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Davvero? Si questo è il periodo adatto..sono molto legata a questa Ricorrenza poiché da bambina ero sul carro ad accompagnare la Regina dei Cieli
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Oh, come non invidio quei tre sbruffoni ;)
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"Dio è giudice giusto,
Dio si sdegna ogni giorno." (Salmo 7) “Comprendo” disse Ardea ai tre birboni “quale Sorte infliggete agli sfortunati che passano da qui.” Guardandosi intorno. “Infatti, messere.” Divertito uno dei tre. “Vige al mondo la legge del più forte e noi imponiamo al prossimo la nostra forza.” I tre risero. “Anzi” aggiunse un altro di quei lestofanti “cerchiamo di fare in fretta, in modo da poter avere la possibilità di trovare dopo altri miserabili come voi per arricchire la nostra giornata.” “Non temete, amici miei...” sarcastico il Taddeide “... dopo aver risolto con me, non vi occorreranno altre vittime.” “E perchè mai?” Fissandolo uno dei tre. “Perchè morirete.” Sentenziò Ardea. I tre allora gli si lanciarono contro, decisi a disarcionarlo. Rapido, però, il cavaliere mise mano alla sua Parusia per affrontarli. In un attimo menò tre fendenti. Con uno squarciò la gola al primo brigante, con un altro tranciò gli occhi al secondo e con l'ultimo mozzò un braccio al terzo. I colpi però erano stati volutamente non mortali. E mentre i tre criminali si dimenavano sul terreno gridando per il dolore, Ardea smontò dal suo destriero. “Potrei lasciarvi così, a morte casuale...” lui ai tre “... magari sbranati dalle fiere, o mangiati dai ratti... invece no... siccome, come dite, al mondo domina la legge del più forte, io imporrò a voi la medesima condanna che avevate deciso per me...” si avvicinò al primo brigante, che ansimava al suolo con uno squarcio in gola “.... con tale ferita” Ardea “moriresti fra tre giorni tra atroci torture, ammesso che qualche bestia selvatica non ti finisca prima... ma siccome volevi la mia corazza per coprirti io prenderò invece la tua pelle...” si chinò sul brigante e tirato fuori un pugnale cominciò a scuoiarlo come si fa con gli animali. E le indicibili grida di dolore del brigante, mentre il cavaliere gli tirava via la pelle, ammutolirono di terrore gli altri due. Finito ciò, Ardea raggiunse il secondo lestofante, che se ne stava abbracciato ad un tronco senza avere più gli occhi. “Tu invece volevi la mia spada” Ardea rivolto a lui “ed io dunque ti renderò una cosa con essa.” E con un solo colpo infilò Parusia completante nel suo corpo, lasciando quel fiero metallo tra le sue viscere a causargli una morte lenta e dolorosissima. Si accostò infine al terzo di quei malfattori, che perdeva sangue dal braccio mozzato. “E tu volevi il mio cavallo?” Sorridendo il Taddeide. “Farai invece la fine che attende i cavalli zoppi.” Lo trafisse così alla gola col suo pugnale, lasciandolo agonizzante. “Ma tu vali meno di un cavallo, quindi la tua morte sarà simile a quella di un maiale che perde sangue lentamente per salvaguardarne la bontà di ciò che finirà a tavola.” Ardea attese che il secondo brigante spirasse, per poi estrarre dal suo corpo senza vita Parusia. La pulì, rimontò su Arante ed abbandonò quel luogo, dopo aver inflitto a ciascuno dei tre malvagi briganti una morte dolorosissima. Riprese allora il suo cammino verso il Monte Sacro a San Michele Arcangelo. http://www.latelanera.com/images_ban...de-scirone.jpg |
Eh lo dicevo io che facevano una brutta fine.. ;)
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"Nell’angoscia mi hai dato sollievo;
pietà di me, ascolta la mia preghiera." (Salmo 4) Il bosco che circondava la strada era denso di umidità, mentre la pioggia cadeva copiosa dal cielo. Tutto intorno era avvolto da una lieve nebbiolina, fatta di infinite goccioline che vagavano disperate su ogni cosa. La strada era desolata ed angusta. Un cupo e vuoto silenzio dominava quelle lande, rotto solo dal mormorio della pioggia che faceva gorgogliare le pozzanghere lungo la via e dal passo fiero di Arante. Ad un tratto dalla poca visibilità emerse la sagoma del Monte Sacro, caro a San Michele Arcangelo. Un maestoso acquedotto, ancora oggi superbamente in piedi, fungeva da porta per accedere alle boscose pendici della montagna. Univa, da parte a parte, la catena montuosa che oggi cinge, come naturali ed invalicabili mura, i confini di Capomazda, dividendo il mondo civile ed aristocratico da quello selvaggio e plebeo. Le maestose arcate si aprivano nella nebbia simili a varchi di absidi sovrapposte, con una cadenza regolare e perfetta, rendendo la struttura quasi delle fattezze di un santuario. Ardea ed il suo destriero oltrepassarono una di queste arcate, ritrovandosi così dall'altra parte. Il cavaliere allora provò una strana ed indefinita sensazione, come se avesse passato il mondo dei vivi per quello Spirituale. Imboccò così lo stretto sentiero che cingendo i fianchi della montagna conduceva sulla cima della Sacra Altura. Man mano che saliva, il mondo sottostante, fatto di stradine e sterrati che tagliavano la vallata, diventava piccolo e sfocato, come se venisse progressivamente ingoiato dall'umidità. Lentamente Arante portava in sella il suo nobile padrone, conducendo il Taddeide in una sorta di processione solenne, simile a quella a cui è sottoposto un condannato per giungere al patibolo. Passata la metà del percorso, Ardea salì in groppa al suo cavallo un'irta salita che avrebbe fiaccato qualunque altro destriero e alla fine di essa vi trovò una nicchia dedicata alla Vergine del Rosario col Bambino ed i santi Caterina e Domenico. Il Taddeide si fermò, scese e si inginocchiò a pregare. Si Segnò, rimontò in sella e proseguì. L'ultima abitazione che passò fu la casa di un pastore. Gli fu offerto del formaggio fresco, ma il cavaliere rifiutò dopo aver ringraziato. Raggiunse infine la cima del monte, dove sorgeva la chiesa di San Michele. Essa era però preceduta da un'alta Croce posta fra pietre. E di nuovo Ardea si fermò, scese da cavallo e pregò. Si Segnò, risalì in sella e raggiunse finalmente la chiesa. http://151.12.58.164/reggiadicaserta/images/DSC_04.jpg |
Ora mi avvedo..Ardea li ha uccisi senza indugio.
Questo ultimo racconto mi fa pensare..forse è lo stesso Monte dove nel "Fiore Azzurro" ero con un taddeide a vedere il Codex Ardeiano? |
Milady, nel mondo Capomazdese/Afragolignonese vi sono molte chiese dedicate a San Michele Arcangelo.
Questa narrata in Ardea è situata sul Monte Sacro, con il grande acquedotto alle sue pendici. L'acquedotto è dunque un segno distintivo di questo Santo monte e se esso figurava anche nel Gdr di cui parlate allora siamo in presenza della stessa chiesa :smile: |
San Michele Arcangelo è il mio patrono pure nella realtà.
Potrebbe essere..ricordo vi era una piccola grotta che era una chiesetta..penserò sia la stessa di Ardea :smile: |
Con ogni probabilità è la stessa chiesa, milady, visto che quella descritta in Ardea sorge proprio su una grotta :smile:
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