Camelot, la patria della cavalleria

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Cheyenne 15-01-2013 14.50.12

Fhael mi porse un magnifico anello che portava con sé una leggenda greca.
Ne rimasi affascinata Ringrazia Fhael ed insieme scesimo le scale alla volta della festa.
Nella villa quella sera si era radunati tutti i notabili dell isola.
Il colonnello si era dato da fare ed in poco tempo era riuscito ad organizzare una festa perfetta.

Clio 15-01-2013 16.50.32

Feci appena in tempo a battere le palpebre. Sentii la mano di Boyuke afferrarmi e trascinarmi fuori.
Restai disorientata quando lo sentii parlare. Pensai che fosse impazzito.
Poi, lo vidi.
Guerenaiz..
Era vivo, era vivo davvero! Gli occhi mi si illuminarono a quella vista, ma non dissi una parola.
Mi sentivo terribilmente stupida, mi ero lasciata distrarre dall'atmosfera di quella nave e non avevo considerato i pericoli.
Dovevo fare qualcosa.
Chiusi gli occhi e inspirai, lentamente, concentrai in quel respiro calma e lucidità.
Riuscii così a sentire il corpo di Boyuke dietro di me, la posizione delle sue mani, dei suoi piedi, il soffio fetido del suo respiro.
Mi resi conto di avere una mano libera e che l'arma con cui mi stava minacciando, in realtà, era la sua mano possente.
Essere considerata debole ha i suoi vantaggi, infondo..
Mi concessi un altro respiro perché sapevo che una mossa sbagliata sarebbe stata la mia fine.
Aprii gli occhi e strizzai l'occhio a Guerenaiz.
Dovevo essere rapida.
Buttai la testa all'indietro, colpendo forte il naso di Boyuke e, con il braccio libero tirai una forte gomitata al collo,obbligandolo a mollare la presa.
Scaricai, poi, tutto il mio peso sul suo piede, facendo pressione sul tacco del mio stivale.
Mi divincolai, ero praticamente libera.
Assestai un calcio alla sua gamba d'appoggio per fargli perdere l'equilibrio, e iniziai a correre, all'impazzata verso Guerenaiz.
Quasi capitolai tra le sue braccia.
"..sei vivo.." Dissi stringendolo forte.
"... Non sei stufo di salvarmi la pelle?Dovevo essere io a salvare te, questa volta!" Dissi sorridendo.
Poi ridivenni seria e mi voltai a guardare Boyuke.
"..poi mi racconterai cos'è successo... Ora pensiamo a lui.." Indicandolo con un cenno ".. Dove sono le armi di cui parla?" Gli poggiai una mano sul braccio.. "Ci sono io adesso.. Magari non sono l'aiuto che speravi, ma ti sarò utile, credimi...Ci sono molte cose che non sai su di me.." E gli feci l'occhiolino.

cavaliere25 15-01-2013 21.45.24

Maledizione che diavolo stai combinando pappagallo cattivo riporta qui subito quello che hai rubato muoviti urlai e feci volare indietro lo sgabello e corsi a cercare di acchappare becco di ferro

Guisgard 16-01-2013 00.47.24

La villa del colonnello era colma di invitati.
Praticamente tutta la buona società di Minisclosa era giunta per celebrare il fidanzamento tra Cheyenne e Fhael.
E tutti restarono piacevolmente meravigliati dalla bellezza di quell'anello che il portoghese aveva donato alla sua futura sposa.
Tutto era magnifico e perfetto in questa magica serata.
Poi ad un tratto, durante il gran ballo, Fhael portò nel giardino Cheyenne.
“Perdonami se ti ho rapita...” disse “... ma ero stanco di dividerti con tutti loro...” guardò il cielo e poi in direzione del mare “... tra poco ci sarà la marea nuova e sulla nostra isola si celebrerà una serata dedicata al ciclo delle stelle. Ed io voglio chiederti in quel magico scenario di diventare mia moglie. Vogliamo andarci ora? Senza preoccuparci più di tutti quegli invitati? Dobbiamo farlo subito, perchè presto la marea calerà.”

Guisgard 16-01-2013 01.00.31

Tutto accadde rapidamente.
Clio colse di sorpresa Boyuke, che evidentemente aveva commesso il grave errore di sottovalutarla, e in un attimo non solo si divincolò dalla sua morsa, ma riuscì anche a colpirlo in più punti.
Per poi correre verso Gurenaiz.
Il capitano olandese restò meravigliato dall'abilità della ragazza, ma la gioia di rivederla gli fece superare quel momento di stupore.
Allora abbracciò forte la ragazza e quasi senza accorgersene la baciò.
La baciò con passione e trasporto, stringendola a sé come se fosse per lui la cosa più preziosa del mondo.
Ma tutto questo durò solo un istante.
Boyuke infatti si riprese abbastanza presto dai colpi di Clio.
Riprese la pistola da terra, la puntò contro i due e sparò un colpo.
Gurenaiz riuscì a spingere via Clio, che illesa finì a terra, per poi sparare anch'egli verso Boyuke.
E il suo colpo, rapido e preciso, finì in mezzo agli occhi del bucaniere, uccidendolo sul colpo.
“Clio...” disse Gurenaiz voltandosi verso la ragazza “... come... come stai? Ti... ha colpita?”
Ma prima che la ragazza rispondesse, si accasciò a terra.
Il colpo di Boyuke, infatti, lo aveva colpito ad una spalla.
Per salvare la ragazza si era beccato lui quella pallottola.

Guisgard 16-01-2013 01.11.39

Cavaliere25 si lanciò all'inseguimento del dispettoso Becco di Ferro.
Seguì allora il pappagallo per tutta la stiva, fino a risalire sul ponte.
Ad un tratto però il giovane bucaniere perse le tracce dell'irritante pennuto.
“Ehi, Cavaliere25...” disse Emas accorgendosi di lui in coperta “... si può sapere dove vai così di fretta? Cerchi forse il tuo pappagallo?” Rise. “L'ho appena visto volare fin sull'albero maestro!” Ed indicò il pappagallo che se ne stava appollaiato proprio lassù.

Clio 16-01-2013 01.55.14

Non ebbi nemmeno il tempo di pensare.
Mi ritrovai tra le sue braccia, stretta, e, per quanto una voce dentro di me mi dicesse di allontanarmi, mi abbandonai a quel bacio, così intenso e vero.
Ma non riuscii a trattenere una lacrima che prese a scorrere debolmente sulla mia guancia.
Ma fu solo un attimo. Boyuke sparò, Guerenaiz mi spinse via. E poi udii solo il tonfo sordo del bucaniere che cadeva.
"..No, no sto bene.." Risposi un po' intontita alla domanda di Guerenaiz.
Mi voltai verso di lui, era accasciato, la pallottola lo aveva colpito alla spalla.
"..Oh, maledizione.." Dissi chinandomi su di lui.
"...lasciami vedere.." Continuai, perentoria, allontanando la camicia dalla ferita.
"..non è grave, ma debbiamo fare in modo che non si infetti, e che si fermi il sangue..".
Gli accarezzai la testa e il viso con la mano: ".. Non ti abbandonerò.. Sono una testa dura, non mi dato per vinta finché non sarai sano e salvo.." Dissi sorridendo.
"..dimmi, siamo al sicuro qui? Dov'è Giuff? Ho sentito la sua voce prima..".
Lo guardai negli occhi ".. Ci sono degli indigeni su quest'isola, pacifici.. Sono certa che ti cureranno.. Dobbiamo andarcene di qui!"

Guisgard 16-01-2013 02.03.10

Gurenaiz annuì a quelle parole di Clio.
“Ora che quel cane è morto” disse indicando con un cenno il cadavere di Boyuke “siamo rimasti solo io e te su questa nave... Giuff non è più qui... forse starà marcendo in fondo al mare o su qualche isola sperduta...” si strinse la ferita con una mano “... però dobbiamo lasciare questa nave... è maledetta... aiutami, Clio... dobbiamo darle fuoco... e poi con una lancia raggiungeremo quell'isola...” facendo segno verso l'Isola del Fungo “... aiutami... nella stiva ci sono dei barili di pece... con quella faremo bruciare questa dannata nave... prenderemo solo il sestante e le carte nautiche, così da poter ritornare a Las Baias...”

Talia 16-01-2013 11.14.15

Osservai tutta la scena, impotente...
Guisgard, dietro le minacce di Giuff, varcò quel passaggio... lo vidi sparire nel buio di quell’antro e tremai: all’improvviso non me ne importava più niente del tesoro, non mi importava niente della maledizione, né delle leggende che ci avevano portati fin lì... all’improvviso non mi importava più delle storie del nonno e di ciò che promettevano, non mi importava di quel mio misterioso tatuaggio e del perché lo avessi, non mi importava niente di tutto questo... all’improvviso tutto ciò di cui mi importava e l’unica cosa che desideravo era vedere Guisgard uscire sano e salvo da quell’antro.
Ero agitata, preoccupata...
“Sei un essere spregevole!” sibilai a Giuff, che mi stringeva “E la pagherai per questo... ti garantisco che la pagherai!”
Poi finalmente Guisgard uscì, portando fuori quel pesante baule...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 51824)
“Ora rompi il lucchetto!” Ordinò Giuff.
Guisgard allora cominciò a colpire il lucchetto con la pala.
Riuscì però solo a scalfirlo.
“Ci vuole la pistola per aprirlo.”
“E scommetto che vorresti avere tu l'onore, vero?” Mormorò Giuff. “E magari mirare al lucchetto e poi invece sparare a me, giusto?”
Guisgard lo fissava.
Ma all'improvviso Giuff sparò al lucchetto, facendolo saltare in aria.
Gettò poi a terra la pistola e con un gesto rapidissimo ne estrasse un'altra dalla sua cintura, puntando anche questa alla gola di Talia.
La ragazza non aveva avuto neanche il tempo di pensare, dato che la pistola del Gufo Nero aveva sparato a pochi centimetri da lei, facendole fischiare le orecchie.
“Ora apri quel forziere!” Ordinò Giuff a Guisgard.
Questi allora si avvicinò al forziere e lo aprì.

Gridai al rumore di quello sparo.
Ma non feci in tempo a fuggire perché Giuff, rapidissimo, mi riacciuffò e mi puntò contro un’altra pistola.
“Lentamente!” urlai a Guisgard, nel momento in cui, all’ordine di Giuff, si avvicinò al baule per aprirlo “Aprilo lentamente... sta’ attento!”

cavaliere25 16-01-2013 11.54.32

Ha ecco dove sei ladro di un pappagallo dissi sai cosa a fatto dissi ribolgendomi al mio amico ero in cucina a pelare le patate e lui me le ruba dalla scodella il cuoco mi a raccomandato di non perderne neanche una di quelle patate se viene a scoprire che ne mancano due che figura ci faccio io e sbuffai e dissi tanto prima o poi ti prendo stupido pappagallo ruba patate e tornai nelle cucine

Cheyenne 16-01-2013 16.05.35

Fhael mi colse di sorpresa portandomi fuori dalla sala e chiedendomi di andarmene dalla festa.
Voleva farmi una proposta speciale ma a me non importava della cornice in cui essa veniva fatta, di fronzoli o robe simili.
Ciò nonostante capii che per Fhael era importante perciò acconsentii.
Prima però chiamai una servitrice alla quale riferii un messaggio per il colonnello, non volevo che si preoccupasse nel non vederci.
Uscimmo a cavallo e ci dirigemmo verso la barca che ci avrebbe portato all'isola.
Al nostro arrivo l'equipaggio, composto tutto da indigeni, ci salutò calorosamente e in poco tempo sbarcammo su una magnifica spiaggia.

Clio 16-01-2013 16.58.08

Mi si strinse il cuore nell'udire quelle parole.
Tornare a Las Baias.. Oh, Guerenaiz...
Come potevo dirgli che il mio posto ora era lì, su quell'isola sperduta, lontana dalla civiltà. Ma non potevo nemmeno illudere quegli occhi che mi guardavano illuminati da una luce che non conoscevo.
Così, annuii soltanto, cercando di pensare ad una cosa alla volta.
Lo aiutai a bendare la ferita con un lampo della camicia per cercare di fermare il sangue, poi gli offrii il mio appoggio per rialzarsi.
"..forza, aggrappati a me.." Dissi dolcemente "..da bravo.." Cercando di nascondere in un sorriso la tristezza che mi attanagliava.
Lo avevo appena ritrovato, e sapevo che avrei dovuto lasciarlo andare via.
Mi strinsi impercettibilmente a lui mentre si rialzava come per trattenerlo.
"..povero caro..." Dissi quando ci rialzammo e mi ritrovai gli occhi nei suoi ".. Quante disavventure a causa mia.." Scossi la testa, tentando di respingere le lacrime ".. Voglio sapere ogni cosa.. Appena saremo in salvo, sull'isola mi racconterai tutto.. E lo stesso farò io.. Ci sono molte cose che devi sapere su Las Baias..".
Non sapevo spiegare il mio stato d'animo. Volevo solo che vivesse, mi dicevo, ma sapevo bene che quando si sarebbe allontanato da me, avrebbe portato con sé una parte di me stessa, quella parte che dicevo abbandonare, che dovevo dimenticare.
E quella consapevolezza mi gettava in uno sconforto così grande, che dovetti ricorrere a tutta la mia forza d'animo per celarlo dietro il mio sorriso.
Potresti andare con lui...
No, non volevo nemmeno ascoltare la flebile voce che tentava di farsi strada dentro di me.
Ci muovemmo verso la stiva, lentamente. Lì, come aveva prefetto Guerenaiz trovammo i barili di pece.
"..forza.." Dissi sforzandomi di sorridere "... Liberiamoci di questa nave una volta per tutte.. Non credo che ne sentiremo la mancanza..".

Guisgard 16-01-2013 18.37.02

Così, Clio e Gurenaiz versarono ovunque la pece di quei barili, per poi dare fuoco alla stiva dell'Antigua Maria.
Presero il sestante, le carte nautiche e infine calarono in acqua una delle lance.
Poco dopo raggiunsero la spiaggia dell'Isola del Fungo, mentre il galeone di Giuff andava alla deriva avvolto dalle fiamme.
“Brucia...” disse Gurenaiz guardando la nave “... brucia insieme a tutti i tuoi demoni ed a tutti i tuoi delitti...”
Scese poi dalla lancia, tenendosi a Clio.
Ma la stanchezza e il dolore causatogli dalla ferita lo fecero cadere, portandosi Clio con sé.
La sabbia era ancora calda sebbene la sera fosse ormai giunta.
Le prime stelle, nonostante la foschia, già illuminavano l'orizzonte.
“E' stata una brutta storia...” cominciò a raccontare Gurenaiz “... siamo giunti in queste acque e poi abbiamo navigato verso Settentrione... Giuff voleva trovare l'isola del tesoro... girammo per giorni senza vedere nulla... fino a quando fummo sorpresi da una tempesta... qualcuno allora giurò di aver visto un'isola all'orizzonte, ma era impossibile... le carte non indicavano nulla... e forse questo rese Giuff pazzo... quel maledetto fece calare una lancia e si diresse verso quel miraggio, minacciando di uccidere tutti quelli decisi a seguirlo... dopo un solo giorno il caos già era sorto a bordo... ci fu un ammutinamento e scoppiarono tafferugli... Boyuke prese il comando e cominciò ad uccidere tutti quelli contrari... fu una strage... tutti erano contro tutti... la ricerca di quel maledetto tesoro aveva reso pazzo l'intero equipaggio... anche l'Antigua Maria era fuori controllo, senza più nessuna rotta da seguire... lo scontro a bordo continuò, fino a quando restammo solo io e Boyuke... gli Alisei intanto avevano spinto la nave fin qui... poi sei arrivata tu...” si voltò a fissare Clio.
Erano vicini, ritrovandosi abbracciati senza neanche accorgersene.
“Durante questo viaggio” sorridendo alla ragazza “ho visto molte terre e molte isole... erano tutte bellissime, magiche... e ognuna di esse offriva ad un uomo la possibilità di viverci... ma in tutte quelle isole mancavi tu... ed io ho promesso di donarti un'isola su cui essere una principessa, ricordi?”

Guisgard 16-01-2013 18.47.00

Giunti sull'isola, Cheyenne e Fhael furono accolti da indigeni entusiasti, che li condussero poi in un villaggio festante.
I due futuri sposi, trattati come veri re e regina, furono coperti da diademi e collane di fiori.
Furono poi offerti loro latte di cocco e frutti esotici.
“Cheyenne...” disse il portoghese prendendo le mani della ragazza “... nella lingua di questi indigeni ullapamalà significa una cosa sola, un'unica essenza... ullapamalà non possono esserlo i genitori con i propri figli, o i fratelli con le loro sorelle... perchè l'amore di un genitore per il proprio figlio, o quello di un fratello o di una sorella per il proprio fratello o la propria sorella non è paragonabile all'amore vero, quello che unisce per sempre un marito a sua moglie... solo l'amore vero, infatti, può rendere due esseri un'unica cosa... ed io voglio che tu sia una cosa sola con me... che tu sia il mio oggi e il mio domani, i miei giorni e le mie notti, la mia sorte e tutti i miei sogni... Cheyenne, vuoi essere tutto questo per me?”

Guisgard 16-01-2013 19.43.06

Cavaliere25 ritornò in cucina e trovò ad aspettarlo il cuoco.
“Eccoti.” Disse. “”ma dove eri finito? Già stanco di pelare patate?”



Sull'Isola Perduta, si era riportato alla luce il leggendario tesoro di Capitan Lanzaras.
Guisgard annuì a quelle parole di Talia ed aprì il misterioso forziere.
Si trattava di un grosso baule di legno, corroso dall'umidità e dai tarli, cerchiato di ferro ormai arrugginito.
E aperto il forziere, tutti e tre rimasero abbagliati.
Era un bagliore formato da mille e più riflessi.
Uno sfolgorio quasi paragonabile al luccichio sfavillante delle stelle in una fredda e limpida notte d'Inverno.
Davanti a Guisgard, a Talia e a Giuff si aprì un mondo fatto di risplendenti Fiorini che brillavano di aurei finimenti e magnifici Dobloni dai riflessi fulvi.
E tra essi si vedevano pietre di ogni genere, colore e dimensione, come diamanti, zaffiri, smeraldi, rubini e perle.
E ancora emergevano tra questa magnificenza anelli di oro giallo e rosso, bracciali d'argento, coralli intarsiati, avori bianchissimi e gioielli di ogni tipo, con incastonate pietre e pepite superbamente lavorate.
E nel vedere quello spettacolo, Giuff lanciò un grido di compiacimento, per poi fissare come un posseduto quel tesoro.
“Ora...” disse senza distogliere lo sguardo da quella fortuna “... ora allontanati... allontanati dal mio tesoro!”
Guisgard allora si allontanò di qualche passo, tenendo gli occhi sempre su Talia, che ancora era in mano al Gufo Nero.
Questi si avvicinò al forziere e cominciò a ridere come un demente.
E rideva sempre più forte.
Si chinò poi sul tesoro, tirandosi quasi Talia dietro.
Affondò allora la mano libera nel contenuto del forziere, cominciando a stringere manciate di quei Fiorini, quei Dobloni, quelle pietre e quei gioielli.
Si lasciava scivolare tutto quel luccichio fra le dita, che come grandine ricadeva poi nel forziere, tra tintinni di mille suoni e riflessi meravigliosi.
“Sono ricco!” Cominciò a gridare. “Sono ricco! Ricco! Ricco!” E di nuovo quella sua assurda risata. “Ho vinto la maledizione di Lanzaras e dei suoi spettri! Ho vinto il demonio! Ho vinto contro tutto e sono il padrone del mondo!” E rise ancora.
Prese l'ennesima manciata di monete, pietre e gioielli e di nuovo la lasciò poi scivolare via, mentre con le dita serrate quasi voleva sentirne l'essenza.
Ma quando la sua mano fu vuota, si accorse che il palmo era rossastro.
E si tingeva sempre di più.
Vide allora qualcosa rimasto fra le sue dita.
Era uno scorpione schiacciato.
In un attimo la sua mano fu completamente avvolta dal sangue.
Il suo stesso sangue.
“Maledetto scorpione...” buttando via lo scorpione morto.
“Era uno scorpione rosso...” fece Guisgard “... è velenoso... sei spacciato...”
“Sta zitto!” Gridò Giuff. “Ti piacerebbe, vero? Vorresti vedermi morto per prenderti il mio tesoro! Ma io invece non morirò! E' solo una sciocca puntura! Ho perso del sangue e il veleno non è penetrato!”
“Il veleno è già in circolo.” Fissandolo Guisgard. “Stai perdendo sangue a causa dell'infezione.”
“Sta zitto!” Con rabbia il Gufo Nero.
Ma i suoi occhi erano ormai rossi e la bava colava dalla sua bocca.
All'improvviso cominciò ad urlare per il dolore.
Spinse allora a terra Talia e iniziò a correre verso la spiaggia.
“Acqua!” Delirava Giuff. “Sto andando a fuoco! Acqua! Acqua!” E svanì nella boscaglia.
“Talia, come stai?” Lanciandosi Guisgard verso la ragazza.
E accortosi che stava bene, strinse Talia a sé, in un abbraccio liberatorio.
Mentre a pochi passi da loro risplendeva ancora tutta quella fortuna racchiusa nel forziere.
http://sphotos-b.xx.fbcdn.net/hphoto...30176879_n.jpg

cavaliere25 16-01-2013 19.51.12

ehm no però c'è un problema pultroppo non volevo dirglielo ma voglio essere onesto pultroppo il pappagallo se fregato due patate lo rincorso ma me scappato mi dispiace davvero tanto so che mi aveva detto che non dovevano andate perse neanche una ma mi prendo io tutta la responsabilità per il fatto accaduto e restai immobile e in silenzio ad aspettare una risposta

Cheyenne 16-01-2013 23.07.55

Fhael mi parlò di ciò che per lui significava amore mentre una miriade di stelle splendeva nel buio della notte e talvolta una di esse si staccava dal suo punto per percorrere velocemente la volta celeste lasciando dietro di se una scia di luce.
Potevo avvertire la magia dell'evento nell'aria, ne avvertito il profumo inebriante.
All'inizio del mio viaggio, nel lasciare la Scandinavia e con essa la schiavitù, speravo in un futuro migliore ma non ero certo arrivata a pensare di ricevere dalla vita così tanto: un uomo che mi aveva accettata come nipote e che mi aveva accolta nella sua casa riempiendomi di attenzioni ed affetto e soprattutto donandomi un magnifico destriero divenuto ormai un caro amico, ma ciò che non avevo minimamente sperato di poter avere era un uomo che mi amasse per quello che ero dentro, non dando peso al mio passato, alla mia pelle...
Quella sera non potevo che sorridere alla vita e ringraziare gli dei per essersi dimostrati così benevoli con me nel donarmi così tanto.
Naturalmente risposi di si alla splendida proposta di Fhael.
Proseguimmo i festeggiamenti sull'isola fino a notte inoltrata.
Al termine di essa un indigeno, poiché la marea era bassa e non si poteva usare la barca, ci condusse ad una grossa capanna, ci fece entrare e poi se ne andò chiudendo la porta.
L'interno non era certo quello di un palazzo ma ogni cosa era stata posizionata con un certo gusto e ordine da rendere il tutto molto gradevole.
Il piccolo ingresso portava ad una sorta di salotto sulla destra e ad una camera sulla sinistra. Stanchi per la giornata vi entrammo.

Clio 16-01-2013 23.26.37

Cademmo sulla sabbia, mentre l'Antigua Maria, in fiamme, andava alla deriva.
Ascoltai il racconto di Guerenaiz abbracciata a lui, rifrugandomi nella spalla che non sanguinava.
Tuttavia, quando nominò l'isola mi alzai di scatto a sedere.
"..Anche tu con questa storia? Lasciami indovinare, un'isola paradisiaca dove tutti vivono in pace e se ne infischiano dei problemi del mondo.. " proruppi, all'improvviso ".. credi che io possa rinchiudermi in un isola mentre il mondo va avanti, senza sapere nulla di ciò che accade nella mia terra, sapendo che i pirati devastano queste acque e uomini malvagi governano queste terre?" la mia voce era isterica, spezzata dal pianto, sentivo le lacrime scorrermi copiose sul viso, sentivo i singhiozzi scuotermi il petto.
Nel vedere gli occhi sgranati di Guerenaiz, però, mi resi conto che non erano rivolte a lui quelle parole.
".. Non posso, non posso.." continuai. Non ero in grado di spiegare nemmeno a me stessa a che cosa mi riferissi con quelle parole.
Smisi di parlare, mi presi il viso tra le mani e piansi, incapace di trattenermi ancora.
Piangevo perchè ora che Guerenaiz era in salvo dovevo tornare da John, lo stesso John che avevo cercato in lungo e in largo che ora mi appariva lontano. Piangevo perchè la vita insieme all'uomo che amavo mi appariva come una prigione, e non come quella che avevo sempre sognato, e mi odiavo per questo. Piangevo perchè una voce dentro di me non voleva tornare indietro.
Non so come, riuscii a calmarmi.
Mi voltai verso il capitano olandese e sorrisi, debolmente, tra le lacrime.
"..Perdonami.." dissi titubante "...tu.. no.. tu non c'entri.. mi dispiace.. non volevo reagire così.. non avrei dovuto.." tornando a cercare rifugio tra le sue braccia.
Alzai lo sguardo verso di lui ".. Ma una cosa è vera, Guerenaiz, il tuo posto non è su un isola sperduta.. avevi una missione... non l'ho dimenticato.. Davvero ti lasceresti tutto questo alle spalle?"
Ma prima che potesse rispondere, la stanchezza e la debolezza del pianto aprirono in me la strada a quella voce, la più ribelle e impertinente, che fino a quel momento ero riuscita a soffocare.
Lo guardai ancora, alzandomi quasi a sedere, perchè riuscisse a vedere il mio viso nell'oscurità, il mio sguardo era gelido e impassibile, la mia voce ferma.
"dimmi, ti prego, tu che conosci queste acque.. " fissandolo negli occhi ".. se fossimo sperduti in quest'isola, e non avessimo la lancia.. non sarebbe poi così difficile tornare indietro.. o, quantomeno, mandare un messaggo... o sbaglio?" sorrisi, beffarda ".. a maggior ragione se potessimo contare sulla totale disponibilità e amicizia degli indigeni del posto...".
La verità era che quelle parole, ancora non mi davano pace. La verità, era che, fin da quando ero partita speravo di trovare John in catene, prigioniero o senza memoria. Perchè l'idea che avesse deciso, deliberatamente, di starmi lontano era un peso troppo grande da portare per una vita intera.

Talia 17-01-2013 00.02.51

Accadde tutto troppo in fretta...
Guisgard aprì il forziere e davanti ai nostri occhi apparve tutta quella meraviglia, e Giuff perse la testa.
La sua mano tremava, così come la voce... sentivo il ferro della pistola sfiorarmi la pelle e rabbrividivo... i miei occhi erano fissi su Guisgard, ma non avevo il coraggio di muovermi, quasi non avevo il coraggio di respirare...
Giuff mi strattonò con forza verso il tesoro...
ma presto ritrasse la mano, punto da quello scorpione.
Mi spinse, allora, gettandomi a terra...
gridai...
ma lo spavento durò solo un attimo ancora, poi finalmente mi ritrovai tra le braccia di Guisgard...
"Bene..." risposi alla sua domanda "Sto bene!"
Poi i miei occhi tornarono ad incrociare i suoi ed io sorrisi, abbracciandolo forte...
"Stringimi!" mormorai.

Guisgard 17-01-2013 00.33.19

Tutto sembrava perfetto.
I festeggiamenti durarono per tutta la sera, poi Cheyenne e Fhael furono condotti in una capanna preparata appositamente per loro.
Qui i due furono uniti in matrimonio secondo la ritualità di quegli indigeni, divenendo così marito e moglie.
Fhael illustrò poi a Cheyenne tutti i suoi progetti per il futuro.
Si sarebbero stabiliti su quell'isola e lì il portoghese avrebbe poi realizzato il suo sogno di fondare un albergo affiancato da un grande emporio, sfruttando così tutte le conoscenze che negli anni lui aveva raccolto nei suoi viaggi.
Quell'isola sarebbe stato il cuore della loro nuova vita.

Guisgard 17-01-2013 00.47.20

Gurenaiz si alzò di scatto, nonostante il dolore alla spalla e prese le mani di Clio nelle sue.
“Clio...” disse fissandola negli occhi “... cos'hai? Sei ancora scossa per tutti questi avvenimenti? E' questo che ti rende così inquieta?” Sorrise. “Ora calmati, è tutto finito.” La strinse a sé, accarezzandole i capelli. “Io non cerco isola sperdute... non cerco luoghi incontaminati, lontano dal mondo... io cerco te... ti ho cercata in quelle isole e ti ho trovata qui... questo per me conta. Io non voglio fuggire dalla mia vita e dal mondo. No, io voglio invece condurti nella mia vita e vivere con te ciò che il mondo può offrire. Ho preso il sestante e le carte nautiche per tornare con te a Las Baias. E' lì che voglio vivere con te. Vivere lì o in qualunque altro luogo tu desideri. A me interessa solo stare con te. E' per cercarti che ho sfidato il mare e quei pirati.” Tornò a fissarla. “Forse non l'hai capito... ma io voglio che tu resti con me...” sorrise nuovamente “... e non mi interessa se sei una principessa, un soldato o un maschiaccio!” E mise il suo cappello sul capo di lei.

Guisgard 17-01-2013 01.22.28

Guisgard non disse nulla e strinse a sé Talia.
La strinse forte, per lunghi istanti, mentre intorno a loro si udiva solo il fruscio delle palme al vento che soffiava dal mare.
La testa della ragazza era sul petto del pirata, mentre i suoi lunghi capelli, inumiditi e profumati di salsedine, mossi dal vento, accarezzavano il viso di lui.
“Va tutto bene...” disse lui in un sussurro “... va tutto bene... non potrà più farti del male quel dannato... nessun altro potrà... ci sarò io... sempre...” restarono così ancora a lungo.
Poi, piano piano, le prime luci del giorno cominciarono a screziare il cielo e poi il mare.
Quell'isola allora, impenetrabile ed enigmatica, cominciò ad accendesi con tutti i suoi coloroi, i suoi suoni ed i suoi profumi.
Come se il Sole avesse destato tutto un mondo nascosto.
“Ora cosa ne facciamo di tutta quella ricchezza?” Voltandosi Guisgard verso il forziere. “Dici che basterà a farmi avere ciò che voglio?” Abbozzò un sorriso e baciò i capelli di lei. “Credi che con quel tesoro potrei acquistare ciò che mi occorre per essere felice?” Fissò la ragazza sempre con quel suo sorriso appena accennato. “Devi essere tu a dirmelo, sai? Non posso chiederlo a nessun altro... visto che voglio barattare quel tesoro con il tuo cuore!” I suoi occhi si illuminarono. “Guarda quel coltello intarsiato con pietre preziose...” indicando uno degli oggetti nel forziere... ad occhio e croce può valere un patrimonio... credi che riuscirei a barattarlo con un tuo si?” La guardò e la baciò.
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Guisgard 17-01-2013 02.16.32

Il cuoco, a quelle parole di Cavaliere25, si abbandonò ad una sonora risata.
"Sei un bravo ragazzo." Disse. "Onesto e leale. Prendi tutte le patate che vuoi e portale al tuo pappagallo!" E gli fece l'occhiolino.

Clio 17-01-2013 10.34.05

Sorrisi a quel gesto inaspettato.
"Oh, Guerenaiz.." sussurrai, con le lacrime agli occhi "... lo pensi davvero? Davvero ti vado bene così come sono? Non è semplice vivere accanto a una donna come me... beh, intendiamoci, sono pur sempre una donna, per quanto strana.." sorrisi "..non cercherai di cambiarmi? Di farmi diventare quello che non sono?"
mi strinsi a lui "..voglio venire con te.." sussurrai piano, tra le lacrime che avevano ricominciato a scendere copiose sulle mie guance "..portami con te..".
Sapevo, infondo, che Guerenaiz aveva ragione.
Lui aveva lottato per me, aveva affrontato il mare e i pirati per trovarmi. Non aveva esitato un solo istante. E sapeva, non poteva averlo dimenticato, che il mio cuore apparteneva ad un altro.
Era impossibile, per me, non fare il confronto. John era rimasto inerme, lontano, persino ora che ero andata ad affrontare i pirati, non mi aveva ostacolata, certo, ma non mi aveva nemmeno aiutata.
Eppure, la sola idea di separarmi da Guerenaiz non da John, mi appariva come separarmi da una parte di me stessa.
Com'è possibile? Lo conosci appena... Non avevi detto che era stato solo un soffio?
Eppure qualcosa mi diceva che le sue non erano parole vuote, che davvero mi avrebbe accettata per quella che ero, senza cercare di cambiarmi. Come, invece, avrebbe fatto John.
".. No, non sono scossa per tutto questo.." contunuai, un po' più calma ".. tocca a me raccontare, ora.. e non sarà facile.." le lacrime erano inarrestabili e silenziose, per quanto cercassi di trattenerle.
".. Ma tu sei debole, non stare in piedi.." gli dissi mentre lo aiutavo a sdraiarsi sulla sabbia, per poi sistemarmi accanto a lui.
".. vedi.." iniziai ".. sono giunta su quest'isola perchè stavo cercando te.. o meglio, stavo inseguendo Giuff.. sapevo dov'era diretto, avevo disegnato io la sua mappa.. mi dispiace, avrei dovuto avvertirti dell'Isola Perduta, ma non pensavo che saresti rimasto sulla nave.. dunque, quando sono arrivata a Las Baias ho fatto la conoscenza del tuo sostituto.. o meglio, del luogotenente dell'ammiraglio Guideaux, uno spregevole spagnolo di nome Juan Musan, che mi auguro sia finito in fondo al mare, anche se ne dubito fortemente.. mi sono spacciata ancora per la tua promessa sposa.." lo guardai sorridendo come una bambina che confessa una marachella ".. e, in qualche modo, gli ho convinti a portarmi con loro.. sono arrivati degli inglesi, ci hanno dato la loro splendida nave a patto che la usassimo per dare la caccia allo Sparviero Nero, e dato che si era alleato con Giuff, le rotte coincidevano.. li ho guidati fin qui.. abbiamo trovato i pirati, ma sono stati più furbi di noi e hanno affondato la nostra nave.. io sono arrivata qui a nuoto.. non era lontano.. la cosa strana, però... è stata che poco dopo, mentre molti dell'equipaggio cercavano rifugio su quest'isola, sono arrivate cinque fregate spagnole, e hanno circondato i pirati.. non so cosa sia stato di loro.. ma gli spagnoli hanno ucciso o fatto prigionieri tutti i supestiti della nave inglese.. così mi sono nascosta su quest'isola..".
Sospirai, pensare a tutto quello che avevo passato, alle cose pratiche, alle azioni compiute, mi aveva tranquillizzata un po', mi aveva distolto dalla lotta interiore che si combatteva nel mio cuore.
".. Bene, ma il bello arriva adesso.." mi feci coraggio ".. su quest'isola ci sono degli indigeni pacifici, a cui ti ho già accennato, mi hanno condotto nel loro villaggio.. e qui.." mi fermai per un istante "..ho ritrovato il mio promesso sposo.. lo stesso che ho cercato in lungo e in largo per questi mari.. lo stesso per cui mi sono imbarcata dall'Inghilterra sulla Moeder Recht."
Feci un respiro profondo ".. era qui.. è sempre stato qui.. e quel che è peggio.. ha deciso lui di stare qui.." d'un tratto, la rabbia che avevo cercato di soffocare esplose, di nuovo ".. oh, certo, gli manco.. dice che non gli mancavo che io.. mi ha fatto dei ritratti.. ma non è che ha preso una canoa ed è venuto da me.. non è che ha cercato in tutti i modi di mandarmi sue notizie.. no! Lui vuole vivere qui, in pace.. tutta la vita! e, quel che è peggio, vuole che io resti con lui per vivere secondo i suoi nuovi valori.. ma i valori non si possono cambiare, maledizione! Sono sacri e immutabili! ..dice che odia la guerra.. bhe, non è certo una novità.. ma venirmi a dire che non c'è differenza tra militari e pirati.. no! questo non posso proprio accettarlo! A me, poi! proprio lui! Mi ha visto ragazzina, al campo.. quando veniva a consegnare le mappe che mio padre ordinava, ero sempre sporca di fango, con qualche ferita fresca... lui mi sorrideva, mi parlava..sa benissimo chi sono! Ah, e adesso.. cosa dovrei fare, rinnegare quello che sono?"
Piansi, ancora, in silenzio "... no, Guerenaiz.. non sei tu che cerchi un isola sperduta.. perdonami questo sfogo, ti prego... ma non sai quant'è difficile per me.. vedere le mie certezze scivolarmi via da sotto i piedi..".
Alzai lo sguardo, abbozzando un sorriso "... no, non sono una principessa.. ma tu.." sfiorandogli il viso con una carezza "..tu sembri proprio uno di quegli eroi di cui leggevo da ragazzina.." risi "...solo che io sognavo di combattere insieme a loro.." strizzando l'occhio.

cavaliere25 17-01-2013 10.55.56

Grazie di cuore signore lei è una persona buona e presi cinque patate e andai a cercare becco di ferro pensai sarà contento di vedere cosi tante patate e sorrisi mentre camminavo e guardavo in alto per vedere se lo trovavo appollaiato da qualche parte

Cheyenne 17-01-2013 18.34.24

Sposati..era una parola che mi faceva ancora un certo effetto.
Nella capanna Fhael iniziò a parlarmi delle sue idee per il futuro: un albergo..un emporio...
Non che tutto ciò mi dispiacesse ma sentivo che mi mancava qualcosa mentre mi illustrava i suoi piani. Non riuscivo ancora ben a identificare che cosa stessi cercando ma sapevo che finché non lo avessi capito non sarei stata davvero soddisfatta.
Decisi di non parlarne a Fhael per il momento, era così entusiasta del suo progetto...

Guisgard 17-01-2013 19.10.04

Fhael illustrò così ogni suo progetto a Cheyenne.
Il portoghese era entusiasta e dalle sue parole prendevano forma le immagini del loro futuro.
Ma qualcosa colpì Fhael.
Erano gli occhi di Cheyenne.
“Dimmi...” disse lui “... dimmi cosa ne pensi di tutto questo... dimmi tutto ciò che senti, Cheyenne...”

Guisgard 17-01-2013 19.26.36

Gurenaiz ascoltò con attenzione ogni parola di Clio.
Ascoltò tutto senza interromperla mai.
“Ascoltami...” disse “... ascoltami, Clio... io credo di essermi innamorato di te sin dal primo momento in cui ti ho vista su quella nave... si, è così...” prese le sue mani “... e non ho intenzione di dividerti con nessuno... sapevo che cercavi quell'uomo e l'ho sempre visto come un fantasma, ma ora che è diventato reale quell'uomo, per me non cambia nulla... Clio, a me piaci come sei e così ti voglio al mio fianco...” la fissò ed una luce attraversò i suoi occhi “... ma tu? Tu davvero sei convinta di volermi seguire? Senza rimpianti o altri fantasmi? Se è così, allora io ne sarò felice... ma dimmi la verità...”

Cheyenne 17-01-2013 19.40.00

Fhael si interruppe nel vedermi distratta.
"No non é niente...é solo che sono stanca, tutto qui...Ti dispiace continuare a parlarne domani mattina.? "
Fhael mi aveva colto di sorpresa ed io non ero ancora certa di che cosa mi frullava nella testa.

Guisgard 17-01-2013 19.51.11

Fhael restò a fissare Cheyenne con un'espressione enigmatica.
“Certo, vai a riposarti...” disse sorridendo “... è stata una lunga giornata... ti auguro una notte serena...” le diede un bacio ed uscì.
Il portoghese restò allora sulla spiaggia, a fissare il mare.
Il cielo si era coperto e poco dopo una fitta pioggia cominciò a cadere.

Guisgard 17-01-2013 20.33.00

Cavaliere25 risalì sul ponte per cercare Becco di Ferro.
Ad un tratto gli si avvicinò Joao.
“Ehilà...” disse “... cerchi il tuo pennuto? E' ancora lassù!” E indicò l'albero maestro. “Ma mi sa che devi andarlo a prendere tu!”

cavaliere25 17-01-2013 20.36.02

ho un rimedio veloce per farlo scendere da lassù presi e tirai fuori una patata e dissi becco di ferro guarda cosa ho per te e gli mostrai una patata vieni a prenderla dissi e aspettai tenendo sempre in mano la patata

Cheyenne 17-01-2013 20.51.40

Mi addormentai profondamente e non mi accorsi dell'arrivo di Fhael.
Quella notte molte immagini si affollarono nella mia mente, spesso vaghe e confuse..Solo una si stagliò chiara nella mia mente...piccole onde si avvicendavano sulla sabbia illuminata da un caldo sole, numerosi zoccoli affondavano morbidi nella spiaggia bagnata sollevando gocce di acqua salata...a guidare il gruppo di cavallo era il mio Gulltoppr, che correva fiero davanti agli altri....
Il mattino seguente, al mio risveglio, mi resi conto di sapere che cosa desideravo...Da sempre avevo avuto una passione per gli animali, in particolar modo per i cavalli....E l'isola sembrava un luogo perfetto, con tanti prati lussureggianti, per allevare stalloni e giumente di qualità.
Trovai Fhael ad attendermi nel salotto con la colazione pronta.
Iniziò subito a illustrarmi le sue idee ma io lo fermai per parlargli di ciò che avevo in mente.

Clio 17-01-2013 20.52.31

".. No.." risposi con voce ferma ".. non dovrai dividermi con nessuno, su questo puoi starne certo.. un uomo e un uomo soltanto è sempre stata la mia regola di vita.." sorrisi, di quello, almeno, ero ancora certa ".. ecco perchè John non mi ha sposata, per quanto insistessi.. per lasciarmi libera..".
Scoppiai a ridere, ma senza allegria ".. mai avrei creduto che una situazione come questa potesse capitare a me.. mai, in tutta la mia vita..".
Mi misi a sedere e portai entrambe le mani davanti al viso, come se coprendolo tutta quella situazione si allontanasse un poco da me.
Restammo in silenzio, per lunghissimi minuti, ad osservare il mare.
Il lento ritmo delle onde che lambivano la morbida sabbia, poco lontano da noi, era l'unico rumore a rompere il silenzio della notte.
".. io lo amo.." sussurrai d'un tratto, con lo sguardo perso nel vuoto "...l'ho sempre amato.. quando l'ho visto ho pensato che mi ero sbagliata, che non mi stavo innamorando di te.." abbassai lo sguardo e iniziai a giocherellare con la sabbia "... però non sono riuscita a starmene lì come lui mi chiedeva, tranquilla, sapendo che tu eri in pericolo.. dicevo a me stessa che volevo solo salvarti, come tu hai fatto con me.. ma quando ti ho visto..." la voce mi si spezzò in gola "... non sopporterei l'idea di perderti ancora..".
La mia mano, nella sua nervosa esplorazione della sabbia sotto di essa, urtò qualcosa. Era un rametto, finito lì da chissà dove.
Lo strinsi forte e lo scagliai con rabbia verso il mare, cadde poco più un là, provocando un piccolo tonfo e uno spostamento d'acqua.
"Maledizione, che persona orribile sono!" quasi urlai, tra i denti, lanciando il malcapitato bastoncino.
Mi presi il viso tra le mani, per poi passare le dita nei capelli. Tentai, infine, sospirando, di asciugarmi le lacrime.
".. Basta, non mi sopporto più! Detesto essere così...".
Mi voltai verso Guerenaiz "... perdonami.. non avrei mai creduto.." ma dallo sguardo nei suoi occhi, mi accorsi che capiva.
"...Domani.." dissi poi ".. domattina, all'alba, andrò a cercarlo e gli parlerò..".
Lo guardai negli occhi "...ma hai la mia parola che se partirò con te, sarà una scelta mia e non te lo farò mai pesare.. e lascerò il mio passato e i miei rimorsi su quest'isola... ma.." le lacrime, imperterrite, mi riaffiorarono ".. ma se non dovessi riuscire a farlo.. allora promettimi che non mi odierai.. non potrei sopportarlo..".
Fu allora che mi accorsi quanto tenevo a lui, più di quanto riuscivo a dire, più di quanto avrei dovuto, più di quanto credevo di essere capace.
Mi avvicinai a lui e, per la prima volta, fui io a baciarlo per prima.

Talia 17-01-2013 23.39.36

Quel bacio... così intenso, desiderato...
Poi tornai a guardarlo e sorrisi appena...
"Vuoi acquistarmi, capitano?" mormorai, sfiorandogli delicatamente la tempia con due dita "Oh, ma non puoi... non puoi acquistare il mio cuore... poiché esso già appartiene ad un giovane guardiamarina inglese, al quale lo donai molto tempo fa..."
Lo osservai per qualche momento ancora, con il sorriso che si allargava appena...
"Quel guardiamarina ha avuto in dono il mio cuore prima ancora che me lo chiedesse... ed è sempre suo..."
Le mie labbra sfiorarono quelle di Guisgard, allora...
"Non è mai stato che tuo!" sussurrai.
L'isola di era svegliata, ormai... i suoni ed i rumori che ci circondavano erano il fruscio del vento tra le fronde e la risacca delle onde in lontananza...
ed io ascoltavo quella pace, felice e di nuovo serena.

Guisgard 18-01-2013 00.30.47

Fhael restò piacevolmente sorpreso da quel gesto di Cheyenne.
“Bene...” disse sorridendo “... ti ascolto... dimmi quali sono i tuoi progetti e desideri per la nostra isola. Sono proprio curioso di conoscerli.” Aggiunse entusiasta.

Guisgard 18-01-2013 00.53.57

Gurenaiz e Clio allora si baciarono.
Era stata la ragazza a baciarlo per prima, ma l'ufficiale olandese subito rispose con passione a quel bacio.
Poi ad un tratto giunse qualcuno.
Erano degli indigeni e fra loro vi era anche quello che aveva accompagnato Clio sull'Antigua Maria.
“Venire al villaggio.” Disse l'indigeno. “Qui presto arrivare pioggia.”
Infatti sembrava prossimo un temporale.
“Si...” annuì Gurenaiz, che poi fece cenno ad uno di quelli di aiutarlo ad alzarsi “... io ho bisogno di una benda...” indicando poi la ferita.
L'indigeno annuì.
“Clio...” voltandosi Gurenaiz verso la ragazza “... andremo al loro villaggio... io mi farò curare e tu... tu andrai da lui... nel pomeriggio, quando la mia ferita starà meglio ed il mare si sarà calmato, con quella lancia ritornerò a Las Baias... nel frattempo tu sceglierai cosa fare... ti aspetterò sulla spiaggia per conoscere la tua decisione... qualunque essa sia...” la fissò per un lungo istante, nel quale solo il mare ed il vento sembravano esistere attorno a loro.
Poi tornarono al villaggio e i due si separarono.

Guisgard 18-01-2013 01.39.36

Appena vista la patata mostrata da Cavaliere25, subito Becco di Ferro si catapultò in volo dall'albero maestro e si posò sulla spalla del giovane pirata.
E cominciò a mangiare la patata.
“Ehi...” disse Joao “... ci sei riuscito? Vedo che ti sta a sentire il tuo pennuto!"



Guisgard strinse a sé Talia e la baciò ancora.
Un raggio di Sole sfiorava i loro volti ed un lieve tepore si diffondeva sui loro corpi, dopo l'umidità della notte.
Uccelli sconosciuti, dal raro piumaggio, cominciarono a tubare tra la lussureggiante vegetazione che circondava quel luogo.
Il vento soffiava leggero tra le larghe palme ed il rumore del mare sembrava scandire ritmicamente lo scorrere del tempo su quell'isola dimenticata.
“Il tuo cuore” disse Guisgard a Talia “con tutti i suoi battiti è l'unico tesoro che ho sempre voluto...”
“Capitano!” Si udì all'improvviso. “Capitan Guisgard! Lady Talia! Dove siete?”
“Sembra che qualcuno ci stia cercando.” Fece Guisgard. “E ad occhio e croce, non credo siano gli spettri che custodiscono il tesoro.” Sorrise.
Allora si alzarono.
“Siamo qui!” Rispose a quelle voci Guisgard.
Poco dopo arrivarono Austus, Maras ed Emas.
E con loro vi era anche Rynos.
“Grazie al Cielo state bene.” Disse Austus.
“Ma tu che fine avevi fatto?” Rivolgendosi Guisgard a Rynos. “All'improvviso sei svanito nel nulla.”
“E' stato quel vigliacco!”
“Parli del Gufo Nero?”
“Si, quel dannato.” Annuì Rynos. “Mi ha colpito a tradimento e poi mi ha legato ad un albero.”
“L'abbiamo trovato privo di sensi.” Spiegò Austus. “Fortuna che abbiamo deciso di raggiungervi. Eravate su quest'isola da troppo tempo.”
“E il Gufo Nero?” Domandò Guisgard. “L'avete più visto?”
“E' sulla spiaggia.” Fece Rynos. “E a quest'ora starà raccontando i suoi peccati a Belzebù. Che possa marcire per sempre all'Inferno!” E sputò a terra.
“Era spacciato.” Mormorò Guisgard. “Il veleno di quello scorpione non da scampo.” Sorrise poi ai suoi. “Guardate un po' fra quelle pietre.”
E videro l'immenso tesoro di Lanzaras.
“Che io sia dannato!” Esclamò Emas. “Allora esiste!”
“Già.” Annuendo Guisgard. “Beh, direi che possiamo portarlo a bordo. Non credete? O vogliamo lasciarlo qui, così che lo spettro di Giuff possa vegliare su di esso per i prossimi secoli?” Sorrise.
E dopo un po', appena si furono ripresi, gli uomini di Guisgard portarono il forziere sulla spiaggia, per issarlo poi su una delle lance e ritornare tutti sulla Santa Rita.
E sulla spiaggia, lambito dalle onde che giungevano a morire sulla sabbia, videro il corpo senza vita di Giuff.
“E così...” fissando il cadavere Guisgard “... finisce un'alleanza nata già morta...”
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cavaliere25 18-01-2013 11.41.33

eh si piano piano gli faccio imparare le buone maniere e anche a parlare devo provare ma sarà una cosas un po difficile vero becco di ferro dissi guardandolo e accarezzandogli la testolina

Clio 18-01-2013 12.42.30

Mi persi nei suoi occhi, per attimi che sembrarono lunghi ore.
Poi, lentamente, ci avviammo verso il villaggio, Guerenaiz fu portato via da alcuni indigeni, mentre io raggiunsi la capanna di John.
L'alba era ancora lontana, e mi chiesi se fosse sveglio. Ma, tuttavia, non potevo permettermi di aspettare fino al levar del sole.
Così entrai e lo trovai addormentato su un giaciglio, nell'angolo più esterno della capanna.
Mi sedetti accanto a lui, e restai immobile per qualche istante a guardarlo dormire, ad ascoltare il suo respiro, calmo e regolare, riempire l'aria silenziosa intorno a noi.
Passai lunghi minuti ad accarezzargli i capelli e il viso, senza pensare a nulla, mentre lui dormiva, ignaro della mia presenza.
Com'è possibile che tutto questo sia capitato a me? Com'è possibile che sia capitato a noi?
Sorrisi dolcemente, accanto a lui mi sentivo a casa, il cuore era in pace e la mente rilassata. Era sempre stato il mio rifugio, il mio luogo sicuro.
Mi aveva sempre consolata, pur non capendo mai fino in fondo il mio pensiero.
Così, lo spostai delicatamente, e mi sdraiai accanto a lui.
Sei una persona orribile, Clio... Non puoi fare così.. devi fare una scelta...
Quei pensieri mi tormentavano, ma sapevo che sarebbe stata la decisione più complicata e dolorosa di tutta la mia vita.
Restai ancora un po' in silenzio, ad accarezzare dolcemente il viso di John, a posargli teneri baci sulle guance, sugli zigomi, sulla fronte.
Non ero ancora pronta per svegliarlo.
Chiusi gli occhi un istante, respirando piano.

La luna iulluminava la piccola spiaggia di una luce strana ed eterea, impreziosita dal riflesso delle onde del mare.
Mi girai verso di lui, d'improvviso.
Lo guardai negli occhi mentre mi avvicinavo verso il suo viso. Vidi i suoi occhi illuminarsi di una luce nuova e intensa.
Sorrisi, e chiusi gli occhi mentre posavo le mie labbra sulle sue.
Cercai il suo collo con la mia mano e lo strinsi a me, lo strinsi forte. Mentre la passione accendeva le nostre labbra, legandoci in baci intensi e infuocati.
Lui mi passò una mano tra i capelli, tenendomi impercettibilmente stretta a lui. Poi la sua mano scese, sul collo e poi sulla spalla, tenendomi in un abbraccio appassionato. Mi stringeva a sé come avesse paura che potessi scappare da un momento all'altro.
Tentò di abbracciarmi con entrambe le braccia, ma il dolore della ferita alla spalla lo fece desistere.
E, in un istante, ci fermammo, restando in silenzio, con gli occhi spalancati e increduli fissi gli uni negli altri.


Li riaprii di scatto.
"..Maledizione.." sibilai tra i denti.
Sentii John gemere nel sonno, iniziava a svegliarsi.
"... Ehi, John, svegliati.." dissi dolcemente ".. John.. sono io, Clio.. sono tornata.. sono qui..".
Quando lo vidi aprire gli occhi, gli sorrisi di nuovo "..Ciao.. sei sveglio finalmente..".
Lo abbracciai.
Smettila, per amor del cielo, Clio.. non si possono amare due uomini contemporaneamente.. svegliati.. svegliati..
Restai ad osservarlo mentre si svegliava,sapevo che avrei dovuto aspettare, ma non riuscivo a stare accanto a lui, come se nulla fosse.
"..so che è presto.." cominciai, passando lentamente la mia mano sul suo braccio, e sulla sua spalla ".. ma devo parlarti.. non posso aspettare domani..".
Mi sforzai di alzare lo sguardo, e guardarlo negli occhi ".. voglio la verità, John.. voglio sentirmi dire perchè, una volta guarito dalle ferite del naufragio non sei venuto da me.. perchè non hai tentato in tutti i modi di scappare da quest'isola.. o di mandarmi almeno tue notizie.." la mia voce era un crescendo disperato, e le lacrime ricominciarono a scendermi dalle guance, ribelli e indesiderate ".. sapevi che non mi sarei mai data per vinta.. sapevi che avrei passato ogni giorno della mia vita a fare la spola tra la mia stanzetta e il porto.. perchè? Voglio sapere perchè hai scelto questa gente e non me.. perchè non hai affrontato il mare per me..".
Lo guardai, disperata, tra le lacrime "... voglio sapere.. ho il diritto di sapere.. gli uomini innamorati affrontano qualsiarsi pericolo per le loro amate.. perchè tu sei rimasto inerme? Perchè hai aspettato che fossi io ad affrontare il mare e l'ignoto per venire a cercarti? Rispondimi, ti prego.. non posso vivere con questo peso tutta la vita..".


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