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Udii la voce di Fyellon, aprii il chiavistello...forse pure lui aveva i miei stessi timori.
Appena entrato lo guardai in silenzio.."Fyellon, penso che domani dobbiamo andarcene da qua, sono stata una sventata ad accettare questo invito. Ma questo castello...cela dei misteri a mio avviso." |
Quelle parole mi resero molto triste ed ancora più volenterosa di aiutare quella donna.
Anche io cercai di domandare alla donna qualcosa in più riguardo la maledizione: "c'è un incantesimo che la può sconfiggere?" chiesi io, speranzosa che la maledizione non fosse poi così potente. Notai che Parsifal stava consultando un libro, sembrava molto antico e prezioso... Sfortunatamente non sapevo leggere molto bene la lingua in cui era scritto e riuscii a leggere solo poche parole senza trovare alcun collegamento tra esse. |
Chiamaì Lilith verso di me e le porsi il libro, leggendolo insieme, compresi che non riusciva ad interpretar bene le parole relative all' "Avvilente Costumanza", cercai di spiegarglielo secondo il mio punto di vista..... almeno ci provavo.....
"Lilith, questa maledizione parla di un eterno oblio domato da apatia, disperazione e sofferenza.... può sembrare strano che non vi sia soluzione, ma accenna all'amore e la gioia. Quindi, per logica deduzione credo che bisognerà agire con cuore impavido e volontà salda...... quel maniero ci metterà a dura prova" Mentre le spiegavo la mia interpretazione, mi accorsi del suo talismano.... "Ah!! grazie di tutto Lilith, del tuo aiuto e della tua protezione.... mi è stato detto che l'amuleto prestatomi, era molto prezioso per te. Te lo restituisco." Tolsi la colonna e la porsi fra le sue mani. |
"No" dissi io a Parsifal "ora è vostro... Desidero davvero che lo teniate voi, vi proteggerà." Restituii la collana al cavaliere.
Dopo aver ascoltato la spiegazione di Parsifal chiesi alla donna: "dove si trova questo castello?" |
Rimasi tremendamente imbarazzato, non immaginavo che qualcuno potesse donare la cosa più importante per se ad uno sconosciuto.
Fissaì il ciondolo e promisi a me stesso: "Proteggerò Damigella Lilith ed il suo dono". Terminato il mio giuramento, continuai la mia ricerca su Tylesia e di qualche suo indizio..... ad un tratto parve sotto i miei occhi qualcosa che la richiamava. Era un oscuro arcano che recitava: “Tre uomini si trovano in un Giardino meraviglioso e fissano un bellissimo Fiore. Il primo si contenta di ammirare il Fiore senza però toccarlo mai. Il secondo decide di vendere tutto ciò che possiede e acquistare quel Giardino, anche se non sceglierà mai di cogliere il Fiore. Il terzo, infine, coglie il Fiore, ma solo per sottrarlo alla vista di tutti gli altri e conservarlo nella sua dimora. Chi fra i tre uomini possiede veramente quel Fiore?” Mi stesi sotto l'albero vicino e cercaì la soluzione. |
Mentre aspettavo la risposta della donna, la tremenda sensazione di nausea che mi tormentava ogni volta che mi veniva una visione mi face cadere a terra. Mi piegai dal dolore: raramente le visioni erano così dolorose. Respiravo con fatica e la vista si oscurò... vidi un giardino, un giardino meraviglioso pieno di piante e fiori. Al centro del giardino c'era un fiore la cui bellezza era indescrivibile, che rifletteva la luce del sole ed il colore del cielo; vidi delle figure che si avvicinavano al fiore, ma non riuscii a vederli bene perchè il dolore di quella visione stava diventando insopportabile e fui costretta a riaprire gli occhi.
Rimasi immobile per qualche secondo e presi il respiro. Mi alzai lentamente, in attesa che terminasse quella fastidiosa sensazione di nausea. |
"Tre uomini ed un giardino..... chissà quale può essere la giusta soluzione....."
Mentre pensavo, sentì un tonfo. Lilith era svenuta e non riusciva a respirare bene.... "Damigella Lilith!!!" corsi verso di lei e la aiutai ad alzarsi, "appoggiatevi su di me", la portaì verso l'albero in cui mi trovavo e la feci sedere e le chiesi: "Cosa le è capitato, Lilith?" |
Non riuscivo a parlare, provavo ancora troppo dolore... mi limitai a dire:"un...un fiore...". Avrei voluto davvero svenire, ma il mio corpo restava perfettamente cosciente ed io mi sentivo sempre peggio. Vidi la mia collana al collo di Parsifal. La sfiorai e mi sentii subito meglio. Mi sedetti in maniera più composta e raccontai: "Ho avuto una visione: c'era un meraviglioso giardino ed al centro di esso un fiore la cui bellezza è indescrivibile... poi ho visto avvicinarsi delle figure al fiore, ma non ho visto i loro volti. Stavo troppo male e sarei morta se avessi continuato a sforzarmi... Questa deve essere una visione molto importante" spiegai "Raramente provo un dolore così forte..."
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Soffriva, soffriva tanto di quel dolore..... fortunatamente avevo la colanna donatami al collo e con un le poche forze che aveva riuscì a sfiorarla e man mano recuperò le forze....
"Damigella Lilith, che spavento. Mi avete fatto prendere...., meno male che state meglio" le sorrisi. Mi parlò della visione, vi era un giardino con un fiore..... aprì il libro nella pagina che parlava di Tylesia e lo porsi alla sua vista: "Anche nel mio libro è riportato, parla di tre uomini, ognuno dei quali fissa quel fiore ed ognuno decide come comportarsi.... "Il primo fissa il fiore e si limita ad ammirarlo, Il secondo vende tutto ciò che ha, per acquistare il giardino e custodire il fiore senza estirparlo, Il terzo strappa il fiore e lo vuole tenere per sè in modo da negarlo alla vista degli altri.... chi possiede il fiore?" Questo è quanto Lilith......cosa ne pensi? Possiamo provare a risolverlo?" |
Reas mi avvolse nel suo mantello.....la ruota della stoffa copri' per qulache momento la volta stellata, piovve' su di me come pan di zucchero....." Volete che vi parli d' Amore per tutta la notte........senza che qualcuno ci oda.....in un mondo che non deve credere.......Avete pieta' di me Reas..?...un povera maga che si e' offerta a Voi.......Devo dire che in questo Isolde Ha sempre avuto ragione.....Amare e' un Arte e io forse ne so solo parlare, non voglio in alcun modo far si che la vostra Regina possa adirarsi...anzi forse vi cerca...non fatela attendere oltre.....non e' un momento facile ed ha bisogno di tutte el persone in cui lei confida.......vi faro' avere il vostro mantello.....che la sorte vi sia propizia Reas....."........pensieri confusi si cullarono nella mia mente.....Isolde aveva ragione, l' Amore non era di questo mondo...e io era bene che mettessi i piedi per terra......da quando ero entrata a Tylesia, non ero riuscita piu' a vivere una mia dimensione.........il bosco mi chiamava...e tutta la natura si fece musica.....ero Figlia del fiume...e Linfa dei Boschi...non sembrava esserci nulla per me......anche se ogni viaggio per qualsiasi persona e' un'esperienza unica............Sorrisi a Reas e presi la strada che mi avrebbero portato alle porte della citta'
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vedremo il da farsi ora però dobbiamo cercare di uscire da qui in qualche modo avete qualche idea voi dissi guardando i due amici che stavano con me dobbiamo escogitare un piano
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Camminavamo speditamente verso il palazzo. Il sole stava calando, ormai, e l’aria si era fatta più fresca, intrisa di un profumo più dolce che avrei detto di glicine in fiore...
Ero tesa... le parole del vecchio guardiano continuavano a vorticarmi in mente... il confessore di Chymela era lì, a quanto aveva detto... il confessore di Chymela... che cosa gli avrei detto? Camminavo tenendo stretta la mano di Guisgard e sentivo, da come stringeva la mia di rimando, che anche lui era preoccupato... e tuttavia non dissi niente. |
Fyellon fissò stupito Altea.
“Misteri? Di quali misteri parlate?” Domandò alla ragazza. “Forse vi state facendo suggestionare dall’atmosfera di questo castello…” sorrise “… vi dirò… io lo trovo gotico e molto affascinante… anzi, perché non andiamo a farci un giretto? Non vi intriga conoscere un po’ la storia di questo maniero?” |
Guisgard e Talia camminavano qualche passo più indietro del vecchio guardiano.
Lei avvertiva, stringendo la mano di lui, che il cavaliere era inquieto e preoccupato. Lo sguardo era infatti cupo e l’espressione del volto tirata. “Milady, eccoci alla cappella…” fermandosi di colpo il vecchio “… l’arcicappellano vi sta già attendendo.” “Deve confessarsi ora?” Chiese Guisgard. “Mia moglie e stanca e temo che…” “Ma dimenticate” sorridendo il vecchio “quali effetti produce sull’animo della Granduchessa il confidarsi con padre Erasmus? Sono certo che ella non vede l’ora di rivederlo di nuovo.” E aprì la porta della cappella. I tre entrarono e con lo sguardo il vecchio cercò il confessionale. La cappella era formata da un’aula quadrangolare, con nicchie sui lati opposti all’ingresso e all’abside. Nelle nicchie erano poste alcune statue, che raffiguravano le Virtù Cristiane. Guisgard, allora, accompagnò Talia davanti al confessionale, facendola poi sedere su una delle panche. Il vecchio fece cenno a Guisgard di seguirlo fuori e il cavaliere annuì. “Sono fuori, Talia…” le sussurrò ad un orecchio “… non temere, andrà tutto bene…” e le sfiorò la mano con le labbra. Un attimo dopo uscì col vecchio dalla cappella. Ad un tratto, rimasta sola, Talia sentì dei passi. “Anche voi dovete confessarvi, milady?” Domandò la voce di una donna. “Anche io… sto attendendo l’arcicappellano… oggi è il Giovedì Santo e spero di confessarmi e comunicarmi prima di domani… speriamo solo di fare in tempo, tra un po’ farà buio…” e si sedette accanto alla ragazza. |
“Potremmo” disse Polidor a Cavaliere25 e a Tieste “organizzarci secondo i turni delle sentinelle, oppure seguendo gli orari in cui ci portano il cibo… voi siete giovani e forti e potreste avere facilmente la meglio sulle guardie… ma una volta usciti da qui? Ci ritroveremmo comunque nel bel mezzo di Tylesia e solo un travestimento potrebbe aiutarci a fuggire… e se ci catturano, beh, vi rammento che per gli evasi è prevista la decapitazione… siete decisi a correre tale rischio?”
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“Guisgard... no!” sussurrai, ma tanto piano che forse non mi sentì.
Non volevo che se ne andasse... ed improvvisamente scoprii di avere paura, scoprii di essere preoccupata e tesa come mai prima, all’improvviso scoprii che buona parte del mio coraggio e della mia serenità erano legati a lui e scomparivano nel momento in cui lui se ne andava. Inspirai profondamente e mi sedetti su di una panca. E fu allora che udii quei passi... Citazione:
“Credo che l’arcicappellano sarà qui tra poco...” le risposi, ma c’era qualcosa in quella voce che non riuscivo ad identificare ma che mi incuriosiva... “Ma voi...” chiesi dunque, gentilmente “Ditemi... voi venite spesso a confessarvi qui? Come sapevate che il cappellano era arrivato al Belvedere?” |
Fissai Fyellon...scettico..non si poteva cambiare e temevo che questo suo scetticismo ci avrebbe portato in qualche guaio.
"Si, concordo che questo stile gotico abbia il suo fascino nonostante sia...abbastanza suggestionante...certo, mi piacerebbe scoprire questo castello, forse è di belle fattezze..ma non facciamoci sorprendere, d'altronde siamo ospiti qui". |
Guardai Tieste e dissi tu che ne dici potrebbe essere fattibile? però dobbiamo trovare un posto ben nascosto dopo che siamo fuggiti da qui e poi dobbiamo ritrovare il falco chissà dove è finito poi guardai Polidor e dissi se riusciremo ad uscire da qui voi conoscete un posto dove non ci troverebbero ? domandai e aspettai che i due mi rispondesseo
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“E’ la Settimana Santa, milady” rispose la donna a Talia “e l’arcicappellano viene sempre tra il Giovedì e il Venerdì Santo…”
Ad un tratto Talia avvertì dei rumori, poi dei passi. “Lady Chymela…” mormorò una voce “… che gioia rivedervi…” l’arcicappellano le prese le mani “… sono mesi che non ci vediamo… venite, ora vi confesserete…” La portò su una panca più vicino all’altare. “Qui saremo più comodi…” disse “… il confessionale è scomodo per la vostra condizione…” la segnò e cominciò la confessione “… ditemi, siete felice? Avete perdonato vostro marito? Egli ha abbandonato quel suo folle proposito?” Intanto, fuori alla cappella, Guisgard era col vecchio guardiano. “Sarà finita la confessione?” Il vecchio lo fissò. “Voglio pregare davanti all’altare…” nervosamente il cavaliere “… si, devo… entro…” “Sapete, milord…” mormorò il vecchio “… mi ha colpito una cosa…” Guisgard si voltò di scatto. “Non ho ancora visto un bacio tra voi e vostra moglie…” accennando un sorriso il vecchio “… un bacio vero intendo… eppure non ho mai visto un uomo più innamorato di voi… neanche nei romanzi…” Guisgard lo fissò. “Forse solo voi ve ne accorgete…” “Tutti lo possono vedere.” Fece il vecchio. “Tutti, mio signore.” Guisgard non rispose niente ed entrò nella cappella, ma la porta era chiusa. “E’ chiusa!” Voltandosi verso il vecchio. “La confessione non è ancora finita, mio signore.” |
Citazione:
“Oh...” mormorai “Ecco...” Mi torsi appena le mani, mentre la mia mente lavorava frenetica in cerca di un appiglio... in cerca di qualcosa da dire, di un modo per uscirne... E fu così che quei dettagli vi fecero breccia, insinuandosi tra i miei pensieri... ...perdonato? Perché aveva parlato di perdono? Che cosa aveva Andros da farsi perdonare da Chymela? ...e il proposito folle cui alludeva? Si trattava forse di quel Fiore delle mie visioni? E di nuovo quel misto di curiosità e di vivo interesse tornò a scuotere forte la mia anima... “Voi lo sapete, padre...” iniziai quindi a dire, con voce bassa e suadente “Io perdonerei qualsiasi cosa a mio marito... ogni suo gesto, ogni sua piccola imprudenza... non potrei vivere senza di lui e dunque non potrei mai neanche non perdonarlo...” Sorrisi appena... come chi intende minimizzare ciò di cui sta parlando... “Ma voi, padre... voi, nella vostra immensa saggezza, ditemi vi prego... che cosa ne pensate? Trovate davvero così folle quel suo proposito?” |
Le due figure furono condotte attraverso uno stretto cunicolo fino ad un piccolo antro sotterraneo, scavato da millenni di infiltrazioni d'acqua, dal quale a stento, per una larga fessura, penetrava un raggio di Luna.
Ovunque in quell'antro crescevano sterpi e rovi attorcigliati gli uni agli altri, in un gioco d'intrecci che sembrava ricamare il muto e infinito splendore di quella notte. Rami e liane fluttuavano sulle loro teste, in un verdeggiante alone appena animato dalla pallida magia della Luna, con fili d'edera, di pampini, di eriche che pendevano come a stagliarsi sull'azzurro misterioso e ancestrale del firmamento. Dalla volta cadevano infinite e quasi impercettibili gocce d'acqua, che l'alone lunare rendeva simili ad una leggera e soffice cascata perlata. “Sembra un pozzo...” mormorò il dottor Bynn, osservando la morfologia di quel luogo “... altrimenti non si spiegherebbe la vasta apertura dalla quale si può ammirare il cielo stellato. Uno dei banditi, però, fece segno al dottore di tacere e questi, fissando la ragazza al suo fianco, con uno sguardo tentò di tranquillizzarla. Un attimo dopo, i due prigionieri furono condotti al cospetto di un uomo, le cui fattezze erano celate dalla penombra di quel luogo. “Oggi abbiamo fatto caccia grossa...” fissandoli “... si, decisamente...” Il resto della banda rise. “Siamo qui per un riscatto?” Chiese il dottore. “Forse...” mormorò l'uomo, senza smettere mai di guardare la giovane “... forse... dipenderà da quanto stimi il vostro valore il nostre nobile re...” Di nuovo i suoi uomini risero. “Si narrano molte cose sui briganti e i contrabbandieri che dilaniano le nostre terre e i nostri fiumi…” disse Bynn “… ma anche il brigantaggio e la pirateria possono essere note ai gentiluimoni…” “Davvero?” Divertito il capo dei banditi. “Sentito, amici miei? Qualcuno ci chiama gentiluomini!” E di nuovo tutti loro si abbandonarono a grosse risate. “Fissate il riscatto” fece il dottore “ed esso sarà pagato subito.” “Allora” alzandosi l’uomo “abbiamo davvero qualche grossa preda qui…” Il dottore comprese e un brivido attraversò la sua pelle. “Si…” annuì “… sono il medico di corte… di sua maestà… ed egli pagherà qualsiasi cifra per me…” “Interessante…” avvicinandosi l’uomo “… e milady?” Fissando la giovane. Allora un raggio di Luna illuminò i suoi occhi e lei ebbe un sussulto. La sua voce non era più alterata dall’eco di quelle rocce, ma il colore dei suoi occhi bastava a smascherarlo al cuore di lei. “Ella” mormorò il dottore “è una delle dame di compagnia della principessa Chymela…” A quel nome, l’uomo si arrestò. “Sono io la vostra gallina dalle uova d’oro…” continuò Bynn “… avanti, quanto chiedete?” “Cento, anzi, duecento Fiorini d’oro!” Esclamò l’uomo. “E perché non trecento? O anche tremila? O trenta milioni?” Ci fu l’entusiasmo della banda. “Una richiesta ragionevole” disse Bynn “e sarà senz’altro accettata.” “Allora firmerete quella richiesta!” Ridendo il capo dei banditi. “Benissimo…” fissandolo Bynn “… manderete qualcuno immagino…” “Già e poi pregheremo sua maestà di gettare nei campi quell’oro!” “Come sarebbe?” “Dobbiamo ringraziare la campagna” rispose il bandito “per averci dato tale dono!” “Non comprendo…” “Comprenderete meglio” fece il bandito “quando porterete la nostra richiesta, insieme ai nostri saluti, al vostro re.” “Ci lasciate liberi, dunque?” “Si, ma solo a voi.” “Come…” “Siete voi il medico di corte, no?” Fissandolo il bandito. “Lei è solo una dama e dunque resterà qui.” “Come ostaggio non vale nulla…” “Sono stato generoso, vero?” Sorridendo il bandito. “Avrei potuto prendere voi, dottore…” Chiamò allora alcuni dei suoi. “Voi, conducete via il dottore…” poi agli altri “… voi invece portate la ragazza nella mia stanza…” Chymela fissò il bandito. “Non vi imporrò la mia compagnia, mylady…” fissandola “… scegliete… o la mia compagnia o quella dei miei uomini…” “Posso parlarvi da solo?” Domandò il dottore. “Si, ma qui, davanti ai miei uomini.” “Un gentiluomo non…” “Non sono un gentiluomo, dottore.” Interrompendolo il bandito. “Sono un bandito, un criminale, pagato da un governo che vi è ostile. Per me una donna non fa più differenza. Ogni notte ne ho una diversa. Che siano regine, baronesse o contadinelle. Questa ragazza” indicando Chymela “potrebbe essere una monaca, una popolana o anche la principessa di Sygma… per me non cambierebbe nulla.” I prigionieri furono separati e condotti alla loro diversa sorte. Poco dopo, Chymela fu portata nella stanza del capobanda. Questi fissava le ombre che si animavano dalla luce delle torce. “L’amore è come un veleno…” sussurrò senza voltarsi “… come dicono gli orientali… un veleno, che curiosa parola… non esiste nessun veleno in natura… esistono solo delle sostanze capaci, se prese in piccole dosi, di curare… ma di uccidere se prese anche solo di un millesimo di grammo in più… come è affascinante tutto questo… vita e morte così vicine da toccarsi quasi…” Andros si voltò a fissarla “… e tu sei il mio veleno, Chymela…” http://farm5.static.flickr.com/4057/...a643104f4f.jpg “Beh…” assumendo un’espressione grave l’arcicappellano “… le Sacre Scritture ci insegnano che le Sante Reliquie esistono e spesso il cammino degli uomini passa attraverso queste mistiche ricerche… tuttavia… dobbiamo stare attenti ai segni e i simboli che scegliamo di seguire… tuttavia, vostro marito è ossessionato da quei suoi sogni… e le ossessioni non sono mai cosa buona e giusta… ditemi, milady… presto partirà di nuovo, vero? Lascerà di nuovo questa terra per quel suo sogno? Eppure non è il momento per questi colpi di testa… a corte non tutti comprendono questo suo comportamento… e poi ci siete voi… voi non potete certo affrontare un viaggio in queste condizioni… ditemi, com’è accaduto? Come avete perso il dono della vista, milady?” |
Fyellon annuì e presa Altea per mano, cominciò il loro giro.
Salirono le scale in fondo al corridoio e si ritrovarono su un’alta torre. Da lì si poteva dominare con un solo sguardo gran parte della selva. Lo spettacolo era però inquietante. Come se tutto attorno a loro fosse incantato. “Il panorama non è dei più allegri…” fece Fyellon “… ma è anche colpa del tempo, temo… il cielo grigio avvolge ogni cosa e tutto sembra intriso dello stesso grigiore… si, mette malinconia, non trovate?” Chiese ad Altea. Ad un tratto la ragazza udì un lamento, seguito poi da un pianto. Come se appartenesse ad una donna. Una donna nascosta nel sibilo del vento. |
“Aspettate, milady…” disse Reas prendendo la mano di Elisabeth “… stasera Tylesia è più malinconica del solito… vi prego, restate ancora un po’… vi racconterò una storia… una triste storia che non voglio rammentare da solo…”
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Senza far rumore salimmo delle scale, appoggiavo le mani sulle pietre fredde che portavano fino a una alta torre...la torre, ricordai quando fui imprigionata dai Cavalieri del Tulipano con la regina...Tylesia...eppure mi mancava con il suo splendore.
Ci affacciamo da quella torre, il cielo plumbeo si stava rabbuiando per il calar della notte, Fyellon aveva ragione....la nebbia rendeva il tutto più triste. Ad un tratto...una folata di vento, i miei capelli si scompigliarono e udii un pianto di una donna e vidi un' ombra...mi voltai.."Fyellon, sentite pure voi...una donna sta piangendo, dobbiamo cercarla e aiutarla...milady dove siete?" |
Mentre Parsifal e Lilith tentavano di risolvere l’arcano contenuto nel libro, Redentos cercò di rasserenare la donna.
“Prometto, signora…” disse il cavaliere “… che ci recheremo in quel maniero e tenteremo di liberare vostra figlia dai suoi dolori…” “Che Dio vi benedica, messere!” Esclamò la donna. “Io vi condurrò là!” Redentos annuì, per poi chiamare a sé Avid e Jovinus. “Non posso obbligarvi a seguirci…” fissandoli “… scegliete voi… venire con me, Parsifal e Lilith, oppure proseguire verso Tylesia… se sceglierete questa possibilità, allora prenderete un alloggio e ci attenderete là… cosa decidete?” “Attendiamo i vostri ordini, milord.” Rispose il nano. “Diteci voi cosa fare.” Redentos allora incaricò loro di raggiungere Tylesia ed attendere il loro ricordo. “Parsifal, Lilith, preparatevi a partire….” disse Redentos “… raggiungeremo subito il Castello dell’Avvilente Costumanza…” |
Fyellon si guardò intorno a quelle parole di Altea.
“Io non sento nulla, milady…” mormorò. Ma poi, poco dopo, di nuovo si udì quel lamento seguito da un pianto. E stavolta il pianto era ancora più straziante. Ad un tratto, guardando dall’alto della torre, Altea vide una figura vestita di bianco nel cortile del castello. Una pioggia leggera cadeva sulla selva, lasciando tutt’intorno un’eterea foschia. E quella figura sembrava come fluttuare in quella foschia. “Ora ho sentito anche io!” Esclamò Fyellon. “Ma chi può essere stato?” Egli infatti non aveva visto quella misteriosa figura. |
"Davvero non avete sentito niente?Allora deve essere stato il sibilo del vento" appoggiai la mano al polso di Fyellon, iniziavo a sentire delle vertigini, mi sporsi più avanti e di nuovo...un pianto...di dolore, stringeva quasi il cuore...e li, nel cortile, proprio vicino quel pozzo antico vidi una figura tutta bianca, quasi seminascosta dalla foschia della sottil pioggia.
Fyellon, finalmente, lo sentì, ma non capiva la provenienza. "Fyellon" dissi stringendo il suo polso e indicando verso il cortile "chi mai può essere quella figura laggiù nel cortile? La vedete...è candida come la luna..e sento il suo lamento e pianto". |
Fyellon, nel vedere quella figura indicata da Altea, si lanciò subito verso la botola che dava sulle scale.
“Attendete qui, milady!” Disse ad Altea. Raggiunse velocemente il cortile, ma quella figura sembrava sparita. Ad un tratto giunse uno dei servitori. “La cena sta per essere servita, messere.” Fissando Fyellon. “Dov’è andata?” Domandò Fyellon al servitore. “Chi?” “Quella donna!” Rispose il cavaliere. “C’era una donna vestita di bianco proprio qui, nel cortile!” “Vivo da molto tempo qui” spiegò il servitore “eppure non ho mai visto la donna di cui dite, messere.” |
Fyellon vide la figura bianca e si lanciò di corsa verso il cortile, lo seguivo cercando di non inciampare "Fyellon aspettatemi, non siate avventato come sempre.." ma egli non sentiva, raggiunse il giardino e io dietro di lui guardai in giro, ma della figura non vi era più traccia, era sparita come la nebbia che stava ormai salendo verso il cielo.
La pioggerellina fitta bagnava le mie vesti e mi riparai sotto un piccolo porticato, Fyellon era ancora nel cortile e vidi arrivare un servitore che lo avvisava di raggiungere la sala per la cena. Fyellon chiese di quella misteriosa figura ma il servitore scosse il capo, dicendo non vi abitava nessuna donna di quelle fattezze. Li raggiunsi..."Messere" rivolgendomi al servitore "pure io ho visto quella donna bianca....e piangeva disperata...mio cugino non ha avuto una visione". |
Sembrava una storia senza fine...una storia solo mia, afferrandomi la mano.....mi chiedeva di restare ancora un po'.......solo un po' e poi sarei potuta svanire nel nulla......non sarebbe importato a nessuno, tanto meno a lui.......ero solo due orecchie che potevano ascoltare....." Una strana notte a Tylesia o in qualsiasi altra parte della terra.....una notte con stelle..la cui luce non riesco a vedere, sentite il vento Reas ?...sono quelle storie che uomini soli raccontano a se stessi........raccontate la vostra storia.....e io l'ascoltero'........la notte accompagnera' l' aurora e io sapro' che voi starete meglio.......e io avro' una storia in piu' da tenere nel cuore.......".....c'era un muretto dietro di noi, e io mi sedetti li'...misi le mani in grembo e guardai la sua figura avvolta dal buio......c'erano uomini che scrivevano poemi immensi per una donna.........per me avrebbero scritto soltanto due righe, prendendo il Carrozzone avevo sfidato il destino, un destino che non riuscivo a comprendere, forse questa struggente storia....era l'unico bagaglio che avrei portato via da li'....
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Lilith sembrava davvero stremata dalle sue ultime visioni, non potevo pretendere che potesse aiutarmi.....
Cominciaì a ragionar sulla base di come avreì agito io..... in presenza di quel fiore: "Il primo è fermo e lo ammira senza estirparlo", non può essere visto come un atteggiamento giusto, poichè l'uomo dopo un pò di tempo distratto dalle novità che lo circondano potrebbe perdere interesse e andar via lasciandolo alle sferze del tempo..... "Il secondo uomo vende tutto e acquista il Giardino per custodire il fiore senza estirparlo" ,potrebbe essere inteso come un gesto di abbandono di tutto ciò che è materiale e prodigar la sua vita alla preservazione del Fiore, quindi seguirlo nel suo sviluppo donandogli le giuste cure..... "Il terzo lo estirpa e lo tiene per sè" credo sia la scelta sbagliata perchè non puoi allontanare il Fiore dal suo luogo in quanto sarebbe morte certa. "Io scegliereì la seconda condizione", custodirlo e curarlo..... Decisa la soluzione dell'arcano....vidi che la compagnia andava dividendosi.....il Maestro Redentos ordinò a Jovinius e Avid di recarsi ad una taverna nei pressi di Tylesia ed attendere il nostro ritorno, ma non credo che ci saremo rivisti. Il Maestro Redentos voleva seguire me e Lilith, ma questo non potevo permetterlo..... per anni ha cercato Tylesia ed il luogo del suo triste amor, e ora che era ad un passo dal traguardo nuovamente si sarebbe allontanto, questa non era la sua lotta. La salvezza della damigella presso il Castello dell' Avvilente Costumanza, era un carico che abbiamo voluto adottare io e Lilith, non lui. Cosa potevo fare? Lilith non poteva proseguire poichè stremata dalla visione ed il Maestro nuovamente si sarebbe allontanato dal suo percorso. Non era facile. |
Gli occhi spalancati e la mente, per un istante, lontana da lì... molto, molto lontana...
Avvertii sulla pelle l’aria fredda di quella grotta, il crepitare delle torce suonava come un’ipnotica melodia nelle mie orecchie ed il palpitare del cuore di Chymela era diventato il mio... batteva forte, tanto forte il cuore della principessa che avrebbe potuto saltarle fuori dal petto da un momento all’altro... Le mie mani si strinsero con forza sul bordo della panca, nel vano tentativo di restare in quella chiesa... “Ma padre...” mi sentii sussurrare. “Questa è la mia ultima parola, Chymela!” rispose il re, voltandomi le spalle ed allontanandosi di qualche passo “Non ascolterò nient’altro!” “Ma devi ascoltarmi...” insistei “Io non voglio sposarmi... non con quel marchese!” “Il Marchese è un uomo giusto e retto. E’ uno dei nostri più fedeli e più valorosi alleati... ed è innamorato di te, Chymela! Il tuo è solo un capriccio!” “Non è un capriccio...” “Ho detto basta, Chymela! E ciò significa che non intendo discuterne oltre!” “Padre...” “Silenzio!” Tremavo... tremavo come una foglia ed i miei occhi erano lucidi e spaventati... “Papà, io amo Andros!” confessai, infine. La mia voce, cristallina e leggermente più alta del solito, echeggiò nella sala e per qualche istante calò il silenzio... il re mi dava ancora le spalle, scrutando immobile la pioggia che scrosciava fuori dalla finestra, ma lo vidi sussultare a quella rivelazione. “Mi sono sempre reputato un sovrano ragionevole...” iniziò poi a dire, la voce bassa e ruvida, vagamente minacciosa “Mi sono sempre reputato un uomo riflessivo e tollerante... Ma sono il sovrano di queste terre, Chymela, e sono tuo padre!” Si voltò di scatto e puntò i suoi occhi fiammeggianti su di me... “Ed ora ripetimi ciò che hai appena detto...” proseguì “Dimmi... e pensa bene a ciò che dirai... ciò che provi per quell’uomo. E, nel farlo, cerca di ricordare che non sei una ragazza qualsiasi ma la principessa di Sygma... cerca di tenere bene a mente il modo in cui egli è giunto qui per carpire informazioni. Rammenta il modo in cui ha tradito la nostra ospitalità e la nostra buona fede, spacciandosi per ciò che non era. Rammenta il desiderio che egli, come tutti i suoi predecessori, nutrono di conquistare le nostre terre ed assoggettarle, la nostra gente, le nostre tradizioni, tutto ciò che siamo e che siamo stati...” “Non è vero!” lo interruppi improvvisamente, poiché ogni sua parola mi feriva “Non è vero... e, se anche lo fosse, non mi importerebbe!” Gli occhi dell’uomo si allargarono appena e per un istante mi fissò quasi senza parole... “Molto bene...” mormorò poi, e nella sua voce risuonò una vaga nota di dolore “Non volevo giungere a tanto, ma tu non mi lasci altra scelta... Da domani stesso quell’uomo sarà bandito dai confini di Sygma, pena la morte! E a te, Chymela, sarà proibito pronunciare il suo nome e persino formulare il suo ricordo... e non uscirai mai più da questo palazzo fino al giorno in cui ti sposerai!” Citazione:
“E’... è stato un incidente!” mormorai, senza fare molta attenzione a ciò che dicevo “Uno sciocco incidente a cavallo! Così ho perso la vista! Ma dicono che sia temporaneo... dicono che potrò vedere ancora, prima o poi!” Quelle visioni... una più potente dell’altra, una più sconvolgente dell’altra... e poi le parole dell’arcicappellano... Faticai a trovare le parole nel caos di informazioni e di dubbi che si agitavano nella mia mente... “Mio marito cerca qualcosa, probabilmente!” mormorai poi, quasi senza pensare “E, quando finalmente lo troverà, noi saremo infine liberi!” I miei occhi si socchiusero appena... come se avessi realizzato solo un secondo più tardi ciò che mi era uscito dalle labbra. E per qualche istante rimasi così, in silenzio, persa in pensieri tanto folli da non poter essere neanche formulati... Infine sorrisi e tornai a concentrarmi sull’uomo... “Quanto ai suoi colpi di testa...” proseguii allora, cautamente ma con l’intento preciso di tentar di fare un po’ di luce “Non è certo mai stato un uomo ponderato, ma non si può sicuramente dire che non ne sia sempre uscito più che vincitore... rammentate?” |
Non riuscivo a concentrarmi sull'enigma, ero troppo stanca. Ma, nonostante tutto, ero ancora motivata a partire. "Parsifal, ce la posso fare, ti prego... Andiamo; quella donna ha bisogno di noi." presi un lungo respiro e provai a sorridere per rassicurarlo. Guardai prima i cavalieri, poi la donna, cercando di convincerli con il solo sguardo...
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Il servitore fissò Fyellon prima e Altea poi.
“Non vi è alcuna dama bianca in questo castello, signori.” Disse. “Sarà stata la stanchezza del viaggio a confondervi, o forse la pioggia che scendeva sul castello... ora dimenticate tutto ciò... il padrone vuole rendervi il degno omaggio per essere giunti qui... prego, vi condurrò da lui...” E condusse la ragazza e il cavaliere nella parte più lussuosa del maniero. Qui, in una grande sala, arredata col tipico gusto bretone, trovarono un uomo di grossa corporatura e dall'aspetto corrucciato. Indossava una lunga tunica di taglio celtico e pesanti stivali di cuoio. “Milord...” annunciò il servitore al suo signore “... ecco gli ospiti appena giunti al castello...” si rivolse poi verso Altea e Fyellon “... sir Orco il Rosso, padrone del maniero.” http://3.bp.blogspot.com/_qeg1OcClj7...w/s400/iv4.JPG |
Elisabeth si sedette accanto al muretto e Reas le si avvicinò di qualche passo.
“Che bella Luna...” mormorò il capitano “... non credete appaia come una donna? Bella ed enigmatica, appena velata dalla nebbia e dunque ancor più affascinante, come lo sono tutte le cose che non riusciamo a comprendere fino in fondo fondo...” fissò il cielo “... il vento dite? Non saprei... tutto sembra magico... Tylesia è forse davvero la più bella città del mondo... credete io sia di parte? Forse...” sorrise “... ma solo una città non comune può conservare una storia come quella che voglio narrarvi... la regina... la nostra amata regina... ha giurato di restare vergine per sempre... perchè? Perché anche lei un tempo, come voi, credeva nell'amore... e forse, visto quel giuramento, ci crede ancora... e perché lo conosce, perché conosce la forza dell'amore che ha voluto imporre su Tylesia quelle leggi che condannato chi vuole affidarsi troppo al proprio cuore...” In quel momento Elisabeth ebbe una strana sensazione. Come se qualcuno li osservasse. E dalla finestra di una delle torri le sembrò di vedere una figura. Forse una donna. |
Il servitore ci guardò senza mostrare alcuna espressione di timore o stupore...ci accompagnò in una sala molto bella ma anche fredda come l' arredamento, e ci presentò un uomo possente, subito capii era il padrone del castello, chiamandolo per nome..."I miei omaggi...milord Orco..sono milady Altea, e vi ringrazio per questa inaspettata ospitalità" guardai Fyellon e mi avvicinai a lui, quell'uomo era molto inquietante come il posto dove abitava.
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Redentos allora, fece segno agli altri tre, Parsifal, Lilith e la donna, di partire.
I quattro, così, presero il sentiero e sotto le indicazioni della donna penetrarono nella selva. “Parsifal...” avvicinandosi il cavaliere al suo apprendista “... leggo inquietudine nel tuo sguardo... qualcosa ti rende poco sereno... ora avrai la possibilità di mettere in pratica quanto appreso fino ad ora... vi è qualcosa che vuoi dirmi?” Più avanzavano, più il sentiero si faceva tetro e selvaggio, tra macchie di verde tanto fitte da rapire e tenere poi imprigionata la luce, irregolari spiazzi tappezzati di fiori selvatici e alberi simili a tanti guardiani addormentati. Ad un tratto, i quattro giunsero in una specie di vasta depressione, simile ad una grande conca sommersa da piante, alberi e rocce. E sopra a tutto questo si ergevano delle mura sulla cui merlatura spuntavano quattro torri alte e massicce. “Ecco...” indicò la donna “... è il Castello dell'Avvilente Costumanza...” In quel momento Lilith udì qualcosa nell'aria: “Fermate i cavalli e tornate sui vostri passi. Avvertili e che nessuno quel limite oltrepassi! Quel Castello conosce solo pianto e sofferenza. Perché in esso domina l'Avvilente Costumanza!” Ma queste parole furono udite solo da Lilith. |
“Si potrebbe tentare...” disse Tieste a Cavaliere25 “... immobilizzare le guardie e tramortirle non dovrebbe essere difficile... ma dopo? Abbiamo bisogno di un luogo sicuro in cui ripararci...”
“Ci sarebbe un posto...” intervenne Polidor. Ma proprio in quel momento arrivò il falco e si fermò davanti alle sbarre della finestrella che dava sull'esterno. |
Il profumo delle lenzuola e il fresco del raso sulla pelle.
Le mani di lei sul petto nudo di lui e qual senso di rassicurante leggerezza che la ragazza avvertiva. Aveva sognato quella notte Chymela. Tanti sogni, quasi concatenati l'uno all'altro. I suoi occhi socchiusi e poi finalmente aperti. In un attimo realizzò e rammentò ogni cosa. Erano insieme. Allora Chymela alzò i suoi occhi in quelli di lui. Andros era sveglio e un raggio di luce, filtrato dalla finestrella scavata nella roccia, zampillava sul suo viso. Chymela lo salutò con un bacio. “Buongiorno, mia adorata.” Sorridendo lui. Allora lei cominciò a giocare con un dito sul viso di lui. “Da quanto tempo sei sveglio?” “Lo sono ancora” fissandola lui “perché non mi sono svegliato mai... per questo sto continuando a sognare di te...” “Fino a quando vuoi sognare?” “Fino a quando ci saranno notti come queste...” Lei gli diede un altro bacio. “Ti guardavo mentre dormivi...” “E cosa hai visto?” Domandò lei. “Oh, tante cose...” rispose lui “... tante da fare invidia a marinai e viaggiatori...” Lei sorrise. “Ho visto stelle sconosciute che risplendono su mari inesplorati...” continuò lui “... isole che si mostrano solo sotto l'incanto della Luna... ho visto i mille e più bagliori che sa assumere il mare... dal rubino all'albeggiare, all'oro scintillante del Mezzogiorno, fino all'argento delle acque al crepuscolo, per poi seguire la scia disegnata dall'alone lunare sulle onde...” “Vorrei viaggiare in tutto questo...” sussurrò lei. “L'ho visto di nuovo, Chymela...” Lei lo fissò senza dire nulla. “Si, l'ho visto chiaramente...” proseguì lui “... e stavolta non era un sogno... era meraviglioso... tutto mi è apparso chiaramente... tutto era reale...” sorrise e quel raggio di luce sul suo volto sembrò divenire ancora più splendente “... l'ho visto e non sognato, Chymela... e sai perché? Perché tu eri con me...” http://www.mp4v.ru/sites/default/fil...in-love_03.jpg L'arcicappellano restò un attimo in silenzio a quelle parole di Talia, ma il suo sguardo negli occhi di lei seppe destare la ragazza da quella visione, simile ad un bagliore. “Vostro marito cerca qualcosa...” mormorò, rompendo così quel silenzio in cui, per un istante, sembrava essersi rifugiato “... lo sappiamo bene... lo sapete voi, ne sono conscio anche io e buona parte della corte... e dite probabilmente? Voi sapete bene cosa cerca... voi stessa mi rivelaste questa cosa in confessione, rammentate? Ora invece? Volete forse coprirlo? Volete fingere di non condividere con lui questa sua ossessione? E se fossero davvero solo ossessioni tutti quei sogni? Se non ci fosse null'altro oltre quei sogni? Ci pensate mai, milady?” Intanto, all'esterno della Cappella, Guisgard tentava di entrare ma la porta era chiusa. “Aprite questa porta!” Intimò al vecchio guardiano. “Apritela oppure la butto giù!” “La confessione non è terminata, milord...” rispose senza scomporsi il vecchio “... ed è sacrilegio interromperla.” “Voglio vederla!” Fissandolo Guisgard, ormai sul punto di perdere totalmente la calma. “Voglio solo vederla e non ho intenzione di interrompere la confessione!” “Non possiamo profanare la Cappella...” fece il vecchio “... le cose sacre hanno la priorità su quelle materiali, mio signore...” “Riguarda Talia” rispose Guisgard “e per me è sacro! Per l'ultima volta... aprite questa porta, oppure lo farò io stesso!” Il vecchio lo fissò ed accennò un lieve ed enigmatico sorriso. |
La mente di Chymela, poi la voce dell’arcicappellano... ancora la mente di Chymela e poi di nuovo la voce dell’uomo che risuonava in quella cappella altrimenti vuota...
Ed io venivo sbalzata qua e là, vorticavo in una visione per poi ritrovarmi in quella chiesa... la testa mi girava forte ormai e riuscire a conversare serenamente con il cappellano mi risultava sempre più difficile... “Certo...” sussurrai dopo qualche lungo momento di silenzio “Sapete... mi chiedo ogni giorno da dove giungano questi sogni, cosa sia a scatenarli e quale possa essere il loro vero significato... Talvolta la confusione è tanta che vorrei solo che smettessero, vorrei poter dimenticare tutto! Ma è solo per un attimo... e poi questo folle desiderio scompare. Perché vedete... questi sogni sono speciali. Questi sogni hanno un significato e nostro compito è scoprirlo. Perché niente, assolutamente niente, nasce dal caso... neanche i sogni!” Tacqui, rendendomi all’improvviso conto che non stavo più parlando soltanto dei sogni di Andros ma anche delle mie visioni... rammentando improvvisamente che anche Guisgard aveva fatto un sogno simile, un fiore indescrivibile che cresceva in un giardino incantato... me ne aveva parlato solo di sfuggita, ma io lo conoscevo troppo bene per non aver colto una sorta di involontario brivido nelle sue parole... Ed allora anche io rabbrividii. |
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