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Cavaliere25 ruppe le sbarre e liberò il passaggio attraverso la finestra.
Tieste e Polidor subito osi lanciarono fuori dalla cella. “Ora” disse il falco al boscaiolo “una volta usciti tutti, rimettete le sbarre a posto, in modo che le guardie non arrivino ad immaginare il modo in cui siete evasi.” “Sei molto furbo, falchetto!” Esclamò Tieste. “Certo, molto più di te!” Fissandolo il rapace. “E ora presto, andiamo!” |
Ascoltavo Reas...come se parlasse un corpo senza anima, a Tylesia erano tutti con la Regina, una statua che rappresentava il bene piu' prezioso, dov'erano finiti i sentimenti, l'Amore, l'odio...l'orgoglio...dov'erano fini gli uomini di Tylesia...Reas mi stava letteralmente trascinando verso il palazzo......ma un canto di dolore arrivo' sino al centro della mia anima...riprcorse armonica ogni corda del mio essere..." Reas, fermatevi......parlate di Sogni e non avete sentimenti......come potete pensare di avere ancora un sogno se non provate nulla........Ascoltate, vi prego Ascoltate......fatelo col cuore e non con le vostre orecchie...qualcuno nonostante tutto sta soffrendo e non importa a nessuno, volete difendervi.........dovreste difendervi dalla vostra Regina....e' lei che deve cambiare o non avrete scampo i nemici di Tylesia avranno terra fertile.........".......Reas aveva donato la sua vita alla Regina...fedele a lei mi avrebbe uccisa se avesse pensato fossi una sua nemica.....ma la vera nemica di tilesia era proprio il suo sovrano....
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Guardai sbigottita sir Orco..."quattro duelli? e chi mai avrebbe voluto vincere l'Avvilente Costumanza e perchè?" pensai tra me.
Ad un tratto arrivò il servitore che ci annunciava di avviarci verso il maniero per la colazione, e mia sorpresa fu sapere che vi era lady Arya, ma notai una certa rabbia nel volto del marito. Entrammo nella sala e trovammo ad aspettarci una bellissima dama, mi avvicinai meglio per vederla. |
[QUOTE=Guisgard;45470]
“Distruggerete Tylesia?” “Si...” “Perché?” “Perché ha peccato.” “E in che modo?” “Negando la verità.” “E i suoi abitanti?” “Chi non perirà, sarà disperso.” “Cosa accadrà ai miei tre figli?” “Se resterete qui, nessuno dei tuoi figli perirà.” “Posso fare altro?” “Si, pregare.” “Per chi?” “Ciascuno preghi per il suo prossimo.” “Andate via ora?” “Si.” [QUOTE] Era una visione di quello che era successo? Andai dall'uomo e gli dissi: <<Chi erano?? Ditemi chi erano! Tylesia? perchè vogliono distruggerla?>> Dovevo fermarlI! |
L'uomo fissò Daniel.
“Quei cavalieri non sono di questo mondo...” disse “... appartengono a La Lacrima di Cristo e stanno marciando verso Tylesia... quella città è condannata... in essa è custodito un magnifico ed inimmaginabile tesoro... un tesoro che La Lacrima di Cristo vuole strappare dal ventre di Tylesia, per poi dare alle fiamme ogni pietra ed ogni mattone della città...” |
“Ma cosa state dicendo?” Voltandosi Reas verso Elisabeth. “Voi parlate così perché non conoscete l'animo della nostra sovrana! Ella è la donna più buona e sensibile del mondo! Sono stato uno sciocco a condurvi qui e a parlarvi del suo dolore!”
“Dolore?” All'improvviso una voce. “La nostra amata regina soffre?” Kojo rise di gusto. “Cosa volete?” Con astio Reas. “Forse vi ho disturbato, capitano?” “Il palazzo è grande” fece Reas “e non c'è motivo che mi seguiate...” “Non seguivo voi.” Con un ghigno Kojo. “Assolutamente. Stavo cercando invece lady Elisabeth...” “Perchè?” “Suvvia...” ridendo Kojo “... che domande fate? Io non ho problemi a raccontarvi dei miei desideri, ma potrei turbare la nostra dama...” fissò poi Elisabeth “... non è vero, milady? Avanti, ditelo al capitano che anche voi desiderate la mia compagnia... almeno quanto io desidero voi...” |
Altea, Parsifal, Lilith, Redentos e Fyellon furono condotti, insieme ad Orco e a Insegrid, nella Sala Est.
Qui trovarono una bellissima donna ad attenderli. “Abbiamo ospiti al castello...” sorridendo lei “... che meraviglia...” “Non esserne troppo lieta!” Esclamò Orco. “Sono solo di passaggio!” In quel momento arrivò anche Nanzia. “Figlia mia, come stai?” “Mamma!” E le due si abbracciarono. “Ho fame, servite in tavola!” Ordinò Orco, come se la felicità di Arya lo infastidisse. “Vi fermerete dunque poco al castello, signori?” Domandò Arya ai nuovi arrivati. “In verità” rispose Fyellon “sembra che a vostro marito dispiaccia la nostra presenza...” Orco lo fissò. “Mi sbaglio, milord?” Chiese Fyellon. “C'è una legge per sostare qui...” fece Orco “... non potete restare al castello senza soddisfarla.” “Che legge?” Domandò Redentos. “Dovete affrontare l'Avvilente Costumanza...” rispose Orco. “No!” Gridò Arya. “Non possiamo imporre loro questo giogo! E' come mandarli al macello!” “Zitta tu!” Le intimò Orco. |
Lilith era spaventata.... cercava protezione e venne verso di me, ed io risposi:
"Non temere Lilith, ti starò vicino..... non permettero che ti succeda qualcosa". Quell'Orco si meritava il nome che portava, era veramente un essere umano simile con un istinto da bestia..... Gli venne chiesto chi furono i sfortunati che hanno patito una tale pena..... credevamo che erano in due, ma invece erano ben quattro. Iniziaì, a pensare che il prezzo che veniva messo in gioco era veramente alto. Tornaì nei miei pensieri, cercando di capire in cosa si erano imbattuti. Subito dopo, ci venne annunciata l'ora della colazione avrebbe presenziato il banchetto anche la moglie di codesto essere. Non sembrava contento. Ci dirigemmo alle sale e la donna che apparve era veramente incantevole..... e dai lineamenti gentili, ci accorse con un grande calore...... ma come poteva essere andata in sposa ad un uomo del genere. Gustaì la colazione con molta svogliatezza.... il mio pensiero era ancora rivolto a quella gogna e le sue povere vittime, fin quando Fyellon non irruppe con una sorta di sberleffo ai danni di Orco. Affermò che al più presto saremo andati via, ma Orco lo fermò poichè prima di andar via..... bisognava affrontare una prova.... l'Avvilente Costumanza.... finalmente la verità sarebbe spuntata fuori. Ascoltaì con attenzione come venne pronunciata e lo sguardo di Orco, finchè non chiesi: "Perdonate, nobile Signore.... è possibile sapere in cosa consiste.... la prego, ci narri di codesta tradizione".... lanciaì questa richiesta con cognizione, poichè potevamo aspettarci sicuramente un no. Ma avevo un piano..... |
Il Sole iniziava a indorare le cime dei cipressi che, lambiti dalla fresca brezza mattutina, si muovevano in un dolce brusio, quasi volessero destarsi dalle ultime ombre lasciate dagli spiriti notturni, per cantare al dolce risveglio della natura.
Ad un tratto la principessa, scossa da una voce che la chiamava, guardò verso gli appartamenti che davano sul giardino e si alzò di scatto. “Arrivo!” Disse ad alta voce Chymela. “Arrivo, cara balia!” Questo fece sussultare il giovane che era accanto a lei, appoggiato ad uno di quei cipressi, perché la parola “arrivo” di Chymela chiudeva ogni loro incontro. “Ora devo scappare...” fissandolo lei “... a presto...” Andros la guardò andare via mentre una velata malinconia, come ogni volta, gli scese sul cuore. La ragazza non si era mai ritrovata in una condizione d'animo simile a quella in cui versava ogni volta tornava da uno dei loro incontri nel giardino. Si sentiva completamente avvolta da una toccante e meravigliosa atmosfera di un nuovo mondo. Come un velo, magico e mutevole, che si posava sul suo cuore. Un velo che, se si fosse sollevato, le avrebbe mostrato un mondo sconosciuto, incantato e durevole, animato da scenari e sogni di straordinaria bellezza. Appena ritornata nella corte, tentò però subito di ammansire quelle sensazioni e quello stato d'animo. E ciò non risultava quasi mai complicato, perché tutti erano abituati al suo sguardo perso in fantasticherie, in pensieri incantati e sognanti. Capomazda le appariva come un luogo incantato, ricco di orizzonti e sfondi da favola, dove la vita si mostrava come una quotidiana meraviglia. Ma più di tutto due cose nei racconti di Andros avevano affascinato Chymela: una promessa e un tesoro. Una promessa celata in un'antica profezia e un tesoro racchiuso in un mistico Giardino fatato. http://i2.listal.com/image/1157903/500full.jpg Guisgard restò incuriosito da quella richiesta di Talia. Perchè voleva visitare quella sala? E come conosceva quel luogo? Poi, dopo qualche istante, disse al vecchio guardiano di entrare. Questi allora servì loro quell'infuso con dei biscotti. “Avete riposato bene, miei signori?” Domandò ai due. “Si, grazie...” fece Guisgard. “Sapete, non rammentavo di quei vezzeggiativi fra voi, miei signori.” Guisgard lo fissò incuriosito. “Certo, ricordo l'amore che l'arciduca nutre per le arti classiche” continuò il vecchio “ma non sapevo dell'affabile nomignolo dato a voi, milady.” Guisgard guardò Talia, poi di nuovo il vecchio. “Oh, mi riferisco al nome della musa...” comprendendo lo stupore di Guisgard “... Talia... è così, vero, che chiamate vostra moglie?” Rise. “Eh, ma che sciocco! Sono proprio un vecchio sciocco! Magari quel vezzeggiativo lo usate nell'intimità, mio signore!” “Ehm... già...” mormorò Guisgard...” “Non imbarazzatevi, milord!” Esclamò divertito il vecchio. “Suvvia, vi ho visto crescere! Ricordate quando giocavate sulle mie ginocchia?” Guisgard annuì con un sorriso forzato. “Ehm...” cercando di cambiare discorso “... io e mia moglie vorremo fare un giro per il palazzo...” “Siete i padroni qui, miei signori.” Sorridendo il vecchio. “Volete il mio permesso per visitare casa vostra?” Guisgard sorrise. “Però devo dirvelo, milord...” “Cosa?” “Mi sembrate un po' freddino...” con fare sarcastico il vecchio “... si, insomma... avete al vostro fianco questa bellissima ragazza e non vi ho ancora visto darle un degno bacio... sapete che alla corte di Capomazda attendono un erede, no?” Rise nuovamente. “E sia...” alzandosi dalla sedia “... credo di avervi imbarazzati abbastanza... portate pazienza con questo vecchio e stolto servitore, miei signori... la vostra visita ha rallegrato le mie solitarie e malinconiche giornate... ora col vostro permesso mi ritiro... vi auguro una piacevole passeggiata nello splendore di questo palazzo...” ed uscì dalla stanza. |
Orco fissò Parsifal.
“Volte conoscere in cosa consiste l'Avvilente Costumanza?” Domandò il padrone del castello. “Ciò è possibile solo ad una condizione, cavaliere...” “Quale condizione?” Domandò Fyellon. “Una volta conosciuta l'Avvilente Costumanza...” rispose Orco “... non c'è scampo... bisogna affrontarla... accettate dunque tutto questo?” Fissandoli Orco. |
Fissaì Fyellon, guardaì il Maestro Redentos e sorrisi a Lilith...., chiusi gli occhi e strinsi a me il mio dono.
Presi coscienza di me stesso e tirando un profondo respiro risposi: "Narrate, mio Signore......vi ascolto..... bisogna pur sempre imparare qualcosa di nuovo nei posti in cui si và...." sorridendo |
Mi sedetti al tavolo assieme agli altri, vidi una dolce scena....lady Arya e sua figlia abbracciate, probabilmente la pargola era sua fonte di vita. La fissavo, era estremamente bella ma i suoi occhi cosi malinconici...e il marito non degnò nè ella nè la figliola di nessuna attenzione, se non un chiaro sguardo d'odio che non riuscivo a comprendere.
Fyellon prese la parola....e si iniziò a parlare dell'Avvilente Costumanza e del fatto che venuti a conoscenza si doveva essere messi sotto prova. Fyellon, come sempre, mostrava coraggio, e notai pure sir Parsifal...ma lady Arya era preoccupata, ella doveva sapere molte cose. "Sir Orco, avete detto...se...vogliamo venirne a conoscenza, se non volessimo possiamo andarcene? Non ho inteso bene, saremmo prigionieri di questo maniero e dobbiamo affrontare qualcosa per uscirne?Voi che ne pensate Lady Arya..che consiglio ci date?" guardai la donna aspettando prendesse parola. |
guardai le sbarre e le rimisi dritte come erano prima e segui gli altri e dissi ora state attenti che siamo circondati dalle guardie se ci beccano scatterà l'allarme generale e noi non potremo più scappare e mi guardai intorno
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La Lacrima di Cristo.. Non ne avevo sentito mai parlare ma era come se ne sapessi cos'era.. Uscii fuori dalla Casa.. Presi Giada tra le mani e le parlai:
"Conosci un modo per arrivare a Tylesia prima di loro? Devo parlare con Nigros.. Ti prego!" |
“Potete lasciare tranquillamente questo castello.” Disse Orco ad Altea. “Solo chi conosce l'Avvilente Costumanza è costretto ad affrontarla per uscirne.”
“Allora andate via!” Esclamò Arya. “Lasciate subito questo castello!” “Il giovane cavaliere però” intervenne Insegrid “ha chiesto di conoscere l'Avvilente Costumanza.” “Un momento, Parsifal!” Fece Redentos. “Non si può affrontare un qualcosa di così oscuro, senza conoscerne ogni aspetto... è troppo rischioso...” |
Giada brillò e poi vibrò fra le mani di Daniel.
“La Lacrima di Cristo” disse la magica spada “è già sotto le mura di Tylesia e prepara un nuovo attacco... però abbiamo tempo per arrivarci... il padre dei tre fanciulli conosce un magico destriero... solo quell'animale può condurci velocemente a Tylesia...” |
Cavaliere25, Tieste e Piolidor si ritrovarono così fuori le mura della prigione.
“Ora seguitemi” disse il falco “e badate di non farvi scoprire, altrimenti saranno guai. Non rischierò di nuovo le penne per tirarvi fuori dai pasticci.” E li condusse attraverso la campagna, fino ad un vecchio mulino apparentemente disabitato. |
dove ci troviamo dissi di chi è questo mulino abbandonato? siamo sicuri che sia un posto sicuro questo continuai a dire guardando il falco e gli altri due
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Sentii i leggeri passi del vecchio guardiano allontanarsi, poi la porta richiudersi dietro di lui...
Non avevo parlato durante quel piccolo scambio di battute tra lui e Guisgard ma, una volta che fummo di nuovo rimasti soli, mi lasciai cadere indietro, appoggiandomi alla spalliera della sedia e sorrisi... “Vezzeggiativi...” mormorai “Ha una fervida immaginazione il nostro ospite ed una buona dose di provvidenziale fiducia... per fortuna! Se per caso così non fosse temo che ci saremmo già messi nei guai...” Lentamente allungai una mano ed, incontrando la tazza di infuso, la presi e la portai alle labbra, sorseggiando piano... Quelle visioni continuavano a volteggiarmi in mente, intanto... la sala degli Elleni, un giardino incantato, il libretto di Andros, una misteriosa profezia... Sospirai. |
Guisgard sorrise.
Si avvicinò a Talia e cominciò a soffiare tra il fumo che saliva dalla tazza che lei aveva in mano. “Si, ha una fervida immaginazione il nostro amico.” Disse Guisgard. “Talia... beh, se tu sei una musa... io chi potrei essere? Vediamo... un poeta! Un poeta che cerca l'ispirazione!” Scosse il capo. “Mi sa di no... non so comporre versi... forse potrei essere un guerriero...” di nuovo scosse il capo “... no, la mitologia ci insegna che muse e ninfe non portano bene ai mortali innamorati... ci sono!” Sorridendo. “Le muse devono stare con Apollo!” Rise. “Si, decisamente.” Si avvicinò ancor più a lei. “Sai che questi biscotti sono davvero buoni!” Assaggiandone uno. “E ho sentito dire che i dolciumi sono anche afrodisiaci...” sorrise di nuovo “... ah, rammento le parole del vecchio guardiano... sai che non ho ancora baciato mia moglie?” |
Sorrisi...sir Orco ci dava dunque la libertà..e sua moglie, spaventata ancora non capivo da quali strani misteri, ci incitava ad andarcene subito.
Ma Insegrid intervenne, asserendo che sir Parsifal voleva conoscere l'Avvilente Costumanza...ma il suo maestro intervenì per farlo ragionare. Guardai Fyellon, sperando non commettesse un colpo di testa..."Vi ringrazio Sir Orco, per la ospitalità, penso io e mio cugino Fyellon, ordunque, possiamo lasciare...questo vostro gradevole castello..e forse anche i nuovi arrivati". |
“E' un vecchio mulino abbandonato...” disse il falco a Cavaliere25, a Tieste e a Polidor “... qui sarete al sicuro per un po'... nel frattempo bisogna escogitare un piano per celare le vostre identità...”
“E in che modo, falchetto?” Domandò Tieste. “Io non saprei proprio...” “Guardami, Tieste...” avvicinandosi il falco “... mi fai davvero così stolto? Credi davvero che io mi aspetti da te un ragionamento simile? Tu che probabilmente hai la testa solo per tenere separate le orecchie?” Tieste restò turbato. “E non chiamarmi più falchetto!” Esclamò il rapace. “Il mio nome è Alberico!” Questo falco è portentoso!” Disse Polidor. |
Sorrisi...
“Lo splendente Apollo, eh?” dissi, vagamente divertita, sollevando una mano e carezzandogli piano la guancia “Sai... modesto, tu non lo sei mai stato davvero... ma addirittura un dio dell’Olimpo, adesso? Superi persino te stesso così, temo!” Risi e, allungando una mano, presi uno di quei biscotti dal delicato piatto di ceramica che il nostro ospite aveva appoggiato sul tavolo... Ero preoccupata... non riuscivo da togliermi quelle visioni dalla mente, non riuscivo a togliermi dalla mente Andros e quella profezia, il giardino, il libretto... “Oh, Guisgard...” mormorai dopo qualche istante, rigirandomi nervosamente quel biscotto tra le mani “Guisgard, devo dirti una cosa! Una cosa che... insomma, non so se ti piacerà!” Esitai per qualche istante... poi improvvisamente lasciai cadere il biscotto e presi la sua mano tra le mie... “Guisgard... tu mi credi, vero? Credi alle mie visioni?” |
Guisgard era accanto a lei, ma a quelle parole di Talia sospirò sconcertato.
“Ancora queste tue visioni...” raccogliendo il biscotto caduto alla ragazza e rimettendolo sul vassoio “... certo che ti credo...” fissando poi fuori dalla finestra “... io ti credo sempre... ma da quando siamo qui sembrano essersi moltiplicate queste tue visioni... non può essere anche colpa di questo luogo? Forse ti stati facendo influenzare, non pensi?” Sospirò e scosse il capo. “Tu non sei la Granduchessa ed io non sono l'Arciduca... siamo Talia e Guisgard...” si alzò in piedi “... e... e non capisci? Non comprendi che io odio queste tue visioni? Ogni volta che me ne racconti una, a me torna alla mente quel voto... quel maledetto voto che ti vuole sacerdotessa in un'isola sperduta...” cercò di calmarsi “... scusami, non volevo... perdonami, Talia...” si avvicinò al letto e strinse la ragazza a sé, con la schiena contro il suo petto “... su, parlami delle tue visioni...” mormorò, mentre una velata tristezza sorse in lui. |
“Un momento, milady...” disse Fyellon ad Altea “... tutti parlano di questa Avvilente Costumanza...” fissando Orco “... in voi leggo quasi indifferenza, mentre vostra moglie sembra spaventata a morte...”
“Chiedete e vi sarà risposto...” fece Orco “... altrimenti lasciate questo castello.” “Si, lasciate questo luogo triste e maledetto!” Esclamò Arya. “Sta zitta tu!” Gridò Orco a sua moglie. |
Come immaginai Fyellon si alzò e si fece coraggio, immaginavo volesse sapere di più sull'Avvilente Costumanza. Come me aveva notato pure l'odio che sir Orco provava per la moglie, la quale con benevolenza ci esortava ad andarcene.
"Fyellon, decidete voi...." lo fissai, era inutile parlare con lui, e mi risedetti a tavola in silenzio, aspettando la sua decisione. |
dovremmo trovare degli abiti diversi dissi per un po resteremo qui finchè non si calmeranno le acque io vado a esplorare dentro al mulino continuai a dire chissà che non trovo qualcosa di utile ma si può sapere perchè sei cosi rabbioso Alberico? sei sempre nervoso e rispondi sempre male che ti abbiamo fatto domandai diventando serio in volto
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Fyellon, a quelle parole di Altea, si voltò verso di lei e le si avvicinò.
“Cosa vi spaventa, milady?” Sorridendole, come a volerla tranquillizzare. “Vi spaventano i fantasmi che costoro vogliono farci credere racchiusi in questo maniero? O forse i guanti sporchi di sangue fuori nel cortile? A me invece inquieta più l'indifferenza di quest'uomo verso sua moglie e verso ogni forma di cavalleria conosciuta. Mi turba l'apatia che domina in questo luogo e l'inospitalità che alberga intorno a noi. Vi ho fatto una promessa, rammentate? Ho promesso di proteggervi. E manterrò ciò che ho detto.” Le diede un bacio sulla fronte e tornò a fissare Orco. “Allora?” Domandò Orco a tutti loro. “Cosa decidete?” |
“Oh, Guisgard...”
Improvvisamente mi sentivo male... così triste e avvilita... inclinai appena la testa all’indietro e la poggiai contro di lui... “Vedi... queste visioni, questi sogni sono parte di me... io li ho sempre avuti, fin da quando ho memoria, e da sempre ci ho convissuto... anche se talvolta volevo solo che smettessero, anche quando non li capivo... il fatto è che senza di essi io probabilmente non sarei la stessa...” sospirai “Ma non te ne parlerò più, se non vuoi! Ti prometto che non te ne parlerò più. Mai più. Io non voglio che tu sia triste!” Esitai un attimo soltanto... “E tu...” soggiunsi, più piano “Tu, in cambio, non parlerai più di quel voto! Come una volta... tu sei sempre stato l’unico con cui potevo essere me stessa, con cui potevo fingere che quel voto non esistesse... Voglio farlo ancora! Io non voglio più sentirlo nominare, voglio dimenticare che esista! Voglio dimenticare Tessalonica e i Cavalieri! Vuoi farlo, Guisgard? Puoi farlo per me?” Inspirai profondamente e, in fretta, mi asciugai gli occhi appena lucidi... poi sorrisi leggermente. “Ed ora abbracciami...” mormorai, voltandomi e girandogli le braccia intorno al collo “Abbracciami, ti prego, e promettimi che non mi lascerai... mai!” |
Probabilmente, il Maestro Redentos pensò che volevo mettermi alla prova senza saper nulla, ma non era così.
Non si possono compiere scelte, senza sapere a cosa ci attende.... "Maestro, non temete..... volevo solo sapere in cosa consisteva questa tradizione...." "Se è così pericolosa a tal punto che neanche Sir Orco voleva raccontarla....non proferirò oltre...." |
Fyellon si avvicinò a me per rassicurarmi...cosa mi spaventata? Nulla...il solo fatto che improvvisamente ero diventata completamente indifferente a tutto ciò che circondava quel posto e tutto il resto...cosa avrei potuto fare io per quel posto e per quale motivo? Io ero sola...avevo lasciato Tylesia, pure Elisabeth..sole. E combattevo sola, mentre sembrava il mondo volesse la mia protezione....ero persa da quei pensieri e sentii il bacio sulla mia fronte di Fyellon...alzai gli occhi e vidi il suo sorriso...e la sua protezione.
Sir Orco prese parola...cosa volevamo fare? Preferivo stare zitta, non volevo decidere, aspettavo fosse lui a farlo, ma conoscevo già la sua risposta. |
L'ira di Reas non mi stupi', sapevo cosa pensava in merito.......era furioso e nella valanga delle sue parole dove il tono della sua voce echeggiava a Palazzo...non aveva udito Kojo......la discussione tra i due fu breve e a quanto pare.....ero l'oggetto del suo interessamento....La domanda di Kojo arrivo' alle mie orecchie come un suono stridente, fosse un suono carico di passione o solo di subdolo desiderio, guardai Reas.....ghiaccio..questo era il colore dei suoi occhi ghiaccio, sentimenti ?....banditi dalla sua amata Regina......." Mio caro Kojo....sapete bene quanto i vostri desideri siano lontani dai miei......Reas.....Kojo richiede la mia presenza......e voi avete nulla da dirmi ?...".......
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“Ehi, piccola...” sussurrò Guisgard stringendola e poi sorridendole.
E quel suo sorriso sembrò voler spazzare via ogni nube, come accade al primo Sole dopo un temporale estivo. “Cosa sono questi occhi lucidi?” Fissandola teneramente. “Sei la Granduchessa e questo palazzo è tutto ai tuoi piedi...” sorrise nuovamente “... io credo che quel nostro guardiano” indicando là fuori “sappia il fatto suo... scommetti che una legione di cavalieri verrà a difenderti da chiunque tenterà di portarti via? E comunque arriverebbero tutti tardi, perchè basto io solo per difenderti...” con un dito, delicatamente, le asciugò quelle prime lacrime “... facciamo un patto... io prometto a te e tu farai altrettanto con me...” Guisgard era sotto un albero a suonare la sua ocarina, quando all'improvviso si voltò di scatto. “Ciao, bella dama...” sorridendo. “E' inutile che fai il cortese...” restando dietro l'albero Talia “... non ti ho perdonato... e forse non lo farò mai...” “Ah, beh...” sospirò lui “... come sei crudele...” “E tu antipatico!” “Eh, milady...” sorridendo lui “... sai che quando ti arrabbi mi ricordi il maestro? Vuoi cominciare a sgridarmi anche tu?” Rise di gusto. “Però se sei venuta qui è perchè forse ti mancavo un po'...” “Non farti strane idee!” Esclamò lei. “Sono qui solo per consegnarti questa lettera... ne sono arrivate due... una per te ed una per Fyellon...” Guisgard prese la lettera e cominciò ad aprirla. “E' da parte dell'Accademia Baronale...” leggendola “... sono dei corsi per aspiranti soldati da arruolare un giorno agli ordini del barone...” “Devi...” turbata lei “... devi partire?” “Non eri arrabbiata con me, milady?” Ridendo lui. “Solo perchè sei uno sciocco...” chinando il capo lei “... perchè hai litigato con Gordon e Mirial? Sono tuoi fratelli...” “E' affar mio...” tornando a fissare la lettera lui. “E'...” esitò lei “... è per il voto vero? Hanno parlato di quel voto...” “Non esiste nessun voto.” Voltandosi di scatto lui. “Non capisco di cosa tu stia parlando, Talia. Ho litigato perchè quei due patteggiano per Fyellon... ecco perchè.” Talia sorrise. “Partirai?” Chiese all'aspirante cavaliere. “Si...” annuì lui “... ma solo se verrai con me...” I due ragazzi allora risero insieme e restarono a fissare il tramonto svanire nell'incanto del crepuscolo. “Io prometto che non ti lascerò mai, Talia” disse Guisgard “e tu... tu non parlerai mai più di quel voto... quel voto non esiste più...” e la strinse forte. |
Reas fissò Elisabeth e poi Kojo.
“Cosa dovrei dirvi, milady?” Domandò alla maga. “Siete libera di frequentare chi volete.” Nelle sue parole vi era astio. “Non ho diritto a dire nulla... neanche sui vostri discutibili gusti...” Kojo lo fissò. “Spiegatevi meglio, capitano.” Mormorò. “Come detto, non ho altro da dire.” Guardandolo Reas. “Allora, milady...” rivolgendosi Kojo ad Elisabeth “... sarete la mia dama stasera... fino all'alba?” |
Guardai i due uomini........Reas sapeva cio' che provavo per lui ...Reas conosceva ogni mio pensiero......c'era durezza nei suoi occhi......infondo ero una donna libera, libera di fare la mia scelta.......L'istinto alle volte prevale sul buon senso....diedi un sonoro ceffone a Reas, talmente fu l'ira che sentii le ossa della mia mano scricchiolare......" Non meritate assolutamente nulla Capitano....niente.....pregate Dio che le nostre spade non si incrocino mai.....Portatemi via di qui Kojo.......avrete il piacere della mia compagnia sino all'alba........e poi andra' come vosrra' Dio "........Avrei voluto scatenare tutte le forze che si ergevano in me...........a nulla sarebbe valso che non a distruggere il palazzo di Tylesia.........poco mi conoscevano.....e forse questo era stato un male
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Mi diressi assieme a Parsifal, Redentos ed Altea in una grande sala all'interno del castello. Ascoltai quello che si dissero la madre e la figlia Arya; vidi tanta gioia nei loro occhi, ma poi percepii il dolore e la sofferenza quando intervenne Orco, che parlò di una prova che avremmo dovuto superare.
Quando Parsifal domandò ad Orco cosa fosse l'avvilente costumanza, capii che aveva un piano. Cercai quindi di capire quali fossero le sue intenzioni... L'orco spiegò a Parsifal che se avesse affrontato la prova non sarebbe più potuto tornare indietro e, da quello che diceva, sembrava davvero difficile da superare. Per un attimo temetti che Parsifal volesse tentarla, ma poi mi resi conto che il cavaliere aveva altro in mente ed io stavo solamente attendendo di poterlo scoprire... |
L'atmosfera nella sala divenne quasi surreale.
Parsifal aveva deciso di attendere e non chiedere oltre su quella misteriosa prova. E così pure Altea e Lilith. Redentos invece studiava ogni espressione di Orco, di sua moglie Arya e dell'uomo che era con loro e che aveva nome Insegrid. Solo Fyellon tradiva una certa eccitazione per quella situazione. Avvertiva che c'era qualcosa e voleva saperne di più. “Allora non c'è altro da dire.” Sentenziò Orco. “Stando così le cose, non c'è motivo che restiate al castello. Andate pure.” “Dio sia lodato...” mormorò Arya. “Anche io andrò a riprendere il mio lavoro...” alzandosi Insegrid. “Credete che qualcuno possa vincere il malefico incanto?” Gli domandò Orco. “Non credo...” rispose Insegrid “... ma devo essere previdente... e l'armatura deve essere pronta in tal caso...” “Non accadrà!” Esclamò Orco. Insegrid salutò i presenti ed uscì. “Allora anche noi ci prepareremo per partire.” Fece Redentos. E tutti furono accompagnati nelle loro stanze dai servitori. Così, Altea e Lilith in una stanza, Redentos, Parsifal e Fyellon in un'altra. “Volete davvero partire?” Domandò Fyellon ai suoi compagni di stanza. “Partire senza scoprire cosa nasconde questo luogo?” “Credete nelle maledizioni, cavaliere?” Chiese Redentos. “Assolutamente no.” Rispose Fyellon. “Ma credo che il nostro Orco il Rosso nasconda qualcosa... qualcosa di certo poco etereo o spirituale...” “Però noi stiamo lasciando il castello.” Fece Redentos. “Si, ma siamo ancora qui...” mormorò Fyellon “... Parsifal... volete venire con me?” “Cosa avete in mente?” Fissandolo Redentos. “Voglio scoprire a cosa lavora Insegrid...” rispose Fyellon “... mi ha molto incuriosito il discorso tra lui e Orco...” Nell'altra stanza, intanto, mentre Lilith era con Altea, la giovane alchimista avvertì una strana voce. Sembrava appartenere ad una donna e proveniva dal cortile. E quella voce, udita solo da Lilith, lamentava: “Nulla è peggio della felicità mancata... Promessa, perduta e solo in sogno invocata... Divenire un mattino signora, dama, principessa e trovarsi a sera sola, triste a maledire se stessa.” |
Kojo, a quella scena, si abbandonò ad una sonora risata.
“Che dama!” Esclamò “Milady, in verità vi avevo sottovalutata! Andiamo, la sera, la notte e l'alba ci stanno attendendo!” Reas invece restò a fissarli. Fissava soprattutto Elisabeth. Poi, all'improvviso, vinto da un impeto di rabbia, afferrò la spalla di Kojo, facendolo voltare. “Cos'altro volete?” Domandò il cavaliere del Tulipano. Ma per tutta risposta Reas lo colpì con un pugno. Un attimo dopo tra i due scoppiò una scazzottata. |
Il falco, per tutta risposta a Cavaliere25, svolazzò su una delle pale del mulino.
“Io?” Fissandolo il rapace. “Ma se sono buono e comprensivo! E' grazie a me che siete tutti in salvo! Ora sarà meglio esplorare questo mulino e trovare abiti per celare le vostre identità.” E fece segno al boscaiolo di visitare il vecchio mulino. |
"Avete udito anche voi?" chiesi ad Altea, anche se ormai sapevo che solo io riuscivo ad udire quelle misteriose voci.
Capii che quelle parole erano state dette da Ayra... mi sentii infinitamente in colpa per quello che stavo facendo: stavo per lasciare quella povera ragazza e sua madre in un infinito dolore. Non avrei potuto permetterlo. Pensai che, dopotutto, se non avessi superato la prova, sarei morta per uno scopo nobile invece di restare viva con un eterno rimorso. "Altea..." mi rivolsi alla dama "Voi potete iniziare ad andarvene dal castello, io devo trattenermi per qualche altro minuto. Ditelo anche agli altri: incamminatevi, io vi raggiungerò più tardi..." dissi, cercando di non far trasparire la mia paura e tendendo le mani dietro alla schiena per non mostrare che stavano tremando. |
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