Il Guercio ed i suoi erano stati immobilizzati con ceppi e catene.
“Ora sarete venduti come schiavi.” Disse uno de filibustieri, mentre tutti gli altri ridevano nel vedere precipitare la nave del Guercio.
Poi videro arrivare Gwen.
Allora altre risate e battute sconce.
Uno di quelli si avvicinò alla ragazza e la prese per un polso.
“Ecco, guardate che bocconcino!” Agli altri. “Ci divertiremo per un po' e poi la venderemo come schiava!”
“Venderemo ciò che resterà di lei!” Urlò divertito un altro.
E tutti risero ancora.
Poi un uomo alto e dallo sguardo cupo apparve sul ponte.
“Che succede?” Chiese ai suoi.
“Prigionieri, capitano.” Rispose uno dei filibustieri, per poi indicare Gwen.
“Guarda guarda...” con occhi volgari il capitano alla ragazza “... un bel bocconcino... sei fortunata, piccola...” a lei “... sarai la preda del sottoscritto, ossia di Capitan Gurenbarba...”

Clio seguì la carrozza tra la folla che invadeva le strada.
Ed infine vide giungere la vettura davanti al Palazzo del Governo.
Si aprì il portone e la carrozza vi entrò.

Lì non potevo seguirli.
Eppure non riuscivo a capirci niente di questa storia, che a parer mio non aveva senso.
Ma sicuramente il governo stava tramando qualcosa.
Smontai da cavallo, tenendo Peagora per le briglie mi guardai intorno, per vedere se riuscivo a scoprire qualcosa.

Appena salita sul vascello, naturalmente, tutti i pirati iniziarono a fare battute. Ovviamente lo avevo previsto. Non sapevo come ne sarei uscita, sola com'ero.
Ad un certo punto arrivo` anche il capitano, che si uni` ai suoi marinai.
"Non vi preoccupate, sono abituata a trattare con la gentaglia" dissi, sorridendo e guardandolo dritto negli occhi.

Altea si strinse contro Icarius, con la sua sottoveste bagnata ed aderente che faceva sentire ogni forma del suo corpo.
Poi si abbassò la spallina con fare malizioso.
Allora lui la fermò e continuò a farlo lui.
Fece scendere l'altra spallina e poi iniziò a tirare giù piano la sottoveste completamente zuppa ed attillata al corpo della gitana.
E più lui la faceva scendere, più Altea avvertiva brividi intensi sulla pelle, come se quella veste bagnata accarezzasse ogni lembo del suo petto.
Alla fine la sottoveste si adagiò sui fianchi di lei e lui restò per un lungo momento a guardarla nuda.
Poi, lentamente con una mano cominciò ad accarezzare dolcemente i seni di lei, guardandola fissa negli occhi.
“Dimmi...” disse “... cosa pensi?” Senza smettere di toccarla.

E mentre Clio era là, tra la folla passarono due soldati.
“Sono arrivati...” disse uno di quelli all'altro “... quelli della farsa...”
“Credi che funzionerà il piano del governo?” Fissandolo l'altro soldato.
“Perchè no?” Ridendo il primo. “Nessuno sa che è tutta una finzione...”

A quelle parole di Gwen tutti risero.
“Che caratterino...” disse divertito Gurenbarba “... hai il fuoco addosso... ma stanotte te lo spegnerò, vedrai... portatela nella mia cabina.” Ordinò ai suoi.
“Tina!” Ad un tratto una voce. “Tina, sei tu!” Ed un giovane uomo atletico con un balzo arrivò sul ponte. “Oh, Tina, amore mio!” Fissando Gwen, per poi stringerla a sé.
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Quel movimento della sottoveste bagnata che scendeva toccando il mio corpo nudo assieme al tocco delle sue mani, un gesto passionale e delicato allo stesso momento.
Chiusi gli occhi per un attimo.."E' come se attorno a noi non ci fosse nulla, nulla tranne me e te e in questo momento mi sento in balia di qualcosa di indefinito che non ho mai provato..vorrei...solo vorrei non finisse...solo il desiderio di essere tua, ed è strano perchè tu non provi nulla per me.." mi morsi il labbro..stavo per dire qualcosa di pericoloso e lo guardai, con lo sguardo pieno di desiderio per lui.

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Confondersi tra la folla aveva i suoi vantaggi, e ascoltai così la conversazione di due soldati.
Sorrisi piano.
Come volevasi dimostrare.
Chissà cosa avevano in mente, ma sicuramente poteva essere pericoloso anche per gli attori, sperai di riuscire a fare qualcosa.
Continuai ad ascoltare quei soldati, sperando si lasciassero sfuggire qualche dettaglio.

Ad un certo punto lo vidi avvicinarsi a me di sclancio e stringermi a se`.
Io mi strinsi a lui e risi. Non potevo immaginare di essere tra le sue braccia che mi stringevano, di essere invasa dal suo profumo.
"E` davvero il primo nome che ti e` venuto in mente?" sussurrai al suo orecchio, allacciando le mie braccia attorno al suo collo.

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Un uomo ...uno sconosciuto.....qualcuno che aveva puntato su di me, non solo del denaro...anche la sua reputazione sarei dovuta stargli accanto.....la sua compagna.....solo io e lui avremmo conosciuto i termini del nostro rapporto....." Mi chiamo Elisabeth Milord.......e forse non sapete che avete scelto al vostro fianco una donna che lavava panni e piatti...a bordo di un Battello...ben poca cosa...per un uomo come voi........Forse avete ragione...a questo punto...sono una donna fortunata......spero di essere una degna compagna......"........

"...Alzatevi Milady e asciugate i vostri calzari rappresi nei fiordi di spuma di sapone e odore di brillantina...I vostri occhi hanno bagnato le mie corde e la mia attesa non è stata vana, poichè le cose che sono state ancora verranno e quelle che verranno non saranno mai andate via..."

Ed ora cancellate pure quest'illogicità del mio pensiero...e di questo sentimento...Oh Moderni Inquisitori...lasciate accesa la luce della pira, il largo del mare infinito mi attende.

Taliesin, il Bardo

Io non cancello nulla, caro bardo, ci mancherebbe, anche se non comprendo il motivo di questo scritto.
Byron diceva che la scrittura deve solo temere una cosa: essere inutile.
Vi pregherei però solo di rispettare in futuro questo spazio e la passione con cui i vari giocatori lo riempiono con i loro giochi ed i loro sogni.
Grazie :smile:

Icarius continuò a sfiorare Altea, con quel massaggio lieve ma sensuale sulla pelle della gitana ormai ardente di passionali brividi.
Era nuda davanti a lui, senza che egli smettesse di toccarla ancora e ancora.
“Sai ora” disse lui guardandola negli occhi “cos'accadrà, vero? Ho voglia di te...”
Poi ad un tratto si udirono dei rumori.
Un attimo dopo dalla vegetazione emerse un gregge.
Icarius allora subito si tolse la camicia e la posò sulle spalle di Altea per coprirla.
E dietro il gregge si vide un uomo anziano.
“Affone...” disse Icarius alzandosi “... siete voi?”
“Signorino!” Esclamò l'uomo. “Si, sono io. Cosa fate qui?”
“Nulla, mi riposavo dopo aver cavalcato con questa mia amica.” Rispose il Taddeide.

I soldati si avviarono verso il portone del palazzo, seguiti con attenzione dallo sguardo di Clio.
“Sono comunque nervoso...” disse il primo “... detesto quando non conosco il nemico...”
“Non lo conosce nessuno di noi” fece il secondo “ma non temere, dalle altre caserme sono in arrivo i rinforzi... non ci sfuggirà quel dannato Falco... chiunque egli sia...”
In quel momento la ribelle si accorse che in effetti erano comparsi molti soldati per le strade.
Ma ad un tratto arrivò un altro carro, pieno zeppe di ragazze avvenenti.
“Dove le porto?” Chiese il cocchiere ai due soldati. “Sono le ragazze che devono sostenere il provino.”
“Portale dentro...” rispose uno dei due soldati “... aspetto che apro il portone...”

“Reggimi il gioco se ti preme la vita...” disse piano Elv all'orecchio di Gwen.
“Ma cosa diavolo succede?” Stupito Gurenbarba.
“Capitano...” sorridendo Elv e stringendo a sé Gwen “... chi dice che la fortuna non esiste? Non ci speravo più ma l'ho ritrovata. Vi presento mia moglie Tina.” Indicando la ragazza, tra lo stupore della ciurma.

Il Falco, era una trappola per il Falco!
Dannati, dannati, e maledetti attori!
Ma poi quella storia delle ragazze che dovevano sostenere il provino e sorrisi.
Era la mia occasione.
Legai Peagora, lanciai all'indietro il cappuccio e mi mischiai a quelle ragazze.
Almeno sarei entrata.
Sperai vivamente di riuscire a fare qualcosa per proteggere il Falco, e maledissi gli attori perché mi avevano messo nella situazione di dover mentire per loro, e non poter far niente.

Lasciai le sue mani esplorassero il mio corpo facendo vibrare le corde dell' anima, in modo da mostrargli il mio desiderio e sottovoce dissi.."Penso di sapere cosa accadrà...e null'altro bramo che averti..e nello stesso tempo essere tua, quando mi sfiori e mi tocchi mi fai provare sensazioni indefinite". Lo abbracciai, ormai il mio corpo era nudo sotto le sue braccia quando si udirono dei rumori..era un gregge, Icarius si tolse la sua camicia e me la mise sulle spalle, io la abbottonavo visto arrivò un anziano pastore, e chiamandolo sembrava lo conoscesse..."I miei saluti" dissi sorridendo "si prendevamo il fresco".

"E` proprio cosi`, Capitano. A volte cio` che non osiamo piu` sperare accade" dissi guardando Elv "E oggi infatti ho ritrovato mio marito" stringendomi a lui.


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Clio salì sul carro in modo furtivo e si mischiò a quelle chiassose ragazze.
Entrarono così nel cortile del palazzo ed attesero nuove indicazioni.
E nel frattempo i militari si avvicinarono al carro, per poi fare allusioni non troppo cortesi e molte di quelle ragazze si mostrarono assai compiaciute.
“Ehi, bellezza...” disse uno dei militari a Clio “... vuoi fare l'attrice, vero? Accetteresti qualsiasi ruolo? Perchè non ci improvvisi un bello spogliarello?”
E i militari risero.

Icarius sorrise ad Altea e tornò a guardare Affone.
“Oggi è caldo...” disse questi “... un bel bagno ristora.”
“Si, magari dopo ne faremo uno...” annuì Icarius, per poi prendere Altea per mano.
“Avete udito che stranezza l'altra notte?” Chiese l'uomo.
“Stranezza?” Ripetè Icarius.
“Le pecore erano inquiete...” fece Affone “... ed anche i cani... qualche spirito vagava...”
A quello parole Icarius trasalì.

“Dunque...” disse Gurenbarba “... che storia è questa?”
“E' presto detto.” Sorridendo Elv e stringendo ancor più Gwen. “Conobbi Tina qualche mese fa... eravamo alle Flegee... io bevevo con la mia ciurma, mentre lei era in fuga dal proposito dei suoi di farle sposare un ricco, vecchio e grasso mercante... io, vedendola così bella, naturalmente la invitai a bere, ma lei mal reggeva il rum... come io mal mi difendevo dalle sue grazie... e così ci risvegliammo il giorno dopo in un letto, con addosso solo le coperte ed un documento nuziale...” rise piano “... vero, piccola?” Facendo l'occhiolino a Gwen.

Mi guardavo intorno circospetta, cercando di capire a cosa servissero quelle ragazze.
Oh, quanto detestavo le ragazze di Maruania!
Ma il mio disappunto era ben celato, come sempre, ormai ero abituata a quel malcostume dilagante.
Pardon, si chiama libertà!
Poi qualcuno ebbe la brillante idea di rivolgersi a me.
E io sfoderai una risata da oca come la maggior parte delle volte.
"Oh quindi sei tu che distribuisci i ruoli?" Risi, fingendomi divertita "Ti avevo scambiato per un soldato, guarda un po'...".

"Eh si, penso che l' effetto di quello di prima si sia sopito ormai".
Alle parole di Affone mi feci seria improvvisamente e guardai Icarius, il suo volto si rabbuiò.
"Dove abitate messer Affone? Lontano o vicino al castello e perchè pensate vi sia stato uno spirito in giro..avete qualche dono particolare?" ero perplessa...in effetti era proprio la verità e strinsi forte la mia mano che Icarius teneva nella sua.

Alzai gli occhi al cielo, senza farmi notare, alla sua versione dei fatti. Era incredibile e intanto mi stringeva ancora di piu` a se`, tanto che ogni minimo spazio fra il suo corpo e il mio venne annullato.
"Eh gia`, tutta colpa del rum" dissi guardandolo nei suoi occhi scuri.

“No, cocchina...” disse arrivando un uomo e facendo segno ai soldati di allontanarsi “... io assegno i ruoli.” Guardando poi Clio e le altre con sufficienza. “Dunque, cerchiamo di spiegarci.” Era un uomo magro, quasi ossuto, dai capelli corti e lo sguardo insipido. “Mi occorre una bella da vedere, che sappia starnazzare e sculettare, chiaro?” Con i suoi modi effeminati. “Avanti... vediamo un po'...” indicò Clio “... tu, scendi dal carro e cammina un po' fino all'androne... vediamo come te la cavi nella parte della sgualdrinella da strada... su, forza che ho poco tempo...”
“E' invidioso di noi.” Ridendo una di quelle ragazze all'orecchio di Clio.

“Affone” disse Icarius ad Altea “vive non lontano dal castello e da sempre è stato un fedele colono della mia famiglia.”
“Non servono poteri particolari, madama...” mormorò Affone “... basta guardare gli animali... loro lo percepiscono...”

A quelle parole di Elv, uno dei filibustieri si avvicinò a Gurenbarba.
“Capitano, avere una donna a bordo è di cattivo auspicio.” Disse.
E tutti annuirono.
“Tharos!” Chiamò Gurenbarba.
Ed arrivò un tipo insignificante, con una bandana in testa.
“Costui” fece Gurenbarba indicando Elv “ha preso moglie ed ora vuol tenersela. Credi ci farà affondare ciò?”
“Che mi venga un accidente” disse Tharos “tra la lingua e il terzo dente!”
“Dunque?” Fissandolo Gurenbarba. “Devo buttarla di sotto?”
“Aver una donna a bordo” mormorò Tharos “è manna per Nettuno sempre ingordo.”
“Già...” spuntando Gurenbarba.
“Ma in verità se è per giuste nozze” spiegò Tharos “allor tutto cambia per remi, vele, barili e tinozze.”
“Ossia?” Incuriosito Gurenbarba.
“I demoni marini nulla possono contro i Cattolici Sacramenti...” annuì Tharos “... fidatevi di me, perchè io mai vi menti.”

"E quindi cosa pensate sia stato? O che spirito potesse essere" guardai Icarius con sguardo di intesa, non potevo rivelare nulla.

Lanciai uno sguardo divertito alla ragazza che mi aveva parlato all'orecchio.
"Mi sa anche a me.." risi pianissimo.
Poi feci ciò che mi aveva chiesto, scesi dal carro e camminai in modo sensuale fino all'androne.
Chissà a che gli serve una ragazza per quella recita, pensai.
Speriamo in bene!

“Non lo so...” disse Affone guardando il cielo che andava velandosi “... ma di sicuro vi è un significato...”
Era già il tardo pomeriggio.
“Sarà meglio tornare al castello ora...” mormorò Icarius.
“A presto, signorino.” Con un cenno Affone. “Salute, madama.” Ad Altea e andò via con le pecore.
“Rivestiamoci e torniamo al castello...” Icarius fissando la gitana.

Clio scese dal carro ed assumendo un andamento adatto alle richieste dell'uomo cominciò a camminare.
“Si, potrebbe andare...” disse sbuffando l'uomo “... magari con un abito adatto...” annuì svogliatamente “... va bene, prendo questa.”
“E noi?” Una delle ragazze sul carro.
“Ho poco tempo, cocchine.” Rispose l'uomo. “Magari sarà per la prossima volta.” E chiamò un soldato per fare andare via il carro. “Su, seguimi tu.” A Clio.
La condusse in un vestibolo pieno di costumi.
“Indossa il più provocante che trovi.” Indicò l'uomo alla ribelle. “Fa presto, ti aspetto fuori.” Ed uscì.

Il gentil pastore se ne andò.
Mi tolsi lentamente la camicia davanti a lui e gliela porsi in modo malizioso.."Grazie...si vestiamoci non posso andare via nuda..mi sembra di avere il tuo profumo addosso..signorino.." e gli misi la camicia e gli sfiorai il petto nudo e poi gliela abbottonai.."No, non sono una mogliettina premurosa lo so" e poi mi vestii prendendo la sottoveste a terra bagnata.
Presi il cavallo e sospirando dissi.."Però sembra per un motivo o altro veniamo interrotti sul più bello..ehh..ma non possiamo correre il rischio di..perdere la visione..e come ha detto quell' uomo..vorrà dirci qualcosa di importante" e ricambiai il suo sguardo..quello sguardo che celava chissà quale suo pensiero.

Ce l'avevo fatta!
Sorrisi all'uomo e lo seguii docilmente.
Bene, in un modo o nell'altro almeno avrei avuto la possibilità di fare qualcosa.
Poi mi condusse in un androne pieno di costumi.
Già, un abito provocante... Ma dovevo sceglierlo bene considerando che avevo sempre Damasgrada da nascondere.
Frugai un po' tra quegli abiti e alla fine trovai quello adatto.
Era un abito rosso, che si allacciava sul collo, lasciando la schiena completamene scoperta, eccezion fatta per una specie di catenina che pendeva da un fiocco dietro il collo.
Lasciava una bella scollatura, ma era sufficientemente lungo perché potessi nascondere la spada contro la gamba sinistra, sufficientemente drappeggiata perché non si notasse la spada.
Sulla gamba destra invece c'era un grosso spacco.
Era il compromesso perfetto.
Indossai un paio di scarpe adeguate ed uscii.
"Eccomi..." Sorrisi all'uomo "Vado bene così?".

Icarius sorrise ad Altea, ma la sua mente era presa da altro.
Da ciò che stava succedendo.
I due si rivestirono e poi tornarono al castello, dove trovarono Palos, Pepino, Sammone, Pinto e Rancesco.
“Capo...” disse andandogli incontro Pepino.
“Ragazzi, mancano poche ore...” fece lui “... mangiamo qualcosa e poi appena fatto buio monteremo di guardia sulla torre...”
Così Pepino preparò loro da mangiare.

Clio uscì dal vestibolo e mostrò come quel vestito ben metteva in mostra la sua sensualità.
Certo, rispetto alle ragazze di Maruania lei non aveva quel portamento volgare ed i suoi modi tradivano il candore di una bellezza pulita e solare.
Ma tutto ciò era difficile, se non impossibile, da cogliere per quell'uomo.
“Su, andiamo...” disse con fare indifferente a Clio “... non abbiamo tutto il tempo del mondo.”
Raggiunsero così una stanza dove c'erano altri individui.
Ed entrando Clio subito riconobbe gli attori e loro, naturalmente, riconobbero lei.
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Arrivammo al maniero, Icarius sorrise ma notavo il suo turbamento, al ritorno era taciturno...non capivo...ma doveva essere qualcosa di veramente importante..forse per lui stesso.
Arrivati vidi gli uomini che furono chiamati e Pepino preparò la cena, mi sedetti al tavolo vicino Icarius e guardando gli altri uomini presi coraggio.."Prima si parlava di una nave...avete una nave" guardando i nuovi arrivati "Ho sempre sognato di prendere una nave e provare il senso di libertà..beh, io sono sempre stata una gitana..la libertà la conosco."

Sapien sorrise a quelle parole di Elisabeth.
“Lavare piatti” disse poi “non vi rende una donna indegna. Qui a Maruania molte donne non lavano piatti, ma fanno cose ben peggiori che le macchiano a vita. Il tarlo per costoro è quello di come trascorrere il tempo senza annoiarsi, quasi temessero che la vita possa sfuggire loro senza neanche accorgersene. E forse hanno ragione. A Maruania non vi è vita. No...” scuotendo il capo “... non come la si intende... non vi è etica, né morale, né soprattutto rispetto... i poeti Stinolvisti fiorentini definivano la donna come un qualcosa di aureo, di Divino, in grado di condurre l'uomo a Dio... che becera e ripugnante creatura è invece diventata la donna di Maruania... ma lasciamo perdere quella miserevole gente... dunque voi sarete la mia compagna, possiamo allora darci del tu, unica confidenza che vi chiederò per meglio sostenere la nostra farsa in pubblico... siete d'accordo, Elisabeth?”
In quel momento il panfilo cominciò ad atterrare.
Erano giunti a destinazione.

Entrai in una stanza dove, come immaginavo, c'erano gli attori.
Sorrisi, gaiamente.
"Oh, buongiorno..." Cinguettai "Il mio nome è Clio.. Piacere di conoscervi..." Guardando gli attori in modo che capissero che non dovevano dire di conoscermi.

Gli attori nel vedere Clio restarono sorpresi e si scambiarono lunghe occhiate.
Ma l'ingresso di un uomo attirò l'attenzione di tutti.
“Bene...” disse il Primo Ministro Bumid “... come procede il tutto?”
“Ehm, bene...” sforzandosi di sorridere Junior.
“Ottimo...” accarezzando la Gabbianella Blu il ministro “... ottimo davvero... su, continuate... continuate pure...” mettendosi a sedere.
“Si, certo...” mormorò Orden “... certo, eccellenza...”
“Tu, vieni avanti!” Il regista a Clio. “Tu sei una prostituta d'alto borgo che vuol sedurre il protagonista” indicando Orden “ma quello ha deciso di restare con l'amata e dunque insieme affrontano il patibolo... ora voglio che tu ti avvicini a lui e provi a sedurlo... cominciamo!”