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L'uomo sorrise a Gaynor, accendendole poi la sigaretta che aveva in bocca.
“Banale complimento...” disse sorridendo “... immagino ne abbiate avuti di migliori. Non mi stupisco, siete una gran bella donna... io sono il vostro contatto... mi chiamo Lucros... e lui è Hodog.” Indicando con lo sguardo il ragazzo robusto. “Il generale Taddeus mi aveva parlato di voi...” fissandola “... beh, direi di cominciare a lavorare, no? Siamo qui per questo.” Rise. “L'uomo di cui avete chiesto informazioni, quel Zac Heon, è un apprendista fotografo, senza grandi qualità. Suo padre possiede un noto studio fotografico e per assicurare una degna carriera a suo figlio è riuscito a fargli assegnare il compito di scattare foto qui alla frontiera per un ambizioso libro di prossima pubblicazione. In pratica è un raccomandato. Ma noi ora abbiamo pesci più grandi a cui pensare... uno in modo particolare... è composto di una lega a base di Titanio Lunare, supera in pochissimi secondi il muro del suono e può sparare ad un bersaglio in movimento ad una velocità che impedisce persino di respirare ai malcapitati. Bel giocattolo, vero? Ah, ha pure un nome romantico ed evocativo che piace alle donne. Novalis... carino, no? Bel nome per l'aereo migliore che esista al mondo in questo momento, non trovate?” |
Nè io nè Fermer riuscivamo a capire cosa stesse succedendo. Si vedevano militari e meccanici correre ovunque.
Ciò che Fermer disse mi gelò il sangue. Subito dopo udimmo un boato impressionante invadere la base e mi avvicinai a lui, stringendo istintivamente il suo braccio. |
Nei cieli di Evangelia
"Non sono così idiota per la miseria!" Scuotendo la testa "Se non avessi in mano un aereo non mi sarei limitata ad un graffio.." Gelida.
"Denunciarti? Perché? È così facile insultare una donna, è la prima cosa che viene in mente a molti... Credi di essere il primo? Di solito se non è questa dei sottoposti, la classica è chiedermi con chi sono stata a letto per avere i gradi... Come se mi fossero stati regalati..." Scossi la testa "Potreste inventarvi insulti un po' diversi ogni tanto.. Siete così scontati.." Alzando gli occhi al cielo. "Mi hai salvato la vita, e per questo passerò sull'insulto e sulla ancor più grave mancanza di scuse.. Ma metti in dubbio il mio onore un'altra volta, e non ti denuncerò ai superiori, mi limiterò ad ucciderti con le mie mani.." Con gli occhi nei suoi. Nessuno, nessuno poteva osare dirmi cose del genere. E sicuramente quel ragazzo si era giocato la possibilità di entrare nella mia squadriglia. Peggio per lui. |
Altea, Altea... Ripetei quel nome nella testa ma sul momento non mi disse nulla. La ragazza invece sembrava particolarmente interessata a Guisgard. " Come tutte in fondo" pensai osservando i due parlare quando poi l'attenzione di tutti andò sulla ricevuta di Fines. Guisgard la prese e la lesse e impallidii. Per me fu la conferma dei miei timori. Qualcuno sapeva di me e ora mi davano la caccia.
Io reagii alla notizia con il silenzio mentre il capitano con la rabbia. Lesto si gettò su Fines inveendo contro di lui e vano fu il tentativo di Leones di fermarlo. << Capitano... Guisgard... >> cercai anche io di farlo ragionare, posando una mano sul suo braccio con fermezza, << usciamo forza... Venite fuori a prendere un po' d'aria>> le mie parole erano decise, un ordine e non una proposta, dette esattamente come avrebbe fatto Dacey a palazzo ad un sottoposto. Aggiunsi un sorriso tirato alle mie parole e una pressione sul suo braccio, doveva lasciare la stanza e calmarsi. Per più di un motivo: Non potevamo permetterci di attirare troppa attenzione, c'era una ragazza che conosceva i nostri piani ma che, sentendo parlare di Gran Baronessa poteva avere sospetti e poi avevo capito che era tempo di riorganizzare il nostro agire,bisognava cambiare qualcosa visto che ora avevamo qualcuno alle calcagne. |
"Milord non vi va a genio..disprezzate i nobili?"sorrisi"D'accordo, vi chiamerò come i vostri amici..Guisgard o..Capitano. Io sono Altea, invece".
Ma non appena finito di parlare successe ciò che non immaginavo..quel semplice foglio di carta scatenò una diatriba accesa tra Guisgard e Fines. Guisgard mi tolse la carta dalla mano, non opposi resistenza alla sua presa e gliela lasciai in mano. Diana e Leones cercavano di calmarlo, i suoi occhi rispecchiavano ora la sua indole ma, ovviamente, io non potevo sapere la causa scatenante della lite...udii attentamente le parole che si scambiavano e rimasi perplessa. Indietreggiai lentamente e poggiai le mani sul parapetto della finestra, le urla..Diana mi osservava in modo strano come a voler carpire qualcosa di me, ma capii non erano uomini di Canabias.."Vi prego..scusate, non volevo scatenare tutto questo..ma se continuerete ad urlare il taverniere potrebbe mandarvi via, era già adirato per il presunto furto" mi sentivo leggermente in colpa per l' accaduto.."La Granbaronessa?Avete parlato di Città di Capomazda, tra pochi giorni pure io mi recherò laggiù..mia mamma era capomazdese" e lasciai scorrere le parole senza però fare riferimenti precisi.."State parlando della Granbaronessa di Animos, ora in mano a Canabias? La conobbi anni fa, prima della guerra...venne nel Ducato da dove provengo, sembra una donna austera e rigida ma in realtà è una donna intelligente e di spirito, arguta..insomma mi piacque molto. Mio nonno mi ha raccontato, dopo la invasione, si era rifugiata proprio a Città di Capomazda..in un certo senso, sento di condividere quello che quella donna stia vivendo. Il Ducato da dove provengo è stato occupato un paio di giorni fa da Canabias, sono riuscita a fuggire e le mie quattro sorelle sono morte durante il viaggio" i miei occhi si arrossarono leggermente ma dovevo contenere i sentimenti come insegnatomi "E di guerra ne ho vista, ho visto morti, violenza, uomini e artiglierie di Canabias. Sono scappata e sono arrivata fin qui, e proseguirò fino alla capitale capomazdese..quindi di violenza ve ne è in giro, cercate di parlare senza venire alle mani". Osservai Guisgard e Diana che cercava di portarlo fuori.."Vi lascio soli, non preoccupatevi...forse dovete parlare tra voi, io vado a bere un aperitivo e poi a cenare". Mi congedai e scesi le scale con in mano ancora il libro che conteneva il mio quaderno dove scrivevo, mi sedetti al bancone e ordinai un aperitivo analcolico mentre aspettavo servissero la cena...ma pensavo a quel quintetto..cosa c'entravano con Città di Capomazda e la Granbaronessa..non avevo nemmeno voluto avere la conferma fosse proprio lei, ma mi ero sentita troppo in colpa, la cosa non doveva turbarmi visto non erano fatti miei ma mi avevano sempre insegnato a pensare sulle conseguenze delle mie azioni. |
“Siete così ansiosa, anzi no...” disse Icarius a Clio, senza però distogliere gli occhi dalla rotta “... così ossessionata nel voler apparire un vero militare, un abile pilota, che temete qualcuno possa intaccare ciò con qualche bassa insinuazione...” un ghigno apparve per un istante sul suo volto “... beh, se può farvi sentire meglio sappiate che per me siete talmente fanatica da poter davvero eguagliare o anche superare un uomo in battaglia e senza alcun tipo di aiuto... riguardo poi al vostro onore, non temete, non intendevo certo offendervi... perdonatemi, ma non riesco a vedervi come una vera donna... ed in fondo è ciò che volete, no? Essere un pilota e basta...”
In lontananza apparvero le luci del forte legionario. “Ecco la base.” Indicò Palos, come a voler alleggerire la tensione a bordo. |
"Ti sbagli soldato, non ho bisogno di dimostrare niente a nessuno, di solito a parlare sono i fatti.. Difendere il mio onore è ciò che mi rende donna, quelle che si comportano in maniera diversa insultano quel termine.. Contenti voi.. Mah..".
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Alla fine Dacey riuscì a calmare Guisgard, così i due lasciarono la stanza e scesero al pianterreno, per poi uscire nello spiazzo antistante la taverna.
Il militare però era tutt'altro che calmo. Passeggiava avanti e indietro nervosamente, scalciando i sassolini che si ritrovava d'avanti. “A questo punto” disse voltandosi verso la ragazza “tutti i nostri piani potrebbero cambiare. Se all'ufficio postale hanno fatto trapelare il testo del telegramma allora potremmo avere delle seccature.” Scosse il capo. “E magari la visitina alla camera dei due borghesi potrebbe c'entrare qualcosa...” sbuffando. Nel frattempo Altea era scesa al pianterreno per bere qualcosa. E subito fu raggiunta da Leones, anche lui desideroso di qualcosa di forte. “Un cognac.” Guardando il taverniere. “Permettete?” Avvicinandosi ad Altea. “Posso sedermi con voi? Volevo parlarvi della Gran Duchessa, visto sopra l'avete nominata.” |
Vidi Guisgard e Diana uscire e poco dopo mi raggiunse Leones ordinando qualcosa di forte da bere.
Bevevo il mio aperitivo e lui prese la parola, feci tintinnare il ghiaccio nel bicchiere in mano guardando dentro pensierosa..speravo di non essermi tradita..non dovevano sapere ero la Duchessa..la unica sopravvissuta e in caso di libertà di Cherval la sua futura regnante.."Si la Granbaronessa..non ricordo il nome...sapete..ho visti tanti nobili..perchè me lo chiedete?" e lo guardai curiosamente. |
Mentre tentavo di convincere Guisgard a lasciar perdere, a togliere le mani di dosso da Fines, ad abbassare la voce, calmarsi e uscire da quella stanza, la giovane che diceva di chiamarsi Altea prese a parlare come una macchinetta.
Per un attimo, quando aveva parlato con Guisgard facendo un riferimento alla nobiltà quasi avevo creduto lo fosse anche lei ma ora, come poteva una ragazza nobile intervenire in una questione che non la riguardava, parlando a sproposito invece che mettersi da parte educatamente. Scossi la testa ascoltandola, parlava decisamente troppo e di cose che non capivo come poteva conoscere. Per poco non sbottai quando osò paragonarsi alla mia prozia ma mantenni una calma apparente, in quel momento ero solo Diana e nulla più. Comunque le sue parole aumentavano il mio sospetto, quel suo sapere troppo non mi piaceva, quel suo intromettersi non mi piaceva. Ecco perché insistetti maggiormente con Guisgard, per farlo uscire dalla stanza, decisa a portarlo nella mia, l'unico posto dove potevo essere tranquilla che non ci fossero occhi e orecchie indiscrete. Forse stavo diventando paranoica, vedevo nemici e pericoli ovunque ma forse nelle mie preoccupazioni c'era un fondo di verità, conferma che avevo ottenuto durante gli avvenimenti di quella sera per giunta. Il problema era che risultavo esagerata, per tutti non ero che Diana, una cameriera, e questo non giustificava i miei timori appieno. Ma non potevo stare a lungo in questa situazione, mi corrodeva e ogni giorno di più mi tornavano alla mente memorie rimosse della notte in cui tutta la mia vita era cambiata per sempre. La mia unica speranza, anche se anche questa era dubbia, era affidarmi a Guisgard, sperando che comprendesse. Lui però scese fino al pianterreno, e poi fuori, era nervoso, lo si vedeva dai suoi modi. Intrecciai le mani tra oro, avvertendo quel suo nervosismo. << Capitano ora però cercate di calmarvi, dobbiamo essere lucidi e pensare razionalmente. Avete ragione, qualcosa di certo é cambiato ora...>> stavo per tornare sull'idea di lasciare la città ma temevo si adirasse. << Io sono nelle vostre mani, questo lo sapete.... Troviamo un modo per andare avanti ma diventando più prudenti >> |
“Sembra che un aereo sia precipitato proprio qui al forte...” disse allarmato Fermer a Gwen, stringendole la mano “... forse potrebbe essere uno dei nostri... vieni, andiamo a vedere...” correndo verso l'uscita insieme a lei.
Raggiunsero così gli hangar, dove un aereo era avvolto da fiamme, con i meccanici intenti a domare il fuoco. |
I miei occhi erano fissi sulla scena oltre la finestra e le mie orecchie ascoltavano le parole allarmate di Fermer, che con la sua stretta un po' mi rassicurava.
Annuii un po' intontita quando disse di andare a vedere e quando raggiungemmo gli hangar, vedemmo un sacco di perspne raccolte e un aereo in fiamme. Fermer aveva ragione, non ci si abituava a tutto questo. |
Guisgard ascoltò Dacey e poi annuì.
“Si, bisogna restare calmi.” Disse poi. “Innervosirsi non serve a nulla. State tranquilla, non correte alcun rischio. Non fin quando saremo qui.” Ma forse mentiva. La storia dell'aggressione ai due borghesi lo turbava ed insospettiva. “Vediamo cosa risponderà la Gran Duchessa.” Continuò. “Nel frattempo forse sarà utile fare una capatina all'ufficio postale...” fissandola. |
Gwen e Fermer raggunsero gli hangar e videro da vicino quell'aereo bruciare.
I meccanici e gli addetti alla sicurezza del forte intervennero subito e riuscirono a spegnere le fiamme in breve tempo. Ed estrassero dall'abitacolo il corpo del pilota. Si trattava di un aereo non appartenente alla legione Straniera ed aveva sulla coda un simbolo inequivocabile. Era infatti il simbolo di Canabias. http://1.bp.blogspot.com/-0KQaufi4yx...4kirvfdi4c.jpg |
<< vi ho visto... E sentito... All'ufficio postale l'altro giorno...>> sbottai. Volevo sapere la verità almeno su quello dato che stavo affidando la mia vita a lui
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Guisgard si avvicinò e guardò negli occhi Dacey.
“Ebbene, ditemi...” disse “... cos'avete sentito?” |
I meccanici e i spldati cercavano di far tornare la situazione alla normalità.
Ad un certo punto fu estratto il corpo del pilota, ma ciò che catturò la mia attenzione fu il simbolo riportato sull'aereo. Ricordavo di averlo visto sulle divise di alcuni ufficiali. "È il simbolo di Canabias?" chiesi a Fermer, indicandolo. [IMG]http://t0.gstatic.com/images?q=tbn:A...8oO1g[/IMG |
<< Che avete un grosso affare tra le mani... Molti soldi... E chissà perché sospetto che parlavate di me, di Dacey e i soldi che ne conseguono>>
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“Si...” disse annuendo Fermer a Gwen “... è un aereo in dotazione all'esercito di Canabias...”
Intanto i meccanici avevano estratto dall'abitacolo il pilota e subito Fermer si avvicinò. “Ha ustioni molto gravi...” il giovane medico “... è in condizioni disperate... portatelo in infermeria, farò il possibile...” |
Annuii ascoltando Fermer, poi ci avvicinammo al pilota.
"È ridotto malissimo..." mormorai, mentre il ferito veniva portato in infermeria sotto ordine di Fermer. |
Guisgard ascoltò Dacey e poi sorrise.
Quel suo solito sorriso, tra l'irriverente e l'indifferente. “Avete buon orecchio noto.” Disse annuendo. “Ebbene si, parlavo del nostro affare e dei soldi che potrebbe fruttare.” Cambiò espressione e divenne serio. “Ma naturalmente non ho fatto il nome della principessa Dacey. Non sarò un gentiluomo, ma neanche una canaglia. Non vendo la vita della gente e neanche la metto in pericolo. Né per un milione di Taddei e neanche per dieci. Contenta? O sospettate anche di me?” |
Il pilota fu portato in infermeria e poi subito in sala operatoria.
“Gwen...” disse Fermer “... prepara tutto l'occorrente... lo opereremo... è l'unica possibilità di salvarlo...” e si preparò anch'egli. |
"Lasciamo perdere la mia bellezza, infatti abbiamo in comune un argomento molto più interessante... sono contenta che alla fine Zac sia solo uno stupido, è un pensiero in meno. Veniamo a noi, adesso... sono certa che il Novalis fino a due giorni fa si trovasse al vecchio rottamaio. Il tipo che si trova lì dentro andrebbe controllato. Io finito qui andrò a fare un altro sopralluogo, sempre che lo zoppo non sia lì, altrimenti mi toccherà andarci stanotte. Sarebbe possibile procurarmi una motocicletta? Devo potermi spostare in tranquillità... Dobbiamo assolutamente ritrovare quell'aereo, questa maledetta guerra deve finire..."
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<< Pensavo che tutti noi dovessero mantenere il riserbo su questo affare... >> dissi debolmente guardandolo.
<< Devo per forza fidarmi di voi, se no chi altro mi rimane...>> |
Quando arrivammo in infermeria, Fermer mi diede l'ordine di preparare la sala operatoria e io andai di corsa, preparando tutto più in fretta possibile.
"È pronta, possiamo operarlo" tornando da Fermer e dando un'occhiata al pilota. Intanto io avevo portato in sala operatoria anche i miei preparati e rimedi, non si poteva mai sapere. |
“Lo chiedo perchè la Gran Duchessa di Animos, zia del defunto re, vive da anni ad Afralignone.” Disse Leones ad Altea. “Lasciò il suo paese per un viaggio diplomatico che sarebbe dovuto durare un anno o due. Ma poi esplose la rivoluzione e non vi fece più ritorno. Immagino che se qualche nobile sia riuscito a fuggire dal vostro ducato abbia raggiunto anch'egli Afralignone, visto che ormai solo quel paese si è rifiutato di riconoscere la Repubblica Popolare di Canabias.”
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“Giusto.” Disse Guisgard a Dacey. “Ed infatti io non ho mai fatto il nome di Dacey. Ho solo parlato di soldi. Che potrebbe mai pensare che cinque pazzi cercano di far resuscitare una principessa dalla steppa usando una cameriera?” Rise. “Guardatemi...” avvicinandosi a lei e con le dita, delicatamente, sollevandole il mento per farla guardare i suoi occhi “... siamo nella stessa barca... se riusciremo ne guadagneremo tutti, altrimenti andremo tutti a fondo.” Sorrise. “Comunque potete venire con me all'ufficio postale se volete, così capirete che non ho secondi fini.” Facendole l'occhiolino.
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“Certo.” Disse Lucors a Gaynor. “Avrete la motocicletta. Ma al rottamaio vi accompagnerà Hodog. Così se troverete lo zoppo saprà farlo parlare lui. Ok?”
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L'operazione iniziò.
Fermer operò quel pilota e Gwen restò ad assisterlo. Durò tre lunghe ore. Le condizioni di quell'uomo erano disperate e le ustioni erano gravissime. Alla fine il medico uscì stremato dalla sala operatoria. “Di più non possiamo fare...” disse all'infermiera “... dobbiamo solo aspettare... e tu sei stata davvero brava...” sorridendole. |
Icarius non disse nulla a quelle parole di Clio.
Però, giunti ormai alla base, videro un incendio in mezzo agli hangar. “Ehi, guardate...” disse Palos “... un aereo in fiamme... cosa sarà successo?” E atterrarono. |
Andare a fondo. Rabbrividii a quell'idea. Rimasi in silenzio a specchiarmi nei suoi occhi, e così, irrazionalmente, mi sentii più tranquilla.
<< Si, vi accompagno... E non perché non mi fido ma perché in questo momento non voglio vedere quello sciocco di Fines e poi...>> e fu solo allora che sorrisi, << potreste vincere qualcos'altro per me a quella bancarella >> risi portando la mano sul suo braccio. << Vogliamo andare?>> |
Ascoltai le parole di Leones attentamente ma storsi il naso alle ultime parole.."Beh, devo correggervi..altri Ducati hanno cercato di non arrendersi..Cherval ne è un esempio, se ne avete sentito parlare visto è stato dimenticato da tutti..si è reso neutrale ma Canabias lo ha assediato contro il volere dei regnanti e molti del popolo e nessuno è venuto a soccorrerlo..so le duchessine sono fuggite...ma forse una è viva, e se verrà trovata presumo quelli di Canabias non le renderanno la vita facile" sorrisi finendo il mio drink "Si, lo so che la Granbaronessa si trova ad Afralignone..me lo disse mio nonno..è un bene sia salva, speriamo questa guerra finisca e possa ridare vita ad Animos e magari a chi non voleva arrendersi a tutto questo" dissi con amarezza. "Per quanto so del mio ducato..appunto dubito qualcuno sia vivo..dei nobili..potrebbe essere, girano voci come vi ho detto prima della Duchessa, una delle figlie, ma non si sa dove possa essere" e sorrisi, non potevo andare oltre.
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Iniziammo l'operazione ed io assistetti Fermer.
L'intervento durò tre interminabili ore e quando finimmo eravamo entrambi distrutti. "Grazie, anche tu. Dico sul serio" sorrisi entusiasta a Fermer, affondando fra le sue braccia e poggiando la testa sulla sua spalla, dopo averlo baciato dolcemente. Quel bacio fu per me come la risoluzione di tutta quella giornata, che sembrava avesse portato solo problemi, inquietudini e angosce. "Ci potrebbe essere una cosa che posso fare per lui, mentre aspettiamo che la situazione si stabilizzi. Sempre che tu mi dia il permesso, dottore" dissi guardandolo negli occhi, con un sorriso accattivante e speranzoso, tentando di convincerlo. |
L'aereo si era schiantato prima che Marwel arrivasse al forte e quando vide la grossa nube di fuoco, rimase ferma e con gli occhi sgranati.
Si mise a correre più in fretta che poté e raggiunse la base militare con tanto di fiatone e quasi senza forze. Entrò e si diresse subito nell'infermeria di cui conosceva già l'ubicazione. |
Il ragazzo non disse nulla, e sinceramente non sapevo se prenderla positivamente o meno.
Ma onestamente di ciò che pensava quel cadetto mi importava meno di zero. Quante volte mi ero sentita dire tutto quello? Che non ero una vera donna, che nessuno mi avrebbe mai visto come tale. Ma io avevo sempre saputo che non era così, che esisteva chi avrebbe visto chi ero davvero. Magari era solo un'illusione, un sogno lontano, eppure capace di rendere sopportabile tutto quello. Anche l'idea che potrei morire da un momento all'altro senza aver conosciuto l'amore. Ma questo non significava che mi sarei mai accontentata. O l'Amore Vero, o niente. Tutto il resto lo avevo sempre trovato incredibilmente superfluo. Ci avvicinammo alla base, e sorrisi. Casa. Ma poi corrucciai la fronte a quella vista, un aereo in fiamme. Chi poteva essere? Uno dei nostri? Chi? Infine atterrammo. "Fate scendere prima me, così non gli prenderà un colpo.." dissi ai due. Senza troppe cerimonie scesi dal veicolo, in qualche modo. Mettere il piede a terra fu una sensazione davvero bella. Chiamai il primo soldato che mi si parò davanti. "Va a dire al capitano che le due reclute non hanno disertato ma erano in giro a cercarmi, sono viva grazie a loro.." facendogli segno di andare. Chiamai poi uno dei meccanici. "Fatti dire dai due soldati le coordinate del punto in cui si trova Damasgrada, portatelo qui, rimettetemelo a nuovo nel minor tempo possibile, costi quel che costi, intesi?" perentoria. Mi voltai poi verso Icarius e Palos osservandoli con sguardo distante e distaccato. "Grazie ragazzi, parlerò col capitano perché le bravate di oggi non abbiano delle conseguenze. Ma sia chiaro che da domani le cose devono cambiare e sarà il caso che iniziate a rigare dritto.." con voce impostata e chiara, con lo sguardo gelido e imperturbabile che per un lungo istante incrociò quello di Icarius. Con quelle uscite irrispettose si era giocato la simpatia che potevo aver avuto per quel ragazzo, e la possibilità di entrare nella mia squadriglia, proprio non sopportavo il suo atteggiamento lamentoso e irriverente. Ora volevo solo lasciarmi alle spalle i due cadetti e smettere di calcolarli. "Fermer.." mormorai "Sarà il caso che vada dal dottore..." lanciando un'occhiata alla ferita. Poi strabuzzai gli occhi a quella vista. L'aereo precipitato era uno di Canabias. "Com'è che le cose interessanti succedono sempre mentre sono via?" mormorai, divertita. "Ne avrete di cose da raccontarmi.." dissi ad un paio di soldati. Non vedevo l'ora di rivedere i miei fratelli e soprattuto Estea e Anty, ma la gamba aveva bisogno di cure. Tutto il resto: sia il dovere che il piacere dovevano aspettare. Così, mi diressi verso l'infermeria. |
"D'accordo, ma bisognerà muoversi subito... ricordatevi che devo tornare alla base, o la mia copertura potrebbe saltare." Così risposi a Lucros. Di lì a pochi minuti io e Hodog ci avviammo verso il rottamaio. Quando arrivammo, vedemmo che la luce era accesa. Lasciai la borsa in auto, ma presi la mia colt e la misi nei pantaloni, dietro alla schiena. "Hodog, lascia andare me avanti... non so cosa troveremo e, senza offesa, mi fido più dei miei riflessi che di quelli di un estraneo..." Avanzai verso la porta e, molto cautamente, entrai all'interno del capannone.
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“Beh, per il bene di quella duchessa” disse Leones ad Altea “meno voci circoleranno e meglio sarà. La polizia segreta di Canabias ha occhi ed orecchi ovunque...”
Scesero i due borghesi dal piano di sopra. “Come state?” Chiese Leones. “Un po' meglio...” mormorò Poeh. “A parte questo bernoccolo, ovvio...” Fines. In quel momento il taverniere accese la radio: “Siamo orgogliosi di trasmettere in diretta il discorso di sua eccellenza, Oxio, ministro della propaganda di Canabias...” “Popolo di Canabias...” esordì il ministro “... compagni, fratelli, cittadini... il nemico è alle corde, il male sta cedendo. Abbiamo liberato altre terre dalla tirannide dei nobili e della Chiesa. Il Ducato di Cherval è libero.” Boato del popolo. “L'ex duca Mandus, dopo essere stato condannato da un tribunale popolare, è stato giustiziato all'alba.” Esultanza del popolo. “Presto altri principati cadranno. Altri secolari ed ingiusti privilegi cesseranno per sempre. Il domani sarà libero e radioso, senza superstizione e Fede. Costruiremo più case e chiuderemo le chiese. E con i tesori in essi custoditi, da sempre ricchezza dei chierici, sfaremo la gente. Lunga vita alla libertà. Lunga vita alla Repubblica Popolare di Canabias!” Popolo in delirio. “Presto, vi giuro, che l'Armata Rossa marcerà su Città di Capomazda, su Roma e su Gerusalemme, cancellando per sempre ogni forma di Cattolicesimo da questa terra! Gloria agli uomini liberi di Canabias!” Tripudio generale, mentre l'inquietante ministro alzava in aria il pugno chiuso. http://www.dietrolequinteonline.it//...ico-Foto-1.jpg |
"Effettivamente si..so che vi sono occhi ed orecchie ovunque. .infatti evito di parlarne".
Poi quel comunicato stampa..mio nonno aveva resistito fino alla fine.."Maledetti" esclamai e cadde il bicchiere a terra. "Scusatemi. .sono scossa" e guardai Leones senza aggiungere altro. |
Guisgard sorrise a Dacey e i due si avviarono verso l'ufficio postale.
Entrati, il militare raggiunse lo sportello. “Dite...” disse all'impiegata “... c'è posta per Fines Avert?” “Ora controllo...” l'impiegata. Nel frattempo Dacey, guardandosi intorno, si accorse di qualcuno che li fissava. Era Agian, l'uomo giunto giorni fa nella taverna con la petizione contro i legionari. http://41.media.tumblr.com/b1514b4fc...6wy2o1_400.jpg |
Fermer strinse a Gwen.
“Potresti” disse “stargli accanto. Forse tra poco potrebbe riprendere conoscenza ed aver bisogno di qualunque cosa. Io intanto vado dal capitano a Goz ad informarlo circa le condizioni del pilota. Dopotutto potrebbe essere un nemico. Anzi, con ogni probabilità lo è.” Ed uscì. Nel frattempo, Marwel era giunta al forte pochissimi istanti dopo l'impatto del misterioso aereo al suolo. Entrò nella base e raggiunse subito l'infermeria. E sull'ingresso vide il dottor Fermer che usciva, diretto dal capitano Goz. |
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