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“Non saprei, ragazzo...” disse il cuoco a Cavaliere25 “... non ho idea di cosa mangino questi pennuti. Ma se ti ha chiesto delle patate, allora forse ne conosce il sapore. Proviamo.” E diede un pezzo di patata al pappagallo che subito la mangiò con gusto.
La Santa Rita intanto avanzava. Avanzava verso quell'isola senza nome, sconosciuta, maledetta e dimenticata da tutto. Avanzava verso di essa sfidando le onde impetuose, che sembravano voler spingerla indietro e lottando contro i venti contrari, che parevano essere giunti dagli estremi confini dei mari. O forse la nave era già oltre quei confini. Ma non erano solo le onde e i venti a rappresentare gli ostacoli da superare. La ciurma aveva subito raccolto le parole di Guisgard, eppure fra quegli uomini serpeggiava ancora qualcosa. Qualcosa di indefinito. Qualche cosa che da un lato li spingeva ad avanzare, ma da un altro li opprimeva e forse ossessionava. Eppure, nonostante tutto, la Santa Rita avanzava verso quell'isola dispersa in un Ade di vento e pioggia. Il capitano era in piedi accanto al parapetto, quasi con aria di sfida a fissare il mare e Talia si avvicinò a lui. “Ovvio.” Disse sorridendo alla ragazza, quasi a voler scacciare l'inquietudine che serpeggiava a bordo. “Non sai che un capitano ha facoltà di celebrare matrimoni a bordo? Eccetto il suo, naturalmente.” E le fece l'occhiolino, stringendo ancor più la sua mano. “Guisgard...” raggiungendoli Austus “... siamo prossimi all'isola... ma sembra però impossibile trovare un punto di approdo... guarda anche tu...” e gli passò il cannocchiale. “Già...” fissando l'isola col cannocchiale il corsaro “... pare manchi un punto per attraccare... l'isola infatti sembra un grosso scoglio di granito levigato dal mare...” “Non è un'isola...” fece il vecchio Fulsin avvicinandosi ai tre “... no, non lo è... quella che vedete è solo la parte più alta ed estrema dei monti infernali...” si voltò a fissare Talia “... e noi, come Ulisse quando avvistò la montagna del Purgatorio, avendola vista abbiamo ormai il destino segnato...” e tornò a guardare l'isola con gli occhi colmi di angoscia ed orrore. http://www.cokozel.com.tr/a/haberres...620121014.jpeg |
Carlos aveva ricevuto il permesso di farmi la corte.
"Cosa vi avevo detto...ero certa che il colonnello non vi avrebbe rifiutato il suo consenso. Ebbene ora, ora che facciamo? Che cosa dice l'etichetta in questi casi? Io non ne sono molto pratica a dire il vero...." Il tè fu servito in giardino. Per un po' ci fu silenzio. "Beh ora che abbiamo finito qui, vi va di vedere la tenuta? Ci vorrà il cavallo però, è molto vasta" Carlos era un abile cavaliere e fu un piacere cavalcare al suo fianco." Avete un magnifico cavallo signore, dico davvero, e io ho un certo occhio per riconoscere le bestie di valore. Certo...il mio Gulltoppr é di un livello superiore, ma anche il vostro non é male." Punto sul vivo dalle mie parole, Carlos accettò di fare una gara di velocità. |
nessuno dei due aveva piu' risposte io per conto mio
non avevo piu' neanche domande, incominciammo ad avvicinarci alle coste di Las Baias, la gente aveva ragione, gli Spagnoli avevano cominciato la loro opera......" Storm avete detto il vero.....non ci sono risposte a tanto, il guaoio e' che dovremmo riuscire a passare senza dare nell'occhio...."..alcuni mugolii provenienti da Ingrid mi fecero zittire......si stava svegliando, incominciava a parlare di qualcosa che apparteneva al nostro passato.....mi chiamava per ricordarmi che la cene era pronta.....ma non apriva gli occhi......aveva scatti strani, mi chiamava...ma i suoi occhi rimanevano serrati...." Srorm. che succede, perche' non apre gli occhi...mi chiama, forse ricorda...eppure sembra dormire ancora...se solo lei fosse sveglia, potrebbe camminare senza che ve la portiate dietro, per voi diventa pesante, e forse se si svegliasse sapremmo cosa sta accadendo.......anche se in questo momento tutto sembra un gran caos........."....feci per toccarle il viso quando sentii la mano di Storm bloccarmi.... |
Vedo che ti piacciono le patate dissi guardando becco di ferro ne vuoi ancora ? e sorrisi guardando il cuoco mi sa tanto che gli piacciono molto le patate continuai a dire ma non vorrei togliere un ingrediente a voi solo per dare da mangiare al mio pappagallo e aspettai una risposta mentre guardavo il pappagallo
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Così, Cheyenne e Carlos si sfidarono in una gara di velocità, ciascuno col proprio cavallo.
Alla fine a trionfare fu Gulltoppr. I due giovani allora si riposarono sotto una palma, lasciando i loro cavalli ad abbeverarsi in uno stagno poco distante. “E' meraviglioso qui...” disse Carlos guardandosi intorno “... meraviglioso... è un posto da favola...” Ma proprio in quel momento Cheyenne vide una figura lontana che la fissava. Era un indigeno e le faceva segno di avvicinarsi. Carlos non si era accorto di nulla e stanco per quella cavalcata si addormentò poco dopo. |
“Lasciate che si svegli da sola...” disse Storm ad Elisabeth “... lasciate che riprenda pian piano conoscenza...”
Tornò poi a guardare il porto e le navi spagnole. “Darei qualsiasi cosa per sapere cosa sta succedendo a Las Baias...” Allora, con prudenza, decise di continuare ad avvicinarsi al porto. Approdarono su un piccolo molo secondario, ben protetto da un vecchio bastione e sbarcarono così a terra. Scese allora e chiese ad un pescatore cosa stesse succedendo. “Gli spagnoli ci hanno attaccato e la flotta che doveva proteggerci è fuggita. E il governatore è morto.” “E ora?” Domandò Storm. “Ora sembra che l'attacco sia finito.” Rispose il pescatore. “Sono giunte altre navi spagnole e con esse è sbarcata la madre del defunto Vicerè spagnolo con sua figlia. Credo che siano in trattative con i rappresentanti della Compagnia delle Flegee.” Storm allora tornò sulla barca e raccontò tutto ad Elisabeth. Ma in quel momento Ingrid si svegliò. “Cosa...” mormorò confusa “... cosa è accaduto? Dove sono?” Fissò Elisabeth. “Oh, finalmente, milady... ma dove siamo? E perchè sono vestita con questi abiti?” Aveva ripreso la memoria. |
Quelle parole di Guisgard... il suo sorriso... il suo sguardo...
mi mancò il respiro a quelle parole... e per qualche istante lo osservai, stupita... poi a mia volta sorrisi, mentre un intenso fiotto di felicità mi pervadeva il cuore. Un sorriso radioso! E, senza badare più a niente altro, mi avvicinai un poco a lui, giungendo a sfiorare le sue labbra con le mie... Ma fu solo per un istante, perché l’arrivo di Austus ci riportò troppo presto su quella nave... Citazione:
“I monti infernali?” sussurrai, sorridendo appena “Oh, suvvia... non c’è niente di così terribile su quell’isola, né in queste acque! Sapete che cos’è che rende veramente pericolosa una maledizione? I preconcetti di chi l’ascolta e la tramanda, la paura, la superstizione... solo questo! E nessuno mi indurrà a credere che ci siano veramente dei morti a guardia di un tesoro... nessuno!” |
L'isola appariva come un unico e monumentale blocco di granito galleggiante, con scogliere alte e a strapiombo, ripide e levigatissime, che come arcaici bastioni sembravano voler racchiudere e proteggere quel luogo dal resto del mondo.
La vegetazione si mostrava rada e confusa, macchiettando qui e là l'isola tra aspre pietre e profondi valici. Il cielo cupo e inquieto, squartato da lampi lontani, pareva riflettersi come un alone spettrale su quel blocco informe, dando alle rocce sottostanti venature fosche e spettrali. Fulsin, a quelle parole di Talia, fissò la ragazza con sguardo incerto. Non disse nulla, ma la sua espressione era molto chiara. Lui temeva quell'isola. Anzi, ne era terrorizzato a morte. “Eppure” disse Guisgard continuando a fissare l'isola col suo cannocchiale “se davvero vi è seppellito un tesoro laggiù, qualcuno deve averlo trovato il modo di approdare.” “E se fosse tutta una leggenda?” Fissandolo Austus. “La mappa che ci ha condotti qui” rispose il corsaro “è dettagliata e sembra descrivere in modo meticoloso l'aspetto di quell'isola. Non abbiamo motivi dunque di credere che sia una coincidenza.” Posò il cannocchiale. “Circumnavighiamo l'isola...” ordinò ai suoi “... sono certo che un passaggio deve pur esserci...” La Santa Rita, così, cominciò a doppiare il perimetro dell'isola, costantemente in balia delle onde e dei venti che soffiavano con sempre più vigore. Guisgard non smetteva di controllare accuratamente ogni metro che si mostrava loro, per trovare una qualche apertura che permettesse di arrivare sull'isola. “Eccolo!” Gridò all'improvviso. “Laggiù! Lo vedete? Il passaggio!” “Quella piccola baia?” Indicando quel punto Austus. “Si, quella!” “Ma non possiamo avvicinarci...” obbiettò Austus “... è troppo stretta! Finiremo per schiantarci contro gli scogli!” “Ha ragione, capitano.” Intervenne Rynos. “E nove su dieci, avanzando ancora, finiremo per incagliarci sul fondale.” “Raggiungerò l'isola con una lancia.” Disse Guisgard. “Così non correremo rischi.” E si arrampicò sul pennone per scegliere un posto d'approdo. http://images2.wikia.nocookie.net/__...ostCredits.png |
Dopo la sfida ci sedemmo accanto a una palma.
Ad un tratto vidi una figura farmi un cenno, era un indigeno. "Scusatemi un momento" feci a Carlos, ma vidi che si era addormentato... Mi alzai e mi avvicinai all'uomo. Dopo tutto quello che mi era accaduto avevo la guardia alzata ed ero molto diffidente ma qualcosa dentro di me mi spingeva ad andare. Tenevo comunque a portata di mano il pugnale di Fhael. Mi avvicinai dunque con molta cautela. Riuscii a vederlo meglio, era un uomo dal fisico atletico e asciutto, la carnagione era di poco più scura della mia. Il suo volto era dipinto con disegni tribali bianchi ma vestiva alla foggia europea, tranne per la collana di ossi e conchiglie. " Chi siete? Che cosa volete da me?" gli chiesi |
Avevo continuato a scrutare le coste, con gli occhi socchiusi... e, quando Guisgard lo indicò, anche io vidi quel passaggio...
ma avevano ragione: era troppo stretto per la Santa Rita... avvicinarsi ancora sarebbe stato pericoloso e perfino insensato... Citazione:
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La Santa Rita si avvicinò fino a quanto possibile all'isola, poi arrestò la sua avanzata.
“Guisgard...” disse Austus “... non vorrai scendere da solo?” “Solo?” Sorridendo Guisgard, per poi indicare una delle lance. “Non vedi qualcuno è già pronto!” Talia aveva infatti già raggiunto una delle lance. “Rynos, verrai con me e con Talia.” Fece il corsaro. “Ci sarà bisogno di scavare.” “Allora porta con te anche Joao o Emas.” Fissandolo Austus. “Meglio di no.” Rispose Guisgard. “Non sappiamo la portata di quel fantomatico tesoro e ci vorrà spazio sulla lancia.” I tre, così, scesero con la lancia in mare e si avviarono verso l'isola. “Sarà vera la storia degli spettri?” Chiese Rynos a Talia. “Bah... io non ci vivrei neanche da morto lì!” Poco dopo approdarono finalmente sull'isola. La piccola spiaggia era costituita da sabbia e sassi, mentre bassi scogli rendevano difficile raggiungerla. L'isola ora si mostrava ancora più spettrale. Sembrava completamente disabitata e solo il vento pareva aver dimora lì. “Mettiamoci subito in cerca del posto dove scavare.” Fece Guisgard. “Così lasceremo quanto prima questo luogo inospitale.” Si avviarono così verso la boscaglia. Guisgard guidava il terzetto, Talia lo seguiva e Rynos era l'ultimo. Ad un tratto Talia si voltò e non vide più Rynos dietro di lei. |
Sorrisi appena a quella domanda di Rynos...
spettri... “Magari stiamo per scoprirlo...” dissi. Avvertii il suo disagio a quelle parole e, involontariamente, il mio sorriso si allargò appena... ed io mi voltai a guardarlo... “Ma non lo credo!” dissi, in tono vagamente divertito “No, Rynos... non credo che la storia degli spettri sia vera!” Giungemmo sulla spiaggia piuttosto in fretta, spinti dal mare agitato e dalle onde, e qui sbarcammo, inoltrandoci quindi subito nella vegetazione... Citazione:
“Rynos?” chiamai. Silenzio. Tornai a guardare in avanti, verso Guisgard, con aria interrogativa... poi di nuovo mi voltai indietro... “Rynos!” dissi di nuovo, ostentando un tono sicuro anche se ero titubante “Rynos, andiamo! Non è il momento di passeggiare! Dove ti sei cacciato?” |
L'indigeno fissò Cheyenne e sorrise.
Il suo sguardo però in qualche modo tranquillizzò la ragazza. L'uomo infatti sorrideva e sembrava molto rispettoso verso di lei. Le mostrò allora una ricca collana di fiori e la mise al collo della ragazza. Poi le fece cenno di seguirlo. |
Voleva che lo seguissi...pensai di svegliare Carlos per avvisarlo ma l'uomo sembrava aver fretta.
Feci un respiro e mi incamminai dietro l'indigeno seguita dal mio fido Gulltoppr Cercai di parlare ancora con l'uomo ma lui sembrava non capirmi. Camminammo dunque in silenzio. |
Cheyenne decise di seguire così quell'indigeno.
Attraversarono insieme un tratto di boscaglia, fino a raggiungere il lago che si trovava alle spalle della villa del colonnello. Da qui l'indigeno condusse la ragazza verso un piccolo molo poco distante. E qua, davanti ad una capanna di pescatori, Cheyenne vide altri cinque indigeni. Erano tre maschi e due donne. Portavano colorate collane di fiori e diademi fatti con petali intrecciati a larghe foglie secche. Le due indigene allora si avvicinarono a Cheyenne, mettendole al collo altre collane di fiori e sistemando tra i suoi capelli uno di quei diademi. La fecero poi sedere su una canoa sulla sabbia, coprendo la ragazza con un variopinto pareo. Uno di quegli indigeni percuoteva un rozzo tamburo tribale, al cui suono gli altri suoi compagni danzavano. Ad un tratto, l'indigeno che aveva condotto lì Cheyenne sorrise nuovamente alla ragazza. “Hawa, tua meno resta.” Disse nel suo incomprensibile idioma. “Bacu, tama lin fao.” “Ha detto” all'improvviso una voce alle spalle di Cheyenne “se vuoi benedire lui e la sua sposa. Essendo la regina della sua isola, tu ne hai facoltà.” Era Fhael e fissava Cheyenne sorridendo. Un attimo dopo si sedette sulla canoa accanto alla ragazza. http://img1.bdbphotos.com/images/ori...4glud7g4ug.jpg |
A quelle parole di Talia, Guisgard si voltò di scatto.
Prese allora la mano della ragazza per avvicinarla a lui. Un attimo dopo estrasse la pistola. “Rynos...” disse guardandosi intorno “... Rynos, dove sei? Mi senti? Rynos, rispondi!” Urlò. Ma solo il vento sembrò rispondere a quei richiami. Nell'aria vi era qualcosa di sinistro. “Resta vicino a me, Talia...” mormorò allora il corsaro, continuando a guardarsi intorno. “Rynos, dove sei?” Chiamò ancora. Si voltò allora a fissare Talia. “Non credo sia tornato alla lancia...” disse “... e di certo non ci ha preceduto avanzando da solo...” il tono ironico tradiva però inquietudine e preoccupazione “... ora cammina sempre accanto a me, Talia...” Penetrarono allora ancora più in profondità in quella boscaglia. Continuarono a chiamare Rynos e a cercare qualche sua traccia, ma il bucaniere sembrava essere sparito nel nulla. Dopo circa mezz'ora raggiunsero il luogo segnato dal tatuaggio di Talia. Il luogo in cui doveva trovarsi il tesoro. E qui vi era una roccia di quarzo bloccata nel terreno. “Dobbiamo cercare una leva e spostarla.” Fece Guisgard. Trovarono allora un lungo ramo pietrificato. Lo fissarono in una sporgenza della roccia e alla fine, a fatica, riuscirono a spostarla di qualche passo. Sotto si mostrò un fondo melmoso. Guisgard prese allora la pala che aveva portato con sé e cominciò a scavare. Scavò per circa un metro e mezzo, fino a quando si mostrò una piccola crepa. A colpi di pala il pirata riuscì ad allargarla quel tanto per poterci passare. Fece allora cenno a Talia di accendere la lampada che avevano dietro e illuminare l'ingresso ricavato da quella crepa. Scoprirono allora uno stretto passaggio, ma sufficiente per essere attraversato da un uomo. Vi era anche una tavola di legno, annerita dall'umidità, sulla quale vi era inciso qualcosa: “Solo io e il diavolo sappiamo dov'è sepolto il mio tesoro! E chi di noi due vivrà più a lungo se lo prenderà tutto!” Intanto, a bordo della Santa Rita, Cavaliere25 aveva scoperto che al suo Becco di Ferro piacevano molto le patate. “Facciamo così...” disse il cuoco al giovane pirata “... io ti darò altre patate per il tuo pappagallo, ma tu, in cambio, resterai qui e mi aiuterai a pelarne altre. Ci stai?” |
Giunsimo al lago e trovammo altri indigeni. Una donna mi mise al collo una collana di fiori e un pareo alla vita. Poi un uomo parlò in un idioma che non riuscii a comprendere.
Lo fissai con sguardo interrogativo senza capire quando una voce dietro di me, mi tradusse il significato delle parole indigene. Era Fhael. Lo guardai piena di stupore e quando lui si sedette accanto a me sulla canoa, non potei far a meno di gettargli le braccia al collo in un abbraccio. "Sono così contenta di vedervi qui, non riesco ancora a crederci...Siete partito solo da poco e io temevo di non vedervi per lungo tempo. Ma il vostro viaggio? Com'é andata? E questi uomini...chi sono? perché credono sia la loro regina? Io non capisco Fhael..." |
si mi va benissimo se mi da un coltello e delle patate mi metto gia al opera e mi sedetti su uno sgabello della cucina e aspettai sorridendo
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A quelle parole di Cheyenne, Fhael sorrise e strinse a sé la ragazza.
“Poco dopo la mia partenza da qui” disse “giunsi, a causa di una tempesta, su una piccola isola sconosciuta. Lì conobbi la tribù del posto e pian piano mi guadagnai la loro fiducia, fino a scoprire così il dramma di quella gente. Un gruppo di contrabbandieri giungeva a cadenza regolare a rapire le loro donne più giovani, per poi venderle come schiave. Allora decisi di aiutarli. Con i miei uomini preparammo una trappola e quei contrabbandieri vi finirono dentro. Liberarci di loro fu poi un gioco da ragazzi. E per riconoscenza gli indigeni mi proclamarono re della loro isola. Vollero in seguito darmi una loro giovane come sposa... ma io raccontai di voi a loro... per questo ora siamo qui... perchè io possa portare via la mia regina... ammesso che ella accetti di diventare mia moglie.” E sorrise nuovamente. |
Rigirai l'uncino tra le mani, finché qualcosa di viscido non mi sporcò la mano. Aguzzai lo sguardo nella penombra: era sangue, sangue fresco!
Rabbrividii! Ma tenni l'uncino stretto, pulendolo contro la mia giacca. D'un tratto udii una voce, e poi un altra. "..John.." Mormorai. Mi precipitai nel corridoio. Guardando circospetta a destra e a sinistra. Eppure vi era quella voce, una voce che non conoscevo. Eppure, mi chiamava per nome. "...John.." Chiamai, certa di averlo sentito. Ma poi dei rumori provenienti dal ponte mi fecero trasalire. Corsi in quella direzione e mi fermai davanti alla porta che dava sul ponte. Inspirai profondamente, ed uscii. |
Il ponte della nave era deserto e solo il vento ululava intorno a Clio.
Il cielo infatti si era coperto di colpo, con grosse e scure nuvole giunte da Occidente. Le vele dell'Antigua Maria erano aperte, ma la bandiera del teschio ammainata. Ma proprio in quel momento Clio vide un'ombra ferma sulla soglia che conduceva nella stiva. Era una figura indefinita che la fissava, avvolta dalla penombra. “Finalmente ti sei ricordata di noi...” disse una voce che dall'incerta luce sembrò a Clio essere quella di Boyuke. |
Il cuoco diede allora a Cavaliere25 un coltello ed una scodella colma di patate da pelare.
“Ecco, ragazzo.” Disse il cuoco. “Pelami queste patate e te ne regalerò una bollita per il tuo pappagallo. Anzi, su quella patata bollita ci metterò anche del sale ed una salsa di spezie per renderla più appetitosa. Ma attento che neanche una di queste patate vada persa.” E tornò a preparare il pasto per l'equipaggio. Ma proprio in quel momento, Becco di Ferro, senza farsi vedere dal cuoco, piombò sulla scodella con le patate e ne prese una, per poi volare via dalla cucina. |
Sorrisi, questa era una proposta di matrimonio ben confezionata.
Presi le mani di Fhael tra le mie e lo guardai fisso negli occhi " E io come potrei mai rifiutare? Certo, certo che accetto!". Sorrisi di nuovo e lo baciai. Lasciammo gli indigeni e insieme tornammo alla villa. Presentai come mio futuro sposo Fhael al giovane Carlos che nel frattempo si era svegliato. Diedi poi ordine di chiamare il colonnello. |
Evitai cosi' di svegliare Ingrid.....rimasi sola con lei ed aspettai Storm, da quella piccola ansa non si vedeva molto, ma si poteva veder molto , tranne odore di polvere da sparo unito all'odore di mare, ero in ansia...Storm parlava e sembrava preoccupato.........quando torno' da me.....sentii quanto era successo " Storm, e' grave cio' che state dicendo, l'assedio prima di una trattativa.....non e' cosa da poco, gli Spagnoli a quanto pare hanno deciso di tornare a dettar legge su queste Isole.........possiamo andare a cercare mio padre, forse lui sapra' qualcosa in piu'...visto che fa parte di un certo mondo, anche se un signore Inglese in posto del genere non so' bene quanta influenza possa avere......."......intanto il nostro parlottare aveva svegliato Ingrid.......la mia Ingrid...alzai gli occhi al cielo e ringraziai Dio .....questo era un miracolo.....l'abbracciai stretta...senza parlare, piangendo di gioia..." Tranquilla Ingrid......non preoccuoparti dei tuoi abiti, adesso sei con noi e tutto e' finito.....ti ricordi dil lui vero ?..."....Indicai con la mano Storm....e vidi passrae uno strano lampo negli occhi di Ingrid...." Lui e' Storm mi ha aiutata a ritrovarvi, vi avevano rapita...e' un gentil'uomo, ha sempre mantenuto la parola e sapete..?..mio padre e' qui...penstae che buffo...ci stava cercando....ma ho evitato di incontrarlo....non sapevo bene perche' si trovasse da queste parti.......O mio Dio come sono felice...Storm ..non siete felice anche voi ?.....".......mi mancava il respiro dalla raffica di parole che avevo tirato fuori....senza accorgermi che Ingrid...aveva lo sguardo torvo di quando non capiva perche' mi trovava a conversare con un ragazzo e Storm lo vidi con le mani al volto in senso di esasperazione........mi fermai di botto.. " Forse vi ho stancati, ma dovevo dire ad Ingrid come stavano le cose.....e poi dovevo presentare voi Storm..mi sembrava giusto...adesso che dobbiamo affrontare uno stato d'assedio...non e' cosi' Storm ?.....".....adesso eravamo in tre e Storm non mi avrebbe piu' lasciata.........mi ritrovai a pensare questa strana cosa.....sorrisi stranamente e mi accorsi che adesso Storm avrebbe potuto riprendere la sua strada.....era libero....
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Carlos davanti a quella notizia perse la testa.
“Voi...” disse agitato a Cheyenne “... voi... voi vi siete presa gioco di me! Come una volgare popolana avete giocato con il mio cuore! Dovevo ben guardarmi da una come voi, dalla pelle scura e i sentimenti incerti! Mi avete reso lo zimbello di Minisclosa con questa farsa!” |
Storm non ebbe tempo di rispondere ad Elisabeth che subito alcune navi apparvero all'orizzonte.
A vederle allora sul porto di Las Baias scoppiò un forte entusiasmo. Erano infatti navi appartenenti alla Compagnia delle Flegee Occidentali. “Ecco...” disse Storm “... se è vero che gli spagnoli hanno raggiunto un accordo con gli abitanti di Las Baias, allora la Compagnia sta tornando per nominare il nuovo governo in nome del re. Ci sarà un nuovo governatore e poi anche la nomina di un altro ammiraglio. Si, credo che la pace sia tornata in questi mari.” Si voltò a fissare Elisabeth e Ingrid. “E forse qui termina anche questa nostra avventura, mie signore. Las Baias è la vostra casa, ma non la mia. Lì vi attendono una famiglia ed una vita tranquilla. A me invece attende la forca. Sarà bene dunque che io vi lasci qui e riprenda la mia strada.” Sorrise un po' malinconico. “Dovete ringraziare la vostra Elisabeth, sapete?” Rivolgendosi ad Ingrid. “Per una volta è stata lei a curarsi di voi. Anzi, ne ha viste tante per venirvi a salvare. Ma sarà lei stessa che vi racconterà tutto. Si, magari un giorno, ricordando con un sorriso questa avventura.” |
Accesi la lampada, dunque, e la sollevai davanti a noi per illuminare quella apertura...
Citazione:
Istintivamente mi voltai indietro, a fissare la selva alle nostre spalle... certo, quel cartello non prometteva niente di buono, ma ormai eravamo lì e non aveva senso tornare indietro... Sospirai, e tornai a guardare quel passaggio e quell’iscrizione... “Lascia andare avanti me...” dissi allora a Guisgard “Sono più piccola e passerò meglio da quella crepa! Farò appena qualche passo là dentro... per dirti se si vede qualcosa...” |
“Non mi sembra una buona idea...” disse Guisgard a Talia “... posti del genere possono celare delle trappole... come le tombe dei re antichi che sono protette da trabocchetti per tenere lontani i profanatori... no, faremo così... illumineremo la crepa con una torcia...” si strappò allora un lembo di camicia e lo avvolse attorno ad una ramo secco, per poi dargli fuoco “... ecco...” e lanciò la torcia nella crepa.
Si mostrò così un piccolo antro oltre quella crepa, appena sufficiente per accogliere un uomo. “Guarda!” Indicò Guisgard a Talia. “Si vede qualcosa! E' un forziere!” La luce della torcia illuminava anche la tavola di legno con quell'inquietante scritta, che sembrava aleggiare come un'antica maledizione. “Ora dobbiamo tirare fuori quel forziere, Talia!” Esclamò Guisgard. “Sembra” all'improvviso una voce alle sue spalle “che abbia fatto prima io del diavolo!” Guisgard si voltò di scatto e vide Giuff che avevo preso Talia, puntandole alla gola la sua pistola. “Ma il satanasso si consolerà prendendosi l'anima della tua bella!” Continuò il Gufo Nero per poi abbandonarsi ad una sonora risata. “Maledetto!” Ringhiò Guisgard. “Attento!” Fissandolo Giuff. “Una mossa falsa e questa biondina andrà a fare compagnia agli spettri di quest'isola!” |
La sfuriata di Carlos mi stava provocando una risata ma cercai di trattenermi.
" Vi chiedo perdono ma un corteggiamento non porta necessariamente al matrimonio, non é colpa mia se vi siete illuso subito. Vi conosco da poco mentre Fhael è stato il mio angelo custode da ancor prima del mio arrivo in quest'isola. Ora vi prego di lasciare la villa....non sono affatto incline a farmi trattare così da voi." Finalmente io e Fhael fummo da soli e un servitore ci informò che il colonnello non sarebbe rientrato prima di un'ora. Ci sedemmo su un divanetto nella biblioteca e iniziammo a parlare della nostra vita futura. |
Cheyenne e Fhael restarono così da soli nella stanza e cominciarono a parlare della loro isola e della nuova vita che li stava aspettando.
Giunse la sera ed il portoghese volle condurre in giardino la ragazza. L'aria era fresca e limpida e una romantica atmosfera avvolgeva i due. Ad un tratto tornò Carlos. Era adirato e si scagliò contro Cheyenne e Fhael. Ma il portoghese bloccò subito il suo tentativo di aggressione, per poi buttarlo fuori dalla villa. In quello stesso momento tornò la carrozza del colonnello. Poco dopo l'anziano uomo raggiunse Cheyenne e Fhael nel giardino. |
Vidi becco di ferro svolazzare via tutto di corsa con in bocca qualcosa e dissi accidenti se a rubato una patata io sto nei guai ma feci finta di nulla e iniziai a pelare le patate
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Guisgard gettò la torcia nella crepa, illuminando il piccolo antro.
Io mi protesi... ma ebbi appena il tempo di gettare dentro un'occhiata, quando una mano mi si serrò sulla bocca, impedendomi di gridare, ed un braccio mi sollevò e mi tirò con forza indietro... Mi divincolai, ma fu inutile... poi sentii la bocca di una pistola posarmisi sul collo... Citazione:
Giuff mi stringeva tanto forte che quasi non riuscivo a respirare, e la sua pistola mi premeva sotto la gola facendomi quasi male... i miei occhi, tuttavia, erano fissi su Guisgard... lucidi... c'erano tante cose che avrei voluto dirgli: Giuff aveva fama di essere uno dal grilletto facile ed io non riuscivo a pensare che a quella cosa, ormai... era accaduto tutto così in fretta... era accaduto senza alcun preavviso... ed io realizzai, allora, di avere paura. Sì, avevo paura... ma non ne avevo per me... no, io avevo paura per Guisgard, avevo paura di ciò che sarebbe potuto accadere da un momento all'altro... e mi tormentava l'idea che, se le cose si fossero messe al peggio, c'erano tante cose che ancora volevo dire a Guisgard e che non avevo mai detto, o che non gli avevo detto abbastanza spesso... E così, involontariamente, iniziai a tremare. |
Carlos tornò la sere e cercò di assalire Fhael, che lo scansò e lo ricacciò fuori dalla villa.
Nel frattempo sentimmo la carrozza del colonnello avvicinarsi al viale. Dal giardino dunque ci spostammo all'ingresso per accoglierlo. Nel vedere Fhael ebbe un lieve stupore, che riuscì però a mascherare molto bene. Gli andai incontro e gli raccontai del ritorno di Fhael e gli annunciai la proposta che mi aveva fatto. "Credo sia meglio lasciarvi soli a discutere ora" dissi "Intanto io mi occuperò di impartire gli ordini per la cena". Il colonnello e Fhael si ritirarono nello studio ed io passeggiavo agitata avanti e indietro in attesa di avere notizie. |
Giuff teneva stretta Talia, puntandole alla gola la sua pistola.
“Lasciala andare, Giuff...” disse Guisgard “... lei non c'entra niente... vi è un conto in sospeso tra noi... lasciala andare e lo risolveremo qui, subito...” “Lo credi davvero?” Fissandolo il Gufo Nero. “Credi davvero che lei non c'entri nulla? Ma se tutto è cominciato per lei! Ricordi? Che idiota!” Ridendo. “Hai mandato al diavolo la nostra alleanza per una donna! Sai quante donne avremmo avuto se fossimo rimasti soci? Tante, da mandarle via a calci!” “Giuff...” cercando di restare calmo Guisgard “... avanti, risolviamo da uomo a uomo la cosa... mandala via e cominciamo il duello...” “Ormai non mi interessa più la nostra vecchia questione!” Esclamò Giuff. “Ora voglio il tesoro!” “Va bene...” annuendo Guisgard “... prenditelo e va al diavolo.” “Lo farai tu per me!” Ridendo Giuff. “Avanti, tira fuori quel forziere! E non tentare qualche brutto scherzo, o la tua amica sarà cibo per gli avvoltoi!” Guisgard allora scese nell'antro e cominciò a tirare fuori il forziere. “Avanti, sbrigati!” “Dammi tempo, dannazione...” fece Guisgard “... è pesante... molto pesante...” Alla fine riuscì a tirarlo fuori da lì. “Ora rompi il lucchetto!” Ordinò Giuff. Guisgard allora cominciò a colpire il lucchetto con la pala. Riuscì però solo a scalfirlo. “Ci vuole la pistola per aprirlo.” “E scommetto che vorresti avere tu l'onore, vero?” Mormorò Giuff. “E magari mirare al lucchetto e poi invece sparare a me, giusto?” Guisgard lo fissava. Ma all'improvviso Giuff sparò al lucchetto, facendolo saltare in aria. Gettò poi a terra la pistola e con un gesto rapidissimo ne estrasse un'altra dalla sua cintura, puntando anche questa alla gola di Talia. La ragazza non aveva avuto neanche il tempo di pensare, dato che la pistola del Gufo Nero aveva sparato a pochi centimetri da lei, facendole fischiare le orecchie. “Ora apri quel forziere!” Ordinò Giuff a Guisgard. Questi allora si avvicinò al forziere e lo aprì. |
Cheyenne dispose ogni cosa per la cena nella villa.
Dopo un po' vide arrivare il colonnello e Fhael. “Ragazza mia...” disse l'anziano uomo a sua nipote “... io non ho molto da dire, se non concedervi la mia Benedizione. Vi auguro ogni felicità e tutta la gioia che meritate.” E la strinse forte a sé. Ordinò poi a i servi di preparare una grande festa. Una festa fissata proprio per quella sera. “Sarà una grande festa per celebrare il vostro fidanzamento!” Entusiasta il colonnello. “Tutta Minisclosa dovrà festeggiare!” |
Cavaliere25 continuò a pelare le patate, fingendo che nulla fosse accaduto.
Ma poco dopo, Becco di Ferro tornò a svolazzare nella cucina, prese un'altra patata e volò via. Il cuoco, intanto, continuava a preparare da mangiare senza accorgersi di nulla. |
Fui molto felice di ricevere l'approvazione del colonnello.
Lo presi poi da parte ed insieme convennimo nel non invitare il povero Carlos."Mi sembrerebbe soltanto una presa in giro"aggiunsi. Mentre il colonnello si affaccendava per l'organizzazione della festa mi invitò a salire nella mia stanza per prepararmi. Feci sistemare Fhael nella sua solita stanza dopodiché mi lasciai profondare nel mio letto a baldacchino in un attimo di assoluta tranquillità. Ripensai ai fatti della giornata e nuovamente le emozioni mi invasero ripensando all'incontro con Fhael al lago. Anche in quel caso era stato tutto molto misterioso ed era proprio questo suo mistero una della cose che amavo in lui. Si ora finalmente ne ero cerca, io lo amavo. Me lo avevo detto il cuore, la mente, il respiro, il vento, persino la luna sembrava gridarlo. Cullata così dai miei pensieri stava per addormentarmi. No, no, devo prepararmi, ci sarà tempo per dormire più tardi, pensai. Mi alzai, feci un veloce bagno caldo e poi mi piazzai dinanzi all'armadio. Feci scorrere velocemente lo sguardo tra i vestiti fino a scorgerne uno che non avevo mai notato fino ad allora. Era un magnifico abito di seta e broccato blu con inserti argentei. Completai il tutto con una elaborata acconciatura di trecce tenuta insieme da fili blu e argento. Indossai infine i gioielli che il colonnelli mi aveva comprato a mio arrivo. Avevo appena finito di mettere il secondo e ultimo orecchino quando udii bussare alla mia pirta. Era Fhael. |
"..Boyuke..." Dissi incredula, voltandomi verso la voce.
Mi avvicinai piano piano alla sagoma, ma, in un primo momento, non vidi nulla di strano. O meglio, nulla di più strano rispetto al sentire delle voci e non vederne i proprietari. Cercai con lo sguardo l'indigeno che mi aveva accompagnata, ma non lo vidi. Immaginai che avesse deciso di tornare indietro. "... Eppure, ero certa che fosse lui..." Mormorai. Per un momento avevo creduto che John ci avesse ripensato e fosse venuto ad aiutarmi, ma sapevo che illudersi non portava mai nulla di buono. Guardai la stiva, guardai ancora, cercando di scorgere un ombra, una traccia. "...so già che me ne pentirò.." Sospirai, prima di entrare, con passi cauti e circospetti nella stiva. "..c'è qualcuno?" Chiamai. Ormai, chiunque ci fosse su quella nave si era accorto della mia presenza. |
Clio oltrepassò la soglia, in cerca di qualcuno su quella nave.
Le assi sotto i suoi passi scricchiolavano e l'Antigua Maria sussultava al moto delle onde. Un vento deciso si era alzato e le vele cominciarono a gonfiarsi. Ma proprio in quel momento qualcosa apparve dalla penombra che circondava Clio. Una mano forte bloccò il polso della ragazza, per poi agguantare il suo collo. Clio fu strattonata fuori, sul ponte, con un uomo che la teneva ferma nella sua morsa. “Guarda” disse Boyuke, quasi come se parlasse al vento “cosa ho qui!” Teneva stretta Clio a sé. “La riconosci? E' la tua amica! Quella che ti sta tanto a cuore! Ora è in mano mia! Ed anche tu lo sei, dannato! Esci fuori e getta le armi! Fallo o giuro che la sgozzo qui, davanti a te!” Seguirono alcuni attimi di silenzio, fino a quando, poi, qualcuno si mostrò sul castello di poppa. “Eccomi, sono qui...” fece Gurenaiz “... lasciala stare... mi arrendo...” “Bene!” Esclamò Boyuke. “Ora getta le armi e avanza lentamente! E attento, al minimo passo falso la sgozzo!” |
Cheyenne aprì la porta e trovò Fhael sulla soglia.
Il portoghese indossava un elegante abito blu, con giacca lunga coloniale a motivi di Marsiglia. “Perdonami se giungo a distoglierti dai tuoi preparativi” disse “ma prima che tutto cominci, volevo darti questo...” prese la mano della ragazza e le mise al dito un bellissimo anello d'oro, con un magnifico diamante incastonato tra un fiore di corallo “... l'ho comprato ad un'asta. Faceva parte dei gioielli di una contessa greca e ho voluto prenderlo per te. Si dice che racchiuda una leggenda... secondo un mito, infatti, questo anello è stato forgiato fondendo due anelli appartenuti alla principessa Nausica.” Sorrise. “Io non so se quella leggenda dica il vero, ma voglio che tu indossi questo anello. Perchè tu sei la mia principessa.” |
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