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Ascoltavo e mi strinsi le braccia...sembrava un po' la mia storia ma forse con sfaccettature meno drastiche, a quel punto pensai di aver visto davvero lo spirito di Lady Layla "Era una donna allegra immagino, piena di vita vero?" ricordando la donna di prima "E poi che successe?".
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Arrivarono finalmente degli alloggi di Destresya, tutti avvolti da una sottile penombra generata dal buio screziato e dal pallido alone lunare.
Lei si sedette sul letto, tutta nuda ed accaldata, con solo le scarpe alte ai piedi. L'aristocratico conte la guardò più e più volte, tutta, ovunque, desiderandola alla follia. Allora accese due candele, appena sufficienti a lambire la penombra e lasciare una luce rossa e leggera nella camera. Il suo sguardo, azzurro e nobile, cortese e cavalleresco si posò di nuovo su di lei, calda e nuda. Allora si avvicinò al letto e delicatamente, come se davvero avesse davanti una regina ed una dea, prese prima una scarpa, poi l'altra, sfilandone una alla volta, per poi sfiorarle i piedi, accarezzandoli pianissimo con le dita. Lungo la pianta, fra le dita, ancora ed ancora. “Mia nobile dama...” disse in un sussurro lui “... siete pronta a vivere quell'incantamento e mutarvi da una dea venerabile ad una cavalla?” Continuando ad accarezzarle i piedi. “Ma prima, per la riuscita, avete bisogno di mangiare qualcosa... anche un frutto...” indicando il cesto con la frutta, con mele, pesche, uva e banane, posto sul comodino e tornando a guardala. |
"I giorni trascorrevano lieti..." disse il barone riprendendo il suo racconto "... lei era felice, soddisfatta... ed anche io lo ero... poi un giorno accadde qualcosa... in città arrivò qualcuno..." fissando Altea.
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"Presto torneremo a cacciare..." disse Elv a Gwen.
Intanto quei rumori non cessavano. "Ma cosa diavolo staranno facendo?" Lui incuriosito. "Sembrano rumori metallici... di arnesi o qualcosa di simile... ora davvero vorrei saperlo..." mentre Gwen preprava da bere. |
Avvertivo sempre brividi più freddi e mi versai altro the tenuto caldo dalla particolare porcellana della teiera. Lo bevvi lentamente, lo zucchero mi diede forza e il the calore e poggiai la tazzina.."Un uomo intendete? E cosa è successo? Immagino abbia iniziato a corteggiare la bellissima vostra moglie".
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"Io aspetto qui... Non vado via..." ancora con tono sarcastico.
Ascoltai alzando gli occhi in su mentre bevevo il liquido tiepido e vischioso. "Arnesi, dici? E cosa dovrebbero farci dei rispettabili anziani con degli arnesi metallici?" in una domanda retorica, con tono curioso. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
“Si...” disse il barone con sofferenza quasi “... è così, lady Altea... giunse in città per i suoi studi... era un uomo colto... per certi aspetti unico... all'inizio non me ne curai... ero abituato agli uomini che cercavano di corteggiare mia moglie... ma lui era evidentemente diverso... Layla cambiò... me ne accorsi... cambiò come Isotta dopo aver bevuto il filtro magico... e cos'è l'amore se non un filtro magico, un elisir che desta il cuore in maniera irreversibile? E così... quell'uomo giunto da chissà dove riuscì a conquistare Layla...”
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“Non lo so... ma accidenti, muoio dalla voglia di scoprirlo ora...” disse Elv “... e se...” guardando Gwen “... e se invece non fossero gli insospettabili e dolci vecchietti che pensiamo? Se avessero cadaveri seppelliti in cantini e scheletri nell'armadio?” Divertito. “Immagini? Magari sono degli avvelenatori...” scoppiando poi a ridere.
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"Posso comprendere, Lady Layla vi è sfuggita di mano e non avete potuto far nulla contro..chiamiamolo filtro d' amore. Ma Lady Layla poi è fuggita con quell' uomo? Ricordate il nome di quel uomo che ha osato rovinare la vita vostra e della vostra consorte. Mi strugge, se non fosse stato così perverso ora sareste felici assieme" le mie parole erano davvero sincere, perché entrambe erano due creature che si amavano alla follia.
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Più mi guardava, più il mio corpo fremeva e impazziva, non capiva più niente.
Quell'attesa mi stava uccidendo, quell'attesa era quanto di più meraviglioso e terribile insieme ci fosse. Si avvicinò e un brivido caldo mi attraversò la schiena. Le sue mani sui miei piedi, tra le mie dita, quel tocco leggero e sensuale, quello sguardo cavalleresco e romantico, appassionato e folle, che non vedevo l'ora di mutare in animalesco e senza scrupoli. Sentivo il cuore che batteva sempre più forte, sempre di più, sempre di più. Nulla mi appariva più incredibile di quel momento, di quella passione che mi divorava. Nulla mi sconvolgeva più della sensazione inebriante e sensuale di chi sta per abbandonarsi ai piaceri più torbidi. Lo guardavo, lo guardavo tutto. Non aveva accettato il mio invito a spogliarsi, così dovevo ancora immaginare il suo corpo, le sue membra scattanti e calde, il suo sesso così prorompente e voglioso, così folle e voluttuoso, che volevo solo per me, tutto per me. Restai ad osservarlo, sempre più rapita dai suoi modi e dalle sue movenze. Lo guardavo estasiata, folle, appassionata. Disse che il rituale stava per cominciare, e io non desideravo altro al mondo. Così trattenni il fiato quando mi si avvicinò con il cesto della frutta. Un lampo di lussuria mi attraversò lo sguardo. Voleva giocare ancora? Oh, non mi sarei certo tirata indietro, anzi. Tutto quello mi eccitava ancora di più, ancora di più. Così, presi una banana dal cesto, la sbucciai interamente fissandolo negli occhi. Poi, con un movimento lento e sensuale, senza mai staccare lo sguardo da lui, portai appena indietro la testa, schiusi le labbra e vi lasciai scivolare dentro il frutto. Ancora, ancora, ancora. http://i66.tinypic.com/2zdrj45.jpg |
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