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Icarius indugiò con lo sguardo in quello di Clio per un lungo istante.
Poi la ragazza andò via con passo gelido. “Quando” disse Palos a lui “impererai a tenere la bocca chiusa?” “Quella donna mi detesta.” Fece Icarius. “Ovvio, hai delle uscite da idiota.” Palos. “Io non prenderò mai ordini da lei...” mormorò Icarius. “Bravo.” Annuì sarcastico Palos. “Così ti farai giustiziare per insubordinazione.” Intanto Clio, dopo aver visto l'aereo in fiamme di Canabias, raggiunse l'infermeria. E vide sulla porta il dottor Fermer e Marwel, la ragazza già incontrata giorni prima alla base. |
Con attenzione e prudenza Gaynor entrò nel vecchio capannone, mentre Hodog attendeva fuori, ma pronto ad intervenire.
La donna sentì allora fischiettare. Era Orko Rosso, impegnato a lucidare la cromatura da alcune lamiere. |
“Spegnete questa radio” disse Leones al taverniere “e così non sentiremo altri deliri.” Sorridendo poi ad Altea. “Capisco cosa provate, Cherval è la vostra terra.” “Certo.” Spegnendo la radio il taverniere.
“Quella gente è pazza...” mormorò Poeh “... pazza...” |
Sospirai.
"Non era questo che intendevo" dissi alzando la voce perchè mi sentisse, ma era già andato via. Avrei potuto usare un composto che avevo già pronto con me, ma non avrei fatto niente senza il suo consenso, così aspettai che tornasse, mentre mi accertavo che il pilota avesse o meno bisogno di qualcosa. http://t3.gstatic.com/images?q=tbn:A...5iAN2-9cO4SFVg |
"Buonasera, amico mio..." salutai Orko. "Sto cercando un aereo e sono sicura che tu puoi darmi indicazioni su dove si trova... e per il tuo bene, niente mosse avventate. Mi dispiacerebbe se ti facessi male, mi sei simpatico..."
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All'ufficio postale mentre attendevamo notai un uomo. Era Agian, lo strano uomo della petizione.
<< Guisgard guardate, ancora lui... Quell'uomo é sempre nei paraggi, non mi piace>> |
Per fortuna i tre borghesi avevano fatto spegnere la radio "Non vi sono parole per descrivere quella gente credetemi".
Mi alzai dal tavolo e mi congedai dicendo avrei mangiato dopo e salii in camera, mi misi il cappotto rosso e presi la sacca per precauzioni. .non mi fidavo visti gli accaduti. Chiesi poi a Leones se mi accompagnava a fare una passeggiata, avevo bisogno di prendere aria e calmarmi. |
Marwel vide il dottor Fermer uscire dall'infermeria per dirigersi chissà dove. Non c'era un gran trambusto alla base e la ragazza ne convenne che non fosse successo nulla di grave e che i soldati stessero tutti bene.
Arrivò pure il tenente che aveva incontrato giorni prima nel cortile del forte e si accorse che era ferita. "Dottore, sono Marwel, la responsabile dell'orfanotrofio, vi ricordate di me?" disse non sapendo a chi badare per prima. "Tenente, dovreste farvi medicare" aggiunse guardando Clio. |
Raggiunsi a fatica l'infermeria.
L'adrenalina del rendermi conto che ero viva stava scemando, e cominciavo a sentire il dolore della ferita e la stanchezza di quel giorno. Sulla soglia trovai la ragazza che avevo visto qualche giorno prima con Icarius e Palos oltre a Fermer. Sorrisi alla ragazza, quando si rivolse a me. "Avete ragione, sono qui apposta..." le dissi, gentilmente. "Salute dottore.." dissi poi sorridendo a Fermer "Hai un minuto? Ho perso molto sangue e sono rimasta ore nel deserto, non vorrei si fosse infettata... Gli puoi dare un occhio?". |
Gwen tornò dal pilota ferito.
L'uomo giaceva nel letto col capo completamente bendato per le gravi ustioni riportate. E mentre l'infermiera si avvicinava, ad un tratto lo sentì lamentarsi nel sonno. |
Mi avvicinai all'uomo, che aveva il capo bendato per le ustioni riportate nell'incidente dell'aereo.
Ad un certo punto lo sentii lamentarsi nel sonno e mi avvicinai ancora per capire ciò che diceva. |
Guisgard si voltò di scatto a quelle parole di Dacey e fissò Agian.
L'uomo se ne stava appoggiata ad un muro e guardava loro due. Il militare allora gli si avvicinò. “Salve.” Disse. “Vi occorre qualcosa?” “Da voi?” Agian. “Cosa vi fa credere che abbiate qualcosa che possa servirmi?” “In effetti lo credo improbabile” replicò Guisgard “ma visto che ci stavate fissando...” “Sono un osservatore del mondo che mi circonda.” Sorridendo Agian. “E' vietato forse?” Guisgard lo guardò negli occhi. “State attento...” mormorò. “A cosa?” Domandò Agian. “A me.” Secco il militare. Agian annuì divertito, fissò per un attimo Dacey ed uscì dall'ufficio postale. |
“Certo.” Disse Fermer a Clio. “Prego, entrate nell'infermeria.” E con lei tornò dentro.
“Stendetevi sul lettino.” Alla ragazza. “Sono lieto che siate tornata sana e salva. Eravamo tutti in pena per voi, tenente.” E cominciò a guardare la ferita al fianco. “Un brutto taglio...” mormorò “... serve un'antitetanica...” prendendo una siringa. |
Annuii al medico, per poi seguire scrupolosamente le sue istruzioni.
"Eh sì, me la sono vista brutta, Fermer.." gli sorrisi "Ma a quanto pare non era ancora giunta la mia ora, e ti tocca rappezzarmi per l'ennesima volta.." vagamente divertita. |
Io lo avrei semplicemente ignorato ma Guisgard affrontò l'uomo, il quale, per nulla intimorito rispondeva battuta per battuta. Non erano però le risposte a non piacermi quanto le sue continue occhiate, come se fosse a conoscenza di qualcosa su di noi, su di me. Fui felice quando girò i tacchi lasciando l'ufficio postale.
<< Che strano individuo, non mi piace per niente anzi, a costo di sembrarvi paranoica, devo dire che ogni volta che è nei paraggi mi sento spiata>> sbottai una volta certa che fosse lontano. Guardai quindi Guisgard che di certo mi credeva una pazza. << Abbiamo terminato qui alle poste? potremmo fare una passeggiata e voi potreste insegnarmi qualcosa di nuovo>> |
Gwen si avvicinò al pilota ferito e lo sentì mormorare parole senza senso.
Ad un tratto udì la voce di Fermer dall'altra stanza. Il medico infatti era a medicare Clio. “Ecco fatto...” disse, gettando poi la siringa “... brucerà un po', ma domani starete meglio...” sorridendo al biondo tenente “... si, stavolta siete stata fortunata... meno male che i legionari vi hanno ritrovata sana e salva...” |
“Non dategli peso...” disse Guisgard a Dacey, parlando di Agian “... se si avvicinerà ancora a voi lo pesterò a tal punto che neanche la sua famiglia lo riconoscerà.” Annuì poi. “Si, andiamo a fare quattro passi... ho bisogno d'aria...” ed uscirono dall'ufficio postale.
“Quel Fines è davvero un idiota...” mormorò il militare mentre passeggiavano “... mandare quel telegramma è stata un'idea molto stupida...” scosse il capo “... chissà cosa penserà la Gran Duchessa leggendolo...” |
Il pilota mormorava parole senza senso.
Sentii poi la voce di Fermer e lo raggiunsi. "Tenente, sono felice che siate tornata sana e salva e che ve la siate cavata solo con una ferita, poteva andarvi peggio" sorridendo alla donna. |
L'idea che mi avrebbe protetta mi fece sorridere. Una volta fuori dalle poste il mio passo era più leggero e rilassato.
<< Spero che non comprometta il nostro piano e che dia un po' di speranza a quella povera donna... >> dissi pensierosa, riflettendo su cosa stesse vivendo la mia prozia. |
Sorrisi a Fermer.
"Sì, meno male.." annuii "Grazie dottore, temevo davvero un'infezione..". Poi la porta si aprì ed arrivò una bellissima infermiera che non avevo ancora avuto il piacere di incontrare. "Buongiorno mia cara.." le sorrisi "Vi ringrazio della premura... già, poteva andarmi peggio... perdonatemi, ma devo essere stata molto assente ultimamente, spero vi troviate bene qui con noi.." spostando lo sguardo su Fermer. "Vedo che hai trovato l'infermiera che cercavi.." annuendo "Ora saprò a chi dare la colpa se i miei legionari si daranno malati.." divertita. |
Fermer sorrise a Clio.
“In effetti già molti si sono fatti avanti.” Disse, per poi guardare Gwen. “Tutto bene... infermiera?” Alla sua assistente. “Avete controllato il paziente? Come sta?” Parlando del pilota ustionato. Il suo tono era stato freddo e professionale verso Gwen. Inoltre stranamente si era rivolto a lei dandole del voi e non più del tu. |
Risi piano a quelle parole di Fermer.
"Sì, me lo immagino.." scuotendo piano la testa, divertita. "Voi non fateci caso, mia cara.." alla ragazza "Sono un po' boriosi ma innocui, e se qualcuno oserà darvi fastidio, venite da me che lo sistemo per le feste.." sorridendo. |
“Ah, non temete...” disse Guisgard a Dacey, mentre passeggiavano su un ponticello avvolto dalla foschia della sera “... le reazioni probabili della Gran Duchessa saranno due, al massimo tre... potrebbe credere che tutto ciò sia l'ennesimo imbroglio, infatti molte hanno provato a spacciarsi per la principessa Dacey. Tutto ciò perchè nella steppa l'unico corpo non ritrovato è stato proprio il suo, mentre tutti gli altri membri della ex casa reale sono stati identificati. La seconda ipotesi è che possa avere un sospetto, ma deciderà di attendere. E' una Vecchia donna e con ogni probabilità molto superstiziosa. Magari dunque cercherà segni nei sogni. Una terza possibilità, infine, potrebbe essere invece che si faccia viva lei, magari scrivendo a sua volta in cerca di conferme. State tranquilla, dunque, nulla è compromesso.” Guardando poi il cielo umido del deserto.
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Sorrisi annuendo al tenente.
"Il paziente dorme ancora, anche se si lamenta nel sonno. Non sembra ci siano novità." Subito rimasi sorpresa dal tono con cui mi parlò, ma poi in effetti pensai che in quel momento eravamo un dottore e la sua infermiera, legati solamente da un rapporto lavorativo. Ciò che mi colpì un po' fu la confidenza fra i due e il fatto che lei gli desse tranquillamente del tu, ma forse ero paranoica e allontanai quel pensiero. |
<<Mi sembrate così sicuro della riuscita di tutto questo. Alle orecchie di altri parrebbe una follia ma voi invece...>> sorrisi appena fermandomi a mia volta ad osservare il paesaggio, << voi mi fate rinsanire quando perdo la convinzione, si vede che siete un militare, abituato a convincere le vostre truppe e...>>
I corpi della mia famiglia, ritrovati, identificati. Fu l'ennesimo duro colpo. << Cosa ne hanno fatto? Dei corpi della famiglia reale di Animos? Dove sono i resti ?>> |
“Sono gli effetti post operatori.” Disse Fermer a Gwen. “Infatti” rivolto poi a Clio “abbiamo qui un pilota che con ogni probabilità proviene da una base militare di Canabias. Forse negli hangar è ancora visibile l'aereo con lo stemma dei nostri nemici.”
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"Certo, lo so" dissi a Fermer con tono neutrale.
Non era la mia prima operazione... "Non è stato un bello spettacolo vedere l'aereo precipitare e vederlo poi in fiamme negli hangar. Il pilota è vivo per miracolo..." dissi sospirando. |
Gusgard passò dal guardare il cielo a fissare poi gli occhi inquieti di Dacey,
“Non sono bei discorsi per una ragazza...” disse “... ma visto che me lo chiedete... i corpi sono stati ritrovati nella steppa di Canabias... subito identificati per comunicare al mondo la morte dei reali. Fu un gran colpo per la propaganda dei Canabiasei. Tuttavia mancava un corpo. Il partito comunista che governa quel lercio luogo fece di tutto per nascondere la cosa, ma la notizia trapelò. Infatti mancava proprio il cadavere della principessa Dacey. Naturalmente ciò scatenò mitomani, imbroglioni e fanatici. Un po' ovunque, così, spuntarono ragazze che affermavano di essere la vera Dacey. E ogni volta si dimostrò la falsità della cosa.” |
<<La vera Dacey>> bisbigliai in modo appena percettibile, distogliendo lo sguardo e prendendo un respiro profondo. Le immagini della mia famiglia, ancora viva e gioiosa si alternavano con immagini di corpi senza vita.
<< Forse... forse è davvero sopravvissuta la principessa, insomma se non è stata trovata... Potrebbe essere da qualche parte nel mondo, magari anche qui in questa città... Non credete?>> |
Trasalii a quelle parole di Fermer e dell'infermiera.
"Un pilota di Canabias?" esclamai "Ed è ancora vivo? Sì sì, ho visto il suo aereo.. beh, rimettetelo in sesto che potrebbe esserci incredibilmente utile... ma va anche sorvegliato.. non sappiamo che ci faccia qui.. ne parlerò col capitano.." annuii "Potrebbe essere una fonte preziosa.." tra me e me. "Quanto devo stare ancora ferma, dottore?" chiesi, impaziente "Avrei giusto un paio di cose da fare.." con aria speranzosa. Ferme ben conosceva la mia insofferenza. |
“Grazie, infermiera.” Disse Fermer a Gwen. “Si, un pilota giunto qui con un aereo di Canabias, dunque con ogni probabilità uno di loro.” Rivolto poi a Clio. “Davvero ne parlerete col capitano? Bene, mi risparmierete di andarci personalmente. Prima lo saprà, meglio sarà.” Sorrise. “Si, immagino che abbiate già l'argento vivo addosso. Ma per almeno qualche giorno non potrete volare. Dovete rimettervi prima. Vuol dire che vi dedicherete all'insegnamento delle reclute.”
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Sospirai a quelle parole di Fermer.
"Evviva.." esclamai, con palesemente finto entusiasmo, storcendo il naso. "Vorrà dire che ne approfitterò per una serata tra ragazze.." sorrisi "Dopotutto ho scampato la morte, bisogna festeggiare, è la regola.." divertita. Effettivamente non vedevo Estea e Anty dal giorno prima, e mi mancavano. Alzai gli occhi al cielo quando nominò le reclute. "Ehhh. già.." sospirai "Temo mi tocchi..". Scesi dal lettino e salutai i due. "Piacere di avervi conosciuta.." sorrisi alla ragazza "Dottore, alla prossima.." con un cenno del capo. Detto questo, mi alzai e mi diressi dal capitano. |
“No, non credo.” Disse Guisgard a Dacey. “Il cadavere può essere andato perduto per un'infinità di motivi. Forse dilaniato dalla fucilazione e dunque irriconoscibile. Oppure caduto dal camion che portava i corpi nella steppa per seppellirli. O magari è finito in qualche foiba. C'è ne sono molte laggiù ed è uso dei comunisti gettarci dentro i nemici. Un'ipotesi assurda può essere quella che ha portato alla scomparsa del cadavere ad opera di qualche ladro di tombe, di certo interessato a recuperare oggetti di valore. Insomma, come vedete, ci sono infinite ipotesi. La sola certezza è che nessuno di quei poveretti si è salvato dalla morte.”
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Lo guardai perplessa.
"Grazie infermiera"? Sorrisi poi a Clio e la salutai quando andò via. Intanto pensavo al tono con cui mi parlava. Va bene il "voi", va bene "dottore" e "infermiera", ma che bisogno c'era di usare quel tono freddo e distaccato? |
<<Certezza, eravate forse lì ad assistere a tutto quello per esserne così certo? Cosa vi da la sicurezza che le vostre parole siano esatte? >> la mia voce aveva preso un tono un po' più alto. Per quanto mi sforzassi, tentassi di dargli dei segnali, affinché intuisse la verità, affinché dividesse come questo peso, lui pareva così dannatamente ottuso.
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Clio lasciò l'infermeria e Fermer subito si voltò verso Gwen.
“Scusami se ti ho dato del voi...” disse “... ma c'era il tenente Clio... ed io, l'hai visto, mi rivolgo a tutti dando loro del voi... se mi avesse sentito parlarti col tu, beh, avrebbe pensato male...” Intanto Clio, lasciata l'infermeria, uscì nel cortile e qui vide alcune figure. C'erano Goz, Tesua e due reclute che lei ben conosceva: Icarius e Palos. “Non mi interessa!” Esclamò il capitano. “Non eravate autorizzati!” “Ma grazie a noi il vostro tenente è tornata sana e salva!” Con rabbia Icarius. “Idiota!” Colpendolo con un cazzotto Goz e facendolo cadere a terra. “Non tollero che un cadetto come te mi si rivolga così!” |
"Tranquillo, lo so, anch'io faccio lo stesso con te..." liquidando la cosa con un gesto della mano.
Non aggiunsi niente sul suo tono. Avevamo avuto già abbastanza screzi quel giorno e non ne volevo altri, ma soprattutto non volevo fare la parte di quella gelosa e paranoica, che aveva notato il cambio di tono con me e col tenente, ma tenni anche questo per me. |
Lasciai l'infermeria e mi diressi nel cortile, dove udii da lontano la voce del capitano.
Scossi la testa a quella scena. Cominciavo a pensare che Icarius volesse farsi ammazzare piuttosto che andarsene il prima possibile. Ma all'accademia che aveva frequentato non gli avevano insegnato come ci si rivolge a un superiore? Il mio sguardo per un momento incrociò quello di Palos, e alzai gli occhi al cielo. "Capitano.." chiamai Goz avvicinandomi "Questi ragazzi devono imparare cosa sia la disciplina e cosa significa vivere qui.." secca, per poi sospirare "Ma devo la vita alla loro bravata... vi prego di considerare anche questo, capitano.." con un formale inchino. |
Guisgard fissò Dacey con stupore.
“Ora calmatevi...” disse, mentre il crepuscolo ormai tramontava definitivamente “... state diventando paranoica. Cosa c'è? Siete anche voi affetta dalla sindrome di Dacey?” Sarcastico. “Anche voi come altre pazze vi credete davvero lei? Forse questa storia vi sta dando alla testa. Ora cercate di rasserenarvi. Dacey è morta. Ed ora è sepolta nella steppa o finita sul fondo di una foiba. Sapete cos'è una foiba? E' una fessura sotterranea, lunga e profonda. I comunisti ci buttano dentro qualcuno che se è fortunato è già morto. Altre volte invece legano un vivo ad un cadavere prima di gettare entrambi nella foiba.” E nel parlarle si era avvicinato vicinissimo a lei. “Volete fare la stessa fine? O magari finire in un manicomio? Lì starete in ottima compagnia. Infatti troverete rinchiusi i vari Napoleone, Giulio Cesare, Cleopatra e Cristoforo Colombo. Tutti pazzi.” la fissava negli occhi. “Siete così stufa di essere Diana la cameriera?” |
<<Smettetela, subiot>>odiavo, si odiavo quella sua insolenza. Era crudele e si divertiva a provocarmi, prendermi in giro in quel modo così subdolo. Non voleva capire, bene, e non avrebbe capito. Il mio segreto era al sicuro solo e soltanto se lo conoscevo solo io. Forse sarei passata per paranoica ma almeno nessuno avrebbe avuto la tentazione di vendermi al nemico e tradire così la mia fiducia.
<< Senza di me non avrete un soldo, lo sapete quindi mostratemi un po' più di rispetto >> il mio braccio fremeva dal nervosismo, sentivo che ero vicinissima dal tirargli un secondo schiaffo ma mi trattenni. Farlo sarebbe stato come abbassarmi al suo livello. Per quanto mi sforzassi a essere Diana, la mia vera essenza era ben presente e così l'educazione ricevuta, questo salvò Guisgard dal non essere schiaffeggiato nuovamente. << Vi prendete gioco di me, solo perché sono una cameriera, solo perché ho aspirazioni per il mio futuro. Ma voi non siete diverso da me.>> Parlavo mantenendo quella vicinanza tra i nostri visi. Non ero mai scattata in quel modo in tutta la vita. << Dite di conoscere il mondo nobiliare ma non spiegate come, probabilmente eravate al servizio di uno di loro, e ora mascherate le vostre origini con questa>> e sfiorai il tessuto della divisa quasi con disprezzo,<< capitano... Capitano di cosa? Nessuna squadra, nessuna targhetta o medaglia, non siete altro che un mercenario che vende se stesso, senza onore. >> Ero infiammata dalla discussione ma mi sorpresi, rendendomi conto che mi piaceva. Mi piaceva poter dire la mia, sfogarmi, essere ascoltata, poter controbattere. Era una sensazione mai davvero provata a pieno. |
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