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"Non sono sicura che la 'ragazza testarda' lo intendesse come complimento. Comunque" guardando il libro "personalmente propendo per la seconda che hai detto."
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Aveva ancora il profumo che avevo impresso bene in mente, risposi al suo orecchio " dovrò punirti per ciò che hai visto "......mi allontanai da lui con un sorriso da star sul volto.......e dopo averlo ascoltato....." Elisabeth andrà bene , togliamo la parolina zia.....mi sembra fuori luogo...nonostante io sia la compagna di vostro zio.......so che mi porterete rispetto comunque...e ora se volete farci onore a tavola......infondo e' un benvenuto al mio primo giorno.....".....diedi la mano a Sapien e tornammo a tavola.....
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“Nessuno ti ha scambiata per un pilota di Maruania, tranquilla.” Disse Icarius sorridendo a Clio. “A loro non stanno così bene gli abiti come stanno a te.” Guardandola e facendole l'occhiolino. “Comunque avresti dovuto fidarti di me e parlarmi di quegli attori. I tuoi compagni? Immagino siano chiusi da qualche parte sottocoperta, in attesa di sapere cosa ne sarà di loro. Magari li butteranno di sotto.” Sarcastico.
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“Se non era un complimento” disse Elv a Gwen, fingendosi stupito “cos'era dunque, mia ostinata e bellissima finta mogliettina?” Sorridendo poi.
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"Ah si? Vaglielo a dire al prete che si è materializzato nella stanza, dopo avermi fatto perdere conoscenza..." Scuotendo la testa "Io mi fidavo di te, ma una promessa è una promessa... Non potevo parlare.." Sospirai "Ti avevo detto di andare a controllarli, sperando scoprissi qualcosa da te...".
Poi parlò dei miei ragazzi. "E si può sapere perché dovrebbero buttarli di sotto? Abbiamo solo provato ad aiutarvi... Non vi va a genio la cosa?". |
Sospirai.
"Possiamo concentrarci sul libro, per favore?" guardandolo e allungandomi verso di lui per prendere il testo. |
Icarius rise di gusto.
“Eh, altro che ragazza ingenua alla Syenna...” disse divertito a Clio “... hai un bel caratterino e non faccio fatica ad immaginarti alla testa dei tuoi compagni ribelli.” Scosse il capo. “Guarda che così difficilmente troverai marito.” Facendole l'occhiolino. “Comunque il prete di cui parli è il Cappellano di bordo.” |
“Oh, certo, posso provare...” disse Elv fissando Gwen “... ma dovresti evitare di starmi così vicino...” facendole l'occhiolino “... su, il libro...” sospirò, per poi tornare a guardare il testo “... comincia con questa sorta di arcano...”
E lesse ad alta voce: "Recati nel luogo più grande che c'è in città, dove si compie quella cosa che può essere svolta fra due uomini, fra un uomo ed una donna, ma non fra due donne.” |
Sorrisi ad Icarius.
"Non sono un capo, solo una dei tanti ribelli.." Scuotendo la testa "Ma tengo a loro, e non voglio gli accada niente...". Poi Risi piano, scuotendo la testa. "Tu dici? Sì, in effetti non hai tutti i torti..." Sorrisi "Beh, mettiamola così, se a qualcuno andrò bene anche con questo caratterino saprò che mi ama davvero.." Ridendo appena. "Il Cappellano di bordo..." Pensierosa "E Capitan Falco permette al Cappellano di impugnare Mia Amata?" Sorpresa "Che buffo..". |
"Allora tu dovresti evitare di guardarmi in quel modo" dissi, guardandolo negli occhi.
"Comunque, ho cercato anche io di risolverlo, ma non mi e` sembrato di vedere luoghi che possano adattarsi all'arcano.... dovrei rivolgermi a qualcuno che possa aiutarci... "dissi, pensando alla contessa. |
“Beh, la vita è strana...” disse Icarius a Clio “... anche tu, nel ruolo di Syenna, hai lasciato che un improbabile attore ti baciasse, no?” Facendole l'occhiolino. “Magari il Cappellano ed il Capitano sono buoni amici. E poi come si dice? Di chi puoi fidarti se non del tuo confessore?” Ridendo.
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“Ah, si...” disse Elv a Gwen “... vuoi davvero che smetta di guardarti così?” Poi tornò a sfogliare il libro. “Rileggiamo con calma l'arcano... qual'è quella cosa che si fa tra due uomini, tra un uomo ed una donna, ma non fra due donne? Che può essere mai?”
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Sorrisi con tono di sfida e quando lui distolse lo sguardo, per tutta risposta mi alzai e mi sedetti di fronte a lui.
"Come tu vuoi davvero che io non ti stia cosi` vicina" guardandolo e sorridendo con aria di sfida. "Non ho idea di cosa possa essere.... perche` proprio due donne e non due uomini o un uomo e una donna?" dissi, quasi fra me e me "Non so cosa potrebbe essere..." |
"E questo che c'entra? La propria spada è qualcosa di personale..." Alzai le spalle "Ma ad ogni modo non sono affari miei..." Sorrisi.
"Beh, mentre chi di dovere decide cosa farne di me e degli alti, non ti va di mostrarmi questa nave?" Sorrisi, con gli occhi nei suoi "Mi è stato solo vietato di andare sottocoperta...". |
Elv guardò Gwen.
“Attenta, piccola...” disse lui con uno sguardo che sembrava in grado di penetrare quello di lei e raggiungere il profondo del suo animo “... attenta a non sottovalutare la tua bellezza e l'effetto che ha su di me...” poi le parole della ragazza lo indussero a tornare sul libro e sull'arcano “... si vede che due donne non posso fare ciò che indica questo arcano... ma cosa può essere mai?” Pensieroso. “Qualcosa legato ad un posto specifico, stando alle parole dell'enigma... non so perchè, ma questo veto riguardo le donne mi fa pensare a qualcosa di religioso...” |
Mi guardo` di nuovo con quello sguardo, che riusciva ad arrivare fino nella mia anima.
"Me l'hai detto tu di non starti vicino." Cercai comunque di tornare al libro. "Come mai qualcosa di religioso?" |
“Dunque” disse Icarius avvicinandosi a Clio “più personale di un bacio? Delle proprie labbra? E del loro sapore?” In un attimo il suo viso era praticamente a contatto con quello di lei, forse separati solo da un sospiro. “Ma forse per voi attori è così, no?” Sorridendo appena e sfiorando con le dita prima una ciocca bionda di lei e poi l'orlo del suo abito. “Vedere la nave? Oh, ma sarei onorato di farti da Cicerone...” porgendole il braccio “... prego, milady... il vostro strascico.” Con un lieve inchino.
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“Non so...” disse Elv a Gwen “... l'enigma parla di un luogo specifico in città e poi quella rigorosa distinzione che esclude le donne... mi viene in mente la religione perchè in altri ambiti le donne occupano praticamente lo stesso ruolo degli uomini...non so, forse sbaglierò...” fissando il libro.
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"Beh potrebbe essere... dovremmo quindi cercare una chiesa? Non so, un'abbazia o qualcosa di simile."
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Era così vicino.
Quella vicinanza che mi stupiva sempre quanto non mi desse fastidio, anzi. Gli occhi nei miei, il suo respiro, il tocco leggero delle sue mani. "Un bacio si fa in due..." Mormorai soltanto, senza spostarmi "Le proprie labbra sono una cosa preziosa, su questo non c'è dubbio.." Sorrisi "Ma sono anche fatte per essere donate... Non a chicchessia, naturalmente..." Vagamente divertita. Poi lui acconsentì a mostrarmi la nave e io risi, prendendo il braccio che mi porgeva. "Vi ringrazio, milord..." Inchinandomi a mia volta con un sorriso. |
“Si, potrebbe essere...” disse annuendo Elv a Gwen “... vedi che sai essere molto perspicace, oltre che testarda?” Facendole l'occhiolino.
Ma in quel momento si udì il fischio della nave. “Cosa accade ora?” Mormorò Elv. |
Sorrisi alle sue parole. Ad un certo punto si udi` un fischio della nave.
Sbuffai, passando una mano fra i capelli castani. Che c'era, ancora? |
Icarius sorrise a quelle parole di Clio.
Prese allora il suo braccio e cominciarono a passeggiare sul ponte. “Questa, cara Syenna...” disse lui indicando la maestosa nave “... è la più grande nave del mondo... l'astroveliero più potente che sia mai stato costruito... il suo nome è un Inno al più grande Attributo di Cristo, ossia la sua Divina Misericordia... quella stessa Misericordia che i Taddei, committenti di questa meraviglia, invocano ormai da secoli per essere liberati...” un velo di malinconia attraversò i suoi occhi azzurri, restando per un lungo istante in silenzio. Il vento intanto soffiava deciso sul ponte, gonfiando le vele e lambendo gli alti pennoni. “Vieni...” Icarius a Clio “... ti mostrerò la sala dei comandi...” |
“Andiamo a vedere...” disse Elv a Gwen.
Lasciarono la cabina e salirono sul ponte, dove assieme a Gurenbarba c'era la ciurma al completo. “Cosa succede?” Chiese Elv ad uno dei pirati. “Laggiù...” indicando questi l'orizzonte “... una grossa nave nascosta tra le nuvole...” |
Ascoltai attentamente le parole di Icarius su quella nave, guardandomi attorno, rapita.
Era effettivamente la nave più bella e maestosa che avessi mai visto. Poi sussultai quando nominò i committenti. "I Taddei?" esclamai, sorpresa, portando una mano a Damasgrada quasi senza accorgermene "Oh, interessante..." sorrisi appena. Non mi sfuggì la malinconia che attraversò il suo sguardo, quasi che quella maledizione fosse un peso anche per lui. Tuttavia evitai di dire alcunché per non turbarlo ulteriormente, mi limitai a cercare il suo sguardo e sorridergli dolcemente. Poi disse che mi avrebbe mostrato la sala dei comandi. "Oh, quale onore..." gli sorrisi, entusiasta. |
Icarius e Clio scesero sottocoperta, fino a raggiungere una grande porta di ferro che al loro arrivo si aprì in due.
I due si ritrovarono così in un'incredibile sala colma di strumenti e macchinari per il controllo ed il comando della nave. Migliaia di luci lampeggiavano, tra strumentazioni di ogni tipo che la ribelle mai aveva visto prima d'ora. E ad un tratto sulla plancia centrale di un grande astrolabio digitale apparve il volto virtuale di una donna. “Salute a te, Maria.” Disse Icarius. “Tutto sotto controllo?” “Tutto stazionario, capo.” Con voce metallica quell'immagine femminile. “Ti presento” lui a Clio “Maria, il cervello elettronico che controlla la Divina Misericordia.” http://www.wallpaperfly.com/thumbnai...may.net_80.jpg |
Restai allibita a quella vista, sorpresa, emozionata e stupita.
Era davvero incredibile. Mi guardavo intorno con gli occhi colmi di stupore e meraviglia. "Accidenti.." sussurrai appena "Che meraviglia...". Poi un volto virtuale di donna comparve,e io restai ancora più sorpresa e affascinata. Poi mi voltai verso Icarius, sorridendo divertita "Capo?". L'aveva chiamato capo? La cosa si faceva sempre più interessante. Icarius mi presentò Maria e io sorrisi alla donna virtuale come fosse una persona vera e propria "Piacere di conoscervi, Maria..". |
“Ah...” disse stupito Icarius “... mi ha chiamato davvero così? Capo?” Sorrise. “Si vede che i cervelli elettronici non fanno molta differenza tra gli uomini. O magari è la forza dell'abitudine.” Rise. “Vieni, ti mostro come si governa la nave...” raggiunsero alcuni strumenti illuminati “... questi sono vari restitutori fotogrammetrici... ossia sono strumentazioni in grado di calcolare le isoipse, in modo da conoscere altimetria e planimetria della zona che stiamo attraversando, per poi trarre dati numerici da convertire in proiezioni ortogonali, in modo da ottenere carte e mappe per la navigazione...” sbuffò “... non chiedermi altro però... detesto questo genere di cose... fortuna c'è Maria...” divertito “... lo so, ti stai annoiando...” fissando Clio.
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Lo ascoltai, dapprima divertita, poi rapita e affascinata.
Capivo una parola su tre, ma avevo sempre amato scoprire cose nuove, anche così diverse da tutto quello che conoscevo. "No, affatto.." sorrisi, scuotendo la testa "È affascinante tutto questo, davvero affascinante... e adesso? Dove stiamo andando?" osservando tutta quella sofisticata strumentazione, per poi tornare ad osservare Icarius con un sorriso "Sempre che tu possa rivelarmelo.." facendogli l'occhiolino. |
“Beh, in verità non si potrebbe...” disse Icarius a Clio “... tu dopotutto sei un ospite qui, quasi un ostaggio...” sorridendo ironico “... ma se poi te lo dico... cosa ci guadagno?” Facendole l'occhiolino.
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Gli sorrisi, divertita.
"Ah già.. Se è per questo non potevo nemmeno scendere sottocoperta..." con gli occhi nei suoi, per poi alzare le spalle "Ad ogni modo, era pura curiosità.." facendogli l'occhiolino. |
“Se vuoi magari te lo rivelo...” disse Icarius a Clio “... ma cosa mi darai in cambio? E non dire il Corvo, perchè mi sa lo avranno già gettato via.” Divertito.
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Sorrisi piano a quelle parole.
"Non lo so.." alzai le spalle "L'hai detto tu, no? Sono un ospite su questa nave, quasi un ostaggio.." sorrisi, con gli occhi nei suoi "Cosa potrò mai avere che valga una tale informazione?" pensierosa "Ma forse sei tu che hai in mente qualcosa, dato che insisti.." con un sorrisetto divertito "Ebbene?". |
Icarius prima sorrise, poi restò a fissare Clio negli occhi.
“Magari fossi un ostaggio...” disse piano lui “... potrei chiederti tutto e tu saresti costretta a darmelo, no?” Poi rise. “Ma dubito che una ragazza come te sia poi così docile.” Divertito. “Non so, potresti tornare ad essere di nuovo Syenna... magari solo per me...” |
Risi appena a quelle sue parole.
"No, infatti, proprio per niente.." scuotendo la testa divertita. "Ah è così.." alzando gli occhi su di lui "Essere di nuovo Syenna?" pensierosa "E come mai? Mica avevi detto che non era il tuo tipo?" sorridendo, divertita "Preferisci lei a me?" fingendomi imbronciata. |
“Beh, Syenna è stata generosa con me...” disse Icarius con gli occhi in quelli di Clio “... mi ha donato la sua bocca in un bellissimo bacio... anche se solo per finta, per una scena rubata ad una recita che a quanto pare non vedrà mai la luce...”
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Sorrisi piano.
"Se sei così convinto che quel bacio fosse finto, allora lo troverei un motivo in più per non tornare ad essere Syenna, non trovi?" sorridendo, con gli occhi nei suoi "Io non mi accontenterei certo di un bacio finto... è stato un attimo magico ed intenso quello che abbiamo vissuto cone Syenna e Gean.. e beh.." risi piano "Sono stata sorpresa io stessa del non averti allontanato in malo modo come ho fatto con chiunque abbia osato avvicinarsi troppo..." ammisi, con un sorrisetto divertito "Ma io non sono Syenna, sono Clio... e per me un bacio non può che essere vero.." in un sussurro. |
Icarius sorrise piano.
“Allora ti rivelerò un segreto...” disse con tono basso “... preferisco Clio... infatti immagino Syenna con i tuoi occhi, i tuoi capelli, le tue labbra...” e si avvicinò alla bocca di lei. Ma in quel momento si udì un suono. “Signore, le coordinate di Nolhia sono prossime.” All'improvviso Maria. “Tra un'ora, cinquantatré minuti e quindici secondi entreremo nei suoi cieli.” |
“Peccato...” disse Tyssin prendendo posto a tavola “... mi piaceva zia Lisa... non so, mi faceva pensare ad un tono confidenziale, amichevole...” sorseggiando del vino “... e sia, farò a meno di entrambe le parole... sia zia, che Lisa... brindo alla bellissima compagna di mio zio, col suo fascino degno di una matrona romana... salute.”
Tutti brindarono. La cena proseguì, senza che Tyssin togliesse il suo sguardo da Elisabeth. Uno sguardo irriverente, audace, malizioso e a tratti quasi di sfida. Uno sguardo che la donna avvertiva in ogni istante e la cui sfacciata invadenza ed insistenza, unite al fatto che poco prima al lago l'aveva vista completamente nuda, sembravano in grado di farla sentire ancora spogliata ai suoi occhi. Poi, Sapien ordinò ai domestici di servire il dessert in veranda e tutti loro si spostarono. “Io vado via, caro zio.” Fece Tyssin. “Ho un certo affare che mi attende.” “Tu che lavori?” Fissandolo Sapien. “Questa è nuova.” “Non ho detto che lavoro.” Sorridendo il nipote. “Per questo non posso perdere quell'affare.” Salutò gli ospiti. “E salute anche a te, cara zia... ops, perdonami... dimenticavo che non vuoi essere chiamata così... a presto, Elisabeth...” sorridendo enigmaticamente. Ed uscì, per poi lasciare la villa. “Vogliate perdonare mio nipote...” Sapien agli ospiti “... non ama molto le buone maniere.” La cena terminò e gli ospiti andarono via. “Sei stata perfetta.” Disse Sapien ad Elisabeth. “Perfetta. E' tardi, sarà meglio ritirarci.” Raggiunsero così ciascuno la propria camera. E qui la stanchezza si fece sentire presto. La donna, così, si addormentò subito. La stanza non era molto grande, ma arredata con una singolare originalità. Le pareti erano foderate e tendine rosse velavano le due piccole finestre che illuminavano quanto bastava quell'ambiente. Un grande specchio ovale pendeva da una parete che inquadrava interamente la figura della modella. Elisabeth infatti stava seduta sul lettino, completamente nuda, fatta eccezione per una copertina attorcigliata tra i suoi fianchi. Accanto a lei vi era un ricco cesto di frutta esotica. Da brava modella la donna se ne stava ferma, con lo sguardo vago e con una mela in mano. “Devo restare così ancora per molto?” Chiese lei. “Se ti muovi” fece Tyssen, mentre dipingeva sulla tela “finisce che si sposterà la coperta ed io potrò guardare.” Ridendo. “Magari il quadro ne guadagnerà.” Ridendo lei. “Non gesticolare...” mormorò lui “... altrimenti perderò la posa...” “Dimentichi” disse lei “che provengo dal Sud e dunque quando parlo deve gesticolare, oltre che pronunciare...” sorridendo. “Vuoi farmi perdere il filo?” Fissandola lui. “Se ti trema la mano il ritratto verrà male, caro nipote.” Divertita lei. “Con una modella come te...” dipingendo lui “... non credo possa avvenire... ma tu non hai fiducia nel mio estro.” Lei rise di nuovo. “Su, fammi sbirciare...” fissandolo. “No, solo quando sarà finito...” “Sono tua zia e mi devi obbedienza.” “Sei la mia modella e dunque devi stare alle mie disposizioni.” “Ah, benedetto ragazzo...” “Secondo mio zio sono maledetto.” “Si, un diavoletto...” “E tu sei un angelo?” “Forse...” sorridendo lei “... dai, voglio vedere come viene il quadro...” “Dovrai aspettare...” “Ti punirò.” “E come?” “Non so...” pensierosa lei “... magari coprendomi... ora...” “Tutta?” Chiese lui. “Il seno, per ora...” “Che cattiva...” Lei rise ancora una volta. Poi qualcuno bussò. “Torno subito...” disse Tyssen ad Elisabeth. Ed uscì. La donna allora si alzò ed incuriosita venne a sbirciare. E con sua sorpresa vide che sulla tela era ritratta una figura mostruosa. Sembrava Sapien vecchio e decrepito. Elisabeth si svegliò di colpo. Albeggiava ma il ricordo di quell'enigmatico sogno era ancora forte. http://www.premierguitar.com/ext/res...jpg?1380753549 |
Gli sorrisi.
"Meglio così..." Sussurrai, con gli occhi nei suoi. Più si avvicinava più sentivo il cuore accelerare, potevo quasi sentire il suo respiro sulle mie labbra, il suo sguardo fisso nel mio. Poi quella voce metallica interruppe quello strano ed intenso momento che si era creato tra di noi. Sorrisi appena, senza spostarmi nè distogliere lo sguardo dal suo. "Per un momento.." Sussurrai quasi "Ho dimenticato che non eravamo soli..." Con un leggero sorriso. |
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