Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 01-10-2012 03.26.34

La conversazione tra il nuovo governatore, il suo ammiraglio e la famiglia di Talia, prese una piega tutt'altro che ufficiale e un'oretta buona trascorse tra dibattiti sul clima umido delle Flegee, sulla preparazione del tè, sul pesce che era alla base dell'alimentazione del posto e sulla collezione di velieri in bottiglie di Van Bumin.
“Eccellenza, perdonatemi...” disse all'improvviso Philip “... avete già incontrato il viceré spagnolo? Il vostro predecessore aveva in sospeso con lui una delicata questione sui confini tra i territori della corona d'Aragona e i nostri.”
“Oh, ma perchè rovinare questo nostro incontro parlando di queste cose!” Esclamò il governatore.
Suonò allora un campanellino ed un servo indigeno si presentò.
“Porta un po' di Coopa...” fece il governatore “... l'ho pronunciato bene?”
“Benissimo, padrone.” Annuì il servo, per poi andare via.
“Si tratta di un delizioso liquore” spiegò Van Bumin “che si ricava dalla polpa di una pianta particolare, di cui ignoro il nome e l'aspetto, e che posso assicurarvi essere straordinario! Non siete d'accordo, ammiraglio?”
“Assolutamente, eccellenza.”
“Conosco quel liquore, eccellenza.” Disse Philip. “E' alla base di molti traffici curati dalla Compagnia. Come voi ben sapete, immagino.”
“Ah...” mormorò il governatore “... certo, certo! Naturale! Eh, la nostra compagnia delle Flegee Orientali!”
“Occidentali, eccellenza.” Lo corresse Guidaux. “Compagnia delle Flegee Occidentali.”
“Si, certo, certo.” Annuendo il governatore. “Ma poi” sorridendo “magari è anche di buon auspicio questo mio involontario abbaglio. Voglio dire, magari un giorno l'Olanda dominerà su tutte le Flegee, sia Occidentali che Orientali.” E rise.
“Beh...” intervenne Philip “... in verità la Compagnia non ha alcun interesse a veder scoppiare una guerra tra noi e l'Inghilterra o la Spagna. Ma questo, immagino, vi trova di certo d'accordo, eccellenza.”
“Ma non vedo perchè toccare argomenti così noiosi per due signore.” Disse Guidaux prima che il governatore potesse replicare. “Mi sbaglio?” Fissando Talia e sua madre. “Sua figlia è davvero incantevole, caro Van Joynson.” Fissando la ragazza. “E se non erro è conosciuta con un caratteristico e bellissimo nome qui a Las Baias... Analopel...”
“Analopel?” Ripeté il governatore. “E cosa significa?”
“Sono i flegeesi che usano chiamarla così.” Disse Phlip. “Ma non credo sia argomento così interessante.”
“Allora, forse, caro Van Joynson, vorrete chiarirci un po' le vostre tendenze filo britanniche?” Fissandolo Guidaux.
“Cosa intendete dire?” Turbato Philip. “Potrei ritenermi offeso! Non occuperei certo il mio ruolo nella Compagnia, se avessi legami con inglesi o con altre nazioni straniere!”
“Allora” con sufficienza Guidaux “forse, mio caro amico, sono solo maldicenze di chi, in patria, non vi ha perdonato il fatto di essere figlio di un traditore. Infatti Arkwin Van Colbye, vostro padre, è caduto in disgrazia proprio a causa di un'accusa infamante di tradimento.”
“Io sono io” rispose Philip “e non sono responsabile di ciò che mio padre ha deciso di fare della sua vita.”
“Mi sembra giusto.” Disse l'ammiraglio. “Anzi, dimostrato ormai quanto sia di cattivo gusto toccare simili argomenti, quali politica, economia e affari di famiglia in un'occasione invece tanto piacevole ed interessante, direi di assaggiare un po' di questo liquore tipico e brindare alla nostra amicizia e alla collaborazione tra il governo e la Compagnia.”
Infatti il servo aveva servito in tavola il Coopa.
“Ditemi, damigella...” rivolgendosi Guidaux a Talia “... vi piace vivere qui a Las Baias? Trovate questi luoghi interessanti e ammalianti per una giovane e vivace ragazza come voi?”

cavaliere25 01-10-2012 10.43.57

io facevo il vagabondo andavo dove trovavo lavoro un po qui un po li e ora sono qui in questa nuova avventura chissà che non sia definitiva e fermarmi per sempre dopo un po ci si stanca a cambiare posto spero di restare fisso qui con voi continuai a dire sorridendo

Clio 01-10-2012 13.59.34

Ecco perchè le donne non dovrebbero imparare a combattere: non per la presunta debolezza del loro corpo, quella può essere allenata, non per la loro presunta indole buona e generosa, quella - se mai esiste - ben presto la si doma, ma perchè è così facile, così semplice insultarle. Ed è più facile insultare una donna che resterà quieta e zitta nel suo anfratto.
Questo pensai in quell'istante, quando quello strano uomo entrò e parlò.
Roteai gli occhi nell'espressione tipica di chi rivive per l'ennesima volta la stessa scena, feci schioccare la lingua contro il palato, presi il pugnale dallo stivale, meledizione lo avevo appena rimesso via!, e con una mossa rapida e abituale lo scagliai verso di lui. Si udì un suono sordo, seguito da un leggero tintinnio, quando si conficcò nel legno della porta, ad un centimetro dal suo orecchio.
No, non lo mancai, non avevo intenzione di ucciderlo, molto semplicemente. Sotto gli occhi allibiti e sconvolti, ma anche vagamente preoccupati, dei miei tre salvatori presi la spada olandese che avevo ancora con me, e la puntai alla gola del nuovo venuto, i suoi occhi erano freddi e impenetrabili, ma i miei erano bui e profondi come la notte.
Udii il rumore dei pugnali che lasciavano i foderi e delle pistole che venivano caricate, non mi importava.
"Questi tre uomini mi hanno salvato la vita, mentre sfuggivo alle guardie del governatore. E le sacre leggi dell'ospitalità sono l'unico motivo per cui siete ancora vivo. Ma, se vi azzardate a insultarmi un'altra volta, vi giuro che non vi concederò nemmeno il tempo di chiedermi perdono. Sono stata abbastanza chiara?" la mia voce era ferma, perentoria.
Mi avvicinai a lui per riprendere il pugnale incastrato nella porta, ma non distolsi mai lo sguardo fiero e inquisitorio da quegli occhi di ghiaccio, liberai il pugnale con un gesto secco e deciso, poi allontanai la lama dalla sua gola.

Altea 01-10-2012 15.08.52

Annuii..certamente ero appena arrivata e non volevo essere preda di gente poco raccomandabile. Las Baias aveva due facce..quella splendente del territorio e oscura della notte e dei suoi pericoli. Come si poteva evitare di ammirare la luna riflettersi sul mare a causa dei tafferugli?
Ad un tratto quella domanda della guardia.."A dire il vero non ho visto nulla di particolare ma udii degli schiamazzi forti e rumori sospetti tanto da far preoccupare pure la mia balia."

Guisgard 01-10-2012 16.12.23

Tutto accadde molto velocemente.
Forse troppo.
I tre uomini ebbero solo il tempo di estrarre i pugnali e puntare le loro pistole verso Clio, ma la ragazza aveva giù sotto il tiro della sua lama il nuovo arrivato.
Poi, dopo quella dimostrazione di abilità da parte di Clio, la ragazza abbassò l'arma, senza però dare segnali di debolezza.
“Mi sembra evidente” disse il quarto uomo a Clio “che non sei una prostituta...”
“Infatti non siamo stati noi a portarla qui.” Mormorò uno dei tre.
“Si, l'abbiamo tratta in salvo solo perchè aveva alle calcagna le guardie del governatore.” Aggiunse uno dei suoi compari.
“Allora” fissandoli il nuovo arrivato “siete doppiamente idioti!”
“E perchè mai?”
“Perchè con la vostra sciocca idea di salvarla” spiegò il quarto uomo “avete fatto in modo di far restare nei paraggi i soldati.”
“E in che modo?”
“Nessuno sa che siamo giunti qui a Las Baias” rispose il nuovo arrivato “e di conseguenza non ci sono guardie che ci cercano. Adesso invece, avendo strappata questa ragazza dalle loro grinfie, ora il porto e le stradine adiacenti pulluleranno di guardie... idioti!”
I tre si scambiarono rapide occhiate.
“Ed ora ci ritroveremo controlli molto più serrati.” Concluse il nuovo arrivato.
“Allora” fece uno dei tre “ributtiamola in strada, così che le guardie possano arrestarla ed andarsene in malora!”
“Quanto siete ingenui...” con un ghigno il quarto uomo “... pensate che non ci denuncerà una volta che le guardie l'avranno arrestata?”
“Allora uccidiamola noi e poi gettiamo il cadavere per le strade!” Propose un altro dei tre.

Guisgard 01-10-2012 16.19.56

I soldati ascoltarono con molta attenzione Altea.
“Allora” disse uno di quelli “forse altri che alloggiano nell'albergo avranno udito quegli schiamazzi e magari anche visto qualcosa.”
“Cosa facciamo allora?” Domandò un altro di quelli.
“Interrogheremo tutte le persone che si trovano alla Rosa dei Venti.” Rispose il militare. “Volete accompagnarci nell'albergo, milady? Forse voi conoscete già buona parte dei clienti...” chiese ad Altea.

Guisgard 01-10-2012 16.29.42

A quelle parole di Cavaliere25, gli altri tre suoi amici annuirono e sorrisero.
Presero allora le loro poche cose e si diressero al punto in cui la carrozza per Laocras era attesa.
Poco dopo il mezzo giunse e i quattro salirono a bordo.
“Scusate, signore...” disse Rynos al conducente “... quanto ci vorrà per arrivare a Laocras?”
“Tre ore circa!” Rispose il conducente.
Dopo un quarto d'ora la carrozza finalmente partì.

Altea 01-10-2012 16.43.03

Scossi il capo sicura "Non conosco nessuno, se non di vista, solo una ragazza che ho incontrato nel viaggio. Scusatemi, ma non ho intenzione di fare da soldato con voi, se state cercando qualcuno penso sia vostro dovere farlo, non certo mio, ora se scusate mi ritiro nelle mie stanze" entrai nella locanda e vidi il signore italiano che ci aveva accolto e mi avvicinai a lui "Scusate, ma vorrei avvisarvi che ci sono delle guardie qui fuori e penso cercheranno nella locanda un fuggitivo o qualche persona poco raccomandabile, lascio a voi l'onere di occuparvi di tutto".
Salii di fretta le scale col cuore che batteva a mille, speravo di non incontrare quel tizio che stavano cercando..e se fosse stato armato? Cercai di aprire la porta della camera ma era chiusa..imprecai, il chiavistello si era chiuso e fui costretta a bussare per farmi aprire, immaginando già i rimproveri.

Guisgard 01-10-2012 16.50.16

Il padrone italiano della Rosa dei Venti ascoltò con attenzione Altea e anche se un po' preoccupato, annuì cercando far sembrare la situazione sotto controllo.
La ragazza poi tornò verso il suo alloggio e rimasta chiusa fuori, bussò per farsi aprire.
Qualche istante dopo, Odette aprì.
Il suo volto era teso e l'espressione molto accigliata.
“Tu...” disse stravolta “... tu? Dove sei stata, sciagurata? Sei uscita da sola? E a fare cosa? A quest'ora? In un posto che neanche conosciamo! Sei diventata matta?”

Altea 01-10-2012 16.58.14

Guardai Odette sbalordita.."Ma come osi rivolgerti in questo modo? Nemmeno mia madre lo fa..volevo solo uscire, vedere come era Las Baias, e poi mi avevano incuriositi quei rumori..niente di chè, cosa pensi che sarei andata in giro da sola per la cittadina?" chiusi la porta.
"C'erano dei soldati giù, ti ricordi quei rumori e quelle urla concitate? Stanno cercando qualcuno e probabilmente si trova nella locanda e verranno e interrogare tutti, chiudiamo le finestre forse è meglio, anche se si sente forte la umidità in queste stanze."

Talia 01-10-2012 17.06.11

L’atmosfera in quella sala stava diventando piuttosto surreale... volavano parole, discorsi, falsi complimenti e lusinghe futili... avevo la sensazione che il Governatore stesse facendo di tutto per non entrare nel merito di questioni politiche o economiche, questioni che mio padre mostrava invece molto chiaramente di aver premura di affrontare.
E questa sorta di camuffato braccio di ferro finì presto per stancarmi.
Lentamente la mia attenzione fu dunque attratta dalla miriade di oggetti ricchi e un po’ pacchiani che affollavano tavoli e tavolini... sentivo ciò che dicevano mio padre ed il Governatore, ma iniziai a non badare più a loro.
Il mio sguardo più critico stava proprio valutando un’orribile e pretenzioso orologio a pendolo da tavolo d’oro, che scimmiottava la fattura di certi manufatti molto in voga tra l’alta società olandese qualche anno prima, quando fui distratta da certe parole dell’ammiraglio...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 49344)
“Allora, forse, caro Van Joynson, vorrete chiarirci un po' le vostre tendenze filo britanniche?” Fissandolo Guidaux.
“Cosa intendete dire?” Turbato Philip. “Potrei ritenermi offeso! Non occuperei certo il mio ruolo nella Compagnia, se avessi legami con inglesi o con altre nazioni straniere!”
“Allora” con sufficienza Guidaux “forse, mio caro amico, sono solo maldicenze di chi, in patria, non vi ha perdonato il fatto di essere figlio di un traditore. Infatti Arkwin Van Colbye, vostro padre, è caduto in disgrazia proprio a causa di un'accusa infamante di tradimento.”
“Io sono io” rispose Philip “e non sono responsabile di ciò che mio padre ha deciso di fare della sua vita.”
“Mi sembra giusto.” Disse l'ammiraglio. “Anzi, dimostrato ormai quanto sia di cattivo gusto toccare simili argomenti, quali politica, economia e affari di famiglia in un'occasione invece tanto piacevole ed interessante...

I miei occhi si spalancarono e, per un istante, trattenni il respiro...
il nonno... avevo già sentito voci simili, quando ancora vivevo con lui in Olanda, ma non gli avevo mai dato alcun peso... o forse, pensai, semplicemente non mi ero mai fermata a valutarle...
questa volta, però, ne rimasi molto turbata! E non fu l’evidente nervosismo di mio padre a turbarmi, né quelle inutili e vuote minacce... no, a turbarmi fin dentro l’anima fu il tono basso e gelido dell’ammiraglio: il tono di chi sa di avere l’altro in pugno, il tono di chi non esiterebbe un istante a buttare chiunque giù dalla rupe se solo questi ostacolasse un minimo i suoi piani...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 49344)
“Ditemi, damigella...” rivolgendosi Guidaux a Talia “... vi piace vivere qui a Las Baias? Trovate questi luoghi interessanti e ammalianti per una giovane e vivace ragazza come voi?”

Appena un attimo di impasse... esitai... poi costrinsi il mio volto a tornare perfettamente sereno e sorrisi...
“Ebbene, ammiraglio...” dissi, in tono morbido e vagamente noncurante “Vi dirò che la vista di cui si gode dalla parte del nostro giardino che dà sulla scogliera è assolutamente incantevole... niente di altrettanto bello, ne sono certa, esiste in un’altra parte del mondo...”
Esitai...
E improvvisamente, inaspettatamente, pensai che non era vero ciò che avevo detto... e quel ricordo fece di nuovo breccia nella mia mente...

“Posso aprire gli occhi?” domandai.
“Non ancora...” rispose.
“Ed ora?” domandai poco dopo “Ora posso aprirli?”
Sorrise...
“Sei davvero così impaziente?” mormorò al mio orecchio la sua voce calda e suadente.
“No...” dissi, scuotendo appena la testa “No, sono molto più che impaziente... molto, molto di più...”
“Ottimo!” mormorò divertito.
Camminammo ancora per qualche momento sulla stradina appena dissestata. Io tenevo gli occhi chiusi, ma camminavo sicura e niente affatto preoccupata perché entrambe le mie mani erano strette nelle sue...
“Va bene...” mormorò infine, fermandosi e facendomi appoggiare le mani su quello che sembrava un muro di pietra o un parapetto “Sei pronta?”
Sentivo il mare calmo infrangersi contro la costa proprio sotto di noi ed avvertivo la luce della luna attorno... sorrisi...
“Si!” risposi.
“Va bene...” sussurrò “Ora puoi aprirli...”


Battei le palpebre, quasi potessi di nuovo vedere quel mare davanti a me e sentire la sua presenza accanto... per un attimo vidi di nuovo quella luna candida e grande e quel cielo stellato, il più bello che avessi mai visto... e poi quella canzone, melodia di un dolce ricordo...
Sospirai.
Ma lo sguardo gelido dell’ammiraglio e quello severo di mio padre mi trassero presto via da quell’antico ricordo...
“Altro non so dirvi...” dissi candidamente “Ma sono certa che mi perdonerete se pure mostro di conoscere questo luogo, pur così bello, così poco!”

Guisgard 01-10-2012 17.49.32

“Eh, immagino...” disse con un sorriso, molto più simile ad un ghigno, l'ammiraglio, per poi distogliere lo sguardo da Talia e sorseggiare un po' di quel caratteristico liquore “... del resto, la villa che la Compagnia ha destinato al suo uomo più importante deve essere degna di tale prestigio e bellezza.” Fissò poi il governatore. “Quasi mi chiedo, eccellenza, quale sia più adatta ad un capo, tra quella villa e questo palazzo.”
Il governatore lo guardò perplesso.
“Andiamo, sto scherzando, eccellenza.” Sorridendo l'ammiraglio. “Dopotutto, un capo commerciale è cosa be diversa da un capo militare... il primo lavora con trattati e merci... mentre il secondo con navi e cannoni... e se i trattati e le merci si adoperano fra amici, è con navi e cannoni che si tratta con i nemici...”
“Mi spiace dirlo” alzandosi Philip “ma temo che sia ora di andare per noi, eccellenza.”
“Oh, mi spiace.” Alzandosi anche il governatore. “Il tempo vola quando si è in piacevole compagnia. Ma ritenetevi miei ospiti per una di queste sere, amico mio.” E ordinò ad un servo di accompagnare alla carrozza i suoi ospiti.
“Rammenterò” fece l'ammiraglio fissando Talia “di venire a vedere quel meraviglioso panorama che si può ammirare da casa vostra, signorina.”
Poco dopo, Philip e la sua famiglia lasciarono il palazzo del governatore.
Il suo sguardo era pensieroso e l'espressione del volto molto tesa.
E per tutto il tragitto non disse nulla.
Giunti a casa, subito il padre di Jamiel andò loro incontro.
“Padrone...” disse il servo “... è giunta questa per voi...” consegnandogli una lettera.
Philip la prese e cominciò a leggerla.
E ad un tratto sbiancò.

cavaliere25 01-10-2012 18.11.15

non vedo l'ora di arrivare sono troppo felice dissi tutto contento di essere partito appena arriveremo cerchiamo subito una nave che cerca lavoranti e almeno qualcosa da mangiare e anche un posto per dormire che alla fine sto viaggio ci sta sfinendo le energie e sbadigliai

Cheyenne 01-10-2012 18.17.21

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 49341)
“ tempo fa fui contattato da un ex ufficiale ora in pensione... suo figlio sposò anni fa una meticcia del posto e da quell'unione nacque una bambina... i due, purtroppo, persero la vita a causa di un attacco ad opera dei pirati e della figlioletta si persero le tracce. Il mio cliente non si diede per vinto e cercò di rintracciare sua nipote... in seguito riuscì a scoprire che la bambina fu uccisa dai bucanieri, ma venduta come schiava e poi imbarcata su una nave per l'Europa... della bambina possiedo informazioni sul suo aspetto al tempo del rapimento e dunque mi sono fatto un'idea di come può essere oggi... e oggi, nel vedervi, non ho potuto non notare una vostra somiglianza con il possibile aspetto attuale di quella sfortunata ragazzina... ecco, vorrei solamente conoscere la vostra storia e farvi qualche domanda... è possibile?”

Le sue parole riecheggiavano nella mia mente come l'eco tra le montagne... cercai di riportare alla memoria le poche immagini confuse della mia infanzia per poter ricercare tracce di ciò che l'uomo di aveva detto...
Certo, l'idea di ritrovare una parte del mio passato e della mia famiglia mi entusiasmava ma...se non fossi quella bambina? Illuderei me stessa e quel povero vecchio speranzoso...

Beh signore, esordii, il vostro racconto è alquanto singolare e ricalca in qualche aspetto le mie vicissitudini..questo devo ammetterlo. Però insomma non vorrei darvi risposte troppo affrettate basate su poche informazioni..non voglio illudermi per qualcosa che magari non c'è...
Feci una breve pausa, scolai la mia birra alla maniera vichinga e ripresi: Vedete, sono cresciuta in un ambiente ostile e sono sopravvissuta, e ciò che mi dava la forza di andare avanti era il sapere che da qualche parte, nel mondo, c'erano altri uomini come me...ora voi mi portate notizie che mi confondono, mi disorientano... Vi prego, non potete darmi maggiori informazioni, delle prove tangibili di quello che dite? Altrimenti da me non avrete nessun aiuto per la vostra ricerca.
Stetti in silenzio, osservando il mio interlocutore, in attesa di una risposta quanto più esauriente..

Guisgard 01-10-2012 18.32.03

Il portoghese ascoltò con attenzione Cheyenne ed annuì.
“Avete ragione.” Disse. “Ma ben poche informazioni posso darvi adesso... l'uomo che forse potrebbe essere vostro nonno è molto ricco e vive in territorio spagnolo. E' legato alla corte del Viceré aragonese e dunque occupa un ruolo sociale molto importante... per questo non vuole che qualcuno approfitti della situazione. Voi mi capite, vero?” Sorseggiò il suo vino. “In verità, fino al vostro incontro io posso dire ben poco. Infatti è mia intenzioni portarvi direttamente da lui e farvi incontrare. Altro, ora, non potrei fare.”

Talia 01-10-2012 18.39.04

Le parole dell’ammiraglio mi raggiunsero mentre mi alzavo per uscire...
Sollevai gli occhi su di lui e lo scrutai per un istante, dunque... poi, senza dire nulla, chinai appena la testa in segno di saluto. Mi inchinai appena al Governatore, poi uscii.
Il tragitto fino a casa trascorse nel più assoluto silenzio... mio padre era visibilmente teso e molto nervoso, mia madre era preoccupata ed io... sospirai... ed io?
Io ero turbata, pensai.
La mia mente ritornò all’ammiraglio, a quei suoi occhi così gelidi... e rabbrividii...
Giungemmo alla villa senza che quasi me ne accorgessi... scendemmo dalla carrozza, e qui il padre di Jamiel giunse con una lettera...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 49359)
“Padrone...” disse il servo “... è giunta questa per voi...” consegnandogli una lettera.
Philip la prese e cominciò a leggerla.
E ad un tratto sbiancò.

Stavo per rientrare in casa quando notai la sia espressione e trasalii...
“Che cosa accade, padre?” chiesi, improvvisamente preoccupata.

Cheyenne 01-10-2012 18.42.06

Non avendo ricevuto una risposta esplicativa, feci per alzarmi dal tavolo ma poi ci ripensai...in fondo quel vecchio uomo era come me alla ricerca della sua famiglia, chissà magari la ricerca poteva terminare per entrambi..
Bene signor Fhael, dissi con un sospiro, dovete ringraziare il mio buon cuore e anche la mia curiosità..verrò con voi..ma vi avverto se si tratta di un qualche scherzo meschino...non esiterò a mettere in pratica i metodi dei Vichinghi mie rapitori!
Detto questo lo guardai con uno sguardo un po' crudele e ordinai un'altra birra.

elisabeth 01-10-2012 19.57.12

Guardai quell'estraneo disteso sul letto...non mi ero mai trovata in una simile circostanza, gli andai vicina, repsirava...sembrava giovane, anche se il suo volto era segnato da rughe di sofferenza, aveva i tratti fini eppure le guardie lo cercavano, desideravo farmi l'idea di quel posto...ma ero appena arrivata e sinceramente nel momento in cui avevo deciso di imbarcarmi non mi ero fatta troppe domande, forse sarebbe stato il caso......Ingrid torno', la vidi poggiare tutto sul tavolo e sorbii anche il suo sermone, mi conosceva piu' di ogni altro, mi aveva cresciuta dal momento in cui avevo visto il mondo......avevo pianto con lei avevo riso....mi aveva coperta alle sfuriate di mio padre quando pensavo di essere libera e indipendente......." Avete fatto bene zia, il cibo lo tirera' su appena aprira' gli occhi, non voglio mandarlo in prigione se prima non sara' lui a dirmi da cosa sta fuggendo e chi e'........e poi, gli ho tolto il cltello, e' ferito ed e' innoquo...due contro uno...andiamo, di che cosa avete paura....e poi....un po' di avventura mia cara..."...incomincia cosi' a solleticarla...facendola sorridere quando un movimento mi fece voltare verso la finestra...i soldati avevano delle fiaccole e stavano parlottando, aprii la finestra per sentire meglio.....ma era Spagnolo e io non avevo una buona conoscenza di quella lingua....mi affacciai un po' di piu'....quando qualcuno dal letto incomincio' a dare segno di risveglio.....fui lesta e chiusi le imposte.....

Clio 01-10-2012 22.36.42

Ascoltai esterrefatta quelle parole.
Ma che storia era mai quella? Prima mi salvavano e poi tentavano di uccidermi? Andiamo, dove diavolo era il codice d'onore di questa gente? L'ospitalità è sacra, maledizione!
E dire che infondo mi erano stati simpatici! Ah, probabilmete aveva ragione Guerenaiz, erano la feccia della società.
"Davvero astuti, i miei complimenti... signori, se avessi le mani libere applaudirei"
li guardai accigliata, stringendo forte la spada nella mano destra e il pugnale nella sinistra
"E ditemi dunque, chi dovrei denunciare? Voi sapete il mio nome, ma io non conosco i vostri. Voi conoscete i miei intenti, ma i vostri affari mi sono ignoti. Dovrei essere io quella che teme di essere denunciata, non vi pare? Infondo, non so nemmeno chi siete.... eccetto certo, uomini senza onore, che non conoscono le sacre leggi dell'ospitalità, questo mi pare chiaro"
poi alzai le sopracciglia in un'espressione divertita.
Certo, pensai mentre li squadravo attentamente, non li avrei mai potuti battere: erano armati non soltanto di pugnali ma anche di pistole, e un solo colpo bastava per mandarmi all'altro mondo.
Dovevo giocare d'astuzia, infondo, mi avevano visto sfuggire alle guardie del governatore, e sapevano che non sbagliavo un colpo col pugnale.
Dovevo rischiare!
Per John sussurrò la voce più dolce che ancora esisteva nel profondo del mio cuore.
No, non ero giunta in capo al mondo per farmi ammazzare da tre ubriaconi maleducati, maledizione!
"E sentiamo, come pensate di uccidermi? Credete forse che sia così semplice?" poi il mio ghigno diventò perfido
"e se oserete iniziare a combattere, chi vi dice che io non mi metta ad urlare chiedendo aiuto come una povera fanciulla indifesa? Se le guardie, che come ben dite sono vicine, accorreranno, mi basterà buttare il coltello in un angolo e sembrerò la povera vittima di tre mascalzoni. A quel punto, anche se dovessero riconoscermi, il mio "crimine" sarà ben poca cosa davanti al vostro, non credete?"
Restai a fissarli, imperturbabile.

Guisgard 02-10-2012 01.12.53

“Per carità.” Disse Fhael a Cheyenne. “Scherzo meschino? E perchè mai? Per quale motivo poi? Siete forse ricca da giustificare un rapimento con conseguente riscatto?” Sorrise. “E poi mi sembrate capace di difendervi benissimo da qualsiasi malintenzionato. E comunque, vi assicuro, che io non sono uno di quelli.”
Il locandiere portò un'altra birra per Cheyenne e Fhael pagò poi il conto.
“Direi” aggiunse il portoghese “di partire il prima possibile, se siete d'accordo. Se volete farò preparare la mia imbarcazione e tra due giorni salperemo per incontrare quell'uomo. Cosa ne dite?”

Guisgard 02-10-2012 01.21.44

“Mi hai fatto prendere un colpo...” disse Odette ad Altea “... per questo ero preoccupata... e tu non puoi fare come ti pare! Domani ne parlerò con i tuoi genitori!”
Ad un tratto si udirono dei rumori nel corridoio.
Poi delle voci.
Probabilmente i soldati erano arrivati e il padrone dell'albergo li stava accompagnando da stanza in stanza per interrogare i vari clienti.
Dopo qualche istante qualcuno bussò anche alla porta di Altea e di Odette.
“Aprite, per favore.” Fece il padrone della Rosa dei Venti. “Dobbiamo fare un controllo.”
Odette allora aprì la porta, facendo entrare il padrone con i soldati.
I militari cercarono nelle stanze e poi si affacciarono dalle finestre per vedere giù in strada.
“Avete visto o sentito nulla di strano?” Chiese uno di loro ad Odette.
“Si...” mormorò la donna “... dei rumori provenienti dalla strada... poi più nulla...”
In quel momento arrivarono anche i genitori di Altea, svegliati da quel trambusto.
“Cosa accade, sergente?” Chiese il padre.
“Abbiamo scoperto dei contrabbandieri al porto” rispose il soldato “e poi sono fuggiti per la città... abbiamo motivo di credere che uno di loro possa essersi nascosto in questo albergo.”

Guisgard 02-10-2012 01.30.34

Il fuggitivo cominciò a svegliarsi e subito Ingrid fu presa da inquietudine.
“Si sta per svegliare, credo...” disse ad Elisabeth.
In quel momento il misterioso uomo aprì gli occhi.
Restò per qualche attimo a fissare il soffitto, poi d'un tratto, come se avesse realizzato e rammentato ogni cosa, tentò di alzarsi di scatto dal letto.
Ma fu un tentativo vano.
La fitta causatagli dalla ferita lo fece subito desistere da quell'idea.
Cercò allora il suo pugnale, senza però riuscirvi.
“Cosa mi avete fatto?” Fissando le due donne. “Dov'è il mio pugnale?”
“Dovete stare calmo, signore...” mormorò Ingrid.
“Al diavolo!” Esclamò l'uomo. “Mi avete disarmato, eh! Ma posso benissimo torcervi il collo! Anche se sono ferito! Non mi occorre nessun pugnale!” Il suo sguardo era carico di rabbia. “Avete già chiamato i soldati, vero? Mi avete già venduto a quei dannati!”

Guisgard 02-10-2012 02.08.45

“La ragazza dice il vero...” disse uno dei tre dopo aver udito il discorso di Clio “... cosa ne facciamo allora?”
“E' troppo abile” mormorò il nuovo arrivato “per tentare di accopparla senza conseguenze e troppo scaltra per lasciarla andare senza correre rischi...” e cominciò a camminare nervosamente su e giù per la piccola stanza.
“Forse davvero dovevamo lasciarla in balia dei soldati del governatore.” Fece un altro dei tre.
“E se le facessimo perdere i sensi?” Propose un altro. “Per poi lasciarla legata ed imbavagliata qui da sola?”
“Ed al suo risveglio?” Fissandolo il suo compare. “Quando qualcuno la troverà? Secondo te quanto impiegherà per descriverci e denunciarci ai soldati?”
Ma, all'improvviso, approfittando di tutte quelle chiacchiere che avevano in qualche modo attirato l'attenzione di Clio, il nuovo arrivato, mentre camminava pensieroso per la stanza, avvicinandosi alle spalle della ragazza la colpì alla nuca, facendole poi perdere i sensi.
Clio, dopo un tempo indefinito, riaprì finalmente gli occhi.
Si trovava in un ambiente nuovo e sconosciuto per lei, con oggetti preziosi disseminati in ogni angolo, come coppe e calici d'oro, candelabri d'argento, collane di corallo, pendagli di giada, ambra e onice che penzolavano da seggi e tavolini intarsiati.
In un angolo vi era poi un grosso baule pieno di stoffe preziose e tappeti raffinati e pregiati erano sparsi ovunque, mentre armi di pregevole fattura pendevano dalle pareti, come se fossero trofei di guerra.
Un gran mal di testa sembrava premere con vigore contro le tempie della ragazza ed un senso di stanchezza pareva diffuso in tutto il suo corpo.
Comprese allora che non si trovava più a Las Baias e di sicuro neanche più sulla terra ferma.
Tutto, infatti, sembrava oscillare come cullato dalle onde del mare.
Si trovava su una nave.
Indosso, naturalmente, non aveva più le armi ed i suoi polsi, come le sue mani, erano legati con stretti nodi al letto nel quale si trovava.
In quel momento nella stanza entrò qualcuno.
Era un uomo magro e dalla pelle scura.
Si avvicinò al letto e fissò Clio.
“Lanmò ki nou pito?” Mormorò nel suo esotico idioma.
“Ti ha chiesto quale tipo di morte preferisci...” disse all'improvviso qualcuno entrando nella stanza.
Era un uomo dal fisico asciutto, con indosso vestiti sfarzosi abbelliti da oro e argento.
I suoi occhi erano neri come la pece e la sua espressione celava qualcosa di inafferrabile e misterioso.
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Guisgard 02-10-2012 02.27.26

Il tragitto fu lungo e la carrozza percorse la strada che correva parallela alla costa. E verso la tarda mattinata finalmente arrivò a Lacroas.
“Eccoci, ragazzi...” disse Rynos a Cavaliere25, a Emas e a Fidan “... siamo giunti finalmente Lacroas. Direi di andare subito al porto e cercare un lavoro adatto a noi. Siete d'accordo?”

Guisgard 02-10-2012 02.39.39

Philip entrò nella stanza e quasi svogliatamente lasciò cadere il suo cappello sul grosso seggio.
Fece qualche passo verso la tavola e si versò da bere in un bicchiere.
Ma quando alzò gli occhi per sorseggiare il suo liquore, si accorse di quella figura seduta che lo fissava.
“Voi...” disse turbato Philip “... voi qui?”
“Forse avevi dimenticato di avere un padre...” fissandolo sorridente l'uomo seduto “... e poi, nella casa di mio figlio posso entrarci liberamente, no?” Assunse allora una strana espressione, tra il vago ed il sarcastico. “Ma tu forse neanche ricordi più di avere un padre, molto probabilmente! E di sicuro hai dimenticato il suo nome!” Si alzò dal seggio.
Era un uomo alto, robusto, con i capelli bianchi e lo sguardo di chi conosce bene i tormenti della vita e le miserie umane.
“Eh, già...” continuò “... perchè oggi il nostro nome, quello della nostra famiglia, possiede due volti... uno ricco di prestigio, di potere, di onore e di dignità, al quale sono legati il castello, le proprietà sulla costa, la villa di Amsterdam e poi la tua eccellente carriera diplomatica e commerciale... e l'altro volto, che ha un che di disdicevole, di ignobile, di abominevole ... un volto che è meglio non rammentare mai, sinonimo com'è di slealtà e tradimento... vero?”
“Siete ricercato, padre!” Esclamò Philip. “Le guardie del re vi stanno cercando!”
“Lo so.” Senza scomporsi il vecchio avventuriero.
“Dovete nascondervi!”
“Sono qui!” Fece il vecchio. “Nella casa di mio figlio, persona rispettabile, onorata e ricca di fiducia. Conosci forse un posto più sicuro?”
“Siete pazzo...”
“Ma non temere...” sorridendo “... tuo padre ha sempre con sé i suoi strumenti di lavoro... ecco...” aprendo la sua valigia “... una parrucca... una barba finta... un naso di cera ed il gioco è fatto...”
Si camuffò sotto gli occhi di Philip.
“Ecco, vedi!” Mostrando il suo nuovo aspetto al figlio. “E comunque, non stare in pena per tuo padre... quelli che oggi sono lupi, domani forse saranno agnelli... e la lepre che scappa oggi, domani magari sarà ben al sicuro...” rise “... Ferdinando d'Aragona sta per sbarcare dal mare, mentre gli inglesi marciano da Nord, figlio mio... ed il tuo Guglielmo d' Orange forse scapperà lui come una lepre!”
“Siete folle...”
“Ah, dimenticavo...” disse al figlio “... mi presteresti il tuo mantello? Sai, la sentinella lì fuori si aspetta di vedere un uomo con abito chiaro senza mantello.”
E preso il mantello di suo figlio, il vecchio avventuriero uscì.

“Questa lettera...” mormorò Philip, destato da quell'antico ricordo e fissando Talia e poi sua moglie “... annuncia che mio... mio padre sta per arrivare con una nave qui a Las Baias...”
“Qui da noi?” Sorpresa la donna.
“Si...” annuì lui “... e forse non poteva scegliere momento peggiore...”
“Non era esiliato da ogni territorio olandese?” Domandò sua moglie.
“L'avranno inviato qui” rispose lui “forse per allontanarlo dai suoi vecchi amici antiorangisti...”

Cheyenne 02-10-2012 06.54.28

Tutto sommato Fhael mi pare un brav'uomo...pensai...però ho fatto bene a spaventarlo un po'...almeno sono più tranquilla ora...
Bene, signor Fhael, dissi con un leggero sorriso, partiremo fra due giorni, come le aggrada..Ora perdonatemi ma sono leggermente stanca per il lungo viaggio che ho intrapreso per arrivare fin qui.Con il vostro permesso vado a ritirarmi nella mia stanza. Arrivederci.
Detto ciò,mi alzai lentamente dalla mia sedia,feci un breve inchino al portoghese, e mi voltai verso la direzione delle scale che portavano ai piani superiori.
Giunta nella mia camera, terminai di disfare i miei bagagli, pochi e vecchi abiti adatti ad un clima rigido, "certo, con questi abiti avrò caldo in queste isole ma anche durante il mio imminente viaggio..domani sarò costretta a trovarne uno nuovo" Sbuffai, odiavo andare a fare compere.
Guardai dalla mia finestra, la calma della piazza era quasi surreale, mi sciacquai il volto e finalmente mi misi a riposare.

elisabeth 02-10-2012 09.23.18

Gia' si era svegliato, rigido nei movimenti, sembrava quasi smarrito....Sentii Ingrid venirmi accanto, ma quell'uomo non mi faceva paura...e poi ero una fatalista, qualsiasi cosa doveva succedere..sarebbe successa......" E si mia cara Ingrid il nostro uomo del mistero si e' destato....e senza un bacio...come fece la bella addormentata nel bosco, guarda guarda ci minaccia pure..".....mi sedetti sulla sedia accanto al letto li' dove l'avevo lasciata quando avevo vegliato il suo sonno in attesa del pasto....." Bene, il vostro coltello non c'e' piu'...svanito, la prossima volta fatevi ferire ma chiedete la grazia di non perdere troppo sangue se questo non giovasse ad uccidervi......vi ho cambiato la camicia, ne avete una pulita e di ottimo tessuto....vi ho pulito la ferita e ho fatto si che si fermasse l'emorragia, vi siete addormentato come un bimbo e mia zia e' stata cosi' cortese da portare qualcosa da mangiare in camera per rimettervi in forze.......ora, lei mi esortava a denunciare la vostra presenza domattina al locandiere.......in realta' io sono una brava bambina e sono molto obbediente....ma prima voglio sapere cosa avete combinato e voglio la verita', perche' vedete, non vi abbiamo denunciato....ma abbiamo il vostro coltello..."...Vidi il volto di Ingrid farsi di mille colori, a lei non piaceva che una signorina parlasse cosi' e tantomeno gradiva una presenza losca di un uomo nella nostra stanza.....ma aveva visto che ero a braccia conserte e che non avrei spostato un capello se prima non ottenevo cio' che avevo richesto......

Clio 02-10-2012 10.34.28

Dapprima riuscivo a sentire soltanto l'incessante martellare delle mie tempie, poi,a poco a poco, mi sforzai di aprire gli occhi e mi guardai attorno, spaesata.
Dove mi trovavo? Cosa diavolo era successo? Poi, ben compresi che avevo perso i sensi, e quei mascalzoni mi avevano di certo imbarcato su una nave.
Osservai le immense ricchezze attorno a me, gioielli, argenterie di ogni tipo e fattura, e armi.. oh, quanto erano preziose e pregevoli quelle perfette lame affilate, se solo avessi potuto stringerle... fu allora che mi resi conto di non avere le mani libere.
Tirai i nodi, tentai di avvicinarmi per scioglierli con i denti ma fu tutto inutile.
Ero in trappola.

Citazione:

Era un uomo magro e dalla pelle scura.
Si avvicinò al letto e fissò Clio.
“Lanmò ki nou pito?” Mormorò nel suo esotico idioma.
“Ti ha chiesto quale tipo di morte preferisci...” disse all'improvviso qualcuno entrando nella stanza.
Era un uomo dal fisico asciutto, con indosso vestiti sfarzosi abbelliti da oro e argento.
I suoi occhi erano neri come la pece e la sua espressione celava qualcosa di inafferrabile e misterioso.

Che razza di domanda, come se non ci avessi pensato ogni momento da quando ho iniziato a combattere.
Pensai, fingendo di non capire il vero senso della domanda.
Lo squadrai con gli occhi di ghiaccio, fermi e incrollabili: dare segni di debolezza in quel momento sarebbe stata la mia fine.
"Campo di battaglia, armi in pugno, nell'assalto decisivo o nell'eterno slancio prima della sconfitta. Questo è il mio destino, l'ho sempre saputo. Ma per voi farò un'eccezione, date le circostanze: potete sfidarmi in un regolare duello e uccidermi così. Andiamo, non avrete paura di una fanciulla indifesa?" sfoderai un sorriso beffardo. ".. a voi la scelta dell'arma Milord".
Il mio cuore sobbalzava, ma mi sforzai di respirare lentamente, non volevo sembrare atterrita e spaventata.
Ma a me stessa non potevo mentire, sapevo di essere alla loro mercé.
Poi pensai che, infondo, doveva esserci un motivo per cui non mi avevano ancora ucciso.
E quel pensiero mi diede dapprima un po' di speranza, poi mi terrorizzò.

Altea 02-10-2012 14.34.31

Mia madre e Odette erano leggermente spaventate, lo si leggeva nei loro volti sbiancati mentre mio padre assunse il solito atteggiamento sicuro..lo osservai, in fondo io e lui ci assomigliavamo di carattere ecco perche' ci scontravamo sempre.."Scusate ma di che reato si e' macchiato quel fuggiasco per essere..cosi temuto e cercato" chiesi istintivamente alle guardie già incontrate all' entrata della locanda sperando, appunto, non accennassero alla nostra precedente conversazione.

cavaliere25 02-10-2012 20.45.35

Siiiiiiii dissi a gran voce andiamo di corsa al porto prima che scappi via la nave e risi scherzosamente e mi incamminai per il porto guardandomi intorno

Guisgard 03-10-2012 00.41.21

“E' un contrabbandiere, milady.” Disse il soldato ad Altea. “Un individuo che vive raggirando ed eludendo la legge. Che fa commercio clandestino ai danni del governo e in barba delle autorità che vigilano su queste terre. Abbiamo scoperto quella banda di contrabbandieri al porto, ma uno ci è scappato... e molto probabilmente si è nascosto in questa strada... forse proprio in questo albergo.”
“Un simile individuo” fece il padre di Altea “deve essere assicurato alla giustizia.”
“E' ciò che stiamo tentando di fare, signore.” Replicò il militare.
“Qui non c'è nessuno, sergente.” Disse un altro di quei soldati, appena finito di controllare quelle stanze.
“Cercheremo in altre stanze, allora.” Mormorò il sergente. “Perdonate il disturbo. Vi auguro una serena notte.” Ed uscirono.
“Ora farò un discorsetto ai tuoi genitori, signorina...” disse sottovoce Odette ad Altea con tono minaccioso.

Guisgard 03-10-2012 00.45.22

A quelle parole di Elisabeth, il misterioso uomo tentò di alzarsi, ma la ferita gli impedì ogni movimento brusco.
“Dannate...” disse “... cosa volete da me? Pechè non mi consegnate subito ai soldati? Volete la mia storia? E perchè mai? Cambierebbe qualcosa per voi? Resto pur sempre un fuorilegge!”
“Chi siete dunque?” Chiese Ingrid.
“Il demonio!” Urlò l'uomo. “Sono come il demonio! Sono condannato!”
Ma proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta.
“Sono io, il padrone dell'albergo...” disse dall'esterno “... perdonate per l'ora, ma qui ci sono dei soldati e devono fare un controllo nelle vostre stanze... apriteci, per favore...”

Guisgard 03-10-2012 00.51.55

Il misterioso uomo rise a quelle parole di Clio e poi con un cenno del capo congedò il suo servitore di colore.
Si sedette allora su un grosso seggio davanti al letto e piantò i suoi occhi scuri sulla ragazza.
“Un regolare duello...” disse quasi sarcastico “... e magari mi concederai anche la scelta delle armi, vero?” Rise nuovamente. “Ah, sciocca ragazza!” Esclamò divertito. “Ci sono più uomini in questo emisfero che mi odiano e mi danno la caccia, di quanti pesci invece non nuotino nei mari! Ogni giorno scampo alle fregate e ai velieri, ad ogni angolo evito sciabole e pistole e poi dovrei perire in un duello per mano di una ragazzina?” E di nuovo quella sua risata. “No, faremo così invece... tu mi dirai chi sei veramente e per quale motivo non dovrei darti in pasto ai pescecani dopo averti concessa, come premio, a ciascun uomo della mia ciurma!” La fissò con uno sguardo inquietante che sembrava rendere ancor più reali quelle sue terribili parole.

Guisgard 03-10-2012 01.00.05

Giunti a Lacroas, Rynos, Cavaliere25, Emas e Fidan raggiunsero subito il porto per rendersi conto della situazione.
Fidan, avvicinandosi ad un uomo in una bottega, chiese di eventuali navi pronte a salpare.
“Laggiù, sul molo vecchio” disse l'uomo “si trova una grande nave inglese e da quel che so stanno ancora arruolando marinai.”
“Bene!” Esclamò Rynos. “A quanto pare abbiamo la fortuna dalla nostra! Forza, ragazzi! Andiamo ad arruolarci come marinai!”

Guisgard 03-10-2012 01.25.40

Cheyenne, tornata in albergo, riuscì finalmente a riposarsi.
Ma la notte per lei fu tutt'altro che serena.
Strani sogni, infatti, tormentarono il suo sonno, mostrandole immagini e visioni inquiete ed angoscianti...

Il villaggio era in fiamme e tutt'intorno dominavano solo distruzione e morte.
Cadaveri giacevano a terra, con le carne lacerate e gli avvoltoi che scendevano a cibarsi di quei resti.
I pochi superstiti venivano condotti via in catene, con i vincitori che già si dividevano i vari ostaggi.
E tra questi vi era anche Cheyenne.
La ragazza camminava tra quei pochi disperati, sotto l'ombra e la minaccia di un destino avverso.
Ad un tratto un uomo fece fermare il gruppo ed indicò proprio lei.
Era vestito come un ufficiale ed era di età avanzata.
“Quella...” indicando Cheyenne “... voglio quella.”
“Questa, signore?” Domandò uno dei soldati. “Perchè proprio questa?”
“Perchè è mia nipote!” Rispose il vecchio ufficiale.


Cheyenne si svegliò di colpo.
Era agitata e sudata, mentre la chiara sera di Las Baias appariva muta e indifferente, dominata, com'era, da una pallida ed incantata Luna che giungeva a specchiarsi, malinconica ed enigmatica, sulle calme acque del mare.
http://www.spaghettifile.com/data/20...img_555023.jpg

Cheyenne 03-10-2012 06.58.25

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 49390)
Il villaggio era in fiamme e tutt'intorno dominavano solo distruzione e morte.
Cadaveri giacevano a terra, con le carne lacerate e gli avvoltoi che scendevano a cibarsi di quei resti.
I pochi superstiti venivano condotti via in catene, con i vincitori che già si dividevano i vari ostaggi.
E tra questi vi era anche Cheyenne.
La ragazza camminava tra quei pochi disperati, sotto l'ombra e la minaccia di un destino avverso.
Ad un tratto un uomo fece fermare il gruppo ed indicò proprio lei.
Era vestito come un ufficiale ed era di età avanzata.
“Quella...” indicando Cheyenne “... voglio quella.”
“Questa, signore?” Domandò uno dei soldati. “Perchè proprio questa?”
“Perchè è mia nipote!” Rispose il vecchio ufficiale.

Mi svegliai all'improvviso nel cuore della notte con ancora le orrendi immagini del mio sogno impresse nella mente...Mi alzai dal letto e mi diressi verso la finestra..fuori la luna splendeva magnificamente...il dio Mani sta facendo davvero un buon lavoro questa notte..anche se non posso dire altrettanto di Loki, deve essere lui che mi fa sognare questo orrore.
Fuori, sulla piazza, passeggiava tranquillo un gattino, al vederlo il mio cuore si calmò e andai a sedermi sul bordo del letto.
Passai almeno un'ora a pensare al mio sogno, se un sogno era veramente, insomma, che cosa mi garantiva che quello non era un ricordo, il volto del vecchio ufficiale mi sembrava così reale, così famigliare.........

La luce invase la mia stanza e mi svegliò.Era già mattino inoltrato.

Altea 03-10-2012 14.26.39

Appena le guardie se ne furono andate e i genitori si ritirarono nelle stanze la balia si scaglio' verbalmente verso me come fossi una bambina.. "Odette, sono cresciuta ormai e so quello che faccio..non dirai nulla e il discorso termina qui.. Ora se permetti andrei finalmente a riposare".
Entrai nella stanza mi stesi nel letto..pensai più volte al futuro a Las Baias, se le premesse erano quelle attuali potevo solo dolermi.
Non ci pensai più.. forse dovevo riposare e lasciare tutto scorresse come un fiume e buttarmici dentro.

Talia 03-10-2012 15.27.33

Le parole di mio padre risuonarono alle mie orecchie come un’eco: dapprima deboli e lontane, vagamente sbiadite, com’era stata la mia vita da quando mi trovavo a Las Baias, poi via via sempre più intense e colorate, vivaci, come il ricordo che avevo del nonno...
Notai solo di sfuggita il disappunto nella voce di mio padre nel dare quella notizie e lo sconcerto di mia madre, tanto ero concentrata su quella inattesa e vivida gioia che mi era scoppiata in mezzo al cuore...

La stanza era invasa da un fitto buio ed il fuoco che crepitava nel camino disegnava sulle pareti inquietanti disegni mutevoli.
I miei occhi erano fissi sulla fiamma danzante da non sapevo più quanto tempo, ormai... li sentivo bruciare, li sentivo rossi e lucidi, ma non mi importava. Le mie guance erano arrossate per il troppo calore ed i capelli sciolti mi ricadevano scompostamente sulla schiena e sulle spalle, fino a sfiorare le ginocchia che tenevo strette al petto con entrambe le braccia.
“Oh... ecco dove eri finita!” disse ad un tratto una voce alle mie spalle “Ti ho cercata sulla terrazza alta e nel cortile... non riuscivo a trovarti!”
L’uomo rimase per qualche attimo immobile sulla soglia poi, vedendo che non rispondevo, entrò nella stanza e chiuse la porta alle sue spalle.
“Sai... sono stupito...” disse guardandosi un momento intorno, quasi con noncuranza, per poi, riportando gli occhi su di me ancora accoccolata sul tappeto di fronte al camino, andarsi elegantemente a sedere su una poltrona dall’alto schienale “In fondo domani è un gran giorno per te... stai per partire, per salpare su una di quelle navi che sempre osservavi scomparire all’orizzonte... e conoscerai un nuovo mondo, avrai una nuova vita... dovresti essere felice!”
Per qualche lungo momento calò il silenzio nella stanza, un silenzio pesante e cupo...
“Ti ricordi quando ero piccola?” mormorai ad un tratto, la voce ruvida “Ricordi il modo in cui correvo fino in terrazza ogni volta che papà stava per tornare? Lo attendevo con una tale gioia e con un’aspettativa così vivida... volevo che tornasse, bramavo qualsiasi momento potesse dedicarmi... rammenti?”
Il nonno esitò...
“Si!” disse poi “Si, ricordo!”
“Ma lui non ha mai avuto molto tempo per me... arrivava e si chiudeva nel tuo studio, aveva appena il tempo per dirmi che ero cresciuta e per dirmi che mi aveva portato un dono... doni che, poi, era sempre e solo mia madre a consegnarmi. Si trattenevano qualche giorno e poi ripartivano! Sempre!” esitai appena, poi ripresi a parlare “Ed io... io presto ho iniziato a pensare che era colpa mia... che se, al mio posto, avessero avuto un figlio maschio lo avrebbero amato di più... che non avrebbero avuto bisogno di lasciarlo, ogni volta...”
“Talia!” mi interruppe la voce del nonno, alzandosi dalla sua poltrona e venendosi ad inginocchiare accanto a me “Talia, non dire queste cose! Non pensarle neanche, queste cose...”
“Non fa niente, nonno...” mormorai, sorridendo tristemente “Non fa niente! Ero triste e mi sentivo in colpa perché mi mancavano i miei genitori... ma la verità è che sono sempre stata felice qui con te, tu ti sei preso cura di me più di quanto non abbiano mai fatto loro!”
Il nonno rimase in silenzio per qualche momento, fissandomi... era preoccupato, ora... lo vedevo.
“Ed è per questo che non capisco...” proseguii “Desideravo che mi portassero con loro, quando ero piccola... anche una volta soltanto... lo desideravo più di qualsiasi altra cosa al mondo... ma non l’hanno mai fatto. E allora perché ora si? Perché adesso, che io vorrei poter restare qui con te, vogliono portarmi via? Non è giusto, nonno! Non è giusto!”
L’uomo sospirò e portò gli occhi sulla fiamma...
“No...” disse lentamente “No, non lo è! Ma, lo sai, tuo padre ha il terrore della cattiva influenza che potrei avere su di te...” aggiunse sarcastico.
“Adesso! Non aveva però questa paura anni fa...” ribattei.
“Forse ce l’aveva...” rispose il nonno “Ma, forse, la sua carriera a quel tempo non aveva preso una piega tale da potergli permettere di pensare che aveva anche una figlia!”
C’era astio e risentimento nelle sue parole... un astio che riuscì a celare solo in parte.
“Mi mancherai, nonno!” dissi ad un tratto.
Lui riportò gli occhi su di me e sorrise...
“Anche tu mi mancherai, piccola mia!”
Il resto del tempo trascorse lento, mentre la fiamma nel camino si abbassava man mano che il fuoco consumava gli ultimi residui di legna... io e il nonno non parlammo più, restando entrambi in silenzio ad osservare i giochi di luce e di ombra che il fuoco rifletteva nei nostri occhi. Non avevamo bisogno di parlare, non ne avevamo mai avuto particolarmente bisogno perché in fondo eravamo uguali... sì, in fondo, nonostante lo sdegno che ciò causava in mio padre, io ero esattamente la nipote di Arkwin Van Colbye, e probabilmente ero come lui.
I miei pensieri, tuttavia, erano cupi quella sera...
“E poi c’è lui, qui...” mormorai ad un tratto, come chi prosegue a voce alta un ragionamento che a lungo aveva ponderato silenziosamente “
Lui... che papà vuole non veda più... vuole che neanche ne parli. E' andato su tutte le furie, papà... ha detto che siamo dei traditori e dei pazzi e... e tante altre cose orribili!”
Il nonno sbuffò appena... non aveva bisogno di chiedere chi fosse ‘lui’, lo sapeva... e tuttavia non parlò subito.
“Sai, Talia... temo di non essere esattamente il tipo d’uomo che possa permettersi di giudicarne altri...” disse poi “Non sono così arrogante. Né così ipocrita! Ciò che posso dirti è solo ciò che so... ed io so che esiste una particolare categoria di uomini audaci e sognatori, uomini che mai si accontentano. Sono quegli uomini che non conoscono le mezze misure e che mai valutano la ragionevolezza, meno che mai se di mezzo c’è il loro cuore... Ed io credo che quel nostro giovane amico rientri in questa categoria! Una categoria che poco e male si mescola con quella cui appartiene tuo padre!”


Battei le palpebre mentre quel ricordo sfumava tra i miei pensieri... il ricordo della mia ultima sera in Olanda, l’ultima volta che avevo visto il nonno...
Sospirai, appena...
Mi mancava!
E, forse scioccamente, pensai che non era il solo che mi mancava...

elisabeth 03-10-2012 16.16.39

Dannato uomo,..." Sembrate piu' un pesce fuor d'acqua che annaspa senza respiro, che non il demonio in persona.......abbiate la prudenza di non urlare almeno...e se vi viene bene fate il demonio in persona e sparite in una nuvola di zolfo....."....ero furiosa piu' con me stessa che con lui...riuscivo sempre a cacciarmi nei guai, quando udii bussare alla porta....era il locandiere con alcune guardie.....guardai il volto dell'uomo e il tremore di Ingrid che si faceva sempre piu' palese......" Un attimo perfavore il tempo di rendermi presentabile........spostai la candela sul tavolo, lontano dal letto, in modo che solo quel lato della stanza fosse illuminato...." Ingrid aiutatemi a togliere il vestito...."...lo e lo poggiai sulla sedia in modo che fosse in bella vista, misi la camicia da notte...." e ora grande uomo fatemi spazio e appiattitevi contro di me piu' che potete.....se vi preme la pelle....".....mi misi a letto su un fianco in modo che lui mi stesse dietro e lascia volontariamente una spalla scoperta..." E ora Ingrid aprite la porta..."......il gelo scese nella stanza, se fossi stata illuminata abbastanza il colorito del mio volto andava dal rosso al viola...asseconda di cio' che in quel momento la scena mi avrebbe portata a recitare.........

Guisgard 03-10-2012 19.06.25

Elisabeth entrò così sotto le lenzuola, facendo quasi da scudo col suo corpo per impedire ad altri di vedere il misterioso fuggitivo.
Ingrid restò in un primo momento quasi interdetta davanti all'idea che aveva avuto Elisabeth.
Avrebbe voluto probabilmente protestare contro quell'avventata e malsana, per lei, trovata, ma la paura del momento era troppo forte.
Si segnò tre volte e poi, tremante, aprì finalmente la porta.
Nella stanza entrarono così il padrone dell'albergo e i militari.
“Perdonateci, milady...” disse il proprietario nel vedere a letto Elisabeth “... ma purtroppo stiamo facendo questo anche per la serenità e la tranquillità di voi clienti... vedrete, occorreranno solo pochi minuti. Dobbiamo accertarci che nessuno sia entrato qui a vostra insaputa.”
Il sergente allora ordinò ai suoi di controllare in giro.
Trascorsero così diversi momenti nei quali la tensione sembrava potersi quasi tagliare con un coltello.
Elisabeth vedeva Ingrid pallida e tremante che si guardava intorno, per poi fissare, quasi a cadenza regolare, il letto nel quale lei si trovava insieme a quell'uomo.
La sua attenzione però non era solo per la balia, ma anche per quel fuggitivo che ora si trovava nascosto con lei sotto le coperte.
Poteva avvertire il suo respiro ed il calore del corpo di quell'uomo contro il suo, insieme alle sue mani che per il poco spazio erano praticamente sui fianchi e sulla schiena della donna.
E mentre i soldati cercavano in giro, il sergente, rimasto nella stanza con il proprietario e le due donne, cominciò a fissare la balia.
“Comprendo che l'ora sia tarda” mormorò “e per questo mi chiedo come mai voi non siate ancora a letto... forse vi ci vorrà ancora un po' per abituarvi al clima di Las Baias.”
“Si...” balbettò Ingrid “... si... è... è proprio così...”
“Allora” fece il militare “di sicuro avrete, se non visto qualcosa nelle strade, almeno udito rumori da li provenienti... giusto?”
A quelle parole del sergente, Ingrid cadde nel panico e senza rispondere nulla si voltò a fissare Elisabeth, quasi ad invocare il suo aiuto.


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