Elv si guardò intorno perplesso.
"No, io non sento nulla..." disse a Gwen "... nessuna puzza di fumo... ma non faccio testo, poichè sono raffreddato..." mormorò.
Lei però sentiva l'odore di fumo sempre più intenso nella camera.

Scossi la testa guardandomi intorno nella stanza
"È forte, molto forte, sempre di più..." era assurdo che fossi solo io a sentirlo.
Tornai da lui.
"Credo che dietro la facciata del lusso ci sia qualcosa di strano, in questo posto. Te lo giuro, non sto delirando. Mi credi?" guardandolo e prendendogli una mano.

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"Secondo me esageri..." disse Elv a Gwen, per poi aprire la porta e guardando nel corridoio "... io non vedo fumo..." infatti non c'era fumo nel corridoio.
Anche Gwen non sentiva più quell'odore di fumo.

Esagerare?!
Ma stavamo scherzando?
Si affacciò nel corridoio, per verificare di non sentire neanche lì quell'odore.
E improvvisamente neanche io lo sentii più.
"Non la sento più, adesso" dissi, incredula.

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Alzai gli occhi sull'uomo con aria interrogativa.
Se era il mio contatto, perchè diavolo fare tutti quei preamboli?
Gli sorrisi, cordialmente.
"Beh, prenda un negroni e vada sul sicuro!" con aria accattivante, fissandolo negli occhi.

"A me sembra tutto normalissimo..." disse Elv a Gwen "... l'odore che tu sentivi, ma non io visto il mio raffreddore, poteva venire da fuori, magari sospinto dal vento... oppure provenire dai piani bassi, ma con l'impianto di ariazione dell'albergo in un attimo è stato spazzato via." Sorridendo.

"In verità" disse lui "pensavo a qualcosa di più forte." Sorridendo a Destresya. "Magari può farmi compagnia e bere qualcosa insieme. Mi fiderò ciecamente del suo consiglio." Facendo cenno al cameriere per farlo avvicinare.

Annuii lentamente, anche se dubbiosa.
"Magari tutti questi anni a guardarmi le spalle mi hanno resa paranoica..." convenni, avvicinandomi a lui.
Poi, presi due lembi del suo accappatoio, tirandolo appena verso di me.
"Dunque? Quel massaggio?" chiesi allora, guardandolo negli occhi.

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"Una regina" esclamai curiosa "Non nascondo che fremo dalla curiosità e sono pure felice.. E tu che re saresti? O personaggio?".

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Elv sorrise e le fece l'occhiolino.
Allora richiuse la porta e seguì Gwen che scherzosamente e con fare malizioso tirava i lembi del suo accappatoio.
"Beh, preparati..." disse "... io intanto sistemo il letto..." che accomodò stendendo bene le lenzuola.

Lo guardai sbattendo le ciglia, per poi sorridere e fargli segno di avvicinarsi.
"Si vede che non è esperto di alcolici eh.." divertita.
Quando arrivò il cameriere, ordinai due negroni e qualche stuzzichino.
"Le ho già proposto il cocktail più forte.." fissandolo nuovamente, incuriosita.
"Cosa la porta a Baias, a parte la voglia di bere qualcosa di buono?" mentre lo osservavo con vivo interesse e curiosità.

L'auto correva lungo la stradina panoramica, dalla quale si poteva dominare con un solo sguardo gran parte della meravigliosa riviera Fleegese.
"Allora sarai una regina..." disse lui guidando e guardando Altea dalla sua maschera "... io?" Con un vago sorriso. "Io sarò uno spettatore, guardando il tutto come se fosse uno spezzone di un film dalle immagini esotiche e sognanti, o anche un lettore che sfoglia le pagine illustrate di un libro di novelle dalla prosa che si confonde con la poesia..."

"In realtà" disse lui prendendo il suo pacchetto di sigarette ed offrendone una a Destresya "sono qui, diciamo, in viaggio di piacere. Sono alla ricerca di una donna..." sorridendole.

Sorrisi con malizia, mentre mi seguiva e sistemava il letto.
Allora iniziai a togliere le scarpe, poi tolsi i pantaloni e lentamente iniziai a spogliarmi.
Lentamente abbassai la zip, poi mi spogliai del tutto.
A quel punto mi stesi sul letto, i gomiti che affondavano nel materasso morbido, mentre rimanevo a guardarlo.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...cf40c22e8b.jpg

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"E' strano sai?" dissi osservando i suoi occhi azzurri da dietro la maschera "Sento come tu mi conoscessi da tanto tempo, è una mia sensazione? Puoi dirmi se è una mia sensazione, è come se tu mi chiamassi a te perché sono tua, ti appartengo e non mi cederesti con nessuno...mai...sbaglio?".

Rifiutai la sigaretta con un gesto leggero della mano, mentre continuavo a studiare lo strano tipo.
Allora mi appoggiai allo schienale della sedia, accavallai le gambe con aria indifferente, e gli sorrisi appena.
"Una donna? Sembra un'occupazione interessante... e ditemi, è una storia d'Amore avvincente?" con un sorrisetto malizioso e divertito.

Elv restò a guardare Gwen spogliarsi.
Seguì ogni suo movimento, mentre i suoi abiti si aprivano e scivolavano via.
In principio cercò di essere discreto, ma poi il suo sguardo si soffermò con sempre più interesse su quel corpo che si scopriva lento, piano, mostrando le forme di lei.
Forme che lui aveva immaginato molte vole, ovviamente desiderato, ma che ora poteva finalmente guardare.
E la guardò.
Tutta.

Lui per un istante non parlò.
Parlarono però i suoi occhi azzurri, il suo sguardo che non aveva bisogno di parole.
Bastava la luce ipnotica che emanavano a dare risposte.
Altea, da come quegli occhi misteriosi la guardavano, si sentì donna, ma soprattutto si sentì sua.
"Tu sei mia..." disse lui guidando "... io sono possessivo ed amo l'esclusività di ciò che mi piace, di ciò che amo..." guidando.

"Qualcuno disse" disse lui fumando "che ogni storia è una storia d'Amore ed ogni storia d'Amore è sempre avvincente." Sorridendo a Destresya.
Arrivò il cameriere servendo loro i Negroni.

Avevo sentito su di me i suoi occhi, di nuovo.
Aveva cercato di essere discreto all'inizio, ma poi i suoi occhi avevano osservato ogni singolo centimetro del mio corpo.
E mi piaceva che mi guardasse, che mi desiderasse.
Era una sensazione eccitante e stuzzicante.
Sorrisi quasi divertita.
"Non pensi che dovresti avvicinarti, dottore?" dissi a quel punto, vedendo che restava a guardarmi immobile.

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Quello sguardo tesseva dentro me una ragnatela fatta di sensazioni ed emozioni contrastanti. Rimasi in silenzio e lo fissai pure io e risposi con tono sicuro, non da automa, ma da donna forgiata da forti sentimenti e passioni.. "Si, sono tua. Di questo puoi starne certo" accarezzando il suo viso.

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Elv sorrise.
Aveva indosso ancora l'accappatoio, prese la bocetta d'olio per cominciare il massaggio a Gwen.
"Orami tutti ne parlano..." disse ad un tratto una voce dalle pareti della camera "... è davvero una situazione disdicevole... ormai non sono più delle bambine e non si possono sentire simili voci in paese..."

Quella carezza sul viso di lui disegnò un sorriso su quel volto celato dalla maschera.
Era un uomo fuori dal comune.
Emanava mistero, ma anche una forte carica mascolina, come se fosse il più forte di tutti.
Capace di gesti appassionati, decisi, ma anche rassicuranti, protettivi.
Con lui Altea si sentiva amata e protetta.
L'auto arrivò al palazzo ed il cancello si aprì come fosse la caverna del magico Sesamo di Alì Babà ed i 40 ladroni.
La macchina entrò ed il cancello si chiuse dietro di essa.
Era ormai mattino.

Lo fissai incuriosita, scrutando ogni sfumatura del suo sguardo.
Quando poi arrivò il cameriere coi negroni, presi il mio e lo alzai per fare un brindisi.
"Alla sua donna misteriosa, allora!" con fare divertito.
"Non mi ha detto ancora il suo nome.." fissandolo negli occhi.

Lo osservai divertita mentre prendeva una boccetta d'olio per il massaggio.
Ad un tratto, sentii delle voci oltre le pareti.
Parlavano circa alcune bambine, o ragazze, del paese.
Rimasi in ascolto per capirci di più, ma senza darlo a vedere, in attesa che Elv si avvicinasse.

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"Sicuramente." Disse lui rispondendo al brindisi di Destresya. "A lei ed a tutte le donne come lei, che sanno ispirare uomini come me." Sorridendole, per poi bere.
Aveva dei modi educati, garbati, persino gentili se si accettava il compremesso dettato dalla sua espressione e dal suo modo di fare che tradiva un vigore, quasi una virilità, non comuni.
Destresya sapeva giudicare le persone, cogliere sfumature, studiarle.
Quell'uomo sembrava un uomo di mondo, di quelli che hanno avuto mille donne e che aveva vissuto una vita piena, forte.

"No..." disse ad un tratto una voce di ragazza "... no... non voglio... non voglio... ho paura..." era un'adolescente ed appariva spaventata, come se qualcosa la stesse spaventando contro ogni logica.
Quella voce giungeva diretta e chiara dalla parete, fino alle orecchie di Gwen.
Elv si avvicinò e cominciò a far colare l'olio sulla schiena di lei.

Lo guardai con un sorrisetto divertito.
Oh se ne aveva conosciute di donne così quel tipo, altrochè.
Doveva essere uno di quelli convinto che avere più donne lo rendesse "macho", invece di averne una soltanto e su quella riversare tutto il proprio ardore.
"Non mi ha ancora detto il suo nome, signore, comincio a pensare che sia un segreto!" con aria maliziosa, sorseggiando il mio cocktail.

Lui sorrise.
Poi il suo sguardo scivolò sulla gambe accavallate di Destresya, disegnandone ogni tratto con gli occhi, come se le accarezzasse lentamente e senza alcun timore di apparire fuoriluogo o peggio.
"I segreti sono ben altri..." disse finendo il suo Negroni "... mi chiamo Taddeon e faccio lo sceneggiatore. Infatti sono qui per lavoro e piacere, visto le due cose coincidono." Fissandola negli occhi.

Sentii poi la voce di una ragazza che appariva quasi spaventata e mi chiesi cosa le stesse accadendo.
Proprio nel momento in cui la prima goccia d'olio scivolò sulla mia pelle facendomi sobbalzare e distogliendomi da quell'ascolto.
Cercai allora di concentrarmi sulla sensazione dell'olio vischioso e denso che scivolava sericamente sulla mia pelle in attesa di sentire finalmente le sue mani su di me.

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L'olio freddo e vischioso raggiunse la schiena di Gwen, poi la mano di Elv cominciò a spalmarlo piano.
Spalmava e massaggiava lungo tutta la schiena, sulle spalle, sulle braccia, scendendo poi fino alla vita.
"E' cominciata la Quaresima..." disse una voce austera dalla parete "... queste ragazze devono essere purificate... e non devono più andare nel bosco... quella donna è cattiva!" Sentenziò.

Non mi sfuggì il suo sguardo, che seguii con un leggero sorriso, senza però spostarmi.
Poi tornai a fissare i suoi occhi mentre finiva il negroni.
Notevole, pensai.
Alle sue parole da una parte tirai un sospiro di sollievo, perchè se il mio rinforzo avesse perso tutto quel tempo mi avrebbe sentita, dall'altra però, voleva dire che io stavo perdendo tempo e che il mio rinforzo non si stava avvicinando perchè ero in compagnia.
Decisi di fare un ultimo tentativo, casomai questo avesse deciso di mettere su un teatrino per i fatti suoi.
"Piacere, Taddeon, io sono Destresya.." fissandolo intensamente cercando di cogliere le sensazioni che quel nome gli pronunciava.
"Buon per lei che riesce a far coincidere lavoro e piacere, il mio temo che mi reclami, e di piacevole ha ben poco!" con un leggero sospiro.

Sospirai quAndo iniziai a sentire le sue mani, mentre infiniti brividi mi percorrevano dalla testa ai piedi.
Massaggiava la mia pelle con cura, attenzione, ma anche audacia e tocco esperto.
E in tutto ciò, cercavo di immagazzinare le informazioni che sentivo dall'altra parte della parete.
Parlavano di una donna, che a quanto pareva viveva nel bosco.
Interessante.
Avrei detto ad Elv di andare per dare un'occhiata.
Ma non ora.
Non adesso, nel mezzo di questo massaggio.
"Insegnano anche questo, alla facoltà di veterinaria?" dissi piano, divertita, con gli occhi chiusi.

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Taddeon guardò Destresya e sorrise appena, accorgendosi che lei aveva ben visto il suo sguardo sulle gambe accavallate.
“E quale professione” disse “potrà mai fare una bellissima donna come lei? Io in verità, essendo sceneggiatore e quindi munito di un certo senso dell'immaginario e del figurativo, qualche idea ce l'ho...” divertito.

"No..." disse divertito Elv "... questo è un mio talento personale." Continuando a massaggiare la schiena di Gwen.
Poi le sue mani scesero sui glutei di lei, ungendoli, massaggiandoli, stringendoli piano, con sicurezza, bravura, ma anche con un certo impeto.
"Spero ti stia piacendo..." lui a lei, continuando a toccare quei glutei sodi ed ormai unti.
"Gwen..." una voce dalla parete "... sono come te... lo sai..." bassa, sibillina, densa.

Sorrisi divertita alla sua risposta.
"Ah, ottimo... L'hai messo in curriculum?" chiesi ancora, con ironia nella voce.
Poi trattenni a fatica un gemito quando le sue mani si spostarono sui glutei.
Perché quel massaggio si era improvvisamente trasformato in qualcos'altro, virando in un'altra direzione e sospinto dall'impeto delle sue mani.
E continuò a cora in quella direzione, senza fermarsi mai.
Sorrisi alla sua domanda.
Ma un'altra voce si aggiunse al coro.
Come me?
Che voleva dire che era come me?
Una Trasformata?
No, non poteva essere.
Dunque cosa voleva dire?
"Sì, mi piace" risposi, cercando di mitigare l'estasi nella mia voce.

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"Non ne avevo dubbi..." disse Elv senza smettere.
Versò altro olio sulle natiche di Gwen, facendolo scivolare fra le piega dei glutei.
Ma ad un tratto qualcosa battè sui vetri della finestra.
"Cosa diavolo è stato?" Voltandosi di scatto lui.

Sorrisi maliziosamente a quelle parole.
Già.
Non aveva dubbi.
E neanche io.
Trattenni il fiato quando fece scivolare altro olio, irrigidendomi appena in un sospiro.
Poi, un colpo alla finestra.
Mi tirai su a sedere e guardai Elv.
"Non so, ma te l'ho detto che qui c'è qualcosa di strano" insistetti.

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Gwen si sedette in mezzo al letto, mentre Elv andò alla finestra, cercando di capire cosa fosse accaduto.
"Il vetro è appena scheggiato..." disse lui guardando la finestra "... ma non c'è nulla... siamo a più di quindici piani di altezza... chi mai può metteri a tirare pietre contro la finestra? E' assurdo!" Voltandosi verso Gwen ancora nel letto.
http://images.celebritymoviearchive....lona_4-500.jpg

Elv si alzò, andando a controllare il vetro che era appena scheggiato.
In effetti, era veramente assurdo.
Sospirai appena e gli feci segno di avvicinarsi.
Avevo intenzione di dirgli cosa avevo sentito alcuni istanti prima e fargli capire che non ero pazza a pensare che stessero accadendo cose strane.

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