"La Fortuna sarei io?" guardandolo attraverso quella maschera ma potevo scorgere la sua passione.."Oh non sapete quanto voi ne abbiate monsieur, è qui a vostra portata di mano" la roulette girava e mentre aspettavamo l' uscita del numero sentii la sua mano sotto la gonna..toccare il corsetto di raffinato pizzo e seta "Volete farmi impazzire..qui? Davanti a tutti" e mi lasciai sfuggire un gemito che soffocai subito...incurante se qualcuno avesse sentito..la situazione stava diventando bollente.

L'ambulanza finalmente arrivò, caricando i due e ovviamente io andai, per seguire Elv, non volevo lasciarlo solo, avrei avvisato le ragazze dopo, e anche mia madre, sebbene dovessi ancora capire cosa inventarmi con lei.

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" Allora bisognerà essere davvero convincenti. Può darsi che il signor Ansal nutra dell'astio ora visto che avete affondato uno dei talenti che ha scovato" mi permisi di dire per esternare i miei dubbi.


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La leggenda dello Scorpione di Giada
 

"No, era un insulto..." seccamente .
Era davvero ridicolo che qualcuno osasse rivolgersi a me in quel modo.
Ero davvero furiosa, e l'idea di non poter uccidere un umano mi infastidiva terribilmente.
Speravo solo che quel socio arrivasse presto per capire se quel posto poteva davvero essere utile o se stavo sprecando il mio tempo.
Poi mi venne un'idea, come un lampo di genio, e un sorriso perfido mi si dipinse sul viso.
"Tanto più che non potevate andare più lontano dalla verità..." alzando gli occhi freddi "Di solito non vado in giro a raccontare i fatti miei perché è seccante..." sbuffai, infastidita "Ma visto che ci tenete... una cosa giusta l'avete detta prima... ero una campionessa nel mio paese.." guardandolo mentre nascondevo un sorrisetto perfido.
"Pugilato, per l'esattezza..." con sufficienza.
Mi aveva sempre affascinato vedere come combattevano gli umani, certo il combattimento aveva subito molti colpi col passare dei secoli, ma quello che si poteva trovare non era poi così male anche se limitato.
"E le confesso che il non poter prendere quel fantasma a pugni come faccio di solito con chi mi importuna è particolarmente frustrante..." con insofferenza.
Come dicevano gli umani?
Chi ha orecchie per intendere, intenda?
Una cosa del genere insomma.
Non avevo nessun problema a dimostrargli quanto avevo detto.
Anche se avrei sicuramente rischiato di ucciderlo con quel corpicino insignificante che si ritrovava.
Se non altro la sua reazione mi avrebbe divertito.
Anche se prenderlo a pugni mi avrebbe divertito ancora di più.
Però avrei sporcato di sangue il mio bel vestito.

Era un uomo giovane, distinto, ben vestito e dai modi pacati e gentili.
"Oh, non si preouccupi..." disse lui a Nyoko "... spero piuttosto non si sia datta nulla... la porti dentro, la faremo stendere sulla poltrona..." rivolto poi al cameriere.

Udì le parole di quel distinto giovane e poi mi aiutarono ad entrare nella sua stanza. "Oh davvero, non credo sia grave. Vi ringrazio della vostra gentilezza" dissi rivolgendomi ad entrambi.

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La roulette girava e la pallina saltellava fra i numeri, mentre i giocatori al tavolo facevano le loro puntate.
L'uomo mascherato invece continuava con quel suo gesto audace, ardito, passionale ed indifferente a tutto cio' che succedeva intorno a loro.
La sua mano scivolava sotto la gonna di Altea, tra la stoffa e la pelle nuda della gamba.
Le dita, affusolate, leggere, agili, delicate e sicure sfioravano con sempre piu' desiderio l'interno coscia della sua bella accompagnatrice.

L'ambulanza arrivo' all'ospedale e subito sia Elv che il vecchio furono subito portati al pronto soccorso e medicati, finendo poi in una delle stanze di quella struttura.
Gwen si trovava anche lei la', subito riconosciuta da alcune delle infermiere dell'ospedale.

"Cio' che pensa Ansal" disse Symminel a Dacey "e' del tutto irrilevante. Scopo della stampa e' fare giustizia, servire il popolo, la gente, usando come unica arma la verita'. Se alcuni si sonno macchiati di corruzione, hanno frodato i propri tifosi, quelli avversari e tutti gli sportivi e gli appassionati allora e' giusto denunciarli, condannarli e cancellarli per sempre dai campi sportivi." Fissando la ragazza.

Appena arrivammo in ospedale, Elv e il vecchio furono medicati e sistemati in una stanza.
Mentre mi dirigevo lì, incrociai delle infermiere con cui solitamente facevo i turni.
"Buonasera a tutte" le salutai, sorridendo appena "Credo che farò il turno di notte stasera, c'è un mio amico che è stato portato qui per una ferita. Mi aspetta una bella nottata" spiegai, accennando una risata.
Poi mi congedai da loro e raggiunsi il telefono nella saletta delle infermiere, componendo il numero di casa.
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