per un po', alla fine, la ragazza vide apparire in lontananza una piccola casa diroccata.
Sembrava abbandonata ma raggiungendola Eilonwy notò qualcosa.
Alcuni vestiti stesi ad asciugare.
E proprio in quel momento dalla fatiscente abitazione uscirono due bambine.
Si avvicinarono alla ragazza, che quello strano ballo aveva spinto fino alla casa diroccata, senza temere la presenza di Dante.
Il destriero infatti, vista la sua padroncina danzare verso il sentiero, aveva preso a seguirla, galoppando dietro di lei.
“Sei...” disse poi una delle due ad Eilonwy “... sei venuta per giocare con noi?”
Quel vestito e quelle scarpe mi condussero davanti a una rustica abitazione, dalla quale uscirono fuori due bimbe dai capelli biondi come il grano maturo e gli occhi azzurro-verde mare.
Esse mi chiesero se ero venuta lì per giocare con loro.
Di certo non potevo rispondere di no a quelle graziose fanciulline.
“Sì….sì…sono venuta per giocar con voi!....Vi prego, però, aiutatemi a spezzare l’ incantesimo di questi indumenti. Per favore, piccoline!....Ditemi con voi c’ è anche la vostra mamma e il vostro papà?” domandai infine alle due sorelline sempre ballando.

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Clio 09-05-2014 19.11.28

Mi si gelò il sangue nel vedere Ertosis agire in quel modo.
Era ciò che avevo sempre temuto, che i miei uomini mi vedessero come una vera donna.
Mi alzai senza dire niente, e mi parai davanti ad Ertosis.
Dapprima non dissi nulla, mi limitai a fissarlo truce.
"Primo : Se vuoi fare a botte con quello fa pure.." Senza togliere gli occhi dai suoi.
"Siete uomini, dovete giocare a chi è più maschio, chi ha più attributi.. Ma sai benissimo quanto una scazzottata tra voi sarebbe utile a chi vuole sbatterci fuori dalla giostra.. Secondo, non dimenticare chi comanda, dopo tutti questi anni devo ricordartelo?" Non lasciai mai il suo sguardo "E terzo.." Ora i miei occhi erano duri come il ghiaccio "Osa ancora una volta mettere in dubbio il mio onore.. Osa.." Mi avvicinai ancora di più e sussurrai "osa anche solo pensare che mi abbia sfiorata.." Il fatto che sussurrassi non rendeva le mie parole meno taglienti.
Portai la mano al pugnale, senza distogliere lo sguardo.
"E giuro che ti taglierò quanto di più caro hai al mondo.. Sono stata chiara?".

elisabeth 09-05-2014 20.39.17

Ascoltai Daizer.......e non risposi nulla a Flees ......avrei potuto usare lui per conoscere i piani di Isolde...ma questo voleva dire tradire Daizer.......io amavo la verità...come avrei potuto tradire la sua fiducia........" Andiamo a riposarci Daizer...siamo stanchissimi......"........lo seguii sino alla locanda...e salii con lui in camera....non era grande ma era pulita.....e questo sembrava meraviglioso, andai alla piccola scrivania che c'era accanto al letto.....lui si avvicinò a me cingendomi i fianchi...il suo petto appoggiava sulla mia schiena e mi sentii cullare.......il suo mento era poggiato sulla mia testa.......chiusi gli occhi e assaporai quel momento di tenerezza......come potevo vendere se pur per motivi importanti...vendere quell'abbraccio sincero..........le lacrime scesero sul mio volto.....facendomi battere il cuore come se dovesse uscire dal mio petto.......mi voltai e poggiai le miei mani sul suo petto........" Se vai in bagno prima tu.....mi riscalderai il letto...ho i piedi gelidi stasera......"....gli bacia le labbra...erano calde.......e mi staccai da lui...sorridendogli.......Attesi che lui andasse in bagno....e affacciandomi dalla finestra vidi Flees.....che passeggiava....accanto a lui c'era un omone che cercava di riportare i suo cavallo nella stalla........feci in modo di far imbizzarrire il cavallo....la mente di una maga può chiedere un favore a messer cavallo e l' omone pensando che la colpa fosse di Flees.......lo prese per il colletto ed incominciò...a suonargliene di santa ragione..........." O mio Dio.......spero riuscirà a prendere conoscenza domattina......sembrerà una zampogna per quanto sarà gonfio........"...mi ritirai dalla finestra e vidi Daizer......." Benissimo....ora andrò a lavarmi io ......così......prenderò posto accanto al mio maritino...mi raccomando...hai promesso di scaldarmi i piedi......".....

Guisgard 10-05-2014 00.26.16

Elisabeth si lavò e poi andò a letto, dove trovò ad attenderla Daizer.
Lui la prese fra le braccia e seppe scaldare a dovere il corpo di lei.
La notte trascorse così e fu da ristoro per i due coniugi affaticati a causa del viaggio.
L'indomani, quando il Sole tornò a rischiarare il villaggio, svegliandosi i due avvertirono l'agitazione che sembrava correre per le strade.
Scesero allora a fare colazione e qui seppero dalla moglie del locandiere che verso l'alba un fornaio aveva trovato il corpo senza vita di un uomo.
Era stato trafitto da una spada e poi decapitato.
“Si trattava di un uomo alto e robusto, un vero e proprio omone...” disse la locandiera ai due sposi “... ogni sera riportava nella stalla il suo cavallo, ma stanotte deve aver incontrato qualcuno che probabilmente ha cercato di rubargli il palafreno... di qui una rissa e poi la morte dell'omone...” scosse il capo la donna “... eh, in che mondo viviamo...”
“Non si sa chi può essere stato?” Chiese Daizer.
“Come detto” rispose la locandiera “si sarà trattato di un ladro... fatto sta che doveva essere qualcuno di molto forte, visto il modo in cui è riuscito a conciare il povero omone...”
“Già, brutta storia...” mormorò il contrabbandiere “... speriamo solo che questo non renda problematico per noi incontrare il braccio destro del Gastaldo...”

Guisgard 10-05-2014 00.39.06

A quelle parole dure di Clio, Ertosis chinò prima il capo, per poi tornare a sedersi.
Sulla tavola, per un momento, scese un fitto silenzio.
Così come nel resto della locanda.
“Beh...” disse alzandosi Vortex e fissando i clienti di quel posto “... cosa diamine avete da guardare tutti?”
Nessuno più allora osò fissare quel tavolo e a poco a poco la normalità tornò nella sala.
“Invece di litigare fra noi” fece Dort “direi di escogitare un nuovo piano per cercare di uccidere la bestia...”
“Già...” annuì Guisgard dopo aver preso un pezzo di focaccia “... meglio se farò due passi fuori da qui... ho bisogno di aria, così da poter riflettere meglio su cosa ideare...” si alzò “... e sarà meglio anche per voi... senza la mia presenza forse sarete più liberi di riflettere su come agire... vedremo dopo a chi fra noi sarà venuto in mente il piano migliore...” si allontanò dal tavolo ed uscì dalla sala, seguito subito da Astus.
Mime invece restò a tavola a mangiare.
Il cavaliere si diresse verso lo spiazzo antistante la locanda e si sedette su un basso muro di cinta, all'ombra di un faggio.
“Spero che ora sia ritornata la calma qui...” Porturos agli altri seduti intorno al tavolo “... litigare fra noi è la cosa più stupida che si possa fare...”
“Non dovevi aggredirlo così, Ertosis...” disse Borel “... dopotutto gli siamo debitori.”

Guisgard 10-05-2014 00.45.03

“No, siamo sole qui...” disse una delle due bambine ad Eilonwy “... ci siamo nascoste qui per non farci trovare da lei...”
In quel momento, finalmente, la ragazza smise di ballare.
Come se quel curioso incanto avesse terminato il suo effetto.
Infatti anche i suoi vestiti mutarono colori, tingendosi con tonalità più chiare.
“A cosa vogliamo giocare?” Domandò l'altra bambina ad Eilonwy.

Guisgard 10-05-2014 00.52.39

Altea e Thomas, congedandosi da Gvin, si diressero verso la locanda.
Vi giunsero appena in tempo per vedere Guisgard alzarsi dal suo tavolo ed uscire.
Thomas si limitò a fissarlo con uno sguardo di sfida.
“L'idea del duca” disse poi a sua sorella “non è infondo così malvagia... smascherare quei tipi se, davvero come sospetta, si tratta di impostori è comunque un atto di giustizia... quanto poi alla belva... raccontami tutto ciò che sai su quell'animale... io ho solo udito strane e confuse notizie, come se fosse quasi un essere sovrannaturale... magari tu riuscirai a far svanire le perplessità che ho maturato su questa assurda e terribile storia...”

Eilonwy 10-05-2014 00.54.55

La danza ebbe termine. I piedi e le braccia mi facevano male da morire.
“Lei?...Lei chi?....Volete dire la strega!?!....Ad ogni modo, io sono la principessa Eilonwy. E mi piacerebbe giocare “Mosca Ceca”! Voi chi siete?....Avete i genitori?” chiesi alle due bambine.
Sembravano molto impaurite, ma non da me o da Dante. Sorrisi con dolcezza alle due bionde sorelline per rassicurarle.

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Guisgard 10-05-2014 01.12.49

“Per nasconderci dalla strega, si...” disse una delle due bambine ad Eilonwy “... voleva mangiarci... lei mangia i bambini... per questo i nostri genitori ci hanno venduto al burattinaio... lui ci ha portato in questo posto, ma poi è sparito... allora abbiamo visto questa casa e ci siamo nascoste qui per aspettarlo...”
“Ma ormai sono giorni che è sparito” fece l'altra bambina “e noi non sappiamo dove sia andato...”
“Ci insegni a giocare a mosca cieca?” Chiese la prima bambina ad Eilonwy.
In quel momento, in lontananza, il sibilo del vento sembrò portare con sé un lungo lamento.
Come se fosse formato dal pianto sovrapposto di più bambini.
Un lamento debole e sfuggente, che durò appena un istante.
Un istante però sufficiente a far scendere nel cuore di Eilonwy un senso di angoscia e sconforto.
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Eilonwy 10-05-2014 01.38.30

Un senso d’ inquietudine, di tristezza e di paura appesantì il mio cuore. Non potevo lasciarle morire o divorare dalla Strega di Tylesia.
“Sentite….ho cambiato idea giochiamo alle “Due Principesse e l' Eroina”!....Allora voi salite sul mio bel cavallino e vi condurrò in città dove vi farò lavare, mangiare, bere, vestire come delle piccole nobili ed acconcerò le vostre belle e bionde chiome. Potete fidarvi di me, non vi farò del male! E dato che sono brava con le armi vi difenderò dai pericoli e dalla strega!....Allora ci state, vostre Altezze?” e detto questo feci un leggero ed aggraziato inchino.
I miei occhi neri come la notte videro le due bimbe sorridere ed annuire.
Le feci montare a cavallo. Una davanti a me e l’ altra dietro di me.
“Reggetevi forte, mi raccomando!” sentenziai.
Dante si mise a correre come non mai ed in poco tempo arrivammo a Tylesia.
Scendendo da cavallo notai Sir Riccado insieme al merlo Tisin correre come matti e chiedere a tutti se mi avevano vista.
Tirai per le redini l’ oscuro destriero e sentenziai: “Sir Riccardo….ma…ma…mi stavate cercando?”.
Lo vidi voltarsi verso di me. Era serissimo ed aveva le occhiaie. Probabilmente mi aveva cercato in lungo e in largo per tutta la notte. Ora mi avrebbe fatto una bella ramanzina.

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Altea 10-05-2014 15.11.52

Non appena seduti al tavolo vedemmo il cavaliere e il suo amico alzarsi e Thomas lo guardò con sfida e poi il suo sguardo tornò a me, mentre consumavamo la bevanda, ma mi accorsi i due uomini erano usciti e guardai per un attimo il tavolo di quei mercenari, vi era un' aria tesa..."Thomas...so benissimo le regole della giostra, ma credimi, quei mercenari seduti al tavolo si sono sempre comportati in modo corretto e leale, insomma..la donna che li capeggia è molto forte ma mi sembra una donna pure giusta...ma noto tutto sia cambiato con l' arrivo di quel cavaliere che è uscito, a mio avviso vi sono degli attriti tra i mercenari. A mio parere, non dobbiamo farlo per dare loro una lezione, io ho già detto la mia...ma per la offesa ricevuta da quei tre uomini, quella donna e i suoi uomini non mi hanno mai mancata di rispetto".
Thomas era nervoso, bevve in fretta la bevanda, voleva sapere della belva, mi guardai attorno, vi era troppa gente e dovevo dirgli dei sospetti avevo sulla belva ma vi erano troppi orecchi e gli feci quindi cenno di uscire.
Pagammo il conto e Thomas prima di uscire guardò bene i mercenari uno ad uno...già..era abituato a guardare in faccia l'avversario, purtroppo, questo gliela aveva insegnato la guerra.
Usciti dalla locanda ci sedemmo in una panca vicino la porta e iniziai a raccontargli della belva..."Io ho visto questa bestia, intravista meglio...è enorme e mi prese come preda quel giorno e mi venne incontro, io ho puntato la freccia dell'arco ai suoi occhi, pensavo fosse l'unico punto vulnerabile e non posso scordare quegli occhi..rossi e ardenti come il fuoco dell' Inferno...poi vidi una ascia che tentò di colpirla..ma rimbalzò..ci puoi credere? Fu così...all'inizio pure io pensavo fosse un animale mutato da una strega o altro..ma ho un sospetto..qualcuno o più di uno abbiano addestrato quella belva...ti sembra possibile un animale decida di uccidere solo donne e bambini o fanciulli? E solo di notte?" E cosi continuai a raccontargli dei miei dubbi avuti in locanda prima dell'arrivo di Older e del mio soggiorno da Enar e Roxanne.
Thomas ascoltava silenzioso, lo sguardo non era assente ma davanti a sè...certo piani di guerra ne doveva aver fatti in Terra Santa.
"Questo è tutto...sai vi è uno stalliere qui, si chiama Posteg e io lo ho tanto a cuore, egli dice di avere sogni premonitori e a salvare Solpacus sarà un cavaliere dagli occhi azzurri e quel cavaliere è il Duca di Capomazda..io gli ho creduto molto, ma non penso il Duca venga qui" e sorrisi mentre lui mi baciò la fronte con affetto per rassicurarmi.
Lo conoscevo bene, ora avrebbe vagliato il tutto per farsi una sua idea, infatti guardandosi in giro mi disse voleva andare in una bancarella che vendeva armi e altro e me la indicò, gli risposi visto avremmo dovuto rimanere ancora a Solpacus e speravo per poco ancora che sarei andata a vedere delle stoffe per abiti in una bancarella vicina.
Lo vidi allontanarsi ma si fermò ad un tratto, guardai bene e sotto un albero seduti su un muro basso vi erano quei due cavalieri, Thomas si fermò a parlare con loro, mi alzai preoccupata potesse iniziare un tafferuglio visto gli sguardi di prima ma mio fratello se ne andò poco dopo.
Lo osservavo...guardavo il cavaliere e istintivamente gli andai vicino..."Volevo salutare...Gufo Scarlatto? O Guisgard?" lo fissai negli occhi azzurri con sguardo offeso "Una cosa è certa di voi..anzi due. La prima è che sapete come raggirare le persone e non venite a dire dovete nascondervi, io vi diedi la mia fiducia e ospitalità, non ve la avrei negata se mi aveste detto ciò che eravate veramente..un mercenario. La seconda cosa certa e vi devo fare i complimenti...è che avete una moglie bella e coraggiosa...almeno in fatto di donne avete le idee certe" e sorrisi ironica.
Me ne andai nella bancarella vicina e vidi le stoffe e vi era a venderle un uomo piccolo e paffuto con la moglie, tutti e due erano sorridenti..finalmente un sorriso..."Vorrei delle stoffe preziose, color pesca, verde, azzurro e poi cosa avete da propormi?" e la donna andò a rovistare tra delle stoffe, guardai una di color rosso...ma non avrei mai azzardato un colore del genere, a lady Gertrude sarebbe venuto un colpo al cuore e sorrisi a quelle benevole persone..anche se mi sentivo osservata e osservavo Thomas da lontano.

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elisabeth 10-05-2014 20.58.59

Tornare a letto accanto a Daizer....fu come approdare in un porto sicuro, venni accolta dalle sue braccia e dal suo corpo caldo......la passione ci travolse ...sino a quando il sonno non cullo i nostri sogni ...ed i nostri incubi.....avevo sognato mio padre...era molto adirato.......

"Non pensavo di poter essere arrabbiato con te...a tal punto da essermi
pentito di averti presa con me..........ti ho insegnato cosa vuol dire
nascere con questo tuo Dono....per non chiamarla sventura....
sei stata dai migliori maestri.... anni rinchiusa a studiare tu e Sorella Solitudine....in silenzio....e questo doveva insegnarti che non potevi essere ricattabile sposando un umano.......innamorarti poi.......io e tua madre ci amavamo alla follia...e la follia me l'ha portata via ....Impazzirai...Impazzirai...quando dovrai trovarti a decidere tra la ragione e il sentimento......."

Mi svegliai sbarrando gli occhi...ed il cuore che batteva senza sosta...lui dormiva ancora...mi girai nel letto.....verso il suo volto...ingoiando l'angoscia......mi chiedevo il perchè....non riuscivo a comprendere....quel sogno ......era un'assurdità.......
Alcune voci provenienti dal cortile e dalla locanda...fecero svegliare Daizer.....mi diede un bacio frettoloso e si mise all'ascolto.....era successo qualcosa di grave lo avevo capito anch'io...." Forse e' meglio scendere visto che dobbiamo cercare di incontrare il Vice Gastaldo......o metteremo radici in questo posto....."...una volta pronti scendemmo di sotto....ed ascoltammo una donna che con fare concitato...spiegava l'accaduto della sera prima...e il ritrovamento del cadavere di quella mattina.......dalla sua spiegazione.......la mia felice idea aveva fatto sì...che l' Omone avesse perso la vita.......se qualcuno mi avesse punta, non sarebbe uscita una goccia di sangue dalle mie vene........mi girai intorno...Flees..non lo avevo ancora visto......sino a quando..non lo vidi sorridente.....che mi scimmiottava un inchino a mò di buongiorno.........Il sogno di mio padre fu una rivelazione.....e la morte di quell'uomo fu una minaccia.......guardai Daizer.....e guardai Flees.....avevo l'impeto animalesco di saltare al collo di quel farabutto e togliergli la vita......." Andiamo via di qui.....l'odore di mangiare di questo posto....mi porta la nausea....andiamo a procurarci questo benedetto permesso..........e se non ci sarà il permesso ...faremo senza........."....si era procurata una piccola folla....uscimmo dalla locanda...con il buongiorno del mio caro nipotino...." Vedo che godete di ottima salute...avete riposato bene stanotte......io ho avuto mal di stomaco...".......e non mi accorsi di aver preso per il braccio Daizer e di trascinarlo verso il Palazzo....del Gastaldo

Clio 11-05-2014 23.22.16

Non dissi una parola, tornando a sedermi. Annuii a Guisgard quando decise di andarsene, mi sembrava un'ottima idea.
"Qui c'è troppo chiasso, cerchiamo un luogo più appartato.." alzandomi, invitando gli altri a fare lo stesso "Raggiungiamo la vostra camera, dovrebbe essere abbastanza grande!".
Lì, almeno, avremmo potuto parlare liberamente.
"Non è successo niente..." dissi, calma, una volta chiusa la porta dietro di noi "E' una situazione nuova e strana per tutti noi, me compresa... il nostro viaggio è appena all'inizio, e non posso certo assicurarvi che non ci saranno litigi, incomprensioni, cose che vi daranno fastidio, decisioni su cui non sarete d'accordo.. ma voglio che sia chiara una cosa, qualunque problema, dubbio, rimostranza abbiate da fare dovete venire da me... ho voluto voi con me in questo viaggio non perché siete i migliori, anche se questo aiuta, ovviamente.." sorrisi "Ma perché siamo talmente uniti da sentirci fratelli l'uno con l'altro... giorno dopo giorno, anno dopo anno... questa è la nostra forza, se ci toglieranno il legame che ci unisce, allora avremo perso.. e le vostre indubbie abilità individuali non serviranno a nulla!" guardai uno ad uno i miei soldati.
"Non parliamone più ora, abbiamo una bestia da stanare..." sospirai "Cercai di raccogliere ed ordinare le informazioni in nostro possesso, no, tranquilli, smetterò di nominare il fischio che ho sentito, sono testarda ma non amo nemmeno io essere presa per pazza..." scossi la testa" allora, innanzitutto, sappiamo che non è un cinghiale, come abbia fatto a vedere un cinghiale quel pastore non lo so, ma è più grosso di un orso, è come se fosse ricoperto di ferro, le frecce gli rimbalzano addosso.... ah, e ha degli enormi aculei capaci di sbalzare un uomo grande e grosso come se fosse un rametto di selce... è immune al veleno, eppure non è un mostro mitologico, o fantasioso.. è un vero e proprio animale, a parer mio... ricordate l'espediente della selvaggina? Comunque si è avvicinato, l'ha mangiata... Se non fosse di questo mondo non avrebbe bisogno di nutrirsi.." mi fermai per reprimere una risata "Non posso credere di aver davvero detto una cosa del genere!".
Da quando mostri e demoni erano reali?
"Dobbiamo ancora capire il perché... voi avete visto quegli occhi, c'è molto più della fame, c'è odio.. che razza di senso ha uccidere senza sbranare, senza cibarsi della carne? Solo gli uomini provano piacere e appagamento ad uccidere senza alcuno scopo... Perché un animale dovrebbe farlo? capisco Scotir, l'ha minacciato con la scure, non mi stupirebbe, voleva solo difendersi.. ma che paura poteva fargli una ragazza nel bosco? Appena mi ha visto ha caricato, e io non mi ero mossa...".
Mi presi la testa tra le mani per un momento "E se fosse semplicemente un animale che non appartiene a queste terre? Voglio dire, quando i romani videro per la prima volta gli elefanti in battaglia ne furono terrorizzati... Ci sarà pure un bestiario da consultare in questa cittadina.. perché, anche se è enorme e terribile, deve avere un padre e una madre.. intendo dire.. non può essere nato da un cinghiale, o da un toro, o dall'incrocio dei due! Ma può davvero esistere un animale con la pelle così spessa da essere invulnerabile al metallo? Oppure qualcuno gli ha procurato una sorta di armatura, come si fa con i cavalli in battaglia? E poi l'ha reso invulnerabile al veleno.. ma la domanda resta sempre al stessa: Perché? Per seminare il panico? Ma soprattutto: chi, chi farebbe una cosa del genere? E poi.. questa bestia di giorno dove si nasconde? E' gigantesca non può non lasciare tracce! Eppure non ne abbiamo trovate in tutto il giorno!".
Sospirai "Ho soltanto domande, purtroppo, spero che voi abbiate idee migliori delle mie!".

Guisgard 12-05-2014 00.18.47

“Ho dormito meravigliosamente, cara zia...” disse Flees ad Elisabeth “... meravigliosamente... e ho fatto un sogno... particolare direi... magari potrei raccontarvelo se ciò vi piace... con la vostra sensibilità voi, come mia madre, possedete di certo la capacità di interpretarlo...” sorrise in modo ambiguo.
I tre, allora, lasciata la locanda raggiunsero il palazzo del Gastaldo, dove si trovava il suo braccio destro.
Daizer si avvicinò ad uno dei soldati e chiese di poter incontrare quel potete uomo.
“Ora non è possibile.” Sentenziò il militare. “Messer Moussarel è impegnato e non può ricevere nessuno.”
“E' cosa urgente.” Spiegò il contrabbandiere.
“Davvero?” Fissandolo il soldato. “Beh, anche ciò che ora tiene impegnato messer Moussarel è faccenda urgente ed anche grave. Stanotte c'è stato un omicidio e stiamo dando la caccia al colpevole.”
“Riferite a messer Moussarel” intervenne Flees “che siamo testimoni dell'accaduto. Infatti stanotte ho visto l'assassino. Ma lo rivelerò solo al vostro superiore.”
“Aspettate qui...” disse il soldato per poi allontanarsi.
Ritornò poco dopo e chiese ai tre di seguirlo.
Li condusse in una piccola saletta e li lasciò ad aspettare.
Dopo qualche minuto tornò da loro e li portò finalmente da messer Moussarel.
Era questi un uomo alto e robusto, ma di aspetto volgare.
“Ebbene?” Fissando i tre. “Cos'è questa storia? Davvero avete visto l'assassino?”
“Si, signore.” Annuì Flees.
“Avanti, vi ascolto.” Mormorò Moussarel.
“Ero affacciato alla finestra” raccontò Flees “e ad un certo punto ho visto un uomo grande e grosso che conduceva a fatica il suo cavallo nella stalla.”
“Continuate.” Disse il braccio destro del Gastaldo.
“Ma mentre teneva il cavallo per le redini” fece Flees “dal buio è giunto qualcuno. Era un uomo ancora più grosso, dai tratti rozzi e brutali... voleva prendersi il cavallo e data la resistenza dell'altro ha finito per ucciderlo con una grossa scure.”
“Mmm...” pensieroso Moussarel “... infatti l'assassino doveva essere molto forte, visto il modo in cui ha ucciso la vittima... il vostro racconto dunque è coerente...”
“Sono felice di poter aiutare la giustizia, signore.” Candidamente Flees, per poi fissare Elisabeth compiaciuto.

Guisgard 12-05-2014 00.22.55

“Certo che vi stavo cercando...” disse Riccardo ad Eilonwy “... siete sparita nel nulla, senza dire niente... io e Tisin eravamo molto preoccupati.”
“Temevamo vi fosse accaduto qualcosa, damigella.” Fece il merlo.
“Ebbene?” Fissandola Riccardo. “Dove siete stata?”
Eilonwy era in sella al suo fido Dante, ma le due bambine incontrate presso la casa diroccata, incredibilmente, non erano più con lei.

Guisgard 12-05-2014 00.37.42

Guisgard rise appena a quelle parole di Altea.
“Magari” disse il cavaliere con fare scanzonato “non vi ho detto nessuna bugia, milady... nessuno infatti conosce il vero nome del sottoscritto, ossia il famigerato Gufo Scarlatto... chissà... forse è Rollon... oppure Riccardo, Guglielmo o Ruggero... o perchè no, addirittura Guisgard!” Le fece l'occhiolino. “E forse ho fatto un piacere a voi e alla nobildonna che vi ospita non rivelandovi il mio vero nome... infatti a chiunque mi chiami per nome sono poi costretto ad ucciderlo!” Rise di gusto.
La dama poi si allontanò con suo fratello Thomas, lasciando di nuovo soli Guisgard e Astus.
Lei si fermò davanti alle stoffe di una venditrice, indecisa su cosa comprare.
La donna tornò poco dopo con alcune sete preziose, che mostrò con orgoglio ad Altea.
“I prenderei colori vivi, luminosi, vivaci...” all'improvviso una voce alle spalle della bella avventuriera “... a mio giudizio mettono in risalto il vostro colorito...” era Gvin “... milady è con me.” Fissando poi la venditrice.
“Allora, milord, le faremo un trattamento di favore.” Sorridendo la venditrice.
“Si e voglio che indossi le stoffe migliori.” Mormorò il duca. “Ella sarà la madrina che sceglierò dopo aver ucciso la bestia.” Sicuro di sé Gvin.

Guisgard 12-05-2014 01.28.20

Clio parlò ai suoi uomini delle considerazioni e dei dubbi che aveva maturato su tutta quella faccenda.
“Ah, io trovo assurdo” disse Porturos “che qualcuno possa aver portato quell'animale in queste lande...” scuotendo il capo “... a che pro poi?”
“Però sono d'accordo con voi...” Dort a Clio “... non si tratta di un cinghiale...”
“E cosa può essere allora?” Fissandoli Vortex.
“Forse la risposta” fece Dort “potrebbe essere nella testimonianza di quel pastore... egli afferma di aver visto un cinghiale, ma potrebbe trattarsi di un animale a lui sconosciuto e che poi ha descritto proprio come un cinghiale... non è la prima volta che accade una cosa simile... alcuni mercanti giunti in Oriente scambiarono i grandi rettili marini che vivono laggiù per draghi.”
“Allora credi anche tu, come il nostro comandante, che possa trattarsi di un animale sconosciuto in queste terre?” Guardandolo Borel.
“Tutto può essere...” pensieroso Dort “... non mi sento di escludere nessuna possibilità...”
“E si trattasse davvero di un animale fantastico?” Mormorò Vortex. “Io ho udito di storie che parlavano di draghi e unicorni.”
“Ah, per favore!” Esclamò Ertosis.
“Beh, San Giorgio ha ucciso proprio un drago” replicò Vortex “e la Chiesa lo ha fatto poi Santo!”
“Miri forse alla Santità, amico mio?” Sbeffeggiandolo Ertosis.
“A me sembra plausibile ciò che dicono il comandante e Dort...” disse Trastis “... forse davvero è un animale sconosciuto in queste terre... direi di consultare i bestiari come ha suggerito il comandante Clio.”
“Se fosse davvero un animale sconosciuto” dubbioso Motrus “allora qualcuno deve avercelo portato qui... ma chi?”
“Non è detto.” Fece Borel. “Magari viveva sui monti e la fame o qualche altro motivo lo ha poi spinto a scendere nella foresta. Direi che l'idea di consultare i bestiari è ottima. Magari potrà esserci utile. Dove credi si possano trovare tali libri qui, Nestos?” Domandò al medico.
“Sicuramente nella biblioteca del vescovo.” Rispose questi.
“Bene.” Annuì Borel. “Come ci muoviamo allora, comandante?” Rivolgendosi a Clio.
“Chissà quel cavaliere dov'è andato...” fissando la strada dalla finestra Dort “... mi chiedo che intenzioni abbia... se collaborare o meno con noi in questa faccenda... sono sincero, vorrei averlo dalla nostra parte.”

Guisgard 12-05-2014 02.07.32

“Cos'hai intenzione di fare ora?” Chiese Astus Guisgard.
“Beh, siamo qui per quella bestia...” rispose il cavaliere, stendendosi sulla panca con le mani incrociate dietro la testa “... dobbiamo cercarla e trovare il modo di ucciderla...”
“Vuoi davvero allearti con quei mercenari?” Fissandolo Astus.
“Non sono mercenari, ma soldati...” mormorò Guisgard.
“Fa lo stesso.” Replicò il suo compagno. “E non mi sembra che nutrino per te una spiccata simpatia.”
“Dici?” Inarcando le sopracciglia il cavaliere. “Beh, posso assicurati che il loro comandante mi sopporta ancor meno dei suoi uomini.”
In quel momento giunse Mime.
“Hanno cacciato anche te quei mercenari?” Sorridendo Guisgard.
“In verità” spiegò il rigattiere “si sono alzati e spariti. Credo di aver capito che sono saliti nelle loro camere. Eh, gente strana i soldati di ventura!”
“Non sono soldati di ventura.” Sbottò Astus.
“Ah, no?” Stupito Mime. “E cosa allora?”
“Possibile che tu non abbia capito nulla di questa faccenda?” Scuotendo il capo Astus.
“In realtà” ridendo Guisgard “lui aveva capito tutto, ma poi dopo il terzo bicchiere di vino ha fatto un po' di confusione!”
Anche Astus scoppiò a ridere.
“Ehi, che ragazza carina...” indicando una ragazza Guisgard.
“E' con suo padre, non vedi?” Fece Astus. “Attento a non finire in altri pasticci. E ti ricordo che ora hai anche una moglie.” Sorridendo Astus.
“Già, quasi me ne dimenticavo...” sarcastico il cavaliere “... ma temo, ahimè, che non sia affatto gelosa di me la mia mogliettina...”
“Quello è il pastore Enar...” disse Mime “... è quella ragazza che è con lui non è sua figlia, ma Roxanne, la nipote.”
“Sei bene informato vedo.” Incuriosito Astus.
“In città lo conoscono tutti...” raccontò Mime “... egli è l'unico ad aver visto bene la bestia... grazie a lui infatti sappiamo che si tratta di un cinghiale.”
“E come diamine ha fatto a restare vivo?” Stupito Astus. “Pensavo che nessuno sfuggisse a quell'animale!”
“E' infatti vivo per miracolo.” Rispose il rigattiere. “E si porta addosso come ricordo una bella cicatrice.” Scosse il capo. “Eh, è stato un uomo molto sfortunato, poveraccio... prima la tragedia di sua sorella, poi l'aggressione della bestia... è stato fortunato a non aver perduto il senno...”
“Cosa è capitato a sua sorella?” Chiese Guisgard a Mime.
“Risale a qualche anno fa...” narrò il rigattiere “... egli viveva nella sua casa insieme alla sorella... era una bella donna, ma particolare...”
“Particolare?” Ripetè il cavaliere.
“Si...” annuì Mime “... le piaceva vagare per i boschi... cantare agli alberi e cose simili... beh, fatto sta che queste stranezze le attirarono i sospetti di molta gente... alla fine fu accusata di aver fatto seccare i raccolti e processata come strega... morì sul rogo... bruciata viva...”
“Eh, brutta storia...” sussurrò Astus.
“Era pazza.” Sentenziò il rigattiere.
“Perchè parlava agli alberi?” Domandò Astus. “Magari aveva solo un animo sensibile.”
“Non solo.” Indicando no col dito Mime. “Si racconta che prima di morire, tra le fiamme, maledì l'intera città.” Si segnò tre volte. “Era pazza davvero.”
E a quelle parole del rigattiere, Guisgard restò a lungo a fissare quel pastore che si allontanava con sua nipote.
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