Camelot, la patria della cavalleria

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Parsifal25 17-04-2012 02.04.15

Lilith soffermò il suo sguardo sulla corazza..... è la tipica situazione in cui si verificavano le sue visioni, era un peccato non esserne parte, forse potrebbero aiutarci a capire....

Nel frattempo, rientrarono i nani seguiti da Isengrid. Eravamo stati scoperti.

La preoccupazione ed il timore di uno scontro violento avevano preso il sopravvento.... corsi verso Lilith e la nascosi dietro di me:

"Stammi vicino" le dissi.....
"Sicuramente succederà qualcosa...."

I nani chiesero il permesso ad Isengrid di poterci eliminare, ma il servitore con fare subdolo negò il consenso.

Sarà una buona occasione per obbligarci ad affrontare la prova.... i nostri cuori avrebbero dovevano tenersi pronti.

Mi volsi verso la corazza, in cerca di aiuto....cercando di trarre il giusto coraggio..... mi sentivo vicino al suo destino..... sentivo il suo calore ed i suoi dolori.

Quel leggerissimo tocco.....potrà bastare?

Guisgard 17-04-2012 02.20.49

Insegrid fissò, per alcuni lunghi istanti, i tre davanti a lui.
I suoi occhi indagatori passavano velocemente da Parsifal, a Lilith, poi a Fyellon.
Quest'ultimo allora cominciò a far scivolare, lentamente, la mano sull'elsa della sua spada.
Insegrid notò quel suo movimento e rise lievemente.
“Non siete prigionieri, amici miei...” fece l'uomo, per poi indossare un grembiule e cominciare a scegliere vari strumenti per il suo lavoro “... questa è una fucina, non una prigione... siete liberi di andare o restare... non troverete nulla di male qui, a parte l'eccessivo calore generato dalla brace e dalle fornaci... ma col freddo che c'è fuori non credo sia poi tanto fastidioso un po' di aria calda...” sorrise e fece cenno ai nani di prepararsi a riprendere il lavoro.
“Siete dunque voi il fabbro?” Domandò Fyellon.
“Si...” annuì Insegrid “... sono Insegrid, il Fabbro degli Eroi.”
“Il Fabbro degli Eroi?” Ripetè Fyellon.
“Si.” Rispose il fabbro.
“E quell'armatura rossa?” Domandò Fyellon. “L'avete costruita voi?”
“Sono stati i miei antenati a forgiarla.” Fece il fabbro. “Il mio compito è custodirla, fino a quando non giungerà chi è destinato ad indossarla.”
“E chi sarà destinato?” Chiese Fyellon.
“Colui che vincerà l'Avvilente Costumanza.” Rispose Insegrid.

Guisgard 17-04-2012 02.57.05

Da una delle finestre che davano sullo spiazzo del Belvedere e sulla bassa vallata scoscesa racchiusa dai verdi colli di San Leuciano, si poteva vedere lontano, quasi come guardare la vita che attraversa il lungo orizzonte indefinito, sospeso in un leggero e sfocato alone bluastro nel quale tutto sembrava perdersi.
Le nuvole si mostravano come decise a scendere sulla terra ed avvolgere ogni certezza umana nel loro confuso ed indistinto manto.
Guisgard teneva stretta a sè Talia.
La ragazza appariva più pallida a causa di quelle lacrime e dell'inquietudine che aveva stretto il suo cuore.
Aveva affondato il suo sguardo lucido, racchiuso dalle palpebre languide, nella camicia di lui, mentre i bagliori liberati dalla luce che attraversava le tendine della stanza disegnavano uno sfondo, incantato e sognante, nel quale si stagliavano gli ambrati riflessi dei suoi occhi.

Guisgard passeggiava, in direzione del Casale, lungo la stradina che attraversava il punto in cui la campagna cedeva il posto al bosco di Suessyon.
“Guisgard!” Chiamò una voce di fanciulla. “Guisgard, aspettami!”
“Ersa!” Voltandosi lui.
“Aspettami...” raggiungendolo “... dove vai tutto solo?”
“Beh, un cavaliere va sempre in cerca di madonna Avventura e madonna Fama.” Sorridendo lui.
“Eh, ma un cavaliere deve però avere una dama” chiudendo gli occhi la fanciulla e sospirando “altrimenti a chi dedicherà le sue nobili imprese?”
“Sai che non ci avevo pensato?” Facendole l'occhiolino lui.
“Dovresti invece!”
“Già.” Annuendo Guisgard.
“Magari ne troverai una alla Pesca di Beneficenza di domani sera.”
Guisgard sorrise nuovamente.
“Però dovresti stare attento a chi ti starà vicino.”
“Che vuoi dire?” Fissandola lui.
“Nulla... dicevo per te...”
“Ossia?”
“Sai, ho sentito alcuni discorsi...” fece la ragazza “... nella bottega di mio padre... riguardavano proprio lei... tua sorella...”
“Cosa dicevano su Talia?”
“Qualcuno parlava del fatto che è una trovatella...”
“E con ciò?” Incupendosi lui. “Al Casale degli Aceri tutti lo sono.”
“Si, ma si diceva che forse è stata data via” sorridendo la fanciulla “perchè figlia illegittima o naturale... per questo poi il vostro maestro ha deciso di destinarla a quel voto... nessun giovane, nobile o borghese, la prenderebbe come moglie...”
“Smettila!” Con tono fermo Guisgard.
“Cosa ho detto di male?” Fingendosi stupita lei. “Sono i discorsi che ho udito nella bottega di mio padre...”
E mentre la fanciulla parlava, Guisgard serrava sempre più i pugni.
“Per questo dicevo...” continuò Ersa “... un cavaliere non può certo chiedere di diventare suo campione... anzi, dice mia madre che quelle come lei, destinate a finire in un tempio, non devono pensare a divertirsi e a cose del genere... è come fare peccato o sacrilegio... per questo abbiamo deciso di non invitarla alla Pesca di Beneficenza...”
Guisgard sentì la rabbia crescere sempre più, ma riuscì a trattenersi.
“Sai cosa, Ersa?” Assumendo un'aria scanzonata lui. “Siamo tutti così, noi altri del Casale. Anzi, io sono il peggiore...” sorrise “... sai cosa si dice di me? Che sono una testa calda, che litigo un giorno si e l'altro pure, che adoro fare a pugni e detesto ogni tipo di regola...” rise di gusto “... come vedi, è meglio non farti vedere in mia compagnia, o tuo padre andrà su tutte le furie!”
“Ti stai burlando di me!” Esclamò Ersa.
Lui continuò a ridere.
“Sai cosa ti dico?” Adirata lei. “Che Fyellon ha ragione!”
“Certo che ha ragione!” Fece lui mentre andava via. “Lui è quello che più di tutti conosce il sapore dei miei pugni!” E rise nuovamente.
Poco dopo tornò al Casale.
“Guisgard!” Andando verso di lui Talia. “Ti stavo aspettando!”
“Davvero?” Accennando un sorriso lui.
“Si...” annuendo lei “... guarda...” mostrando delle piantine “... le porterò alla Pesca di Beneficenza... sai, ognuno porta qualcosa... e tu cosa porterai?”
“Io non ci andrò.” Con lo sguardo cupo lui.
“Perchè?” Sorpresa lei. “Avevi detto che ci saremmo andati insieme...”
“Ho cambiato idea.”
“Perchè?”
“Perchè detesto quelli che ci andranno.” Tagliando corto lui. “Ci litigherò, già lo so.”
“Oh...” restando immobile lei.
“Anzi, stasera mi divertirò...” fissandola lui “... andrò alla taverna... ci sarà il mio amico Ramon... lui si che è un grand'uomo!”
Lei non rispose nulla.
“Vuoi venirci, Talia?”
“E la Pesca di Beneficenza?”
“Che vadano al diavolo!” Esclamò lui. “Vieni, ti farò conoscere Ramon!” Prendendola per mano.
“Aspetta, dove andiamo?” Turbata lei. “Sei impossibile, sai? Cambi umore e idea come cambia il vento!”
Ma lui non volle sentire ragioni.
I due ragazzi, così, raggiunsero la taverna, per cercare lo zingaro Ramon.
“Ramon...” chiamò Guisgard affacciandosi ad una finestra “... Ramon, ci sei?”
“Chi è la?” Guardando dalla finestra uno zingaro. “Guisgard, ragazzo mio!” Rise allora Ramon. “Vieni, presto! Ragazzi, questo è il mio grande amico Guisgard!” Chiamando gli altri cuochi della cucina.
“Ramon, lei è Talia...” avanzando Guisgard e mostrando la ragazza.
“Ah, vedo che siamo accompagnati, cavaliere!” Sorridendo Ramon. “Ed è anche molto carina! Presto, ragazzi!” Sollecitando gli altri cuochi. “Stasera abbiamo ospiti importanti... chi siete?” Fissando i due ragazzi. “Lancillotto e Ginevra? O forse Tristano e Isotta? O magari Aladino e la sua bella principessa? Oh, non ditelo...” mostrando la sua abilità come giocoliere con delle mele “... siete un principe ed una principessa fuggiti da un reame malvagio in sella ad un destriero veloce come il vento...”
I due ragazzi sorridevano alle parole e alle movenze dello zingaro.
“Permettetemi, allora, di farvi assaggiare qualcosa di straordinario, miei signori...” continuò Ramon “... sono certo di poter soddisfare i vostri sofisticati gusti...” mettendo loro davanti un piccolo tavolino e apparecchiandolo come si conveniva “... ragazzi...” chiamando gli altri cuochi “... c'erano dei fagiani niente male, vero? E poi quelle verdure con olive e lardo. Anche dello stufato con legumi se ricordo bene...” rise “... oh, ma forse i nostri nobili ospiti gradiscono qualcosa di particolare... come quelle due fette di torta di mele che stanno per arrivare!” E servì loro la torta.
“Ramon...” fece Guisgard “... parlaci di uno di quei posti magici che hai visitato...”
“Eh, stasera vorrei parlarvi di un posto speciale...” sussurrò lo zingaro “... incantato, dove tutto può accadere... dove ogni desiderio può essere esaudito, sia esso un viaggio avventuroso, un tesoro inestimabile, un amore d'altri tempi...” mostrò ai due ragazzi la mano vuota, per poi chiuderla e soffiarci dentro “... seguitemi in un borgo lontano e fuori dal tempo... vorrei parlarvi della Casa delle Bifore...” aprì il pugno e magicamente mostrò una candela con cui poi illuminò il tavolino dei due giovani “... ma dovrei parlarvi di magia... siete pronti a chiudere gli occhi e sognare?” E sorrise.
E con lui sorrisero anche Guisgard e Talia.
“Sei felice?” Fissandola lui.
“Si, tanto...” annuendo lei “... ma la Pesca di Beneficenza? Il maestro magari pensa di trovarci lì...”
“Non pensarci, Talia...” sussurrò lui “... non pensare più a nulla... stasera ci siamo solo noi... promettimi che sarai sempre felice... felice come lo sei questa sera...”
“Si...” sorridendo lei “... te lo prometto...”

Restarono così, abbracciati, col solo linguaggio dei sussurri ad intaccare quel lieve silenzio fatto di ricordi, paure, inquietudini e sogni solo appena accennati al proprio cuore.
“Mi avevi detto di voler visitare questo palazzo, vero?” Giocando lui con una ciocca dei capelli di lei. “E mi avevi accennato ad una stanza in particolare... vogliamo andarci adesso?”

Altea 17-04-2012 09.27.36

La dama si rivolse a me piangendo...forse era proprio Lady Arya, mi disse di andarmene dal castello..quasi fosse una supplica.
Ci sarebbe stato un nuovo duello per l' Avvilente Costumanza.."Milady, aspettate" corsi dietro ad ella e in quella corsa il vento porto un lamento. Mi fermai, ancora le parole del vento?
"Milady, gentilmente, spiegatemi cosa consiste l'Avvilente Costumanza e perchè molti cavalieri muoiono per essa".

elisabeth 17-04-2012 09.56.17

" Cavalieri, Reas, Cavalieri le cui trombe al suono scuotono la terra....."....gli andavo dietro.....Dovevamo parlare con la Regina, la immaginavo.....triste col cuore in tumulto.....non era il tempo del pianto.....era il tempo di agire, quando Goz si paro' davanti a noi.....Reas mi strattonava per andare avanti...ma Goz mi fece una precisa domanda...e ill suo tono non era sottomesso....era autoritario...." No Goz...non ho pensato ai vostri cigni, io non so piu' dove andare o cosa fare.........sono nel caos....I vostri cigni...hanno bisogno di acqua, sono trattenuti.....in una vasca...o in un lago...... o in uno stagno.......Goz..perche' non ci fate strada.....vi aiuteremo a trovare i vostri cigni, Reas ..penso che la vostra Regina.....non abbia bisogno di voi, ma se pensate il contrario....abbandonate me..per correre da lei......."....

Talia 17-04-2012 10.33.03

Lentamente il mio respiro tornò regolare, i miei occhi si asciugarono ed il mio cuore si placò... era Guisgard, era ciò che aveva sempre fatto: fin da quando eravamo piccoli, infatti, lui era sempre stato in grado di calmarmi, ti tranquillizzarmi, di farmi sentire bene nonostante tutto...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 45684)
“Mi avevi detto di voler visitare questo palazzo, vero?” Giocando lui con una ciocca dei capelli di lei. “E mi avevi accennato ad una stanza in particolare... vogliamo andarci adesso?”

Sospirai, assaporando ancora per qualche momento quella sensazione di ritrovata tranquillità... e mi sforzai di non pensare che era stato proprio a seguito di una di quelle visioni che tanto lo turbavano che avevo chiesto di visitare il palazzo per trovare la Sala degli Elleni...
Le parole di padre Anselmo in quel giorno lontano continuavano a vorticarmi in mente... non avevo il diritto di ignorare quel dono, mi aveva detto, perché quel dono non mi era stato destinato per il mio esclusivo bene ma per un bene più grande...
Però dall'altro lato c'era Guisgard... ed io non avrei mai anteposto il bene di nessuno al suo!
Esitai per qualche istante... poi decisi che, almeno per il momento, tanto valeva vedere dove avrebbe condotto quella strada...
Così sorrisi...
"Si..." mormorai "Si, andiamoci adesso!"

Parsifal25 17-04-2012 13.40.46

"Il Fabbro degli Eroi?" non avevo mai sentito parlare di lui......

Il suo nome sicuramente rispecchierà chi ha servito e le sue gesta da artigiano, inoltre chi è riuscito ad ottenere la stima dei nani divenendone il mastro varrà......

Continuaì ad osservare quell'armatura.....venne detto che sarebbe stato il premio di colui che avesse superato la prova, ma a quale prezzo.....

Un brivido mi percorse la schiena e pensaì:
"Temo questa prova......e se ci mettessero l'uno contro l'altro? Se usassero qualche sortilegio?"

Mi appoggiaì al muro e chiusi gli occhi per riflettere.

Guisgard 17-04-2012 16.22.31

La monaca voleva portare via con sé la dama velata, ma questa si fermò, voltandosi poi verso Altea.
“L'Avvilente Costumanza è solitudine...” mormorò “... è angoscia, è tristezza... è rimpianto, è dolore... l'Avvilente Costumanza è una piaga dell'anima e del cuore... è un nemico invisibile e come un demonio vuol spingere alla disperazione... ti sottrae la fiducia, la speranza... ti ruba ogni desiderio e sogno... come un morbo si diffonde ogni giorno di più col solo intento di spingerti a perdere ogni slancio, ogni proposito e con essi la volontà di essere felici e la gioia di vivere...”
“Dobbiamo andare, milady...” disse la monaca alla dama velata “... è tardi...”
“Ogni guerriero o cavaliere” continuò la dama velata, senza badare alle parole della monaca “per coraggioso e valoroso che sia, spera ed invoca una morte rapida e onorevole... ma a coloro che sono afflitti dall'Avvilente Costumanza anche questo è negato... e ogni giorno muoiono un po' alla volta, maledicendo quella felicità e quella gioia che a loro sembrano negate per sempre...”
Di nuovo si udì il suono della campana.
“Vi supplico, milady...” insistendo la monaca “... è tardi, dobbiamo andare...” prese allora la dama velata e la portò via.
“Milady...” all'improvviso una voce che destò Altea da quell'incontro “... cosa ci fate qui tutta sola?” Domandò Redentos. “Fa freddo e il cielo promette pioggia, meglio rientrare nel castello e prepararsi per la partenza.”

Altea 17-04-2012 16.36.59

La dama si voltò verso di me, e iniziò a raccontare dell' Avvilente Costumanza...una lenta agonia dei sensi che ti portava a una morte dove vita non vi era mai stata. Ascoltai con attenzione....i cavalieri che l'avrebbero affrontata sarebbero destinati a una lenta morte di infelicità.
La monaca portò via la dama...e nuovamente un rintocco della campana. Un duello..e chi voleva nuovamente affrontare l' Avvilente Costumanza?
Fui destata da una voce maschile....era il maestro Redentos, era la prima volta che avevo occasione di parlare con lui. "Messere...stavo qui..tra i miei pensieri e cercando di sapere di più sulla Avvilente Costumanza..voi sapete dove si trovi Fyellon?"

Guisgard 17-04-2012 16.47.24

Elisabeth, Reas e Goz erano nell'androne, quando si udirono dei passi.
Giunsero così alcuni cavalieri del Tulipano insieme ad un vecchio.
“E' lei!” Indicò il vecchio fissando Elisabeth.
“Ne sei sicuro, vecchio?” Chiese uno dei cavalieri.
“Si, certo!” Annuendo il vecchio. “L'ho veduta io stesso! L'ho veduta mentre evocava il demonio! Lei ha evocato La Lacrima di Cristo!”
“Ma cosa sta dicendo?” Turbato Reas. “Questo vecchio è pazzo!”
“Seguiteci, milady.” Disse uno dei cavalieri ad Elisabeth.
“Dove volete condurla?” Domandò Reas.
“Sarà processata davanti a lord Guxyo.”
“Non avete il diritto!” Gridò Reas. “La regina deve decidere su queste cose!”
“Dimenticate che noi Cavalieri del Tulipano” giungendo anche Shoyo “abbiamo giurisdizione su Tylesia, visto che siamo in tempo di guerra.” Si rivolse poi ai suoi cavalieri. “Portatela da lord Guxyo.”
“Fermi, vi dico!” Estraendo la spada Reas. “Nessuno la toccherà!”
Shoyo allora fece un cenno ai suoi e cinque di loro aggredirono Reas pestandolo a sangue.
“Portatela via.” Ordinò nuovamente.
Ed Elisabeth fu condotta nel quartier generale del Tulipano.

Daniel 17-04-2012 16.48.11

Cominciai a correre velocissimo e gli saltai in groppa mentre beveva.. Era stupido ma poteva funzionare..
"Va bene così?" dissi a Giada mentre saltavo..

Guisgard 17-04-2012 16.55.34

Daniel non finì quasi nemmeno di parlare che si ritrovò in acqua.
Il cavallo, infatti, sentendo il cavaliere su di esso, aveva cominciato a saltare, disarcionando il giovane e facendolo cadere nel ruscello.
I tre fanciulli, giunti a vedere la scena, risero di gusto.
“Cavaliere...” disse il più grande “... nessuno può domarlo.”
“Devi ragionare sul punto debole del cavallo, Daniel...” vibrò Giada.

Guisgard 17-04-2012 17.24.39

Lilith era accanto alla corazza dai vermigli riflessi, mentre invece Parsifal rifletteva sulle misteriose parole di Insegrid.
“Allora...” fece Fyellon “... parlateci voi di questa prova... di questa Avvilente Costumanza... di cosa si tratta precisamente?”
“E' una maledizione, cavaliere.” Rispose il fabbro.
“Una maledizione?” Ripetè Fyellon. “Perdonatemi, ma io non credo a queste cose...”
“La cosa è indifferente.”
Fyellon lo fissò.
“Gli antichi” continuò Insegrid “ignoravano i metalli e le leghe, continuando così a combattere per secoli con armi fatte di pietra e legno... eppure, i metalli scorrevano nelle vene del sottosuolo ben prima della comparsa di noi uomini... e nessuno conosceva gli elefanti quando Annibale invase l'Italia e sconfisse due volte i romani... come vedete, cavaliere, è del tutto indifferente ciò che noi crediamo o ignoriamo... ciò che esiste conta davvero...”
“E chi avrebbe imposto questa maledizione?” Ciese Fyellon. “E su chi poi?”
“Come tutte le maledizioni” fissandolo Insegrid “anche questa nasce dalle debolezze e dai peccati degli uomini.”
“E in cosa consiste?”
“Sotto questo castello” spiegò il fabbro “vi è una sorta di cantina. Essa è stata costruita da alcuni fuggiaschi ed è ciò che resta di un fortino longobardo. I fuggiaschi fuggivano dai franchi e per seminare i loro inseguitori decisero di rendere quel fortino simile ad un labirinto... chi vi entra non è più capace di uscirne...”
“E cosa c'è in quel labirinto?” Domandò Fyellon.
“La morte, cavaliere.” Rispose Insegrid.

Parsifal25 17-04-2012 17.46.42

Ascoltaì attentamente quella storia....., purtroppo la storia per muoversi nuovamente ha sempre bisogno di un evento inaspettato. Mi venivano alla mente le lezioni di storia impartitemi dal mio Maestro e Padre.....

"Parsifal, la storia è la madre dell'uomo che sei oggi..... da ogni sua novità è stato posto il tassello della tua vita..... sii sempre fedele a questa tua "madre" e cerca di trarre dai suoi errori ciò che nuovamente può ripresentarsi e se puoi correggili...... come sai..... la storia si ripete..... sempre....."

Lasciaì la mia posizione e dissi: " Per liberare l'anima del cavaliere maledetto con questa armatura..... bisognerà agire, forse..... anche il destino riservato alla gogna in cortile cesserà se l'Avvilente Costumanza sarà spezzata....."

cavaliere25 17-04-2012 21.21.02

bella idea dissi guardando il falco speriamo che funzioni questo abbigliamento da frati per nasconderci dalle guardie

Lilith 17-04-2012 23.01.52

Più sentivo parlare di questa "Avvilente Costumanza", più ero convinta ad affrontare la prova... non temevo gli incantesimi, la collana che avevo donato a Parsifal aveva un grande potere e poteva proteggerci da molteplici incantesimi. Io conoscevo a memoria almeno un centinaio di formule e, anche se la mia pronuncia non era perfetta, sapevo che avrei potuto utilizzarle.

Quando udii nuovamente quella voce, capii che quell'armatura aveva davvero un grande valore. Guardai Parsifal ed il riflesso rosso della corazza nei suoi occhi; capii che sarebbe dovuta appartenere a lui.

"Allora... dove si trova questo labirinto?" chiesi io ad Insegrid.

Parsifal25 18-04-2012 00.10.30

Più volte Lilith ed io incrociavamo gli sguardi, entrambe volevamo compiere il nostro dovere....."superare l'Avvilente Costumanza"..... e salvare Lady Arya....

Anche se da poco ci siamo incontrati, nutrivo una forte fiducia nella damigella dall'animo puro. Avevo la sua collana legata al polso a mo di bracciale e ciò dimostrava il suo valore......

Avevamo appresso molto da codesta tradizione, forse....potevamo cimentarci nella prova.

"Lilith..... quando sei pronta.....partiamo. Verrò con te....." le dissi sorridendo.

Guisgard 18-04-2012 00.13.51

Insegrid fissò Parsifal e Lilith.
“Il labirinto” disse “si trova nei sotterranei del castello. E' formato da innumerevoli vestiboli, antri e passaggi segreti che collegano gli innumerabili corridoi che ne attraversano ogni sua parte. E nel cuore del labirinto si trova la prova da superare. La gogna che avete visto ospita ciò che resta di tutti coloro che hanno tentato di superarla.”

Parsifal25 18-04-2012 00.26.24

Udite tali parole..... il mio destino andava compiendosi, forse la prova più grande della mia vita andava presentandosi innanzi a me.... ripercorsi brevemente tutte le vicende che mi avevano condotto sin qui e ne trassi la forza necessaria per compiere l'impresa.

Mi inginocchiaì dinanzi l'armatura e sfoderando la spada dal mio fodero sussuraì tali parole:

"Dio Onnipotente, accompagnami con la tua forza e rischiara le mie paure con la fede che ci doni. Fà che il mio sacrificio serva a donar riposo alle vittime di questo terribile supplizio e che possa con il tuo ausilio donargli finalmente la pace....amen"

Mi volsi verso il cavaliere Feyllon e gli chiesi:
"Noi siamo pronti..... è stato bello incontrarla porti i miei saluti a Lady Altea ed al mio caro Maestro.....che la sua missione possa compiersi."

"Come arriviamo ai sotteranei?"

Guisgard 18-04-2012 00.56.42

“Siete sicuri di voler affrontare quella prova?” Chiese Insegrid a Parsifal e a Lilith.
Ma la determinazione nei loro sguardi aveva già risposto alla domanda del fabbro.
“E sia...” mormorò questi “... è giusto che siate voi a scegliere... recatevi da sir Orco il Rosso... sarà lui a condurvi alle porte del labirinto... e che il Cielo vi protegga...”
Ma proprio in quel momento, Lilith udì una voce.
Una voce che si mostrava solo a lei e che recitava così:

“Il cavaliere Parsifal è destinato a perire.
Anche egli, nella prova, finirà per morire.
Questo è scritto che nel labirinto gli accadrà,
se qualcuno il suo aiuto al cavaliere non porterà.
Solo tu, Lilith, aiutarlo davvero nell'impresa potrai.
E per farlo, un rimedio per uscire dal labirinto cercherai.”

Guisgard 18-04-2012 01.04.53

Redentos guardò Altea e scosse il capo.
“No, sono appena uscito dalla mia stanza” disse il cavaliere “e non ho visto nessuno. L'ultima volta vostro cugino voleva recarsi da quell'uomo, Insegrid, che era al fianco di sir Orco il Rosso.”
Ma proprio in quel momento arrivò Fyellon.
“Milady...” vedendo Altea.
“Avete scoperto qualcosa?” Domandò Redentos.
“Credo che il vostro apprendista” rispose Fyellon “abbia appena deciso di affrontare la prova...”
“Ma non può!” Esclamò Redentos. “E' troppo pericoloso!”
“Si, è condannato...” all'improvviso una voce “... è condannato...” fissandoli Arya.
“Credo sia giunto il momento di raccontarci tutto.” Disse Redentos alla donna. “Cosa nasconde questo castello, milady?”
“Seguitemi e vi svelerò tutto...” fece Arya.

Guisgard 18-04-2012 01.48.46

Tieste e Polidor annuirono a quelle parole di Cavaliere25 e cominciarono ad indossare i falsi sai.
“Ecco...” fece Alberico il falco “... sembrate quasi dei veri monaci.”
“E se qualcuno ci ferma per strada?” Domandò Tieste al rapace. “Cosa dobbiamo dire? Io non so come si comporta un monaco.”
“Non è complicato...” spiegò il falco “... vi è un'espressione che equivale ad un lasciapassare... come una formula magica capace di aprire ogni porta... basta dire, in ogni situazione, queste due semplici parole... Pax Vobiscum... ed il gioco è fatto.”

Guisgard 18-04-2012 01.58.03

Guisgard accennò un sorriso e restò a fissare Talia.
“Certo, dobbiamo mettere in conto che questo palazzo è davvero grande” giocando con ciocche di capelli che scendevano sul viso di lei e accarezzandole il naso con la punta di un dito per farle il solletico “e cercare quella sala potrebbe essere un'impresa non da poco... e sia!” Esclamò. “Partiamo per questa caccia al tesoro!”
Si alzò e prendendole la mano condusse Talia fuori dalla loro camera.
Attraversarono un lungo corridoio e una figura venne loro incontro.
“Andate in giardino, miei signori?” Domandò il vecchio servitore.
“No...” fece Guisgard “... vogliamo gustare la bella atmosfera di questo palazzo... fuori l'aria si è fatta fredda...”
“Si, avete ragione.” Sorridendo il vecchio. “Gradite qualcosa di caldo? Una tisana, dei biscotti? Volete che vi serva il tutto nella biblioteca?”
“No, non ci occorre nulla, grazie...”
“Eh, ho capito, milord...”
Guisgard lo fissò incuriosito.
“Già...” continuò il vecchio “... non ci eravate ancora stati... e devo dire che mi aveva sorpreso la cosa...”
“Cosa intendete?”
“La vostra stanza preferita...” annuendo il guardiano “... la Sala degli Elleni. Ho ragione, vero?”
“Si...” annuendo Guisgard.
“Per questo ho lasciato fiori di vaniglia in un vassoio...” disse il vecchio “... così troverete una gradevole fragranza ad accogliervi... ora, col vostro permesso, mi ritiro...” e si allontanò.
Nel corridoio vi era infatti un forte profumo di vaniglia.
“Lo senti, Talia?” Fece lui. “Lo senti il profumo di vaniglia? Proviene dalle ultime stanze del corridoio...”
Allora i due si diressero verso quelle stanze, fino a fermarsi davanti ad una porta dalla quale proveniva quel profumo.
Guisgard strinse ancora di più la mano di Talia.
"Siamo arrivati..." le sussurrò ad un orecchio, per poi aprire la porta di quella sala.

Altea 18-04-2012 12.22.29

Il maestro Redentos scosse il capo, ma subito apparve Fyellon, sospirai...pensavo fosse in pericolo.
Fyellon ci spiegò che Parsifal aveva deciso di combattere l' Avvilente Costumanza e mi augurai che se ciò stesse accadendo il Signore lo proteggesse da quella specie di maledizione.
All'improvviso si udì una voce di donna, era lady Arya...spaventata, mi avvicinai a lei cercando di rassicurarla. Ella, alle richieste di Redentos, ci disse di recarci insieme a lei e ci avrebbe svelato qualcosa.
"Fyellon.." dissi mentre seguivamo la milady "prima sulla tomba vuota vidi due suore e una dama celata dal velo, mi parlarono dell'Avvilente Costumanza...porta a una disperazione interiore totale, a una agonia della tristezza, e se un cavaliere osa combatterla e non riesce a batterla non morirà subito ma lentamente e agonizzante..vi prego non siate come sempre scettico su queste cose, e temo per sir Parsifal".

Parsifal25 18-04-2012 13.44.59

Se avessi avuto successo nella prova, non potevo saperlo..... c'è da dire che ero consapevole del fatto che se per secoli questa maledizione incombeva su questo castello difficilmente sareì stato io a scioglierla.

Oramai, la scelta era fatta non si poteva tornare indietro. L'unica cosa che mi confortava era la mia forza d'animo e la ferrea volontà di redimere le vittime di tal supplizio......

La morte è compagna dell'essere umano..... cammina sempre accanto a noi.....

Uscì dalla fucina in compagnia di Lilith e ci dirigemmo verso le stanze di sir Orco.....

Talia 18-04-2012 15.51.51

Usciti dalla stanza, ci avviammo per il corridoio... vi era un gradevole profumo di vaniglia nell'aria, un profumo leggero e delicato...
Le parole del vecchio guardiano, che ci fermò subito dopo mi sorpresero un po'... la Sala degli Elleni aveva detto... il profumo di vaniglia veniva proprio da lì, dunque? Poteva essere davvero così facile?
La mano di Guisgard mi condusse ancora avanti. I nostri passi risuonavano nel corridoio, riempiendolo... poi, all'improvviso, si fermò ed io con lui...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 45739)
Guisgard strinse ancora di più la mano di Talia.
"Siamo arrivati..." le sussurrò ad un orecchio, per poi aprire la porta di quella sala.

Trattenni il respiro mentre la porta si apriva di fronte a noi...
Il profumo di vaniglia era ancora più intenso, adesso... era quasi inebriante.
Lentamente, feci qualche passo avanti ed entrai nella Sala.

elisabeth 18-04-2012 16.03.00

Passi pesanti e aria rarefatta arrivo' alla mia persona, avevo ancora la mano nella mano di Reas, dei cavalieri apparvero al nostro cospetto, ed un vecchio dal viso arso dal sole i cui tratti erano quelli di una prsona qualunque.......ascoltai l'accusa nei miei confronti.....come si ascolta un antico urlo, Reas aveva assunto la mia difesa, non c'era giustizia, i Cavalieri della Lacrima di Cristo erano apparsi alla mia visione......questo era il secondo bussare........vidi picchiare Reas e un dolore sordo strappo' il mio cuore dal petto, la mia condanna non mi spaventava ma lui non doveva essere toccato......Shoyo era soddisfatta o forse ancora non del tutto , la mia condatta l'avrebbe almeno distratta dagli ultimi avvenimenti........." Goz....abbiate cura di Reas....alleviate il mio dolore..se so che e' nelle voste mani....andro' piu' serena...Shoyo, non affaticatevi tanto, la parola di un vecchio a quanto pare per voi e' legge.....e adesso potro' provare sulla mia pelle quanto sia giusto il vostro Guxio.....la giustizia dei Cavalieri del tulipano...."...fui accompagnata nei sotterranei del palazzo, erano poco illuminati e mal odoranti..........passammo per starni corridoi, c'erano dei dipinti alle pareti.....animali e uomini, sembrava un posto dove si svolgevano riti...strano la Regina aveva bandito tutto questo...ci ritrovammo davanti ad una pòorta in legno...Shoyo....batte' tre colpi

Guisgard 18-04-2012 16.26.36

Guisgard e Talia entrarono così in quella stanza.
Una forte luce accolse i due, filtrata dalle sfumature liberate dalle preziose tende alle finestre.
L'aria calma e sognante di quel primo meriggio, intrisa dai bagliori provenienti dai colli tutt'intorno, lambiva i pannelli, i parati e le stoffe che coprivano varie parti del mobilio.
Il profumo di vaniglia allora si mischiava e confondeva col sandalo malese dei foderi delle scimitarre turche, con l'ebano che rivestiva le else delle spade damaschiate mozarabiche e col cuoio vivo che avvolgeva i pugnali aragonesi e le faretre accanto agli archi inglesi.
Il balenio dei cristalli di Venezia si rifletteva sullo splendore delle porcellane cinesi, sui bagliori degli scrigni in madreperla del Catai e sulla magnificenza dei tessuti di Persia.
Il vento fuori agitava le cime degli alberi e delle piante nel giardino, generando una girandola di colori e riflessi in tutta la sala, in un riverbero fatato e sognante in cui ogni cosa sembrava sul punto di animarsi.
E i muri di quella stanza, tappezzati di ritratti e dipinti, parevano danzare da un paesaggio all'altro, fatto di immagini, figure e profondità sconosciute a chi non fosse un marinaio, un mercante, un avventuriero o anche solo un innamorato.
E così si mostravano lande desolate e attraversate solo dal vento, crepuscoli dimenticati che sorgevano alla fine del mondo, alti canneti in cui danzavano e lottavano esotici guerrieri dalla pelle gialla e dalle caratteristiche acconciature, miraggi d'Oriente abbandonati in albori di sognante melodia, paesaggi pastorali e romantici di idilliaca magnificenza.
E poi ancora cavalieri saraceni e odalische siriane, brume dalla primordiale ed inquietante verginità, icone bizantine di Cristo, della Vergine e degli Angeli.
“Sembra la stanza delle meraviglie...” mormorò Guisgard.
Si guardò per qualche altro istante in giro, per poi voltarsi verso Talia.
“Voglio mostrarti questa sala, Talia...” sussurrò, abbracciandola e prendendo le sue mani “... le tue mani e la mia voce ti mostreranno queste meraviglie...”
E così, sfiorando ogni oggetto, accarezzando ogni monile, Talia, pian piano, cominciò a conoscere il mondo racchiuso in quella stanza e dopo un'ora le apparve familiare e protettivo.

“Dove è conservato?” Domandò la dama di compagnia.
“In quello scrigno d'ebano, intarsiato di madreperla, rifinito con schegge di giada purissima e chiuso con un prisma d'oro.” Rispose Chymela.
“In quello scrigno allora vi è...”
“Si...” annuì la Granduchessa “... vi è la mappa del suo grande tesoro...”

Guisgard 18-04-2012 16.31.50

Fyellon fissò Altea senza dire nulla.
Aveva lo sguardo buio e tradiva inquietudine.
“Vedremo cosa accadrà...” mormorò.
“La dama velata” disse lady Arya “ero io... mio marito non mi permette di visitare la tomba ed allora io mi travesto per farlo.”
“La tomba però è vuota.” Fece Fyellon.
“Una tomba non raccoglie soltanto il corpo” fissandolo Arya “ma anche lo spirito.”
“Questa è blasfemia.” Disse Redentos. “Non siete Cristiana, milady?”
“Si...” annuì Arya “... ma tutto di me è intrappolato in questo castello... anche il mio spirito...”
“Parlateci allora di questa Avvilente Costumanza.” Guardandola Fyellon.
Giunsero allora davanti ad una porta.
Entrarono e si ritrovarono in una stanza.
Arya fece loro segno di sedersi e cominciò a raccontare:
“Quando Orco chiese la mia mano era un uomo diverso... era premuroso e sensibile... viveva per me e raramente ho conosciuto uomo più innamorato... poi... poi un giorno cominciò a mutare... divenne pigro ed egoista... avido ed indifferente... oh, che sventura quando un uomo muta se stesso... da tutto per conquistare la propria dama, poi, riuscitoci, da tutto per scontato, anche i piccoli gesti...”
“Questo cosa c'entra con l'Avvilente Costumanza?” Domandò Fyellon.
“Questa è l'Avvilente Costumanza, cavaliere...”
“E quei cavalieri morti?” Chiese Redentos.
“Nulla uccide più dell'infelicità...” fissandolo Arya.

Altea 18-04-2012 16.47.51

Ci accomodammo nella sala del castello, come immaginavo quella donna velata era proprio Lady Arya..ascoltai con attenzione le sue parole, non potevo comprendere, l' Amore certo doveva dare felicità non una insofferenza di vita.
"Lady Arya....ciò che avete raccontato mi sconforta, voi vivete in una prigione che non si può nemmeno dire dorata. Perchè non ve ne andate da questa dimora...prendete tutto e andatevene." guardai Fyellon, era stupito.. "Scusatemi, ma voi mi avete detto davanti a quella tomba che chiunque cavaliere tenti di sconfiggere questa Avvilente Costumanza sia condannato a una orribile fine...il motivo? Sir Parsifal, da quello che dice Fyellon, è intenzionato a sconfiggerla, se avete qualcosa da dire per aiutarlo vi prego di farlo".

Guisgard 18-04-2012 16.56.28

Elisabeth fu condotta in quella stanza e trovò ad attenderla Guxyo con alcuni dei suoi.
L'uomo leggeva alcuni documenti.
“L'accusa è grave, milady...” mormorò “... già, molto grave... ma fortunatamente per voi sarò io a decidere e non gli inquisitori ecclesiastici...” fissò la maga “... milady, sinceramente mi è indifferente il vostro rapporto con le pratiche magiche... come non mi interessa se evocate il demonio o gli spettri... se i chierici asseriscono di parlare con i Santi, non vedo perchè qualcun altro non debba parlare col diavolo...” un ghigno apparve sul suo volto “... facciamo un patto... ci aiuteremo a vicenda... io farò cadere queste accuse e voi convincerete Goz a lavorare per me... tutti dicono che è pazzo, ma in realtà io credo sia un genio... ed egli lavorerà alla mia corazza... una corazza che sarà meravigliosa... ho visto che voi godete della sua fiducia... accettate?”

Talia 18-04-2012 17.09.56

Le mie mani, guidate da quelle di Guisgard, sfiorarono ogni singolo oggetto in quel luogo... le porcellane più fini, i cristalli più delicati, le stoffe più ricche... tutto conobbi e di tutto mi fu rivelato dalla sua voce melodica.
Ed al termine di quel giro incantato il mio cuore batteva tanto forte che avrebbe potuto saltarmi fuori dal petto...
“Oh, Guisgard...” sussurrai, con la voce appena incrinata “Oh, Guisgard... ma è meraviglioso! E’ stupendo!”
Tremavo... tremavo per l’emozione... era davvero la stanza delle meraviglie!
Poi, inaspettatamente, quella visione attraversò come un lampo la mia mente...
uno scrigno... uno scrigno d’ebano... madreperla, schegge di giada e oro...
Trattenni il respiro e lentamente tornai indietro... ripercorrendo i miei passi, sfiorando di nuovo ad uno ad uno quegli oggetti... in cerca di quello che cercavo... uno scrigno tempestato di giada e madreperla... avevo toccato qualcosa di simile poco prima, ne ero certa...

elisabeth 18-04-2012 17.15.10

Pochi intimi...per il mio strano processo, Guxio fu breve e a quanto pare sapeva cosa voleva, quelle accuse.....potevano anche essere opera sua perche' no..infondo per raggiungere uno scopo ognuno poteva mettere su ogni congegno, in quel momento pero' mi venne in mente Reas, e il suo attaccamento alla Regina e il suo rifiuto ai cavalieri del Tulipano, a tal punto di aver potuto leggere odio nei suoi occhi, Goz non era pazzo, non aveva perso il senno e questo lo sapevo......" Parlate di Chiesa e di inquisizione.....brutta cosa, a voi non interessa unicamente perche' vi servo.....e quando la vostra Corazza sara' completata......le vostre accuse risorgeranno come il sole ad ogni albeggiare e la mia vita sarebbe sempre un ostaggio nelle vostre mani.........Vi ringrazio Guxio.......ma non chiedero' mai nulla a Goz per voi.....potete procedere per quanto mi riguarda......"......Volevano la strega ?.......e io li avrei resi felici....ma la strega ha poteri infiniti a cui l'uomo non ha accesso......e la cosa fece ridere il mio animo

Lilith 18-04-2012 17.23.52

Dopo aver sentito quelle parole le mie gambe crollarono. L'esito della prova dipendeva da me, avevo la vita di Parsifal sulle mie spalle. Mi resi conto che non sarebbero bastati neanche tutti gli incantesimi che conoscevo uniti al potere dalla collana donata al cavaliere per superare questa prova. Il "rimedio per uscire dal labirinto" doveva essere di certo qualcosa che in quel momento non era presente nei miei pensieri, ma che probabilmente conoscevo. Mi chiesi più volte se sarei riuscita a portare a termine la missione, ma in quel momento le visioni non avevano intenzione di presentarsi ed io ero tormentata da infinite domande che non avrebbero avuto risposta finchè io e Parsifal non saremmo entrati in quel labirinto.
Mi diressi a passi incerti e scoordinati assieme a Parsifal verso la stanza di Orco.

Guisgard 18-04-2012 17.28.02

Guxyo fissò Elisabeth ed abbozzò un lieve sorriso.
“Siete una donna pratica” disse “e ciò mi piace. Anche io sono un uomo pratico e le persone così riescono sempre a trovare un accordo. Anche perchè ho dimenticato di dirvi che il nostro Goz è accusato di frenesia... frenesia diabolica... ovviamente sia io che voi sappiamo che i chierici esagerano sempre... ma chi può salvare il povero Goz? Tra sette giorni, temo, verrà arso vivo... questi sciocchi pensano di salvare così la loro città... allora, cosa decidete? Rifiutate il nostro patto? Preferite che anche il buon Goz muoia insieme a voi? Oppure decidete di salvarvi entrambi?”

elisabeth 18-04-2012 17.37.46

Quel giorno se mai fosse arrivato..............l'acqua sarebbe venuta giu' dal cielo, come il pianto di nuvole sospese......il fuoco non avrebbe retto all'acqua...non quella volta.........."....Non sono stata chiara, non vendo la mia di anima figuratevi se vendo quella di Goz........fate il vostro dovere Guxio.........o sarete incriminato anche voi per non aver messo una strega ed un folle sul rogo.........date in pasto a Tylesia.......i cattivi, cosi' almeno avrete tempo per agire sul vero esercito......l'esercito alla cui testa c'e' Lucifero in persona...........avete paura Guxio ?.."...........perdonatemi Goz......

Guisgard 18-04-2012 18.00.53

In quel giardino ombreggiato da folte piante, un giovane giocava, quasi senza badarci, con alcune foglie arrotolate, facendole vibrare soffiandoci dentro.
Ad un tratto qualcosa lo destò.
Era il calpestio di uno stivaletto sui ciottoli del vialetto che attraversava il giardino.
Il giovane sospirò e sussultò perchè aveva atteso a lungo quel calpestio a lui tanto familiare.
Un attimo dopo, infatti, una figura snella ed aggraziata uscì dalla vegetazione.
Fissò prima distrattamente alcuni roseti e cespugli fioriti, poi i primi frutti maturati sui rami.
Fece qualche passo in avanti, accarezzando le larghe foglie di ficus e sfiorando con una mano il getto artificioso di una delle fontane.
“Salute, milady...” sussurrò una voce tra le piante.
“Salute a voi, milord...” rispondendo con un sorriso Chymela.
“Eh...” sospirò lui “... vi ho attesa tutta la mattinata...”
“Mi duole ciò...” chinando il capo lei “... vi sarete di certo annoiato...”
“Affatto, benché ogni istante di attesa per voi mi appare come eterno e insopportabile...”
“Cosa facevate?”
“Ciò che faccio sempre...” rispose lui “... vi penso e nel frattempo vi immagino... per questo, perdonatemi, resto sempre a fissare il vostro volto mentre mi parlate...”
“Perchè lo fissate?”
“Per rammentarlo bene.”
“Vi è così difficile ricordarlo?”
“No...” sorridendo lui “... tutt'altro... ma ogni volta lo fisso per scorgere qualche particolare nuovo, un'espressione nel volto, un bagliore nello sguardo o una sfumatura nel sorriso...ed ogni volta che vi rivedo mi appare qualcosa di nuovo, di magico, sfuggitomi invece nell'ultimo incontro, come se in voi sbocciasse ogni volta qualcosa di diverso, qualcosa tenuto celato ad occhi troppo vaghi, sfuggenti e mutevoli...”
“Parlate così per la simpatia che naturalmente mi portate...” arrossendo vagamente lei.
“Lo credete davvero?” Fissandola lui. “O forse tutto ciò non è la sublime rappresentazione di quanto cantato da Cavalcanti, da Guinizzelli o da Dante Alighieri? Quando si ama una creatura ultraterrena e solo pian piano ella appare col suo vero volto, magnifico ed incommensurabile, a chi è baciato dai privilegi di Amore?”
“Volete confondermi...” sospirò lei “... anzi, temo vi piaccia riuscirci...”
“Dunque ogni amante” replicò lui “vede così la propria amata?”
“Credo di si...”
“Voi non sarete mai come le altre...” sorridendo Andros “... in voi sono sbocciate le più alte virtù che poeti, pittori e scultori cercano in mille e più donne per le loro opere... Fidia scolpì Atena Partenos strappando ad innumerevoli modelle forme e grazie che solo la sua maestria rese perfette... Callimaco dovette attraversare in lungo e in largo il millenario Egitto per trovare lo spunto e narrare di Berenice... gli architetti di Adriano, poi, fecero giungere a Roma schiave da ogni angolo del Mediterraneo per abbellire con rilievi e statue la monumentale Villa del loro imperatore...”
“Oh, Andros...” voltandosi verso il palazzo lei “... tacete, vi prego...”
“Si, in voi si sono riunite tutte le virtù che possono ispirare un cuore...” con un sussulto lui “... voi possedete il profumo che rende unico il fiore, il sapore racchiuso nel frutto, il bagliore sprigionato dalla pietra preziosa e lo splendore che ricopre la perla...”
Lei sorrise.
“Temo siate troppo fantasioso e poetico...” sussurrò “... finirete presto per stancarvi di tutto ciò... un uomo come voi non può nutrirsi di così poco, di questi fugaci e brevi incontri in questo giardino... credo che il vostro amore per me terminerà presto...”
“Lo credete davvero?” Quasi trasalendo lui. “Siete sincera? Giudicate, dunque, il mio sentimento dal tempo trascorso insieme e non scandendolo invece col battito del vostro cuore? Pensate davvero che debba nutrirsi ciò che provo per voi? Che debba trarre linfa da qualcosa di materiale ed effimero come il trascorre delle ore, come il passaggio del Sole nella volta celeste o attraverso le fasi della Luna? Le grandi civiltà del passato, forse, sono sorte col cammino delle stelle e per questo sono cadute nell'oblio del tempo... ma il mio amore... oh, Chymela... il mio amore non è di questo mondo e come tutte le cose divine non conosce né inizio, né fine ed esiste da sempre e per sempre, al di là del tempo, dello scorrere delle cose e della vita stessa...”
Lei lo fissò sorridendo.
“Oggi voglio raccontarvi qualcosa...”
“Temo non ci sia più tempo...” rammaricata lei.
“Di già?”
“Si...”
“Ahimé...”
“Cosa volevate raccontarmi?”
“Di un Fiore...” mostrandole di nuovo il suo diario “... un Fiore che ho visto anche stanotte, in sogno...”
In quel momento qualcuno chiamò la ragazza.
“Arrivo!” Voltandosi lei. “Arrivo, cara balia!”
Era il segnale.
“Datemi la mano...”
“E' tardi, devo andare...”
“Per un momento...”
Lei posò allora la sua mano tra le foglie e lui la baciò con passione, per poi farle stringere il libretto fra le dita.
“Ma è vostro...”
“Sogno chiama sogno...” con voce calda e bassa lui “... qui ho annotato i miei sogni... e voi siete il più bello che io abbia mai fatto... custodite voi questo diario...”
Un attimo dopo Chymela andò via, lasciando al nobile Arciduca il sapore e il profumo di quell'estasi d'amore.

Talia cominciò a ritoccare quegli oggetti, ripercorrendo all'indietro gli stessi passi fatti fino a quel momento.
“Cosa cerchi?” Domandò Guisgard. “Qualcosa ti ha colpito in modo speciale?”
Talia in quell'istante però sfiorò uno scrigno e con una mano toccò il prisma d'oro che lo teneva chiuso.

Guisgard 18-04-2012 19.05.39

Lilith e Parsifal giunsero così al cospetto di Orco il Rosso.
Nel vederli, l'uomo comprese subito le loro intenzioni.
“Verrete condotti alle porte del labirinto.” Spiegò. “Vi entrerete e cercherete la prova da superare. Solo una volta superata la prova, potrete uscire dal labirinto. Ovvio che dovrete trovare voi la strada per uscire. Altre domande?”

Talia 18-04-2012 19.10.11

Quella visione mi attraversò la mente e l’anima... la forza del battito del cuore di Chymela si confuse con il mio e così, anche se fu solo per un breve attimo, un piccolo sospiro mi sfuggì dalle labbra, accompagnato da un vago, dolce sorriso.
Un attimo... per un attimo, che pure mi parve infinito, rimasi a contemplare Andros ed il cuore di Chymela... a gioire con lei... un attimo...
Poi le mie dita sfiorarono quel prisma d’oro ed io sussultai.
“Questo...” mormorai, in risposta a Guisgard che mi aveva chiesto cosa stessi cercando “Cercavo questo!”
Sfiorai con delicatezza il prisma, poi le mie dita scesero a seguire i contorno del piccolo scrigno, ne indagarono ogni angolo ed ogni ricco dettaglio, le piccole schegge di giada che ne incrostavano la superficie e quei ricchi decori di liscia madreperla...
Infine, quasi decidendomi solo a fatica, lasciai scivolare le mani e le appoggiai piano sul mobile che lo ospitava...
“Vuoi provare ad aprirlo, Guisgard?” sussurrai quindi, quasi con reverenza “Vuoi provare ad aprirlo e vedere che cosa contiene?”

Guisgard 18-04-2012 19.29.32

Guxyo annuì e fece cenno ad uno dei suoi.
Un attimo dopo Goz fu condotto davanti al capo dei Tulipani.
Lo legarono e gli strapparono via le vesti.
Guxyo annuì e cominciarono a flagellare Goz.
Colpi sempre più profondi lacerarono la sua schiena, senza però che lui emettesse un solo gemito.
“Ditemi voi quando può bastare, milady...” fece Guxyo fissando Elisabeth “... io posso decidere sulla vita di tutti qui...”
Goz si voltò e fissò la maga senza dire nulla.


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