![]() |
Tutto quello che volevo era prendere tempo, impedire che venissero tutti uccisi ma soprattutto rivedere Dension, riabbracciarlo e andarcene.
Avevo un piano in mente, forse mi illudevo e forse avevo letto troppi libri d'avventura ma volevo ardentemente farcela e dimostrare di essere in grado di salvarlo, dopo tutte le volte che lui lo aveva fatto con me. Era semplice, almeno all'apparenza, approfittare della cattura e della mia fittizia ricerca dei servitori per tramortire le guardie e nella confusione, raggiungere velocemente la nave. Una volta lì avremmo lasciato le scialuppe per la fuga di Icarius e della sua ciurma mentre io e Dension avrebbe consegnato la Divina Misericordia al misterioso armatore X. A quel punto saremmo finalmente stati liberi. Mi destai da quei pensieri, da quel sogno di libertà finale. Mi girava la testa per tutto quel pensare ma soprattutto per l'attesa spasmodica, l'ansia di sapere se ero riuscita a convincere il vecchio. |
Mi sedetti sul letto, guardandomi intorno sospettosa.
Quel posto celava segreti e inganni, poco ma sicuro. Poi sentii delle voci, e trasalii. Era impossibile faintendere. Alzai gli occhi al cielo, infastidita. Ecco, ci mancava solo questo adesso. Figurati se se ne fa scappare una! Avevo fatto in modo di non pensarci più, ma non avevo dimenticato Vacolis, e la bellissima custode del fiore. Dai su, ha detto che voleva solo salvarla. Sospirai. In realtà sapevo che non avrei mai saputo la verità. Era meglio non pensarci e basta. Ma era difficile non pensare con quelle voci che invadevano prepotentemente il silenzio di quella stanza. Beh, pensai, ricorda che è un'incantatrice, dunque magari sta solo giocando con i tuoi sentimenti per prendersi gioco di te. Magari è solo un'allucinazione... Sì, come no... Magari l'ha sedotto con la magia. Sospirai. Tanto sapevo che anche se fosse stato vero non mi avrebbe detto niente. Perché avrebbe dovuto, infondo? Non ero la sua donna, dopotutto. E con donne così disponibili a disposizione perché avrebbe dovuto anche solo pensare di legarsi ad una come me? Ma forse era proprio quello l'intento della donna, farmi impazzire... Così presi un profondo respiro e cercai di convincermi che non fosse reale. |
Il cavaliere condusse Gwen ed Elv fino ad un laghetto piatto e silenzioso.
Le sponde erano fitte di umidi fiori che parevano nutrirsi dei leggeri vapori emanati dalle bizzarre increspature dell'acqua tinta di giallo. E nel bel mezzo del laghetto, su una bassa pietra levigata dal tempo, si vedevano i resti di un qualche antico edificio, forse una fortezza, forse una torre, che col suo profilo austero faceva da guardiano a quel luogo. Intorno, su spuntoni rocciosi coperti da muschio selvatico, scivolavano guizzanti le silenziose ed opache acque che dalle rocce sfociavano ad alimentare quel luogo. “Eccoci giunti.” Disse soltanto il cavaliere. |
“Ebbene...” disse la voce dell'uomo, vibrante e solenne, destando Dacey dai suoi inquieti pensieri “... non vi sono forse qui servi e servitrici degni della prediletta di Amisc?” Fissando la ragazza col suo sguardo cupo ed ardente d'odio. “Ma immagino che Amisc, signore di fratellanza e devozione, non rifiuterà tale richiesta alla sua pupilla. Ti prometto che i tuoi servi saranno risparmiati. Anche perchè una volta ucciso il capitano, i suoi si disperderanno come pecore impaurite per la morte dei loro pastori.” Annuì. “Ma tu dovrai aiutarmi a distruggere quell'uomo e la sua nave.” Sentenziò.
|
- Vi ringrazio - sospirai sollevata, - questo mi rende molto felice.-
Quel uomo non mi dava tregua, il suo odio era sempre più accecante. - Che cosa devo fare?- chiesi quindi controvoglia. |
Clio respirò forte e cercò di scacciare quei pensieri.
Ma quelle voci non cessavano. Si cercavano, unendosi e confondendosi l'una nell'altra, per poi lasciarsi e rincorrersi. Erano animate da sospiri, gemiti, lamenti ed urla di vivo piacere. Ad avvampare in esse non era solo la passione, ma una primordiale forza fatta di istinto e foga che pareva travolgerle entrambe. E la voce di quella donna tradiva il più alto e profondo piacere, quasi estatico, in un delirio di appagamento sessuale senza freni, né limiti. |
“Sarà il grande Amisc stesso a rivelarlo a te e a tutti noi.” Disse l'uomo a Dacey. “Ora andremo all'oracolo, dove il nostro signore e dio parlerà attraverso i tuoi sensi.” Con uno sguardo ardente di fanatismo.
|
- attraverso i miei sensi?- strabuzzai gli occhi inorridita a quell'idea ma non potevo tirarmi indietro, quello sembrava l'unico modo per ricongiungermi con Dension.
- Sarà un grande onore per me- piegai il capo e seguii l'uomo. |
Al centro del laghetto c'erano come dei resti di un'antica fortezza e il cavaliere disse che eravamo arrivati.
"Ebbene?" |
“Non ne dubito.” Disse l'uomo anziano a Dacey.
Battè allora le mani e due uomini dalla pelle ambrata, vestiti solo con un sottanino di fasce avvolte attorno ai fianchi ed armati con lunghi coltelli ricurvi apparvero dalle piante circostanti. Con loro vi erano anche due ancelle. “Questo lo donerai ad Amisc una volta al suo cospetto.” L'uomo anziano alla ragazza, dandole un fiore. Un attimo dopo dai suoi petali si sprigionò un odore acre e Dacey perse i sensi. |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 21.29.41. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli