Camelot, la patria della cavalleria

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Altea 04-08-2015 17.13.18

La tensione era troppa..il sogno e poi ciò che il naufrago disse..oltre le nuvole ed oltre le nuvole stava arrivando una tempesta. Tornai in infermeria e osservai il naufrago e mi avvicinai a lui piano aspettando mi parlasse e sorrisi.

Guisgard 04-08-2015 17.22.26

“Questa nave” disse sorridendo Icarius a Clio “ha molte stanze nei piani sottostanti. Ero in una di quelle a cercare alcune carte nautiche. Vuoi impazzire per una cosa così sciocca e spiegabilissima?” Ironico.
Poi all'improvviso udirono il fischio ed il grido della vedetta.
“Andiamo a vedere cosa succede...” lui a lei.
Tornarono sul ponte e dalla prua videro alte e potenti nuvole che si stagliavano lungo l'orizzonte.
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Guisgard 04-08-2015 17.23.09

Altea lasciò la sua cabina e tornò in infermeria, dal naufrago.
Questi si era finalmente calmato e se ne stava buono nel letto, grazie anche all'effetto dei sedativi.
“Le nuvole...” disse piano, per poi indicare l'oblò “... è la fine... non possiamo più tornare indietro... lei ci sta aspettando...”

Clio 04-08-2015 17.24.30

Lo guardai poco convinta.
"Ah si? Quindi chi stava suonando la tua ocarina in questa stanza misteriosa e ha smesso appena ho bussato?" Osservandolo "Tu non me la racconti giusta, ma immagino che non siano affari miei..." Sorridendo.
"Andiamo.." Annuii, per poi seguirlo sul ponte.

Altea 04-08-2015 17.29.43

Era calmo e tranquillo...le nuvole .. lo avevo immaginato ma non avrei chiesto nulla a nessuno.."Chiamerò il secondo capitano..lui ti sentirà come me sono certa..e ti aiuterà..." sorrisi nuovamente e io gli credevo. Sul ponte vi era fermento e vidi Icarius e andai da lui.."Icarius ti ho trovato finalmente, vieni dal naufrago..Non è pazzo..dice oltre le nuvole vi è qualcosa e da molto ed è un pericolo, ma Palos non ti ha riferito nulla?" guardando le nuvole.

Dacey Starklan 04-08-2015 17.37.34

Non mi piaceva l'idea di tornare lì. Se fossimo stati trovati a frugare ancora in quella stanza chissà cosa ci avrebbero fatto.

- Non sarebbe più prudente attende il passaggio della tempesta? Non mi sento molto tranquilla a dire il vero-

Lady Gwen 04-08-2015 17.43.19

Elv si alzo` e ipotizzo` che potesse essere una tempesta, cosi` lasciammo la cabina e andammo a vedere.

Guisgard 04-08-2015 17.48.51

Le nuvole.
Alte, spumose, gigantesche e bianchissime.
Come invalicabili muri posti tra il mare e l'orizzonte, simili a titanici pilastri che dagli abissi salivano a sorreggere e a perdersi nella volta celeste, navigavano apparentemente alla deriva, declinando oltre la linea immaginaria che racchiudeva le acque terrestri.
Sproporzionati banchi di vapori che sembravano in balia dei venti e delle correnti, tra i giochi di luce del Sole ed i riflessi dorati del mare, parevano assumere le forme più disparate e variegate, mutevoli e sognanti, di un quadro in continuo divenire.
E più la Divina Misericordia si avvicinava, più esse si aprivano per accoglierla, come fossero i cancelli di un regno fantastico, tra il cielo ed il mare, tra i sogni e la realtà.
Il Sole cominciò a calare verso l'Oriente ed il cielo si tinse di un vago color arancio denso di luminosi riflessi.
Allora poco a poco le nuvole cominciarono a mutare inesorabilmente, divenendo simili a fumo.
E sembravano fuggire, rincorrersi, confondersi, fino a grugnire l'una sull'altra.
Circondarono così la Divina Misericordia e avvolsero, quasi inghiottendo, il vascello.
Una fitta e spessa nebbia piombò attorno a loro.
Silenziosa e sinistra.
Il vascello proseguiva allora così, alla cieca, in quel mondo incantato.
Icarius annuì ad Altea e con un cenno della mano le fece capire di attendere.
Con lui c'era anche Clio.
“Palos...” disse il Taddeide “... controlla le mappe e indicami la latitudine...”
“Dovremmo essere” leggendo le mappe Palos “al largo di Capo Paulypon, dunque ormai fuori dal Mar delle Flegee... ma mi chiedo come mai invece non avvistiamo la costa...”
“Forse a causa di queste basse e dense nuvole...” guardando il mare col betascopio Icarius “... prima le attraverseremo e meglio sarà...”
“Faccio aumentare la velocità?” Chiese Palos.
“No...” scuotendo il capo Icarius “... se siamo davvero prossimi alla costa potrebbero allora esserci degli scogli e ci finiremo contro... teniamo questa velocità.”
“Si, signore.” Annuì Palos.
Era ormai quasi il crepuscolo ed il cielo assumeva un inquieto color cobalto, senza stelle, forse tutte ammutolite dall'intenso e spettrale alone lunare.
Tutti quegli occhi erano fissi sul muro di nuvole che si stagliava ovunque intorno a loro e che sotto i colori del crepuscolo pareva assumere strane ed enigmatiche fattezze.
E proprio da quelle alte colonne di vapore, dai bastioni di fumo e dalle guglie di esalazioni sembrò prendere forma qualcosa.
Prima vaga, poi sempre più chiara e precisa.
Fino a quando davanti a loro apparve una grande isola, le cui fondamenta sembravano ergersi su alti e stretti strapiombi rocciosi che finivano per sprofondare nel mare, come se quell'isola quasi fluttuasse tra le acque ed il cielo.
Un'isola che sfiorava il pelo delle acque e posta come limite, confine, tra il mare, che scorreva sterminato davanti e la terraferma, che si poteva vedere in lontananza dietro di essa.
E la cosa più stupefacente erano le poderose e lunghe catene ossidate e coperte di salsedine che dall'isola scendevano fino in acqua, come se fossero immense ancore per tener ferma quella terra così incredibile e fantastica.
La Divina Misericordia continuò ad avvicinarsi a quel luogo ed allora dalla sua fitta vegetazione fu possibile vedere una cittadina che su di esso si ergeva.
E sotto la chiara e tonda perfezione di una Luna bianca ed incantata prendeva forma la cittadina.
Era immobile e sonnolenta, poco più grande di un villaggio e abbastanza meno estesa di una città, al centro di un misterioso altopiano e circondata da montagne dai profili fantastici.
Le case, i palazzi e la piccola fortificazione che la racchiudeva erano fatte tutte con marmo sepolcrale.
Come se l'intera struttura urbana fosse stata costruita sui resti di un cimitero.
L'aria era calda ed immobile e nelle strade che giravano in tondo all'abitato stavano individui stranamente vestiti, ma dall'aspetto nobile e familiare.
“Che posto è mai questo?” Stupito il pellegrino.
“Capo...” fece Pinto “... la corrente è forte e ci trascina verso quell'isola...”
“Accendiamo i motori allora!” Deciso Palos.
“No, è inutile...” mormorò Icarius, con gli occhi fissi su quell'isola misteriosa “... il vento è contrario e comunque la nostra intenzione è tornare verso il continente... e questa è la strada obbligata...”
E quando il vascello ebbe percorso altra sei leghe, nell'aria cominciò ad udirsi qualcosa.
Un ticchettio, continuo ed ossessiva, che tintinnava attorno a loro.
Tic Tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac...
Un rumore perenne, meccanicamente assillante che in breve divenne insopportabile per tutti i membri della nave.
Tic Tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac...
Un sorta di assurda e acutissima ripetizione di un suono incessante e martellante.
Tic Tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac... tic tac...
“Ma cosa diavolo è questo insopportabile rumore?” Portandosi le mani alle orecchie Palos.
Ma dare una risposta a quella domanda ora era impossibile.
E con queste inquietudini la Divina Misericordia si avvicinava inesorabile a quella incredibile isola sospesa tra mare e cielo.
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Altea 04-08-2015 17.57.12

Aspettai li .. lo scenario era surreale, fantastico..Icarius dava le direttive e io rimasi in silenzio ma lontano vedevo terra..una isola stagliarsi e poi quel ticchettio e parlai ad alta voce.."Eccola..come ha detto il naufrago..la terra della fata o incantatrice..dice ci sta aspettando..e lo ha trasformato da sedicenne ad anziano..è terra nemica." Sospirai..qualcuno mi avrebbe sentita forse e mi poggiai al parapetto.

Dacey Starklan 04-08-2015 18.02.31

Ancora indecisi sul da farsi restammo a guardare l'oblo dalla nostra cabina.

Il cielo era strano e così anche le onde che si facevano grandi poi, qualcosa di inaspettato ci colpì.

Rimasi a bocca aperta nel vedere la nave dirigersi verso una costa, che si rivelò essere un'isola, un'isola strabiliante, in sospeso.

Qualcosa però mi diceva che quella meraviglia era ingannevole, come lo sono le sirene.

Non capivo perché la nave si ostinava a mantenere quella rotta.

- Hai mai visto nulla di simile?- domandai a Dension dopo l'iniziale stupore.

- É quasi incredibile.... Non capisco come possa esistere....- mormorai andando a stringere la sua mano, nel tentativo di eliminare la cattiva sensazione che si insinuava dentro di me quando con gli occhi ancora spalancati guardavo l'isola.

All'improvviso un rumore incessante, metallico, forte e ritmico pervase la nostra cabina e l'intera nave.

- Ma cosa?- non ebbi il tempo di terminare che quel rumore si fece più forte, quasi assordante e dovetti portare le mani a tapparmi le orecchie.


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