Ci pensai su.
Poi annuii.
"Sì, forse hai ragione. Domani andrò da lui" convinta.

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"Si, è la cosa migliore..." disse ancora impressionato Elv "... mai visto nulla di simile, se non nei film..." a Gwen.

Gli lasciai il telefonino e lo osservai mentre lo posizionava in un angolo ben nascosto, ma funzionale perchè inquadrasse anche la porta."Sì.." annuendo a Cristiano "Torneremo domani.." con un leggero sorriso.
Lo seguii fuori dalla stanza, richiudendoci la porta alle spalle.
"A questo punto direi di andare avanti con il nostro piano per stanotte, non credi?" fissandolo con aria interrogativa.

"Sì, è vero... Inoltre, deve essere un tipo davvero eccentrico, se non addirittura mitomane, per andare in giro in quel modo... Mi chiedo perché..." scuotendo la testa e riponendo il cellulare.

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"Già..." disse Elv a Gwen.
Ad un tratto arrivarono due custodi e li notarono.
"Chi è là?" Uno dei due, puntando la torcia sui due giovani.

Cristiano annuì a Destresya e risalirono su.
Dalla galleria però arrivavano alcune voci.
"Vediamo chi è..." lei a lei.
Si affacciarono e videro due custodi insieme a Gwen e ad Elv.

Ad un certo punto arrivarono due custodi, puntando la torcia e chiedendo chi fossimo, naturalmente.
Comprensibile.
"Sono io, Gwen, non si preoccupi" avvicinandomi, e tenendo Elv per mano.

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"Signorina..." disse uno dei due custodi riconoscendo Gwen "... cosa ci fa qui a quest'ora? E' Mezzanotte passata!"

"Avevamo sentito dei rumori e siamo scesi a controllare. Voi avete notato qualcosa?"

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Non mi divertiva dovergli parlare in modo diretto e chiaro e ancora meno doverlo vedere mettere il muso, abbacchiato.
Rimasi in silenzio per buona parte del tragitto, passeggiando con lo sguardo perso nella città che pian piano iniziavo a conoscere.

“ Ancora non riesco a capacitarmi di come... come tu possa essere stato geloso di un tipo come il signor Freio...”

Quasi ridendo perché a me suonava tanto paradossale.

“ Posso capirlo per Phoemnisk ma insomma... dai!”

Seguii Cristiano verso il piano di sopra, diretti alle nostre stanze, per elaborae il piano del furto per quelal notte.Ma poi si udirono dei rumori, e ci affacciammo per vedere chi era.
C'erano due custodi con Gwen e un ragazzo moro.
"Lei è la curatrice della mostra, si occupa di tutta la collezione d'arte.." gli spiegai "Lui non so chi sia, ma potrebbe essere successo qualcosa, non credi?" guardandolo.

"No, noi non abbiamo nè visto, nè sentito nulla." Disse uno dei due custodi a Gwen.
"Lei invece cosa ha sentito, signorina?" L'altro custode.

"Abbiamo sentito dei passi, poi abbiamo visto una figura scura, come se avesse una sorta di lungo mantello nero, era molto strana..." risposi.

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"Beh..." disse Set a Dacey "... quel Luc un certo non so che lo ha... sicuramente potrebbe essere tuo padre, questo si... ma davanti ad una ragazza come te chiunque potrebbe perdere la testa..."
La strada li portò in centro, dove la parte moderna e futuristica della città si scontrava con quella antica, caratteristica e sognante.

"Allora..." disse impressionato uno dei custodi a Gwen "... allora avete visto il fantasma!"
"Si, credo di si..." annuì Elv.
Cristiano, poco distante con Destresya, fece segno alla ragazza di avvicinarsi ai quattro.
"Cosa è accaduto?" Chiese lui.

Sospirai.
"Temo che il capo non sarà molto entusiasta di sapere riguardo il fantasma..."
Arrivò poi in uomo che non conoscevo, insieme a Destresya.
"Buonasera, madame" sorridendole.
Poi l'uomo chiese cosa succedeva.
"Abbiamo visto la figura che si aggira per il palazzo, scura, con un mantello e tutto. Voi due avete visto qualcosa?"

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Annuii a Cristiano, e mi avvicinai con lui ai quattro, salutando Gwen con un sorriso e un lieve cenno del capo.
"Buonasera signorina Gwen..." gentilmente "Vi presento la mia guardia del corpo, Cristiano!" indicando l'uomo accanto a me.
"Con quello che sta succedendo in questi giorni, c'è poco da star tranquilli.." come a spiegare la sua presenza lì.
Ascoltai le sue parole parlava di una figura scura con mantello e tutto... e non ero io, evidentemente.
Dunque doveva trattarsi del presunto fantasma, che era però in carne ed ossa evidentemente, dato che era finito sui miei video.
"Accidenti!" sospirai "No, noi non abbiamo visto niente..." scuotendo la testa, preoccupata.

"Sarà meglio avvertire il signor Phoemnisk, signorina." disse uno dei custodi a Gwen.
"Noi credo sia meglio vada via." Cristiano a Destresya. "Oltretutto non abbiamo ancora cenato, madame." Con un tono che le chiedeva di reggergli il gioco.

"Piacere di conoscerla" a Cristiano "Lui invece è Elv, il nuovo addetto stampa del palazzo" presentando anche io lui.
Loro non avevano visto o sentito nulla.
Eravamo noi gli unici ad averlo notato?
Possibile?
"Sì, lo farò domattina, non credo mi riceverà adesso" al custode.

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Scossi la testa a quel discorso, dandogli una leggera spintarella con la spalla.

“ Una ragazza come me? Guarda che mica ho un qualche potere con il quale far cadere gli uomini ai miei piedi!
Meno che meno un uomo come Freio, sicuramente non sarei sufficientemente raffinata!”

Facendo persino una smorfia per dimostrare le mie parole e metterla sul ridere, sperando di risollevare il morale di Set.

“ Piuttosto, pensiamo a cosa potrei comperare con il mio buono!
Ormai siamo quasi alla bottega.”


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Set rise, poi guardò la stradina stretta davanti a loro, quella che sbucava nel vicoletto della bottega.
“la cosa migliore, secondo me, è quella di entrare e scegliere l'oggetto che più ti affascina. L'istinto non sbaglia mai.” Divertito a Dacey.

I custodi annuirono a Gwen e ripresero il loro giro, pregando lei ed Elv di andare via, visto la galleria era chiusa e restava comunque un luogo poco sicuro.
Infatti andarono a chiamare alcuni vigilanti per avere più uomini di guardia.

"Sì, hai ragione!" sorrisi a Cristiano "Se volete scusarci.." congedandomi da Elv e Gwen, oltre che dai custodi.
Così riprendemmo la via delle nostre stanze.
Una volta sola mi voltai verso Cristiano.
"Che ne pensi?" fissandolo negli occhi "Dev'essere la stessa figura che compare nelle mie foto.." sospirai "Che sia sempre lui ad usare la sranza? O lei eh, nulla vieta ci sia una donna dietro tutto ciò, così bardata chi la riconoscerebbe?" mi ritrovai a riflettere.

I custodi ci pregarono di lasciare la galleria, poiché stava per chiudere, infatti andammo via.
"Mi sembra surreale che lo abbiamo notato solo noi... Magari è davvero un fantasma e siamo gli unici a vederle..."con evidente sarcasmo.

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"Era meglio non restare lì, devono crederci estranei a tutto..." disse Cristiano a Destresya giunti davanti alle loro camere "... non so, forse davvero il presunto fantasma utilizza quella stanza... ci tocca aspettare e magari ne sapremo di più..." fissandola "... intanto, sai cosa? Avrei fame... ceniamo? E' tardi, andrà bene anche in camera se vuoi..."

“ Hai proprio ragione e bisogna sempre seguire l’istinto...”

Prendendolo per mano per poi accelerare il passo, quasi fino a correre per arrivare prima alla bottega.
Aprii la porta del negozietto tenendo gli occhi semi chiusi, volendo spalancarli solo nel momento in cui mi sarei ritrovata dinanzi a quel oggetto, il prescelto che mi sarei portata via.


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Dacey e Set entrarono nella bottega.
Era colma di ogni genere di oggetto, con una quantità sproporzionata di vasi, di bottiglie e di bicchieri.
Poi libri di tutti i generi conosciuti, dagli abecedari, ai diari, agli annali, fino alle enciclopedie e persino ai rotoli di papiro.
"Sembra non ci sia nessuno..." disse Set.
Allora da una tendina sbucò il giovane nipote del proprietario.
Aveva il fiatone e la camicia sbottonata.
"Salve..." salutò Set.
Lui rispose con un cenno del capo.

"Non direi, visto che probabilmente ha ucciso un custode e forse è immischiato con la morte di Chef..." disse Elv a Gwen, uscendo dalla galleria.

Sospirai.
"Lo so... E non riesco ancora a credere che sia morto..." riferendomi a Chef.
Era stato davvero terribile fare i conti con la sua morte, avevamo lavorato insieme per più di un anno e ora lui non c'era più, era terribile.

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“ Su, non fare il guastafeste Set! Vorrà dire che avrò più tempo per guardare tutto con calma e poi quando il proprietario tornerà gli saprò dire che voglio.”

Non volendo sconcertarmi dal mio obiettivo e passando in rassegna i primi scaffali più vicini a me, esaminando con fare critico gli oggetti esposti ma senza trovare qualcosa capace di colpirmi e emozionarmi.

“ Oh Santo!”

Esclamai portandomi una mano al petto, sorpresa dalla apparizione dello strano giovane nipote del proprietario.

“ La disturbiamo? La porta era aperta quindi non pensavo che...”

Dopo aver notare il suo aspetto, come se con il nostro arrivo avessimo interrotto una sua qualche attività.

“ Si ricorda? Ci siamo visti pochi giorni fa. Sono Dacey.”

Porgendo la mano al ragazzo, che allora si sarebbe dovuto presentare, parlare, svelare la sua voce.
Perché io non mi ero di sicuro scordata l’episodio della voce nel muro.


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"Io credo che potrebbe uccidere ancora..." disse Elv a Gwen, mentre camminavano per un lungo corridoio "... comincio a credere che forse chiunque sia non è interessato a rubare... almeno non solo..." arrivando davanti alla stanza di Gwen.

"Anche io lo credo, sin dall'inizio. Se avesse voluto rubare lo avrebbe fatto subito. Resta da capire perché aggirarsi per il palazzo e uccidere. È crudele, è insensato e sembra di non arrivare mai ad una svolta..." dissi, con stizza.
Poi arrivammo davanti alla mia camera.
Lo guardai.
"Beh, direi di continuare la conversazione che avevamo interrotto in un luogo più appartato... A meno che tu non abbia altri impegni per stanotte..." guardandolo con un vago sorriso malizioso.

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Il giovane guardò Dacey negli occhi per un lungo istante, per poi darle la mano.
“Mio zio arriverà subito...” disse a denti stretti, con una voce bassa, dal tono quasi scocciato.
Era una voce impersonale, senza un timbro caratteristico, che Dacey non seppe paragonare a quella udita l'altro giorno, a meno che dal muro essa non fosse giunta alterata o camuffata.
Il ragazzo si accomodò la camicia, coprendosi il petto nudo e ben fatto, per poi sedersi su un barile, restando a guardare i due clienti.

"Si si , concordo, io stessa ho cercato di mantenere un basso profilo in questi giorni..." annuendo verso le nostre stanze.
Sorrisi alla sua proposta di cenare.
"Sì, effettivamente comincio ad avere parecchia fame!" annuendo.
Da quanto tempo non mangiavo?
Se non riusvivo a ricordarlo era decisamente troppo.
"Ma certo, entra.." aprendo la porta della mia stanza "Chiamo il servizio in amera, a quanto mi hanno detto qui ci sono tutti i lussi, un piacere a cui non ci si abitua mai.." sorridendo.
Così, chiamai il servizio in camera e ordinai la cena, con una buona bottiglia di spumante, dopotutto era una gionata importante, bisognava festeggiare.

Elv sorrise con malizia ed accarezzò i lunghi capelli rossi di Gwen.
"Non vedo l'ora tu apra questa porta..." disse piano indicando la camera.

Ricambiai il suo sorriso, mentre accarezzava i miei capelli.
Ridacchiai, prima di baciarlo e trascinarlo dentro, chiudendo poi la porta con noncuranza.

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"Perfetto." Disse Cristiano. "Permetti mi metta comodo?" Sbottonandosi qualche bottone della camicia ed accendendo il condizionatore. "Detesto il caldo... ci vorrebbe una doccia ad ogni ora..." a Destresya.

Un bacio, risatine maliziose e Gwen ed Elv si ritrovarono nella stanza.
Ma uno spettacolo terribile si mostrò ai loro occhi.
L'intera parete era coperta da scritte fatte col sangue:

"Faust vi farà perdere la vita a tutti!"
"L'ultimo atto dello spettacolo concluderà anche le vostre vite!"
"Tutti quelli che faranno parte del Faust moriranno!"

Le mie mani stavano per raggiungere la sua camicia, ma urlai terrorizzata quando vidi quelle scritte.
Rimasi con gli occhi sbarrati, spaventata e stretta ad Elv, rileggevo infinite volte quelle scritte terribili, fatte di quel sangue grumoso e scarlatto.
"Chi è, cosa vuole da noi?" soffiai, con la voce che stentava ad uscire.

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Elv strinse a sè Gwen per tranquillizzarla, ma lui stesso era allarmato per quelle scritte.
L'urlo di Gwen attirò subito alcuni vigilanti.
"Signorina..." uno di loro "... cosa succede?"