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Scena XVI: L'Isola del Tesoro
“Dopo aver toccato, palpato e immerso le mani tremanti nell'oro e nelle pietre, Edmond si rialzò e si mise a correre per le caverne con la fremente esaltazione di un uomo che sta per impazzire.” (Alexandre Dumas, Il conte di Montecristo) Le navi spagnole avevano circondato la Santa Rita, senza che il galeone pirata avesse possibilità di fuga. Poco distante, ciò che restava della Queen of the East stava colando a picco e i superstiti si erano gettati in mare in cerca di salvezza sulla vicina Isola del Fungo. Sumond invece era rimasto al timone della sua fregata, orgoglioso e fiero, deciso ad inabissarsi insieme alla nave. Fissava la Santa Rita ed i suoi occhi erano carichi d'odio. Poco dopo scomparve tra le onde inquiete. Da una delle fregate spagnole, allora, fu calata una scialuppa in cerca dei superstiti. Sulla Santa Rita, intanto, Guisgard, Talia e il resto dell'equipaggio sembravano alla mercé degli spagnoli. “Voi della nave...” disse Guisgard “... cosa volete?” “Per ordine del re di Spagna” risposero “abbiamo il compito di ripulire questi mari dai pirati come voi! Arrendetevi senza condizioni!” “Ci prendete per dei vigliacchi?” Replicò Guisgard. “Combatteremo fino alla fine!” “Sapete bene di non avere possibilità alcuna... arrendetevi o apriremo il fuoco!” Guisgard allora fissò Talia e poi Maraiel. “Solo ad una condizione!” Urlò poi “Nessuna condizione!” Si udì dalla nave spagnola. “Non trattiamo con dei pirati!” “Allora molti dei vostri verranno all'Inferno con noi!” Minacciò Guisgard. “Sentiamo le vostre condizioni!” Dopo alcuni istanti di silenzio. “Abbiamo una ragazza ed una bambina a bordo!” Disse Guisgard. “Noi tutti ci consegneremo a voi, senza resistenza, a patto che loro due siano sbarcate sane e salve a Las Baias!” Estrasse la sua sciabola. “Altrimenti venderemo cara la pelle!” Aggiunse fiero, seguito dal grido di battaglia dei suoi uomini. http://www.deepfocusreview.com/revie...tainblood2.jpg |
Storm annuì a quelle parole di Elisabeth.
Così, dopo aver mangiato, quando l'ora di chiusura della locanda si avvicinò, Storm si recò in cucina ed incominciò a parlottare con l'oste. Indicava il vino ed alcuni salumi appesi alle travi del soffitto. Parlava di un viaggio e delle scorte prima di partire. Poco dopo, Elisabeth vide uscire da sola Ingrid verso il cortile della locanda. Ed era sola. |
La tensione era alta ed io la sentivo, palpabile, aleggiare sulla nave e tra gli uomini.
Tremavo per la tensione e lo spavento, ed i miei occhi erano fissi su quel galeone spagnolo da cui proveniva quella voce... Guisgard si avvicinò al parapetto e gridò le sue condizioni, allora... Citazione:
le gride degli uomini a bordo mi accerchiarono, ma io quasi non le udii... spalancai gli occhi e per qualche momento non fui in grado di dire né fare alcunché... mi tremavano le ginocchia, ora... ed ebbi paura, una paura cieca, una paura che non avevo più avvertito da quando ero salita sulla sua nave. Vacillai, fissandolo. Lui tuttavia non mi guardava... i suoi occhi erano lontani da me, piantati sul vascello spagnolo. “No...” mormorai allora, avvicinandomi piano a lui e sfiorando con la mano il suo braccio “No, ti prego... Guisgard... guardami! Dimmi che non stai dicendo sul serio... ti prego... dimmi che è un inganno! Io...” abbassai appena lo sguardo, poi tornai a fissarlo “Io non voglio lasciarti e tornare a Las Baias! Non lo farò!” |
Storm mi rassicuro' come sempre.....e lo vidi andare a dare a parlare all' Oste, stavo raggiungendo il dietro delle cucine, quando vidi Ingrid uscire dalla porta principale, era sola e sembrava tranquilla, aveva lo scialle che le avevo regalato io, lo stringeva a se come se fosse la coa piu' preziosa che avesse....Guardai solo un attimo storm negli occhi e lui comprese...era il momento buono, la seguii senza chiamarla sino a quando arrivate in strada la vidi andare verso il proto, aveva il passo veloce e gli occhi bassi.....inciampai in qualcosa a qui non diedi alcuna importanza, ma mi torno' tra i piedi e questo mi fece abbassare gli occhi era il suo messale....le era caduto e non sen era accorta, lo aprii nella prima pagina, andandole dietro senza perderla di vista....c'era la mia dedica, era il suo compleanno quando le feci quel regalo che lei desiderava tanto...era rilegato in pelle, era ancora cosi' morbida quella foderina.....la vidi entrare in chiesa...e allora mi feci coraggio e le andai accanto......." Perdonatemi, ma l'avete persa mentre venivate in chiesa......vi chiamate Ingrid...vero?...non volevo essere invadente, ma non pensavo fosse vostra, in realta' me la sono trovata tra i piedi...non mi ero accorta che vi era scivolata.........sono felice di rivedervi, alla locanda siete fuggita come se aveste visto la persona peggiore al mondo......comunque io sono Elisabeth e vengo dall' Inghilterra...non sono qui da molto, ma in questi pochi giorni e' come se avessi vissuto una vita.......il mio volto ..non vi ricorda prorpio nessuno Ingrid ?....." attesi come si attendeva una sentenza di morte, avevo il cuore che mi martellava forte in petto e il respiro sembrava non aver piu' spazio nei polmoni.....avrei pregato Ogni dio di ogni razza perche' in quel momento m o dicesse " Elisabeth tranquilla...non e' successo nulla......sei la mia bambina".....ma il prete aveva iniziato la messa e qulcuno aveva chiesto il silenzio
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Guisgard si voltò allora verso Talia.
“Tu e Maraiel” disse “dovete mettervi in salvo. Gli spagnoli vi porteranno a Las Baias.” Sorrise amaramente. “Ora devo fare qualcosa e tu non puoi seguirmi...” le accarezzò il volto “... ti affido Maraiel... e so che con te sarà al sicuro...” allora le sfiorò le labbra con un bacio “... e ricordalo sempre... ti amo...” sussurrò. Una delle fregate si avvicinò alla Santa Rita ed un ponticello fu calato sul suo parapetto. Poco dopo scesero da esso alcuni ufficiali spagnoli. “Come pattuito” disse il capitano aragonese “la ragazza e la bambina saranno portate in salvo.” “Bene.” Annuì Guisgard. “Ma non a Las Baias.” “Come sarebbe a dire?” Sorpreso il corsaro. “A quest'ora, con ogni probabilità” rispose lo spagnolo “Las Baias sarà un cumulo di macerie.” “Macerie?” Ripetè Guisgard. “Si.” Annuì lo spagnolo. “Una parte della nostra flotta ha assalito Las Baias. Gli olandesi devono pagare la strage di Balunga. La ragazza e la bambina verranno sbarcate a Minisclosa, non abbiate timore.” “Ho la vostra parla?” “Sul mio onore.” Guisgard allora si voltò verso Talia e Maraiel. “Le affido a voi, capitano.” Mormorò il corsaro. “Saranno al sicuro.” Fissandolo lo spagnolo. “Ora mantenete voi la parola data e consegnateci le armi.” Guisgard si voltò verso il suo equipaggio ed annuì. “Capitano!” Ad un tratto una voce. “Quando giungeremo a Balunga?” Era una donna anziana che scendeva dal ponticello. “Donna Ines...” fece il comandante “... per stasera saremo a destinazione. Stiamo catturando questi corsari.” “Datevi una mossa allora!” Esclamò la donna. “Voglio raggiungere il palazzo di mio figlio!” “Nonnina!” Esclamò all'improvviso la piccola Maraiel. |
Il colonnello, ascoltata Cheyenne, sorrise.
“Sai...” disse “... questo vecchio burbero che hai davanti ne ha viste davvero tante. E un po' posso dire che conosce anche un tantino le donne... dimmi la verità... ti sei affezionata al nostro portoghese, ragazza mia?” In quel momento giunse un servitore ed avvertì il colonnello che Fhael era pronto per partire, ma prima voleva discutere con lui di alcune cose. “Scusami un momento, Cheyenne.” Fece il colonnello, per poi uscire dalla stanza. |
“No...” mormorai, con la voce che tremava forte, a quelle sue parole “No, ti prego! Ti prego, Guisgard... lascia che venga con te... ti prego, lascia che io...”
Ma lui non mi ascoltava... non voleva ascoltarmi... sfiorò le mie labbra e sussurrò quelle parole, ed io chiusi gli occhi per un momento, per tenerlo con me il più a lungo possibile. Poi lentamente chinai la testa... sapevo che avrei fatto ciò che lui voleva, alla fine: mi sarei occupata di Maraiel, se era questo che desiderava facessi. Tesi, dunque, la mano e presi quella della bimba, stringendola nella mia... la strinsi per qualche momento, tentando di rassicurarla, poi mi voltai e le sorrisi. Infine, tutti e tre insieme, sollevammo gli occhi a fronteggiare gli spagnoli, che stavano giungendo a noi attraverso quel ponticello... Citazione:
il nonno... mio padre... mia madre... tutta la gente di Las Baias che cosa c’entrava con Balunga? Che colpa ne avevano? Un cumulo di macerie, mi ripetevo... un cumulo di macerie... come potevano averlo fatto? perché? Tremavo di rabbia e di indignazione... tremavo, ed i miei occhi sull’ufficiale spagnolo, da larghi e spaventati, si fecero via via più piccoli e carichi di collera... Sollevai il mento... e stavo per cedere alla tentazione di attaccare quello spagnolo, quando la voce sottile e candida di Maraiel mi interruppe. Quella voce... quell’unica parola... sorpresa, mi voltai a guardarla. E lei se le stava lì, con la manina nella mia e quel sereno sorriso sul volto... la fissavo, ora... la fissavamo tutti. |
Quelle parole di Maraiel fecero calare, per un istante, un irreale silenzio a bordo.
Tutti fissarono la bambina, per poi spostare, un attimo dopo, gli occhi sulla nobildonna spagnola. “Maraiel...” disse quasi balbettando la donna “... sei... sei proprio tu?” “Si, nonnina!” Esclamò la piccola, per poi correre verso di lei. Le due si strinsero allora in un caldo abbraccio. “Oh, piccola mia!” In lacrime Ines. “Sei viva! Grazie al Cielo sei viva!” “Donna Ines...” fissandola il comandante “... cosa accade?” “E' la figlia di mio figlio!” Commossa la donna. “La piccola Maraiel! Ed è viva!” “La figlia del Vicerè?” Ripeté il comandante. “E' dunque viva? Possibile? Qui, in mezzo al mare?” “Si, grazie alla Vergine!” Allora il militare si voltò verso Guisgard. “Come mai la figlia del Vicerè si trova sulla vostra nave?” Con tono minaccioso. “L'avete rapita, vero? E volevate venderla come schiava! E così, vero? Razza di cani!” Estrasse la spada. “Arrestateli tutti!” Ordinò poi ai suoi uomini. I soldati spagnoli allora puntarono le armi contro i pirati e questi estrassero le loro. “Non abbiamo rapito la bambina!” Urlò Guisgard. “Non rapiamo donne e bambini noi!” “Fate silenzio, rinnegati!” Sbottò il comandante. “Arrestateli tutti!” “No, capitano! Talia!” All'improvviso Maraiel. “No, loro sono buoni con me!” E corse a mettersi tra Guisgard e Talia. “Ma cosa sta succedendo?” Turbato il comandante spagnolo. “Aspettate.” Intervenne Ines. “Voi chi siete in realtà?” Fissando Guisgard e Talia. “Perchè mia nipote è su questa nave? “Conosco io la risposta, Donna Ines!” Disse il comandante. “Questi pirati hanno assalito Balunga, massacrato tutti e rapito la piccola!” |
Accadde tutto in fretta... quelle parole, l'abbraccio tra Maraiel e la nonna, e poi le accuse e le armi sfoderate...
"No!" dissi con impeto all'ufficiale spagnolo, facendo mezzo passo verso di lui ed allontanando, al contempo, Maraiel dalla sua spada "Noi non c'entriamo niente con Balunga... questi uomini non avrebbero mai fatto niente di simile..." Lo guardai con disprezzo per un istante... "Fino a prova contraria..." soggiunsi, sollevando le mie mani e mostrandogliele con aria di sfida "Fino a prova contraria, siete voi che state puntando la vostra spada su di una donna disarmata!" Per qualche altro istante lo fissai, senza celare affatto il mio astio nei suoi confronti... poi tornai un po' indietro e la mia mano andò a cercare quella di Guisgard e, trovandola, ad intrecciarsi ad essa. "Voi dovete credermi..." dissi allora, rivolgendomi all'anziana donna "Né io, né Guisgard, né nessuno di questi uomini avrebbe mai fatto del male a Maraiel... noi volevamo solo proteggerla..." La osservai per un istante, poi il mio sguardo andò a cercare quello di Guisgard... |
La messa era iniziata e il silenzio calò fino a quando il sacerdote cominciò a parlare.
Ingrid appariva turbata e continuava a fissare Elisabeth che era accanto a lei. Assistettero così all'intera celebrazione della messa, fino a quando, ricevuta la Benedizione, tutti i fedeli lasciarono quel luogo. Ingrid fece qualche passo e si fermò davanti alla porta. “Chi...” disse incerta ad Elisabeth “... chi siete? Perchè mi conoscete? Forse sapete qualcosa del mio passato? Quanto al mio nome... io non lo ricordo... nessuno, a parte voi, dice di conoscermi...” chinò il capo “... ricordo solo di essermi svegliata su quest'isola e di non ricordare nulla... l'oste mi ha comprato ad un'asta di schiavi e dice a tutti di essere un mio parente... solo questo so di me e della mia vita...” |
Clio e la piccola Noel avevano appena raggiunto la riva dell'Isola del Fungo, che un terribile spettacolo si mostrò ai loro occhi.
Sumond e la sua nave si erano inabissati sotto lo sguardo delle due. Ma poco dopo un'altra scena le fece rabbrividire. Gli spagnoli aprirono il fuoco su molti dei superstiti inglesi che avevano tentato di raggiungere l'isola a nuoto. Chi si salvò fu preso ed imprigionato a bordo delle fregate. Noel allora si strinse a Clio, ma in quello stesso istante qualcuno arrivò alle loro spalle. Erano degli indigeni dai volti truccati, vestiti di canapa ed armati con lunghe lance. E i loro sguardi erano ostili. |
Ma mentre Altea parlava al comandante spagnolo, una carrozza raggiunse il porto.
Philip la fissò e restò sorpreso. “Padre...” disse turbato “... cosa ci fate qui?” Il vecchio Arkwin, aiutato da alcuni servitori, arrivò davanti alla delegazione spagnola. Scrisse allora qualcosa e lo mostrò al comandante. “Conosco la vostra fama, senor...” fissandolo questi “... e anche la considerazione che vantate in Spagna, ma Balunga deve essere vendicata... sono spiacente, ma sono gli ordini.” Sentenziò. Philip, allora, appartandosi un momento con Altea e suo padre, raccontò loro della strage avvenuta a Balunga tempo prima. “Ora comprendo...” mormorò turbato il padre di Altea “... gli spagnoli ci hanno invaso perchè ci ritengono responsabili della morte del Viceré...” “Si, è così...” chinando il capo Philip “... e temo andranno via solo dopo aver avuto il tributo richiesto...” |
“Talia...” disse Guisgard, per poi sorriderle “... noi non dobbiamo difenderci da nulla, non temere... io e i miei uomini” rivolgendosi poi al comandante spagnolo “non abbiamo mai fatto del male a donne e bambini e non starò qui a difendermi dalle infamanti accuse che ci rivolgete. E' vero, siamo pirati, fuorilegge, ma non siamo assassini. Non assaltiamo i porti con fregate e cannoni, uccidendo gente inerme come invece sta facendo la vostra flotta a Las Baias.” Il suo sguardo era freddo. “Si, sono un pirata e sono senza patria. Ma non senza onore. E quello mi vieta di puntare un'arma contro una donna.” E con rapido gesto colpì l'elsa della spada del capitano con la sua sciabola, facendo cadere a terra l'arma dello spagnolo. “E se punterete ancora la vostra spada contro di lei, io giuro proprio sul mio onore che vi infilzerò come un tordo.”
“Come osi, pirata!” Con astio il comandante. “Ora me la pagherai!” Allora tutti i soldati si fecero avanti e di nuovo i pirati mostrarono le armi. “Un momento!” Esclamò Ines. “Voglio vederci chiaro!” Fissò poi Maraiel. “Dimmi, Maraiel... come sei arrivata su questa nave? Chi ti ci ha portata?” La piccola fissò Guisgard, poi Talia ed infine sua nonna. “E' stato il capitano.” Rispose indicando Guisgard. “Lui e i suoi uomini.” “Ecco, come volevasi dimostrare!” Urlò il comandante. “Fatela finire.” Fissandolo Ines. “Continua, piccola mia.” Rivolgendosi di nuovo alla bambina. “Io ero scappata da casa ed ero per la strada...” fece Maraiel “... avevo fame... ero stanca... e la gente era cattiva con me... e poi è arrivato il capitano... mi ha portata via da quelle persone cattive e siamo partiti con la sua nave... e qui ho conosciuto Talia...” mostrò poi la sua bambolina “... e anche la mia bambola si chiama così...” sorrise “... ma è del capitano ora...” si voltò a fissare Guisgard e abbozzò un sorriso con occhi furbetti “... perchè a lui piace Talia!” Indicando poi la ragazza. “Ora torniamo dal mio papà?” “E perchè sei scappata da casa?” Domandò la nobildonna spagnola. “E' stata la balia a farmi scappare...” mormorò Maraiel “... mi disse che dovevo scappare, che non c'era molto tempo... mi fece prendere solo la bambola e poi mi mandò via...” Ines allora guardò Guisgard e poi Talia. “Vi devo delle scuse, signori.” Sorridendo. “E' grazie a voi che mia nipote è viva. Forse è grazie al vostro intervento che gli assassini di Balunga non hanno potuto completare la loro opera. Grazie. A nome mio e della Spagna.” In quel momento un ufficiale chiamò il comandante. “Capitano, tra i prigionieri vi è uno spagnolo.” Disse l'ufficiale. “Il suo nome è Juan Musan e chiede di parlarvi.” |
Citazione:
Era indubbio che io fossi molto grata a Fhael per avermi sempre assistita, al mio arrivo; con i rapinatori! Ma come facevo a sapere quale tipo di affezione portassi...non mi era mai successo prima.. Era solo una amicizia o c'era qualcosa di più?! Persa nelle mie fantasticazioni potevo solo sperarare che Fhael si convincesse a restare x la festa in modo da continuare ad averlo accanto e finalmente capire che cosa realmente provavo... |
Rimasi stupita dalla barbaria con cui venne compiuta quella strage a Balunga..chi poteva essere stato il mandante? Non certo la povera gente che ci circondava..e se fosse stato il Governatore?
Mi avvicinai al capitano spagnolo.."Voi pensate che questi indigeni..questa gente povera abbia avuto un motivo per...uccidere il vostro vicerè? Vivono giorno per giorno per sopravvivere, ed erano sotto l'assedio del Governatore olandese..e ora deve essere sotto il Vostro? Mi spiace milord..voi state sbagliando, e forse le persone colpevoli non si trovano nemmeno qui..infatti mi pare strano che proprio Guidaux, l'ammiraglio del Governatore sia fuggito e abbia tradito il Governatore, a mio parere dovreste chiederlo a lui." Guardai la gente silenziosa, quasi rassegnata..un senso di tristezza mi pervase.."Se proprio non credete che possa esistere questo Tesoro allora" mostrando la mappa nel manoscritto "prendete me..si non posso accettare voi vendiate questi bambini innocenti e nemmeno che li priviate della loro madre, non è un gesto eroico ma un gesto giusto, se per voi la vostra giustizia è giusta" lo fissai in tono di sfida. |
Mi sentii osservata per l'intera durata della Santa Messa, non volevo che pensasse quanto in ansia mi sentissi, eppure ero certa che si respiarasse nell'aria, quando tutto finni la seguii appena fuori dalla chiesa, dove ella si fermo', udii ogni sua parola, ogni sua lacrima non versata, ogni sua incertezza......." Conosco il vostro nome, perche' e' il vostro nome che ho pronunciato per primo quando ho cominciato a dire le prime parole, non siete mia madre...siete la mia nutrice....mi siete sempre stata accanto....mi avete amata sopra ogni cosa.....veniamo dall' Inghilterra, sono di nobile famiglia...ma per un mio miserabile capriccio da bambina vizziata siamo qui e voi avete patito anche questo.....vi prego di credermi, non avrei alcun motivo di mentirvi.......l'uomo che e' con me vuole aiutarci ad andar via da qui....."....non dissi nulla..non potevo dirle altro...potevo solo farle sentire quanto le volessi bene....pensai di abbracciarla...e quando lo feci...la vidi correre via da me verso la locanda....piansi..piansi......con tutto il dolore che avevo nel cuore..e mi diressi verso la locand...dove vidi ad attendermi Storm..." Non ricorda nulla...mi ha dimenticata..."...
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Ingrid, a quelle parole di Elisabeth, corse via sconvolta.
Tornata alla locanda, Elisabeth trovò Storm ad attenderla. “Io sono riuscito a far cantare l'oste...” disse “... so tutta la storia... la vostra Ingrid ha perduto ogni ricordo... un bel guaio, non c'è che dire...” il suo volto era teso. Ma proprio in quel momento si udirono grida e schiamazzi. “Las Baias è attaccata!” Urlò qualcuno. “Sono gli spagnoli!” Molti allora cominciarono a correre per le strade e ad assalire botteghe e notizie. “Cosa accade?” Chiese Storm ad uno preso per il bavero. “Gli spagnoli!” Rispose questi. “E presto saranno qui! Meglio prendere tutto è fuggire!” |
Passarono alcuni istanti e il colonnello ritornò nella sala.
“Forse il tuo portoghese” disse sorridendo “è l'ultimo di una razza in via d'estinzione. Con lui si può parlare di tutto... affari, politica, religione, persino del gioco d'azzardo... ma di ciò che lo riguarda da vicino è quasi impossibile. Forse dovresti farlo tu... forse dovresti chiedergli tu di restare per la festa... chissà che non ti ascolti...” E dai vetri della finestra Cheyenne vide Fhael uscire nel giardino. |
A quelle parole di Altea, suo padre trasalì.
“No...” disse turbato “... non puoi offrirti tu... non lo permetterò...” “Vi offrite in qualità di ostaggio?” Chiese il comandante Alvaro ad Altea. “O forse come responsabile della strage? Si, perchè io ho l'ordine di trovare il colpevole. Oppure massacrare tutta la popolazione di Las Baias.” “Un eccidio!” Sconvolto Philip. “Sono gli ordini.” Annuì Alvaro. “Ed io li eseguo, non li discuto.” |
Dalla finestra vide passare Fhael, senza pensarci due volte mi precipitai fuori.
"Fhael! Aspettate! Spero che non stiate andando via e per di più senza salutarmi." dissi raggiungendolo di corsa. "Non vi ho ancora pienamente ringraziato per tutto quello che avete fatto per me fin dal mio arrivo a Las Baias. Non ho parole per esprimervi la mia gratitudine, posso solo chiedervi di restare ancora un po', in fondo il tempo che abbiamo passato insieme è stato quasi sempre sotto prigionia. E poi voi siete l'unico di cui io mi fidi completamente, vi prego di non abbandonarmi ora. Lo so che siete un uomo d'affari molto impegnato ma una sera, vi chiedo soltanto una sera..." |
Osservai il viso disperato di mio padre, ma mi voltai per non farmi influenzare e ribattei allo spagnolo.."Ostaggio ovvio, non posso accusarmi di un crimine che non ho commesso, come non ha commesso nessuno di questa gente..ma siete in errore" il mio sguardo fisso sul suo "nessun tributo di sangue qui a Las Baias..i patti erano chiari. Avete chiesto dei soldi, noi li abbiamo raccimolati, e voi avete detto che non bastavano ma avreste preso degli ostaggi eccomi qui..potete pure vendermi al mercato degli schiavi ma non poserete un dito su questa gente innocente...se siete uomo di parola!".
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Guardai il mare inorridita a quello spettacolo, e il cuore cominciò a battere forte pensando che tra quegli uomini poteva esserci Ankaru.
Scrutai il mare, Noel era stretta a me. Non potevo lasciarla, nemmeno per cercare la donna. Così, mi voltai. Davanti a me, degli uomini dal volto dipinto ci guardavano minacciosi. Noel si strinse a me, senza dire una parola. ".. Vi prego, cerchiamo solo un riparo..." Sussurrai timidamente. Chiusi gli occhi per un breve istante, quel tanto che bastava a ricacciare nel profondo le lacrime di stizza e disperazione. Dalla padella alla brace,Clio... Come al solito.. Presi in braccio Noel, lei non si oppose, la strinsi a me come se qualcuno potesse portarmela via da un momento all'altro. Stavo per dire qualcos'altro, senza sapere bene cosa, quando mi chiesi se quegli strani uomini conoscessero la mia lingua. Così mi limitai a guardarli con uno sguardo che chiedeva pietà e clemenza. Mi strinsi a Noel : "... Andrà tutto bene, Noel, sta tranquilla...". Ma, per tranquillizzare me stessa e i miei timori, non erano sufficienti quelle rassicuranti parole. |
Il volto di Storm era teso e io ero disperata.....quando si dice che non puo' far piu' buio di mezzanotte......urla e schiamazzi gente che fuggiva arraffando tutto cio' che poteva, non mi sembrva ci fossero stati incendi o altro....eppure erano tutti impazziti, sino a quando gentilmente Storm fermo' qualcuno e anche noi avemmo la bella notizia....gli Spagnoli...avevano attaccato Las Baias, mi vennero in mente le parole del l'uomo che ci aveva accompagnato li' con la sua barca....noi eravamo su un'isola...che problemi avremmo avuto.......e mentre ero strattonata...." Storm, questa disgrazia e devo dire che in questi posti non si vive sogni leggeri....puo' esserci di aiuto, tutti scappano e dovremmo farlo anche noi...e Ingrid potremmo portarla via con noi, infondo lei sa' di essere stata acquistata dall' Oste, quindi e' un essere spregevole, e poi stara' correndo ai ripari anche lei....accidenti, ci travolgeranno se continueremo a stare fermi........Las Baias......mio padre era li'.....chissa' se almeno lui e' riuscito a trovare riparo..."....intanto vidi sulla scala che portava alle stanze Ingrid........" Storm che dite...rapirla e' l'unica cosa da fare ?..."....
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L'aria del mattino era asciutta e le palme del giardino ondeggiavano, lente, al tenero soffio di un vento di mare.
Il Sole si sposava alla perfezione sul bianco che rivestiva i muri della villa, diffondendo ovunque un luminoso alone che sembrava quasi animare i vivi colori delle piante tropicali. Fhael si voltò verso Cheyenne ed un sorriso sfiorò il suo volto. “In verità” disse il portoghese “non stavo andando via. Non potrei farlo senza avervi salutata prima. Ho acquistato un battello e volevo controllare che tutto fosse in ordine a bordo. Ma sarei comunque tornato qui... per salutarvi.” Con un gesto delicato le accomodò una ciocca di capelli che ribelli scendevano lungo il volto. “Io sono molto felice di ciò che avete detto, ma ora dovete concedere la vostra fiducia anche al colonnello, visto che siete sua nipote.” Sorrise nuovamente. “Vi farebbe dunque così piacere se restassi ancora per una sera? Allora si, resterò.” Mostrò un lieve inchino. “A stasera allora.” E si recò verso il porto. Nel frattempo nella villa si preparava il tutto per la festa della sera. Il colonnello aveva fatto arrivare un magnifico abito rosso porpora, con mantellina di madreperla e ricami di seta greca. Uno scialle di pizzo tinto con un pallido lavanda, accompagnato con un ombrellino alla moda di Barcellona, completavano quel prezioso vestito. Una servitrice aiutò Cheyenne ad indossarlo e tutti gli invitati, vedendola scendere nel giardino illuminato a festa, restarono incantati dalla sua esotica bellezza. Alcuni musicista ingentilivano la festa con la loro musica. Si aprirono così le danze. C'erano molti invitati, tra cui militari, uomini politici e d'affari. Ma di Fhael nemmeno l'ombra. Il colonnello chiese a Cheyenne di ballare. “Sei bellissima...” fissandola “... sei la pietra più preziosa di questa festa. La più preziosa di questa terra.” L'abito di Cheyenne sfavillava tra le luci colorate, le note e le danze di quella festa. “Ora però” continuò il colonnello “dovrai perdonare questo vecchio che non può chiedere troppo al suo modo di ballare.” Rise. “E poi non vorrei attirarmi l'antipatia dei tanti giovanotti che bramano un ballo con te, mia cara.” Cominciò così un altro ballo e qualcuno sfiorò la mano di Cheyenne. “Siete uno splendore...” sussurrò Fhael “... posso avere l'onore di questo ballo?” |
Storm annuì.
“Avete ragione...” disse ad Elisabeth. La prese per mano e facendosi spazio tra la folla impazzita, a fatica riuscirono ad arrivare alle scale che davano sulla stanza di Ingrid. I due salirono e approfittando del clamore generale, entrarono nella stanza. Qui Ingrid era seduta sul letto. “Cosa volete?” Fissandoli impaurita. “Non sentite fuori?” Indicando l'esterno Storm. “Sta succedendo il finimondo e vogliamo portarvi in salvo.” “Dove?” Scossa Ingrid. “Io non vi conosco!” “In verità” sarcastico il contrabbandiere “voi non conoscete più nessuno... dunque uno vale l'altro.” E con energia prese la donna sulle spalle, incurante delle sue proteste e delle sue resistenze. “Presto, usciamo!” Disse poi ad Elisabeth. Così ritornarono in strada. Ma mentre attraversavano uno stretto vicoletto, da una casa in fiamme si staccarono alcune tegole ed una di queste colpì Ingrid alla testa, facendole perdere conoscenza. “Forse è meglio così...” mormorò Storm “... ora dormirà e non farà più tante storie. Presto, ora dobbiamo raggiungere il porto!” Fissando Elisabeth. |
Alvaro fissò Altea.
La ragazza appariva decisa e non tradiva alcuna debolezza. “E sia.” Disse il comandante spagnolo. “Faremo così. Prenderemo i Fiorini d'oro che avete raccolto e voi, in qualità di ostaggio, completerete la parte mancante del tributo.” “Noi non pagheremo il riscatto che chiedete aggiungendo la vita di questa ragazza!” Intervenne Philip. “Non vedo altre possibilità per voi.” Fissandolo il militare. “No, Altea!” Gridò il padre della ragazza. “Io non lo permetterò! Piuttosto mi farò uccidere!” “Un momento!” All'improvviso una voce. “Voi non prenderete altre vite qui a Las Baias!” Era Lin, il maestro di Altea. “Noi non lo permetteremo!” Avvicinandosi poi al comandante spagnolo con aria di sfida. |
Quegli indigeni dai volti dipinti fissavano con aria inquietante Clio e la piccola Noel.
La spiaggia era bianca, quasi immacolata, e i suoi granelli di sabbia sembravano confondersi con le spumose onde che giungevano a morire su quella riva. L'acqua era trasparente e solo tinta da un vago azzurro, leggero e luminoso, per effetto dell'alto Sole del mattino. Uno degli indigeni cominciò poi a dire qualcosa, ma erano dei suoni incomprensibili per la ragazza inglese. Altri allora presero a parlare in quell'oscuro idioma, senza che nulla potesse comprendersi. Poi, ad un tratto, uno di quelli che erano rimasti in silenzio fino a quel momento, fece qualche passo verso Clio e la bambina. “Tu conoscere lingua di Inokupetè...” disse alla ragazza “... tu avere suo stesso linguaggio... e poi tu assomigliare molto a donna dei suoi disegni.” |
Iniziò un tafferuglio..ovviamente, e me lo aspettavo, mio padre e sir Philip si ribellarono..quando una voce familiare si fece sentire alle mie spalle e mi voltai di scatto incredula..era il maestro Lin.
Era vivo, credevo fosse morto sotto le macerie delle prigioni, non lo avevo mai visto con quella espressione battagliera ma ricordai le parole di Wesl.. era irruento nelle parole, per una attimo temetti per lui. Il maestro era vicino al comandante Alvaro con tono di sfida e cercai di allontanarlo "Maestro Lin..cosa proponete, cosa dobbiamo fare per salvarci tutti? Ormai è tutto pattuito, e poi sono certa che riuscirete a liberarmi, è l'unica salvezza per Las Baias e il suo popolo". |
Mi voltai e scoprii che a parlare era Fhael. Accettai il suo invito con un inchino.
"Per un momento ho temuto che non foste venuto, non vedendovi subito. Ma ora sono felice di ballare con voi. Dopo tutto quello che abbiamo passato direi che ce lo siamo meritato." Continuammo a parlare volteggiando tra gli altri ospiti. "Dunque domani é il giorno della vostra partenza, e del nostro addio...Promettetemi che tornerete, di tanto in tanto, tra un viaggio e l'altro, siete.."dissi dopo una lieve interruzione"..il mio unico amico..." Nel frattempo la musica era terminata e fui invitata a ballare da un giovane. Esitai sperando che Fhael si opponesse invitandomi nuovamente a ballare, ma non fu così. Il portoghese si allontanò dalla pista da ballo e lo persi di vista. Ero intenzionata a far passare il più in fretta possibile quel ballo e andare alla ricerca di Fhael ma il giovane si rivelò molto simpatico e fu un piacere danzare con lui. Ballai ancora con lui e poi con molti altri presenti senza mai intravedere Fhael. L'orchesta fece poi una pausa e tutti gli invitati si spostarono nella sala adiacente in cui erano posto numerose tavole imbandite di cibi e bevande. Il giovane col quale avevo ballato due volte mi si avvicinò porgendomi una coppa di vino. "Grazie" dissi con un sorriso avvicinando il bicchiere alle labbra. "Siete molto gentile signore, ma posso sapere il vostro nome?" |
“Mi chiamo Carlos Mendieta...” disse il giovane a Cheyenne “... sono un sottotenente a Minisclosa...” poi continuò a parlare ma in quel momento Cheyenne vide Fhael passeggiare da solo in giardino, fra le palme e allora la ragazza non sentì più nulla di quello che diceva il giovane Mendieta.
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Ci vollero alcuni istanti perché la mia mente riuscisse a recepire quelle parole.
Ma poi, il mio respiro si fece più ansante e la voce quasi mi tremò, mentre una lacrima tentava di fare capolino dai mesi occhi, spinta da quella che poteva essere solo una coincidenza, una banale combinazione, ma che per me aveva un solo nome: speranza. Disegni.. Un inglese qui... Le somiglio... I miei occhi ormai ardevano d'amore e speranza. "..John.." Sussurrai quasi senza pensarci. "..voi conoscete..." Guardando negli occhi l'uomo che aveva parlato. Cercai di sorreggere Noel con un braccio solo e mi portai la mano libera al petto. "..Il mio nome é Clio.." Dissi titubante. Lanciai un ultima occhiata al mare e po' mi decisi, dovevo rischiare. Tesi la mano verso l'uomo che mi aveva parlato, non come avrei fatto in Inghilterra, perché la stringesse, ma col palmo rivolto verso l'alto, come fosse un'offerta. "..potete condurci da lui?" Con uno sguardo carico di speranza. |
Storm non era tipo da attendere, aveva reso un mio pensiero reale e fattibile, cio' che aveva detto ad Ingrid infondo era la verita', e cosi' il caso volle che una botta in testa la fece svenire......Il porto, c'era gente che accorreva da ogni parte per raggiungere il porto......ma da li' quale altra isola avremmo potuto raggiungere.....correvo, urtando ogni cosa...qualcosa era talmente affilato che mi lacero' la manica del vestito procurandomi una ferita, fosse stato un'altro momento, ci avrei pensato...ma Storm era l'unica mia luce, gli correvo dietro, saltando sopra ogni cosa.....sino a quando ci trovammo al porto.....e ora, che fare '...Ingrid sembrava ancora assopita, ma prima o poi si sarebbe svegliata dalla botta e come avrebbe reagito ?......Il barcaiolo...." Storm..e' lui..guardate e' l'uomo che ci ha condotto qui....forse, potrebbe portarci da qualche altra parte e questa volta niente soldi..o giuro che lo accoppo io stessa..."...
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"É un piacere conoscervi signore" dissi distrattamente non appena scorsi Fhael passeggiare solo nei giardini.
"Eh perdonatemi ora....io...io devo...devo andare ora..." Mi allontanai dal giovane Carlos velocemente ed uscii dal salone. Scesi le scale e mi ritrovai faccia a faccia col portoghese. Le luci e i suoni riecheggiavano dalla sala. Senza parlare sfiorai una mano di Fhael e gli feci cenno di seguirmi. Ci allontanammo così dal frastuono della festa. Condussi il portoghese verso le scuderie. Lì la calma regnava tranne per qualche nitrito di un cavallo irriquieto. Ci sedemmo su uno steccato. "Scusate se vi ho portato fin qui, non é certo il luogo più bello della tenuta ma perlomeno é silenzioso. Siete andato via e non vi ho più visto dopo il nostro unico ballo. Avrei voluto ballare di più con voi... Questa festa non ci sarebbe stata se voi non foste giunto a salvarmi...io non sarei qui... Vi devo la vita Fhael, lo sapete vero? Non potrò mai ringraziarvi abbastanza..." Il portoghese mi ascoltava e i suoi occhi erano fissi sui miei. |
Storm vide il barcaiolo ed annuì alle parole di Eisabeth.
“Aspettatemi qui, con lei...” disse per poi adagiare Ingrid, ancora svenuta, accanto ad Elisabeth. Raggiunse così il barcaiolo e poco dopo tra i due cominciò un'animata discussione. E poi una colluttazione. Dopo un po' Storm ritornò. Aveva un taglio sul volto e vari segni della lotta appena conclusa. “Presto...” riprendendo Ingrid in braccio “... andiamo, ora abbiamo una barca per lasciare questo luogo.” |
“Voi non andrete da nessuna parte, Altea.” Disse Lin alla ragazza. “E voi non porterete più distruzione e morte qui a Las Baias.” Voltandosi poi verso Alvaro.
“E chi impedirà questo?” Con tono di sfida lo spagnolo. “Voi?” “Io e tutta la gente rimasta qui.” Rispose Lin. “Non resteremo più a guardare i vostri mortai che ci sparano addosso. Ci difenderemo. Prendete il vostro oro è accontentatevi.” Prese poi la mano di Altea. “Questa ragazza ha dimostrato che il coraggio non ci manca.” Aggiunse. Tutta la folla, allora, gridò fiera grazie alle parole di Lin. “Avete visto?” Rivolgendosi Lin ancora allo spagnolo. “Combatteremo.” “Come volete.” Con aria di sfida Alvaro. Gli spagnoli allora lasciarono il molo e ritornarono sulle loro navi. “Presto!” Urlò Lin alla folla. “Prepariamoci! Tra poco ci sarà da combattere!” |
“Perdonatemi, ma non sono un tipo molto mondano...” disse Fhael sorridendo a Cheyenne “... e poi... poi voi eravate bellissima e in quella sala tutti avrebbero voluto ballare con voi... c'erano invitati importanti, sapete? Figli di ufficiali della corona d'Aragona, o di consoli catalani inviati direttamente da Barcellona. E credo di aver scorto anche qualcuno molto influente alla corte di Castiglia. Magari ci sarà anche qualche funzionario venuto dalle Baleari.” Fissò allora il cielo.
La foschia arrivava dal mare, leggera, quasi eterea, e sembrava voler avvolgere ogni cosa, rendendo così sbiadito ed incerto quello scenario che li circondava. Quasi fiabesco, col suo esotico mistero e con qualche stella che a fatica riusciva a filtrare da quella pallida caligine. “Anche io avrei voluto ballare ancora con voi...” continuò il portoghese “... ma mi sembrava di essere uno dei tanti in quella sala... di dovervi quasi dividere con tutti gli altri...” tornò a fissarla “... ma ora che siamo qui... mi concedete un altro ballo ancora? Un ultimo ballo prima della mia partenza?” Scese dalla staccionata e prese la ragazza per mano. Calò allora un profondo silenzio tra loro ed intorno a loro. E si arrivò a sentire, bassa e leggera, la musica provenire dalla villa. Come se ora suonasse solo per loro. Fhael prese le mani di Cheyenne e i due cominciarono a ballare. |
Quegli indigeni fissarono Clio e la piccola Noel ancora per qualche istante, poi quello che aveva parlato alla ragazza annuì e le fece cenno di seguirli.
Penetrarono così nella fitta boscaglia, ricca di piante e fiori tropicali, fino a raggiungere una radura dove sorgeva un piccolo villaggio di capanne. Con il loro incomprensibile idioma, gli indigeni annunciarono il loro ritorno agli altri abitanti del posto. Poi quello che aveva parlato a Clio, le fece segno di seguirla ancora. Si fermarono allora davanti ad una capanna. “Inokupetè...” disse l'indigeno. Un attimo dopo un uomo uscì dalla capanna. Indossava una vecchia camicia, dei pantaloni di stoffa un po' sporchi ed aveva la pelle bianca. Clio però lo riconobbe subito: era John. |
Fhael mi invitò a ballare.
La musica arrivava lieve dal salone e i nostri volti erano unicamente illuminati dalle stelle. Volteggiammo e volteggiammo senza accorgerci che nel frattempo la musica era cambiata, stretti uno all'altro. Pian piano eravamo sempre più vicini ed io riuscivo a sentire il suo respiro sfiorarmi la pelle. I nostri occhi si incontrarono e restarono fissi tra loro a lungo....Restammo così,fermi, dimenticando la musica, la festa, tutto quanto... Ad un tratto l'orologio del campanile del villaggio non lontano suonò. Fu allora che mi resi conto che era da molto tempo che mancavamo alla festa. Ero indecisa. Sarei voluta restare ancora con Fhael senza nessuno attorno ma temevo di far preoccupare il colonnello... |
Ascoltai un pò allibita le parole del maestro Lin..un combattimento..ma questo sarebbe significato pur sempre un sacrificio di sangue, morti e vittime innocenti.
Ma la gente era ormai pronta a combattere, e leggevo in loro la voglia di libertà e di rifarsi. "Padre" dissi prendendolo per un braccio "andate a casa, dovete proteggere la mamma e Odette, non rimanete qui, sarebbe pericoloso". Mi voltai verso sir Philip e il maestro Lin.."E voi che ne pensate? Con cosa possiamo combattere contro una flotta cosi potente..le navi delle Compagnie Flegeesi non sono cosi forti, forse è stato un errore ma ormai dobbiamo lottare con tutto noi stessi ma dovremmo avere degli alleati." Pensai un attimo e una idea folle mi passò alla testa.."Ricordo i modellini delle navi del Governatore...la Santa Rita, è una nave forte e diceva imbattibile..e se mandassimo qualcuno a cercarla e magari, essendo pirati, dietro pagamento potrebbero darci una mano per via mare?Ho sentito dire da un marinaio al porto che il capitano della nave è in fondo un gentiluomo anche se un pirata". Calò una cappa di silenzio e guardai i loro volti pensierosi. |
O Signore si erano contesi la barca e non a a parole a quanto pare, lo aiutai ad issarsi sulla spalla Ingrid....e lo seguii sino al dove travai la barca....non c'era il barcaiolo..." Storm...avevo detto che lo avrei accoppato...ma per modo di dire, acciempoli voli lo avete fatto sul serio ?.......e comunque dove andremo visto che Las Baias e' stata presa dagli Spagnoli......"......non dissi niente altro...salii sulla barca e vidi Ingrid sdraiata accanto a me, sembrava dormisse era tanto che non prendeva i sensi, le toccai il collo e le pulsazioni sembravano normali, per istinto avvicinai l'orecchio alle sue narici....russava lievemente..." Storm...ho la vaga sensazione...che Ingrid dorma sonni sereni....non e' che ora fa' la furbetta....e dorme sapendo chi siamo ?.."...
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