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“Oh grazie Stuardo..” sorridendo “in biblioteca ho perso la cognizione del tempo ed effettivamente ora ho fame!” Gentilmente “Non ne ho idea, non rende conto a nessuno dei suoi spostamenti..” sorridendo.
“Volevo però chiederti un informazione, per i miei studi sto cercando un libello scritto da un dotto che a quanto ho capito gira di corte in corte... ora, c’è una biblioteca cittadina dove potrei ampliare le ricerche? O magari chiedere a qualcuno a corte... com’è la situazione politica qui, c’è il barone, giusto?”. |
“Entra.” Disse la voce del maestro dall'interno della camera a Gwen.
La stanza era quasi del tutto buia, fredda ed un senso di oppressione si poteva quasi toccare con mano. Mai la vampira aveva sentito simili sensazioni. Il maestro era seduto su una poltrona e fissava ormai la sera dalla finestra di fonte a lui. “Ti aspettavo...” alla vampira. Altea guardò le finestre, erano tante ed il crepuscolo morente generava inquieti e misteriosi riflessi sui vetri che andavano ad oscurarsi. “Madama vuole scherzare...” disse il guardiano “... un uomo che Sir Reddas è troppo pericoloso per poter essere trattato come qualunque altro prigioniero o come un servo comune...” “Se è così pericoloso, allora perchè il Maresciallo non lo fa giustiziare?” Chiese Derico. “Lo farà.” Il vecchio guardiano. “Appena lord Misk sarà liberato e tornerà a Monsperone. Infatti solo il barone può decretare la condanna a morte di un Afragolignonese.” “Non saprei, madama...” disse Stuarto a Clio “... so che la biblioteca della vecchia Pieve è molto antica e fornita... di più non so dirvi, signora... si, qui a Monsperone comanda il barone, lord Misk, ma egli ora è prigioniero dei suoi nemici ed il potere è esercitato dal suo braccio destro, il Maresciallo a cui vostra sorella ha fatto visita.” |
Appena entrai, sentii un senso di oppressione palpabile che mi inquietò.
Non avevo mai sentito una cosa simile e mi chiesi perché. "Desideravate dirmi qualcosa?" Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
"Oh sorrisi...appunto..ma lo chiamate ancora Sir? Proprio per questo sarebbe più bello vederlo umiliare e ubbidire, mio marito poi lo metterebbe a posto? Non potete intercedere? Ma vi è qualcuno nel castello?" guardandomi attorno.."Per me è più giusto la umiliazione che essere giustiziato..ma vogliamo entrare al castello? Vorrei guardarlo nella sua bellezza" con aria sempre frivola e sensuale...incredibile come questo viso d' Angelo celasse l' opposto certe volte.
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“Sei la padrona di casa...” disse “... non è cortese abbandonare il proprio ospite, non credi? Io non resterò qui a lungo, dunque dovresti approfittarne e prodigarti affinchè il mio soggiorno in questa tua dimora sia degno e soddisfacente... ma non è solo per questo che ti ho fatta chiamare... dimmi... perchè sin dal mio arrivo ho sentito odore di esseri umani? Perchè ho subito percepito l'odore del loro sangue?” Guardandola con i suoi occhi rossi e spietati.
https://www.telegraph.co.uk/content/...eg?imwidth=450 “Avete ragione, madama, non dovrei chiamarlo sir...” disse il guardiano ad Altea “... non più... no, nessuno può intercedere per lui.” Annuì poi alla dama. “Prego, vi farò visitare il castello.” Condusse così Altea e Derico all'interno del maniero. Era una costruzione come detto molto diversa dal tipico stile Sygmese e molto più simile invece ai castelli del regno Afragolignonese. Era monumentale, antico ed austero ed il guardiano raccontò che l'aspetto del maniero in qualche modo ricordava quello inquieto e misterioso del suo padrone. Non vi erano ritratti, né altre raffigurazione dei nobili Uscianesi, poiché il Maresciallo li aveva fatti tutti distruggere. |
Mi risultò strano il guardiano si era lasciato sfuggire .... quel...Sir...e se fosse stato una spia degli Uscianesi?
Mi avvicinai a lui e dissi a bassa voce.."Buon uomo..io odio vedere un uomo morire per odio verso un' altra stirpe o razza, ma non si discute la volontà del maresciallo" guardandolo negli occhi "Il vostro nome prego? Potrei vedere il prigioniero? Non si può fare nulla, purtroppo." osservandolo negli occhi in modo serio questa volta.. "E' l'unico Uscianese in giro?" magari sapendo se vi erano altri potevano salvarlo e sapere della imminente impiccagione.."Ma Sir Misk perché è imprigionato?" perplessa |
Ricambiai il suo sguardo e lo sostenni, senza difficoltà né timore o disagio.
"Perdonate, si sono verificati certi imprevisti che hanno inevitabilmente richiesto la mia presenza" risposi soltanto. Era un mio ospite, anche illustre, ma non mi sarei fatta mettere all'angolo da questo pensiero nè mi sentivo in dovere di dare spiegazioni. A quella domanda rimasi calma, immobile, sempre col mio sguardo nel suo. "Perché si tratta dell'uomo che ho scelto come compagno e che intendo trasformare al più presto" risposi. Non aveva senso mentire, perché l'odore era inconfondibile e volevo mettere le cose in chiaro. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“No, madama, non si può.” Disse quasi sconcertato il guardiano ad Altea. “E badate di non dire ad alcuno ciò che avete appena detto a me o finirete nei guai. Comunque si, Reddas è l'ultimo Uscianese in terra di Sygma.” Annuendo. “Il barone Misk? E' stato fatto prigioniero da un esercito nemico con cui aveva ingaggiato battaglia mesi fa.”
Lui guardò Gwen negli occhi per un lungo istante, nel quale lei si sentì quasi nuda davanti a lui. Nuda nell'anima e nei pensieri, come se lui potesse leggervi dentro ogni cosa. “Giusto...” disse poi “... a cosa servono gli umani se non per nutrirci e servirci?” Con un sorriso sadico. “Bada di trasformarlo al più presto... ritardare può essere pericoloso...” con tono enigmatico, quasi celasse una minaccia “... puoi andare.” Congedandola. “Ah...” fermandola “... colui che ha viaggiato con me? L'hai incontrato? Spero non vi abbia portato noie...” |
"Farò ammenda....un esercito straniero, e da dove viene questo esercito?" dissi per saperne di più..non sapevo come potevo liberare questo Reddas.
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Ancora una volta sondò il mio animo nel profondo attraverso il suo sguardo rosso e penetrante, come abissi infiniti di sangue.
"Lo farò senz'altro, non temete" lo rassicurai. Stavo per alzarmi, e rimasi in piedi alla sua domanda. Rimasi perplessa, ma non lo diedi a vedere. "Naturalmente. Mi ha anche aiutato a guarire il mio familiare. Sono certa che rimembrate "fissandolo, poi mi esibii in un impercettibile sorriso "Una serena notte, Maestro" con un accenno di inchino durante il quale rimasi ancora a fissarlo senza mai perdere l'attenzione. Poi uscii. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
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