Destresya si avvicinò a quegli uomini armati, catturando subito i loro sguardi.
Ma quello che più di tutti cominciò a guardarla in modo insistente, lascivo e quasi volgare fu il cavaliere da un occhio solo.
"Vedo" disse compiaciuto "che le donne di strada qui appaiono belle come regine." Guardandola tutta. "Questo è per il tuo benvenuto." Lanciando una moneta d'oro alla ragazza.

Ricambiai lo sguardo insistentemente, con un sorrisetto divertito.
"Oh ma io non ho fatto niente!" con voce suadente, senza raccogliere la moneta d'oro.
"E posso sapere chi è questo galante cavaliere?" fissandolo intensamente.

"Beh, qui la gente è molto sensibile a superstizioni varie..." disse Elv a Gwen.
Intanto il Santone continuava ad animare la gente con le sue previsioni, fino a quando alzando verso il Cielo le sue mani profetizzo' nuove sventure sul casato dei Dantorville.

"Costui" disse uno degli scudieri a Destresya "altri non è che sir Rasputin degli Agnostoni, prode cavaliere e maestro d'armi."
"Raccogli la moneta" ordinò Rasputin alla ragazza "in modo che la gente non pensi io venga umiliato da una prostituta."

Il Santone rincarò la dose, continuando a predire sciagure per il casato.
"Bah, peggio di come gli è andata già, ne dubito..." commentai, laconica.

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Mentre il Santone continuava a spargere il seme delle sue nefaste previsioni, ad un tratto nella contrada sorse un nuove fermento.
Cominciò infatti a spargersi la voce dell'imminente arrivo dei rampolli dei Dantorville.
"Arrivano i duchi..." disse pensieroso Elv a Gwen.
Poco dopo, infatti la carrozza con i due nobili signori, seguita dal seguito di cavalieri, chierici e paghi, giunse nella contrada.
Subito allora uno dei cavalieri, usando le parole del Santone, lo cacciò in malo modo dalla piazza.

Improvvisamente, il fermento cambiò e ci fu una nuova agitazione in strada.
Poco dopo, fece capolino la carrozza dei duchi, seguita da un nutrito corteo.
E proprio uno dei cavalieri che li accompagnavano cacciò in malo modo il Santone.
"Un degno benvenuto, non c'è che dire..." dissi sarcastica.
"Dubito che si faranno fermare dalle dicerie del popolo..."

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"Quindi" dissi entrando nel salottino di madame Sybille "La voce del torneo si è sparsa pure qui.. Immagino si parli di cavalieri" accomodandomi su un divanetto.

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"Beh, da ciò che si dice" disse Elv a Gwen, mentre la carrozza dei Dantorville procedeva verso il castello "pare che i 2 duchi siano parecchio diversi l'uno dall'altro... lord Ghin è uomo deciso, esuberante e poco affine agli studi, mentre predilige invece le armi e ke passioni. Lord Henz invece ama molto più le arti che l'esercizio fisico e la disciplina marziale. Entrambi però si racconta paiono alquanto scettici verso le superstizioni..."

"Beh, diversi nella personalità, ma uguali negli intenti di voler preservare gli affari di famiglia, mi sembra giusto, del resto..." commentai, mentre la carrozza procedeva col suo ingresso nella cittadina.

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In un attimo Altea fu immersa nella frivolezza del salotto di Sybille.
"Pare" disse una delle dame "che molti cavalieri arriveranno qui per il torneo..."
"Voi ne conoscete qualcuno, mie care?" Un'altra dama.
"Ho sentito" fece Sybille "che fra i favoriti ci sia un vero Sir Rasputin... sembra sia ritenuto il più forte e feroce dei cavalieri in lista." Annuì. "Naturalmente dovrà dividere i favori dei pronostici con Lord Ghin Dantorville, poiché anche lui parteciperà al torneo."

Ascoltai attentamente la conversazione e sospirai, mentre per un attimo mi lasciai prendere dall'ambiente frivolo e i pettegolezzi "Mio cugino ordunque vuole rischiare.." pensando per un attimo alla maledizione ma sapevo lui non ci credeva "Se i miei cugini saranno così benevoli forse farò da madrina al Torneo.. Ma voi Lady Sybille avete mai visto i miei cugini attualmente? Sono belli?" osservando le dame per provocarle a quella domanda.

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La carrozza procedeva rapida verso il castello tra gli sguardi e le riverenze della folla.
"Nobile o casato" disse ad un tratto un buffo giullare giunto presso il luogo dove stavano Gwen ed Elv "Tu non vedi, non ti accorgi del tuo Fato ormai segnato."
"Tu chi sei?" Elv al giullare.
"Emaus, giullare e cantastorie, messre." Con un inchino. "É un onore ed un piacere."

Lo squadrai da capo a piedi, con un sorrisino beffardo.
"Oh, mi avete preso per una prostututa o una regina?" lo canzonai, divertita.
"Ad ogni modo, il mio padrone non vuole che accetti niente dagli sconosciuti, messere!" inchinandomi con riverenza.
Per sottolineare che non ero libera, e c'era qualcuno che se la sarebbe parecchio offeso se mi fosse successo qualcosa.
Quello che non sapeva era che ero in grado di fargli male, ma il padrone non ama che mostri queste qualità se non necessario.
Mi voltai e me ne andai verso la locanda, per riferire.

"Oh, di certo hanno la bellezza dei potenti, milady." Disse Sybille ad Altea. "Lord Ghin è robusto e forte, di un fascino mascolino e dai modi spicci. Lord Henz invece è più signorile nella figura e dotato di quell'attrattiva tipica dei poeti."
"Non vi parteciperanno però cavalieri di Capomazda, temo." Una delle dame presenti. "Si, sa... i Dantorville sono ormai secoli che hanno rotto ogni legame con i Taddei..."
"Si, dice..." un'altra delle dame con voce petulante "... che... beh... che le misteriose morti dei precedenti duchi di Dantorville siano responsabilità dei Capomazdesi..."
"Vi prego, signore." Sybille infastidita. "Non voglio che a casa mia si fomentino tali indegne dicerie."

Ad un certo punto, sentii una strana voce.
Ci voltammo e vedemmo un giullare.
Alzai gli occhi in su.
Ci mancava anche lui adesso...
"Sei molto ottimista, vedo..." dissi sarcasticamente al giullare, che si chiamava Emaus.

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"Aspettate." Disse Rasputin a Destresya che stavacabdandi via. "Non potete andare senza che io abbia terminato di parlarvi." Seccato. "Avete un padrone? Beh, è ovvio, essendo una prostituta. Pensate che lui, dietro un buon pagamento, possa offrire a me ed al mio seguito un alloggio fino al torneo?"

Ascoltai compiaciuta Sybille, orgogliosa di parte del mio sangue, del casato di mia madre. Ma rimasi stupita alla rivelazione delle dame "Ecco perché quando chiesi a Don Tommaso se vi fossero stati cavalieri capomazdesi potevamo riavere la terra e non rispose" quasi parlando tra me e me.. "Lady Sybille potreste gentilmente spiegarmi perché i capomazdesi sarebbero colpa della maledizione.. Non è pettegolezzo se lo direte a me.. D'altronde io non ne ero a conoscenza" stringendo l'ampia gonna di pizzo nero.

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Il giullare rise a quelle parole di Gwen.
"Prima recitavi strane rime..." disse Elv.
"Si, una vecchia filastrocca." Annuì il giullare. "Sulla lama del boia che ai Dantorville tocca!" Ridendo.

"Perché qualcuno crede" disse Sybille ad Altea "la maledizione sia solo un trucco ideato dai Taddei per uccidere senza sospetti i Dantorville." Scettica.

"Lo dici perché anche tu ci credi, o perchè ti diverti a giocare con la superstizione delle persone?" chiesi, forse un po' retoricamente, ma davvero volevo saperlo.
Non li avevo mai capiti a fondo, i giullari, non potevo mai comprendere se fossero seri, se parlassero davvero, oppure no, erano veramente assurdi e mi innervosivano.

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"Non ci credo.. Al mio palazzo vi era Don Tommaso prima, molto legato a Capomazda, proveniva proprio da laggiù e ha elargito solo elogi per i Dantorville. Spero siano solo dicerie" sorridendo "Non vorrei sia una sfida a quanti duchi muoiano di più in entrambi i casati. Forse i Taddei hanno paura di essere sconfitti al Torneo?" pensierosa "Comunque al castello sono arrivati due scienziati, li hanno chiamati proprio i miei cugini in quanto vogliono sapere della reale morte di nostro nonno. Ma potrei invitare io stessa uno dei Taddei.. Chi è ora al potere?" a madama Sybille, alzandomi un po' turbata a quella rivelazione prima di rientrare al castello.

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Mi voltai a guardarlo."Io rispondo solo al mio padrone, messere, e non ama che la sua serva venga isultata!" con un leggero cenno del capo.
"Glielo chiederò, e vi riferirò se egli vorrà!" con un sorrisetto, e me ne andai verso la locanda.
Poteva diventare il nostro infiltrato, pensai.

"Ora il duca di Capomazda è Taddeo il Burbero." Disse Sybille ad Altea.
In quel momento arrivò un servitore.
"Madama..." questi a Sybille "... un viandante chiede ospitalità... non ha riferito il suo nome..."

"Taddeo il Burbero" ripetendo per imprimere bene il nome.
Stavo indossando i guanti in pelle quando fu annunciato un viandante e guardai lady Sibylle incuriosita "Chi sarà mai?" preoccupata per l'incolumità della donna.

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Il giullare rise a quelle parole di Gwen.
“Credere o fantasticare...” disse con movenze da tonto “... la gente non sa questi spettri chiamare!”
“Bah, sei solo un buffone!” Sarcastico Elv.
“O messere e mio signore...” quello “... non sono un buffone, sebbene non abbia onore!”
“Le tue rime sono buone per la taverna, non per me.” Canzonandolo Elv.
“Ed invece potrei essere utile assai...” recitò il buffone “... se qualcuno prestasse fede a ciò che recitai!”
“Che intendi?”
“Nella cripta di San Marco Evangelista...” mormorò il giullare “... vi è un breviario o forse una lista!”
“E dunque?” Spazientito Elv. “Come potrebbe aiutarci ciò?” Tirandogli una moneta. “Parla, buffone!”
“Una lista incisa su di un muro...” fece il giullare “... su una lapide, fidatevi, non son spergiuro!”

Rasputin fissò Destresya andare via, svanire nelle strade, diretta dal suo padrone.
Il cavaliere allora, seccato da ciò, fece cenno ai suoi di cercare una locanda per rifocillarsi.

Iniziò un dibattito a dire il vero molto tragicomico fra Elv ed Emaus.
Oh, non c'era modo di fargli sputare il rospo!
Però, ad un certo punto arrivò al nocciolo della questione.
Una lista...
Così l'aveva chiamata.
"Forse, potrebbe davvero aiutarci a saperne di più sulla morte del Duca. Io direi di andare a dare un'occhiata. Non può andare peggio che al convento..." dissi sarcasticamente ad Elv.

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"Ora lo scopriremo, milady." Disse Sybile ad Altea, dando ordine al suo servitore di far entrare il viandante.
Arrivò così un uomo coperto da una lunga cappa e con un cappuccio sul capo.
I suoi abiti erano umili e senza segni distintivi, ma dalle movenze e dalla corporatura appariva giovane e forte.
http://corecanvas.s3.amazonaws.com/t.../aragorn_5.jpg

Elv annuì a Gwen e poi disse al giullare di portarli alla chiesa di San Marco Evangelista.
Si trattava di una chiesa molto antica, fatta di nuda pietra, dalle forme romaniche e diverse nicchie che scandivano le 3 navate che la componevano.
Il giullare accompagnò i due giovani nella cripta sotterranea, posta sotto l'abside.
Qui trovarono una lapide su cui erano impresse queste parole:

"Ora che il crepuscolo giungerà
il viandante solo al bivio riposerà.
Tra il Lagno, la Croce e la pineta,
cerca il fior all'eremo dell'anacoreta."

Arrivammo alla chiesa, una struttura romanica spartana ed essenziale, massiccia, come dettato dallo stile medievale.
Emaus ci accompagnò nella cripta e proprio lì, effettivamente, vedemmo incise delle parole.
"Ma a cosa si riferisce? E chi è l'anacoreta di cui parla questo scritto?" chiesi, curiosa e un po' confusa.

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"Ad essere sincero..." disse Elv a Gwen, fissando quelle parole e cercando di comprenderne il senso "... non ne ho la minima idea..." guardò allora il giullare "... in che modo queste parole riguarderebbero la morte del duca di Dantorville?"
"Perche fu il duca stesso" rispose lesto il buffone "a voler, 2 giorni prima della morte, che ciò sulla lapide fosse impresso!"

Le parole del giullare potevano davvero rivelarsi rivelatorie, se trovavamo una prova di ciò che diceva.
"Se tu avessi ragione, vorrebbe dire che Duca sapeva che sarebbe morto e ciò farebbe capire che non ci sia stato nulla di accidentale" dissi, e qui guardai Elv, sottolineando quelle parole "Ma tu come fai ad essere così sicuro di ciò che dici?" al giullare.

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"Fu proprio il duca al suo maniero" disse il giullare a Gwen "a riferirmi dello straniero!"
"Straniero?" Ripetè Elv. "Che straniero?"
"Allo straniero che del demonio è prole" rispose il buffone "son dedicate queste strane parole!"

Tutto diventava più intricato man mano che parlavamo.
"Senti, non abbiamo tempo per gli enigmi..." sbuffai "Puoi essere più precisi su chi è lo straniero e dove possiamo trovarlo?" chiesi allora, iniziando a spazientirmi.
"O comunque, dacci più informazioni..."

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"Oh, io lo ignoro..." disse il giullare a Gwen "... lo straniero, così lo chiamavano loro!"
"Loro?" Ripetè Elv.
"Si, i Dantorville, messere..." annuì il buffone "... così chiamavano quell'essere!"

Pareva che questo tizio non avesse un nome.
Splendido...
Va beh.
"Dunque, i Dantorville lo conoscevano personalmente? O soltanto lo temevano e temevano il suo arrivo?"

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"Nessuno conosce il suo nome vero..." disse il buffone a Gwen "... sapevano solo che arriverà davvero..."
"Una specie di assassino?" Elv. "Forse mandato da qualcuno? Per uccidere il duca e gli altri Dantorville?"
"Si... mandato dagli inferi..." mormorò il giullare "... e i Dantorville non saranno mai più liberi..."
Elv guardò Gwen.

La faccenda era veramente curiosa, ma davvero.
In pratica, quest'uomo era un sicario mandato a sterminare i Dantorville?
"E per caso sarà lui l'incaricato di eliminare gli eredi una volta per tutte? Magari, proprio durante il torneo?" ipotizzai io, a quel punto.

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Arrivò una strana figura, leggermente feci un passo indietro quando vidi un uomo incappucciato e con un saio, voltandomi istintivamente verso lady Sybille. Dalla corporatura sembrava giovane ma non riuscivo a vederne il volto.. "Benvenuto, è così che ci si presenta a due dame? Chi siete?" stavolta con fare altero.

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