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"Si..potrebbe essere una leggenda..dite forse la Regina di Gioia Antiqua abbia posto come condizione per sposare il Duca Dominus il fatto di trovare quel Fiore..poichè sapeva fosse qualcosa di astratto o non vero e così non sposarlo?" scossi il capo "Comunque io non conosco Milord, ma penso abbia preso le dovute informazioni, non mi sembra poi uno sprovveduto".
Osservai il Cielo..." Ma dove è Milord? Non è gentile, comunque, far aspettare cosi una nobildonna a una festa...sono davvero stanca" sospirai, avevo veramente bisogno di dormire ma ovviamente non avevo osato andare nel veliero senza consenso. Mi alzai e seguii il gruppo e mi avvicinai a Irko.."Dobbiamo aspettare molto? Io ho sonno..e il pescatore era con me? Sparito..era al molo e un signore ben vestito pagò il suo peschereccio per molti taddei, gli disse sarebbe tornato tra due settimane..e quel pescatore disse lo vide uscire da un veliero pirata..strano, non ne ho visti in giro? Sembrava facessero un patto segreto.." dissi perplessa. |
La stanza era davvero incredibile, sembrava quasi in grado di farti dominare il cielo e i mari in un sol colpo.
Ne osservai ogni dettaglio, seguendo anche lo sguardo di Cid che non aveva mai smesso di illuminarsi. Sorrisi appena quando il capitano ci rivelò il nome di quella stanza meravigliosa. "Oh, tu guarda.." mormorai, ridendo appena "Dunque potrei trovarci qualcosa di mia conoscenza, dite?". |
Le sue pupille erano dilatate...per la paura...per l'incertezza...quel mio bacio lo aveva scosso....lo aveva costretto a prendere coscienza...tra l'orrore e l'ardore....mi scuoteva senza rendersi conto...che le sue mani stringevano le mie braccia.........il mantello cadde...e quel vestito così leggero come la brezza del mare la sera......lasciava poco alla fantasia......Schiavo...io non volevo che fosse schiavo..io almeno non volevo...ma quello che lui sentiva era il pensiero di Symoin non il mio..........ero prigioniera.....già lei mi aveva resa prigioniera dei suoi pensieri...del suo modo di agire.....
" Potete farmi male....potete urlarmi in faccia tutto ciò che il vostro cuore pensa che io sia.....come puo' una donna sola rendervi schiavo ?........O forse si.....siete schiavo dei vostri istinti.......perchè sono solo istinti quelli che provate...se avreste provato per me rispetto.....sarebbero stati per sentimenti diversi che avreste deciso di farmi salire sulla vostra zattera......Bene.....volete comandare Voi ?...Io mi ritengo una donna Libera ........ma se e' questo lo scotto da pagare.......prego...Comandante.,...spiegate le vostre vele e avanti tutta......Una sola cosa....se solo pensate di mettermi una mano addosso....vi uccido e se solo decidessi di volere qualcosa da Voi...faro'in modo che me lo chiediate in ginocchio......perchè quello che voglio me l,o prendo....."........ |
“Beh...” disse Irko agli altri “... direi che si possa tornare al vascello, no? Dopotutto dobbiamo pur dire a Guisgard del guaio accaduto a Champenuan e del fatto che lady Altea potrebbe farci da cuoca. E poi milady è stanca. Facciamo così... torniamo al vascello e farò riposare milady in una delle stanze libere, senza che nessuno se ne accorga. Poi parleremo con Guisgard.” Tutti annuirono e lasciarono la piazzetta per tornare alla Santa Caterina, con Ammone che portò in braccio Champenuan.
E una volta a bordo, Irko condusse Altea in una delle cabine libere e la lasciò là a riposare. Intanto, nella Sala dei Bottoni, Guisgard mostrava ad i suoi ospiti le meraviglie della Santa Caterina. “Beh...” disse a Clio “... da questa sala, praticamente, è possibile raggiungere qualsiasi luogo... forse voi siete in cerca di qualcosa?” “Ci spiegate come funziona, capitano?” Chiese Cid. “Si, vi prego, vi prego, vi prego!” Impaziente Yolanda. |
Galgan avanzò verso quei due uomini a cavallo.
Procedevano stancamente verso la chiesa, avvolti dall'aria cupa ed umida di quel giorno velato e silenzioso. Un lieve vento si era alzato e a stento, accarezzando quasi con timore le cime dei secolari alberi della tundra, pareva lambire l'oppressivo manto di alte e scure nuvole che ricoprivano il cielo ed opprimevano la terra. Come se qualcosa di tetro ed inesorabile avvolgesse quel primordiale mondo, raffigurandolo con i tratti della superstizione e della paura. I due avanzarono fino a raggiungere Galgan. “Salute a voi, buon monaco...” disse uno dei due all'eremita “... che San Raffaele Arcangelo, protettore dei viaggiatori, possa ricoprirvi con la sua benevolenza per l'ospitalità che ci offrirete.” Indossavano lunghi mantelli e le loro teste erano avvolte da austeri cappucci. “Giungiamo in queste lande” continuò l'uomo “dopo un lungo ed infruttuoso errare... il mio nome è sir Belven di Capum e questi” indicando il suo compagno di viaggio “è Jone Settimio, mio scudiero...” e con una mano, aprendo il suo mantello, mostrò lo stemma della Croce Diocesana cucito sulla sua tunica. |
Nettuno sorrise ad Elisabeth.
“E sta bene...” disse annuendo “... mi piacciono le donne decise... anzi, da oggi e per tutto il viaggio, non ti tratterò, né ti vedrò come una donna, ma come un marinaio.” Rise appena. “Per qualche strano motivo ho una certa conoscenza per quel che riguarda la navigazione, dunque per questo e solo per questo sarò io a dare gli ordini, intesi?” La portò allora ai piedi di una scogliera, dove sotto alcune palme Nettuno tirò fuori la zattera. La calò in acqua ed entrambi lasciarono finalmente quell'isola misteriosa. http://cache.desktopnexus.com/thumbn...gthumbnail.jpg |
Risi...appena....ricordavo la divisa che ancora giaceva nella mia camera.......L'uomo che veniva dal mare....presi il mantello e me lo misi sulle spalle...........e lo seguii...finchè non mi aito' per salire sulla zattera.....
" Non so perchè...ma anch'io penso che abbiate tutte le carte in regola per far navigare questa zattera..........mi piace....sarò un marinaio........e il mantello che indosso..farà si che per la durata della navigazione..non abbiate a dimenticarlo.......Bene Nettuno.......il destino ci porterà da qualche parte.....lo sento...."......mi accovacciai al centro della zattera e guardai le stelle...pregai la Dea Diana...di proteggerci.......e di condurci in un porto sicuro.......e mentre pregavo guardavo Nettuno...il volto serio...ma in pace...già era in pace con se stesso.......ed il in quel momento mi sentii veramente sicura..........un nuovo viaggio ci attendeva....... |
Alle parole di Irko rimasi in silenzio..avrei avuto molto da dire, ma lo avrei detto al presunto taddeide.
Così arrivammo a bordo della Santa Caterina e Irko mi portò in una camera libera..senza darmi nulla e dirmi nulla. Ero sola, guardai la stanza, era elegante..ma dentro di me vi era una rabbia incredibile.."Non ho capito bene" pensai "ha detto Irko io sarò..la cuoca?" guardai le mie mani bianche e profumate e le misi vicino al petto pensierosa "Io mi sono offerta per aiutare, non per imbarcarmi qui per fare la cuoca..ma dico io..si rende conto Guisgard di chi sono? Il mio rango è quasi pare al suo..presunto o vero..altrimenti non mi avrebbero prescelta come sua sposa da piccola..e mi mette a fare la cuoca?". Lasciai perdere quei pensieri ma ebbi un barlume..la mia sacca era sul ponte, sgattaiolai fuori e andai sul ponte, fortunatamente era li..la mia sacca di velluto rosso prezioso con gioielli e lo stemma della mia famiglia e la mia iniziale, ma dentro vi era qualcosa di inestimabile, oltre a vari oggetti e un vestito. Tornai presto furtiva nella stanza..ero brava a non farmi notare. Trovai una tinozza e dalla sacca della lavanda essiccata..per fortuna potevo fare un bagno almeno. Mi asciugai e aprii l' armadio...vuoto!!Vuoto??!! Mi sedetti sul letto perplessa..avevo il vestito scambiato con quello del duca, uno di ricambio portato, i miei gioielli e cose personali, tirai fuori dalla sacca il mio diarietto dove scrivevo tutti i miei pensieri e la mia vita. "Bene..sembra domani dovrò andare a comprarmi qualcosa" mormorai guardandomi poi allo specchio "mi vogliono pelapatate sembra...ma almeno con vestiti di lusso..e pure gioielli..sempre milord Guisgard mi desideri a bordo..oh dimenticavo" ora stai tornando cattiva e di pessimo carattere come dicono tutti di te in famiglia e a corte. Mi tolsi l' asciugamano...già nessuno sarebbe entrato, erano gentiluomini ed entrai cosi dentro le lenzuola fresche e profumate e mi addormentai. |
Chiusi gli occhi, e chinai il capo, ma fu solo un istante, il tempo di un respiro, perché quella croce, mi aveva risvegliato qualcosa, un nonsoché di indefinibile, ma persistente, come la goccia che scava la pietra.
-La grazia dell'Altissimo è ovunque- La mia voce da anima prava ruppe nuovamente la silenziosa sacralità di quei luoghi; -Siete benvenuti, in questa Sua umile dimora tra le selve- Poi, caddi nel silenzio, rotto solo dalla voce del vento e dal poema ovattato delle nebbie; mi parve che, dall'ultima visita, fosse passato un tempo inquantificabile, quasi eccessivo per un'umana esistenza, come se in quel momento le mie fattezze, e le mie stesse membra, appartenessero a me, perché prima erano appartenute ad altri. Era una sensazione strana, che a tratti mi lasciava sgomento, eppure, fu come se la luce del sogno sbocciasse, proprio in quel momento, in quei luoghi dalla tetra atmosfera, una luce dell'anima. Ma cos'era, la mia, consapevolezza o illusione? Stavo giungendo ad una svolta o ero in preda a febbrile follia? Dovevo sapere, per questo, dopo quella pausa imbarazzante, proseguii: -Lasciate pure a me i cavalli, ed entrate a riposarvi- |
Sorrisi a quelle parole del capitano.
Andare in qualunque posto? Sembrava una follia, ma una di quelle che vale la pena inseguire. “Oh..” sfilando delicatamente il pugnale dal fodero, per poi sfiorarlo con la mano “Io ero alla ricerca di qualcosa.. ma l’ho trovato sulla Santa Caterina.. Ora non saprei..” sorrisi, per poi guardare lontano, oltre le stelle così dettagliatamente riprodotte sul calendario. Mentivo sapendo di mentire. C’era qualcosa che cercavo ancora, o meglio qualcuno, anche se forse non l’avrei mai trovato, e gli occhi azzurri del capitano non facevano che ricordarmelo, continuamente, come una dolce tortura. E dire che, anni prima, quando incontravo i suoi occhi, nei lunghi pomeriggi d’estate, nelle sere chiare, mi apparivano unici, come se quell’azzurro non esistesse in nessun altro luogo dell’universo. E ora invece.. O era la mia immaginazione a farli apparire tanto simili? Magari mi stavo solo suggestionando. Era per quello che sorridevo così spesso in sua presenza? Dovevo smetterla, poco ma sicuro. “Adesso però avete incuriosito anche me..” rinfoderando il pugnale “Ebbene, ci spiegherete come funziona?”. |
“Chissà...” disse Guisgard a Clio “... ci sono tanti mari, tante terre ed infiniti cieli tra passato e futuro.” Guardando per un momento il pugnale di lei.
Sorrise ed indicò ai suoi tre ospiti le due particolari mappe di quella sala. “Questa” riferendosi a quella quadrangolare “come potete vedere riporta fedelmente le terre e i mari conosciuti... se poi notate lungo i bordi della mappa vedrete a sinistra delle lettere, mentre sotto dei numeri. Spostando i tasselli che formano la mappa secondo i due assi cartesiani, quello delle lettere e quello dei numeri, otterrete delle coordinate... ad esempio A 13...” spostando i tasselli secondo quelle coordinate “... ecco, così il quadrante segnato dalle coordinate vi rivelerà il luogo esatto in cui giungerà la nave.” “Mai visto nulla di simile...” meravigliato Cid. “E quella semisfera con le stelle?” Indicando l'altra mappa Yolanda. “Quella” rispose Guisgard “serve per governare il vascello una volta alzatosi in volo... muovendo la semisfera con queste manopole” girando dei pomelli dorati “si possono spostare le costellazioni fino ad inquadrarle dalla freccia cigliata al centro della semisfera. Quando una costellazione viene messa in modo da essere puntata dalla freccia cigliata, allora indicherà la rotta che la Santa Caterina sta seguendo mentre si trova in volo.” “Incredibile...” a bocca aperta Cid. |
Fortunatamente quel marchingegno mi distrasse dal pensiero di giorni lontani.
Ero esterrefatta, decisamente, la mia Hydra sembrava un giocattolo in confronto. "Accidenti.. potreste davvero conquistare il mondo da qui..." sorridendo appena "E noi poveri mortali che abbiamo solo un timone e delle vele..." sospirai teatralmente "Se avete in programma di costruire una flotta di navi volanti fatemelo sapere, eh..." risi appena. |
A quelle parole di Galgan i due uomini annuirono e scesero dai loro cavalli.
Lasciarono allora che l'eremita conducesse quelle cavalcature in un luogo adatto al loro riposo, mentre i due trovarono ristoro all'interno dell'austera dimora. Qui si spogliarono dei mantelli e si sedettero su giacigli che apparvero ai due viaggiatori subito molto più confortevoli delle loro selle. “Che Dio possa risparmiarvi monaco...” disse Belven a Galgan “... la vostra ospitalità è manna per noi. Il caldo e l'umidità degli ultimi giorni hanno reso più faticoso il nostro errare. Ma immagino che anche ciò sia una prova da superare in Suo nome.” Jone annuì. “Siamo ormai in viaggio da settimane” continuò Belven “e giunti in queste desolate lande pensavo di esserci imbattuti in una terra sterile di anime.” Sorrise. “Capirete dunque la nostra felicità nell'avervi incontrato.” Jone con un cenno del capo mostrò il suo essere riconoscente alla Sorte ed a quell'eremita. “Siamo in viaggio per conto di Sua Grazia il vescovo...” fece Belven “... mandati come agnelli tra lupi...” |
Altea cadde in sonno tranquillo appena entrata in quel morbido letto.
Ma dopo un po' qualcuno bussò alla porta della sua stanza. “Milady...” disse Irko dall'altra parte della porta “... riposate ancora? Volevo parlarvi...” Intanto, a Baias, nel castello dove ha sede l'Ammiragliato, tre figure discutevano intorno ad un tavolo. “Dunque” disse Oxuid “ne siete certo? E' quello il covo del vascello volante?” “Si.” Annuì Samoa. “Si tratta di un isolotto fuori da ogni rotta battuta. Là si nascondono quei traditori.” “Eccellente.” Annuì Oxuid. “Ottimo lavoro. Siete certo di non essere stato visto da nessuno?” “Si, signore.” Rispose Samoa. “Solo un pescatore mi ha visto lasciare l'isolotto, ma ho pagato bene il suo silenzio.” “Avete udito?” Voltandosi Oxuid verso la terza figura. “Hihihihihihihihi...” “Il signor Samoa vi condurrà a quell'isolotto di rinnegati.” Fece Oxuid. “Finalmente un po' di moto...” divertito Burmid “... i cannoni della mia nave erano fermi da troppo tempo... hihihihihihihihi...” “Partirete subito.” Sentenziò Oxuid. |
-Eppure anche un agnello, apparentemente così indifeso, ha un'arma potente, in questo mondo brulicante di lupi, ed è il candore della propria anima.
Mi auguro così sia per voi, perché se così fosse, la Divina Provvidenza avrebbe sempre il Suo sguardo posato sulle vostre umanità- Risposi di getto, dettato dall'istinto dell'infante, quell'infante che anch'io, anche se pareva fosse un'epoca morta da eoni, ero stato, con tutto il suo bagaglio di pura gioia, di giubilo e di risa che ne consegue. L'istintività aveva guidato il mio parlare, ed ora cedeva il passo alla buona creanza, spingendomi a parlare ad un tono di voce più basso e misurato, e con favella più pacata; -Ma perdonatemi, gentili messeri, il mio nome....- E rimasi un istante in silenzio, perché, a dispetto di me stesso, mi trovavo ad usare quel titolo associato al mio nome, con naturalezza, dopo tanti anni -E' sir Galgan, umile vassallo di Nostro Signore- Andai alla finestra del dormitorio, e la aprii, per dare aria alla stanza, poi tornai dai miei ospiti: -Anche dove non sembrerebbe, può celarsi l'Ospitalità. Qualunque aiuto possa fornirvi, non esitate a chiedermelo- |
Dormivo e sognavo tranquillamente..il profumo della lavanda stava svolgendo il suo effetto benefico e rilassante.
Ma mi svegliai subito, udii bussare alla porta e riconobbi la voce di Irko. "Messer Irko..aspettate un attimo, ero nel letto tra le braccia di Morfeo" sorrisi "arrivo subito". Certo non avevo vestaglia con cui presentarmi e nemmeno camicia da notte, mi vestii in fretta ed andai ad aprire la porta. Sorrisi all' uomo ma ero perplessa..."Ditemi..spero abbiate notizie buone". |
Guisgard sorrise a quelle parole di Clio, per poi divenire prima serio, poi addirittura ombroso un attimo dopo.
“Conquistare il mondo...” disse fissando la semisfera con le sue costellazioni “... mi basterebbe trovare il Fiore Azzurro... anche se forse è molto più difficile...” sussurrò. Cid lo ascoltava in silenzio. “Cos'è il Fiore Azzurro?” Chiese Yolanda. Ma proprio in quel momento entrò qualcuno nella sala. “Oh, sei qui, Guisgard...” fece Palos. “Si, abbiamo degli ospiti e mostravo loro la Santa Caterina.” Annuì il presunto impostore. “Beh, tra un po' ci metteremo a tavola e ci sono delle novità.” “Davvero?” Fissandolo Guisgard. “Me le mostrerete a tavola allora. Ah, fa aggiungere altri posti. Abbiamo ospiti.” Indicando Clio, Cid e Yolanda. “Naturalmente se vorranno farci compagnia.” “Certo che si!” Esclamò Yolanda. “Anzi, ho un certo appetito!” |
A quelle parole di Galgan, Belven e Jone si scambiarono un veloce sguardo.
“Sir Galgan...” disse poi Belven all'eremita “... un nome poco adatto ad un uomo di Chiesa... siete forse stato un tempo cavaliere ed ora ritirato a Vita Spirituale?” “Se è così” mormorò Jone “allora ciò vi fa onore.” “Diteci dunque se ci troviamo al cospetto di un chierico oppure di un qualche laico eremita o di un solitario pellegrino.” Belven a Galgan. |
“Beh, forse...” disse Irko ad Altea “... il fatto è che presto sarà ora di cena e bisogna aiutare il povero Champenuan... e dopo parleremo al capitano... naturalmente una buona cena perorerà non poco la vostra causa e posizione agli occhi di Guisgard.” Facendole l'occhiolino. "Se volete vi mostrerò la cucina." Sorridendo.
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"Oh, avete ragione..andiamo prego fatemi strada" dissi con un sorrisino di circostanza "E il tavolo? Come viene imbandito? Avete posate in argento, candelabri, e altro..ovviamente sono stata abituata a vedere tavole sontuose e come ogni dama di corte mi è stato insegnato pure il bon ton..se permettete vorrei imbandire egregiamente pure il tavolo per milord..a quanto pare ora sono una sua servitrice e io sono una perfezionista...non per nulla il duca Dominus mi aveva nominato padrona della Domus Ardeiana..le stanze private".
Stavo crollando dal sonno...e poi mi sarebbero pure spettate le pentole e piatti da lavare? Ma se volevo rimanere non avevo via di uscita..eppure Champenuan e gli altri erano stati cosi gentili e mi sembrava una scortesia iniziare una lotta col loro padrone. |
Avevo sentito parlare del Fiore Azzurro ma non ricordavo dove.
Fummo interrotti da uno degli uomini dell'equipaggio. Diamine era già ora di cena. "Siete molto gentile, e sono certa che a Cid farà piacere restare, ma noi domani possiamo partire, devo tornare sull'Hydra con i miei uomini.. Si staranno chiedendo dove siamo finiti..." Sorrisi "Sempre che non siano ancora presi a gozzovigliare alla festa.. In quel caso di saranno dimenticati persino di avere un capitano.." Mi rabbuiai per un momento, ricordando le parole di Pepe a cui non avevo più pensato "È comunque meglio che stia in mezzo a loro..." Prendendo un profondo respiro, per poi tornare a sorridere "Grazie lo stesso, capitano.. Ma so che capirete..". |
La zattera prese il mare, conducendo via Elisabeth e Nettuno da quella misteriosa isola.
Era una fresca sera di Settembre, con un firmamento finalmente limpido e scintillante di stelle, che come tizzoni ardenti d'argento parevano voler indicare la rotta a quei novelli figli del mare. La rotta verso la libertà. Sull'isola, però, la fuga dei due non restò un segreto a lungo. “Signore...” disse Symoin entrando timorosa nel vasto e semibuio salone “... io... io non so come sia accaduto, ma...” “So già tutto...” mormorò il padrone del castello restando a fissare il mare da una delle finestre “... quella donna, Elisabeth, credeva davvero di potermi ingannare...” rise appena “... ma io percepisco gli esseri umani dal loro odore e sin dall'inizio ho compreso che non fossi tu...” “Siete in collera ora, padrone Ordifreddus?” Chinando il capo Symoin. “In collera?” Ripetè lui, per poi voltarsi a fissarla. “Oh, no...” sorrise “... la rabbia è un qualcosa che porta a non essere lucidi e noi non possiamo permetterci di non esserlo... ovunque andranno tu li seguirai.” “Si, padrone.” Annuì Symoin. Lui allora le si avvicinò, la spogliò con foga e finì per possedere il suo corpo più e più volte. La picchiò, la graffiò e la umiliò in mille modi. Ma lei mai oppose resistenza. E quando la lussuriosa bramosia del suo padrone terminò, Symoin lasciò quella stanza. Ordyfreddus allora tornò a guardare il mare, mutando però il suo aspetto. Come se riacquistasse le sue reali fattezze. O forse solo quelle della sua anima. E apparve come un vecchio decrepito e maleodorante. http://ezinemark.com/include/ckfinde...ary-oldman.jpg |
“Ottimo.” Disse Irko ad Altea.
La portò così in cucina, dove l'ex pupilla di Dominus trovò Champenuan piantato su una sedia. “Allora, mettiamoci subito al lavoro.” Guardando Altea. “Cominciamo dagli antipasti... c'è da scegliere i salumi per il capitano, tagliare il pane dal verso della crosta, lui detesta la mollica, preparare il formaggio con miele e verdure conservate sottolio, senza dimenticare le spezie da unire ai condimenti. Poi tostato il pane sulla brace e dorato appena il formaggio. Il capitano odia i cibi bruciati. Infine c'è da controllare la cottura dei fagiani e stufare i carciofi.” Annuì. “C'è poi da preparare la tavola, che va imbandita con cura e gusto. Afiel!” Chiamò. “Va di sotto e scegli un buon vino. Rosso, mi raccomando.” |
Guisgard annuì a quelle parole di Clio.
“Conosco il valore dei propri compagni” disse “ed se ciò mi causa dispiacere, è giusto che decidiate di voler stare con loro. Dopotutto sono un po' come la vostra famiglia.” Sorrise appena. “Tranquilla, appena terminata la cena farò accompagnare Cid alla vostra nave. Quanto a madamigella Yolanda, troverò qualche buon marinaio di fiducia che la porti verso uno dei tanti empori della Compagnia di suo padre.” Le sfiorò la mano con un bacio leggero. “Anche noi partiremo domani. I miei omaggi, capitano... abbiate cura di voi.” |
Il mare sembrava una tavola.......una lieve brezza....l'odore della salsedine era intenso.....ormai avevamo lasciato l'isola da un po'.....mentre guardavo le stelle....pensai alle persone che mi attendevano..e che avevano fiducia in me...Pileo.....su quell'isola......perchè non era con noi...improvvisamente...provai una rabbia cieca.....non vi era motivo...regnava il silenzio su quella zattera...eppure il mio piu' profondo era di nuovo in lotta....con Symoin.....chiusi gli occhi....era forte lo spasmo che provavo...la nausea...forse il mare...non poteva essere......era lei....guardai Nettuno ,...e mi accorsi che mi osservava....volevo chiedere aiuto......ma non potevo...cosa avrei dovuto dirgli.....forse che mi dispiaceva.......guardavo la maestosità del mare...era scuro.......se solo mi fossi gettata in mare......lui avrebbe raggiunto il posto dove avrebbe ritrovato se stesso...e io...magari....avrei messo fine....a una sorta di errori.....Gedeone....aveva previsto ogni cosa.....l' Oracolo...non aveva mai sbagliato......." Credo che dobbiate riposare Nettuno....diciamo che faro' io le prime ore di guardia.....e poi mi darete il cambio...e' così che funziona sulle navi......"...........sorrisi.....sentendo un immensa lotta dentro di me....Symoin era davvero arrabbiata....ma qualcosa nello sguardo di Nettuno mi lascio' perplessa......" Non vi fidate ?.....siamo io, voi e il nulla...cosa potrei combinare ?...."....
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Chinai leggermente il capo e sorrisi.
Per quanto fosse difficile ammetterlo, mi pesava lasciare quella nave. Ma avere la responsabilità di una ciurma era anche questo, dopotutto. Doveva diventare più importante di te stessa, dei tuoi desideri. “Buona fortuna per la vostra missione..” mormorai, per poi sorridere “Trattatemi bene il mio marinaio preferito..” risi appena, sfiorando la spalle di Cid con la mano. Mi voltai verso Lady Yolanda. “Milady..” inchinandomi appena “É stato un piacere..”. Così, a malincuore, lasciai quella nave, per tornare a bordo della mia, poco distante. |
Ascoltai attentamente gli ordini di Champenuan e risi.."Accidenti che palato sopraffino..odia la mollica..ha paura di ingrassare milord? Ovvio tutti non vorrebbero cibo bruciato, a Corte non si sarebbe osato tanto..se permettete vorrei imbandire io la tavola, ho già detto a Irko di procurarmi l' occorrente".
Iniziai a seguire le direttive di Champenuan.."Mi hanno insegnato che pure la cucina è un arte, va curata con maestria, e poi...i migliori patti si sono sanciti a tavola non è vero?". Tutto era pronto..ero soddisfatta di me stessa, ovviamente Champenuan mi seguì visto egli era ancora dolorante e gli dissi di stare comodo, non poteva fare sforzi. Dopo aver preparato la cena salii nella sala da pranzo e trovai piatti di porcellana, le forchette richieste e i bicchieri di cristallo, una elegante tavola e iniziai a preparare il tutto con attenzione...era perfetto e scesi in cucina. "E' tutto pronto, pure il tavolo...devo fare altro?" e mi sedetti vicino a Champenuan. |
Sorrisi, amaro.
-Prima di ogni cosa, sono un peccatore, perché vi è stato un tempo in cui usai la mia forza, quella forza che taluni consideravano un dono di Dio, per meri scopi personali; motivazioni basse, fugaci glorie terrene- Tornai alla finestra, e mi affacciai. Il grido di un'aquila ruppe il silenzio ovattato dalle nebbie, la stessa aquila che spesso, nelle mie solitarie meditazioni, avevo avvistato con gioia, perché pareva rammentarmi che l'Onnipotente non mi aveva abbandonato. -Poi tutto mutò. Abbandonai ogni regno, per servire il Regno più Eccelso, divenni realmente cavaliere, ma nell'animo, e non solo nel titolo, come quando mi fu conferita la nomina, nella mia terra natia- Mi volsi verso di loro; -Fino ad oggi, avevo sempre pensato a me come fratello Galgan, ed invero, mi fu detto, in sogno, che un giorno entrerò nella Milizia di Cristo, abbandonando la cavalleria terrena in favore di quella celeste, ma fino ad allora sono e sarò un cavaliere, che vive a guisa di eremita, in attesa di una Chiamata- Sospirai; -Dev'esserci qualcosa, nel Divino Disegno, che mi ha spinto a presentarmi a voi con quel titolo che credevo di aver ormai cancellato dalla memoria.....- |
E appena Altea tornò da Champenuan, dalla sala adiacente, quella da pranzo, si udì il tintinnio di un campanellino.
“Il capitano è a tavola.” Disse il cuoco all'ex pupilla di Dominus. “Ehi, che tavola imbandita con gusto.” Osservò sorridente Guisgard. “Stasera Champenuan è in gran forma vedo.” Fece cenno a Cid di sedersi ed aiutò Yolanda a prendere posto a tavola, spostandole la sedia. “In verità” fece Irko “c'è una novità.” “Davvero?” Fissandolo Guisgard. “Si, due per essere precisi.” Annuì Irko. “Una brutta e l'altra buona.” “Partiamo con quella brutta.” Mormorò il presunto Taddeide. “Champenuan si è ferito alla festa.” “E come sta ora?” “Oh, bene, ha solo bisogno di un po' di riposo.” Rispose il Rosso. “Meno male.” Fece Guisgard. “E quella buona? Riguarda la sua guarigione?” “Non proprio...” “Dunque?” Incuriosito il capitano. “Ora vedrai...” disse Irko “... venite pure, milady...” chiamando Altea. |
“Allora vi invidio...” disse Belven a Galgan “... perchè anche noi siamo in attesa di un Segno, senza però aver avuto la Grazia di riceverlo...” scosse lievemente il capo “... anzi, in verità, fino ad ora il nostro cammino è stato intriso solo di segni funesti e l'esser giunti qui ci è parso l'ennesimo avvertimento di un Destino avverso...”
“O forse” mormorò Jone “l'arrivo qui e questo incontro è il Segno che stavamo cercando, maestro.” Fissando Belven. Questi alzò di nuovo lo sguardo su Galgan. “Chissà, forse è così, mio buon apprendista...” fece Galgan “... forse davvero il mio apprendista ha ragione, cavaliere...” rivolto all'eremita “... siamo stati inviati da Sua Grazia il vescovo per un'importante missione... dobbiamo compiere un assassinio... uccidere... ma non un uomo... bensì una bestia... o forse anche peggio...” |
“Non hainessuna esperienza” disse Nettuno ad Elisabeth, mentre tendeva la rudimentale vela della zattera “e non sai nulla riguardo alla navigazione. Dunque osserva il mare e state attenta a qualsiasi cosa appaia all'orizzonte, che siano navi o terraferma.” Guardò allora il cielo. “Sembra che non pioverà più. Almeno per il momento. Ah, guarda un po' in quella cesta e conta per quanti giorni potranno bastarci le scorte. Ad occhio credo non più di tre.” Alzò lo sguardo sull'orizzonte. “Purtroppo ignoro la posizione di quella dannata isola che abbiamo da poco lasciato. Chissà in quale tratto di mare ci troviamo...”
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Udii il campanellino dalla sala adiacente e mi avvicinai alla porta..potevo sentire leggermente le loro parole..ero felice Guisgard apprezzava come avessi preparato il tavolo, per me era mostrare come e quanto valevo, anche se le mie doti erano ben altre..eppure tra le voci di Guisgard e Irko avevo udito una voce femminile familiare.
Poi udii Irko chiamarmi, mi fermai un attimo e guardai Champenuan perplessa..."Auguratemi ogni bene Champenuan..se egli mi ritenesse la brutta notizia sarebbe un problema". Sospirai, avevo affrontato prove peggiori..ma se egli non mi avesse voluto a bordo della Santa Caterina, avrei dovuto tornare a Capomazda e umiliarmi chiedendo scusa al Duca. Entrai nella sala da pranzo cercando di essere il più naturale possibile e feci un leggero inchino.."Eccomi..sono io presumo la buona notizia..se per voi è buona milord Guisgard". Mi bloccai stupita..a tavolo vi era Yolanda, la mia amica d'infanzia, che aveva a che fare con loro? |
Guardate nella cesta.....guardare l'orizzonte........non avevo alcuna esperienza in fatto di navigazione...........Sorrisi......certo che sarebbe stato un viaggio sensazionale....in fondo...qual'era la differenza su quella zattera di essere Comandante...Marinaio o Mozzo...nessuna.....praticamente eravamo in balia del nulla ma qualcosa che non conoscevo........ma in lontananza potevo vedere l'incresparsi dell'acqua......si stava alzando il vento dal mare.......certo che non avrebbe piovuto....ci sarebbe stato il vento...e come eravamo messi era meglio la pioggia....." Bene Nettuno......ho guardato la cesta e considerato che mangio meno di voi...potrebbe bastarci anche per quattro giorni.........forse pero' il problema e' il vento guardate lì....si stanno formando delle piccole onde....se siamo fortunati...e' una leggera brezza caso contrario.....spero che siate un buon Comandante........."....mi alzai per mettere piu' al centro la cesta......così gli spruzzi non l'avrebbero bagnata........mi sentii afferrare la caviglia e caddi distesa a faccia in giu'.....e qualcosa che mi trascinava in acqua......cercavo di trattenermi ai tronchi....ma era difficile..." Nettuno vi prego......"....solo qualche parola e finii in acqua....trascinata da qualcosa che ancora tratteneva la mia caviglia......cercavo di risalire ma era impossibile...riuscivo a sentire la voce di Nettuno......ma stavo andando...chissa' dove.....forse su un isola...su un isola...forse la mia isola........
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Guisgard nel vedere Altea restò stupito e poi perplesso.
Guardò allora istintivamente Irko. Nel frattempo tutti gli altri dell'equipaggio avevano preso posto a tavola. “Ma...” disse incredula Yolanda nel vedere l'ex pupilla del duca “... Altea? Cosa ci fai qui?” “Già, è la stessa domanda che mi attraversava la mente...” fece Guisgard, per poi tornare a fissare Irko e gli altri dell'equipaggio “... immagino ci arriverò da solo fra qualche minuto, ma potrei sapere perchè lady Altea si trova a bordo?” “Perchè lei” spiegò sorridente Irko “aiuterà Champenuan nelle sue mansioni in cucina, visto il nostro cuoco è per un po' impossibilitato a poter operare dato il suo infortunio.” “Del resto” intervenne Afiel “qualcuno dovrà pur far da mangiare, no?” “Senza cibo non si hanno le forze” mormorò Miseria “e senza quelle non potremo cercare il Fiore Azzurro.” “Ben detto.” Annuì Champenuan, giunto nella stanza con l'aiuto di Ammone. “Vedo che avete deciso tutti insieme.” Incrociando le braccia Guisgard. “Dunque il mio parere è superfluo.” “Dai, Guisgard...” Irko a lui “... resterà quasi sempre in cucina e non correrà nessun rischio.” “E se qualcuno ci affonderà?” Il capitano. “O peggio ci abbatterà? Non voglio la vita di nessun estraneo sulla coscienza.” “Non è mica tanto facile affondarci o abbatterci!” Esclamò Palos. E tutti annuirono. “Noto che siete tutti decisi...” scuotendo il capo Guisgard “... ed immagino che l'abilità culinaria di milady sia stato un ottimo incentivo...” portò allora il suo sguardo su Altea “... siete proprio decisa, eh...” |
L'acqua e poi più nulla.
Il buio. Ad un tratto però il Sole. Elisabeth riaprì gli occhi e fu investita dalla luce del giorno. Vide allora lo sterminato cielo che sovrastava ogni cosa e tutt'intorno il rumore delle onde. Vide poi anche Nettuno. “Ehi...” disse chinandosi su di lei “... mi senti? Stai Bene? Sei caduta in acqua... forse un capogiro o qualche onda un po' più insistente che ti ha fatto perdere l'equilibrio... su, bevi un po' d'acqua dolce... hai ingerito l'acqua salata del mare e non ti fa bene...” e nonostante l'acqua a bordo non fosse tantissima ne diede un po' alla donna, facendola bere dalla borraccia. |
Sorrisi a Yolanda...era viva dunque, fortunatamente.
Immaginavo la reazione di Guisgard, ascoltavo le voci che si susseguivano in silenzio, loro mi stavano proteggendo, erano dalla mia parte..e forse il fatto della cucina era una scusa,guardavo gli uomini con gratitudine. Guisgard mi guardò e mi pose la fatidica domanda.."Decisa?"dissi poi guardando Yolanda "Si molto...e milady Yolanda sa quanto posso esserlo e fermamente milord, e quando desidero qualcosa...faccio tutto il possibile per averlo, rispettando sempre il pensiero altrui..non vi pentirete" e gli sorrisi guardandolo..mi faceva un favore o voleva pure lui mi fermassi con loro.."E comunque, milord..avete avuto modo di notare il mio fervido carattere a Corte..quindi non dovete preoccuparvi per la mia incolumità". |
Clio, accompagnata da Lainos, scese a terra, per poi tornare da sola verso l'Hydra.
La festa era ormai del tutto terminata ed anche il suo equipaggio, pian piano, stava ritornando a bordo. Ed infatti, raggiunto il porto dove era attraccato il suo veliero, Clio vide arrivare Barbaleone, Taborn, Luis e Yanos. Poco dopo giunsero anche Emas e Vivas. |
Sembrava che il buio mi avesse ingoiata........non avevo sentito piu' nulla...mi resi conto che scendevo giu'......e poi.....quel tempo infinito......mi sembrava di vedere Symoin infuriata....scossa da singhiozzi e da rabbia..il suo dito era puntato su di me...........ma era lei che doveva prendere una decisione non io...........e fu Nettuno a svegliarmi..e fu il caldo sole ad investire la mia pelle salata....vidi il cielo come non lo avevo mai visto.......ci misi un po' per rendermi conto.....di essere ancora sulla zattera........ accettai l'acqua dolce..che scivolo' dentro la mia bocca e poi la gola ...sembrava spegnere delle fiamme.....afferrai la mano di Nettuno....." Io non sono scivolata...qualcosa mi ha tirata giu'.......mi avete salvata voi ?....".....no....Symoin mi aveva lasciata andare.......?......No...era un incubo senza fine....
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Salutai i miei uomini che giungevano.
"Finita la festa? Vi siete divertiti, spero.." sorrisi "Perdonate se vi ho lasciati, ma volevo fare una sorpresa a Cid, mi aveva confessato di desiderare più di ogni altra cosa vedere la Santa Caterina, ha visto la morte in faccia, credo si meriti di realizzare un sogno... l'ho accompagnato, ed è ancora lì adesso, ma io volevo cenare con voi.." sorrisi "Andiamo... sono affamata.. Domani è il grande giorno... dobbiamo decidere del nostro futuro! E preferisco parlare davanti a una buona cena e una caraffa di vino..." strizzando l'occhio. |
Guisgard ascoltò Altea e poi restò per qualche istante in silenzio.
“E sta bene.” Disse infine. “Dopotutto se tutti voi siete decisi, io posso ben poco. Lady Altea resterà dunque a bordo in qualità di aiutante di Champenuan. Ma badate...” fissando l'ex pupilla del duca “... questo e solo questo sarà il vostro ruolo a bordo ed obbedirete ad ogni indicazione ed ordine che vi sarà dato. Intesi? Inoltre in nessun modo voglio vedervi impegnata in qualcosa che sia diverso dalle vostre mansioni.” “Vedrai che sarà una cuoca perfetta!” Ridendo Irko. “Si, concordo!” Annuì Miseria. “Benvenuta tra noi, milady!” Tutti esultarono. Anche Cid sorrise. “Allora direi di cominciare a mangiare!” Esclamò Afiel. E la deliziosa cena cominciò. “Ma forse” nel bel mezzo della cena Yolanda “lady Altea avrà bisogno di una mano. Non può certo occuparsi di tutto lei in cucina...” |
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