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Abelardo allora, senza dire nulla, volò via, verso l'aereo in fiamme.
Lo raggiunse e planando tra il fuoco ed il fumo raggiunse la calotta del veicolo, trovò la maniglia esterna di emergenza e la tirò. Così l'abitacolo si aprì. Il dotto gufo allora cercò all'interno del veicolo come liberare il pilota che giaceva senza conoscenza. Riconobbe un grosso pulsante rosso, lo spinse ed un attimo dopo si azionò il sistema di espulsione, col pilota che fu lanciato fuori dall'aereo, finendo tra il fogliame qualche metro più in là. Dopo qualche istante il veicolo esplose. E Clio, dalla torre, vide l'esplosione. Poi Abelardo tornò da lei. http://vignette3.wikia.nocookie.net/...20081030004640 |
Gwen e Selia si prepararono, entrambe eleganti e con Daniel scesero di sotto, nella corte centrale, dove un ricca tavola era stata apparecchiata.
Seduto c'era già il giovane proprietario, che incurante delle regole della cortesia, aveva iniziato a mangiare da solo, senza aspettare i suoi ospiti. “Ehi...” disse fissando le due fate “... che eleganza...” fischiando in segno di apprezzamento. |
Abelardo volò via, e io chiusi gli occhi, inspirando profondamente.
Sentii il potere del cuore crescere in me, e lo pregai perché salvasse quell'uomo, perché desse ad Abelardo, che viveva, parlava e pensava unicamente per mezzo del cuore, la forza per liberarlo e per trarlo in salvo. Quando riaprii gli occhi, vidi l'esplosione, e il gufo che tornava da me. "Allora?" Gli chiesi, concitata "È ancora vivo?". |
Arrivammo nella corte e vedemmo che una ricca tavola era stata imbandita.
Tavola a cui lui era seduto, mangiando e senza avere avuto la cortesia di aspettarci, ma evitai di dirlo, rispondendo con un impercettibile sorriso al suo complimento. Almeno era stato un minimo più galante rispetto a poco prima. Così ci sedemmo ed iniziammo a mangiare. |
Non ne ho idea...” disse Abelardo a Clio, appollaiandosi sulla merlatura, mentre le fiamme poco distanti illuminavano la foresta e la torre stessa “... ora è tra i cespugli... ma necessita di cure... manda delle ancelle a prenderlo e portarlo qui... si, lo so che una volta entrato in questa torre poi dovrà superare la prova, ma se lo lasciamo là fuori morirà in poco tempo, ammesso sia ancora vivo...”
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“La cometa... al suo passaggio, da sempre, succedono cose terribili...” disse il Borgomastro a Nyoko “... e queste galline morte ne sono la prova... si sta avvicinando e presto nuove calamità ci colpiranno...”
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Ascoltai il dire di quel uomo per poi guardare Erien.
"Tu che dici?" dissi. Se c'era qualcuno con delle risposte, era senz'altro lui. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
Sulla tavola c'erano leccornie di ogni genere, dal salato al dolce, con succhi di frutta e vini.
“Servitevi pure...” disse il giovane ai suoi ospiti “... fatelo da voi, perchè i domestici non lo faranno...” mangiando. “Sapete, non ricordo il vostro nome...” fece Selia, che era seduta accanto a Gwen. “Infatti...” bevendo lui “... non l'ho detto...” “Non è educato, sapete?” Selia. “Lo so...” annuendo lui “... ed infatti non lo sono...” sorridendo con fare irriverente. |
Iniziammo a mangiare e alla sua risposta fui sul punto di scaldarmi di nuovo, ma cercai di mantenere la calma.
"Perchè insisti, Selia? Il nome si chiede a qualcuno che si ha in mente di ringraziare in futuro, per una gentilezza ricevuta, o per l'ospitalità, ma di certo noi non abbiamo nulla per cui ringraziare il nostro poco cortese ospite, se non per la sua insolenza e maleducazione. Dunque a noi non interessa il suo nome è a lui ovviamente non interessano i nostri" decretai, serafica, con gli occhi fissi sul piatto, continuando a mangiare. |
Sbiancai a quelle parole di Abelardo.
"Qui?" sussurrai, incredula "Non, non può entrare qui.." titubante. Sapevo che aveva ragione, che necessitava di cure. "Che senso ha curarlo per poi ucciderlo?" non capivo. Presi un profondo respiro. "Non deve sapere.." sussurrai, con aria solenne "Non deve sapere del Cuore, lo cureremo e lo manderemo via, allora sarà salvo.. e se invece vorrà sapere troppo e scalerà la torre, beh.. allora morirà come tutti gli altri.." sentenziai. "Lo farò portare nell'ala est, lì le sacerdotesse non hanno accesso, e non è direttamente collegata alla torre, con le sue prove da superare e tutto il resto.." sospirai "Così avrà una possibilità, potrà andarsene per la sua strada, oppure scalare la torre, e morire..." annuii, avevo preso una decisione. "Ma morire per un incidente mi sembra davvero stupido.." dissi. Così, tornai nei miei alloggi, e convocai quattro delle mie ancelle più fidate. Spiegai loro la situazione, sottolineando che avrei strappato loro gli occhi se avessero parlato di quello con le altre ancelle, anche se non sapevo come dato che erano mute, o tanto meno con le sacerdotesse. Non avevo nessuna voglia di star lì a questionare con quelle vecchie acide che non sapevano stare al loro posto. |
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