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“Nessuno può darmi dello sciocco...” disse il biondo giovane a Guren.
“Allora evita di comportarti come tale.” Rispose il contrabbandiere. “Che proponete di fare?” Chiese uno degli altri che erano con loro. “Ciò che ha detto questa bionda dama...” Guren indicando Altea “... bisogna attirare qualche nave, evitando però che sia una della marina. Per questo organizzeremo dei turni di guardia in cui controlleremo l'orizzonte. Se avremo la fortuna di intravedere una nave mercantile allora troveremo il modo di attirarla.” |
“Non sono così celebre qui a Capomazda.” Disse sorridendo Ehiss a Dacey. “Però...” divertito “... sembra una festa di quelle con la F maiuscola. Non vi facevo così mondana.” Facendole l'occhiolino.
“Eh, esistono forse ragazze che non sognano almeno per una notte di essere nobili dame?” Fece Pepino. “Ah, non lo so...” rispose il cavaliere, sempre col suo sorriso un po' Guascone “... non ho molta esperienza con ragazze sognanti.” “Immagino...” ridendo Pepino “... vi ci vedo a corteggiare solo ricche e belle dame, ser.” |
"Non offendetevi" dissi al biondo ragazzo.."Non è malvagio come sembra..beh, ha il suo carattere ma mi ha salvato..eravamo entrambi su una fregata ducale e volevano giustiziarci...sembrate un pò borioso o sembra a me?" guardandolo da capo a piedi..per essere bello lo era, ma in fondo Guren aveva ragione, quando mi ero ferita nemmeno mi aveva soccorsa.
Poi udii le ultime parole di Guren e il mio egocentrismo e la mia vanità ebbero la meglio.."Infatti...mi ero messa da sentinella..comunque nessuna nave all' orizzonte per ora..e grazie per la dama" e quello era un segreto tra me e Guren.."Direi potete voi organizzare il tutto..siete infallibile, se siamo sfuggiti al temibile Johnata è grazie al vostro intuito". |
<< A che serve sognare quando poi si aprono gli occhi e ci si scontra con la realtà? Non sono certo un'illusa io. E poi non avrei neanche i soldi per un abito del genere, per non parlare del fatto che non mi farebbero mai entrare. Pepino oggi siete sicuro di stare bene? Sono venuta a chiamarvi per il pranzo e invece voi state qui a chiacchierare come una vecchia lavandaia>>
Nessun uomo in quella stanza poteva comprendere come mi sentivo. Avrei voluto parlare, lasciar libera la mente, immaginarmi a quel teatro e chiedere infine a Ser Ehiss di portarmici. Ma non potevo, non dovevo, lo avevo promesso allo zio e non sarei stata tanto sciocca da porre uno spettacolo prima della mia famiglia. Lo zio Charlie era tutto ciò che mi restava e non potevo rovinare i rapporti con lui per uno spettacolo mondano. |
Icarius si alzò con la schiena e appoggiandosi poi sui gomiti, mentre Clio si rivestiva.
“Non esiste che vieni qui, piombando da chissà dove” disse lui “e con la sfacciataggine di trattarmi come un bamboccio. Cosa sono poi tutti questi misteri? Dunque le domande le farò prima io... chi sei? Da dove vieni? E soprattutto cosa vuoi? O devo arrivarci io? Che ne so... scarterei l'idea ormai che tu sia qualcuna attratta da me... ed anche che tu sia un Angelo Custode... gli Angeli infatti non hanno sesso.” Ridendo. “Avanti, dimmi cosa vuoi davvero da me...” |
“Semplice, altezza...” disse il pirata avvicinandosi a Gaynor “... perchè eravate svenuta dopo un colpo di mortaio esploso non troppo lontano da voi... e siccome non avevo né modo, né tanto meno tempo di ricondurvi al vostro palazzo, ho pensato bene di portarvi qui, sulla mia nave. Spero di aver fatto cosa gradita a sua maestà.” Con un inchino vistoso.
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Ad un tratto la figura parlò, rivolgendosi soprattutto a Rovolin, il quale si alzò in piedi.
Subito afferai il suo braccio. "Milord..." sussurra dolcemente, cercando di farlo calmare, e lo feci sedere. Cercai poi lo sguardo di Velvot, poichè non eravamo molto lontani dalla scena; cercai col mio sguardo, se mai avessee incrociato il suo, di fargli capire che la situazione rischiava di degenerare. |
"Capitano, vi ringrazio per il riguardo che mi avete usato, ma io adesso ho urgenza di tornare a casa... il seggio è vacante, non c'è nessuno che guidi il mio popolo...lasciatemi tornare a Vacolis..." lo pregai per tutta risposta.
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Il biondo giovane guardò con astio Guren, che invece si avvicinò al mare scrutando l'orizzonte.
“Comincerò io a fare la guardia...” disse “... voi cercate nel frattempo un posto in cui nasconderci tutti, nel caso arrivasse qualche nave ducale...” “Chi vi dice che accetteremo i vostri ordini?” Sbottò il biondo giovane. Guren per tutta risposta si voltò e lo colpì con un pugno, facendolo cadere sulla sabbia svenuto. “Perchè ora comando io qui.” Mormorò. “Bontà Divina...” una donna che era con loro. “Tranquilli, si riprenderà fra poco.” Fece Guren. “Avete spirito di iniziativa...” rivolto ad Altea “... portate questa gente a cercare un posto dove nasconderci, mentre io scruto il mare.” |
Non ebbi nemmeno il tempo di chiedere al bel biondino il suo nome che lo vidi stramazzare a terra sotto un bel pugno sferrato da Guren.
Eppure non sembrava così pieno di sè quel ragazzo all' inizio, ma d' altronde pure io mi sarei offesa con un estraneo, ma in fondo avevo capito Guren non era un malvagio...almeno si sperava..e riponeva tutta la fiducia in me. Presi il ragazzo e lo trascinai verso la riva mentre Guren scrutava l' orizzonte..."Avanti..rinsavitevi..mica vorrete fare la figura della donnuccia inerte" e gli sorrisi appena si svegliò. Poi mi avvicinai agli altri "Dunque..non sappiamo se questa isola è abitata, quindi si deve andare cauti..io ho un pugnale e lo estrassi dal corpetto..andiamo avanti, dividerci sarebbe pericoloso..andiamo a cercare un posto dietro la boscaglia, magari vi sarà qualche grotta naturale" e iniziai a fare la capofila chiedendo alla donna di avvicinarsi a me. |
A quelle parole di Dacey a Pepino, Ehiss rise di gusto.
“Chiacchieravo in attesa del pranzo.” Disse l'ometto. “Beh, procurarsi un abito mondano non è poi un'impresa così proibitiva...” fece il cavaliere “... dite...” alla giovane zingara “... ne avete già scelto uno?” “Cos'è, volete farle un regalo, ser?” Ridacchiando Pepino. “Non accetterei mai l'elemosina per mia nipote.” Risentito Charlie. “Oh, non mi permetterei mai.” Replicò il cavaliere. “Infatti intendevo che vostra nipote acquistasse da sé l'abito dei suoi sogni.” “Costano un bel po', ser...” mormorò Pepino “... forse avete davvero vissuto troppo fuori da questo mondo se ora ignorate ciò.” “Affatto, amico mio.” Fissandolo Ehiss. “Dacey acquisterà quell'abito. Con i soldi guadagnati. Lavorando da me, se vorrà.” |
Almeno il suo atteggiamento si era leggermente tranquillizzato.
Alzai gli occhi al cielo. Agli ordini, milord.. "Non ti ho mai mentito..." voltandomi verso di lui "Il mio nome è Clio de Lorendal, sono il capitano della Guardia Ducale..." mostrando la spilla sula giubba che mi stavo rimettendo che indicava il mio grado. "Sono partita per cercarti e riportarti a casa.." sospirai "In questi mesi mi sono chiesta che diavolo stessi facendo mentre il ducato è nel caos e rischia la guerra.." lo guardai e sospirai "Ora lo so.." mestamente "Non sai chi sei..." sospirando di nuovo. "Questo cambia la mia missione, ora devo proteggerti.. perché che ti piaccia o no non sono l'unica a cercarti, solo che gli altri ti uccideranno anche se non sai niente.." con lo sguardo preoccupato nei suoi. "Senti io.. lo so che tutto questo ti sembrerà folle ma ti prego..." con lo sguardo nel suo "Ti prego, fidati di me.." sospirai. "Fammi parlare, non so.. ci sarà qualcuno che ti ha cresciuto... un tutore? un maestro? loro magari sanno la verità....". Abbassai lo sguardo. "Don Nicola lo sa, tu lo conosci?" guardandolo. Ora la cosa più importante era tenerlo al sicuro. "So che tutto questo ti sembrerà assurdo ma.." alzai le spalle "Vedila così, metti che mi sbaglio avrai l'opportunità di vedere l'alta società, di portarti a letto qualche nobile dama.. Non mi sembra una cosa tanto sgradevole.." sorridendo appena. "Ti lascerei qui se potessi, Icarius, davvero..." prendendo le sue mani nelle mie "ma potrebbero arrivare da un momento all'altro gli uomini di Cimas o quelli di Rovolin e ucciderti per porre fine alla crisi dinastica che si è creata..." scossi la testa, sedendomi accanto a lui. "Io non posso permetterlo, non posso... anche se non ricorderai mai, se non imparerai mai a governare un regno, anche se Rovolin dovesse salire al trono, io ti proteggerò...." con gli occhi nei suoi "Tuo zio, Lord Anione de Taddei, ti ha allontanato da corte quando eri solo un bambino perché temeva per te, per via della maledizione... e ora so che ha preso precauzioni perché tu addirittura non ricordassi nulla, probabilmente l'ha fatto perché non soffrissi la lontananza..." trattenni il fiato "Ora lui è morto..." abbassai lo sguardo "Io sono venuta a toglierti dal tuo nascondiglio perché eri l'ultima speranza per Capomazda, io ti difenderò.." sorrisi "Anche se mi fai ammattire come quando eravamo bambini, anche se tu non lo sai.." ridendo piano. |
Gwen riuscì a far sedere Rovolin, cercando poi lo sguardo di Velvot.
Gli occhi del mago però erano come assorti, distanti, vaghi. “Morirete...” disse la spettrale figura “... morirete tutti... uno dopo l'altro... tutti...” indicando col dito proprio l'aspirante duca. Poi la figura cominciò ad intonare una lenta nenia, che fece scendere un velo di angoscia su tutti loro. |
“Altezza...” disse il pirata a Gaynor facendosi serio “... la vostra terra è sotto scacco ed il vostro palazzo con ogni probabilità a quest'ora è nelle mani della marina Ducale. Volete davvero tornare sulla terraferma? Avete una così chiara vocazione da martire? Vi avverto che tutto ciò non pagherà affatto.” Mentre il vento gonfiava i suoi capelli scuri.
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Cercavo il suo sguardo, ma era distante, vitreo, e ciò mi insospettì.
Intanto la figura continuava a rivolgersi a Rovolin, e iniziò poi ad intonare una nenia angosciante. Sì, dovevo decisamente parlare con Velvot dopo lo spettacolo. |
Icarius ascoltò Clio che parlava a raffica, che cercava di svelargli quell'intero scenario, senza interromperla, con i suoi occhi in quelli di lei.
Poi cominciò a battere le mani. “Che attrice...” disse sarcastico “... hai scritto da te questo monologo? Fammi indovinare... è uno scherzo? O magari sei solo una visionaria? Una pazza?” Rise. “Ma ti senti? Cimas? Rovolin? Chi è questa gente? Io un nobile destinato a governare? Dai, piantala...” scuotendo la testa “... piuttosto mi sorprende che tu conosca Don Nicola... quel santo eremita se ne sta da solo nella chiesetta senza voler mai vedere nessuno...” |
"Capitano " gli risposi altrettanto seria "non si tratta di martirio, è solo che se non mi vedranno mi daranno per morta... cosa ne sarà poi delle Flegee? Ho lasciato mia madre e ciò che rimaneva della mia gente lì, nei sotterranei del palazzo..."
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Alzai gli occhi al cielo.
Testardo di un Taddeo! Presi un profondo respiro, cercando di mantenere la calma ed evitare di spaccargli il naso come avevo una gran voglia di fare. "Mi hai chiesto di dirti la verità, e io l'ho fatto.." cercando di essere calma "Capisco che sia assurdo, ma se ti raccontassi fandonie a che servirebbe?". Poi trasalii. "Conosci Don Nicola?" strabuzzando gli occhi "Perfetto! È lui che mi ha indirizzato da te, lui era l'unico a sapere dove ti avrei trovato..". Non potevo lasciarlo andare, lo sapevo. Dovevo riuscire a conquistare la sua fiducia. "Senti facciamo così, andiamo insieme da Don Nicola, e sentiamo che dice lui..." guardandolo negli occhi "Cos'hai da perdere? Infondo ti fidi di lui, no?". |
Rovolin si voltò verso Reddas, quasi incapace di decidere come comportarsi, mentre la spettrale figura, immobile al centro della scena, continuava ad intonare quell'angosciante nenia.
La canzone parlava di Ardeliano e della Gioia. E poi di come tutti i suoi discendenti sarebbero morti nel medesimo modo. Poi, ad un tratto, la figura prese a ridere. Una risata disperata e tragica. “Morirete...” disse puntando ancora il dito contro Rovolin “... tutti...” Allora il pretendente al seggio ducale si alzò, lasciando il posto accanto a Gwen e corse verso la figura e Velvot. |
“Dunque” disse Capitan Cuore a Gaynor “se ora tornate a casa vostra cosa accadrà poi? Salverete la vostra famiglia? Ed il popolo? Scaccerete i ducali agitando il vostro scettro regale? Oppure ordinerete semplicemente a quei militari di andarsene?” Scosse il capo. “Vi dirò invece io cosa accadrà se tornerete là... vi cattureranno, magari chiudendovi in un bordello, per poi impiccarvi o bruciarvi viva dopo un mese in cui di nobile non sarà rimasto più nulla in voi. Questa è la fine che volete fare?”
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Icarius sbuffò.
“Che seccatura...” disse a Clio “... si può sapere cosa vuoi da me?” Scosse il capo. “E sia...” annuì “... andiamo da Don Nicola... ma ti avverto... se andrà bene ci brontolerà... come minimo... sicura voi sorbirti la sua ramanzina? Se non addirittura peggio?” |
Alzai gli occhi al cielo per l'ennesima volta.
Poi mi alzai e gli porsi la mano perché si alzasse a sua volta. "Smettila di chiedermelo se le mie risposte non ti vanno bene, no?" sorridendo appena. "Tesoro, è il mio mestiere... ne ho patite di peggio che ramanzine di vecchi eremiti sta tranquillo.." vagamente divertita "E comunque so che lui comprenderà..". Gli sorrisi. "Andiamo?". Speravo davvero che lui riuscisse a farlo ragionare, perché altrimenti non sapevo come altro avrei potuto fare. Al massimo sarei rimasta nell'ombra a proteggerlo, ma non potevo neanche trascurare i miei doveri. Non permetterò che gli accada niente, mio signore, ve lo prometto... |
La figura continuava, finchè non successe l'irreparabile.
A nulla valse il mio richiamo, poichè Rovolin si era già alzato e correva verso la figura e Velvot. Entrai nel panico: cosa potevo fare? Intervenire da parte mia sarebbe stato inutile. Non me lo sarei mai perdonato, se fosse successo qualcosa e intanto l'ansia aumentava. |
Quelle parole del Capitano mi diedero i brividi. Probabilmente sarebbe accaduto proprio quello, sarebbe stato stupido ribattere. Ma io pensavo alla mia famiglia... cosa ne sarebbe stato di loro?
"Ovvio che non voglio finire così... ma come posso lasciare la mia famiglia alla mercé di quei farabutti? Potrebbero prenderli e giustiziarli tutti sommariamente... vorrei solo trovare il modo per metterli in salvo, ecco tutto..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Icarius sbuffando accettò la mano di Clio e si alzò.
I due allora si diressero verso la chiesetta di Don Nicola. Vi arrivarono poco dopo ed il vecchio anacoreta era proprio davanti allo spiazzo affaccendato. “Eccolo...” disse Icarius a Clio “... come esordiamo? Tipo... salve, padre... volevo rivelarvi che sono un duca e questa è la mia guardia del corpo?” Sarcastico. |
Rovolin si alzò di scatto, senza che Gwen potesse impedirglielo e raggiunse il centro della scena.
“Morirete...” disse la spettrale figura. “No!” Gridò l'aspirante duca afferrando la sua mano. Tirò poi via il velo, per vederla in volto. Ma incredibilmente, da sotto il velo, non apparve nulla e Rovolin restò con quella stoffa in mano. http://www.e-barty.it/e-barty2/servl...e=image%2Fjpeg |
“Per ora potete solo mettervi in salvo, altezza.” Disse il pirata a Gaynor. “Ed è ciò che voglio fare... portarvi al sicuro. Poi penseremo al resto. Ora come ora non potete fare nulla.” Intanto la Santa Lucia si allontanava sempre più dalla costa. “Perchè ora non tornate nella vostra cabina per riposare? Non siete una dama di ferro e crollare adesso non gioverebbe all'intera situazione. Datemi retta e andate a riposare...”
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Sorrisi di sottecchi nel vedere che prendeva la mia mano.
Non potevo aspettarmi che diventasse docile così dal niente, ma era già un passo avanti. Così, salimmo su Ercole e in poco tempo arrivammo alla chiesetta di Don Nicola. Smontammo da cavallo e trovammo il religioso nello spiazzo, come poco prima. Sorrisi, vagamente divertita a quelle parole di Icarius. "Ghe pensi mi.." facendogli l'occhiolino "Ci penso io.." per poi prenderlo per mano. Presi un profondo respiro, e mi avvicinai all'eremita. "Buongiorno padre.." chinando rispettosamente il capo "Credo che voi sappiate perché sono qui.." con tono rispettoso e deferente. Dopotutto erano passate poche ora da quando mi aveva visto per la prima volta, dunque doveva ricordare di me. "Ora so perché non si è fatto vivo.." ammisi, chinando appena il capo "E so anche che è ancora più indifeso.." alzai lo sguardo a cercare quello del religioso "Lo difenderò a costo della vita.. qualunque cosa accada... ma.." alzando per un momento lo sguardo su Icarius "Mi crede una pazza visionaria.." guardando il frate con un'espressione speranzosa. "Mi rimetto a voi, padre.." chinando di nuovo il capo. |
La figura inveiva, ma quando Rovolin cercò di afferrare la sua mano e vederla in volto, sotto il velo non rimase nulla, a parte un telo bianco.
Dentro di me sospirai di sollievo; forse ora avrebbe capito che doveva calmarsi, e forse ora mi sarei calmata anch'io. Magari solo in parte. |
Mi rendevo conto che il Capitano diceva il giusto... Non potevo fare nulla, dovevo assecondare il corso delle cose.
"Avete ragione, Capitano... andrò a riposare... mi accompagnereste voi in cabina?" Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Don Nicola guardò prima Clio, poi Icarius.
Infine tornò ad occuparsi di ciò che stava facendo prima del loro arrivo. “Non so di cosa stiate parlando...” disse indifferente “... se volete confessarvi bene, sennò lasciatemi lavorare...” |
Tutto accadde velocemente.
Un attimo dopo Rovolin era immobile con quel telo in mano. “Che...” disse “... che trucco è? A che gioco stavi giocando?” Con rabbia verso Velvot. Le luci furono accese e lo spettacolo terminò. “Arrestateli!” Gridò Reddas, seduto accanto a Gwen. |
“Si, certo...” disse annuendo il pirata a Gaynor.
La condusse così sottocoperta, fino alla sua cabina. Entrarono ed il pirata tirò le tende, in modo che la luce non disturbasse la regina. “Ecco, riposate ora, altezza...” fissandola. |
Alzai gli occhi al cielo.
Pure questo ci voleva, adesso.. Chiusi gli occhi e feci un profondo respiro. "È con te che deve parlare, non con me.." dissi ad Icarius, prendendo le sua mani nella mie "Nel segreto del confessionale..". I miei occhi azzurri scrutavano i suoi. "Va', ti prego.." lo pregai, stringendo le sue mani "E se dopo aver parlato con lui non vorrai seguirmi, ti prometto che scomparirò, che non mi vedrai mai più.." con la voce che cominciava a tremare. Esitai "Ma ci sarò, sempre, se avrai bisogno di me, se sarai in pericolo... puoi non credermi, puoi prendermi per pazza.." senza sapere perché sentivo le lacrime affiorare. "Dopotutto l'hai sempre fatto.. mi chiamavi pazza quand'eravamo bambini.." con un sorriso amaro. "Però sappi che qualunque cosa accada, io sarò pronta a proteggerti.. dal re della brughiera, da un marito geloso, da qualunque minaccia tu corra..." restai per un momento con gli occhi nei suoi, con gli occhi lucidi, cercando di rendere la voce meno tremante. Staccai le mani dalle sue solo per togliermi una catenina da sotto la divisa, aveva impresso il lupo e la vipera, simbolo del casato. Nessuno sapeva che la portavo. Gliela misi tra le mani. "Ti farà arrivare a me.." spiegai, per poi chinare il capo. "Ora va'.." indicandogli con lo sguardo don Nicola "Ti prego.." mormorai nuovamente. E pregai che il religioso comprendesse la situazione e riuscisse a spiegargli la verità. |
Rovolin iniziò ad inveire contro Velvot e temetti il peggio.
Che infatti arrivò. Reddas ordinò di arrestarli. Cercai allora lo sguardo di Velvot e, coprendo la bocca con un gesto disinvolto della mano, mimai un "Al palazzo" silenzioso, senza farmi vedere, sperando che capisse di dover scappare e rifugiarsi da me. Ero terrorizzata all'idea di ciò che sarebbe potuto accadere, all'idea di perderlo, ma non potevo muovermi di lì, dovevo aspettare che anche gli altri ospiti andassero via. Poi, mi venne in mente una cosa. Con un gesto nascosto della mano, feci spegnere tutte le luci. La sala fu completamente al buio e gli ospiti subito si alzarono impauriti e disorientati. Ebbi così il giusto diversivo, corsi da Velvot e lo trascinai verso la porta da cui era entrato in scena. "Scappate, andate a casa mia, vi raggiungerò tra poco..." sussurra pianissimo. Tornai poi vicino al posto in cui ero seduta e aspettai qualche secondo per far tornare la luce, per dare loro un po' di vantaggio. Feci poi il contro incantesimo e la luce tornò, rivelando la sala costellatavda ospiti sbigottiti. |
Icarius fu tentato di andare via, ma nel vedere gli occhi azzurri di Clio lucidi, finì poi per annuire.
Prese il ciondolo e si avvicinò al religioso. I due entrarono così in chiesa. Trascorsero così lunghi istanti, con la ragazza che aspettava solo fuori. Ad un tratto sentì un battito d'ali. Vide allora una gabbianella blu appollaiata su un ramo poco distante. http://img.freepik.com/foto-gratuito...ze=338&ext=jpg |
Il Capitano acconsentì e mi accompagnò in cabina, dove tirò le tende per evitare che la luce disturbasse il mio sonno. Quel gesto tenero e gentile mi colpì nel profondo.
"Grazie, Capitano... so di essere in debito con voi, probabilmente mi avete salvato la vita... e non chiamatemi altezza, io sono Gaynor... quei momenti di intimità che abbiamo condiviso vi danno ben diritto a chiamarmi per nome. Avevamo abbandonato le formalità, ci davamo del tu e poi... e poi siamo ritornati estranei... e confesso che me ne dispiaccio..." gli presi una mano e continuai a parlare "Rimarreste un po' con me finché non mi addormento?" Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
La paura di Gwen divenne reale.
Infatti Velvot fu subito bloccato dalle guardie prima di poter fuggire. Invece Go, Runka e Nyccio furono malmenati e cacciati dal palazzo. |
Sospirai di sollievo nel vederlo andare verso la chiesa, e chiusi gli occhi nel vederli entrare.
Mi asciugai le lacrime impertinenti e mi avvicinai ad Ercole che era poco distante. "Speriamo in bene, amico mio...." accarezzando il muso dell'animale. Non sapevo perché avessi reagito in quel modo, o forse sì. L'idea di contraddire il volere del mio signore, essere andata a scovare suo nipote dal suo nascondiglio, e lui che non sapeva nulla. Lui che era l'unica speranza per Capomazda ora era solo un ragazzo della brughiera. Nemmeno sapeva chi era Rovolin, o Cimas. E quel che era peggio non mi credeva, mi allontanava. Ora l'eremita era la mia unica speranza. Ma un rumore mi destò dai miei pensieri, un battito d'ali. Una gabbanella blu, che cosa strana. Eppure era una bellissima creatura. La guardai e le sorrisi, quasi potesse capirmi. |
Mi sentii morire quando vidi che era stato bloccato, mentre gli altri erano stati malmenati e cacciati via.
Non era il momento di piangersi addosso, però, dovevi aiutarlo. Così, approfittai della confusione e sgattaiolai dietro le guardi per vedere dove lo portavano e tenendomi a debita distanza per non farmi notare, silenziosa come un'ombra. |
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