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"No, infatti. È un simbolo pagano. La mia famiglia era fatta degli ultimi pagani rimasti dopo l'avvento del Cristianesimo, lo erano da generazioni e onestamente non capisco proprio perché loro lo usino..." aggrottando la fronte pensierosa.
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La beatitudine che vivevo nell’aver finalmente ritrovato Lui si scontrò, appena varcata la soglia della sala, con il timore di perderlo.
Infatti cercai subito Reddas, decisa a farlo arrestare, perché non si trattava solo di proteggere il Barone da una vendetta, ma Lui. Ma non lo trovai e ascoltando la conversazione tra il nobiluomo e il Maresciallo ebbi conferma che già aveva terminato il suo spettacolo. “ Sarebbe bene sincerarsi che abbia lasciato il palazzo, sai come sono quelli della plebe. Gli si dà un’unghia e prendono l’intero braccio. Non vorrei che scambi la riconoscenza per avermi riportata qui per una garanzia di vitto e alloggio gratis a vita.” Mormorai a mio fratello, sapendo di trovare intesa con lui, notando come appariva poco soddisfatto dello spettacolo. E poi non vi fu più tempo per parlare, poiché il vino prese la scena. Brindisi e festeggiamenti, conditi di risate e tintinnio di bicchieri. Senza mai perdermi gli sguardi del Barone che mi divertivo a ricambiare prontamente, mantenendo così viva la connessione che da sempre ci legava. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
“Si, penso anche io che questa gente sia strana, fanatica...” disse perplesso Elv a Gwen “... per questo va presa con le molle... tu cosa proponi di fare? Forse dovremmo attaccarli... o pensi sia pericoloso?”
“Tranquilla...” disse il Maresciallo a Dacey “... come pattuito resterà qui solo qualche giorno... gli faremo fare qualche altro spettacolo e poi lo manderemo via.” Bevendo. “Dopotutto il barone non ha ancora assistito alle recite di quel buffone.” La serata procedeva col discorso di Minsk, che però non cessava di cercare Dacey con lo sguardo. Poi finalmente la cena, in tardissima serata, si concluse e tutti cominciarono ad andare via. |
Tutto inizia a diventare sempre più fitto di mistero.. Come questo castello, la sua storia e ciò che stava avvenendo ora.
Il guardiano era pieno di gioia proclamando l'arrivo del suo padrone e di questa figura misteriosa che mi inquietava ma allo stesso tempo donava all'animo sensazioni contrastanti. E se fosse stata questa la maledizione.. Egli mi avrebbe presa e portata con sé come le altre o la mia visione aveva avuto un motivo valido. La proposta del guardiano mi fece tremare, in questo Palazzo decadente non vi era nulla da guardare ma forse voleva solo mostrarmi le rovine e come era negli antichi fasti. Annuii sorridendo.. "Ma certo, sono curiosa di vedere il Palazzo. Vi vedo molto felice per l'arrivo del nobile cavaliere, dovete essergli molto devoto" mentre girai la coda del sontuoso vestito con un gesto veloce ed elegante. Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk |
Di nuovo mio fratello non si curò troppo delle mie parole, naturalmente incapace di coglierne il significato sottinteso.
Non mi restava che tenere gli occhi aperti per impedire ogni occasione a Reddas di avvicinarsi al Barone. Il nobiluomo intanto aveva iniziato il suo discorso ma per me era impossibile restar concentrata su ciò che diceva. Mentre tutti erano assorti in quelle parole , io vagavo con la mente agli istanti vissuti in giardino e agli sguardi che continuavo a sentirmi addosso. Non seppi dire quando ma poco a poco la sala prese a svuotarsi, segno che la festa fosse finita. Erano rimaste poche persone, tra cui mio fratello e il Barone, tralasciando il personale di servizio che si apprestava a riordinare. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"Di certo non agiremo adesso, dobbiamo avvisare anche gli altri e decidere con loro. Ma è sicuro che dobbiamo fare qualcosa, minacciando il Barone rischiamo che attacchino anche noi e non possiamo permetterlo."
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Il vecchio custode annuì ad Altea, per poi sorriderle.
“Prego, andiamo.” Disse compiaciuto. Allora la condusse a visitare il castello. O meglio, ciò che restava di quello che ormai era un vero e proprio rudere. Le murature e ciò che restava ancora in piedi in qualche modo descrivevano bene la monumentalità passata del maniero. Vi erano crepe ovunque, molte parti era crollate e tutto sembrava in buona parte pericolante. “Come potete vedere” disse il vecchio “tutto sembra parlare della nobiltà e del mio padrone.” Orgoglioso. Pian piano la sala ed il palazzo cominciarono a svuotarsi. Gli invitati come pecore iniziarono ad andarsene, quasi a cadenza regolare, come le infinite comparse della scena di un romanzo letto e riletto. I servi si apprestarono a portare via il tutto, per poi pulire. La sera era diventata tarda, quasi notte, mentre il Maresciallo e Fagianus ricorsero ad un ultimo brindisi, complimentandosi col barone per il suo discorso. Quell'uomo aveva un fascino magnetico, un carisma non comune, sicuramente eccezionale, quasi misterioso, inquieto. I suoi occhi scuri avevano i mille riflessi della notte e spesso parevano mutare in maniera enigmatica, come se le sue sensazioni si riflettessero attraverso il suo sguardo. E proprio uno sguardo del barone vagò, ancora una volta, in cerca di Dacey mentre concludeva l'ultimo brindisi con i due fidati uomini. “Dacey, credo tu possa ritirarti.” Disse il Maresciallo, con l'intento di congedarla. |
“Si, hai ragione...” disse Elv a Gwen “... neanche a me piace molto questa faccenda... anzi... direi di allontanarci da qui... meglio non aver a che fare con simili fanatici...” cercando e trovando la mano di lei per andare via insieme da quel posto.
Con un gesto della mano ed evocando l'oscura magia donatale dal suo padrone, Lys fece svanire il taglio sul piede di Icarius e con esso anche il dolore. Il ragazzo smise così all'improvviso di zoppicare. Rise allora ebete, saltellando sul piede ora sano. Era visibilmente sbronzo. “Come siete buona, madama.” Disse ridendo. Poi restò interdetto nel vedere la padrona spogliarsi all'improvviso, restando completamente nuda davanti a lui. L'alcool allora nel suo corpo sembrò come prendere fuoco, avvampando il volto del giardiniere, facendolo persino sudare, restando a fissare il corpo formoso ed immorale di Lys. Si accorse solo in quel momento che anche Aegos era nudo come un verme. “Fe... festa... padrona?” Singhiozzando sbronzo ed incapace di smettere di guardarla. “Qua... quale festa, madama?” |
Annuii.
"Sì, torniamo alla torre e parliamo con gli altri" presi la sua mano e corremmo per tornare prima possibile alla torre per parlare con Ivan e Nikolaj. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
I due vampiri attraversarono quell'angolo di bosco e quello scorcio della notte, raggiungendo in breve tempo la Torre degli incantesimi.
Tutto era silenzio qui, con Nikolaj ed Ivan probabilmente anche loro usciti per la caccia. “Non mi sento sicuro” disse Elv a Gwen “nel sapere Ivan e Nikolaj fuori... con quei fanatici in giro per il bosco...” nervoso. |
Tornammo alla torre, ma era vuota.
Probabilmente erano a caccia. Guardai Elv un po' pensierosa. "Beh, prima dell'alba devono comunque tornare..." dubbiosa. "D'accordo, mi hai convinta. Andiamo a cercarli, ora inizierò a pensarci e neanche io resterò tranquilla..." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
I suoi sguardi andavano ad alimentare la mia attesa.
Attendevo che la sala fosse vuota, che lui fosse solo per potergli star vicino, per poter rievocare i ricordi che da sempre mi legavano a lui e ancora per poter finalmente diventare ciò che lui mi aveva destinata ad essere. Mio fratello non accennava ad allontanarsi purtroppo, restando con messer Fagianus per prolungare ancora il brindisi e ingurgitare altro vino. Aveva il viso paonazzo per colpa di tutto quel bere durante la festa. E con voce alticcia praticamente mi ordinò di tornare nelle mie stanze, trovando evidentemente la mia presenza qualcosa di troppo ormai. Ma io non prendevo alcun ordine da lui, non più. Così guardai intensamente il Barone e mi avvicinai ai tre uomini. “ Non sono più una bambina che non deve fare le ore tarde...” Rimbeccai mio fratello sfilandogli elegantemente il calice dalla mano, per bere un sorso e leccarmi poi le labbra. “ So vivere nel buio della notte... Ma se voi uomini avete di che discutere senza volermi intorno, ebbene questo è un altro discorso. Non voglio certo essere d’impiccio. È dunque davvero così necessario che io me ne vada?” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
“Non volevo spaventarti, ma la cosa mi piace poco...” disse Elv a Gwen.
Allora i due vampiri uscirono di nuovo per il bosco. Era una notte fatta di ombre e silenzio, con una vaga foschia tra la vegetazione che rendeva tutto cupo. Vagarono per un po', poi l'odore di sangue li condusse in una vecchio capanno abbandonato. Qui trovarono Nikolaj con una contadinella. Lei era stesa sulla paglia e lui godeva del suo sangue e del suo giovane corpo. Quel gesto di Dacey, il bere e poi leccarsi le labbra ancora intrise di vino. Il barone la guardò negli occhi. “Forse hai bevuto un po' troppo stasera.” Disse il Maresciallo fissandola torvo. “Non temete...” intervenne il barone “... è tardi e noi non continueremo oltre a discutere di politica.” Alzandosi. “Dunque potete tutti ritirarvi, se è ciò che volete. Io resterò ancora un po' sveglio, magari leggendo qualcosa o semplicemente rilassarmi sul balcone della mia stanza.” Il Maresciallo e Fagianus lo salutarono con un inchino, per poi ritirarsi anche loro. Il barone lanciò un ultimo sguardo a Dacey, con un sorriso enigmatico simile ad un saluto o forse un invito e si diresse nella sua camera. |
Era sbronzo, il piccolino, constatai con un sorrisetto divertito.
Oh era così carino, decisamente un cucciolo che andava allo sbando. Non avevo idea di come fosse arrivato lì, né di come si fosse sbronzato, ma non mi importava. Dopotutto l’alcol sembrava avergli dato una nuova linfa vitale, e io non potevo che esserne contenta. Era uno spreco quel povero ragazzo, dato il bel regalo che la natura gli aveva fatto in mezzo alle gambe. E poi quel candore mi eccitava in un modo tutto nuovo, un modo che non mi era mai capitato e per quello mi incuriosiva. Quel suo candore mi suscitava un moto intento che finiva costantemente in un lago umido fatto di umori che si riversavano sulle mie cosce. Lo guardai saltellare tutto contento, e poi farsi rossissimo quando realizzò di che tipo di festa stavo parlando. Il mio sorriso si fece malizioso e sensuale, affamato e lussurioso, mentre mi avvicinavo a lui, afferravo con decisione la cintura dei suoi pantaloni, la slacciavo guardandolo in silenzio, e con uno strattone abbassavo i calzoni del mio bel giardiniere, liberando quell’eccitazione così ben fatta, che faceva venire l’acquolina in bocca, e non solo. “Questa festa, piccolino mio...” con voce calda e vogliosa. Mi voltai per un momento verso Aegos ancora nudo ed eccitato, facendogli cenno di andare dietro di me. Sistemai la scena in modo da essere ben visibile dallo specchio, volevo che il mio padrone vedesse, volevo che fosse eccitato a tal punto da balzare fuori e farmi sua, lì, davanti ai mei servi. Allora scesi lentamente sul membro ardente del giardiniere e lo intrappolai da subito tra le mie labbra facendolo scivolare lungo la mia bocca calda e accogliente prima di lanciarmi in quel gioco ardito e meraviglioso che gli avrebbe strappato lunghi gemiti di piacere assoluto e peccaminoso. Il mio corpo era piegato in avanti, il bacino completamente tirato indietro, le natiche bene in vista. Come prima invitavo con quei movimenti, e quella posizione, il mio padrone attraverso lo specchio ora esortavo Aegos, posto dietro di me, a prendermi come lui sapeva fare bene, dannatamente bene. No, non mi bastava mai. Sì, ero decisamente ingorda. E non è meraviglioso? Andiamo, chi resisterebbe a due uomini così? Nessuna che sappia godere appieno della vita, perlomeno. E ancora aspettavo l’arrivo peccaminoso del mio padrone. |
La notte era buia, silenziosa e avvolta nella foschia.
Era come camminare sotto una campana invisibile. Sentii odore di sangue e lo seguii, seguita da Elv. Poi capii da dove arrivava e scossi la testa guardando in su. "Va bene, cerchiamo Ivan, dai..." ad Elv, allontanandomi. Di sicuro Nikolaj non era in pericolo, anche se non avrei potuto dire lo stesso della contadinella fra le sue grinfie. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
La leggenda della Pieve di Monsperone
Per quietare ogni possibile protesta di mio fratello, lo presi sottobraccio rivolgendogli un sorriso.
Furono le parole del Barone , e ancora di più il suo sguardo, che mi illustrarono cosa dovevo fare. Perché sebbene apparissero innocenti io le avevo interpretare come un caldo invito a non rinchiudermi nelle mie stanze a cercare il sonno ma a seguire il nobile fino alle proprie camere. Fremetti al pensiero, impaziente di raggiungerlo non appena prese congedo. E così feci, salutando mio fratello, che parve compiaciuto e sicuro che io stessi obbedendo a lui, e Fagianus. Aspettai una sufficiente manciata di minuti, dall’uscita del Barone, per lasciare anche io la stanza, così da non destare in alcun modo sospetti. Quindi il mio passo si fece rapido, superando stanzoni e lunghi corridoi. Lasciando da parte ogni prudenza e il buonsenso che mi era stato inculcato durante la mia formazione, bussai alla porta del Barone nel cuore più oscuro della notte. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Elv sorrise, capendo il modo in cui Nikolaj se la stava spassando.
Allora con Gwen proseguirono, stavolta in cerca di Ivan. Trovarlo fu meno semplice, al punto che le sue tracce spinsero i due vampiri a raggiungere un piccolo villaggio ai piedi di un poggio coperto di cipressi. Intravidero Ivan che vagava da solo per le strade deserte. Pian piano il palazzo si addormentò. Il Maresciallo e Fagianus si ritirarono nelle loro stanze, credendo che anche Dacey avesse fatto lo stesso. In realtà la ragazza si addentrò nei corridoi intrisi di penombra, nel silenzio degli androni, attraverso gli sguardi inanimati e sinistri dei ritratti alle pareti, fino a raggiungere la porta della camera del barone. Bussò. “Entra pure...” disse lui dall'interno della stanza. La camera era avvolta da inquieti giochi di chiaro scuro, con solo una candela ad illuminare a stento quell'ambiente. Il barone stava seduto su una poltrona. I capelli neri scendevano sulle spalle ed i tratti del suo volto erano resi vaghi dalla penombra. Solo quegli occhi rossi scintillavano nel chiaroscuro, come stelle sconosciute in un cielo straniero. https://78.media.tumblr.com/tumblr_l...4jeo11_400.jpg |
Andammo via da lì, anche perché non mi andava affatto di assistere.
Cercammo di seguire le tracce di Ivan, ma fu più difficile. Alla fine, arrivammo vicino ad un villaggio e lì lo trovammo, da solo. "Ehi..." dolcemente io, sorridendo "Non sei a caccia?" Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
La leggenda della Pieve di Monsperone
Lui mi attendeva.
Lo compresi dal suo tono di voce pacato quando bussato e dal suo restar sistemato comodo sulla poltrona quando fui dentro. Nonostante il buio riuscivo a distinguere la forma del suo viso, il bagliore dei suoi occhi. Vicinissima a lui mi gettai ai suoi piedi, tenendo una delle sue mani tra le mie, completamente succube di quello sguardo dai colori rubino. “ Soffro nel starvi lontano che solo pochi secondi.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Ivan si voltò di scatto.
“Siete voi...” disse guardando Gwen ed Elv “... no, stasera no... non mi va...” “Cos'hai?” Chiese Elv. “Nulla...” rispose l'altro “... forse la Luna è malinconica... o magari sono solo io ad essere un po' inquieto... non so, ma ripensavo a Rose, a Tatiana... a come eravamo... e come siamo costretti a vivere ora...” con lo sguardo perso nel buio della strada. |
Dacey era inginocchio davanti a lui, prendendo la mano del barone fra le sue.
“Ora sei qui...” disse lui con un tono basso, caldo “... con me...” accarezzandole piano il viso, per poi sfiorarle le labbra con un dito. I suoi occhi erano in quelli di lei. “Dimmi cosa pensi...” mormorò, ma come chi poteva benissimo leggere nella sua mente. |
Si voltò di scatto, come se fosse totalmente assorbito dai suoi pensieri.
Ed era strano stasera. Malinconico, solitario, triste. Mi avvicinai e gli poggiai le mani sulle spalle. "Lo so che non è facile... Non è giusto essere costretti a fuggire, a nascondersi, non è giusta nemmeno la sorte toccata loro, ma sono certa che questo tra poco finirà... Anche perché io ed Elv abbiamo delle novità..." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Ora sei qui, con me.
Quelle semplici parole suscitarono in me appagamento e pace dei sensi. Finalmente la mia attesa era giunta al termine. Rapida intercettai il dito con cui mi aveva appena sfiorato le labbra e lo feci mio, proprio con le labbra. Un gesto sensuale e seducente che potevo fare e volevo fare solo per Lui. Solo per Lui liberavo ogni aspetto di me stessa, solo per Lui accettavo il richiamo delle tenebre. Questo era quello a cui pensavo, come pensavo al fascino che il Barone esercitava su di me, al desiderio che avevo per Lui. “ Non farmi attendere ancora, la tua promessa... esaudisci la tua promessa adesso.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Ivan guardò Gwen incuriosito.
“Novità...” disse “... che novità? Cos'avete scoperto?” Quasi impaziente di conoscere ciò che lei aveva accennato. Quel gesto sensuale, proibito, strappò un lieve gemito al barone. La guardò con un sorriso enigmatico, concupiscente, mentre Dacey aveva intrappolato fra le labbra il suo dito. “Chiedimelo...” disse piano “... chiedimi di quella promessa... chiedimi e sarai esaudita... e manterrò ciò che ti promisi tempo fa...” fissandola compiaciuto. |
Ivan sembrò svegliarsi da un torpore a quella frase.
Così gli raccontai di cosa avevamo visto io ed Elv nel bosco. "Aspettavamo di essere tutti per decidere cosa fare ed agire." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Nuovamente, come nei giardini, sentivo come bruciarmi dentro, bruciare io stessa.
Circondai il dito del Barone con la lingua per poi stringerlo tra le mie labbra morbide, senza staccare lo scambio di sguardi che c’era tra noi. “ Ho temuto, ho compreso e atteso il vostro ritorno. Ho imparato a memoria le parole di una promessa che mi avrebbe resa degna di starvi accanto. Ogni notte bramavo di ritrovare la vostra figura accanto alla mia. Sentite il mio cuore...” Così dicendo la mano di lui, che tenevo tra le mie, si andò a posare sulla scollatura all’altezza del mio cuore. “ Sentitelo come batte solo per voi, esaudire la sua richiesta, esaudire la mia richiesta. Fatemi vostra, rendetemi ciò che sono destinata essere. Vi imploro di liberarmi da questa carne mortale per donarmi una eternità al vostro fianco.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
“Sono stanco di fuggire...” disse deluso Ivan a Gwen.
“Allora non abbiamo molte altre scelte...” fece Elv “... o ci nascondiamo, oppure combattiamo.” Ivan allora guardò Gwen. “Tu cosa pensi?” Chiese alla vampira, mentre il silenzio del villaggio sembrava mutare in una sorta di incanto, qualcosa di misterioso ed innaturale. Le calde ed accoglienti labbra di Dacey intorno al dito affusolato del barone, il contatto ardente con la sua lingua umida gli strapparono un sorriso compiaciuto. “Brava...” disse lui. Poi quel gesto di lei, il portare la mano del barone sul suo cuore, sulla sua scollatura. Minsk allora strinse piano la mano, toccandole la pelle semicoperta dalla stoffa, indugiando e guardandola negli occhi. Allora quella mano scivolò nell'abito scollato, tutta sul seno nudo e sodo, che accarezzò a lungo, stringendo le dita ed avvertendo il suo capezzolo ormai turgido che premeva sul palmo della mano di lui. “Oh, si...” disse in un caldo sussurro di perversione “... lo sento... il tuo cuore...” allora con un gesto lento scoprì il seno, liberandolo dalla stoffa e fece lo stesso con l'altro, aprendo così tutta la scollatura di quell'abito. “Spogliati, Dacey...” con tono caldo e vagamente autoritario il barone “... nuda e libera come una creatura della notte...” accarezzandole con le dita quei capezzoli rosati e sporgenti. |
Il suo sguardo si fece famelico ed eccitato e così il mio di riflesso.
Mi sporsi in avanti, sempre stando di fronte a lui in ginocchio, sempre con la sua mano sul mio petto, pensando di ricevere un assaggio delle sue labbra sulle mie ma ebbi ancora di meglio. Quella sua mano si rese audace e andò alla scoperta del mio corpo, insinuandosi tra le pieghe del vestito, dritta sento la scollatura, catturando il mio seno caldo e sodo, liberandolo da ogni costrizione e offrendolo al suo sguardo lussurioso. Lasciai che mi guardasse e fremetti per quello e per la sua voce, la sua richiesta. Io che mi aspettavo di vedere le mie vesti strappate dalla sua bramosia invece dovevo offrirgli uno spettacolo di mia spontanea volontà. Riluttante lasciai il dito dalle mie labbra e allontanai il mio seno dalla sua presa salda, perché dovevo alzarmi. Dovevo mettermi davanti a lui, lasciare che il suo sguardo vagasse su di me, immaginandomi per poi togliere spazio ad ogni immaginazione, la seta color acquamarina che abbandonava il mio corpo, sfiorandolo e accarezzandolo fino a lasciarlo completamente nudo. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"Lo so, caro. Lo so. Infatti noi non andremo da nessuna parte. Anche a costo di eliminarli uno dopo l'altro, ma non fuggiremo più. Certo, non posso assicurarti che torneremo a casa... Quel posto mi ha portato già abbastanza sofferenza e se ogni volta devo fuggire, evidentemente è destino così..." con tono lievemente intristito "Comunque sia, credo che l'importante ora sia attaccare, anche se dovremo capire bene come, per tutelarci."
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Sospirai quasi di sollievo vedendo il castello al suo normale stato e guardai le pareti crepate e decadenti che reclamavano i fasti e lo splendore di un tempo.. "Oh si, il vostro signore deve essere stato una persona davvero importante ma questo Palazzo è stato lasciato alla decadenza.. Chissà se un giorno tornerà come prima" osservando le fredde mura.
"E il giardino? Immagino abbia dei fiori stupendi.. Vogliamo vederlo?" e in quel entusiasmo non pote' non tornare il mente il bel giardiniere Icarius. Sorrisi maliziosamente all'idea di averlo sedotto ed abbandonato. Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk |
“Ma certo, prego.” Disse orgoglioso il vecchio custode ad Altea.
Così, munito di lampada ed entusiasmo, condusse Altea fuori, dove c'era il giardino. In realtà era abbandonato, incolto, con sterpi e rovi che crescevano ovunque, rampicanti lungo le murature dei muri e le fontane ormai secche e rotte in gran parte. “Al mio signore piace passeggiare di notte per il giardino...” il vecchio “... egli ama i fiori e ne conosce il significato.” Annuendo. “Magari qui nessuno verrà a tormentarci e ci lasceranno in pace.” Disse Ivan a Gwen. Ad un tratto qualcuno rise. Era Nikolaj che tornava dalla sua caccia. “E' buffo, amico mio...” divertito. “Cosa?” Ivan. “Chiedere di essere lasciati in pace, quando siamo noi che andiamo a caccia di vittime.” Rispose Nikolaj. “Che razza di vampiro sei?” Con rabbia Ivan. “Neanche sembri uno di noi!” “Già, è vero...” perplesso Elv. “Ti ho solo risposto come farebbe uno di quei cacciatori, amico mio.” Nikolaj ad Ivan. Il barone guardò i bellissimi seni scoperti di Dacey, mentre lei continuava ad assaporare con le labbra il suo dito. Poi quell'ordine perentorio, deciso, virile. La ragazza allora cominciò a spogliarsi. La seta scivolò via, accarezzando ogni forma di quel corpo dalle forme esotiche, perlate, morbide e sensuali. Scivolò fino ai piedi della ragazza, che così, tutta nuda si mostrò al suo oscuro signore. Bellissima come l'eroina di una favola orientale, nobile come la principessa di un antico poema e provocante come la dama di una novella decameronica, Dacey restò in balia dello sguardo e del desiderio di Minsk. Lui allora si alzò, le si avvicinò e senza dire nulla la baciò. Un bacio profondo, intenso, intimo, stringendola a sé. Stringendo quel corpo nudo e caldo contro il suo. |
"Beh, ma non possiamo rischiare nella speranza che non ci scoprano..." dubbiosa.
Poi Nikolaj irruppe al suo solito modo e seguii la discussione fra i due. "Il punto è un altro. Abbiamo seguito Vanbelv e abbiamo scoperto che lui e altri hanno visitato la torre due giorni fa. Credo si aspettassero di trovare il Barone, ma lui ovviamente non era lì, come abbiamo potuto constatare. Fanno parte di un clan che si riunisce in una costruzione nel bosco e onestamente, ciò che mi preme è che non finiscano per intaccare noi, nella ricerca al Barone." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Il servitore era molto entusiasta e mi portò fuori nel giardino, ma trovai solo erba, rovi che si arrampicavano ovunque e le fontane erano prive di acqua.
Ma quando udii le parole dell' anziano servitore lo guardai perplessa...forse era pazzo, non vi erano fiori qui..questo uomo forse viveva qui e aveva nella sua mente un' ideale che non esisteva. Provai un po' di compassione per questo, forse veramente lui sognava il ritorno degli afragolignonesi ma lo assecondai.."Davvero, di notte....ma non ora....e quale è il suo fiore preferito?" osservando una fontana ormai prosciugata e piena di muschio. https://i.pinimg.com/originals/1d/c5...33f7b0de07.jpg |
Senza alcune inibizione rimasi a disposizione del suo sguardo, per lunghi secondi che mi parvero una eternità.
Come una eternità era stata l’attesa che avevo avvertito prima di ritrovarlo. Vi erano stati giorni in cui persino avevo dubito di averlo mai conosciuto, in cui mi chiedevo se quegli occhi rossi non nascessero solo da un mio sogno. Invece ora quegli occhi rossi erano fissi su di me, sul mio corpo che attendeva, immobile. Attendeva di essere toccato, preso e usato. Esitai, provando a fare un passo verso di lui, non riuscendo ad aspettare oltre ma in quel momento fu lui ad alzarsi e avvicinarsi a me. Silenzioso e deciso, senza sbattere le palpebre mi raggiunse e mi diede la vita. Quel bacio fu un grado di svegliarmi dal torpore di anni, abbatté le barriere che la mia educazione e la società avevano imposto nella mia mente. Quel bacio mi rese libera dai ricordi del passato, la solitudine e la tristezza. Tutto ciò che avevo vissuto era servito per arrivare esattamente a questo momento. E questo momento valeva la pena di ogni attimo passato. Sentii le sue labbra infrangersi sulle mie, accarezzarle e subito dopo possederle con l’impeto di chi è affamato da secoli. Sentii le sue mani forti stringermi a lui, la pelle calda che si scontrava con le sue vesti fredde. O forse fredda era la sua pelle nascosta dalle stoffe pregiate. Ma cosa mi importava, volevo solo essere con lui, unita a lui in quella notte. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Per Icarius, sbronzo per l'alcool ed intontito dall'eccitazione nel vedere la sua padrona tutta nuda, la situazione mutò velocemente.
Lys gli si avvicinò con le sue forme ben in vista, sode, provocanti e proibite, abbassandogli i pantaloni con un deciso strattone e liberando finalmente la traboccante mascolinità del ragazzo. Lui col viso paonazzo per l'alcool e l'eccitazione, restò come inebetito. La padrona fu però subito generosa, mettendo fine a quella che sembrava diventare una tortura sempre più insopportabile. In un attimo prese ad assaporare la forza sessuale del suo giardiniere, a testarla, ad immergerla in un piacere profondo, strappandogli subito gemiti profondi e lasciandolo a bocca aperta. Aegos davanti a quella scena subito si portò alle spalle di lei, che continuava a muoversi provocante, invitante. Lo stalliere le accarezzò le natiche, per poi stringerle a due mani. “Vediamo questa cavalla come nitrisce...” disse infiammato da una malsana eccitazione. |
“Se sono così impegnati a cercare il barone” disse Ivan a Gwen “immagino che ci lasceranno in pace.”
“Si,dopotutto hanno un pesce molto più grande a cui dare la caccia.” Intervenne Elv. “Comunque meglio non abbassare la guardia, il fanatismo è molto risoluto.” Ridendo Nikolaj, quasi come se tutta la faccenda fosse ironica o sarcastica. “La rosa, madama.” Disse il vecchio custode ad Altea. “Il mio signore ama la rosa più di qualsiasi altro fiore al mondo.” Annuendo. “Ne ha seminate lui stesso, certo che al suo ritorno le troverà sbocciate.” Ad un tratto si udirono dei rumori provenire dall'interno della torre. Quel bacio riscaldò quel frammento di notte rubato e proibito, incatenando le labbra ardenti di Dacey a quelle avide e vogliose del barone. Un bacio che portò l'uomo ad assaporare la bocca di lei, facendola sua, cercando, inseguendo e rapendo anche la sua lingua, umida e lasciva. La stringeva al suo corpo ancora vestito, avvertendo contro i suoi sontuosi abiti il calore della pelle della ragazza, le sue forme morbide e generose. La baciava e nel farlo le mani scivolavano lungo quel corpo nudo, superbamente modellato e fatto per i giochi ed i piaceri più proibiti e meravigliosi della notte. Le sue labbra si staccarono appena da quelle di lei, con i suoi occhi che si aprirono in quelli della bella sorella del Maresciallo. La mano del barone salì a cercare il suo seno, accarezzandolo piano, per poi lambirne il capezzolo con le dita affusolate. Allora quella mano cominciò a scivolare in basso, a scendere in una lunga e densa carezza, fino a giungere fra le gambe di Dacey. |
Ascoltai i due, anzi i tre visto che dovevo sopportare Nikolaj.
"Sì, avete ragione tutti quanti, sebbene io creda che dovremmo comunque elaborare un contrattacco, perché non si sa mai. Ma la maggioranza vince" sospirando appena "Avanti, rientriamo, tra poco fa giorno." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
"La rosa" sorrisi "Non ne avevo dubbi.. È il mio fiore preferito.. Oh si, speriamo sbocceranno nel tripudio floreale di maggio".
Ad un tratto si udirono rumori provenire dalla Torre.. "Avete sentito pure voi quei rumori nella Torre? Magari è lui.." col cuore che batteva forte e speranzoso soprattutto di non essere deluso.. "Rientriamo e torniamo nella torre" e feci le scale correndo. Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk |
I quattro vampiri rientrarono nella torre, sebbene fosse ancora notte fonda.
Erano però inquieti, preoccupati per la storia di quei cacciatori di vampiri. Nikolaj prese a suonare come spesso faceva nelle notti di solitudine. Ivan restò a fissare il bosco da una finestra, mentre Elv si avvicinò a Gwen. “Dimmi tutto ciò che pensi...” disse piano “... oltre al barone naturalmente...” prendendo la sua mano. “Oh, si tratta solo di mia moglie.” Disse il vecchio ad Altea, seguendola sebbene non potesse starle dietro visto la sua età avanzata. “Si starà occupando delle pulizie.” Sorridendo. Arrivando però nella torre quei rumori cessarono. Non sembrava esserci nessuno oltre loro due. |
Tornammo alla torre, ma l'atmosfera fra noi era tesa, come le corde del violino che Nikolaj iniziò a suonare, come spesso faceva in questi momenti.
Ivan invece era quello che mi dava da pensare, sempre perso e pensieroso, irrequieto come mai era stato fino ad ora. Sentii Elv che si avvicinava. Sorrisi appena. "Cosa ti piacerebbe che rispondessi?" gli chiesi a mia volta, guardandolo negli occhi. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
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