Camelot, la patria della cavalleria

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Melisendra 31-03-2011 14.00.09

Di nuovo forte e inebriata della forza a cui avevo attinto, la mente si era schiarita. Erano belli i gelsomini, sotto la luce della luna, brillavano come gioielli. Rivolsi gli occhi a quella luna enigmatica, come aveva detto il cavaliere. A me parve quasi sfacciata, tonda e luminosa da far pensare a una donna vanitosa, eppure bellissima.
Citazione:

… chi siete veramente?
Mi voltai a osservare bene il suo volto, per stabilire se potessi fidarmi o no. Lo scrutai profondamente, soppesando ogni cosa. La mia espressione seria, quasi imbronciata, lasciò spazio a un sorriso ironico.
"La mia natura è simile all'acqua, scivolo accarezzando ogni cosa, vivo di quell'energia primordiale che crea le grandi cascate..." Sussurrai nel vento. "Sono Melisendra, nobile Guisgard" piantai bene i miei occhi nei suoi per scorgervi ogni minimo sussulto "...l'incantatrice".
Stavo ancora osservandolo, quando un servo si introdusse alla nostra presenza.
Citazione:

"Milady... rivolgendosi a Melisendra "... presto inizierà la cena... sua signoria è prossimo a raggiungere voi ospiti. Vi prego di seguirmi."
Feci cenno al servitore di fare strada. Rivolsi un pronfondo inchino al cavaliere, in un turbinio di veli, che forse erano un po' troppo sottili per un feudo timorato di Dio come quello di Capomazda, mi avvolgevano come una fiamma. Certamente anche il cavaliere era stato invitato al banchetto, ci saremmo rivisti nella Sala Grande.
Mi sentivo incredibilmente bene. Un goccio di energie e una magnifica luna mi avevano reso completamente le forze. Sicuramente quella luna era stregata, sicuramente c'era qualcosa nell'aria che i miei sensi avevano colto.
Mi sentivo viva, come se avessi avuto fuoco e non sangue, sotto la pelle. Quasi certamente i miei occhi brillarono nel buio, euforici.

Guisgard 31-03-2011 20.16.34

Llamrei continuava il suo viaggio verso Capomazda, quando incrociò un giovane avvolto in un mantello e col capo quasi tutto da un cappuccio.
“Salute a voi, sorella!” Disse il giovane andandole incontro. “Posso destarvi un solo momento dalle vostre orazioni? Vedete, questa strada conduce al più importante ducato del regno ed immagino voi siate diretta lì. Ecco, se così fosse vorrei chiedervi una grazia… mio Padre mi ha incaricato di portare questo sacchetto di monete alla Cappella della Santa Vergine che si trova proprio nel palazzo ducale di Capomazda. Potreste offrire quest’offerta alla Vergine per conto mio?”
Era un giovane poco più che adolescente, dai profondi occhi chiari.
“Vedete quel carro laggiù?” Indico poi alla monaca. “E’ di un bravo uomo, anch’egli diretto a Capomazda. Con lui giungerete molto presto in quel ducato. Iddio vi benedirà.”
Un attimo dopo il carro raggiunse Llamrei ed il giovane.
“Maziull, questa monaca verrà con te a Capomazda.” Disse il giovane all’uomo sul carro.
“Una monaca come compagna di viaggio? Ma io non conosco abbastanza orazioni da recitare per tutto il cammino!” Esclamò questi.
Il giovane sorrise e fece cenno a Llamrei di salire.
Un attimo dopo svanì nel bosco.

llamrei 31-03-2011 20.22.11

"più che un invito mi sembra un obbligo questo" e dopo aver pronunciato queste parole realizzai che il giovane era svanito nel nulla.
Con una saccoccia in mano colma di denaro sonante, mi trovai a prendere una decisione.
"Buon uomo, non ho riferito ad alcuno la mia destinazione. Non è detto che debba andare nel luogo suggerito dal giovane. Quindi, visto che voi, a quanto pare, lo conoscete, vi consegno questa saccoccia e portatela voi a destinazione. Io proseguirò con il mio cammino e con le mie orazioni. Che Iddio vi abbia in gloria".
E mi avviai lungo la strada.

Guisgard 31-03-2011 20.22.40

Intanto, dalle mura del palazzo ducale, Finiwell e Cavaliere25 avevano avvistato qualcosa di sospetto nell'oscurità della brughiera.
"Chinque siano..." disse Finiwell osservando quelle luci in lontananza "... proseguono a passo lento... sembra un nutrito gruppo... troppo esiguo per essere un esercito, ma abbastanza numeroso per essere una semplice caravona... sento puzza di bruciato e vorrei che quel tiratardi di Pasuan fosse qui..."
Si voltò poi verso Cavaliere25:
"Prest, scendi giù e recati in caserma dal capitano Monteguard... e riferiscigli ciò che abbiamo visto. Vai, corri, ragazzo!"

Guisgard 31-03-2011 20.31.17

Marziull osservò quel sacchetto con le monete e poi gettò uno sguardo su Llamrei.
"Sorella..." disse "... non so dove voi siate diretta, ma questa strada porta diritto a Capomazda. Solo da li poi potrete prendere altre direzioni. Tutt'attorno vi è solo la brughiera, un posto selvaggio e sinistro che non consiglierei nemmeno al mio peggior nemico. Se quindi, come credo, siete costretta a passare per Capomazda, sarebbe un delitto non esaudire la preghiera di quel giovane. Conosco suo Padre e so che vi sarebbe debitore per questo. Detto ciò, non amo occuparmi degli affari degli altri. Se volete venire con me a Capomazda bene, in caso contrario vi auguro buona fortuna."

llamrei 31-03-2011 20.39.45

"Barattiamo il mio cammino: io vi ricorderò nelle mie preghiere quotidiane e pregherò per l'assoluzione della vostra anima e voi mi consegnerete il carro e cavallo naturalmente. Ve li farò ritrovare a Capomazda. Avete voglia di far ripulire la vostra anima?"

Guisgard 31-03-2011 20.57.18

Marziull fissò per un attimo Llamrei.
"E sia!" Disse. "Sinceramente avevo perso la speranza di vedere salva la mia anima... ma se una donna di Chiesa come voi mi fa tale proposta, beh, che io sia dannato se non accetto il tutto! Oh... scusate, non volevo..." si scusò poi arrossendo.
"Allora ci sto!" Continuò. "Ma a patto che una volta giunta a Capomazda, voi portiate l'offerta di quel giovane alla Santa Vergine!"
Saltò giù dal carro e consenò quel mezzo alla monaca.

Guisgard 31-03-2011 21.11.15

“Lady incantatrice…” disse Guisgard sorridendo ed accennando un cortese inchino “... i miei omaggi…”
Un attimo dopo Melisendra seguì il servitore che la condusse nel palazzo.
Qui, nella Sala Grande, tutto era pronto per la sontuosa cena.
Poco dopo giunsero Icarius, Talia e Izar.
Attorno alla nobile tavola, oltre loro e Melisendra, vi erano Morrigan, Monteguard, Ravus e August.
Ad un certo punto, Ravus, alzandosi in piedi, invitò tutti a brindare.
“Brindiamo al nostro signore ed alla sua bellissima moglie. All’amore che è la sola gioia della vita!”
“L’amore, monsignore?” Ripetè con tono quasi beffardo Icarius. “E perché invece non a qualcosa di più reale e concreto? Non vi sembra che questo ammuffito palazzo sia già intriso fin troppo di miti e leggende? Lasciamo Amore ed i suoi romanzeschi incanti ai poeti, ai bardi e ai cantastorie! Perché invece non brindiamo a ciò che davvero può rendere interessante e piena la vita? Alla ricchezza per esempio! E voi, monsignore, ben dovreste comprendere ciò che dico… visto che siete l’unico a sapere dove l’Arciduca mio zio, che riposi in pace, aveva nascosto il favoloso tesoro della nostra stirpe!”
“Veramente…” balbettò sorpreso ed imbarazzato il chierico.
“Mio signore…” intervenne August “… io credo che dobbiate occuparvi della guerra e non del…”
“Tu credi, amico mio?” Lo interruppe Icarius. “E da quando hai maturato un tale intuito? Mi piacerebbe comprenderlo… visto che, a quanto pare, il figlio di un semplice maniscalco, quale tu sei, appare più lungimirante ed arguto del suo signore…”
“Dove? Dove è finito quel giovane con cui sono cresciuto? Questo mi chiedo…” mormorò August “… dov’è quel ragazzo che prendeva a pugni i prepotenti, che correva dietro al vento per conoscerne la dimora, che dava un nome ad ogni stella della notte? Quel ragazzo nei cui occhi ho sempre visto il più alto ed assoluto modello cavalleresco? Dov’è finito? Dove?”
“Badate a ciò che dite, August!” Lo riprese Izar.
“Lasciate perdere, Izar…” mormorò Icarius al suo fedele consigliere “… sir August… credo che possiamo fare a meno della vostra presenza, stasera…” aggiunse poi, fissando l’amico d’infanzia.
“Grazie, milord!” Rispose quasi come una liberazione il cavaliere.
Ed uscì dalla sala.
“Beh…” riprese a dire Icarius come se niente fosse “… non indugiamo oltre o queste pietanze perderanno il loro sapore, amici miei.” E riprese a mangiare.
Un attimo dopo un servitore annunciò l’arrivo di Perecour il guardiacaccia.
“Milord, e voi tutti, perdonate questa mia intrusione…” entrando il guardiacaccia “… ma so che sto per rendere felice il mio signore…”
“Cosa accade, amico mio?” Chiese Icarius visibilmente incuriosito.
“Mio signore, torno ora dal bosco di Cernia… dove abbiamo trovato tracce di una misteriosa fiera…”
“Misteriosa?” Ripetè il duca.
“Si, le tracce sembrano appartenere a qualche animale sconosciuto…”
“Dove esattamente?”
“Nel Gorgo del Lagno, mio signore.” Rispose Perecour.
“Allora prepara tutto!” Disse il duca. “Domani partiremo all’alba per quel luogo!”
“Quel posto è molto selvaggio, mio signore…” intervenne Izar “… e non mi sembra il caso che vi rechiate lì per una battuta di caccia… soprattutto data la difficile situazione che stiamo vivendo!”
Sciocchezze, Izar!” Minimizzò Icarius. “Non rinuncerò alla mia passione per la caccia per niente al mondo! Ed ora, amici miei…” rivolgendosi agli ospiti “… proseguiamo pure con la nostra cena.”

Guisgard 01-04-2011 03.05.22

Nel frattempo, al Castello dei Cimarow, nelle profondità della brughiera, sede dei ribelli al potere dei Taddei, si stavano discutendo nuove disposizioni per la guerra in atto.
“Ormai manca poco alla proclamazione del nuovo Arciduca.” Disse Nyclos, fratello di lord Cimarow, mentre fissava da una finestra la brughiera attraversata dal sibilo del vento. “Fra tre giorni al massimo avranno il successore di Rauger.”
Gouf lo ascoltava senza rispondere nulla, con le mani unite nell’atto di riflettere.
“Saranno sicuramente presi da questo avvenimento” continuò il fratello del rinnegato Cimarow “e noi ne approfitteremo per attaccarli!”
“Siete certo di queste informazioni, eccellenza?” Chiese Gouf rompendo finalmente quel silenzio nel quale sembrava essersi chiuso.
“Certamente! E’ stata una mossa geniale riuscire ad introdurre una nostra spia a Capomazda, fin dentro le mura del palazzo ducale! Quei maledetti non immaginano che siamo a conoscenza di ogni loro mossa ed ogni loro piano!”
“Si e sarebbe da sciocchi sprecare questo vantaggio con mosse azzardate…”
Nyclos, a quelle parole di Gouf, si voltò di scatto.
“Attaccheremo, si… ma non ora… per il momento ci limiteremo a rapide scorrerie nei loro territori, devastando campagne e incendiando piccoli villaggi.” Aggiunse il Cavaliere del Gufo.
“Perché? Attaccarli ora sarebbe una strategia vincente!”
“Ci troviamo di fronte ad un nemico che fa della nobiltà, della Fede e della legittimazione la propria forza…” rispose il cavaliere “… un nemico il cui blasone si confonde col mito e con la leggenda… prima di sconfiggere i Taddei, dobbiamo distruggere ciò che per secoli li ha resi più vicini al Cielo che alla Terra…”
“Non capisco…”
“Milord, sapete come si concluse la Guerra del Peloponneso tra Sparta ed Atene?”
“Veramente… no…”
“Sparta ed i suoi alleati bloccarono ogni rifornimento ad Atene, da nord a sud, da est ed ovest…” disse Gouf “… fino a stringere la gloriosa città attica in una morsa mortale. Alla fine solo la clemenza, o forse dovremmo dire la debolezza, degli spartani salvò Atene dalla distruzione… l’unica punizione inflitta agli sconfitti fu infatti solo l’abbattimento delle mura che univano la città al suo porto, il Pireo… fu il grande navarca spartano Lisandro, l’artefice di quella straordinaria vittoria, ad imporre una disonorevole condizione… le mura ateniesi sarebbero state abbattute al suono di suonatrici di flauto…”
“Non comprendo dove volete arrivare…”
“Sconfiggeremo i Taddei, dimostrando a tutti che sono uomini e nulla di più!” Rispose Gouf. “Uomini che insieme alla sconfitta conosceranno anche l’umiliazione! Attenderemo dunque che avranno nominato il loro Arciduca… per poi annientare tutte le loro forze ed esporre la testa del loro signore sulla Croce più alta di Capomazda… senza che nessun angelo dal Cielo possa scendere a salvarlo! E dopo ciò, mio signore… statene certo che nessuno in quel ducato oserà più mettere in discussione il legittimo potere della vostra famiglia!” Concluse con un impeto d’odio che attraversò i suoi occhi neri come la disperazione più cupa.
http://www.romanceisnotdead.com/dyn/1284636055949.jpeg

llamrei 01-04-2011 08.21.48

Balzai sul carro, afferrai le redini e spronai il cavallo. Mentre il mezzo si muoveva mi voltai verso l'uomo e dissi:
"ah buon uomo: ho dimenticato di dirvi che non mi è possibile pregare per la vostra anima. Ho dimenticato il crocifisso al monastero e senza di esso le mie preghiere non avranno molto successo!:D !"

Il viaggio divenne più breve del previsto con l'aiuto del bravo cavallo e con buon ringraziamento delle mie gambe. Giunsi alle porte del castello di Campomazda il giorno seguente.

Il mio abito era un buon lasciapassare e non feci difficoltà ad entrare.
"Ho fatto un voto, buon uomo. Devo pregare ai piedi della statua della Santa Vergine. Mi potete indicare la strada della Cappella?"

cavaliere25 01-04-2011 10.21.38

Si certo dissi vado subito e allora scesi e mi misi a correre più veloce di un lampo e dopo un po arrivai alla caserma e mi fermai per riprendere fiato e dopo due secondi bussai alla porta ed entrai e dissi è permesso?

Talia 01-04-2011 10.57.00

Seduta, immobile e con la schiena rigida, seguii la conversazione... l’imbarazzo dell’abate alle parole del duca, la delusione poi la rabbia repressa di sir August e l’indifferenza con cui Icarius lo congedò... provai un forte senso di nausea, un disagio profondo che mi scavò dentro e rese amara quella cena. Allontanai disgustata il piatto, con un minuscolo gesto di stizza che non riuscii proprio a reprimere, e quella sera non mangiai.
Poi l’arrivo del guardiacaccia...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 28216)
“Sciocchezze, Izar!” Minimizzò Icarius. “Non rinuncerò alla mia passione per la caccia per niente al mondo! Ed ora, amici miei…” rivolgendosi agli ospiti “… proseguiamo pure con la nostra cena.”

Voltai impercettibilmente la testa e gli lanciai un’occhiata truce... si stava comportando come un ragazzino viziato, prepotente e pieno di un’irritante arroganza.
I miei occhi si spostarono quindi sugli altri commensali, scorrendoli ad uno ad uno e valutando attentamente le loro espressioni che, dal disappunto alla sorpresa, erano le più svariate.

Guisgard 01-04-2011 16.04.25

Llamrei era giunta a Capomazda.
L'aveva accolta una campagna soleggiata, anche se velata da lieve foschia.
Ed attraverso quella foschia ogni cosa sembrava apparire sbiadita, stanca, sfiorita.
La bellezza del ducato, da sempre terra di miti e favole, si mostrava come appassita, spenta.
Come se qualche lontana ed antica angoscia si celasse tra il verde della sua campagna e la monumentale austerità del suo secolare palazzo.
L’uomo indicò alla monaca l’accesso al palazzo per giungere nella Cappella della Santa Vergine.
L’ingresso era aperto per consentire al popolo di pregare ai piedi della Madre del Signore.
L’edificio presentava una lunga navata, con due navatelle laterali, dalla quale slanciate semicolonne salivano fino a sostenere la volta a cassettoni.
Ovunque vi erano mosaici ed icone, raffiguranti la Vergine col Bambino, gli Arcangeli ed i Santi.
La statua della Vergine era posta ai piedi dell’altare, dal quale dominava un superbo mosaico col Cristo Benedicente.
All’altro lato dell’altare vi era la statua di San Michele nell’atto di trafiggere l’angelo ribelle.
Ed avvicinatasi alla statua della Madonna, Llamrei notò una vecchia donna intenta a pregare.
Stringeva in mano un rosario e la sua voce era rotta, di tanto in tanto, da sospiri e lacrime.
“Madre di Dio e degli uomini…” pregava “… non guardare le nostre colpe, ma la nostra Fede… benedici sua signoria ed illuminalo… che possa sfuggire a quella terribile maledizione.”
Ed a queste ultime parole, la vecchia, si segnò tre volte.
http://touritaly.org/tours/capua/formis03.jpg

Guisgard 01-04-2011 16.11.50

Intanto Cavaliere25, seguendo gli ordini di Finiwell, era giunto in caserma.
“Cosa cerchi, cadetto?” Gli chiese il cavaliere di guardia. “E perché diamine hai il fiatone?”

cavaliere25 01-04-2011 16.13.52

devo parlare con il capitano è di massima urgenza dissi cercando di riprendere fiato mentre guardavo la guardia e sperando che mi facesse parlare con il capitano

Guisgard 01-04-2011 16.21.55

Il cavaliere di guardia fissò Cavaliere25.
"Il capitano è ospite a palazzo. Ripassa domattina e forse ti riceverà!" Disse in modo spiccio.

cavaliere25 01-04-2011 16.23.51

Non posso aspettare è una cosa urgente domani potrebbe essere troppo tardi dissi guardandolo dritto negli occhi se mi dite dove posso trovarlo il capitano ci vado io di persona e aspettai una sua risposta

Guisgard 01-04-2011 16.27.50

Il cavaliere risse forte a quelle parole di Cavaliere25.
"Vuoi andarci di persona? Al palazzo? Senza essere stato invitato? Ecco, bravo! Sarebbe un ottimo modo per farsi cacciare via dai cadetti ducali!"
E continuò a ridere.

cavaliere25 01-04-2011 16.31.26

vi fa tanto ridere allora se volete ve lo dico a voi che succede ci sono dei movimenti strani e luci nella brughiera mi a mandato un vostro cavaliere dal capitano non si sa cosa siano ora che dite vi fa ancora ridere la cosa e mi misi con le braccia conserte e con lo sguardo innervosito

Guisgard 01-04-2011 16.34.54

"Cosa?" Saltando su il cavaliere. "E me lo dici solo ora, ragazzo! Chi è il cavaliere che è di guardia? E cosa avete visto di preciso?"

cavaliere25 01-04-2011 16.36.08

il cavaliere si chiama Finiwell e abbiamo visto da lontano delle luci non abbiamo capito di cosa si trattasse ecco perchè ero venuto ad avvisare il capitano

Melisendra 01-04-2011 16.48.52

Rimasi impassibile di fronte all'aspro scambio di battute, mi limitai ad addentare un acino d'uva e osservare bene quella scena del tutto inappropriata.
Ero cresciuta con un mago dacché ne avevo memoria, ma conoscevo bene gli ambienti nobiliari, in cui spesso mi mandava a svolgere le mie missioni di spia. Conoscevo il lignaggio dei Taddei e il loro glorioso passato faceva notevolmente a pugni con la decadenza del loro presente. Quella scenata non faceva che confermare i miei pensieri.
La bella moglie del nostro anfitrione rifiutava le portate, Ravus cercava di nascondere un'espressione di imbarazzo che gli aveva fatto arrossare le gote. Qualcuno bevve nervosamente dal proprio calice come per levarsi d'impaccio.
Sentii gli occhi di Lady Talia cercare uno spiraglio tra i miei pensieri, ci stava passando in rassegna.
Dal canto mio ritenevo quella cena una perfetta perdita di tempo... almeno quanto l'assurda proposta di Icarius di partire per un'insensata battuta di caccia. Indugiare in simili frivolezze in una tale situazione era davvero scandaloso. Ma dopotutto non era un mio problema... Io volevo solo una cosa: trovarmi di fronte a Gouf.
Addentai un altro acino d'uva. Annoiata. Impaziente.
"La caccia..." Esordii, attirando l'attenzione dei presenti. Iniziai a modulare la voce affinché tessesse l'incanto, avrei gettato un'esca per assicurarmi l'attenzione del nostro anfitrione. Gli sorrisi, guardandolo attentamente e profondamente. "E' una nobile arte di cui si dice siate un profondo conoscitore, mio signore. Perfino nel nord giungevano voci delle vostre imprese... mi trovavo nelle Orcadi, quando udii per la prima volta della vostra mirabile collezione di trofei di draghi del mondo conosciuto". Abbassai gli occhi e poi continuai, come pensierosa. "Un abile cacciatore non può che essere anche un temibile stratega." Lasciai tremare la mia voce.
"Le lunghe battute di caccia richiedono indubbia determinazione, specialmente quando si tratta di stanare l'animale dal suo antro e sfidarlo sul suo terreno..." Odiavo profondamente la caccia, specialmente quando si trattava di draghi. "Ecco, questo è forse l'aspetto più affascinante: il cacciatore sa che è necessario colpire esattamente dove l'animale si sente più al sicuro..." Gli rivolsi un sorriso.
"Ma io sono solo una profana di fronte alla vostra esperienza..." Abbassai modestamente gli occhi.

Guisgard 01-04-2011 17.29.16

Intanto, nel giardino, sir August passeggiava nervoso.
L’ira e la delusione lo dominavano a causa della discussione che aveva avuto con il duca.
Ad un tratto udì il suono di un’ocarina.
“Chi è la?” Chiese voltandosi di scatto.
“Siamo già attaccati?” Domandò Guisgard smettendo di suonare.
“Chi siete voi?”
“Sir Guisgard. Oggi sarà l’ennesima volta che ripeto il mio nome a qualcuno!”
“Come siete entrato qui? Cosa cercate?”
“Veramente sono arrivato solo oggi a Capomazda, per comprarmi un cavallo… in realtà l’intento era quello di vincerlo al gioco… poi qualcuno mi ha proposto di entrare nella guardia ducale.”
“E’ vero, siamo in difficoltà, ma non arruoliamo il primo venuto! Vi siete presentato al capitano?”
“Il capitano dite?” Chiese Guisgard con un sorriso sarcastico. “Sapete, credo sia l’unico a cui ancora non mi sono presentato!”
“Avete la battuta pronta, vedo! Se sapete usare la spada come fate con la lingua siete di certo un portento come cavaliere.”
Guisgard sorrise.
“Venite con me…”
“Mi arrestate di già?” Domandò Guisgard con ironia. “E senza aver ancora messo piede nella taverna?”
“Avanti, capitan Fracassa!” Disse August. “Seguitemi.”
I due giunsero allora nella caserma, dove la guardia raccontò quanto detto da Cavaliere25.
“Presto, portami dal cavaliere che ha avvistato quegli strani movimenti!” Ordinò August a Cavaliere25.

Guisgard 01-04-2011 17.40.56

Le parole di Melisendra sembrarono scuotere l'ambiente.
"Draghi? Magari, milady! Magari!" Disse sorridendo il duca. "Non ne ho mai visto uno. Eppure ho viaggiato abbastanza. Mi chiedo... che siano anch'essi frutto di miti e favole? Come la gloria della mia stirpe? Ah, perdonatemi, Izar..." rivolgendosi al fedele consigliere "... dimentico sempre che voi credete ciecamente in questa storia del blasone."
E scoppiò a ridere.
"Comunque, immagino che questa discussione debba ora terminare..." aggiunse "... alla mia signora sembra abbia fatto passare l'appetito. O forse è solo la mia presenza, mia cara?" Fissando Talia. "Tranquilla... chissà che la misteriosa fiera scoperta dal buon Perecour non mi faccia la pelle domani... così che tu possa liberarti dalla mia spiacevole compagnia..."
Si alzò allora e portò la sua coppa al cielo:
"Brindiamo a Capomazda, amici miei! Che possa avere, al mio posto, un duca degno della sua grandezza! Ed ora scusatemi, signori..." aggiunse dopo aver bevuto "... come avete sentito, domani mi attende una battuta di caccia all'alba... quindi mi ritiro... lascio a mia moglie ed al mio fidato Izar il compito di intrattenervi oltre... buonanotte a tutti..."
Ed uscì dalla sala.

llamrei 01-04-2011 17.47.50

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 28288)
“Madre di Dio e degli uomini…” pregava “… non guardare le nostre colpe, ma la nostra Fede… benedici sua signoria ed illuminalo… che possa sfuggire a quella terribile maledizione.”
Ed a queste ultime parole, la vecchia, si segnò tre volte.

Non potei non ascoltare le parole della donna. Lasciai la saccoccia con il denaro ai piedi della statua, come mi era stato chiesto. Poi mi avvicinai alla vecchia e le chiesi:
"Madonna, chi è colui che deve sfuggire alla terribile maledizione?"

Lady Dafne 01-04-2011 18.57.31

Mi ripresi dallo svenimento appena sentii qualcosa di fresco che si appoggiava sulla mie guance e lentamente saliva verso la fronte coprendomi gli occhi. Vidi un uomo che, inginocchiato vicino a me, mi passava una pezza bagnata sul viso. Non parlai e rimasi a guardarlo, aveva i capelli cortissimi (cosa un po' particolare se si considerano le pettinature in voga) e una barba curata che gli copriva parte del viso; pareva avere più di trent'anni e io non lo conoscevo. Abbassai lo sguardo per osservare il mio corpo che sentivo dolere, avevo freddo; vidi che quell'uomo mi aveva coperta con quello che avrebbe dovuto essere il suo mantello, era pesante e di buona qualità, non troppo vecchio. Lo scostai leggermente per controllarmi le braccia che mi dolevano, mi spaventai vedendo che il mio vestito era tutto strappato e mi lasciava mezza nuda.

"Allontanatevi subito da me, porco di un porco! Cosa mi avete fatto??" dissi alzandomi di scatto fulminandolo con lo sguardo prima che i miei occhi si riempissero di lacrime. Lui mi guardava impietrito, forse non sapeva bene come comportarsi con una donna.
Ricordai subito dopo quel che mi era accaduto: quel Waiko e quei suoi amici. Piansi ancora più forte ed istintivamente, comprendendo che quell'uomo doveva avermi salvata da un destino orribile, mi appoggiai a lui mentre il sangue, che mi usciva dal labbro rotto, macchiava la sua giubba.

Melisendra 01-04-2011 19.01.39

L'amarezza nella sala era palpabile.
Mi rivolsi a Ravus sottovoce: "Monsignore, avrei urgenza di conferire con chi organizza la strategia di difesa del feudo... più tempo passo tra queste mura, più è probabile che si venga a sapere della mia presenza... e in tal caso sarei uno strumento ben poco utile..."
Sospirai.
L'idea era quella di parlarne direttamente al signore del feudo, ma vista la poca propensione dell'uomo a cogliere le allusioni, avrei dovuto confidare che il buon chierico non si indisponesse nei miei confronti e comprendesse l'urgenza.
Il piano da sottoporre a lor signori era incredibilmente semplice.
Mi guardai intorno e bevvi, sconsolatamente, un sorso di vino speziato.

Talia 04-04-2011 01.25.21

Rimasi impassibile mentre il duca si alzava e sollevava il calice. Persino la sua mal velata allusione alla mia evidente insofferenza mi lasciò del tutto imperturbabile... ormai ero, in qualche modo, abituata alla sua discutibile ironia e ben poca presa avevano su di me le sue insinuazioni.
In silenzio lo guardai uscire dalla sala e sospirai, mentre un ricordo faceva lentamente breccia tra i miei pensieri...

Pioveva quella sera, pioveva come se non dovesse smettere più.
Io, in piedi di fronte alla finestra, osservavo le gocce d’acqua rigare il vetro, formando mille e più disegni che nella mia testa assumevano i più svariati aspetti. Ad un tratto udii dei passi alle mie spalle, ma non mi voltai: sapevo chi era.
“Ho notato che sei sempre molto triste quando piove...” disse lentamente lord Rauger.
Io non risposi e i miei occhi continuarono a seguire i giochi di quelle gocce sul vetro.
“...anche se, probabilmente, da qualche mese ormai la tua tristezza ha poco a che vedere con la pioggia o con il sole!” soggiunse allora, scrutandomi.
Sospirai...
“Mi rincresce, milord!” mormorai, pur restando immobile.
Lui sorrise appena: “Ti rincresce? Ah, bambina mia... se solo tu sapessi...”
“Che cosa, milord?” domandai, ma meccanicamente poiché ben poco ritenevo mi importasse ormai, da quando lui se n'era andato, di qualsiasi cosa riguardasse i Taddei.
L'uomo fece una breve pausa prima di rispondere...
“Vi sono storie e leggende che riguardano la mia stirpe di cui non ho mai avuto il cuore di parlarti... e tuttavia credo che sarebbe tuo diritto conoscerle ormai, dato che adesso nel bene e nel male riguardano anche te!”
Qualcosa, nel suo tono più che nelle sue parole, risuonò nella mia mente e mi svegliò da quella sorta di dolente immobilità.
Mi voltai e lo guardai negli occhi: “Vi ascolto!” dissi.
Lui mi osservò per un istante, poi scosse la testa: “Non questa sera! Questa sera vedo già troppi pensieri cupi agitarsi nei tuoi occhi!”
Tornai a guardare la pioggia, dunque, e lui fece altrettanto. Restammo così per qualche minuto, uno vicino all’altra ma ciascuno immerso nei propri pensieri... infine lui sospirò e tornò a guardarmi.
“Perdonami!” disse, sollevando una mano e carezzandomi piano i capelli “Perdonaci per tutto ciò che ti abbiamo fatto..."
Dopo di che si voltò e uscì dalla sala.
Quella fu l'ultima volta che gli parlai, quella stessa notte il suo corpo senza vita fu ritrovato nei giardini del palazzo.

Quel pensiero mi attraversò la mente e si infranse quando Icarius, uscendo, sbatté la porta dietro di sé.
Sollevai così gli occhi e tornai a scrutare le persone che avevo di fronte...
“Capitano Monteguard...” dissi allora, con il mio consueto tono che celava il più fermo comando sotto la più squisita gentilezza “E’ un piacere avervi alla nostra tavola! Non volete, voi che siete il solo ad averne facoltà, informarci sulla posizione dei nostri nemici e sulla nostra? Poiché questo, credo, interesserà i nostri ospiti appena giunti, certo più che gli svaghi di caccia di Sua Signoria!”
Sorrisi affabile, ma tutt'altro che divertita.

Morrigan 04-04-2011 12.43.00

Quella risata forzata di Ravus e August le fece quasi male alle orecchie. Da quando era iniziato quel viaggio non facevano che mentirle.
Fissò August intensamente negli occhi... peccato! Quell'uomo le era piaciuto al primo sguardo, le era sembrato onesto e leale... peccato che anche lui abbia scelto di mentirmi! Questo la rese per un istante molto triste. Pensò a suo zio Morven. Lui non le aveva mai mentito, nè addolcito una verità. L'aveva sempre trattata da sua pari, a dispetto del suo sesso femminile, mettendola al corrente di ogni cosa... come un uomo, come un vero uomo... ma questo, nessuno dei presenti poteva saperlo... per loro restava soltanto una donna, ancor più con quegli abiti.
Una piega di amarezzerra le rigò il sorriso, desiderò andare via, togliersi quell'abito da mascherata di dosso e riprendere la sua strada. Fece per voltarsi, ma in quel momento gli occhi sorridenti di Ardeliano si fissarono sui suoi, e Morrigan non potè che restare immobile, di nuovo, a guardare quel ritratto che sembrava volerla imprigionare, attirare dentro un incantesimo.

In quell'istante il nuovo Granduca, con la consorte e il suo seguito, fece ingresso nella sala, e ogni tentativo di fuga di Morrigan fu vanificato.
Non potè far altro che seguire l'invito di August di prendere posto accanto a lui, e di malavoglia prese a spizzicare una mollica di pane e a seguire lo spettacolo che stava per presentarsi.
Il Granduca Icarius... che uomo strano! Doveva essere parecchio stanco della vita... oppure... oppure c'è qualcosa sotto... qualcosa che lo ha colpito a tal punto da gelargli il cuore... qualcosa che deve avergli fatto perdere la fede in tutto, persino nella vita... persino nella vita!
Sorrise all'idea della perigliosa battuta di caccia. Paradossalemente le parve la cosa più interessante che fosse stata detta in tutta la serata. Perchè in quel frangente era, senza ombra di dubbio, l'idea più assurda e fuori luogo che potesse essere mai stata concepita, e per questo le piacque oltre ogni modo. Forse l'indomani all'alba avrebbe chiesto a Lord Icarius di portarla a quella battuta.
Ma a parte quel frangente, i suoi occhi non riuscivano a scollarsi da un'altra figura, che fin dal suo ingresso aveva attirato la sua attenzione.
Solo il biondo dei suoi capelli l'allontanava dal suo ricordo, ma per il resto... quella calma indifferenza, quella luce spenta nello sguardo inquieto... il suo toccarsi talvolta le mani...

"Sempre la solita, vecchia storia..." pensò Morrigan, guardando con uno sguardo che mescolava simpatia e tristezza la bella e dignitosa moglie di Icarius.

Guardandola ringraziò ancora una volta il cielo che l'aveva scampata da un simile destino... scampata sì, ma per quanto ancora?
I sensi di colpa di suo zio per il destino della sorella la tenevano al riparo da quel pericolo, ma se fosse, per disgrazia, rimasta sola? Quali privilegi le avrebbe riservato il suo stato di donna?
In quel momento la sala le parve girare voticosamente.
Sentì la risata irriverente di Icarius, percepì intensamente l'ansia di Melisendra, provò nel cuore l'insofferenza della bella signora di Capomazda... le capitava ancora, dunque, di percepire il mondo a quel modo? Non si era ancora liberata di quella antica magia?
Vedendo August che lasciava la sala, pensò che quella fosse la giusta occazione, e quel dannato vestito da damigella le avrebbe dato il giusto alibi.
Così finse un malore e con quella scusa si precipitò fuori dalla sala, nel buio della notte.
Guardò la luna, che sola illuminava quel cielo e quell'angolo della corte. Si immerse in quel pensiero e un brivido la colse.
Intorno a sè colse soltanto l'ombra di una minaccia che si avvicinava. Sentiva che qualcosa di malvagio stava scivolando attorno a quelle mura proprio in quel momento, e un allarme senza nome le strinse il petto.

"Notte... oh, notte... ascolta il mio cuore..." mormorò piano in quel silenzio carico di pericoli.

Guisgard 04-04-2011 20.04.04

Pasuan fissò Dafne.
“Ehi, damigella, non credo che Andromeda abbia accolto così il valente Perseo quando questi la liberò dal mostro marino!”
Rise di gusto e poi le diede il suo fazzoletto.
Era bianco e ricamato ad arte, nel tipico stile dei maestri Gwiglianesi, eccelsi artisti rinomati in tutto il regno di Afragogna.
“Su, ora calmatevi…” togliendole un filo di paglia tra i capelli “… non credo che quei manigoldi oseranno più posare gli occhi su di voi.”
Fissò fuori dalla capanna e scrutò la desolata e silenziosa campagna.
Il Sole era ormai tramontato ed il crepuscolo stava ricoprendo ogni cosa.
E molte ombre stavano prendendo il posto della luce.
“Cosa ci facevate da sola qui con quei balordi?” Domandò poi alla ragazza.
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Guisgard 04-04-2011 20.28.49

La sala restò come vuota, appena Icarius uscì per congedarsi da tutti loro.
“Mia signora…” disse Monteguard fissando Talia “… per ora è difficile da dirsi… ormai sono giorni che le armate di sir Cimarow sembrano attendere… e solo il Cielo sa cosa…”
“Credete stiano preparando qualcosa?” Chiese Izar.
“Non so…” rispose il capitano “… posso solo dire che questo loro silenzio non mi piace per niente…”
“Tra poco sua signoria sarà proclamato Arciduca ed allora potremo preparare la nostra controffensiva!” Disse Izar.
“Già… e dovrà essere degna della fama della stirpe guerriera dei Taddei…” replicò pensieroso Monteguard.
“Ne dubitate?” Domandò il consigliere del duca.
“Né io, né voi, né nessun altro qui a Capomazda conosce il nome di chi ha attaccato ed annientato un nostro drappello alle Cinque vie…” disse Monteguard “… ma chiunque sia stato non si fermerà certo davanti al blasone del nostro ducato… no, non serviranno stendardi e simboli…” aggiunse il capitano “… ma ferro e fuoco!”
Nello stesso istante, alle parole di Melisendra, Ravus si voltò inquieto.
“Le strategie del ducato vengono discusse dal duca davanti ai suoi baroni!” Esclamò con un senso di fastidio. “E quanto alla vostra presenza…” aggiunse “… evitate, fino a quando sarete tra noi, di dedicarci alle vostre pratiche oscure ed innaturali… così vedrete nessuno si occuperà di voi!”
“Milady…” intervenne Izar “… nessuno può penetrare tra queste mura e scoprire ciò che in esse accade… state tranquilla…”
Poco dopo giunse l’ora che lady Talia si ritirasse.
Izar così salutò gli ospiti, facendo mettere a loro disposizione gli alloggi del palazzo.

Guisgard 04-04-2011 20.48.04

Intanto Morrigan, sola nei giardini del palazzo, osservava il cielo di Capomazda.
Ad un tratto vide alcuni cavalieri correre verso le mura.
"Presto, raggiungiamo sir Finiwell!" Disse August a chi lo seguiva.
Erano due guardie, Guisgard e Cavaliere25.
Giunti sulle mura, trovarono Finiwell.
"Allora?" Chiese August.
"Laggiù..." indicò Finiwell "... quelle luci... si muovono lentamente nella brughiera..."
"Bisognerebbe andare a controllare..." mormorò August "... ma solo pochi uomini, senza indebolire le postazioni di guardia qui al palazzo... voglio un pugno di volontari."
"Il mio cavallo è già sellato!" Esclamò euforico Finiwell. "E sono certo che posso dire lo stesso del mio amico!" Dando una pacca sulla spalla a Cavaliere25.
"E voi?" Chiese August a Guisgard.
"Una passeggiata nella brughiera a notte fonda comporta un'extra sulla paga, immagino..." rispose il cavaliere con un sorriso.
Un attimo dopo i quattro uscirono dal palazzo per recarsi nella brughiera.



Nello stesso istante, nella Cappella della Santa Vergine, Llamrei aveva udito la disperata preghiera di quella vecchia donna.
La vecchia accennò un sorriso ed accarezzò il bel volto della monaca.
Poi indicò qualcosa a Llamrei.
La statua della Vergine all'austero chiarore delle candele.
E fissandola, per un attimo, Llamrei vide scorrere sul volto della statua alcune lacrime.
Ma fu solo un attimo.
Forse un'allucinazione.
Si voltò di nuovo verso la vecchia ma questa non c'era più.

Melisendra 04-04-2011 20.58.08

I miei occhi brillarono come quelli di un animale selvatico alle parole di Ravus. Non apprezzavo quel genere di tono nella voce di chi mi rivolgeva la parola... e non avevo più ricevuto ordini dal momento della mia fuga. Pensai che forse avrei fatto bene a prendere Pandemonio e galoppare verso il campo nemico, con la speranza di riuscire a trovare una storia convincente per intrufolarmi nel campo e cercare Gouf. Ma decisi di essere diplomatica, prima di attuare il mio rischioso piano.
Fulminai con lo sguardo il vecchio Ravus e mi rivolsi a Izar: "Rimarreste sorpreso dalla facilità con cui ci si può infilare tra le linee nemiche... ci sono persone istruite a dovere per questo compito e sono certa che non avranno scrupoli a servirsene..." Mi voltai verso il capitano Monteguard: "Capitano Monteguard, temo di potervi dire io il nome del condottiero che sconfisse le vostro drappello di soldati..." esitai "se le voci che si rincorrono sono vere, è un uomo che chiamano Gouf e il mio destino si è già intrecciato col suo una volta, in passato... conosco i suoi metodi e le sue abitudini, potrei azzardare di poterne individuare perfino le debolezze che si celano dietro la sua corazza invincibile."
Mi rivolsi ai presenti: "Se sono giunta fin qui e ho offerto i miei servigi alla vostra causa, non è per restare seduta in ozio mentre tempo prezioso scorre inesorabilmente. Potrete anche avere dubbi sulla natura dei miei poteri e chiamarli "pratiche oscure e innaturali", ma non abbiate dubbi sul fatto che la mia parola, quando data, vale quanto un sacro patto. Perciò, signori, vi esorto a prendere in considerazione l'idea di fidarvi della liceità delle mie intenzioni" Presi respiro.
"Inviatemi nel campo nemico." Fissai con determinazione lo sguardo sui tre uomini e attesi la loro reazione.

Morrigan 04-04-2011 21.07.06

E la notte rispose...
Perchè il cuore di Morrigan aveva curiosità per gli eventi e ansia dell'azione, bisogno di lanciarsi in qualche avventura che, anche soltanto per qualche istante, la allontanasse del suo pensiero dominante, da quella vendetta che che, con lo scorrere dei giorni, dei mesi, delle stagioni, sembrava ormai diventata uno stanco vagare in una terra che sembrava voler nascondere agli occhi del cielo ogni peccatore e ogni terribile misfatto.
La notte rispose...

"Laggiù..." indicò Finiwell "... quelle luci... si muovono lentamente nella brughiera..."
"Bisognerebbe andare a controllare..." mormorò August "... ma solo pochi uomini, senza indebolire le postazioni di guardia qui al palazzo... voglio un pugno di volontari."

Le voci concitate di un gruppo di uomini, l'affrettarsi degli scudieri che apprestavano i cavalli, lo sbuffare delle cavalcature nervose nella bruma della notte...
Morrigan afferrò uno di quei ragazzetti per un braccio.

"Ehi, tu... sellami un cavallo, e fallo in fretta. Lo voglio pronto immediatamente!"

Con una mano raccolse le vesti ingombranti e corse su per la scala, a perdifiato, mentre i capelli le ondeggiavano sulla schiena nuda. Non aveva un solo minuti da perdere!
Gettò via la veste senza tanta grazia, infilò i calzoni e gli stivali, afferrò il mantello e la spada, e stava ancora stringendo al fianco il cinturone quando ridiscese nella corte, dove ormai solo il ragazzo che teneva i finimenti di un giovane puledro era rimasto, ritto, nell'ombra della luna.
Morrigan saltò su senza una parola, e spronando la cavalcatura con urgenza si mise subito sulle tracce del gruppo che era appena uscito dalle porte del palazzo.

Guisgard 04-04-2011 21.16.50

Il palazzo era avvolto nel buio della notte, solo a tratti interrotto dal pallido ed etereo alone della Luna.
Le grandi vetrate riflettevano quel mistico ed ancestrale pallore, che illuminando a sciami il corridoio, lasciava però nelle tenebre i ritratti degli Arciduchi e delle loro amate.
Talia camminava verso la sua camera.
Si muoveva quasi come un fantasma nell’incerto buio che la circondava.
Fino a quando cominciò ad udire quel pianto.
Una voce, dolce ed affettuosa cercava di coprirlo ed accompagnarlo.
“Non piangere, piccolo mio…” diceva la donna al suo bambino, avvolta nel suo candido abito da sposa “… non piangere…”
Guardò allora fuori dalla vetrata e rimase a fissare la Luna.
“Vogliono strapparmi il mio bambino…” mormorò senza voltarsi verso Talia “… dicono che non esiste, che è frutto della mia malattia… ma io non sono pazza… anche un uomo che non ti ama può darti un figlio…”
Si voltò poi di colpo verso la ragazza di Sygma.
“Perché vogliono portarmelo via? Perché?”
Aveva gli occhi quasi consumati dal pianto ed una cupa disperazione attraversava il suo bellissimo volto.
Parlava nella stessa lingua che Talia conosceva. La lingua di Sygma.
Poi aggiunse:
“Amare e morire… ignorare e vivere... sono i due volti della stessa cosa… la morte…”
Sorrise lievemente, per poi tornare a cullare il suo bambino.
Fino a svanire nel buio del corridoio.

Talia si destò di colpo da quel sogno.
Nel cortile c’erano dei rumori.
Icarius ed i suoi si apprestavano a partire per la loro battuta di caccia.

llamrei 04-04-2011 21.31.01

Sarà stata forse la stanchezza, sarà la fame che mi attenaglia lo stomaco e mi fa avere delle allucinazioni. Prima la Madonna piangere, poi la vecchia che svanisce nel nulla...
Ho bisogno di coricarmi un paio di ore...ho bisogno di trovare qualcosa da mangiare.
Chiederò alle cucine una ciotola di minestra.

Mi avviai quasi barcollando verso quelle che potevano assomigliare alle cucine. Trascinando i piedi mi avvicinai ad un portale da dove un intenso profumo di carne bollita fuoriusciva. La mia pancia urlava dalla disperazione e la mia bocca impastata non riusciva ad emettere alcun suono. Bussai e subito entrai senza attendere l'ordine di entrare.
"Un tozzo di pane per favore, sono una monaca e non mangio da giorni". non riuscii a finire la frase che mi accasciai per terra.

Guisgard 04-04-2011 21.33.58

E mentre uscivano dalla Sala Grande, le parole di Melisendra inquietarono tutti loro.
“Gouf? Avete detto proprio Gouf? Come conoscete questo nome?”
E nel fare quella domanda alla donna, Monteguard quasi impallidì.
“Questo nome vi dice qualcosa? Se non vedessi con i miei occhi la vostra espressione in questo momento, esiterei a riconoscervi…” disse Izar al capitano “… nulla vi ha mai spaventato…”
“Io non mi fiderei di questa donna!” Intervenne Ravus. “Fu lord Astalate a volerla qui a Capomazda! Anche contro il mio parere!”
“Milady…” disse Monteguard “… seguitemi in caserma… li mi racconterete tutto ciò che sapete di questa storia.”
“Non fidatevi, capitano!” Urlò Ravus.
“State tranquillo, monsignore.” Rispose il capitano.

Lady Dafne 04-04-2011 21.37.42

Mi asciugai le lacrime sentendolo parlare, dopo un primo momento di smarrimento l'avevo riconosciuto: quell'uomo era il mio caro, buon e bel marito Friederich! Il più valoroso tra i valorosi cavalieri del Duca!

"Marito mio, mio caro! Lo sapevo che non eri morto! Pensati che tutti mi dicevano che dovevo rassegnarmi, non pensare a te, rifarmi una vita e invece... eccoti qui!" dissi asciungandomi le lacrime con il fazzoletto che mi aveva allungato. A dire il vero non ricordavo di averli ricamati così bene i fazzoletti della dote, pensai che gliel'avesse cucito la madre prima di morire.
Gli gettai le braccia al collo, lo guardai negli occhi e gli stampai un bacio appassionato sulla bocca. Lo sentii un po' teso, nervoso, forse era preoccupato dopo avermi vista tra le grinfie di quei tre uomini.
"Caro, lo sapevo che mi avresti protetta sempre, sei tornato appena in tempo. Quei tre avevano dei progetti malefici su di me ma Dio ti ha condotto qui per salvarmi. Li avevo seguiti perchè volevo parlare con il Duca, volevo chiedergli di venirti a cercare perchè lo sapevo, io, che non eri morto.... ma ora sei qui. Andiamo a casa amore, ti devo parlare e devo lavare questa giubba che ti ho sporcato stupidamente con le lacrime e il sangue. Non temere andrà via, lo sai che sono brava in queste cose! Oh beh, dovrò anche cambiarmi questo straccio di vestito. Posso tenere il tuo mantello lungo il tragitto vero? A proposito, è nuovo? che fine ha fatto il tuo affezionatissimo mantello sbiadito che mille volte ti ho chiesto di cambiare?? Oddio quante domande, scusami ma ho così tanto da raccontarti!".

Sciolsi l'abbraccio e gli presi la mano baciandola prima...

Guisgard 04-04-2011 21.38.42

All’alba tutto era pronto, proprio come aveva ordinato il duca.
Icarius scese presto nel cortile, palesando la sua euforia ed il suo entusiasmo per ciò che sembrava attenderli.
Di li a poco partirono.
Icarius galoppava accanto a Perecour, due scudieri e tre servitori li seguivano poco più indietro.
“Che tracce ha dunque lasciato questa misteriosa belva?” Chiese il duca.
“Strane, grottesche, innaturali.” Rispose Perecour.
“Cosa ricordano?”
“Non saprei dirlo con esattezza… forse a metà tra quelle di un orso e di un palmipede.”
“Che curioso accostamento!”
“Si, ma con lunghi artigli.”
“Null’altro?” Domandò Icarius. “Solo quelle impronte?”
“Non solo, mio signore. Accanto alle impronte vi erano strani segni… dalla mia esperienza ho immaginato che quel misterioso animale in qualche modo strisci, come un serpente. Ma molto più grande però.”
“Che dimensioni credi che abbia, dalle tracce che ha lasciato?”
“Credo molto grandi, milord.” Rispose il guardiacaccia. “Più di qualsiasi orso.”
“Abbiamo fatto bene dunque a portare con noi l’attrezzatura pesante!” Rise Icarius. “Ma non credo possa superare la stazza di un orso, amico mio. Ma dimmi, come le avete scovate quelle tracce? Il posto in cui hai detto si trovano non è certo accessibile e nessuna anima viva potrebbe sopravvivere laggiù.”
“Alcuni pastori che vivono isolati nel bosco hanno cominciato a lamentarsi circa la sparizione di pecore e mucche dei loro allevamenti. Così, temendo si trattasse di qualche bracconiere o di qualche disgraziato ridotto alla fame, ho cominciato a mandare i miei uomini da quelle parti per indagare… e così, riconosciute le tracce di mandrie e greggi, siamo giunti proprio presso quel luogo… fino a trovare le impronte e gli altri segni di quella misteriosa belva.”
“E’ stata allora quella belva a sbranare le pecore e le mucche?” Chiese Icarius.
“Si, abbiamo trovato accanto a quelle impronte i resti degli animali scomparsi… tutti sbranati.”
“E’ dunque un predatore la nostra fiera misteriosa?”
“Sicuramente, milord.” Rispose Perecour.
E dopo aver cavalcato per circa mezza giornata, giunsero nel selvaggio luogo detto Il Gorgo del Lagno.
http://lh3.ggpht.com/sergio.baffoni/...cenaku-532.JPG

Melisendra 04-04-2011 21.53.43

"Verrò volentieri con voi, Capitano", risposi con gioia.
Rivolsi un'ultima occhiata scettica a Ravus e mi inchinai a lui tanto profondamente da sembrare quasi scivolare fuori dal vestito, quindi voltai le gonne e mi diressi verso la caserma.


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 20.54.17.

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