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Annuii alla risposta, visto che non sembrava avrebbe aggiunto altro, se non ciò che continuava a ribadire.
"Beh, aspettiamo e vedremo" dissi ad Elv, con un sorriso esaltato, mentre ormai non stavo più nella pelle. Mi immaginavo come potessimo essere in un'altra epoca, come potessimo vivere e che tipo di lavoro avremmo fatto, dal momento che in un certo senso saremmo stati anche lì giornalisti. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Beh, come vedi faremo propaganda giocando." Disse Elv facendo l'occhiolino a gwen.
Nella sala dove stavano i 2 giornalisti e le altre persone attendevano il padrone di casa, vi era un grande specchio, intarsiato e molto antico, di pregevole fattura e di certo non attirava sospetti. Ma se guardandolo appariva come un normale specchio, dall'altra parte, attraverso esso, qualcuno poteva spiarli. E quando il misterioso osservatore si stancò di guardarli, prese un elmo e lo indossò. https://pm1.narvii.com/6123/c6356313...f9287d6_hq.jpg |
"L'utile e il dilettevole, sempre detto io" commentai divertita, al suo occhiolino.
"Di sicuro ci divertiremo di più a lavorare in un gioco nel 1700..." ridacchiando. Era un'idea esaltante e stimolante, ormai non vedevo l'ora! Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Mentre Gwen parlava una porta si aprì ed entrò un uomo.
Aveva una sorta di cappa di un colore rosso vivo e sul viso, per quanto insolito, una maschera dalla quale si vedevano 2 occhi grigi ed enigmatici. "Benvenuti." Disse l'uomo misterioso. "Il Dottor Ordifren immagino..." Elv. "Esatto." Rispose l'altro. https://comicvine1.cbsistatic.com/up...6602-26403.jpg |
La porta si aprì e fece il suo ingresso uno strano soggetti, coperto da una cappa rossa ed una maschera sul volto.
Fa essa, due intensi occhi grigi facevano capolino, scrutando attentamente i presenti in sala. Ed era proprio Ordifren. "Sembra davvero uno strano soggetto..." sussurrai ad Elv. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Lei crede di essere molto intelligente, signorina Gwen..." disse ad un tratto Ordifren, avendo udito le parole di lei, nonostante fossero state sussurrate a Gwen "... se non addirittura furba. Ma attenta, sono quelle come lei che spesso soffrono gli eventi." Fissandola con i suoi occhi grigi e magnetici.
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Mi bloccai quando si rivolse direttamente a me ed ascoltai attentamente quello che disse.
"Probabilmente, allo stesso modo in cui lei crede di conoscere me, dottore, della qual cosa dubito fortemente dato che lei non mi conosceva prima di adesso, dunque ho le mie riserve circa il fatto che lei abbia ragione, cioè che io mi ritengo furba ed intelligente" risposi io, a tono, ma pacata. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Non sapevo se scherzava o parlava sul serio.
Era davvero tutta una messainscena? O per davvero non sapeva chi ero e mi aveva scelto a caso? Non riuscivo a spiegarmelo. Stavo per rispondere quando le luci si riaccesero e i miei occhi ci misero un po' per abituarsi alla luce. Solo allora, con lo sguardo, lo cercai, potendo finalmente guardare il mio padrone per la prima volta. |
"Mia cara..." disse Ordifren a Gwen "... credi davvero? Eppure io so che sei in fuga... e hai paura... molta paura... ma qui, per ora, sei al sicuro..." con voce bassa e profonda.
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Alle sue parole, mi congelai sul posto, stavolta per davvero.
Sapeva il mio nome, la mia storia, poi cos'altro? Lo guardai sconvolta senza sapere che altro dire, a bocca aperta ed in parte sì, spaventata. Quella paura era tornata a farsi sentire, mi aveva lasciata in pace dal mio arrivo ad Uaarania, convinta di essermela lasciata alle spalle, ma eccola che ritornava, prepotente ed inclemente, per colpa di un uomo che non riuscivo nemmeno a vedere in faccia.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...12bc33307b.jpg Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
C'erano tutti, anche Destresya in quella sala.
Ordifren era fra tutti loro, con quella sua maschera ed i suoi occhi grigi ed ipnotici. "Direi di cominciare..." disse fissando Destresya, Gwen e tutti gli altri "... ma prima... qualcuno ha qualche domanda o dubbio?" |
Non mi interessava parlargli, non mi interessava fargli domande, quello che era appena successo non mi piaceva.
Così, rimasi in silenzio in disparte, stretta nelle spalle, aspettando che quel benedetto coso iniziasse. Almeno avrei provato ad allontanare dalla mia mente le immagini di mio padre che veniva ucciso, la fuga, il terrore, quei maledetti che continuavano a braccarmi ovunque in un labirinto infinito. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Bene" dissi all'eremita "Nessuno può portarmi a questa Accademia delle Scienze? Io non so nemmeno dove è la capitale e poi sono una Regina e una Regina deve essere degnamente scortata" con mezzo sorriso ironico ma sicuro.
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Mi sembrava di essere in trance, come se qualcosa annebbiasse la mia mente.
Senza rendermene conto mi trovai in un'ampia sala, con delle altre persone intorno a noi. Strabuzzai gli occhi, senza riuscire a capire. Ascoltai, cercando Ordifren con lo sguardo. Che stava succedendo? Non riuscivo a capire. |
"Forse potrò aiutarvi io..." disse l'eremita ad Altea "... poco più giù, vi è una fabbrica... ogni giorno a quest'ora un operaio si reca a Uaaropolis e se raggiungerete ora la fabbrica lui vi accompagnerà nella capitale." Sorridendo.
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"Prendete pure posto..." disse Ordifren ai presenti, tra i quali vi erano anche Destresya e Gwen "... vi mostrerò la mia meraviglia..." dando ordine al suo maggiordomo di abbassare luci, mentre lui accendeva alcune strumentazioni che si trovavano nella sala.
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Ci accomodammo tutti, mentre io cercavo di seppellire il mio malcontento con la curiosità dell'esperienza che stavamo per fare.
Ero ancora curiosa, sebbene gli timi minuti avessero minato fortemente il mio buonumore,ma mi sarei sforzata di farmelo passare e di godermi il momento. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
IL BOIA DEI DANTORVILLE
Lasciata alle proprie spalle la fertile e rigogliosa campagna Afragolignonese, lo spettacolo selvaggio e primordiale della brughiera affiorava con tutto il suo ardore e la sua forza ancestrale sotto i raggi obliqui del Sole morente, che trasformavano i ruscelli in nastri di dorata lucentezza ed esaltavano la terra verdeggiante arata di fresco con la massa lussureggiante dei boschi. Qui ormai, nell'antico ducato di San Marco, d'ora in avanti la strada si faceva sempre più desolata e cupa, solcando e scavalcando brulli pendii tinti tra il verde cangiante e la ruggine feconda, tra massi, fossati e vialetti irregolari racchiusi da olmi, pini e salici piangenti. Di tanto in tanto comparivano spaurite capanne e casupole isolate, dai tetti di pietra e l'aspetto severo, rallegrate dai verdi e folti rampicanti che germogliavano tra le betulle, le eriche ed i tamarindi. Solo dopo questo squarcio selvaggio e bucolico, dove la fantasia ama perdersi ed è ancor più vivo l'antico sapore di quella vecchia e felice Afragolignone, oltre una conca cosparsa di querce secolari dai tronchi bassi, i rami frondosi e le sagome piegate da secoli di furiose tempeste, si ergevano dalle foglie due alte torri di granito massiccio che racchiudevano un cancello dal fantastico ed intricato disegno di ferro battuto e sorretto da due pilastri in pietra stretti e corrosi dal Tempo, sopra i quali erano posti due leoni, simbolo del nobile casato dei Dantorville. Il calpestio stanco e lento dei cavali annunciava l'arrivo di qualcuno in queste antiche terre. Erano due uomini dall'aspetto di importanti personalità, forse più nell'incedere e nei modi che nell'abbiglio. Uno era grosso ed alto, dal volto e le membra pingue, racchiuso in un ampio e scuro balteo e con lunghi stivali di cuoio che fuoriuscivano dalle piega voluminose. L'altro invece appariva magro, asciutto e ben fatto, alto anch'egli ma più aggraziato e dal volto piacevole, lo sguardo scaltro e l'espressione pensierosa. Indossava un lungo mantello e dal cinturone pendeva un lungo coltello a due lame. “Trovo queste terre assai umide...” disse quello grosso “... la gente che vi vive non mi piace e soprattutto ci sono troppe chiese e chiesette sparse un po' ovunque...” “Siamo qui per gli uomini che vi abitano” ridendo l'altro “e non per le statue che adornano le loro chiese, mio caro Maday.” “E se scopriranno i nostri veri intenti, Minsk?” “Staremo attenti a non tradirci.” Rispose Minsk. “Ma davvero qui ci ha spinti quella vecchia leggenda? Suvvia, tu che credi a simili fandonie!” Fissandolo Maday. “Dietro ogni leggenda vi è sempre un demonio...” divertito Minsk “... quello ossia dell'ignoranza, della superstizione e del fanatismo.” “La tua mania dei misteri” sbuffando Maday “stavolta temo ti abbia portato fuoristrada.” “Vedremo.” Annuì Minsk. Dopo un po' i due cavalieri videro apparire nella folta vegetazione il monumentale castello dei Dantorville. Allora i due uomini spronarono i loro cavalli e lo raggiunsero. Furono accolti dal custode, un uomo tarchiato e chino nelle spalle. “Benvenuti nel paese del boia, miei signori!” Esclamò questi mentre apriva il portone per far entrare i due cavalieri. https://images4.static-bluray.com/reviews/623_1.jpg |
Il mattino appena tinto dalle dita rosa dell'alba, ma incupito dalla solita atmosfera della campagna, voleva dire una sola cosa: un'altra giornata di lavoro!
Il cielo non esattamente terso e luminoso non invogliava proprio ad uscire, na non potevo certo sottrarmi! Il lavoro era un impegno serio e poi il nostro almanacco doveva sempre aggiornate la popolazione, farle conoscere nuove storie! Come una finestra affacciata sul mondo, ecco. Allora mi alzai, mangiai una focaccia al miele insieme a del latte caldo e dopo essermi preparata, uscii. Sicuramente, messer Elv era già arrivato, lui era il capo qui, dunque ci teneva sempre a supervisionare la situazione. Dopotutto, il mio lavoro non mi dispiaceva. La mia famiglia, di stampo borghese, aveva un po' storto il naso sapendo le mie intenzioni, ma vedendo che la mia testardaggine era più forte, aveva ceduto. Dopo un po' di strada a piedi, nell'afa opprimente del cielo un po' plumbeo, arrivai alla sede dell'almanacco, pronta per lavorare. https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...cdf3122b23.jpg Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Gwen arrivò in quella bottega che Elv aveva trasformato poco a poco in un decoroso ufficio, o per meglio dire una sorta di scrittoio dove potersi dedicare alla pubblicazione del suo almanacco, ormai unica fonte di annualità di quelle campagne nell'Est della vecchia Afragolignone.
In quel momento arrivò Gwen, pronta oervuna nuova giornata di lavoro, trovando il suo bel principale con la testa china su un qualche vecchio documento. |
Era un posticino piccolo, ma carino ed accogliente, oltre che degnamente decoroso, per quella che era la mia opinione.
Messer Elv aveva donato nuova vita a questo posto, che inizialmente era poco più che una bottega abbandonata a se stessa, facendo diventare l'almanacco un punto di riferimento per Afragolignone. Entrai e lo vidi chino a scrivere, come sempre. "Sempre di buon mattino e di buona lena, voi..." dissi divertita, prendendo posto al mio scrittoio. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"In effetti" disse Elv alzando il capo da quel documento e salutando con un sorriso l'ingresso di Gwen "stamani ero indeciso a quale evento dare più spazio... se alla fiera del maiale di Domizius... alla caccia allle Janare di Sant'Agata... o alla Giostra del Monte Taburn... ma poi è accaduto qualcosa un'ora fa..."
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Mi sciolsi al sorriso di messer Elv.
Eh, era innegabilmente bellissimo e adoravo lo sguardo vivo e brillante dei suoi occhi scuri. Mi riscossi dalle mie fantasticherie alle sue parole. "Oh... È una cosa brutta o una cosa bella?" chiesi con una leggera smorfia. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"È una cosa curiosa..." disse Elv a Gwen "... un vecchio documento consegnatomi dal notaio Usp. Parla di una vecchia tradizione, o forse sarebbe più giusto chiamarla leggenda, ambientata proprio nell'Est Afragolignonese..."
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Interessante...
"Sembra una cosa davvero curiosa... Siete riuscito ad avere più dettagli?" chiesi, intrigata da quella leggenda. Poteva venirne fuori davvero una buona storia da proporre nel nostro almanacco, ogni novità era ben accetta, da noi! Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Si..." disse annuendo Elv a Gwen "... una vecchia leggenda che riguarda i nobili Dantorville, i dogniti di questa contrada... il notaio mi ha dato quel documento proprio in occasione dell'arrivo qui a San Marco Fragolo dei due rampolli di quel casato..."
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"Capisco" annuii.
"E dunque, come volete sfruttare la storia? Di cosa parla, esattamente?" chiesi, mentre scribacchiavo qualche appunto. Sarebbe stato anche molto interessante coinvolgere i rampolli, vedere cosa ne pensavano, anche se raramente gli eredi prestavano ascolto a vecchie leggende, seppur delle loro stesse famiglie. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Ogni nobile casato pare possa vantare una qualche leggenda" disse Elv a Gwen "e i Dantorville non fanno eccezione. Un'antica maledizione che sembra tormentare questa stirpe da secoli... anche se, da quanto ho capito, i 2 rampolli sono poco inclini a credere..."
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Ecco, per l'appunto.
"Immaginavo lo avreste detto, neanche io ci speravo tanto..." dissi, ridacchiando. "Che cosa prevede la leggenda? In che modo perseguiterebbe i Dantorville?" Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Perfetto, mi porti in questa fabbrica.. Di operai ce ne saranno e mica posso indovinare chi sia" facendo segno di seguirmi verso dei pendii non ripidi.
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Giunta alla fabbrica, Altea trovò l'operaio incaricato ad andare in città e con lui raggiunse Uaaropolis.
Qui però c'era fermento fra le gente e tutti infatti attendevano l'inizio dell'atteso gioco di ruolo voluto dal governo. |
Mi recai ad Uaaropolis e con la magia del Fuoco creai un vestito d'oro e lungo. Ma sentivo parlare di un gioco di ruolo e guardai l'operaio incuriosita "Potrebbe informarsi cos'è questo gioco di ruolo?". Nel frattempo ero sempre più attorniata dalla folla.
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"Beh..." disse Elv alzandosi dalla sedia e rimettendo il documento in un libro "... come tutte le leggende ha un che di misterioso, o assurdo..." tradendo la sua razionalità "... in pratica tutto nacque 2 secoli fa, quando il Sesto duca di Dantorville, Lord Cerran, fece condannare a morte un eretico chiamato Giordano Biondo... secondo la tradizione costui era riuscito ad evocare il demonio in persona e l'ultima notte trascorsa in cella Belzebù gli promise vicinanza fino all'ultimo istante... così, all'alba, salito sul batibolo, Giordano Biondo si accorse che il boia altri non era che il demonio stesso, mantenendo fede alla parola data. Giordano Biondo però prima che la sua testa fosse mozzata riuscì ad ottenere da Belzebù soddisfazione per la sua vendetta... così la morte che i Dantorville gli avevano riservato sarebbe stata la stessa anche per loro... Lord Cerran morì pochi giorni dopo, durante una battuta di caccia finendo contro un ramo che gli tranciò di netto la testa... dopo di lui ci sono stati altri 2 duchi... il primo morì decapitato dopo essere stato catturato da alcuni suoi baroni ribelli... il secondo invece fu sbranato dai lupi mentre inseguiva dei briganti... uno dei lupi con le zanne gli strappò letteralmente la testa dal collo... tutti questi episodi, naturalmente, hanno fatto nascere l'idea che il demonio, sotto le sembianze di un boia, giunga dagli inferi per vendicare allo stesso modo la morte di Giordano Biondo." Sorrise a Gwen. "La fantasia popolare però dimentica che per ogni duca decapitato c'è una spiegazione e in nessuna di esse si accenna ad un bioia demoniaco." Sarcastico.
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L'operaio non seppe dire molto di quel gioco ad Altea, però la indirizzò a casa di un certo Follwer, il quale, anch'egli scienziato, aveva collaborato con Ordifren alla realizzazione del Gdr.
L'uomo fu molto gentile e disponibile con Altea e si propose di accompagnarla al castello del grande scienziato proprio per farla partecipare al gioco. Così la regina di Serenica raggiunse il maniero ed in breve fu fatta partecipare quell'evento. Ora anche lei poteva entrare in quel mondo ambientato nel XVIII secolo. |
Mi sistemai comoda sulla sedia, mentre iniziava a raccontare.
E man mano che andava avanti, sgranavo sempre più gli occhi. "Accidenti..." dissi piano "È certamente una storia macabra... Beh, se davvero non esistesse alcuna maledizione, dovreste ammettere che le coincidenze siano alquanto bislacche, oltre che inquietanti..." dissi, dubbiosa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Ragazza mia..." disse Elv prendendo un lungo respiro "... le coincidenze fanno parte della vita. Il caso, l'imponderabile, il caos, tutto agisce in modo attivo nella nostra esistenza. Cavalcando all'impazzata è facile sbattere contro un ramo e di certo è la testa la parte del corpo che subirà più danno. Così come la punizione imposta al proprio nemico trova nella decapitazione il modo più simbolico e potente per realizzarsi. Quanto ai lupi, beh, è altamente probabile che un animale assalga al collo una preda caduta sul terreno." Fece l'occhiolino a Gwen. "Tutte coincidenze comunque spiegabilissime. Molto più di un demone con cappuccio da boia che però in queste morti violente non è mai stato visto." Scuotendo il capo.
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Rimuginai sulle sue parole.
"Non avete torto, ma continuo a pensare che siate sempre troppo razionale, messere..." commentai, con un sorriso sornione. "Non tutto si può spiegare... O almeno, non in modo usuale e tradizionale... Dovreste accettarlo..." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Ah, ecco..." disse Elv con un sorriso sornione a Gwen "... bene..." sedendosi su un basso tavolino pieno di fogli davanti a lei "... sono tutto orecchi... avanti... mostrami qualcosa che non può essere spiegato con razionalità." Divertito.
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Lo osservai e lo ascoltai.
Per l'amor del cielo, rischiavo proprio di perdere la testa, quando mi rivolgeva quello sguardo e quel sorriso. O forse, era già successo da parecchio tempo. Roteai gli occhi in su, mentre sistemavo le carte sul mio scrittoio. "Adesso vi burlate di me..." risposi, laconica. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"No no, sono serio." Disse Elv gesticolando per spingere Gwen a parlare. "Su, dimmi... ti ascolto... cosa conosci ce non può essere spiegato, mia cara?" Sorridendole con tono di sfida.
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