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Guisgard sorrise, per poi voltarsi per un momento a guardare il mare.
Le onde si erano rinvigorite, il cielo oscurato e le alte nuvole erano ormai prossime a gonfiarsi tra tuoni lontani ed una lieve brezza che sembrava voler annunciare un'imminente tempesta. “Forse” disse fissando Clio “vi spettavate fossi cortese? Come un ufficiale di marina o uno di quei cavalieri che si leggono nelle pagine dei romanzi? Eppure sono nemico dell'ordine costituito, affondo le navi ducali e arrivo persino a sottrarre il bottino a temibili pirati come voi ed i vostri compagni.” Con gli occhi in quelli di lei. “Se vi stupisce che io dunque non sia un gentiluomo, allora forse dimenticate che non solo vi ho ascoltata nel delirio, ma anche che forse vi ho spogliata dei vostri abiti, mettendovi indosso quello che avevate stanotte.” Sorrise lievemente. “E magari nel farlo vi ho guardata. A lungo.” Rise appena. “E se quel vostro Andrè non vi ha mai guardata così, allora forse non merita di essere ricordato, no?” Le porse le mano. “O forse vi ha sempre guardata, ma voi eravate troppo presa da altro per accorgervene... venite...” invitandola a seguirlo. http://images2.fanpop.com/images/pho...34-709-421.jpg |
A quelle parole del Duca Dominus mi sentii leggermente in imbarazzo, non amavo essere al centro della attenzione..il mormorio di approvazione della gente nel suo marcare fossi quasi la padrona del Palazzo e feci un leggero inchino.."Sua Signoria mi da troppo onore, e ringrazio per queste parole..domani darò una risposta ma la mia decisione è già ben chiara. Effettivamente questo non è il momento nè il luogo adatto per parlarne".
Guardai la mia famiglia e notai uno sguardo diverso in ognuno di loro..la invidia in quello delle mie sorelle...la speranza in quello di mia madre perchè accettassi Velv e l'orgoglio per le parole dette dal Duca...e mio nonno e mio padre in disparte, parlavano tra loro e mi guardavano soddisfatti..ma la loro era una ben diversa soddisfazione..mio nonno guardava il Duca Dominus con sfida e io mi sentii a disagio per la prima volta. La serata continuò tranquilla e serena e dopo la bella festa ognuno si recò nelle proprie stanze per dormire, finalmente ero sola, tolsi il bel vestito e la mantellina e misi il prezioso gioiello nel suo cofanetto. Mi immersi nella vasca di porcellana preziosa francese e mi rilassai pensando che il Duca Dominus mi aveva dato libertà di scelta e sapevo già la mia risposta..non avrei sposato Velv..sarei rimasta sola a questo punto ma il Duca Dominus lo aveva detto..ero la Padrona della Domus Ardeiana e non era da poco, dava prestigio...mentre gli uomini del mio casato avevano scelto il mio destino..(come è scritto in precedenza) l'atto notarile oltre da loro e il Duca Taddeo era stato firmato pure dal Duca Dominus come consenso..ma per un motivo..perchè egli voleva dimostrare avrebbe regnato fino la fine dei suoi giorni..si ero pure una scommessa. Mi alzai dalla vasca e uscii, l'acqua scivolava sulla pelle bianca e mi asciugai in fretta, indossai la veste da notte, presi alcune gocce di camomilla per riposare bene e mi infilai nel letto a baldacchino. Presto mi addormentai serena, potevo immaginare quei fiori di camomilla e i prati dove si trovavano e il loro profumo..dimenticando ciò che mi spettava l'indomani. http://i60.tinypic.com/2i8cbaw.jpg |
Scoppiai a ridere.
“No, in effetti.. d’altronde voi siete un gentiluomo quanto io sono una dama elegante e raffinata..” risi, scuotendo la testa. Ma poi i miei occhi si fecero ghiaccio. Come osava parlarmi in quel modo davanti al mio equipaggio? “Vi conviene che io abbia dimenticato..” mormorai, secca, con gli occhi nei suoi “E l’unico motivo per cui riesco a passarci sopra è perché mi avete salvato la vita.. ma vi consiglio di non approfittarne…”. A quelle ultime parole, poi, risi appena e alzai gli occhi al cielo. Certo, come no. Presi la sua mano, e lo seguii. |
Altea quasi subito chiuse gli occhi e si addormentò.
La notte trascorse tutto sommato tranquilla. Pochi e confusi sogni attraversarono il riposo della pupilla del duca, senza però riuscire ad intaccare l'umore al suo risveglio. Qualche ora dopo l'alba Altea si svegliò e già la vivace mattinata al palazzo investì la sua camera, con voci, risate, suoni e rumori vari provenienti dal grande cortile. Ma la serena notte trascorsa da lei non fu un dono concesso a tutti. Dominus infatti, svegliato da un enigmatico sogno nel cuore della notte, incapace poi di calmarsi, prese una lampada e lasciò la Domus Ardeina. Attraversò i lunghi corridoi, ora dimora di una vaga penombra e scanditi dai ritratti dei suoi antenati, fino a giungere in un piccolo androne. Da esso si poteva poi raggiungere l'altra parte del palazzo, quella dedicata alle udienze e agli incontri ufficiali che l'Arciduca concedeva. Come un'ombra, o forse più simile ad uno spettro, Dominus scivolò tra quegli ambienti senza essere visto da nessuno. Neanche dalle guardie di palazzo. Come se un oscuro incanto lo proteggesse. Fino a quando scese nei piani bassi del palazzo, tra le cantine e le segrete. Percorse così un piccolo corridoio umido, trovandosi infine a scendere ancora più giù. Infatti una consumata rampa di scalini condusse il Taddeide verso un piccolo passaggio che sbucò davanti ad una vecchia e consumata porta di legno. Dominus la spinse ed entrò nella fetida stanza. Qui trovò la vecchia megera intenta a sfogliare un vecchio libro di magia. “Ho fatto un sogno...” disse il duca alla vecchia “... un sogno inquieto ed indecifrabile per me...” “Lo so...” annuì la megera, per poi fare cenno al duca di sedersi accanto a lei. http://ia.media-imdb.com/images/M/MV...640_SY720_.jpg |
Guisgard sorrise appena a quelle parole di Clio.
“Se volete, quella veste potete tenerla per ricordo... è molto preziosa...” fissandola per un istante con l'enigmatico azzurro dei suoi occhi “... come quel pugnale...” sorrise di nuovo “... comunque non abbiate paura, non credo di avere altre occasioni per potervi guardare addormentata...” Poi, tenendola per mano, raggiunse insieme a lei il luogo in cui era stata attraccata la Santa Caterina. Il Sole era tornato a splendere sull'isolotto dopo la pioggia del giorno precedente, sebbene alte nuvole velassero ancora il cielo. E lungo l'orizzonte, nonostante il mare apparisse calmo, con le piccole imbarcazioni ammassate lungo il molo e coi bassi pontili appena ondeggianti sulle chiare onde, quelle lontane nubi parevano trattenere la selvaggia determinazione della tempesta, il furibondo ardore del vento e pronti ad esplodere, a rivelarsi agli uomini come segni ineluttabili di un Destino già scritto Altrove. I due scesero poi su un piccolo ponte e qui furono avvolti da una babele di voci. Una variegata umanità infatti pullulava in quel luogo e nel veder arrivare il capitano tutti si voltarono a fissarlo e a salutarlo. Lo guardavano come se fosse in procinto di partire per un nuovo viaggio, pregustando già per il suo ritorno i racconti di amene avventure sul mare. Parevano in grado di vederlo sul punto di salvare vite, affondare navi, tagliare alberi nel corso di un uragano, nuotare tra i marosi portando una cima. Ma anche nelle vesti di un naufrago solitario e stanco, su scogliere sporgenti tra spumose onde in cerca di frutti di mare per combattere la fame. Come una figura, epica, eroica e romantica, quell'uomo appariva ai loro occhi simile all'eroe intrepido di una ballata narrata nel grande romanzo del mare. Quando poi con Clio quell'uomo raggiunse il suo vascello, trovò ad attenderlo i suoi uomini. “E' tutto pronto?” Chiese loro. “Si, come avevi ordinato.” Annuì Irko. “Bene.” “Ma stavolta non ti obbediremo.” Mormorò il Rosso. Guisgard fissò lui e poi tutti gli altri. “Abbiamo giurato di seguirti” continuò Irko “e lo faremo anche stavolta.” “Si era detto che l'ultimo viaggio spettava a me solo.” Fece Guisgard. “Quando costruimmo la Santa Caterina” replicò Irko, che parlava a nome di tutti “giurammo che solo Dio poteva affondarla. Dunque non ci sarà l'ultimo viaggio. Non oggi almeno.” “Si, perchè quel tiranno e impostore non può certo affondarci!” Esclamò Miseria. |
La luce del sole fece capolino dalla grande finestra che dava sul terrazzo della mia stanza da letto..vi era già vociare nel giardino.
Fu una notte tranquilla e rilassante e mi sentivo di affrontare Velv tranquillamente, sarebbe stata una battaglia, mia madre sarebbe stata capace di far uscire il peggio di sè. Chiamai Petronilla e mi aiutò a vestirmi.."Petronilla, nessuno ancora sa nulla di Costanza, mi manca come non mai ora...lei saprebbe ascoltarmi" sospirai "visto tu mi hai cresciuto come una madre..anzi come se tu fossi mia madre, ti dirò..non intendo sposare il capitano Velv..non mi manca il rispetto e la fiducia del Duca e quindi penso anche se non mi sposerò sarò a servizio di Sua Signoria e di chiunque lo seguirà dopo...già" dissi mormorando appena con le parole di mio nonno "..i non eredi al trono, la dinastia si è spezzata". Indossai una veste color bianco con ricami in oro e una collana con un piccolo diamante, baciai la cara Petronilla e uscii dalla camera. Il Duca Dominus aveva detto a colazione avrei dato una risposta, ma nella stanza da pranzo egli non vi era, notai invece vi erano seduti i miei familiari, ma non volevo andare, sarebbe nata una sorta di discussione su Velv. Uscii nel giardino chiedendo a Izzar di avvisarmi quando il Duca fosse arrivato per la colazione, vi era molta confusione, sembrava vi erano molti ospiti a palazzo. Camminando per i vialetti contornati da siepi e le rose ormai sfiorite vidi lady Sibille, era una dama eccentrica..i capelli rame naturali, gli occhi azzurro elettrico e il suo vestire appariscente la facevano vedere agli occhi di molte dame di corte un oltraggio, eppure a me era simpatica..aveva sposato molti uomini anziani ed era rimasta vedova parecchie volte..si diceva venisse proprio dal popolo e si fosse cosi arricchita. Inoltre era risaputo praticasse nel suo salotto l' esoterismo con alcune dame in segreto. Ella mi guardò, la sera prima era pure lei alla festa, mi sedetti a una panchina e le feci cenno di accomodarsi e lei, col suo fare sensuale, si sedette sventolando il suo ventaglio.."I miei saluti lady Sibille...stupenda e affascinante come sempre..dovreste darmi lezioni di sensualità" e sorridemmo assieme "avevo bisogno di parlare con una donna..e non della mia famiglia..ieri sera avete visto quella piazzata del capitano Velv, io non ho intenzione di sposarlo, ma so vi saranno delle battaglie in famiglia e poi egli non si arrenderà". Fu così le raccontai del nostro passato amore, del suo cambiamento e poi di come ci ritrovammo nella ammiraglia e del mio errore..mi sentivo quasi in colpa..forse lo avevo incoraggiato io? Ma poteva una donna sbagliare, pensare di avere un abbaglio..si era umani, solo il Signore non sbagliava e lo ringraziavo per avermi aperto gli occhi. Ella chiuse il ventaglio osservandomi con la sua aria effervescente e rise.."Non ridete, madama, ho combinato un grosso danno vero? Sapete benissimo..non accetterò e mi conoscete di carattere, ma per la posizione sociale che rivesto questo mi danneggerà..nessuno mi vorrà più sposare" alzai le spalle "e a dire il vero io non ho ancora conosciuto il vero amore e penso non succederà mai" sospirai e la guardai aspettando il suo parere e mi chiamassero per dare la mia decisione sulla proposta inutile di matrimonio di Velv. http://i59.tinypic.com/8ww4te.jpg |
Sorrisi, divertita a quelle parole del capitano.
“Oh, che gentile.. avrò senza dubbio l’occasione di indossarla un giorno o l’altro..” risi appena. Poi lo seguii, in silenzio, con la mano nella sua verso la Santa Caterina. Era incredibile vedere come lo guardava la gente. Lo credevano uno di quegli eroi racchiusi nei romanzi? Quando raggiungemmo il suo vascello, salutai gli uomini con un cenno del capo e un sorriso, ma restai in disparte mentre parlavano. “Se non sbaglio..” mi intromisi “avete definito questi uomini come i migliori compagni che si potessero desiderare.." spostando lo sguardo da Guisgard ai marinai e viceversa "Andiamo, come potrebbero lasciarvi solo prima di quella che sembra la vostra missione più importante?”. |
Sibille sorrise a quelle parole di Altea.
“Amica mia...” disse “... la sensualità, scrisse una volta uno scrittore libertino, è l'indole che ogni donna possiede e che sa tirare fuori al momento giusto. Oh, in verità ciò è un controsenso, dal momento che sono fermamente convinta come la sensualità di una donna sia poi l'uomo giusto a farla uscire fuori. Non esistono pudori e remore, né dubbi o incertezze. Quando abbiamo l'uomo giusto davanti tutto diventa naturale.” Rise. “Quanto al capitano Velv... vi dirò, se rifiuterete la sua proposta, sarò poi io a fargliene una.” Le fece l'occhiolino. “E' un gran bel giovane!” Esclamò maliziosa.. “Comunque, fossi in voi non mi farei problemi. Avete l'appoggio di Sua Signoria, no? Allora cosa vi turba? Siete una dama libera e nessuno può imporvi una vita che non desiderate, ragazza mia!” |
Risi di gusto.."Madama Sibille..allora preparate il vostro piano...Velv sarà tutto vostro, ma voi saprete come sedurlo".
Poi mi feci seria.."Volete dirmi non ho dato il meglio della mia sensualità e di me in amore perchè non ho trovato ancora l' uomo giusto? Potrebbe essere..effettivamente è cosi..io vorrei sposare un uomo giusto ma nello stesso tempo riesca ogni giorno a farmi desiderare sempre più la sua presenza..e dubito accadrà. Già...ho il favore del Duca..che altro voglio di più..anzi mi aspetta a colazione..un giorno di questi Madama verrò da voi..magari nelle vostre carte..vedrete il mio marito o il mio futuro solitario" e le feci l' occhiolino. Mi alzai e salutandola baciandola sulla guancia mentre a quel gesto, alcune dame erano scandalizzate, tornai a Palazzo ed entrai nella sala e mi sedetti coi miei familiari.."Buona giornata..ho dormito superbamente..sarà una bella giornata oggi, splende il sole, voglio andare a cavallo nella foresta vicino" dissi come se la proposta di Velv non mi avesse toccata e guardai mio nonno e mio padre con aria di intesa, i quali sorridevano senza farsi notare. |
Altea raggiunse i suoi familiari ma proprio in quel momento arrivò Izar.
“Milady...” disse ad Altea “... Sua Signoria vi sta attendendo sulla terrazza per la colazione... e vi è anche il capitano Velv e messer Burmid con loro.” Aggiunse il Ciambellano. “Se volete vi accompagnerò io stesso sulla terrazza.” |
Guisgard e Clio raggiunsero la Santa Caterina e vi salirono a bordo.
L'incredibile vascello volante era attraccato in quel luogo sorto affinché fungesse da porto e da hangar per quella straordinaria macchina. E sul ponte i due trovarono tutto l'equipaggio di quel fiabesco veliero. E nell'udirli il capitano rise in modo enigmatico, per poi voltarsi verso il mare. Poi fu Clio ad intervenire. “Possono, possono...” disse il giovane uomo, girandosi a fissare la ragazza ed i suoi compagni “... possono perchè il mio prossimo viaggio mi condurrà al cospetto di una nobile dama... una dama di cui ignoro ora il volto, gli abiti e i desideri... ma so per certo che quella dama, qualsiasi sia il suo nome, attende me solo...” rise piano “... e ad un appuntamento galante un vero cavaliere ci va sempre da solo...” si avvicinò ai suoi uomini e li guardò uno ad uno “... lo sapevamo tutti...” con un velo di malinconia scendergli negli occhi “... è un compito per me solo... vado a prepararmi... si parte tra meno di un'ora...” E scese sottocoperta. “Testardo come suo solito.” Fece Miseria. “Sembra deciso.” Mormorò Lainos. “Io non lo lascerò andare da solo.” Disse Ammone. “Ovvio.” Annuì Irko. “E come possiamo fare?” Fissandoli Afiel. “Non può certo governare da solo la Santa Caterina.” Rispose il Rosso. “Ha comunque bisogno di noi per arrivare a Capomazda. Poi, una volta là, vuol darci il benservito.” “E noi cosa faremo a quel punto?” Chiese Lainos. “Abbiamo tutto il tragitto da qui alla capitale per pensare qualcosa...” mormorò Irko. |
Nemmeno il tempo di parlare e arrivò Izar.."Ecco come rovinare una giornata stupenda" esclamai seccata.."Non solo vi è il capitano Velv ma pure messer Burmid..sarà una allegra colazione soprattutto al suono di quella sciocca risata del capo delle Stelle Nere di Nantos".
Seguii Izar e lo guardavo.."Lo so che sono acida a volte, ma dico sempre ciò che penso". Stavamo raggiungendo la terrazza...speravo solo Velv non si stesse lavorando le simpatie del Duca, ma trovavo strana la presenza di Burmid a Palazzo cosi presto. Ci trovammo di fronte al tavolo del Duca e cercai di sfoggiare il mio miglior sorriso dopo il leggero inchino e mi sedetti vicino a lui.."Buona giornata a tutti, Vostra Signoria ha dormito bene?" dissi versandomi del the e guardando con indifferenza Velv e Burmid "Stavo proprio parlando con i miei familiari di come sia stupenda la giornata oggi...solare e l' aria frizzantina, l' ideale per una bella cavalcata nella foresta vicina, che ne pensa Sua Signoria?". |
Lo osservai andare sottocoperta.
Capivo il suo desiderio di non rischiare la vita di chi gli era stato tanto fedele, eppure, però, sapevo che non si sarebbero arresi. "Tipo singolare il vostro capitano.." mentre spariva sottocoperta "Tiene molto a voi.." con un sorriso "Beh, immagino vi abbia detto che se vorrete, sulla mia nave c'è posto per voi.. ma naturalmente siete padroni del vostro destino.." sorrisi "E sono sicura che non lo abbandonerete.. anche se devo dire che mi state incuriosendo, e sono sul punto di chiedervi a che missione sta andando incontro, ma non sono affari miei, suppongo.." con un breve sorriso. |
A quelle parole di Clio tutti si voltarono a fissarla.
“In verità” disse Irko alla ragazza “lui non ci hai mai detto tutto. Egli ha solo accennato varie volte in passato ad un viaggio, un'ultima missione, che però spettava a lui solo.” “Anche se” intervenne Lainos “tutti noi sappiamo infondo di cosa si tratti...” “Già...” annuì Irko. “Non può riuscirci!” Esclamò Afiel. “Non riuscirà a mettere neanche un piede nel palazzo dei Taddei senza divenire bersaglio della Guardia Ducale!” “Allora dovranno usare molte frecce...” mormorò il gigantesco Ammone “... si, perchè saremo in due.” “In tre.” Annuì Lainos. “In quattro allora.” Disse Miseria. “Anche se questo, temo, sarà il peggior affare della mia vita.” “Se per questo” salendo sul ponte Palos, il capo macchinista “allora aggiungete anche il mio nome.” Ridendo. “Ed io?” Raggiungendoli Champenuan. “Volete forse lasciarmi qui? Invece no!” Deciso. “E vi dirò che presenterò al bieco tiranno una delle mie torte! Così vedrà la differenza tra un vero dolce e i piattuncoli che invece fa servire ai suoi ospiti!” Tutti risero. “Beh...” fece Afiel “... allora mi sa che anche io sarò dei vostri... ma cosa ne dite di mangiare qualcosina prima di partire? Almeno moriremo con lo stomaco pieno...” Di nuovo una fragorosa risata esplose fra loro. |
“Ho dormito meravigliosamente, mia cara.” Disse sorridendo il duca ad Altea. “E devo dire trovo splendida la vostra idea di uscire fuori a cavalcare. Sapete? Mi sembra l'occasione giusta per provare quei due nuovi baschi che mi inviò il marchese di Casavelius.”
“Hihihihihi...” ridendo Burmid “... si, davvero una bella giornata per uscire a cavallo.” “Voi cavalcate, messere?” Chiese il duca al mercenario. “Oh, certo.” Annuì quello. “Sapete, milord, ho un magnifico sauro vinto ad una giostra. Un vero splendore... hihihihihihi...” “E voi, capitano Velv?” Dominus all'ufficiale. “Milord, preferisco il mare alla campagna.” Sorridendo il giovane. “Sono fondamentalmente un marinaio e conosco il modo per domare le onde, non il vento.” “E le donne?” Fissandolo il Duca. “Sapete domarle?” “Lo sapremo appena milady ci rivelerà la sua decisione riguardo la mia proposta di nozze, milord.” Rispose Velv, per poi guardare Altea. |
Sorrisi, nel vedere quell'entusiasmo.
Ma obiettivamente, mi sentivo di troppo. Quella non era la mia missione, né la mia ciurma. "Beh, buona fortuna allora..." sorrisi "E' stato un onore conoscervi, continuerò a fare il tifo per voi, per quel che vale..." portando la mano al cappello in segno di saluto. "Portate i miei omaggi al capitano.." lanciando un'occhiata alla porta da cui era scomparso. Era sceso senza nemmeno salutarmi. Beh, che mi aspettavo? "Non credo abbiate più bisogno di me, se mai vi servisse aiuto, beh, saprete dove trovarci..". Così, mi apprestai a lasciare la Santa Caterina per raggiungere la mia Hydra. |
"Perfetto allora avrò il piacere di avere la compagnia di Sua Signoria" dissi sorridendo, ma quel sorriso si spense leggermente alla risata di Burmid e poi alla domanda di Velv.
Sospirai guardando il Duca, egli aveva ben capito le mie intenzioni e le mie idee..e quella sua domanda a Velv era certo provocatoria, per qualche motivo sembrava egli non lo avesse molto in simpatia. "Oh si" risposi poi guardando Velv negli occhi "il capitano Velv sa domare le onde, ne sono testimone e il Duca deve essere onorato di avere un tale sicuro capitano, mah..non è riuscito a domare quel vascello volante..quanto alle donne" dissi facendomi seria "mi spiace dover trattare le mie faccende personali qui in pubblico e, soprattutto, davanti a messer Burmid..anche perchè ritengo sia poco cortese dover rifiutare una richiesta di matrimonio e umiliare cosi un uomo davanti a tutti..ma è ciò che ha desiderato il nostro capitano Velv" e continuai a sorseggiare il the, sorridendo e annuendo al Duca. |
“Vi ringraziamo per averci offerto un posto sulla vostra nave, milady.” Disse Irko a Clio. “Ma il nostro posto è qui.”
Tutti annuirono, lasciando così che la ragazza scendesse a terra per poi tornare al suo vascello attraccato nel porto dell'isolotto. Sulla Santa Caterina, intanto, Guisgard era nella sua cabina, sistemando le ultime cose prima dell'imminente partenza. Nel suo cuore si annidava una mare di pensieri, di sensazioni, emozioni e ricordi. Il silenzio che dominava la sua cabina era solo rotto dal fruscio del mare che proveniva da una finestra aperta. Alzò allora lo sguardo e fissò le onde. Ma ad un tratto qualcosa si posò sulla finestra. “Amica mia...” mormorò lui avvicinandosi alla gabbianella blu “... mi mancavi...” sfiorandole quelle meravigliose piume. Lei lo guardò per un istante. “Vorrei tanto comprendere...” fissandola “... si, capire cosa mi stai dicendo...” chiuse gli occhi e lasciò che l'odore di salsedine sfiorasse il suo volto “... va... io ti raggiungerò presto...” La gabbianella allora aprì le ali e spiccò il volo. Volò tra gli alberi della Santa Caterina, tra i tendoni del porto, fin sulle torri della fortezza, dove anche Clio la vide. Poi, quand'era sul punto di prendere la direzione del mare, scese invece su uno dei pennoni dell'Hydra e vi restò appollaiata. “Guardate!” Indicò Emas. “Mai visto un gabbiano blu!” “Che sia un presagio?” Guardando la gabbianella Vivas. “Buono o funesto?” Chiese Luis. “Io dico funesto!” Esclamò Kengo. “Direi di farlo fuori con un bel colpo di moschetto!” |
“Allora” disse Velv alzandosi di scatto “vuoi dire che rifiuti la mia proposta? Dunque vi è qualcun altro, vero?” Con rabbia.
Dominus lo fissò. “Hihihihihi...” sorseggiando del tè Burmid. “Avanti, rispondi!” Velv ad Altea. “Abbi il coraggio di dire davanti a Sua Signoria che vi è un altro uomo! Qualcuno che ti ha rubata a me! Alla promessa d'amore che ci facemmo tempo fa!” “Calmatevi, capitano...” infastidito il duca “... rammentate dove vi trovate e al cospetto di chi siete.” |
"Piantatela.." risi, tornando sulla mia nave "Omoni grandi e grossi contro una povera gabbanella, su.. un po' di ritegno.." scuotendo la testa.
Mi fermai un secondo ad osservare quel curioso animale. Tutto sembrava, tranne che feroce. "Piuttosto, ditemi un po' come procedono i lavori.. dov'è Yanos?" guardandomi intorno "Beh, il signor sospettoso sarà felice di sapere che i marinai della Santa Caterina non verranno.. appena l'Hydra sarà pronta, dovremo decidere dove andare..". |
Velv iniziò ad inveire, era furibondo..e Burmid continuava con quella sua risata..era un incubo, per fortuna il Duca intervenne.
Un attimo di silenzio e presi la parola, in quel momento avrei voluto mio nonno vicino a prendere le mie difese..mi sentivo sola contro il mondo intero. "Io..non vi ho fatto nessuna promessa di amore...e non vi è nessun altro, almeno nel mio cuore" dissi alquanto offesa ma perplessa "Non potrei avervi fatto una promessa di amore poichè la mia famiglia dovrebbe decidere o ha deciso a chi sarei destinata..Sua Signoria deve sapere" continuai mormorando a bassa voce per non farmi sentire "io e il capitano Velv eravamo innamorati in passato, poi sulla Ammiraglia vi è stato un piccolo ritorno di fiamma, così lo chiamano, ma per alcuni motivi ho capito egli non rappresenta l' uomo con cui vorrei condividere il mio futuro..ho chiarito questo fatto al capitano Velv più volte, ma non si è mai rassegnato e ancora una volta ha dimostrato la sua prepotenza e il voler ottenere tutto con ogni mezzo non rispettando le altre persone" e rimasi in silenzio. |
Ero infuriata ..alle parole di Symoin...avevo il volto in fiamme.....non avevo padroni ...se non gli Dei..........ma quelli non erano i miei padroni.........quello che mi colpì furono le ultime sue parole......abbandonarsi tra le braccia di una donna........non sapevo cos'erano gli uomini...figuriamoci le donne........La voce dell'uomo mi scosse.....facendomi battere il cuore........in silenzio mi avvicinai al tavolino e presi la bottiglia...riempii i due bicchieri......che strano colore....."....Vi accompagnerò al brindisi.....ma non bevo......mi spiace......."......
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“No...” disse Cid correndo verso di loro “... non sparate alla gabbianella!”
“Calmati...” fissandolo Emas “... nessuno farà del male a quell'uccello.” “Io invece direi di freddarlo subito con un bel colpo di carabina!” Annuendo Kengo. “Porterà sfortuna a bordo!” “E chi sparerà all'uccello?” Voltandosi verso di lui Vivas. “Tu forse? Che non colpiresti il tuo naso neanche puntandoti una pistola in una narice?” Risero. “La gabbianella non porta sfortuna...” mormorò Cid. In quel momento salì sul ponte Yanos. “Non sono sospettoso, capitano...” rivolgendosi a Clio “... solo prudente... vi siete chiesta cosa significa quest'isola? Sembra fuori da ogni giurisdizione. Quell'uomo la governa come se ne fosse il re.” “Amico mio...” arrivando anche Samoa “... non vedi? Il capitano si fida di quegli uomini. Anzi, oserei dire che ne apprezza anche la compagnia.” Sorrise. “E dunque noi non abbiamo motivo di dubitare di loro.” Si voltò verso Clio. “Vi trovo in ottima forma, capitano. E ne ho piacere naturalmente. I lavori procedono bene. Meglio del previsto.” |
“E allora, per ciò che c'è stato tra noi, voglio sapere il nome di colui a cui sei stata destinata.” Disse Velv ad Altea. “Merito di saperlo. Voglio saperlo.”
“Hihihihihihi...” continuando a bere Burmid “... hihihihihihihihi...” |
L'uomo prese i due bicchieri dalle mani di Elisabeth e sorrise.
“Non bevete...” disse “... e da quando? E poi questo elisir non è un vino o un liquore qualunque... lo producono solo qui, apposta per me... ed è magico... bevetelo ed esprimete un desiderio... sapete che mai vi ho mentito...” |
"Messer Burmid..volete smetterla di ridere..non è una commedia teatrale" dissi seccata.
Alla domanda di Velv mi alzai dal tavolo e guardai il Duca Dominus intensamente negli occhi, mi voltai verso il ragazzo e sussurai sottovoce..."Non..non so..non conosco il suo nome..ora dirai sono una bugiarda..ma ignoro tutto...vai a chiederlo a mio nonno e a mio padre, Velv, oppure Sua Signoria potrebbe rispondere o dire non sto mentendo..ma non è questo il fatto..nel mio discorso vi è qualcosa che ti sfugge" mi risedetti e misi da parte il piatto.."Scusate, mi è passato l' appetito" e rimasi a guardare l' orizzonte di quella che doveva essere stata una bella giornata. |
"Ho detto di non sparare.. e non sparerai.." guardando Kargo con occhi implacabili "Da quando si contraddicono le mie parole?" tuonai.
Poi arrivò Cid. "No, tranquillo, nessuno gli sparerà.." sorrisi al ragazzino, per poi voltarmi verso Yanos. "Sospettoso e permaloso, dunque.. quasi non ti riconosco amico mio.." sorrisi a Yanos "Sono bravi marinai, erano stati congedati perché il capitano deve compiere non so quale missione suicida, ma sono testardi e lo accompagneranno lo stesso.." risi appena "E' un capitano molto fortunato... voi fareste lo stesso per me?" scossi la testa "Ah, lasciamo stare..". Osservando per un istante la gabbanella blu. "Vi ricordo che qui nessuno è prigioniero, se qualcuno non è d'accordo col mio giudizio può benissimo imbarcarsi su un'altra nave, se decidete di restare non voglio grane.." secca, quell'atteggiamento cominciava a stancarmi. "Certo, anche io mi sono chiesta cosa sia quest'isola.. probabilmente questa gente è scappata da Capomazda perché ostile al Duca Dominus.. ce l'hanno particolarmente con lui.." sorrisi "Come tutti, del resto.. damerini di corte a parte...". Mi voltai verso Samoa. "Considerando che avete sollevato una giusta questione, signor Samoa, credo che il compito giusto per voi sia proprio questo.." sorrisi "Scoprire chi è questa gente, perché trattano il capitano come un re, eccetera.. sono sicura che siete l'uomo giusto per questo..". Alzai le spalle "E comunque, appena ripareremo l'Hydra potremo lasciare quest'isola e i suoi fantasmi dietro di noi..". |
Velv allora fissò Dominus come chi si aspetta una risposta.
“Milady...” disse il duca ad Altea “... dimenticate quella storia... è figlia di un tempo ormai passato...” sorrise “... capitano Velv, non pensiate vi siano altri uomini... semplicemente lady Altea non desidera sposarvi... non spetta certo a me dirvi cosa fare ed ognuno poi ragiona a modo suo... sta a voi decidere se desistere o cercare di riconquistarla, ma sempre nel rispetto delle sue decisioni.” Velv chinò il capo e chiese il permesso di andare. “Andate pure.” Annuì Dominus. “Hihihihihihi...” ridendo Burmid. |
Samoa annuì a quelle parole di Clio.
“Se volete, cercherò di indagare su questa gente.” Disse poi. “Anzi, comincerò subito, mentre continueranno i lavori sull'Hydra.” “Mi sembrate...” Yanos a Clio “... non so, inquieta, turbata... va tutto bene, capitano? In quel momento si udì un sordo boato. Un attimo dopo dalla fortezza si alzò in volo il Vascello volante, per poi svanire fra le nuvole. E la gabbianella blu volò via con quella formidabile macchina volante. “Aspetta!” Chiamò Cid. Ma l'uccello non tornò. https://lh5.googleusercontent.com/-2...NSION+0394.jpg |
"Si, Sua Signoria ha ragione..quella è una vecchia storia..e io non gli do peso, potete starne tranquillo" a quelle parole del Duca Dominus, turbata, bevvi un sorso di acqua..allora era vero..non ne aveva mai parlato..ma si capiva a ciò che si riferisse..per lui era una vecchia storia ma non per mio nonno Mandus e mio padre Tibaldo de Bastian.
Ma non mi piacque la ultima parola del Duca..riconquistarmi..lui se ne era andato..ma ora mi avrebbe assillata. "Mi spiace Duca..e un pò mi spiace pure per il capitano Velv, ma non sono stata mossa da cinismo..bene..allora che ne dite di quella cavalcata in foresta? Forse mi rissolleverà un pò l'animo" e sorrisi pensando pure alle parole di lady Sibille...vero, ero libera di scegliere. |
“Ma certo, milady.” Disse Dominus ad Altea, per poi alzarsi ed asciugarsi con un tovagliolo. “Farò subito sellare quei due sauri. Preferite cavalcare quello bianco o quello nero?” Poi si voltò verso Burmid. “Siete dei nostri, messere?”
“Oh, no, milord...” alzandosi Burmid “... vi lascerò solo con la vostra pupilla... io ho alcune cose da svolgere con i miei uomini... hihihihihihi...” E proprio in quel momento scese sulla tavola Matiz, la gabbianella blu. “Oh, finalmente!” Esclamò Burmid. “Finalmente, amica mia!” |
Sorrisi a Samoa.
"Ero certa di poter contare su di voi.." Annuendo. "Inquieta.." Mormorai "No, mi da solo fastidio essere contraddetta sulla mia nave, tutto qua.." Prendendo un profondo respiro "Molto fastidio.." Puntualizzai. Poi quel boato ci fece voltare tutti. Se n'erano andati. Non potei fare a meno di sorridere. "Vieni con me.." Facendogli cenno di seguirmi nella mia cabina. Qui entrai, e versai due calici di pregiato vino, e ne porsi uno a Yanos. "Non mi hai mai dato motivo di dubitare di te, ma ultimamente abbiamo avuto fin troppe divergenze per i miei gusti.." Guardandolo negli occhi "Quindi te lo chiederò una sola volta: C'è qualcosa che devi dirmi?". |
Sorrisi al Duca.."Quello nero milord..mi date pure l'onore di scegliere il cavallo prima di voi..ah, una dama romantica avrebbe scelto quello bianco" e sorrisi a quella idea.
Per fortuna Burmid non ci avrebbe accompagnati quando a sorpresa arrivò Matiz proprio sul tavolo e mi illuminai.."Oh, la gabbianella ha fatto ritorno dal suo padrone..avrà fame" sbriciolai del pane sul tavolo perchè potesse sfamarsi mentre, come sempre, la accarezzavo ammirata.."Sapete Duca, non vi è verso che messer Burmid me la voglia dare in dono, ma messer Musain ha detto è impossibile, perchè gli animali si scelgono i propri padroni da sè...e lei proprio non mi vuole" sorrisi "ma io l' ho subito amata dal primo momento l'ho vista, come dissi sul veliero di messer Burmid..quando arriva è come portasse un messaggio celato". Mi congedai e andai in camera a cambiarmi, il mio vestito era troppo sfarzoso per andare a cavallo, ne scelsi uno altrettanto bello ma con la gonna meno ampia. Quando uscii andai da mio padre e gli dissi che avevo rifiutato la proposta del capitano Velv e della maniera in cui si era rivolto a me e di come il Duca, comunque, aveva preso le mie difese. Mi congedai e tornai nel terrazzo per aspettare di uscire. |
“Affatto, capitano...” disse Yanos a Clio, per poi prendere il calice che lei gli porgeva “... alla nostra salute...” e poi sorseggiò un po' del suo contenuto“... è solo che non mi va di vedere come amici o addirittura salvatori individui che non conosciamo e che con ogni probabilità non sono migliori degli ufficiali ducali.” Guardò la ragazza. “Capitano, io vi sono fedele... ma sappiate che a bordo si mormora... avete passato la notte su quel vascello, poi quell'abito... e come vi ho detto mi sembrate alquanto inquieta...”
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“Allora” disse Dominus a Burmid “dovete proprio donarla a lady Altea. A me piace soddisfare ogni suo capriccio.”
“Mi spiace, milord...” fece Burmid “... ma questa gabbianella ama me solo e non legherebbe con nessun altro essere umano... hihihihihihi...” Prese poi congedo da loro. Altea allora andò a prepararsi e poco dopo si diresse col duca verso la campagna circostante. Il cielo era inquieto e gonfio di nuvole cariche di pioggia. “Magnifici cavalli.” Compiaciuto Dominus. “Vero, milady?” Poi si fece serio. “Milady, è mio desiderio che dimentichiate quella vecchia storia. Nessuno vi imporrà mai di sposare nessuno, soprattutto un fantasma. Purtroppo lord Taddeo era fatto così...” rise piano “... un uomo di un'altra epoca, dai pregiudizi radicati e convinto di poter decidere per tutti... come tutti i Taddei sognava di riconquistare Sygma...” sorrise “... dunque non parliamone più... pensiamo alla vita e non ai morti ed ai miti.” |
Raggiungemmo la campagna circostante..guardai il cielo..prima vi era un sole splendente e ora minacciava di piovere..ah il Cielo di Capomazda era mutevole come il carattere dei Taddei.
Ascoltai attentamente le parole del Duca Dominus e mi presi di coraggio.."Sua Signoria, ha mai avuto il dubbio questo..fantasma..sarebbe potuto tornare? Dico io non so in che circostanze quel bambino scomparve, voi sapete noi veniamo da Sygma e ovviamente la mia famiglia venne a servire il Duca Taddeo..mio nonno ha visto quel bambino, mi raccontò che lo aveva tenuto in braccio proprio come aveva tenuto in braccio me..non è una leggenda. Certo, sono passati troppi anni..quindi non possiamo sapere cosa sia successo di questo bambino, ora uomo..potrebbe essere vivo ed essersi fatto una nuova vita..ignorare chi sia..come essere morto..ma voi, perchè avete firmato quell' atto? Per sfida..." scossi il capo, era meglio non continuare, mi sarei addentrata troppo in discorsi pericolosi soprattutto per mio nonno e mio padre che ancora lo cercavano come promesso a Taddeo l' Austero. "Bene, godiamoci questa cavalcata..anche perchè sembra stia per piovere, guardate che nuvole gonfie di pioggia". |
“Quel bambino” disse Dominus ad Altea “scomparve a Sygma... il duca Taddeo avviò delle ricerche, ma l'unica cosa che scoprì fu che a rapirlo erano stati i Cavalieri di Chanty, un ordine cavalleresco sorto per proteggere Sygma... loro lo rapirono e lo portarono in un luogo dove poterlo sacrificare...” restò un attimo in silenzio “... è passato tanto tempo, ma è una ferita ancora aperta per tutti noi...” guardò il cielo “... proseguiamo, il tempo minaccia tempesta, milady...”
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Ascoltai le parole del Duca, mio nonno e mio padre non mi raccontarono mai ciò che successe a quel bambino, il vero erede al Ducato. Lo trovai crudele..sacrificare un bambino innocente e per un attimo mi vergognai di essere sygmese, ma io non avevo a che vedere con quei Cavalieri di Chanty..ecco perchè, forse, mio padre e mio nonno vennero poi a Capomazda, loro erano per una giustizia giusta e forse non approvarono quel gesto..dovevo affrontare quel discorso con mio nonno.
Guardai il Duca che si era rabbuiato a quella storia..."Sapete Duca" mentre proseguivamo verso un piccolo ruscello "io seppi tutta questa storia al mio quindicesimo compleanno, fu mio nonno a dirmi di quell'atto notarile che mi rende la legittima sposa ma voi non dovete pensare io sia bloccato da questo, non ho mai avuto pressioni dalla mia famiglia..solo che..a volte..penso a lui". Scesi da cavallo e mi sedetti sul prato vicino al ruscello e feci cenno al duca di avvicinarsi, egli mi guardava serio "Si, penso a lui..a come sarebbe la mia vita ora se lui fosse stato qui..è come se mi portassi un'ombra dietro me..quando cammino per il grande corridoio e vedo i ritratti di tutti gli antenati e quel posto vuoto mi riempio di inquietudine..voi non lo sapete, vi è un ritratto nella camera di mio nonno, voluto proprio dal Duca Taddeo, vi sono raffigurata io con la corona e vi è uno spazio vuoto..aspettavano di ritrovarlo e di dipingerlo vicino a me..si..è come se questo fantasma in un certo modo facesse parte della mia vita..forse sarebbe stato meglio non mi dicessero nulla..tanto..lui non tornerà mai" dissi leggermente malinconica. Scossi il capo e sospirai cercando di togliere quei pensieri.."Ditemi, e la vostra ricerca del Fiore Azzurro? Avete ancora intenzione di sposare la Regina di Gioia Antiqua?" gli sorrisi mentre alcune gocce di pioggia scivolarono sul mio volto. |
“Bene..” sorrisi a quelle prime parole di Yanos, sedendomi sulla mia poltrona.
Ma poi lui continuò. “Non c’è niente peggio delle navi ducali.. almeno, non per me.. Preferivi finire in fondo al mare? Diamine, ero pronta ad affrontare la morte, credevo di aver perso la mia nave il mio equipaggio, e invece mi risveglio su una nave volante con una raffinata veste che non avrei mai indossato..” scossi la testa “Cosa c’entra il vestito adesso? Se non fossi cresciuta in montagna sarei congelata lassù..”. Ma poi capii. “Oh..” mormorai con gli occhi infuocati “Capisco, naturalmente… beh, non voglio codardi sulla mia nave, chi vorrà insultarmi dovrà avere il coraggio di farlo guardandomi in faccia..” sorrisi, perfida “sapendo perfettamente a cosa va incontro.. troppo facile nascondersi dietro i bisbigli sapendo che io non prendo affatto queste cose alla leggera..” finii il vino per poi posare il bicchiere vuoto sul tavolo in ebano. “E poi non dovrei essere inquieta.. La mia ciurma mi insulta a mia insaputa..” scossi la testa, prendendo un profondo respiro “Nessuno mi ha toccata, sta tranquillo.. Andiamo, stavano tutti bene, mi hai visto parlare con loro, scherzare.. sai perfettamente cosa è capitato ai poveri gradassi che non hanno tenuto le mani a posto.. Come puoi anche solo pensare che..” sbuffai, versandomi altro vino. Restai per un momento a guardare il mare, che si intravedeva dalle finestre e poi risi appena. “Diamine, io sono una donna che vive in mezzo agli uomini, che da ordini a degli uomini.. e ho scelto di essere intoccabile per farvi dimenticare che sono una donna..” sorrisi “Sono un Angelo, no?” risi appena “Ma diamine, non vi facevo così moralisti… pregate che non mi innamori mai, che non mi sposi mai… altrimenti, che farete? ammutinamento?” scoppiai a ridere “Oh, cielo… no, in effetti sembra troppo assurdo perché possa mai accadere, non dovrei correre rischi..” portando il bicchiere alle labbra con aria divertita. |
“Io vi ho solo detto del vociferare che si fa a bordo...” disse Yanos a Clio, per poi finire il suo vino “... e in tutta sincerità, non mi sento di biasimarli. Non sto dicendo che su quel vascello sia accaduto qualcosa, ma se anche fosse non ci sarebbe nulla da stupirsi, no? Siamo esseri umani e le passioni fanno parte di noi. Ma per quel che mi riguarda voi, naturalmente, siete libera di fare ciò che più vi aggrada. Ritengo che ogni uomo a questo mondo debba essere libero di vivere come più gradisce. Chissà, magari, una volta lasciata quest'isola, l'equipaggio dimenticherà tutta questa storia.” Si alzò. “Ora, se non vi è altro, col vostro permesso vorrei tornare a controllare lo stato dei lavori. Non vedo l'ora di lasciare questo posto.”
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