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Era meglio non fare domande e seguii il robottino ed entrai in una stanza, notai droidi armati e robot e pensai che quindi i robot, quelli che avevo visto all' Arena Fap e altri, avevano preso il comando.
Dovevo rimanere calma e mi fecero sedere in una sedia.."Quindi?" esclamai perplessa guardando i comandi. |
Ah bene, ora arrivavano anche i rinforzi!
Fui trascinata a forza, di nuovo, in un'altra stanza, su una poltrona con vari comando è come se non bastasse mi legarono pure i polsi. "Per l'ultima volta, non ho la minima intenzione di andare da nessuna parte! E dov'è il mio ragazzo? Dove lo avete portato?" innervosita io. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Lo guardai con un immenso odio negli occhi.
Un odio primordiale, fatto di rabbia e dolore, di disprezzo per tutto ciò che non è umano e che pretende invece di esserlo. Quelle maledette macchine. Avevano vinto loro, li avevamo combattuti per anni, avevamo provato a mettere in guardia gli uomini dal pericolo in cui si stavano cacciando dando così potere a delle macchine, per cosa? Non ci aveva ascoltato nessuno e ora tutto era perduto. Tutto, persino il nostro pianeta, dato che stavo per abbandonarlo per andare chissà dove nell'universo. "E il signor Icarius?" chiesi "Che se sarà di lui?" con una stretta al cuore. |
Non ci furono più altre risposte.
Altea, Gwen e Clio si ritrovarono su quelle sedie fatte di pulsanti, levette e sensori da attaccare alle tempie ed ai polsi. I freddi sguardi dei robot rendevano tutta quella situazione assurda. Ed alle tre ragazze furono dette le medesime parole. Parole che suonavano visionarie ed assurde. "Partirete per Svaroska e lì conoscerete mondi e creature diverse. Tutto ciò che immaginate non potrà mai contemplare quello che vedrete e vivrete. Se riuscirete a sopravvivere allora significherà che gli uomini possono vivere felici a Svaroska. Ora vedrete in un sonno profondo e vi risveglierete in un mondo nuovo. Ma prima di chiudere gli occhi dovrete desiderare. Desiderare chi o cosa essere. Non vi sono limiti a ciò che la vostra immaginazione potrà concepire. Fatto ciò non vi resterà altro da fare che vivere Svaroska. O morirne." Disse una voce femminile artificiale. Poi ci fu solo buio. |
Tutto questo era assurdo...totalmente folle ed assurdo...e Hiss..dove era, non lo avevo salutato, baciato, abbracciato ed amato. Una sola cosa mi rendeva felice..l' avergli detto che lo amavo, ero innamorata di lui.
Non riuscivo a pormi domande o altro, perché non sapevo dove stessi andando, cosa avrei trovato e il perché di tutto questo...dovevo sopravvivere e per fare questo dovevo avere forza...cosa desideravo essere..."In che senso cosa desidero essere...ovvio se devo essere felice voglio il potere, la bellezza e la ricchezza e la saggezza...una principessa o regina" ridendo.."Per favore facciamo i seri e la smettiamo?" sospirai e chiusi gli occhi. Buio...solo buio...inquietudine, perplessità..oh mi sarei svegliata e sarei stata nuovamente libera con Hiss, avrei accarezzato i suoi bruni capelli e mi sarei persa nei suoi begli occhi azzurri, ne ero certa. |
Il robot non mi rispose ed io stavo veramente iniziando a perdere la pazienza.
Poi, una voce. Una voce che ci spiegò dove saremmo andati (c'era qualcun altro? Se sì, chi? Elv?), cosa avremmo visto o fatto. Io volevo solo andarmene da qui insieme ad Elv, non volevo nient'altro. ''Desiderare chi o cosa essere... Come i bambini che sognano di essere non so, astronauti, o pirati...'' dissi sarcasticamente. Poi, solo buio |
Era assurdo, completamente assurdo!
Eppure non potevo divinincolarmj, nè niente. E aveva anche il coraggio di chiuderemo cosa vorrei. Chiusi gli occhi, ripensando a tutto quello, l’uomo che si crede dio, gli sbagli degli uomini, gli alieni. Uomini.. Sospiri a quel pensiero. Il mio desiderio certo non sarebbe stato esaudito. Vorrei non essere umana ia Svaroska, vorrei sapere cosa si prova ad essere una divinità. Risi tra me sull’utilità di tutto quello, e poi mi abbandonai chiudendo gli occhi. Poi, solo il buio. |
Svaroska
L'estremità del promontorio, simile ad un molo colossale che spuntava dal mare azzurro di Vomer, sembrava invitare a seguire con lo sguardo la meta di tutti gli astrovascelli che solcavano dal pittoresco e sognante Capo di Buona Sorte, ossia le infinite stelle che scintillavano meravigliose nel cielo sterminato. Quello specchio di mondo, dall'aria così intrisa di salsedine e dai crepuscoli malinconici e romantici, divisa in pittoresche penisole e limitato da basse e brulle colline con il verde bagliore dei boschi lontani. Tutta questa striscia di terra sembrava così piatta da apparire come un foglio bianco posato sul mare, al punto da confondersi con la scia argentea della Luna sulle acqua piatte e salate. E quelle stelle, così lontane eppure dall'illusione di potersi quasi raggiungere e toccare, parevano raccontare, a chi fosse rimasto a guardarle, storie di mondi e viaggi perduti. Quante erano le stelle nella galassia di Svaroska? Nessuno lo sapeva davvero e nessun uomo era mai riuscito a contarle tutte. Qualcuno però ha sognato di una nave capace non solo di raggiungerle, ma di visitarle tutte. E magari dare così a ciascuna di quelle stelle un nome diverso. O forse il medesimo nome per ciascuna di esse. https://nerdist.com/wp-content/uploa...XV-970x545.jpg +++ |
Cominciava un'altra giornata.
Una giornata come le altre in cui avrei fissato il mio bellissimo astrovascello, la Norrena, dai muretti consunti del porto o dalle finestre opache della taverna, a seconda di come sarebbe evoluto tutto. Ormai, era quasi un anno che cercavo una ciurma per ridare una nuova anima alla mia amata nave, ma nessuna ricerca aveva sortito effetto, per quanto massiccia, e credetemi, mi ero impegnata. Ma il nostro, non era un settore facile. Non c'erano generali o accademie di spocchiosi, nel nostro mondo. Se avevi il fegato, la costanza e la forza di stare al passo, oltre ad un pizzico di follia, potevi farne parte. Altrimenti, eri fuori. Avevo fatto mille prove, reclutato gente ed ero pure tornata in mare per provare, scelta molto difficile da fare, visto che avevo impiegato due mesi per superare la morte di mio padre. E non aveva funzionato. Non perchè non ce l'avessi fatta, conoscevo il mare come le mie tasche, per fortuna papà non mi aveva mai considerata incapace solo perchè ero la figlia femmina, ma perchè purtroppo avevo trovato la gente sbagliata, che pensava solo a dare fondo a tutte le scorte di rum della cambusa e a farsi assoldare come mercenari dai primi arrivati. I capi della rivolta, i due più furbi della combriccola, li avevo dati in pasto ai pesci con una bella palla al piede per assicurargli un bel viaggio di sola andata in fondo al mare, tutti gli altri li avevo graziati lasciandoli andare e sbarazzandomene al primo porto utile. E gli era andata bene che non fossimo in volo. Poi ero tornata qui e avevo ricominciato tutto da capo, anche se non avevo ancora concluso nulla. Griz e Liman, rispettivamente il cuoco di bordo e il nostromo, gli unici due sopravvissuti al macello fatto dalla maledetta marina ducale che aveva tradito e fatto fuori mio padre, mi aiutavano a trovare le persone giuste, ma erano lontani i tempi in cui si andava per mare per un ideale, il nostro ideale, il nostro credo, ormai in giro c'erano solo maledetti mercenari pronti anche a tagliarsi una gamba per due monete in più. Puntualmente da spendere in taverna, e voi sapete in cosa, non devo certo farvi un disegnino, anche perchè non ne avrei nemmeno voglia, vista la cera che avevo stamattina. Appena aperti gli occhi e voltata la testa, avevo sentito un forte dolore allo zigomo destro, proprio sotto l'occhio. Cos'era successo ieri sera? Questo pezzo mi mancava... Ah, già. Ora ricordavo. Ero andata alla solita taverna per avvisare Griz e Liman, impegnati a giocare a carte, che forse avevo trovato le persone giuste, dei tizi stranieri appena arrivati, ma un tizio si era messo in mezzo dicendo che non si sarebbero alzati finchè lui non avesse riguadagnato tutti i soldi della partita; con la pazienza al limite del sopportabile, come sempre, scherzando gli dissi che se erano così importanti glieli avrei dati io, ma quello si era alterato dicendo che non voleva soldi da una femmina. Da lì era scaturita tutta una discussione che aveva portato, inevitabilmente, alle maniere forti. Da quel che ricordavo, dovevo averlo steso il tizio, avevo davanti agli occhi l'immagine del taverniere che lo alzava malamente da terra, poi dovevo essere tornata qui, nella mia bellissima reggia, fatta di quattro pareti, una brandina, una sedia e un tavolo, ma era molto meglio che niente. Ma che cosa ci potevo fare? Se mi si mancava di rispetto, io reagivo. Era indispensabile farsi rispettare e farsi valere fin da subito, altrimenti era finita. Trovai un piccolo pezzo di specchio a terra, vicino al letto, lo presi facendo attenzione a non tagliarmi e vidi un meraviglioso e artistico livido violaceo contornato da un alone giallastro. Liquidai la cosa con un'alzata di spalle mentre mettevo via il pezzo di specchio e mi preparai per uscire. Indossai poi il cappello, presi il cinturone con pistola e spada e mi immersi nel viavai mattutino. Le carrozze correvano avanti e indietro, trasportando di gran carriera gran dame impellicciate a chissà quale evento aristocratico o che so io, donne con ceste di vimini dirette al mercato e maestri d'ascia diretti ai cantieri navali. Decisi che mi sarei diretta al porto, era lì che di solito trovavo Griz e Liman e volevo sapere se c'era qualche bella novità in serbo per me. https://i.pinimg.com/564x/38/74/e4/3...8c968ccbcd.jpg |
La luce filtrava dalle tende di pizzo di organza, la luce della Luna.
Sentivo l'ululare del lupo, il battito di ali di uccelli notturni come la civetta o il gufo. Mi affacciai al balcone con la mia camicia da notte di raso e ammiravo l' Astro così splendente in questi giorni e le stelle attorno. Avevo una residenza sontuosa, udivo gli spruzzi delle fontane che maestose zampillavano ma la mia era una lenta agonia come l'esilio forzato. Ero stata spodestata dal mio Regno e per fortuna mi avevano lasciato questa mia residenza, avevo al mio volere servitori e cavalieri, ma non avevo più potere..lo avrei ripreso, lo avremmo ripreso. Serenica sarebbe tornata nostra, con un moto di odio verso Svaroska. Mi sentivo come una principessa chiusa in una Torre. http://diez.md/wp-content/uploads/20...hite-dress.jpg |
Era una dimora isolata, tra il limitare della foresta e la campagna che circondava la città marina di Vacules, la porta dei mari e dei cieli, come la chiamavano soldati e mercanti.
Era però una residenza lussuosa, principesca, dove Altea risiedeva con i pochi servi rimasti a lei fedeli. E proprio il vecchio Aos la raggiunse. “Buonasera, altezza.” Disse. “Purtroppo stasera non potrò servire carne per la vostra cena...” con tono mesto “... spero del formaggio e del pane di segale sia di vostro gradimento...” Vacules era avvolta da un lieve alone di vapore che rendeva tutto molto soffuso, velato, quasi confuso. Le strette stradine che conducevano al porto salivane e scendevano tra vicoletti odorosi di salsedine e consumati dai venti di Ponente. Gwen le percorreva a passo svelto, incrociando di tanto in tanto lo sguardo incuriosito di qualche pescatore o dei garzoni dei meccanici davanti alle loro officine. La ragazza raggiunse infine una vecchia taverna dall'insegna con i neon alogeni e cigolante. Qui, seduti ad uno dei tavoli, trovò i suoi due amici: Griz e Liman. |
Osservavo oltre quella foresta..laggiù vi era il mare sconfinato, come doveva essere affascinante, come due occhi puri e chiari che ti guardano.
Arrivò il buon servitore Aos e rimasi in silenzio per un attimo..."Per oggi può bastare, non ho fame" dissi con orgoglio "Ovviamente voglio il cibo sia diviso pure tra la servitù". Gli dissi avrei raggiunto subito il salone, mi vestii in fretta e scesi...tempo fa a Corte vi sarebbe stato un lungo vociare ma non ero sola per fortuna. http://i4.mirror.co.uk/incoming/arti...-the-Beast.jpg |
Camminavo fra i vicoli di Vacules, sostenendo gli sguardi curiosi e proseguendo a mento alto.
Ovunque l'aria era pregna di salsedine, quell'odore meraviglioso di mare che ti riporta sempre al mondo. Arrivai davanti alla taverna e da fuori li vidi, Griz e Liman. Entrai e mi avvicinai al loro tavolo. "Buongiorno, signori" lì salutai, con un inchino teatrale ed un cenno del cappello, mentre mi sedevo fra loro e facevo cenno al taverniere di portarmi da bere. "Dunque, avete notizie per me?" con un tono curioso ed un sorriso sornione. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...8c23cea234.jpg |
“Purtroppo, altezza, la servitù non ha molto da mangiare...” disse Aos ad Altea “... ma non si lamenta... purtroppo, altezza, una pessima notizia...”
Gwen si sedette con i suoi due compagni ed ordinò da bere. “Non tante...” disse Griz “... arruolare uomini è sempre più difficile da quando il governatore ha imposto l'arruolamento forzato nella Marina Spaziale...” “Già, trovare gente in gamba per formare una ciurma ormai è dannatamente difficile...” fece Liman. |
Sospirai a quelle parole ma non avrei pianto...il mio orgoglio me lo avrebbe impedito, scendemmo le scale di marmo e udii le parole di Aos e mi fermai guardando il salone vuoto per voltarmi verso lui, gli occhi smeraldini lo scrutavano.."Una pessima notizia...Aos...quali brutte notizie possono esserci peggiori della situazione che viviamo. Avanti parlate." incrociando le braccia e sostenendo lo sguardo, come mio padre il re di Serenica mi aveva insegnato a fare.
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Presi il boccale e trangugiai due grandi sorsi.
"Maledizione..." sibilai, fra i denti "Dobbiamo cercare, dobbiamo riuscire a trovare qualcuno. Le risorse scarseggiano quasi, non possiamo continuare ancora a lungo così..." scuotendo la testa. Nel frattempo, squadravo uno ad uno gli uomini nella taverna: questo posto era uno dei maggiori ritrovi di lupi di mare, pirati, brutti ceffi e gente poco raccomandabile, ma purtroppo non nel senso che serviva a noi. "Ehy, Jo" al taverniere, mentre passava accanto al nostro tavolo "Non hai notizie di nessuno con un po' di gente volenterosa al seguito? Non sappiamo più che pesci prendere..." il vecchio Jo era amico di vecchia data di mio padre, conosceva praticamente tutti e capitava che a volte gli chiedessi qualche dritta. Anche lui era stato in mare da giovane, ma aveva avuto un brutto incidente in nave, anche se nessuno aveva mai saputo quale, e così aveva aperto questo posticino molto raffinato, dove i bicchieri di rum e le prostitute si sprecavano. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...8cec9f454e.jpg |
“Ecco...” disse Aos ad Altea “... il governatore ha imposto la cessazione di ogni tributo, altezza... non vogliono più pagare la vostra prigione dorata... per il governo voi non rappresentate più nulla...” mestamente.
Il taverniere guardò Gwen e le si avvicinò. “Io non so nulla...” disse piano “... ma quei due laggiù” indicando due clienti appartati “poco fa parlavano di una possibilità di imbarcarsi...” |
"Cosa?" la mia voce fece una eco in quel salone vuoto e tuonai imperiosamente "Sapete cosa significa questo? Che tutti voi ve ne andrete, dovrete trovare un lavoro....e io...dove andrò...non vi è soluzione, cosa chiede il governatore, vi rendete conto andrò a fare la prostituta nel porto?" adirata col volto rosso.
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Mi avvicinai a Jo, che parlavo con tono cospiratore.
Poi guardai i due. "Ah sì?" chiesi piano, con vivo interesse "Se davvero è così, giuro che ti ricompenserò in qualche modo, vecchio Jo, dopo il prossimo arrembaggio, magari" con tono cameratesco "Liman, va' a vedere se davvero quei due vogliono unirsi ai giochi."https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...3a09ef274f.jpg Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Purtroppo è ciò che il governatore ha ordinato.” Disse Aos ad Altea. “Forse l'unica soluzione è parlargli, altezza e chiedere comprensione. Dopotutto siete l'erede al trono e meritate rispetto.”
Liman annuì a Gwen e raggiunse il tavolo dei due uomini. Vi restò per diversi minuti, dove discusse con loro. Poi tornò dalla ragazza e da Griz. “Dunque...” disse “... quei due non cercano una ciurma, né una nave... dicono di essersi già arruolati e consigliano a noi di andare con loro... dicono di aver conosciuto un vero capitano...” |
Osservavo di tanto in tanto Liman e il fatto che ci stesse mettendo tanto mi faceva ben sperare.
Poi tornò. "Un vero capitano?Ah sì, eh? Beh, puoi dire ai signori che io sono un capitano e li trovo maleducati e irrispettosi" sputai, con disappunto "Comunque mi dispiace, io ho già una nave, di cui sono a comando, e non me ne serve un'altra" dissi alla fine, finendo il boccale di birra in un sorso. Questa era bella, come osavano? Mi sarebbe piaciuto conoscerlo, il tipo in questione. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
"Comprensione...dovrei chiedere la carità?" risi di gusto "No affatto, ma voglio sapere la verità e le motivazioni, ma non cederò ai suoi sporchi ricatti" afferrando la mia Volpe Ambrata e agitandola per scaricare la tensione "Portatemi da lui..." socchiudendo gli occhi per meditare sul da farsi, una cosa era certa..non mi sarei venduta al nemico.
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Non c'è nulla su Brazzen che non sia divino, potente, sacro. Qui ogni cosa vive in simbiosi con la dea. È lei che rende gli alberi così rigogliosi, gli animali irrequieti e le persone serene. Il mare si increspa per i suoi capricci, ed è quieto quando ella è serena. Ella è principio e fine di ogni cosa. A lei si rivolgono il generale prima di una battaglia e l'innamorata sospirante nel cuore della notte. Ellie conosce i segreti del cuore dell'uomo, ogni sospiro, fremito, passione. Quante volte gli innamorati hanno percorso il ripido sentiero che porta al tempio per chiedere una promessa di felicità. Quante volte si aspetta un suo cenno prima di attaccare in battaglia. Quanti giuramenti in cui è chiamata a testimone. Quante lacrime nascoste custodisce. Quante preghiere sussurrate giungono alle sue orecchie. Ella è molte cose, ha molti volti ma un medesimo cuore. Ella è la guerriera, la donna, l'innamorata e la strega, la sacerdotessa, l'amante. Ella è tutto ciò che vi fa battere il cuore, che vi tocca nel profondo. Ciò che vale per i mortali non vale per lei, ella non ha limiti, né confini, né ordini a cui sottostare. Ella distribuisce giustizia perché è la giustizia. Concede amore perchè lei stessa è la scintilla d'amore che sboccia nel cuore. Lei è tutte queste cose, e molte di più. I miti parlano di storie senza fine, avventure intergalattiche, epici duelli nei cieli e tutti quei racconti delle anziane attorno al fuoco. Tutti su Brazzen venerano la dea, le chiedono consiglio, supplicano, sospirano, pregano. Eppure nessuno conosce davvero cosa nasconde il suo cuore, cosa si cela dietro il suo sorriso benevolo o il suo cipiglio adirato. Nessuno sa chi sia davvero. Nessuno, a parte lei... nessuno a parte me, Clio, la dea di Brazzen. https://www.redkombin.com/wp-content...E-SA-S6134.jpg |
Gwen scolò in un sorso il suo boccale di birra.
“Si, ben detto.” Disse a lei Liman. “Noi non ci vendiamo a nessuno.” Gettando uno sguardo all'altro tavolo, dove i due marinai conversavano tra un boccone e l'altro. “Chissà chi diavolo è il capitano di cui farfugliano...” Aos annuì ad Altea. “Siate però cauta, altezza.” Disse. “Farò preparare subito la vostra carrozza.” Dopo qualche minuto la vettura era pronta per condurre la principessa spodestata al palazzo del governatore. Il palazzo di Brazzen. Alte muta di onice e granito lo proteggono e lo tengono diviso dal mondo circostante. Dall'alto di un'altura scoscesa brilla con i suoi mille e più marmi policromi, le colonne tortili in porfido rosso di Venus, i ricchi mosaici tutti in tessere d'oro delle miniere di Siryus, gli intagli in avorio di Andromeda ed in madreperla del mare di Gool. Solo i legni più duri e pregiati ornavano i suoi porticati scanditi da infinite colonne, mentre nei giardini agata, ambra e giada guarnivano le meravigliose fontane scintillanti e guizzanti d'acqua corallina. Questo era l'inavvicinabile palazzo della dea Clio. Per molti una regina, per altri davvero una semidivinità. Per tutti una donna bellissima e misteriosa, nel suo Olimpo di ancelle e soldatesse. Gli uomini invece, goffi e dai tratti bruti, erano ridotti in schiavitù, usati solo per lavori manuali e servire la dea e la sua corte. |
"Già, infatti" annuii "E poi, non me ne faccio nulla di una ciurma che si porta dietro già un capitano e una nave come una chiocciola con la sua abitazione" con tono beffardo.
Però, Liman aveva stuzzicato la mia curiosità e si sa, la curiosità è donna. Si diceva anche che avesse ucciso il gatto, ma io non ero un gatto e non avevo nulla da temere. "Beh, scopriamolo" a Liman, poi guardai i due "Ehy, voi. Chi è questo grande capitano che tanto andate vantando?" con curiosità, ma anche distacco. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
I due marinai si voltarono verso il tavolo di Gwen.
“Un capitano che di certo non si cura di presentarsi ad una ragazzina che gioca a fare la piratessa.” Disse uno dei due ed entrambi scoppiarono a ridere. |
Raggiungemmo il palazzo del Governatore, non ero di buon umore sinceramente ma mi feci coraggio e poi scesi dal piccolo piedistallo della carrozza.
Osservai una guardia.."Sono la principessa Altea di Serenica, devo parlare con il Governatore". |
Non passò neanche un secondo dalla loro risposta, e dalla loro risata beffarda, che le mie mani agirono nel giro di un attimo.
Sfoderai il pugnale dall'interno della giacca e lo scagliai nella loro direzione e la lama si conficcò nel cappello di quello che aveva parlato, inchiodandolo alla parete e passando ad un soffio dalla sua testa. Mi resi conto che ero scattata in piedi senza accorgermene e rimasi a fissarlo. "Dunque? Chi è questo capitano?" ripetei, con tono duro, pretendendo una risposta. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
La carrozza lasciò il palazzo nella foresta e partì alla volta di Vacules, capitale del pianeta Fleegeos.
Dopo circa una mezz'ora la vettura di Altea arrivò in città. Vacules era la vera metropoli di quel mondo, con i suoi palazzi neoclassici, le chiese sui promontori a picco sul mare, le torri svettanti che sorvegliavano la costa, le terme e gli anfiteatri con giochi e spettacoli. Su tutto questo dominava, su una bassa scogliera verdeggiante, il monumentale palazzo del governatore. Altea scese dalla carrozza e si presentò ad una delle guardie. Questa allora annunciò il suo arrivo e la principessa fu introdotta nel palazzo, lasciata poi in un salone ad attendere. Il marinaio rimase sorpreso. “Ecco...” disse rimettendosi in testa il cappello “... ecco... in verità noi non lo conosciamo bene...” fissando Gwen “... sappiamo che ha una nomea non proprio rassicurante... però sappiamo dove è ormeggiato il suo vascello...” annuì. |
Rimasi esterefatta dalla bellezza di Vacules, era di una bellezza sopraffina e il mare si stagliava libero...come volevo esserlo io.
Entrai a palazzo ed aspettai dignitosamente per vedere questo Governatore, e se avessi fallito...mi restava nulla..nulla di nulla. https://culturebox.francetvinfo.fr/s...8101133242.jpg |
Ecco, vedete?
Con le cattive si otteneva tutto. Anche i [presunti] leoni diventavano agnelli. Mi avvicinai al loro tavolo e recuperai il coltello conficcato nel legno. Intanto, il silenzio calato nella taverna si era un po' smorzato, forse perché avevano visto che non ci era scappato il morto. "Il nome almeno lo conoscerete, spero." Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Altea attese a lungo.
Quasi un'ora. Un'insolenza bella e buona che una principessa non poteva tollerare. Poi, finalmente, la porta si aprì ed entrò un uomo. Magro, dal volto scarno, cadaverico, gli occhi chiari, i capelli tinti ed un sorriso simile ad un ghigno. “Benvenuta, altezza.” Disse con un teatrale inchino. “Che onore conoscervi. Cosa vi occorre? Io sono il giullare di questo palazzo.” Ridendo. http://cdn.darkhorizons.com/wp-conte...from-squad.jpg “Sappiamo si fa chiamare il Cigno Nero...” disse il marinaio a Gwen “... e non ama molto gli estranei...” |
Stavo iniziando ad innervosirmi..forse era passata un' ora prima di ricevermi e iniziavano a prudermi le mani.
Quando entrò un personaggio grottesco, mi trattenni per non ridere...oh, a Serenica avevamo divertimenti ma non arrivavamo a questo genere di cose, a presentarsi fu un giullare di corte il chè era già un' offesa per me, non un politico ma risposi con indifferenza.."Si grazie, vorrei avere udienza col Governatore, sono la principessa di Serenica, Altea de Bastian" osservando i capelli colorati e il volto spettrale. |
"Accidenti, il Cigno Nero, che poesia..." con tono teatrale e un'espressione divertita ai miei, mentre tornavo a sedermi e giocherellavo col pugnale.
"E dunque, qual è la sua reputazione?" https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...1cfd71c48c.jpg Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Quel tipo rise, per poi annuire ad Altea.
“Certo, ma prima dovrete risolvere questo piccolo enigma...” disse divertito “... cosa ci fa uno sputo sulle scale?” “Terribile con i nemici e virile con le donne.” Disse uno dei due marinai a Gwen. “Il vero re dei sette mari spaziali.” Annuì. |
Ma che personaggio...scemo..iniziava ad irritarmi quando mi pose un indovinello.."Oh ma che divertente" ridendo falsamente.."No..che fa...ditemelo voi, si annoia?" mentre le mani volevano dargli due ceffoni.
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"Oh credetemi, questa è la fama che un po' tutti dicono di avere, ma non sono mica tanti quelli che riescono a sostenerla..." dissi divertita e tutti alla taverna scoppiarono a ridere.
Già già, sapevo quel che dicevo... "Comunque, dov'è ormeggiato il suo vascello?" Che gli piacessero o meno gli estranei, mi importava poco, sinceramente, io sarei andata comunque, anche solo per curiosare. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Il giullare rise forte.
Suvvia...” disse ad Altea “... davvero non lo sapete? Non vorrete dar ragione a chi afferma come gli abitanti di Serenica fossero in realtà tutti ottusi, altezza?” Divertito. “Avanti, risolvete l'enigma!” Tutti risero alla battuta di Gwen. “Il suo vascello è ormeggiato nel Molo Vecchio...” disse il marinaio “... la nave è la orian Gray...” |
Era un giorno d'inverno, di quelli limpidi e chiari, dal mio palazzo si potevano vedere le montagne in lontananza, ma solo immaginare i confini di Brazzen.
Anche se i confini sono per i mortali, l'immensità dell'universo è racchiusa nel mio sguardo. Eppure resto sempre affascinata dalla bellezza di questa terra che mi è stata affidata, ne amo ogni angolo, ogni anfratto. Molti sussurrano che la bellezza di questo luogo dipenda dalla mia volontà, ed è esattamente così. Amo la Bellezza in ogni sua forma, nei paesaggi incantati della mia terra, nei cieli stellati che posso raggiungere ogni notte, nelle persone. Ahimè, quella è la mia condanna, l'unica bellezza su cui posso contare a Brazzen è quella delle mie ancelle, soldatesse e sacerdotesse. Quanto agli uomini, essi sono solo dei bruti, solo pochissime eccezioni si potrebbero definire belli. Ed è per questo che sono ridotti in schiavitù, solo la Bellezza può trionfare alla mia corte, anche se devo ammettere che non mi dispiacerebbe affatto avere un po' più di begli uomini da guardare... almeno da guardare! Un passo dopo l'altro, nel mio sensuale abito bianco, mi ritrovo nella sala del trono per il consueto aggiornamento giornaliero sulle faccende pratica e spicce di cui io non mi occupo. Voglio dire, a che mi servirebbero il mio bravissimo generale e la saggia sacerdotessa altrimenti? Lascio a loro due queste quisquilie, che a dirla tutta mi annoiano. Ai mortali sembrano così importanti cose che a mio avviso sono veramente inutili, senza contare quei loro litigi per le minime cose, veramente assurde. Ad ogni modo, come è mio dovere ascoltare le preghiere che i miei preghiera sussurrano nella notte (per quanto a volte anche lì dicano delle cose assurde) lo è anche occuparmi di faccende più pratiche come la vita su Brazzen. Mi siedo sul trono, e suono il campanello, annunciando quindi che sono pronta a ricevere il Generale Kyra e la Grande Sacerdotessa Vivian. https://i.pinimg.com/564x/eb/9a/29/e...82809da1d4.jpg |
"Interessante..." sovrappensiero, poi guardai Griz e Liman "Che dite, ci facciamo un giro?"
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