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Nel vederlo andare via provai sollievo ma anche l’angosciante sensazione che quell’uomo si sarebbe ripresentato con i suoi intenti di vendetta.
Forse avrei dovuto essere più crudele e spietata, invece che limitarmi a bandirlo dal palazzo, ma era giorno e con la luce io ancora mi destreggiavo tra le mie identità, faticando a farne emergere una definitiva. Mi assicurai che Reddas fosse buttato fuori le mura del castello e tornai dentro, spossata. Avrei avuto quel tanto agognato bagno finalmente e infatti appena raggiunta la mia stanza fu ciò che comandai a Silvia. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Quell' uomo dal portamento nobile e pure misterioso si voltò verso me, rimasi in silenzio mentre i suoi occhi azzurri mi guardavano fissi, era ancora buio e l' Alba ancora lottava con le tenebre della notte per far capolino.
A quella sua richiesta sorrisi leggermente "Io? Sono reale" a voce bassa "E a dire il vero mi stavo chiedendo la stessa cosa di voi, è tutto così strano in questo Palazzo, siete voi il padrone?" cercando di focalizzare la sua figura, i suoi tratti quando già l' azzurro di quegli occhi sembravano parlare da sé "Perdonate se vi ho disturbato nelle vostre preghiere" avvicinandomi lentamente come una rispettosa ospite. |
Lui guardò Altea avvicinarsi, mentre lentamente i bagliori d'Oriente, di un perlato rosa, lambivano la figura di lei.
La fissò, tutta, comprendendo che era una donna vera, reale, non uno spettro fatto di ombre. “Si, sono il padrone di questo posto dimenticato...” disse “... il vostro nome? Se siete una donna di certo allora avrete anche un nome, no?” Sempre con il suo sguardo azzurro su di lei. Ora il Sole stava sorgendo e lei poté vedere i lineamenti ed i tratti di quell'uomo. Era un cavaliere in armatura cromata, i capelli bruni e mossi, il viso pulito, lo sguardo azzurro ed inquieto. https://i.pinimg.com/originals/4a/c5...121c84a085.jpg Dacey tornò in camera e subito Silvia preparò per lei un bagno caldo e rigenerante. Nell'acqua trasparente e tiepida fece scogliere essenze esotiche, come il mandorlo del Catai, il Sandalo di Giava e l'ambra di Ceylon. Versò nella vasca spuma di orchidee arabiche, petali di loto indiano e crema bianca del pregiato ciliegio dei lontani mari giapponesi. Infine profumò il tutto con semi selvatici di mandragola, mischiati con boccioli acerbi di rari fiori del Madagascar. “Il vostro bagno è pronto, mia signora.” Disse l'ancella. “Tutte le essenze ed i sali sono un omaggio di sia signoria il barone, per voi.” Con un inchino. Rapidi e veloci, come le ombre della notte che si ritiravano per sfuggire alla luce del nuovo giorno, Gwen ed Elv corsero via, lasciando il villaggio ed i suoi misteri, attraversando il bosco e ritornando in tempo alla loro torre. “Quel luogo...” disse Elv perplesso “... era disabitato... dunque erano tutti spettri quelli che abbiamo visto... e la campana li governava...” scuotendo il capo “... tutti uccisi un secolo fa da quella bestia...” Lo schiaffo di Lys, perlopiù il gesto di rabbia di una donna, non sortì effetto, vista la robustezza di Aegos. Ma la presa sul suo polso, resa ardente dalla magia, lo spinsero ad indietreggiare. Ma la forza, la rabbia e la gelosia non erano scemate, anzi. Spinse via di nuovo Icarius. “Ehi, che modi...” disse il giovane giardiniere ruzzolando a terra, mentre lo stalliere afferrò da dietro la sua padrona, portandola con la schiena contro il suo petto vigoroso, tenendola stretta per i seni, in una morsa virile e forte. Lei sentiva il suo corpo aderire a quello del suo servo, avvertendo la mascolinità dell'uomo, turgida e prepotente, contro le sue forme. “Forse non l'hai capito...” Aegos in un sussurro nell'orecchio di Lys “... tu sei solo mia...” con la mano libera che scendeva piano fin verso le gambe di lei, posandosi su quel sesso umido e caldo, cominciando a toccarlo tutto con le dita. Le muoveva piano, ma in modo deciso, affondando sempre più, penetrando in lei, toccandola con sempre più avidità. “Dimmi che sei mia...” lui muovendo le sue dita dentro di lei, come a voler scavare con un uncino dentro la sua padrona, rivoltando come un guanto ogni cosa, fin dentro la sua anima perversa e perduta. |
Alzai le spalle.
"Noi siamo vampiri, loro fantasmi. Non vedo quale sia il problema..." con tono sarcastico "Comunque dobbiamo rientrare, a breve farà giorno." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Lentamente l' Alba stava spuntando e avvicinandomi finalmente vidi le fattezze dell' uomo nobile e cavaliere.
Il Sole, sorgendo, illuminava flebilmente le sue fattezze e lo osservai..era giovane e di bell' aspetto e sussultai leggermente, era anche un po' irriverente e sicuro di sé ma quel lato caratteriale conferiva più carisma alla sua figura già di per sé di un certo fascino. Rimasi perplessa, lui era il proprietario ma non si aspettava di trovarmi lì.. mentre nella visione l' uomo diceva mi stava aspettando e il tutto si faceva più misterioso. "Oh si, ho un nome...tutti abbiamo un nome.." con un inchino "sono la Contessa Altea de Bastian, scusate se mi sono permessa di insinuarmi nella vostra dimora, siete tornato da poco? Il vostro servitore vi stava aspettando" sorridendo e guardandolo negli occhi e osservando la sua armatura. |
Lui salutò Altea con un cenno del capo dopo la presentazione di lei.
“Non mi avete affatto disturbato, anzi...” disse “... viaggio da diverso tempo e non ho avuto compagnia... i giorni e le notti nella solitudine sono come secoli infiniti... ho piacere a parlare con una donna, soprattutto dopo tutto questo tempo...” guardandola in tutta la sua figura “... ho un servitore? Qui?” Indicando il luogo diroccato. “Possibile?” Stupito. “Si, hai ragione...” disse Elv a Gwen “... immagino sia tutto normale... ma sapere che quel luogo è stato ridotto ad un ritrovo di fantasmi da quella bestia... siamo stati fortunati a sfuggirgli...” Erano alla torre e fuori albeggiava. “Vieni, dobbiamo dare la notizia anche ad Ivan ed a Nikolaj... devono sapere che siamo uniti per sempre...” prendendole la mano. |
"Beh, probabilmente non ci torneremo mai più lì" alzando le spalle con noncuranza.
"Sì, dobbiamo anche dire loro della lapide e di quelle inscrizioni" entrando alla sicura ombra della torre. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Alle sue ultime parole rimasi a bocca aperta ma inspirai immediatamente l' aria fresca del mattino ma me lo aspettavo, quell' uomo era stato uno spirito della notte.."Io..sono stata con un servitore qui stanotte, un uomo anziano, a me sembrava uno spettro...no, non mi spaventa anche se mi inquieta, e mi ha parlato del suo signore, un nobile cavaliere giovane e bello proveniente da Afragolignone e lui lo aspettava, aspettava da tempo il suo arrivo ed era sicuro...sareste arrivato" il tono della mia voce si fece basso e scrollai il capo.. "E voi, da dove venite visto avete viaggiato per tanto tempo" avvicinandomi ora proprio accanto a lui in modo da poterlo guardare ancora meglio.. che situazione strana, forse lui pure era reale.
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L’acqua riempiva la vasca, dalla quale ogni sorta di aroma e profumo fuori usciva.
Era valsa la pena attendere per quel bagno. Finalmente infilai le mie membra in quel meraviglioso bagno, traendo un soddisfatto sospiro, già rilassata. Sorrisi alle parole di Silvia, accarezzando la cresta dell’acqua sulla quale si erano formate alcune bolle. Il Barone mi stava viziando con un simile regalo, pensai compiaciuta, tornando per un attimo con la mente a quella notte passata insieme. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Appena dentro la torre, Elv chiamò Ivan e Nikolaj.
I due arrivarono e lui subito disse loro del matrimonio. “E' una cosa originale, ma mi piace...” disse Ivan sinceramente felice “... io non so se esistano davvero due vampiri che abbiano deciso di vivere l'eternità con una sola creatura, a parte voi... ma un po' vi invidio.” Sorridendo a Gwen e ad Elv. “Si, come no...” fece Nikolaj “... i vampiri per natura non possono essere fedeli... a breve vedrete quanti tradimenti e cornificazioni.” Ridendo. “Sei il solito cinico.” Elv. “Vedrai vedrai...” divertito Nikolaj. “Vengo da Afragolignone, proprio come detto dal servo di cui mi parlate...” lui ad Altea, sempre guardandola con una certa insistenza “... conducetemi da lui, mi incuriosisce... sapeva del mio arrivo qui...” Dacey si immerse in quel bagno rilassante, rigenerante, traendo da esso una nuova vitalità. In realtà si sentiva bene, anzi benissimo. La notte insonne e carica di passione non sembrava aver sortito effetti sulla sua pelle. Anzi, era ancora più bella. Silvia attese che la padrona finisse di lavarsi, per poi aiutarla a prepararsi e scendere per la colazione. |
Indietreggiò e io lo guardai negli occhi, intensamente, a testa alta, senza indietreggiare, senza cedere di un passo.
Doveva capire qual era il mio posto, doveva capire che ero io la padrona e lui poteva starmi accanto solo se avesse fatto il bravo servo, non era altro che questo, non era altro che una bestiola da compagnia che il mio padrone mi aveva concesso per il mio piacere. Spinse via il povero giardiniere, che protestò debolmente. A quel gesto il mio sguardo si fece ancora più intenso, folle, furibondo. Poi mi sentii prendere da dietro, stringere, afferrare, un contatto virile e forte, mentre il mio corpo aderiva al suo iniziava a bruciare sempre di più, sempre di più, quasi fosse anch'esso preda di quella magia che avevo usato io su di lui. Mi inebriava quella sua rabbia, quella sua determinazione, gelosia, aveva una carica erotica così forte che tutto il mio corpo bramava di sentirlo sfogare in me. Poi lo sentivo, lo sentivo contro di me, sentivo quella virilità salda, forte, umida di eccitazione, che premeva contro il mio corpo caldo e voglioso. Poi quella mano, quella mano che scese in me, si insinuò tra le mie gambe completamente bagnate dei miei umori, della mia eccitazione folle. Quelle parole, parole che nessuno mai mi aveva detto, che nessuno mai mi avrebbe detto. Perché erano completamente folli, deliranti, assurde. Ma quel dito.. entrò in me, scavando come volesse arrivare alla mia anima. "Oh se ti sentisse il mio padrone..." voltando lo sguardo per guardarlo negli occhi "Se ti sente sei un uomo morto, Aegos!" gemendo, sempre più forte. Ma poi persi completamente il controllo, quel dito entrava in me, si rigirava come un uncino e io sentivo tutto il mio corpo esplodere di un piacere così intenso, forte e incontrollato come mai mi era capitato prima. Mi sembrava di impazzire, non riuscivo a muovermi, a respirare, a pensare. Potevo solo gridare, gridare sempre più forte, più forte, fissandolo negli occhi, con il volto girato verso di lui. Era meraviglioso, un piacere così unico da sconvolgermi, da farmi andare fuori controllo. "Aegos..." gemetti, con gli occhi spalancati, completamente fuori di me, aggrappandomi a lui. Ma era tutto quello che riuscivo a dire, il resto erano singulti disarticolati, grida di piacere che echeggiavano tutto attorno a me, incuranti della decenza, del pudore, della morale. Un piacere così andava goduto dal primo all'ultimo istante... un piacere così ti faceva perdere la testa! E io l'avevo persa, completamente... ero fuori di me, folle come mai in vita mia, nella mia dissoluta vita di perversione ero stata. Mai... |
I suoi occhi continuavano a fissarmi con insistenza ma a dire il vero pure i miei smeraldini occhi non si levavano da lui..."Deve essere stato un lungo viaggio" avvertendo il fuoco sulla pelle nel punto dove si trovava il medaglione e sospirando leggermente...è bello vero mia cara...sussurrando la Dama Nera al mio orecchio...
Mi destai da quel sussurro improvviso e feci cenno al nobile cavaliere di seguirmi "Venite, vi stava aspettando con ansia, ha detto pure sua moglie si trova qui, attenzione che il Palazzo è alquanto decadente". E camminai a fianco a lui alzando la veste elegante e mi voltai sorridendogli e guardando quei meravigliosi occhi azzurri vividi e lo accompagnai lungo le scale e bussai alla porta della torre.."Il vostro padrone è arrivato, messere" mentre la mia voce rimbombava tra quelle antiche mura. |
Sorrisi ad Ivan, che era felice per noi.
Nikolaj passò in cavalleria nella mia mente. Era solo un infelice insoddisfatto e onestamente il suo pensiero non mi interessava. Eravamo felici e questo bastava. "Sono certa che anche tu troverai qualcuno da avere al tuo fianco..." dolcemente ad Ivan "A meno che tu non voglia ridursi come Nikolaj, s'intende..." con tono neutrale, ma vagamente screziato dal disprezzo e la compassione. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Il cavaliere seguì Altea verso l'interno del castello diroccato, mentre la luce del Sole faceva capolino fra le antiche e consumate murature.
Lui notò il gesto di lei nel sollevarsi l'abito per avere un passo più libero fra quei crolli di pietra e malta. Arrivarono nella torre e lei chiamò il vecchio servitore. Ma nessuno rispose. “Sembra sparito...” disse il cavaliere “... siete certa non fosse un mendicante? O magari un vagabondo nascosto qui? O magari un fantasma anche lui?” Fissando Altea. “Le tue provocazioni non mi toccano, anima mia.” Disse divertito Nikolaj a Gwen. “Dopotutto compatisco la tua delusione... potevi avere me al tuo fianco, ma sai io non sono fatto per le storie lunghe.” Ridendo. “O anche il barone, rammenti? Era molto galante.” Sarcastico. “Ma lui poteva avere qualsiasi donna e si sarebbe stancato presto di te.” Senza smettere di ridere. “Sei un bastardo!” Con rabbia Elv. “Uhhh, che paura...” ironico e provocatorio Nikolaj. |
Mi trattenni con tutte le mie forze per non rispondergli a tono e dovetti trattenere anche Elv, perché davvero avevo paura che rispondesse per le rime.
"Shhh..." gli surrai piano ad un orecchio tenendolo fermo. Odiavo quel comportamento e non sapevo se lo avrei sopportato ancora. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Tutto era avvolto in una strana atmosfera, la luce del sole non toglieva le ombre di questo Palazzo.."Se ne stava seduto su un tomo a scrivere in una decadente seggiola e tavola....forse era uno spirito della notte...mi ha detto questo apparteneva al suo signore...voi lo riconoscete? Ah, per parità voi dovete dirmi il vostro nome" mentre mi tolsi la collana che sbadatamente cadde sulla scollatura e intrufolai la mano esile per afferrarlo e porgerlo al nobile...forse mi aspettavano per un motivo ben valido, questo era il fatto, il Destino lo aveva voluto e qualcuno, forse, mi aveva aiutato.
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Restai a bearmi nell’acqua, più per pigrizia che per vera necessità e quando uscii mi sentii rigenerata.
Ma in cuor mio sapevo che non era grazie al bagno appena fatto. Per quanto calda potesse essere l’acqua e preziose le essenze in essa sciolte, non bastavano da sole a spiegare il vigore che avvertivo in ogni muscolo e osso, e neanche come mai la mia figura risultasse ancora più leggiadra, splendente e affascinante. Fui quasi sorpresa una volta che, vestita e agghindata, mi osservai di nuovo allo specchio. Ero bella e lo ero solo per Lui. “ Probabilmente staranno già tutti aspettando...” Mormorai a Silvia, rendendomi conto di averci messo un po’ a prepararmi quel mattino, visto anche il ritardo dovuto all’incidente con Reddas. “ Sarà meglio andare o mio fratello metterà già il broncio a quest’ora!” E con un sorriso smagliante sul viso arrivai infine nella sala per la colazione. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Dacey, accompagnata dalla devota Silvia, lasciò la sua stanza e scese al pianterreno, dove in una sala ampia e soleggiata grazie a grandi finestroni il Maresciallo e Fagianus erano già seduti al lungo tavolo rettangolare.
“Buongiorno, madama.” Disse Fagianus alzandosi ed accogliendo Dacey con un sorriso cortese. “Ogni giorno siete più bella.” Invitandola a prendere posto. “Stamattina hai riposato più di quanto le tue consuetudini non ci avessero abituato in questi anni, sorella.” Il Maresciallo. “Come stai?” Chiese. "Intendo dopo l'aggressione ad opera di quel saltimbanco." I soldati gli avevano riferito tutto. |
La luce del giorno era già alta Quando entrai nella sala, trovando mio fratello in compagnia di Fagianus.
Questo fu il primo a salutarmi, facendomi segno di prendere posto insieme a loro. “ Come sempre siete troppo gentile nei complimenti.” Dissi ostentando una modestia che faticavo a mantenere, perché sapevo perfettamente di essere bella e più bella dopo quella particolare notte. Sedetti accomodando con cura la gonna del mio abito ampio. “ Ho indugiato nella pigrizia più del mio solito, lo confesso ma l’incidente con quell’artista di strada mi ha piuttosto scossa.” E qui non mentivo. Ero sinceramente scossa per la reazione di Reddas, quasi potevo ancora sentire la pressione della sua mano sul mio polso o il calore bruciante provocato dallo schiaffo sulla mia guancia. “ Ma ora se n’è andato, quindi inutile rimuginare ancora sull’accaduto.” Tirai forzatamente un sorriso e presi a imburrare una fetta di pane. La passionale notte con il Barone mi aveva messo parecchia fame. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Icarius guardava quella scena eccitato.
Era a terra e davanti a lui stavano Aegos che teneva stretta a sé Lys, in una morsa. Con una mano le stringeva i seni, con l'altra invece tormentava ed allo stesso tempo deliziava il sesso della padrona. Lei era fuori di sé, come se avesse perso l'aria di dominatrice, di sadica dark lady, con lui che muoveva forte, veloce e con maestria le sue dita dentro la ragazza, stravolgendole il bacino, rivoltandole il basso ventre e facendola gemere come una cagna in calore. Lei lo guardava, era praticamente aggrappata a lui, persa e dannata in quel gioco erotico ed immorale così intimo e profondo. “Si, dimmi, padrona...” disse lui a lei che aveva sussurrato il nome dello stalliere in un gemito soffuso “... lo sai che il tuo stalliere pende dalle tue labbra...” quasi beffardo, senza smettere di farla impazzire, per poi baciarla lascivo, infilandole in bocca la sua lingua vogliosa. A stento Elv riuscì a trattenersi, calmato anche da Gwen. “Ora dacci un taglio, Nikolaj.” Disse Ivan. L'altro rise. “Massì... la smetto...” ridendo “... beh, sarà meglio che vada... ho idea di non essere molto gradito...” andando via divertito. “Bastardo...” mormorò a denti stretti Elv quando l'altro fu andato via. Il cavaliere si guardò intorno cercando di capire cosa stesse accadendo nel castello. Poi il suo sguardo azzurro seguì la mano di Altea che si intrufolò nella scollatura per recuperare la collana scivolata nell'abito fra i seni. Allora la guardò negli occhi. Uno sguardo intimo e profondo. “Il nostro misterioso uomo sembra dunque svanito insieme alle ombre della notte.” Disse. Ma in quello stesso momento udirono dei passi. Qualcuno stava salendo le scale della torre. Subito il cavaliere portò la mano sull'elsa della spada. “Ti sbagli, mia cara.” Disse il Maresciallo a Dacey. “Quel saltimbanco non è andato via. E' ancora nostro ospite e dubito potrà lasciare il palazzo. Dico bene, messere?” A Fagianus. “Concordo, signore.” Annuì questi. “Le leggi Monsperonesi sono molto severe per chi aggredisce un membro dell'aristocrazia.” “Già.” Fece il Maresciallo. “Non temere, Dacey... quel cane pagherà caro. Io stesso andrò nelle prigioni dopo aver fatto colazione. Poi io stesso gli strapperò quella maschera dal viso." Cominciando a mangiare. |
Mi dava fastidio quel suo costante divertimento, come se ci godesse nel rovinare la vita della gente, era una cosa che mi mandava fuori di testa perché non c'era modo di scalfirlo e di punirlo.
Ci si poteva arrabbiare, si poteva urlargli contro, ma lui niente. Continuava, indefessamente. E lo odiavo, soprattutto per questo. "Vieni, andiamo di sopra..." sussurrai ad Elv, lanciando poi uno sguardo ad Ivan mentre salivamo in camera nostra. Mi chiusi la porta alle spalle e mi avvicinai, stringendomi a lui. "Va meglio?" gli chiesi piano "Non facciamoci rovinare questo giorno da lui..." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“ Avevo detto di lasciarlo andare...”
Posando forchetta e coltello, piuttosto infastidita dal sapere che i miei ordini erano stati ignorati. “ È solo un povero stolto, non merita neanche tutta questa attenzione da parte tua, avrei di certo cose più importanti da fare che perdere tempo con un prigioniero.” Qualcosa dentro di me mi angosciava. L’idea che mio fratello si trovasse faccia a faccia con Reddas, ma soprattutto che questo cominciasse a parlare. Di me, del Barone, di ciò che aveva sentito e poi visto sul mio collo. “ Piuttosto ci saranno tante questioni che richiedono la tua attenzione, sei un aiuto prezioso del nostro caro Barone. Sono certo che apprezzi molto il tuo contributo.” Sfiorando leggermente il braccio del Maresciallo. “ Il prigioniero resterà in galera, con o senza la sua maschera, che importa.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
“Si... sto sbollendo la rabbia...” disse Elv prendendo la mano di Gwen “... tra un momento starò meglio...” annuendo “... tu? Tutto a posto? Come tolleri quel verme ancora intorno?” Guardandola.
“Nessuno la passa liscia dopo aver toccato mia sorella.” Disse il Maresciallo a Dacey. “Se la sorella del Maresciallo di Chanty e futura sposa del barone di Monsperone. Comunque non occuparti di queste faccende. Penserò io a tutto.” Mangiando. “Sua signoria non ci farà compagnia stamattina?” Chiese Fagianus. “Lui non fa mai colazione.” Il Maresciallo. “Mangia pochissimo. Raramente l'ho visto mangiare ad essere sincero. Ora è nel giardino per la sua quotidiana passeggiata del mattino.” |
Sorrisi accarezzandogli il viso.
"Bene..." abbracciandolo "Sto bene non preoccuparti..." lo rassicurai. "Oh, non lo tollero, infatti..." connubi sorriso ed un tono parecchio amari. Era vero. Il fatto che ancora dividessimo la stessa congrega e lo stesso tetto non voleva dire che lo tollerassi. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Non capivo più niente.
Ero fuori di me, completamente fuori controllo, decisamente folle e riboccante di desiderio e lussuria. La sua vicinanza, il suo corpo contro il mio, il respiro tra i miei capelli mi inebriava fino alla follia, poi quelle mani sui miei seni, quel modo di stringerti, di tormentarlo, uccideva le ultime tracce della lucidità che poteva cercarmi in quel momento. No, lì c’era spazio solo per la follia, per il godimento più estremo ed assoluto. Perché quello era, si chiamava così la sensazione incredibile che mi scuoteva in quel momento, avevano questo nome le urla incontrollate e forti che riempivano la stanza e probabilmente scandalizzavano qualche signorina al piano di sotto. Già, quello era l’effetto del suo dito dentro di me, di quello scavare, girarsi e rigirarsi, piegarsi a uncino. Oh si... un effetto meraviglioso! Potevo sentire le sue nocche contro le mie labbra tanto spingeva a fondo quella mano, alimentato dalle mie grida forse, o dalla consistenza sempre più umida e vischiosa di quella femminilità violata, vogliosa e insaziabile. Poi quelle parole, quell’aria di sfida, quel tono, mi accesero ancora di più, mi entrarono nel profondo, ancora più di quel dito che già mi faceva morire dolcemente. Le sue labbra così vicine, il suo sguardo così azzurro. Era così bello... così bello da farmi perdere il senno. Poi mi baciò, infilandomi tutta la lingua in bocca, e io ricambiai quel bacio con ardore, desiderio, lasciando che mi togliesse il fiato e togliendoglielo a mia volta. Quel bacio era meraviglioso, intenso, caldo, le nostre lingue sembravano conoscersi e appartenersi da sempre, tutto il mio corpo, il mio desiderio disperato, il godimento assoluto si riversarono in quel bacio. Era troppo, troppo!! Allora il mio sguardo si accese di una luce nuova e perversa, spostandosi appena per guardarlo negli occhi. Affondai la mano nei suoi capelli, strinsi e lo allontani da me quel tanto che bastava perché mi vedesse, mi guardasse, sprofondasse nell’azzurro chiaro dei miei occhi. “Prendimi!” Gemetti, incapace di attendere ancora, per poi avvicinarlo bruscamente alla mia bocca, e violarla con la mia lingua ancora più intensamente di prima. Lo volevo, non mi importava di nient’altro, lo volevo e basta. Lì, subito, tutto! |
“Dobbiamo andarcene.” Disse ad un tratto Elv. “Lasciare questo posto, questi boschi, questa ragione. Andare lontano, fuori da questo paese. Lontano, verso Est... solo così potremo sopravvivere ed essere liberi. Non c'è posto in queste terre per quelli come noi. Se non ci ucciderà il barone allora lo faranno i Credenti. Qui pullula di simpatizzanti e di nostalgici Afragolignonesi. Un giorno potrebbero tornare e con loro il Santo Uffizio. Daranno la caccia a tutto ciò che non possono capire, a tutto ciò che non è tollerato dal loro Credo. C'erano dei libri nel tuo palazzo. Li ho letti. Il barone non è un vampiro, o almeno non è solo quello. E' qualcosa di diverso, infinitamente più potente e terribile. La congrega lo temeva, ne era terrorizzata e per questo hanno fatto in modo di imprigionarlo, ma lui è fuggito. Dobbiamo fuggire, Gwen... verso Est... lì quelli come noi hanno possibilità di vivere al sicuro...” tenendole la mano.
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“ Come sempre non c’è modo di farti cambiare idea una volta che l’hai presa.
Ah , come sei testardo fratello mio!” Sempre con la mano sul suo braccio, stringendola appena più la presa. “ Gli uomini come il Barone speso si nutrono di aria, assorti come sono nei loro importanti pensieri tanto da dimenticare l’ora dei pasti. E se così è, sarà meglio che io lo raggiunta, devo pur sempre adattarmi alle sue consuetudini per essere una buona moglie.” Terminai però prima il mio thé è mi alzai , congedandomi. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Il Maresciallo e Fagianus salutarono Dacey che finita la sua colazione si congedò dai tu, raggiungendo i giardini di palazzo.
“Sarà meglio che vada a sistemare la questione di quel saltimbanco.” Disse il Maresciallo a Fagianus. Intanto Dacey era giunta nei giardini. Vide il barone poco lontano, tra alcuni cespugli fioriti, accanto ad una fontana zampillante. |
Iniziò a parlare a raffica, tutto d'un fiato e non riuscii ad interromperlo.
Aspettai che finisse e poi parlai io. "Tesoro" iniziai, con un sorriso dolce e comprensivo "Innanzitutto, so che il barone non è un semplice vampiro e poi so benissimo cosa questo voglia dire per te, conduco questa vita da un tempo talmente infinito che forse neanche la tua stirpe ancora esisteva. Come credi che abbiamo trascorso questi mille anni? Fuggendo. Ecco come. Fuggiamo da così tanto tempo che è asfissiante anche solo il pensiero di ricominciare, oltre quello che da nessuna parte saremo mai veramente liberi. Io credo che dovremmo rimanere finché la minaccia non diventa concreta, ed al momento non lo è. Non c'è piú traccia del barone sulla nostra via, ed anche i credenti sembrano essersi calmati, per ora. Dunque ti chiedo di avere pazienza, di calmarti e di fidarti di me. Il tuo giudizio è anche influenzato da ciò che è appena successo con Nikolaj, non prendere decisioni affrettate" il mio tono era calmo e lo sguardo determinato mentre parlavo. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Elv sospirò, quasi per riprendere fiato.
Guardò Gwen ed annuì, per poi chinare il capo sul suo petto, appoggiandosi così a lei. “Si, hai ragione tu...” disse “... dopotutto tu conosci questa vita da molto prima di me...” giocando con una troccia dei rossi capelli di lei “... ti amo, Gwen... ti amo da sempre... prima che tutto ciò cominciasse... e ti amerò anche quando tutto sarà finito... ogni volta, in mille, infinite storie differenti...” La guardò negli occhi, poi le loro labbra si unirono, le lingue invasero le loro bocche, lascive, calde, avide. Aegos la baciò. Baciò Lys quasi con rabbia, disperatamente. Poi le parole di lei. “Si, mia signora...” disse lui con un sorriso irrispettoso, voglioso, lussurioso. La spinse piano sul letto, facendola stendere con la schiena. Le afferrò le gambe per le caviglie, facendole divaricare. Allora le portò attorno ai suoi fianchi, sempre tenendo strette le sue caviglie. Si avvicinò al suo bacino, chinandosi appena su di lei. La guardò così negli occhi, penetrandola, violando piano quel corpo umido ed accogliente, ma anche la sua anima. “Ahhhh...” gemette piano “... ohhhhh... Lys...” senza alzare lo sguardo da quello di lei “... ohhhh...” annuendo come volersi accertare che lei sentisse tutto, tutta quella passione fino in fondo. Allora cominciò quella lunga cavalcata. Travolgente, appagante, infaticabile. Aegos la possedeva con una potenza, una virilità eccezionali, facendola sussultare sotto la spinta, la forza della sua passionalità. La teneva ferma per le caviglie, sbattendola forte su quel letto, tra le lenzuola bagnate, facendola gridare senza ritegno, senza dignità. |
Sospirò, poi chinò il capo e lo appoggiò su di me, che subito lo accolsi accarezzandogli i capelli corvini.
Sorrisi. "Ti amo anche io... E farò di tutto per essere la migliore guida per te in questo nostro mondo... La guida che io avrei voluto, ma che mi è mancata e ce la metterò tutta per riuscire al meglio nel mio compito..." dissi piano al suo orecchio, poi le mie labbra si spostarono sulla sua tempia, dove lasciarono un bacio, mentre giocava coi miei capelli. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Lui si calmò, si rasserenò, mentre Gwen lo accoglieva sul suo petto, accarezzandogli i capelli e poi quel bacio rassicurante.
Restarono così a lungo, in silenzio, facendo parlare il loro respiro, le loro carezze, il profumo dei loro capelli, della loro pelle. Perchè anche i vampiri hanno il loro odore. E' l'odore della notte, del sangue e della solitudine. Ma loro due erano diversi. Gwen ed Elv non erano soli. Non più, ma uniti per sempre, in una notte eterna. Ad un tratto qualcuno bussò alla porta. “Gwen, sono io...” disse Nikolaj da fuori. |
Sentivo il suo respiro rallentare e lui calmarsi, sempre più ed io continuavo, accarezzandogli i capelli, baciandogli il viso e stringendolo a me.
Mi corroborava e rassicurava il pensiero di noi due insieme per l'eternità. A chi era concessa l'eternità su questa terra? A nessuno, tranne che a noi, principi della notte. Che potevamo davvero amarci per sempre, non come nelle favole. Mi destai sentendo bussare. Era Nikolaj. Mantenni la calma mentre mi separavo da Elv e mi avvicinavo alla porta, senza aprirla. "Che vuoi?" Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Apri, è importante.” Disse da fuori Nikolaj a Gwen. “Riguarda Ivan...”
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Preoccupata, subito aprii.
"Che è successo ad Ivan? Sta bene?" con tono concitato, temendo il peggio. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Gwen aprì e trovò Nikolaj sulla soglia.
“E' sparito.” Disse lui. “L'ho cercato per tutta la torre, ma sembra svanito nel nulla. E' giorno e dunque non può essere uscito...” |
Sparito.
Una parte di me sospirò di sollievo, ma l'altra era comunque preoccupata. "Potrebbe essere sceso in quel pozzo? Non c'è altro posto dove potrebbe essere andato, a meno che non esistano passaggi segreti in questa torre." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
"Per quale diavolo di motivo" disse Nikolaj a Gwen "Ivan avrebbe dovuto fare una cosa tanto sciocca? Perchè tornare nel pozzo? E se avesse trovato un passaggio segreto, conoscendolo, sarebbe venuto ad avvertirci, no?" Fissandola. "Io invece credo che possa essere finito nei guai."
Era visibilmente cupo, persino preoccupato. E non era da lui. |
“ Ora la mia mattina ha davvero avuto inizio...”
Esordii non appena intravidi il Barone, che mi dava le spalle, intento ad osservare qualche fiore. Avrei voluto corrergli incontro e baciarlo rievocando la passione avuta quella notte ma a palazzo sapevo esserci fin troppo occhi indiscreti per potermi permettere un gesto così d’impeto. Così bloccai le mie pulsioni, raggiungendo l’uomo con calma. Accarezzai una delle rose prima di volgere il mio sguardo al nobile. “ Barone...” Rivolgendogli un lieve inchino tenendo però lo sguardo sempre su di lui, uno sguardo lievemente irriverente e provocante. “ Io speravo tanto di potervi far compagnia... ho bisogno di vedere qualcosa di bello dopo l’inizio poco piacevole della mia giornata...” Non sapevo se la notizia del mio incidente aveva raggiunto il suo orecchio ma in ogni caso sentivo la necessità di parlargliene. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Il suo sguardo così intimo e profondo mentre la mano scivolava sul seno non in modo lascivo ma sensuale.. Era come se fosse un attimo solo personale tra noi.
Mi sorprese il fatto pure lui, comunque, fosse perplesso su cosa stesse accadendo. Quando udii quei passi che salivano verso la torre mi aggrappai al suo braccio mentre la sua mano scivolava sull'elsa della spada. Sussurrai a bassa voce.. "State attento, gli afragolignonesi non sono accettati qui, speriamo non siano le guardie del Maresciallo" e lo presi portandolo nella stanza in cui mi aveva portato il servitore per dormire. Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk |
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