Camelot, la patria della cavalleria

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Melisendra 18-06-2011 17.40.04

Quasi tentai di afferrare l'aria. Scrutai con diffidenza il pavimento di fronte a me, dove poco prima si ergeva la figura scura del mio nemico.
Mi voltai verso la servitrice che mi aveva parlato.
Il mio mal di testa si acuì.
"No... non scomodateli." Appoggiai il libro e misi tutto a posto.
Poco dopo uscii da quelle sale e tornai nel cortile.
La vista mi doleva alla luce del sole, come se ferisse i miei occhi.
Mi sedetti su una panca di pietra e mi massaggiai le tempie.
MI sforzai di reagire e mi diressi verso la caserma, a cercare il Capitano.

Guisgard 18-06-2011 17.46.03

Icarius restò perplesso.
“Cosa ne pensate, Lho? Quel che c’è scritto nel libro vi dice niente? Io non ho mai sentito parlare di quelle cose…” disse Icarius ai suoi due compagni di viaggio.
Lho scosse il capo.
“Allora non abbiamo altra scelta!” Esclamò l’Arciduca. “Dobbiamo andare in cerca dell’ultimo Sentiero Periglioso che ci resta da attraversare! Il Cimitero della Guardia…”
La pioggia non durò molto ed i tre uscirono dalla Pieve.
Prima però di riprendere il cammino, Icarius pregò davanti all’altare e poi accanto alla statua di Santa Lucia.
“Il sentiero prosegue oltre la Pieve…” indicò Lho “… è in pratica una strada obbligata… non ci resta che seguirla e addentrarci nella brughiera…”
Icarius annuì e fece segno di andare.
I tre proseguirono per un pò, tra picchi rocciosi e desolate lande, in cerca di una qualche traccia del misterioso cimitero.
“In questo posto” mormorò Icarius “la vita sembra un miraggio… riusciremo mai a trovare qualcosa?”
In quel momento arrivarono ai piedi di una piccola altura, dietro la quale si udivano provenire delle voci.
“Cosa saranno queste voci?” Domandò Icarius ai suoi compagni.
“Sembra una litania…” rispose Lho “… come se qualcuno si lamentasse…”

Guisgard 18-06-2011 17.52.08

Giunta alla caserma, Melisendra fu condotta dal capitano Monteguard.
Questi ricevette la ragazza nella sua anticamera.
“Abbiamo il nostro uomo, milady…” disse il capitano “… in verità, quando è giunto qui era abbastanza indisposto, tanto che ho pensato di farlo rinchiudere un pò in cella… spero per lui che il fresco della prigione abbia fatto calmare i suoi bollenti spiriti.”

Melisendra 18-06-2011 18.02.12

Lo guardai con aria interrogativa.
"Era proprio necessario? E con quale pretesto lo avete condotto qui?", domandai.
Continuai a massaggiarmi una tempia e per un attimo mi sentii meglio.
"Cosa intendete dirgli? La verità?"
Posai entrambe le mani in grembo.

Lady Morgana 18-06-2011 18.27.20

Appena smise di piovere, c'incamminammo; percorremmo l'ultimo dei tre Sentieri Perigliosi: il Cimitero della Guardia.
Dopo una buona mezz'ora di cammino, arrivammo ad un'altura.
Mi fermai di colpo, davanti a quell'inquietante paesaggio. Rimasi in silenzio, immobile, mentr Icarius e Lho discutevano sul da farsi.
Percepivo un'enorme potere provenire da quello strano luogo e giungere fino a me.
Mi feci coraggio e guardai di nuovo.
La valle era una landa desolata e deserta. E delle voci giunsero alle nostre orecchie, voci lente, strazianti...

Il nome è proprio azzeccato... ll Cimitero della Guardia...

Guardai a valle, ma non riuscii a capire da dove provenissero quelle strane ed inquietanti voci.
Vidi poi un bagliore e sentii rumore di spade, ma non vi era nessuno.
Improvvisamente ricordai la visione che avevo avuto nella pieve.

Ma certo, la cupola!

Se la memoria non m'ingannava, tempo addietro avevo studiato una formula magica per evocare una specie di scudo che rende invisibile ciò che c'è all'interno, ma solo per coloro che guardano da fuori di esso. Ovviamente anche lo scudo è invisibile e si vede quindi solo il paesaggio circostante.
Due piante poco lontane da me avvizzirono, mentre rubavo loro il mana. Finalmente ritornai in forze.
Mi concentrai a fondo e dopo svariati minuti una luce azzurrina scaturì dalle mie dita e si spinse fino da dove proveniva il clangore delle spade, ove venne fermata di colpo.
Come avevo previsto, c'era uno scudo magico. La luce azzurrina l'avvolse fino a mostrare ai nostri occhi un'enorme cupola.
"Nobile Taddei, credo che siamo vicini a vostra moglie più di quanto pensiate..." dissi rivolta ad Icarius.
Poi li guardai entrambi.
"Ora cosa facciamo?"

Guisgard 20-06-2011 00.32.20

Monteguard si alzò e cominciò a passeggiare nell’anticamera.
“Sono un militare da non so neanche più quanti anni” disse a Melisendra “e ho visto tutti i generi di uomini d’arme… cavalieri, avventurieri, soldati di ventura, briganti… posso dire di aver maturato la convinzione che ognuno di loro agisca secondo un proprio codice di comportamento… sia ben chiaro che non si tratta sempre di un codice d’onore, o di stampo cavalleresco… ma piuttosto di una propria regola di vita, di un’ideologia spesso maturata secondo canoni personali e derivata dalla storia di ciascuno di essi…” tornò a sedersi “… ed il nostro uomo non sfugge a questo codice… uomini come lui devono sentirsi minacciati per cominciare a ragionare… per essere ben disposti, ecco… l’ho fatto venire qui facendogli capire che aveva commesso un reato… il duello che ha ingaggiato con la donna seguace del Gufo, visto che i duelli qui sono vietati… l’ho fatto chiudere in cella per fargli capire che non scherzo…” porta qui il prigioniero.” Ordinò al soldato fermo sulla porta in attesa di ordini. “Gli diremo che siamo a corto di uomini e lui è stato fortunato…” rivolgendosi di nuovo a Melisendra “… potrà cavarsela offrendo un degno servizio al ducato… ossia scortando una donna in pericolo…”

Guisgard 20-06-2011 00.51.52

“Ne sei sicura, Sayla? Oh, non chiedo altro!” Disse Icarius guardando la giovane. “Non chiedo altro che ritrovarla!”
“Ma queste voci da dove diamine arrivano?” Fece Lho mostrando insofferenza ed agitazione per quella situazione.
Spronò allora il suo cavallo e raggiunse la cima della piccola altura.
Le voci erano più intense e vicine, ma ancora non si vedeva nessuno.
“Cos’avete scoperto, Lho?” Chiese Icarius raggiungendo il fedele guerriero.
“Nulla…” mormorò questi “… non si vede nessuno… come se queste voci fossero portate dal vento…”
Ma in quel momento qualcosa si notò nella desolata landa davanti a loro.
“C’è qualcuno laggiù…” indicò Lho.
Era un uomo anziano che teneva un asinello per le redini.
“Avviciniamoci per chiedere del Cimitero della Guardia.” Disse Icarius.
“Si, ma facciamo attenzione, mio signore.”
“E’ solo un vecchio, Lho.”
“Può darsi, ma la prudenza non è mai troppa…”
I tre allora raggiunsero il vecchio ed il suo asinello.
“Salute a voi, buon uomo.” Salutò con cortesia Icarius.
“I miei omaggi, nobili viaggiatori.” Rispose questi.
Era un uomo di avanzata età e vestito con umili abiti.
Il suo sguardo era gentile ed i modi pacati.
Ciò che però incuriosì i tre, era quel fiore, un giglio, che aveva con sé.

Melisendra 20-06-2011 01.49.57

"Non intendevo certo criticarvi, milord... perdonatemi" mi scusai.
"A questo proposito, credo di aver avuto un contatto con il traditore, ma nulla più di un gioco malvagio. Chiaramente non teme di usare i propri poteri tra le mura del palazzo."
Riflettei.
"Non sono nemmeno sicura di cosa voglia realmente." Mi soffermai pensierosa a guardare fuori dalla finestra, mentre il mio mal di testa era quasi del tutto placato.
"Procedete pure, Capitano... credo che possiate liberarlo adesso."
Ormai mancava soltanto un giorno.
Mi domandai se sarebbe stato opportuno portarlo all'accampamento anche senza l'approvazione di Izar.

Guisgard 20-06-2011 02.02.55

“Avanti, potete uscire…” disse la guardia al prigioniero “… il capitano vuole vedervi!”
“Andate tutti al diavolo…” mormorò il prigioniero sdraiato sulla paglia.
“Insolente, stai chiedendo troppo alla tua stella amica!”
“Cosa succede?” Chiese un’altra guardia avvicinandosi alla cella.
“Sembra che il fresco della prigione non abbia sortito effetti su di lui!”
“Ci penserà il capitano! Portiamolo da lui!”
Poco dopo le due guardie portarono il prigioniero nell’anticamera del capitano.
“Potete togliergli quelle catene.” Fece Monteguard. “Siete stato comodo in cella?”
“La paglia era morbida ed il rancio non del tutto disgustoso…” rispose Guisgard “… la compagnia invece era migliore di quella che mi ritrovo qui, sebbene i ratti mi diano il voltastomaco…”
“Insolente, io ti…”
“Lascialo stare.” Disse Monteguard alla guardia.
In quel momento Guisgard si accorse di Melisendra.
“Probabilmente ci arriverò anche da solo…” mormorò “… ma mi piacerebbe sapere da voi cosa sta succedendo qui… e soprattutto cosa volete da me…”

Melisendra 20-06-2011 02.14.04

Rivolsi una rapida occhiata a Monteguard e mi accinsi a parlare.
"Cavaliere, sembra che di recente abbiate combattuto un duello con una donna. Per questa ragione siete qui. Non cercate di negare, sarebbe inutile... tuttavia credo che il Capitano vi darà l'opportunità di riparare a tale errore."
Fui concisa. E lanciai un'altra occhiata nervosa al Capitano, indecisa se scendere nei particolari e svelargli anche il resto. Perciò tacqui.

Guisgard 20-06-2011 02.39.52

“Cosa ne sapete voi di quel duello? Cosa sta succedendo veramente? Io…”
“Calmatevi e non aggravate oltre la vostra posizione.” Lo interruppe Monteguard. “Minacciare non vi servirà a niente. Siamo in guerra ed io ho il potere di far impiccare chiunque, se è per il bene del ducato.”
“L’altra sera allora era una sorta di tranello, vero?” Con tono minaccioso Guisgard e tentando di avvicinarsi a Melisendra. “Mi avete avvicinato per poi mettervi d’accordo col capitano!”
“Calma!” Bloccandolo le due guardie.
“Nessuno ha tramato alle vostre spalle.” Disse Monteguard. “Ora calmatevi. Sappiamo di quel duello e di come è finito.”
“Come sapete queste cose?” Chiese Guisgard senza togliere lo sguardo da Melisendra.
“Le domande le faccio io, cavaliere.” Fissandolo Monteguard. “Rispondete ora… è stato un duello regolare? Uno contro uno, intendo? E non mentite.
“Se sapete già tutto perché lo chiedete a me?”
“Rispondete.” Sentenziò Monteguard. “Non ho il dono della pazienza io.”
“Non ho bisogno di mentire…” mormorò Guisgard “… ho ucciso una donna… peggio non avrei potuto fare… sebbene certe donne sanno essere viscide come serpi…” aggiunse tornando a fissare Melisendra.
“I duelli sono vietati e quella donna occorreva catturarla viva.” Spiegò Monteguard. “Però ha ucciso diversi dei nostri… quindi, in un certo senso avete reso un servigio al ducato.”
“Andate al diavolo…”
“Un’altra uscita così e ti spezzo un braccio.” Minacciò una delle guardie.
“E per questo che vi offro un’altra possibilità…” fece Monteguard “… lady Melisendra deve recarsi in un luogo… un luogo pericoloso dove probabilmente è attesa dai nostri nemici… io non ho uomini a cui affidare la sua sicurezza… ed ecco che entrate in gioco voi… scorterete lady Melisendra in questo suo viaggio, dopo di ché sarete libero… libero di lasciare questo ducato, perché quelli come voi non sono desiderati qui.”
“E se mi rifiutassi?” Domandò Guisgard.
“Allora domani all’alba il vostro corpo penzolerebbe dalla più alta torre di Capomazda. Parola mia.” Rispose Monteguard.
“Canaglie…”
“Allora, cosa decidete?”
“Non mi date molta scelta…” scuotendo il capo Guisgard “… e sia, accetto… sebbene spero che il diavolo vi porti via tutti!”
Monteguard sorrise.

Melisendra 20-06-2011 03.11.04

Mi avvicinai al cavaliere, osservandolo.
"Potete credere quel che vi pare di me, messere. Ma mi seguirete e non cercherete di scappare, poichè in quel caso dovrei servirmi di metodi poco piacevoli per limitarvi la fuga."
Presi il mio scialle e me lo misi sulle spalle.
"Se può farvi stare meglio, non sapevo che foste voi l'assassino di Aytli. Quando l'ho capito me ne sono dispiaciuta. Anche se la vostra imprudenza nel farle lasciare Capomazda avrebbe potuto condannarmi a morte... nonostante tutto non è stato così."
Mi rivolsi al Capitano Monteguard.
"Lascerò la città in poche ore, preferisco mettermi in viaggio al più presto. Se vorrà fermarmi, sono quasi certa che lo farà fuori da queste mura. Quello di oggi era solo un avvertimento."
Mi inchinai.

Guisgard 20-06-2011 03.23.42

“Dispiacervi per me? Ne faccio a meno del vostro dispiacere…” disse Guisgard a Melisendra.
“Come desiderate, milady.” Fece Monteguard alla ragazza. “Siate prudente, mi raccomando.”
“Che il diavolo vi porti via tutti…” mormorò Guisgard.
“Avete il diavolo un pò troppo sulla bocca, amico mio.” Ridendo Monteguard. “Badate che porta male.”
“So io cosa mi porta male…”
“Ascoltate…” prendendolo per un braccio Monteguard “… siete un’ottima spada e infondo anche un buon cavaliere… avete ucciso una donna e questo vi ha fatto male, lo so… ora però potete rimediare salvandone un’altra… so leggere negli occhi degli uomini… e nei vostri c’è del coraggio e della lealtà… vi affido lady Melisendra… obbedite ai suoi ordini e seguitela ovunque andrà… che Dio vi protegga.”
“Avete finito?” Chiese con sguardo accigliato Guisgard. “Bene, addio.”
Ed uscì, seguendo Melisendra.

Melisendra 20-06-2011 03.48.08

Una volta in strada mi sentii addosso la sensazione di essere osservata.
Non ero di molte parole, più concentrata nel guardarmi attorno senza far notare quanto fossi realmente in allarme.
Infilai la strada per la locanda e una volta lì andai a radunare le mie cose. Dopo di che ci incamminammo fuori dalle porte della città.
Senza dare spiegazioni, una volta raggiunto il limitare della foresta, dissi agli spiriti: "Lo avete trovato?"
Erano meno indisciplinati della sera precedente. Forse avevano capito quanto fosse indispensabile il loro aiuto in quella situazione. Ma in quel momento non mi riferivo all'oscuro signore che forse ci stava osservando.
Mi riferivo a Pandemonio.
"Portatelo da me..." Il vento cominciò a soffiare, mentre quelli danzavano gaiamente. Dovettimo attendere un po' prima di sentire un rumore di zoccoli e di veder spuntare il mio fedele compagno di viaggi. Riconobbi il suo nitrito ancor prima di vederlo spuntare, narici frementi e impaziente, dalla macchia.
"Pandemonio! Mi sei mancato tanto!" gli corsi incontro, abbracciando il suo muso color del fumo e gioendo nel rivedere i suoi occhi vellutati e quel suo orgoglioso scuotere il testone, per poi darmi qualche allegro colpetto col muso.
"Dobbiamo andare... Pandemonio potrà senza dubbio portare entrambi. CI accamperemo vicino alla palude in serata." Sistemai una bisaccia sul dorso di Pandemonio e gli accarezzai nuovamente la criniera scura. Nitrì come se quelle sdolcinatezze gli sembrassero eccessive, ma non si sottrasse. In fondo era pur sempre un fiero cavallo da guerra.
"D'accordo, d'accordo, la smetto con queste sdolcinerie da bamboline..." Sorrisi.

Guisgard 20-06-2011 04.02.42

Guisgard restò a fissare Melisendra giocare col suo cavallo.
“E sia, ma lo condurrò io il cavallo!” Disse Guisgard.
Montò allora in sella ed aiutò la ragazza a salire dietro di lui.
“Verso la palude, allora…” mormorò “… badate però di stringervi bene a me… la brughiera non ha strade, ma solo sentieri naturali scavanti dall’acqua e dal vento… e detto tra noi…” aggiunse sarcastico “… non penso di fermarmi a raccogliervi dopo una vostra caduta, milady…”
Pandemonio allora si lanciò verso la brughiera, nel luogo indicato dalla sua padrona.

Melisendra 20-06-2011 04.16.03

"Mi stavate più simpatico quando parlavate di Paride..." mormorai, acida. "E detto fra noi, dubito che farete più di un passo senza di me. Non credo che il vostro atteggiamento piaccia a Pandemonio..."
Quello nitrì, scuotendo la criniera come in segno di approvazione.
"Non avrei voluto mettervi in mezzo..." dissi, sinceramente. Purtroppo avevo poco da dispiacermi. Era sempre così. Mi dispiaceva sempre portare sventure, ma ciò non mi aveva mai impedito di farlo. Tuttavia ero sincera.

Guisgard 20-06-2011 04.25.07

“Parlerò di Paride quando avrò la fortuna di incontrare un’Elena” disse Guisgard con sarcasmo “e non una Medea! Quanto a lui…” indicando Pandemonio “… beh, tale padrona, tale cavallo!”
I due galopparono fino ad addentrarsi nella brughiera, giungendo infine presso la palude.
“Che luogo spettrale…” mormorò Guisgard guardandosi intorno “… io qui non ci starei nemmeno da fantasma.” Scese allora da cavallo ed aiutò Melisendra a fare altrettanto.
“Ed ora che siamo qui cosa faremo, mia signora?” Con tono ironico. “Accenderemo un fuoco per farvi ballare un bel sabba? Oppure vi farete un giretto sulla vostra scopa?”

Melisendra 20-06-2011 04.43.46

"No, ma potrei provare piacere nel trasformarvi in rospo... mio signore!" replicai, con una finta riverenza.
"Pandemonio! Fai la guardia..." schioccai un bacio in direzione del cavallo, che andò a pascolare poco lontano. "Non avrete paura di qualche ombra e del sibilare del vento, cavaliere..."
"Accenderemo un fuoco ed attenderemo... Cosa? Non lo so di preciso." Raccolsi qualche ramo secco nelle vicinanze e poi iniziai a svuotare le bisacce.
"So bene che uccidere una donna possa avervi sconvolto."
Lo scrutai mentre accendeva il fuoco. Il tramonto era iniziato e quel luogo si stava riempiendo di ombre.
"Aytli non avrebbe esitato a tagliarmi la gola, una volta tornata al castello di Lord Cimarow, quasi certamente ormai sapeva tutto. Ma non ha fatto in tempo. E ora il Cavaliere del Gufo vuole vendetta."
Alimentai il fuoco con qualche ramo secco.

Guisgard 20-06-2011 04.57.52

Il fuoco iniziava a prendere vigore, mentre tutt’intorno cominciava a diffondersi la luce delle fiamme.
“Beh, se io diventerò un rospo” disse sorridendo “alla nostra favola non mancherà che una cosa per essere perfetta… una bella principessa! Non vi dico, ovviamente, a chi darei il ruolo della strega cattiva!”
Gettò altra legna sul fuoco.
“Aytly si chiamava dunque…” sussurrò divenendo serio e fissando i bagliori del fuoco “… era molto bella… molto… cos’era esattamente quella donna per il Cavaliere del Gufo?”
Ma, all’improvviso, Guisgard saltò su, guardando verso la debole luce del Sole.
“Presto, copritevi il capo col cappuccio…” mormorò a Melisendra “… e qualsiasi cosa accada restate in silenzio…”
Un attimo dopo tre figure a cavallo comparvero tra le incerte ombre della brughiera, per poi cominciare ad avanzare verso di loro.

Melisendra 20-06-2011 05.04.29

"Siete tanto divertente..." sussurrai, poco prima di avvistare tre figure a cavallo dirette verso di noi.
Mi coprii con il cappuccio e osservai bene le figure in avvicinamento.
Possibile che fossero uomini dell'accampamento, così vicino alla palude? Ero certa che nessuno si avvicinasse troppo a quella zona.
Ormai il fuoco aveva segnalato la nostra posizione. Strinsi il pugnale sotto il mantello e vidi le fiamme elevarsi più forti, tutto d'un tratto. Sapevo che mi avrebbero protetta.

Guisgard 20-06-2011 05.21.34

Le tre figure si avvicinarono fino a raggiungere Guisgard e Melisendra.
“Salute, amico.” Disse uno dei tre uomini a cavallo.
Erano vestiti con pelli e calzoni di cuoio fino alle ginocchia e calzavano sandali stretti con lacci lungo i polpacci.
“Sono giorni che camminiamo senza incontrare anima via.” Continuò l’uomo.
Guisgard annuì.
“Questo fuoco è proprio una benedizione…” aggiunse “… le notti nella brughiera sono così umide… possiamo farvi compagnia?”
Guisgard fece segno loro di sedersi.
Erano ben armati e sulle braccia avevano dei tatuaggi.
“Cos’ha la tua amica?” Indicando Melisendra.
“E’ malata…”
“Di cosa?”
“Peste…” mormorò Guisgard sempre tenendo il capo chino “… siamo diretti sul monte dell’Arcangelo a Capomazda… ma forse lei non ci arriverà mai…”
“Peste?” Ripeté l’uomo. “Eh, ma allora noi possiamo aiutarti.”
Guisgard lo fissò con la coda dell’occhio.
“Wako ha avuto la peste. Vero, Wako?”
“Si, quella che scoppiò ad Avignone…” rispose il compagno.
“Già, la gente diceva che era stato a causa dei papi…” ridacchiando l’uomo “… ma Wako è guarito. Si, lui è un buon Cristiano e Iddio l’ha risparmiato.”
I suoi due compari cominciarono a ridere.
“Avanti, Wako…” lo incitò l’uomo “… da un’occhiata a quella povera ragazza… a te il morbo non può far più male ormai.”
“Lasciamola in pace…” disse Guisgard “… non vuole mostrare il suo volto, consumato com’è ormai dalla malattia…”
“Ma noi vogliamo aiutarla…” sorridendo l’uomo “… avanti, Wako, da un’occhiata a quella sfortunata…”
Guisgard allora fece scivolare la mano sotto il mantello, lungo l’elsa della spada, fingendo con l’altra di accomodare il fuoco.
“Wako si avvicino a Melisendra, che teneva il capo ben celato dal cappuccio.
“Soffri molto, ragazza?” Chiese. “Ora darò un’occhiata, tranquilla… avanti, mostrami il tuo viso…”

Guisgard 20-06-2011 05.28.44

Morrigan recitò quella formula ed attese.
Ad un tratto il vento si fermò e le stelle, per un istante, quasi smisero di brillare nel firmamento.

La carrozza dopo quella folle corsa si fermò davanti al convento.
Tre uomini, coperti da lunghi mantelli, scesero e bussarono alla porta di quel santo luogo.
“Aprite, in nome di sua signoria lord Rauger!” Disse uno di loro.
“Cosa accade?” Domandò il novizio.
“Sappiamo che nascondete una donna con un bambino!” Gridò l’uomo. “Dovete consegnarcela, in nome dell’Arciduca e di sua grazia il vescovo!”
“Il convento ora è chiuso” rispose il novizio “e voi qui non potete entrare!”
“Aprite oppure noi…”
“Cosa?” Lo interruppe un’altra voce che affiancò quella del novizio. “Qui domina la legge di Dio, non quella degli uomini! Andate via!”
“Sono giunti qui per me…” in lacrime Rasyel, nascosta in una cella del convento “... è la fine...” stinse a sé il piccolo Guisgard e cominciò a pregare.
“Fatevi forza, milady…” mormorò il monaco che le stava accanto.
“Non ho altra scelta… mi consegnerò a loro... ma senza il bambino...”
Rasyel allora, come detto, si presentò sulla porta del convento, arrendendosi ai suoi inseguitori.
“Vogliamo solo il bambino, milady.” Disse uno dei tre che la braccava.
Ad un tratto si udirono dei cavalli.
“Fermi, cani!” Gridò uno dei cavalieri appena giunto.
“Sono sir Gemmyl ed i suoi uomini!” Fece uno dei tre, riconoscendo i nuovi arrivati. “Sono i compagni di lord Ardross!”
Scoppiò allora uno scontrò armato ed in breve i nuovi arrivati ebbero la meglio.
“Milady...” disse Gemmyl a Rasyel “... il ducato non è più un luogo sicuro per voi ed il bambino. Almeno fino a quando lord Ardross non avrà risolto tutto. Siamo qui per condurvi in luogo più sicuro...”
“Dove?” Chiese Rasyel. “Voglio vedere prima Ardross!”
“Non è possibile ora, milady...”
“Dove mi porterete?” Domandò spaventata. “Quando potrò vedere Ardross?”
“Non lo so, mia signora...”
“Questo è suo figlio!” Gridò mostrando il piccolo Guisgard che piangeva. “Non è diverso dal figlio che avuto da sua moglie!”
“Mia signora...” col capo chino Gemmyl “... proprio perché questo bambino rappresenta un pericolo per il futuro erede che hanno deciso di eliminarlo...”
“E’ suo figlio!” Piangendo Rasyel.
“Per lord Rauger è il piccolo Icarius il legittimo erede... e considera il vostro bambino solo un bastardo... ecco perché dovete venire con noi... presso il lago di Partya lord Ardross ha fatto costruire un palazzo di cui nessuno conosce l’ubicazione... lì sarete al sicuro...”
“Al sicuro...” sussurrò Rasyel stringendo il suo bambino “... in una prigione...”

Ad un tratto la visione svanì.
Morrigan avvertì un capogiro, per poi destarsi all’improvviso.
Samsagra sembrava arderecome non mai.
In quel momento Morrigan li vide.
Erano alcuni uomini armati che la circondavano.
Poi qualcuno si fece strada fra loro.
“Abbiamo interrotto un qualche tuo rituale?” Domandò un uomo col capo coperto da un cappuccio. “Hai forse invocato qualche spirito, amica mia? Beh, forse hai commesso un errore... perché per te, stanotte, è giunta solo madonna Morte…”
A quelle parole del misterioso uomo, tutti gli altri estrassero le spade.
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Melisendra 20-06-2011 05.49.32

"Ti piacerebbe che non ci arrivassi..." sibilai, facendo segno agli uomini di non avvicinarsi.
Ero alquanto irritata.
Mi tolsi il cappuccio e osservai quegli uomini con uno sguardo torvo. GUigard incluso, che degnai di un'occhiata seccata.
"Siamo viaggiatori come voi. Potete trascorrere qualche ora accanto al fuoco. Io e il mio... simpatico compagno di viaggio partiremo prima dell'alba."
Mi sistemai il mantello, presto avrebbe iniziato a fare più freddo e l'umidità della palude non aiutava.
"Cosa ci fate in questa zona desolata?" feci segno di accomodarsi accanto al fuoco, mentre li scrutavo con attenzione, valutando quante armi portassero con sè e cercando di stabilirne la pericolosità.
Sentii un uccello gridare e scomparire nella palude spettrale, mentre il vento ricominciava a soffiare.

Lady Morgana 20-06-2011 13.09.10

Guardai perplessa Lho, ma poi ricordai che loro non potevano vedere la mia magia, essendo quella di un Dio.
"Io credo che le voci che udiamo provengano dall'interno di quella cupola, ma voi non potete vederla, a causa di un potente incantesimo..." spiegai a Lho e Icarius.
Poi Lho guardò nuovamente a valle e scorse un anziano signore, che camminava per quella landa deserta, tenendo un asino per le redini.Icarius e Lho non ascoltarono ciò che avevo detto loro e corsero incontro a quell'uomo.

Perchè non mi danno mai ascolto? Icarius ha mentito, non ha più fiducia in me e Lho... Lui mi odia...

Tentai di fermarli, di spiegargli ciò che avevo visto, ma erano già troppo lontani e la mia voce svaniva, portata via dal vento.
Osservai l'anziano signore e notai un particolare.
Portava con se un profumato giglio, ma c'era qualcosa di strano.
Lì, non c'era nulla, ma quel giglio era fresco, come se fosse stato appena colto.
"Viene dalla cupola..." sussurrai senza farmi udire da nessuno.
"Buongiorno, messere." lo salutai, piegando un poco la testa, in segno di rispetto.
"Portate con voi un bellissimo fiore, signore. Un giglio, il mio preferito!" sorrisi ingenuamente, guardando il vecchio negli occhi.
"Potrei chiedervi, se non oso troppo, cosa gli avete fatto, per non farlo appassire?" domandai, con finta curiosità.
Sapevo esattamente come aveva fatto.
Mentre parlavo con l'anziano signore, avevo fatto degli impercettibili movimenti e molto lentamente stavo alzando il braccio.
Ero molto vicina alla cupola, ne avvertivo l'immenso potere.
Allungai ancora un poco il braccio e sentii un lieve pizzicore alla mano e le mie dita scomparvero.
Ritrassi immediatamente la mano, per paura che il vecchio se ne accorgesse.

Fantastico... scommetto che è stata quella donna a creare la cupola, Layla, se non sbaglio... Non vedo l'ora di rincontrarla...

Talia 20-06-2011 18.43.51

Vidi qualcosa attraversare gli occhi di Layla... un sogno forse, o magari un ricordo... fu un attimo, durante il quale il suo sguardo mutò, illuminato da una luce nuova e di una intensità assoluta... poi lei sbatté le palpebre e quella luce, qualsiasi cosa fosse, scomparve di nuovo...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 32460)
“Sono una donna, milady…” voltandosi verso Talia “… una donna, come lo siete voi… e questo posto è il luogo in cui ho deciso di vivere…”

“Il posto in cui avete scelto di vivere?” mormorai in risposta alle sue parole “Eppure a me non avete dato la medesima possibilità di scelta...”
Stavo per seguirla, quando il mio sguardo cadde sulla lancia a me più vicina... e notai che su di essa non vi era nessun elmo...
Questa dettaglio mi sorprese!
Mi fermai di scatto, dunque, fissandola.
Poi, quasi senza accorgermene, allungai una mano e sfiorai l’asta lucida con la punta delle dita... mentre i miei occhi correvano verso l’alto e osservavano la punta che scintillava per gli ultimi bagliori della sera.
Perché quell'insolito dettaglio in quel luogo che sembrava segnato dalla più rigida e pedante perfezione?

Lady Dafne 20-06-2011 18.44.26

La donna ripeteva in continuazione di essere sola, io non le credevo! Sospettavo qualcosa, non volevo darle ascolto.
"Pasuan, non mi fido! Andiamocene ti prego! Non starla a sentire, questa è un'incantatrice!!" dissi con rabbia sperando che Pasuan mi ascoltasse.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 32481)
“Ora pregherò davanti a questa cappellina… se voi volete andare, fatelo pure… io non ho altro da dirvi…”

"Non avete nient'altro di meglio da fare che pregare, mia cara? Il vostro amato potrebbe essere sottoposto a sopprusi e torture e voi vi rifugiate nella preghiera? Ascoltate il consiglio di una donna che ama veramente il suo uomo: combattete per lui, liberatelo, aiutatelo ma....fatelo SOLA! Noi non rischieremo la vita per una causa che non ci riguarda mentre voi, che tando agognate il nostro aiuto, perdete tempo pregando davanti ad una chiesa diroccata e probabilmente sconsacrata" ero furente.
"Andiamo via Pasuan, ho un neonato al quale badare! Serviamo più là che qui!!"

cavaliere25 20-06-2011 19.40.15

Guardai Finiwell e dissi e ora che si fa io non sono ancora addestrato per fare una guerra che devo fare domandai tutto preoccupato

Guisgard 21-06-2011 00.44.18

I tre uomini si scambiarono un rapido sguardo.
“Allora la storia della peste era solo una sporca bugia, lurido maiale!” Disse con un’espressione rabbiosa l’uomo accanto a Guisgard. “Volevi prenderti gioco di noi!”
Nello stesso momento Wako afferrò con una mano il polso di Melisendra, mentre con l’altra prese la donna per la gola.
“Sai che sei davvero un bel bocconcino!” Esclamò facendo osceni versi con la lingua.
“Non toccarla, cane!” Saltando su Guisgard e lacerandogli un fianco con un rapidissimo colpo di spada.
L’altro uomo allora gli si lanciò contro, ma il cavaliere lo colpì con un pezzo di legna ardente al volto.
Quasi nello stesso momento però Guisgard si ritrovò addosso il terzo dei tre che tentò di colpirlo con la sua possente scure.
Il cavaliere parò il corpo, ma la sua spada non resistette a quell’urto e si spezzò in due.
“Vediamo come te la cavi ora, maledetto bastardo!” Con un’espressione bestiale il suo avversario.
Un attimo dopo l’uomo si lanciò su Guisgard, che però fu lesto a schivarlo ed a farlo poi inciampare nel fuoco ancora acceso.
Avvolto fra fiamme l’uomo cominciò a correre e ad urlare per quella landa, fino a cadere poco dopo a terra, nel disperato tentativo di spegnere il fuoco che lo stava consumando.
Ma dopo alcuni attimi di straziante dolore, si arrese a quelle fiamme che gli anticiparono, come una terribile visione, quelle ben più potenti dell’Inferno.

Melisendra 21-06-2011 01.11.07

"Perchè avete fatto qualcosa di tanto stupido?"
Senza pensarci due volte chiamai gli spiriti.
Con un gesto della mano indicai le fiamme e queste guizzarono, come feroci mastini a fauci spalancate sugli uomini.
Scossi le gonne per allontanare la fiamma da me.
"Sono vostri, miei cari... tranne..." mi avvicinai a uno di loro, che a terra si agitava, cercando di spegnere quelle fiamme che gli erano volate addosso. "Questo."
Dissipai le fiamme con un gesto, mentre quelli correvano sugli altri.
Mi rivolsi a quell'uomo dolorante e terrorizzato.
"Allora... prima che la tua sofferenza finisca... dimmi chi siete. Non siete semplici viaggiatori... perciò la verità. O dirò loro che possono continuare a giocare con te."
Mi sedetti, pensierosa.
"Ah e risparmiati le imprecazioni... quanto sarebbe saggio far arrabbiare una strega?" Sorrisi amabilmente.
Che differenza faceva? Che mi credessero pure una strega, per quel che mi importava.
"Scusa, Guisgard..." mi rivolsi verso il cavaliere. Non avrei saputo decifrare la sua espressione, perciò tornai a concentrarmi sul superstite, colpendolo lievemente con la punta dello stivale.

Guisgard 21-06-2011 01.31.54

L’uomo ai piedi di Melisendra aveva il volto orrendamente sfigurato dalle fiamme e sembrava impossibilitato a parlare.
“Lasciate perdere…” disse Guisgard prendendo una delle loro spade da terra “… non credo possa rispondere alle vostre domande. Il dolore l’avrà reso pazzo a questo punto. Però posso soddisfare io la vostra curiosità… sono mercanti di schiavi… li ho riconosciuti dai tatuaggi… avete fatto una cosa molto stupida…” mentre spegneva ciò restava del fuoco “… vi avrebbero stuprata per giorni e poi venduta ad uno dei tanti mercati di schiavi diffusi nella regione… la prossima volta, almeno fino a quando resterete sotto la mia responsabilità, cercate di seguire le mie indicazioni, oppure finiremo in guai seri…” si voltò allora nella direzione dalla quale erano giunti i tre “… probabilmente precedevano una carovana… vedo la polvere in lontananza… il fuoco li avrà già attirati da questa parte… dobbiamo andarcene. E alla svelata, altrimenti ci ritroveremo addosso almeno una trentina di quei maledetti… richiamate il vostro cavallo, mentre io prenderò uno dei loro, disperdendo gli altri due, così da confondere le nostre tracce…” si avvicinò ai cavalli dei superstiti e si voltò di nuovo verso la ragazza “… ah, milady… non voglio le vostre scuse, né il vostro grazie… non mi interessa nulla di quello che avete voi… voglio solo che questa storia finisca presto…” e scelse dei tre il cavallo migliore.

Guisgard 21-06-2011 01.50.20

“Aspetta, Dafne…” disse Pasuan.
La misteriosa ragazza, intanto, era intenta a pregare, in lacrime davanti alla cappellina.
“Dafne, ascolta…” continuò Pasuan “… io so cosa significa soffrire per amore… e conosco anche come ci si sente ad essere impotenti davanti alle avversità… forse io e quella ragazza non siamo tanto diversi… anche a me hanno strappato l’immagine di chi amo… queste tenebre, nelle quali sono stato condannato, non sono dissimili dalla tomba nella quale lei giura sia stato rinchiuso il suo amato… io forse non potrò più avere la Gioia di rivedere il volto di chi amo…” esitò per un momento “… ma non voglio che anche altri siano condannati a questo supplizio…” cercò il voltò di Dafne e con una mano accarezzò dolcemente la sua bocca “… perdonami, ma il mio cuore mi dice di agire in questo modo… aiuterò quella ragazza… mi fido di lei… ma non ti obbligherò a seguirmi… decidi tu cosa fare, Dafne…”
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Melisendra 21-06-2011 01.55.28

Salii sul mio cavallo e osservai meglio il paesaggio che ci circondava.
Un canneto. Poteva essere una soluzione.
Attesi che anche il mio accompagnatore montasse a cavallo e diressi Pandemonio verso le propaggini della palude. Lì nessuno si sarebbe avventurato.
"Mercanti di schiavi? In tal caso hanno fatto la fine che meritavano... nessuno merita una vita di schiavitù."
Mi chinai per evitare i rami di un albero e la cascata di foglie che scendevano da esso. Il sole era quasi tramontato del tutto.
"Non sono sotto la vostra responsabilità... come vedete posso provvedere alla mia sicurezza."
Rallentai e smontai, guidando il cavallo su sentieri più sicuri.
"Qui potremo riposare qualche ora. Anche perchè credo di dovervi spiegare per quale ragione abbiamo lasciato Capomazda così rapidamente."
Raggiungemmo un tronco d'albero abbattuto, che aveva aperto un comodo spiazzo nella vegetazione.
Feci cenno agli spiriti di sparpagliarsi, nessuno si sarebbe avvicinato. Quelli accesero tanti fuochi fatui e rimasero ad aleggiare come fantasmi nella vegetazione circostante, guizzando e nascondendosi. Erano ancora eccitati dal macabro pasto. Ma erano benevoli. La loro luce azzurrina diffuse un gradevole chiarore.
"Non temete, non ci faranno alcun male... non sono cattivi. Sono solo... ehm, vivaci." Non era il termine più appropriato, ma era vero. Non erano malvagi e nemmeno crudeli. Erano soli. Erano come bambini desiderosi di piacere a ogni costo. "Sono come bambini. Sono vivaci e un po'...ingordi. E amano che qualcuno si prenda cura di loro." Aggiunsi, tristemente "La solitudine li uccide."
Danzarono innocui e sbarazzini, rincorrendosi nell'aria. Allungai la mano e vi girarono intorno, come gatti affettuosi. Era fuoco che non bruciava, leggero più dell'aria e timido come la fioca luce dell'ultimo raggio di sole.
"Mi domandavate di Aytli, prima che ci interrompessero..." mi stiracchiai lievemente le gambe e appoggiai la schiena al tronco. "Non era la donna del Gufo, era la sua più cara amica e il suo miglior cavaliere. Da quel che so di lei era spietata quanto lui."

Guisgard 21-06-2011 02.21.34

Guisgard restò a fissare gli strani segni che operarono gli spiriti.
Melisendra sembrava totalmente a suo agio in mezzo a loro.
Che strana e misteriosa donna, pensava Guisgard.
Di tanto in tanto osservava il suo volto e le espressioni che assumeva.
In certi momenti gli appariva come una donna fredda, distaccata, altera.
Forse calcolatrice e sicuramente conscia del suo straordinario fascino.
Un fascino non meno potente di quelle sue arcane arti.
Un fascino che forse utilizzava per i suoi intenti.
Altre volte invece gli appariva come una ragazza dai tratti quasi ingenui e sbarazzini.
Guisgard restava sorpreso a fissarla mentre conversava, con tono familiare, con quelle misteriose entità che sembravano accompagnarla in ogni luogo.
A volte il cavaliere aveva la singolare sensazione che lei giocasse con quegli spiriti.
Eppure, nel profondo dei suoi meravigliosi occhi che brillavano come smeraldi, Guisgard sembrava riconoscere un vago e tormentato senso di solitudine.
“Si, è vero…” disse slacciandosi il mantello e accomodandolo dietro la schiena della ragazza che si era appoggiata ad uno scomodo tronco d’albero “… la solitudine uccide… ma quegli spiriti non sono soli… hanno voi…”
Scelse un giaciglio tra due lisce rocce di granito e vi si appoggiò.
“Si, ho sentito parlare del Cavaliere del Gufo e delle sue tristi gesta…” continuò, mentre da una tasca estrasse la sua ocarina “… dicono che non abbia mai conosciuto né sconfitta, né pietà… feroce come Achille, indomito come Sigfrido… entrambi però avevano un punto debole… ognuno di noi, infondo, possiede un punto debole, che tiene gelosamente nascosto per non apparire troppo debole agli occhi degli altri…” la fissò per un momento “… tranquilla, milady, non bramo avervi sotto la mia responsabilità…” mormorò con un indecifrabile sorriso.
E cominciò a suonare la sua ocarina.

Melisendra 21-06-2011 02.57.08

Smisi di accarezzare le fiammelle e mi voltai a guardare il cavaliere.
"Ciò che avete sentito corrisponde a verità... è incredibilmente forte e spietato. Certe volte pazzo d'ira. Ho avuto modo di assistere ai suoi eccessi, dettati da orgoglio e desiderio di sfidare qualsiasi dio a fulminarlo per le sue azioni."
Mi mordicchiai pensosamente un labbro, mentre una fiammella mi spingeva lievemente il braccio, come per attirare nuovamente la mia attenzione.
"C'è qualcosa di implacabile dentro di lui... ma di debolezze, non ne ho mai scorta nessuno attraverso i suoi occhi scuri."
Abbassai lo sguardo e ripresi a solleticare lo spirito, che corse via lasciando un eco di risa inaspettato, che mi fece sorridere mio malgrado.
"Sarebbe tutto più semplice se io prendessi la sua vita..." mormorai, appoggiandomi meglio addosso al tronco.

Guisgard 21-06-2011 02.58.54

Il vecchio fissò Sayla e rispose con un inchino al suo saluto.
“Dolce fanciulla…” disse “… sono lieto che abbiate lodato la bellezza di questo fiore… esso però conserverà ancora per poco il suo candore, se non verrà donato a Colei a cui è stato destinato…”
“Cosa intendete dire?” Chiese incuriosito Icarius.
“Vedete, esso è stato destinato ad una donna…” spiegò il vecchio “… ma non ad una donna qualsiasi…”
“A quale donna allora?” Domandò Icarius sempre più colpito dal racconto del vecchio.
“Non posso descrivervela perché non ho mai avuto la fortuna di vederla.” Rispose Il vecchio. “So solo che si trova nella grande basilica a volta.”
“Una basilica a volta?” Ripetè Icarius. “Forse è la cupola di cui ci parlavi, Sayla!” Rivolgendosi poi alla fanciulla.
“Si, mio signore.” Annuì il vecchio. “Ed attende che questo fiore le venga consegnato.”
“E perché temporeggiate?” Chiese Lho.
“Perché è un’impresa al limite delle umane possibilità!”
“E perché mai?” Sempre più incuriosito Icarius.
“Perché questo fiore deve essere consegnato solo alla dama più bella fra quelle che si trovano nella basilica.” Rispose il vecchio. “Nella basilica vi sono tantissime dame, tutte di rara bellezza, ognuna accompagnata da un valente cavaliere. Se qualcuno, giungendo nella basilica, dovesse consegnare il fiore alla dama sbagliata, allora tutti gli altri cavalieri lo attaccherebbero, uccidendolo in breve tempo per la sua fellonia!”
“Mai udita una storia simile!” Esclamò Lho.
“Già…” mormorò pensieroso Icarius “… un’impresa ben più pericolosa di tutte le dodici fatiche di Ercole messe insieme… com’è possibile decidere e sentenziare sulla bellezza di una donna? Essa è un qualcosa di unico ed irripetibile! Non esiste una donna simile o paragonabile ad un’altra! La vera bellezza di una donna sta unicamente negli occhi del suo amato! Questa impresa è destinata a fallire miseramente!” Sentenziò l’ultimo dei Taddei.
Il vecchio chinò il capo addolorato.
“Noi siamo diretti al Cimitero della Guardia.” Disse poi Icarius. “Sapreste indicarci la strada?”
“Conosco quel luogo, mio signore…” rispose il vecchio “… ma non vi giungerete mai…”
“E perché mai?” Chiese Lho.
“Perché vi si accede solo attraverso la basilica a volta.” Rispose il vecchio. “E per attraversarla bisogna risolvere l’impresa di questo fiore.” Mostrando di nuovo ai tre il suo giglio. “Ma abbiamo tempo fino al tramonto. Dopo che il Sole sarà tramontato, infatti, la messa nella basilica terminerà ed il fiore seccherà…”
“Allora siamo perduti…” mormorò Icarius “… cosa ne pensi, Sayla?” Voltandosi poi verso la sua giovane compagna di viaggio.

Guisgard 21-06-2011 03.13.33

“Prendere la vita di un cavaliere così potente…” disse Guisgard smettendo di suonare “… voi? Siete audace, milady.” Sorridendo. “Il mio maestro soleva recitarmi una vecchia canzone… lo faceva nelle chiare sere d’Estate, quando le stelle scintillavano nel firmamento e sembravano sussurrarti i sogni più belli e di come realizzarli… e quella canzone recitava che un cavaliere custodisce la sua vera forza nel suo cuore… non deve dunque temere nessun nemico se il suo cuore è saldo… ma scegliere solo a quale donna donare il suo cuore, affinché ella sappia custodirlo…”sorrise di nuovo “… stando ai versi di quella vecchia canzone allora, milady, l’unica possibilità che avevate era quella di prendere il suo cuore… ma secondo ciò che si racconta su di lui, quel cavaliere non possiede né cuore, né anima…” restò un attimo in silenzio, mentre il vuoto della brughiera sembrò, per un istante, avvolgere ogni cosa “… e forse è questo il segreto della sua invulnerabilità… quel cavaliere non tiene a nulla e dunque non ha paura di perdere nulla… perché forse ha già perduto ogni cosa…” e riprese a suonare malinconico.

Melisendra 21-06-2011 03.35.10

"Audace?" Sollevai un sopracciglio, lanciando un'occhiata scettica e divertita. "Non posso prendere la sua vita... sarebbe una colpa troppo grave che si andrebbe a sommare a tante altre quasi trascurabili. Sono una codarda. Avrei potuto prendere la sua vita... ma...."
Ascoltai quella malinconica melodia, perdendomi tra le sue note.
Improvvisamente scorsi, sotto la luce della luna, una fila di cavalieri adornati a festa, come per una parata. Erano sottili,quasi trasparenti, come se li vedessimo attraverso l'acqua. A malapena si accorsero della nostra presenza, forse cogliendo le note della musica, ma continuarono la loro lenta cavalcata. I loro abiti erano riccamente adornati e i loro cavalli brillavano sotto la luna.
Accanto a ciascun cavaliere cavalcava una dama.
Mi voltai verso Guisgard per essere certa che li vedesse anche lui.
Li guardai con curiosità. Mi volsi verso le tremule fiammelle che ormai si erano posate tra le canne circostanti e lentamente si affiochivano.
"Non avevo mai visto niente di simile..." sussurrai, osservando quegli spiriti antichi. Poi capii. "Ma oggi è il Solstizio d'Estate... e in queste ore qualunque cosa può mostrarsi ai nostri occhi umani."
Lentamente, come se si stesse offuscando la superficie di uno specchio, svanirono, tornando celati dai veli della realtà umana.
Una quiete si diffuse nell'aria e nel mio cuore.
Sorrisi.

Guisgard 21-06-2011 03.47.19

Guisgard restò sorpreso e turbato da quella visione.
Si voltò a fissare Melisendra e si accorse di una strana luce nei suoi occhi.
Erano reali, oppure no? Si chiese.
Ma quella visione, simile ad un sogno, svanì troppo in fretta per scoprirlo.
“E’ uno dei vostri incanti, milady? Cosa significava ciò che ho appena visto? Io…” disse per poi zittirsi “… chi siete veramente voi? Perché mi avete condotto qui? Cosa volete da me?”

Morrigan 21-06-2011 03.53.48

“Sono sir Gemmyl ed i suoi uomini! Sono i compagni di lord Ardross!”... “Milady... siamo qui per condurvi in luogo più sicuro...”
“Dove? Voglio vedere prima Ardross!”... “Per lord Rauger è il piccolo Icarius il legittimo erede... e considera il vostro bambino solo un bastardo... ecco perché dovete venire con noi... presso il lago di Partya...”
“Al sicuro... in una prigione...”

... in una prigione... una prigione... Gemmyl... Icarius... il lago di Partya...
Morrigan si sforzava per non perdere nemmeno un frammento, per non scordare nulla di quella visione... ma l'immagine si andava pian piano sbiadendo, e lei doveva sforzarsi sempre più per trattenerla nella sua mente. Poi la scena divenna di colpo buia e Morrigan si destò di colpo, con la testa che le pulsava forte dal dolore e Samsagra che sembrava chiamarla a gran voce.
Fu allora che li vide, uomini armati di spade pesanti che le stavano puntando le loro armi addosso. Era circondata e inerme, così come si trovava, seduta sulla pietra fredda con le spalle addossate alle merlature di quel corridoio. Non aveva alcuna possibilità di fuga.
Mentre si rendeva conto di quanto problematica fosse la sua posizione, qualcuno si fece avanti tra quegli armigeri.

“Abbiamo interrotto un qualche tuo rituale?” Domandò un uomo col capo coperto da un cappuccio. “Hai forse invocato qualche spirito, amica mia? Beh, forse hai commesso un errore... perché per te, stanotte, è giunta solo madonna Morte…”

Morrigan lo fissò, cercando di penetrare l'ombra che gli copriva il viso. Riconoscerlo era impossibile, anche perchè la luce di quella notte era a mala pena sufficiente a scorgere le sagome, tuttavia Morrigan ebbe l'impressione di cogliere qualcosa di familiare in quell'uomo. Non ebbe però il tempo di approfondire quella sensazione, perchè gli uomini armati la pressarono ancor di più con la loro minaccia. Doveva pensare, e farlo in fretta. La fuga l'aveva già esclusa, ma anche afferrare Samsagra e sperare di avere la meglio su tutti quegli uomini era solamente un'impresa folle... quindi non le restava altro da fare... doveva continuare la sua recita, fingersi inerme e spaventata e sperare così di guadagnare un po' di tempo... tempo... tempo per cosa?
Forse in fondo al cuore una speranza l'aveva, anche se non l'avrebbe mai ammessa... tempo... tempo perchè Guisgard si accorga che non sono arrivata al nostro appuntamento... tempo perchè possa allarmarsi e venirmi a cercare... tempo perchè mi possa salvare... ma no, è una follia!
Scacciò dalla mente quell'idea. Era sola. Poteva solo tentare di giocare quella carta, per non morire... o almeno per non morire subito!
Guardò l'uomo incappucciato palesando tutta la sua paura. Con la mano tremante, tese verso di lui l'amuleto che stringeva tra le dita.

"Rituale, mio signore?" balbettò, mostrandosi confusa e spaventata "Spiriti? E' solo un medaglione, signore... appartenuto a mia madre... tenetelo, se vi piace... tenetelo pure... prendetelo, se per voi è tanto importante!"

... tanto senza conoscere l'incantesimo non potrete farci nulla!

"E poi, signore... perchè queste spade?" proseguì, sgranando gli occhi come una bambina colta da vivo stupore "Io non ho fatto nulla! Ero andata dal mio confessore questa sera... da padre Ravus... chiedete a lui! E adesso cercavo solo un posto tranquillo per la mia anima e per le mie preghiere! Cosa mai vi ho fatto per giustificare tutto questo?"

... Guisgard, dove sei? Che fine hai fatto? Se non fai in fretta, forse non arriverò nemmeno a dirti quel nome... Gemmyl... Icarius... il lago di Partya...

Melisendra 21-06-2011 04.16.04

Ero ancora incantata da quella visione.
Mi rivolsi a Guisgard, cercando di tenere il filo di tutte quelle domande.
"No, non sono stata io... abbiamo assistito a una cavalcata degli Spiriti Antichi... erano dei, eroi leggendari, un tempo erano l'antico popolo di queste terre... ora sono solo ombre per noi." Scrutai l'oscurità, ma ormai non c'era più nulla, solo il silenzio del canneto. "Probabilmente anche loro ci hanno visto come noi abbiamo visto loro... sono deboli. Non possono più oltrepassare quel confine che ci separa. La Fede di Capomazda li ha allontanati per sempre, tranne in certe notti."
Sospirai, pensando inevitabilmente che avrei dovuto fare lo stesso.
"Anche io appartengo a un mondo che ormai... non ha più ragione di essere."
Quelle parole mi uscirono di bocca troppo rapide perchè potessi fermarle. Ne ero convinta. Cercai di allontanare quei tristi pensieri.
"Siete qui perchè Capomazda non era più sicura per voi e... ad essere onesta, non lo è nemmeno il luogo in cui vi sto portando. A Capomazda un nemico potente, colui che ha scatenato questa guerra, vi vuole morto. E fidatevi di una che conosce bene i suoi malefici metodi... non sarebbe stata una rapida spada a porre fine ai vostri giorni. La ragione per cui vi vuole morto è che potete intralciare i suoi piani."
Lo osservai per essere certa di non averlo confuso.
"Il Cavaliere del Gufo non prenderà la città, molte vite saranno risparmiate... e i baroni traditori saranno puniti... se avrà l'uomo che ha ucciso Aytli. Perciò siamo diretti al suo accampamento. Entro l'alba."
MI zittii. Scrutando nuovamente la palude.
"Non vi ucciderà. Se lo conosco bene, vi sfiderà a duello."
Attirai uno spirito perchè ci illuminasse con la sua tenue luce.
"Se avete un'idea migliore... vi ascolto."


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 22.14.24.

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