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Seguii appena la sua risata, per poi sospirare profondamente quando sentii le sue labbra lambire sensualmente i piedi ed io venni scossa da un fremito.
"Al momento, veramente, sei tu quello in vantaggio..." mormorai, sempre divertita e con malizia. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Pier annuì a Nyoko ed attese che si rivestisse anche lei.
Poi scesero dall'auto. Attorno a loro vi erano calore e tenebre. E forse entrambe avevano la medesima ed oscura origina. Avanzarono allora con fare guardingo, ma quel grido sembrava essersi disciolto. Poi intravidero qualcosa. I resti di una cappellina ormai sconsacrata. https://i.pinimg.com/736x/52/48/30/5...a74009b73b.jpg |
“Quelli che impediscono agli altri di essere felici.” Disse ad un tratto una voce.
Altea e Rio si voltarono, vedendo Monter che li aveva raggiunti. |
“Lo so...” disse Elv a Gwen, senza smettere di baciare i suoi piedi.
Poi cominciò a fare lo stesso con le sue caviglie ed infine a baciare tutte le sue gambe. E dopo le labbra iniziò a farlo con la lingua, in modo sempre più sensuale, erotico, eccitante. Guardandola. |
Monter. .lo aveva avvisato il maggiordomo?
Sorrisi.."Bene allora me lo spiegherete voi signor Monter..ho un mal di testa. .avete presente quando state troppo al pc..mi frulla un nome" sospirando.."Icarius Hero..comunque dicevate?" Con indifferenza. |
Ci incamminammo insieme, con la luce di una piccola torcia finché, poi, non trovammo una cappellina sconsacrata.
"Guarda!" dissi indicandola. "Cos'è?" Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
Il suo corpo contro il mio, le gambe strette attorno ai suoi fianchi.
Un intreccio, un'unione, un groviglio di corpi. Oh, davvero non senti niente? Io sentivo il mio corpo scottare, e probabilmente lo sentiva anche lui. Quella vicinanza era inebriante, forte, intensa. Non mi fregava nemmeno granchè della pistola, anzi, quel rischio rendeva tutto ancora più intrigante. Potrei morire, sì.. ma cosa importa morire se ci si perde i piaceri della vita? Attimi come questi non capitano tutti i giorni. Non avevo mai sentito niente di così forte e inaspettato, come un fuoco che divampa da solo, incontrollato e indomabile. Oh cielo... Sì, aveva scelto il momento migliore... o forse sì. Forse non esiste momento migliore, a un passo dalla morte, avvinghiata al mio nemico in quello che non sai più se è una presa di lotta o il preludio di un amplesso. Oh sì.. La degna fine di Ishtar, dopotutto. Conoscere un fuoco così forte un attimo prima di morire. C'era qualcosa di incredibilmente poetico in tutto quello. Quelle parole di lui, poi, mi strapparono un sorriso. "Oh, non sai quanto.." sussurrai, calda, mentre lui premeva il grilletto e spegneva il mio mondo. https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...7cd876fe88.jpg |
Accennai una maliziosa risata alla sua risposta, breve, ma che da sola bastò ad accendermi.
Fu poi il turno dei suoi baci di farmi perdere la testa. Proseguì lungo le caviglie e poi su, attraversando ogni centimetro delle mie gambe, prima con le labbra, poi anche con la lingua, facendomi gemere con tono caldo, soffuso, per quel suo modo così eccitante di assaporare la mia pelle. E in tutto questo, non smetteva mai di guardarmi. I suoi occhi neri si erano accesi, come i miei, animati dallo stesso fuoco che aveva scaldato la notte da alcune ore trascorsa. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Pier accese una piccola torcia ed illuminò la cappellina.
“E' abbandonata, diroccata...” disse avvicinandosi con la pistola in pugno “... si tratta di una cappellina... forse sconsacrata...” a Nyoko “... forse il grido proveniva da qui...” Ad un tratto la vecchia campanella della cappellina prese a rintoccare, facendo sussultare e spaventare i due innamorati. |
Elv continuava a baciarle ed a leccarle le gambe, senza però smettere di guardarla.
Poi arrivò con le dita sulle mutandine di Gwen. Il suo sguardo sembrò accendersi ancora di più. Allora, piano, dolcemente, ma in modo assolutamente sensuale, iniziò a sfilare quell'intimo. Un attimo dopo la ragazza sentì quelle mutandine scivolare via fino alle sue caviglie. |
Monter non mostrò nessun tipo di espressione al nome sussurrato da Altea.
Ovvio non lo conosceva. “Certo...” disse “... venite in casa, vi farò avere un'aspirina e qualcosa da bere... vi sentirete meglio e converseremo di ciò che vorrete.” Gentilmente. |
Lo sparo.
Poi il buio, il nulla. Clio riaprì gli occhi. Impiegò qualche istante a ricordare tutto. Comprese poi di essere in un comodo e fresco letto. La stanza intorno a lei era semibuia. Ma era viva. E sotto le coperte si accorse di essere completamente nuda. |
Mi strinsi a Pier, per darmi un po' di coraggio. Era surreale tutto questo.
"È pericoloso, Pier... Facciamo attenzione" dissi prendendolo per mano. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
Lo seguii ma presi la scusa i medicinali non facevano per me e mentre mangiavo chiesi nuovamente di quei mostri..che rendono infelici i simili.
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Continuava con quei suoi baci, senza distogliere un attimo lo sguardo da me.
Il suo sguardo che si accese ancora quando le sue dita raggiunsero l'intimo. Allora, con dolcezza e sensualità, iniziò a sfilarlo lentamente. Faceva caldo, maledettamente caldo, ma quel caldo non entrava dalla finestra, non era lo stesso che avvolgeva la città. Avvolgeva me, noi, su quel letto, in quel momento intenso e ardente. Fu nel momento in cui sentii la stoffa leggera lambirmi le caviglie che i miei occhi si chiusero ed io mi abbandonai. A tutto. Ai brividi, al piacere. A lui. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Tutto si fece buio, e ogni cosa si spense attorno a me.
Un bel modo per morire, fu il mio ultimo pensiero, stretta a un uomo così affascinante anche se terribilmente apatico. Vidi molte cose durante quel sonno innaturale, frammenti spezzati, immagini sfuocate, ogni cosa era avvolta da una coltre come di nebbia impenetrabile, voci confuse affollavano la mia mente. Poi, improvvisamente, aprii gli occhi. Mi guardai intorno spaesata per un lungo istante, senza capire dove diavolo fossi o per quale motivo mi trovassi lì. Poi ricordai: la missione, il duello, il capo, la pistola. Odio le pistole... Ma poi realizzai una cosa ancora più interessante: ero viva. Viva anche se mi avevano sparato al cuore. Possibile? Cosa c'era in quella pistola? O ero morta? No, ero viva, lo sentivo, sentivo il mio corpo lì dove l'avevo lasciato. Il mio corpo... nudo, sotto le coperte. Nudo? E chi mi aveva spogliato? Lui? Ricordavo perfettamente quanto il mio corpo scottasse e fremesse involontariamente durante il duello. Qualcosa che non mi era mai capitato prima, un'attrazione oltre ogni logica del buon senso verso un uomo freddo più del ghiaccio in cima alle mie montagne. Un dubbio fastidioso mi attraversò la mente. Non è che... C'era un solo modo per scoprirlo, e lasciai scivolare piano la mia mano lungo il mio corpo, fino a raggiungere la mia intimità più nascosta, che custodiva la risposta a quella domanda che mi tormentava in quel momento. No... Tirai un sospiro di sollievo nel constatare che nulla era successo, e mi trattenni dal lasciarla lì ancora per qualche minuto, ritraendola a malincuore. Meglio così... Vero, dopotutto perdermi la parte migliore mi avrebbe scocciato non poco, dovevo ammetterlo. Chiarito quel punto fondamentale, non restava che capire dove diavolo fossi. https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...fddd0c7b0b.jpg |
Pier annuì a Nyoko.
Si presero per mano ed avanzarono verso la cappellina abbandonata, con la torcia di lui ben puntata davanti a loro. Il fascio di luce investì la campanella, la cui cordicella ancora oscillava. “Qualcuno l'ha fatta suonare da poco...” disse “... ecco perchè abbiamo udito i rintocchi... ma mi chiedo chi possa venire fin qui, nel cuore della notte, per far suonare la campanella di una cappellina abbandonata...” perplesso. |
Delicatamente Elv fece allargare appena le gambe a Gwen e guardandola fissa si chinò fra le sue cosce.
Riprese ad accarezzarle la pelle nuda con le labbra e la lingua, risalendo fino all'interno coscia. Giunse allora dove ormai l'intimo non c'era più, dove la ragazza era più calda, più sensibile. I suoi occhi erano fissi in quelli di lei. E cominciò a leccarla, piano. Lentamente, sensualmente, con sempre più audacia. E lei impazzì come neanche si può immaginare. |
Solo la seta delle lenzuola sulla pelle di Clio.
La stanza era arredata con gusto, sebbene nulla di troppo vistoso, avvolta da un dolce chiaroscuro. Ad un tratto la porta si aprì ed entrò qualcuno seguito da una vaga penombra. Solo i suoi occhi azzurri brillavano. “Bentornata...” disse Guisgard “... pochi possono dire di essere tornati dall'Oltretomba... ora avrai capito, immagino, che abbiamo ragione noi...” fissandola con un sorriso enigmatico. |
Aprì delicatamente le mie gambe, continuando ad accarezzarle con le labbra e la lingua.
Salendo, salendo ancora. Dove un brivido mi scosse e un gemito proruppe, seguito da altri, caldi e intrisi di piacere, mentre la schiena si inarcava e le dita stringevano convulsamente le lenzuola. Stavo lentamente perdendo la testa, completamente impazzita in preda a quel godimento peccaminoso e bollente. Iniziai poco a poco a scoprire un altro volto del piacere, quello più proibito, più intimo e non potei evitare di sentirmene attratta, travolta e affascinata. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Raggiunsero uno dei salotti interni della villa e qui il maggiordomo portò da bere e qualche cioccolatino.
“Mangio sempre cioccolata” disse Monter ad Altea “prima di andare a letto.” Poi le chiese ancora dei mostri. “Non legge i giornali?” Lo scrittore. “Ci sono mostri ovunque, ben più malvagi e pericolosi dei tanti e ridicoli mostri che leggiamo nei romanzi gotici o di fantascienza. Pedofili, stupratori, inquisitori, carcerieri, manipolatori, despoti. E potrei continuare per ore.” Bevendo. |
Alla fine si presentò Guisgard, e io lo guardai attentamente, in quella penombra.
Vedevo l'azzurro dei suoi occhi, che brillavano, e mi chiesi che espressione avessero. La solita, no? Lo guardo, intensamente, tutto. Quella frase così sbrigativa mi fece ridere appena, e mi tirai su a sedere, appena avvolta nel lenzuolo, che mi copriva a stento il seno. "Se tornare dall'oltretomba significa diventare degli automi come te, e perdersi tutto il bello della vita... non è che mi hai fatto un favore, sai?" divertita, maliziosa. "Allora che vuoi da me?" guardandolo intensamente, uno sguardo che voleva penetrare nei suoi pensieri, scrutarli e farli miei. "Sai mi domando perchè ti sia preso la briga di spogliarmi..." con voce sensuale, e gli occhi famelici nei suoi. Oh andiamo, bellezza, i tuoi pensieri.... Il mio sguardo scavava nel suo, attentamente, intensamente. Il mio dono scrutava i suoi pensieri, oltre il suo sguardo. Cosa nascondeva quell'azzurro incapace di provare emozioni? |
Era un gioco audace, proibito, che stravolgeva ogni cognizione logica, ogni razionalità di Gwen.
Ra stesa su quel letto, stringendo le lenzuola fra le dita, con le gambe divaricate ed Elv chino a farla impazzire. Sentiva, percepiva la lingua del giovane medico come se le stesse scavando dentro, penetrando nell'intimo, fino in fondo alla sua anima. Si sentiva persa, meravigliosamente in balia di quel piacere ardente. Ad un tratto però, mentre godeva di tutto ciò, intravide delle ombre nella stanza. Due figure. Un uomo vestito in modo distinto ed un altro, abbigliato in modo assurdo, quasi partecipasse ad un veglione di Carnevale, con un ridicolo vestito a metà tra un pagliaccio ed un cane. La guardavano mentre godeva. http://www.focus.it/site_stored/imgs...h5.900x600.jpg |
Guisgard accennò un vago sorriso.
La guardò negli occhi. “Sembra” disse “che sedurmi sia il tuo scopo principale. Poi magari anche uccidermi dopo. Comunque non sei del tutto come loro... come i tuoi padroni intendo... altrimenti la pallottola di stronzio ti avrebbe uccisa... vuoi sapere se mi ecciti? Se sento il sangue bollirmi nelle vene al solo guardarti? Se ti bloccherei su questo letto fino a farti gridare di piacere? E poi? Ti accontenteresti del mio corpo? Ah, già... dimenticavo... ad Uaarania vi insegnano che l'anima non esiste...” sarcastico “... ahimè non ho molto tempo... ora che sei disarmata credo si possa parlare un po' noi due... qual'è il tuo scopo? La tua missione? E non dirmi liberare quel fesso dall'Imperion Nolhian... quel dannato lo è già... ormai è chiaro che entra ed esce a piacimento... ma per farlo ha un complice... di chi si tratta? Sei tu?” Estraendo la pistola e puntandola contro di lei. “Stavolta sono volgari e banali pallottole... quindi non potresti cavartela... su, dimmi chi è il complice di quel bastardo... tu? O qualcun altro?” |
Ero persa, persa, ma solo nella perdizione di quel godimento riuscivo a ritrovarmi.
Tutto ciò che c'era, la stanza intorno a noi, la città lì fuori, spariva. Spariva per lasciate spazio al mio piacere e al calore della sua lingua che mi aveva fatto perdere ogni freno, ogni controllo e ogni briciolo di lucidità. Sentivo il suo desiderio di voler arrivare fin quasi dentro la mia anima, ogni millimetro che la sua lingua lambiva era un nuovo gemito, più forte e caldo del precedente. Improvvisamente però, con mio sommo orrore, notai due orribili ombre nella stanza. Un uomo ben vestito ed un altro con un raccapricciante costume. Emisi un gridolino, che poteva essere confuso con quei gemiti, ma che era invece dimostrazione del mio sgomento. Cercai di fermarlo e di allontanarmi un po' da lui. "Elv" soffiai, nel tentativo di recuperare un po' di lucidità "Elv... Aspetta... Ti prego..." mormorai, come se mi costasse enorme fatica, e in effetti era così. Non mi sarei mai sottratta a quel meraviglioso diletto di perdizione. Mi sollevai, poggiandomi contro la testiera del letto. "C'erano... C'erano due uomini lì... Lì in fondo..." indicai il punto della stanza, per poi appoggiare i gomiti sulle ginocchia e affondare le mani nei capelli con un sospiro, mentre cercavo di rallentare il respiro e i battiti e mi sentivo ancora travolta dal piacere, ormai in parte soffocato dallo sconcerto. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Annuii mangiando un cioccolatino.."Come il pedofilo che ha ucciso 23 bambini..lei cosa ne pensa?È uno squilibrato. .ha sospetti?"
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Incredibile, parla!
Risi piano alle sue parole, fortemente divertita. "Vuoi uccidermi? Fallo, avanti..." guardandolo con aria di sfida "La mia missione era uccidere te, ho fallito, e di conseguenza sono morta comunque, quindi non vedo perché dovrei aiutarti...". Quelle parole su di me mi eccitarono ancora di più, anche se sapevo che erano solo provocazioni, che non li pensava davvero. Chissà perchè non riuscivo ad accedere ai suoi pensieri. Ma un sorrisetto divertito mi si dipinse sul volto a quelle parole su corpo, l'anima e Uaarania. "Hai ragione, io non sono come loro, sono Ishtar, dopotutto una dea guerriera orientale, una dea dell'amore tra l'altro..." con la voce sensuale. "Sedurti? Beh, diciamo che mi sono chiesta più di una volta come siano i tuoi occhi eccitati, folli, fuori controllo, preda del piacere più intenso, come vibrerebbe la tua voce così impostata nei momenti più accesi di una notte proibita...." senza mai lasciare l'azzurro così intenso che mi fissava. "Ma tanto non ti faccio nessun effetto, dico bene?" vagamente imbronciata, un finto broncio che diceva tutt'altro. La mia mente da psicologa stava analizzando il tutto, ma in quel momento mi sentivo solo una donna, una donna determinata e calda, che non si era mai sentita così tanto attratta da qualcuno. Allora in silenzio, mentre per l'ennesima volta cercavo di penetrare nei suoi pensieri, tirai il lenzuolo e me lo legai in qualche modo attorno al corpo. Potevo non farlo certo, ma se una donna deve spogliarsi per sedurre un uomo, beh, ha fallito miseramente, e io di certo non mi sarei mai abbassata a tanto. Il gioco di seduzione è altro, è molto più intenso e raffinato di un banale sfoggio di carne. "Ma ti dirò una cosa..." gattonando sensuale verso di lui, col lenzuolo addosso a coprire in qualche modo le parti più intime del mio corpo, movimenti sensuali, eleganti, mentre mi avvicinavo a lui sempre di più. "Se davvero ti eccito, se senti il sangue ribollirti il nelle vene al solo guardarmi, se mi bloccheresti su questo letto fino a farmi gridare di piacere.." ripetei, mentre quelle parole mi accendevano ancora di più. "Non mi prenderò solo il tuo corpo, ma reclamerò la tua anima, il tuo cuore e ci scaccerò ogni fantasma che tu credi lo infesti, come non puoi nemmeno immaginare...". Cominciai poi ad indietreggiare appena, senza lasciare mai i suoi occhi. "Scommettiamo?" con aria di maliziosa sfida "Dopotutto che hai da perdere? Se ho ragione ti aspetta la Gioia se ho torto... mi ucciderai.." guardandolo negli occhi. Allora, di nuovo, provai ad entrare nei suoi pensieri e cercare cosa stesse pensando su di me, adesso. Perché se io sentivo tutto quello, se io ero investita da quel fuoco unico, intenso e implacabile, doveva esserlo anche lui. La mia espressione era lievemente diversa, una sfumatura che forse lui non colse, ma che voleva dire molte cose. Avevo aspettato quel momento tutta la vita. Lui si sbagliava, io credevo nell'anima e credevo nell'amore. E l'amore è anche questo, riconoscersi nell'ultimo modo in cui avresti creduto possibile, riconoscersi anche se credi di amare un altro, anche se credi di odiarlo. L'amore ti investe all'improvviso, e travolge tutto, passato, presente, futuro. No, non credevo sarebbe andata così, non credevo che questo momento sarebbe arrivato ora, con un nemico, che nemmeno mi vedeva. Eppure non lo rendeva meno bello, speciale, unico. Fosse anche durato solo un istante, valeva la pena vivere e morire per un istante così. |
"Sono perplessa quanto te" dissi guardando la sua espressione.
"Forse qualche tempistello che non sa come passare il tempo?" dissi guardandomi intorno e cercando eventuali movimenti. Non ero esperta del settore, io scrivevo libri e non sarei stata molto utile. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
Elv si fermò e guardò Gwen, poi il punto della stanza indicato dalla ragazza.
Naturalmente non vide nulla e neanche lei vide più quelle due figure. “Gwen...” disse seccato il giovane medico “... proprio ora...” alzandosi ed allontanandosi dal letto. Accese una sigaretta e si riempì un bicchiere di whisky. |
Guisgard fissava Clio.
E lei entrò nei suoi pensieri, anche se solo per un attimo. Scorse così le sue fantasie, i suoi desideri. Non era immune al suo fascino. L'aveva spogliata, vista nuda, toccata. Ed era un uomo. E come tale, naturalmente, il suo corpo reagiva al suo fascino, si lasciava eccitare. Ma c'era qualcosa. Qualcosa che lo bloccava. Gli impediva quasi di amare. Qualcosa di forte, che respinse i sensi di Clio che cercavano di decifrare i suoi misteri. “Sei brava a fare il tuo mestiere...” disse lui, bloccando la lettura mentale di lei “... molto brava... lo fai con tutti i tuoi nemici? Li ecciti, poi li uccidi? Come la mantide che divora il maschio?” fissandola. E Clio poteva però scorgere le sue fantasie da uomo. http://www.themanwiththehat.de//file...s/4lc3JooP.jpg |
Alzai lentamente le testa, fissandolo seria e senza parole.
Cosa? Davvero io avevo un problema e lui reagiva così? "Sai cosa ti dico?" iniziai, stizzita, mentre mi rivestivo "Che non so quale sia il tuo problema, ma sono certa che tu non abbia ancora chiaro quale sia il mio. Magari il tuo whisky e la tua sigaretta ti schiariranno le idee" sbottai poi uscii dalla stanza chiudendomi la porta alle spalle e mettendomi sul divano, con la tv accesa su un canale a caso. Non capivo perché reagisse in quel modo; nemmeno a me era piaciuto interrompere, ma non capivo perché si ostinasse a comportarsi come se il problema fosse solo suo. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Calò il silenzio fra i due, con Gwen che andò a stendersi sul divano per vedere la tv.
Sentì Elv vestirsi ed uscire, nonostante fosse tardi. Ad un tratto, guardando la televisione, la ragazza notò un volto familiare. Si trattava di un noto scrittore il cui nome era Monter. Ma ciò che la colpì era il suo volto. Lo stesso che aveva visto poco prima, ossia l'uomo vestito in modo distinto insieme a quello con quel buffo costume. |
Lo guardavo, e più lo guardavo più riuscivo a penetrare nei suoi pensieri.
Erano pensieri caldi, eccitanti, pieni di fantasie che mi facevano ribollire il sangue nelle vene, aumentare la temperatura corporea. Oh sì... Eppure era refrattario a tutto quello, si nascondeva dietro un coltre, un muro attorno al suo cuore. Ma quello che provavo in quel momento non si sarebbe certo arrestato davanti a un muro di quel genere, perchè io ormai sapevo quanto fosse effimero. Sì, effimero perchè tutto quello che c'era in quella stanza era vero, reale, unico. Qualcosa di atavico e primordiale, la mia anima aveva riconosciuto la sua, e per quanto la sua fosse nascosta e cieca da quel castello mentale, sapevo che se fosse stata libera, avrebbe riconosciuto la mia. Poi quelle parole, mi rubarono una risatina sommessa, leggera. "Sono la migliore..." ridendo piano, mentre scuotevo leggermente la testa. Allora, con movimenti lenti, eleganti e sensuali, mi alzo dal letto, avvolta dal lenzuolo, e lo raggiungo. Mi avvicino a lui, gustandomi tutte quelle fantasie eccitanti e proibite che gli attraversavano la mente. Un passo, un altro, un altro ancora. Non sono minacciosa, non sono un guerriero ora, sono solo una donna, eccitata e determinata. "No.." sussurro piano, con voce sensuale, una volta arrivata a pochi centimetri da lui "Sei tu che mi fai perdere il controllo.." perdendomi nel suo sguardo "E non ho alcuna idea del perchè ma... è così, quello che mi scuote ora, mentre mi guardi e immagini quelle cosa, beh... è la cosa più forte e intensa che io abbia mai provato prima..." con lo stesso tono sensuale, mentre la mia mano sfiora dolcemente il suo braccio "Come se appartenessi a te, al di là di ogni logica, di ogni senso, di ogni elemento umano... come se non fossi vissuta che per questo momento..." con il cuore che batteva fortissimo. Allora presi delicatamente la sua mano con la pistola, e la portai contro il mio petto, tenendo le sue mani tra le mie, con il mio viso vicinissimo al suo. "Baciami..." sussurro, con le labbra che quasi sfiorano le sue, e lo sguardo ormai perso nell'azzurro dei suoi occhi. Mi avvicino ancora e sento il freddo della pistola sulla mia pelle. "E se non provi niente, allora spara...." guardandolo intensamente "Non posso immaginare modo migliore per morire...". |
“Ovvio sia uno squilibrato, un maniaco...” disse Monter ad Altea “... sospetti? Purtroppo il mondo è pieno di pazzi... auguriamoci solo che la polizia lo becchi presto...” finendo il suo bicchiere.
Ad un tratto il telefono squillò. Monter fissò Altea e poi rispose. “Si?” Alzando la cornetta. I suoi occhi sgranarono e mise in viva voce in modo che anche lei e Sam potessero sentire. “Bastardo...” la voce al telefono “... ti diverti a raccontare dei preti che molestano i bambini, vero? Vedrai cosa ti succederà, pezzo di...” e staccò. |
Ad un tratto il telefono squillo' e udii le minacce.."Ma che diamine..Sam prendi la pistola..c'è da vigilare"..:Chi potrebbe essere signor Monter..ora deve dirmelo.."
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Il televisore era l'unica fonte da cui provenisse il suono, in casa.
Nessuno dei due parlava con l'altro, ma stava bene. Non sapevo come avrei reagito sentendo altre frasi di incomprensione e di mancata empatia, da parte sua. Mancata empatia... Buffo. Sei uno psicologo, dottore, ricordi? Scossi la testa a quel pensiero. Ad u certo punto lo sentii uscire, nonostante l'ora ed io sbuffai coprendomi il volto con le mani. Beh, almeno ognuno avrebbe sbollito per conto proprio, invece di danneggiare l'altro. Ad un certo punto, mi sistemai meglio sul divano vedendo un volto in tv. Quel volto. Quello che, in poche parole, mi aveva rovinato la serata. E per di più, apparteneva allo scrittore, Monter. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Erano vicinissimi.
L'uno all'altra. La fredda pistola di Guisgard era contro il caldo petto di Clio. E poi le parole di lei. Un lungo ed intenso sguardo fra loro. Lui esitò. “Io non uccido gente inerme...” disse “... neanche se sono canaglie di Uaarania come te...” e si allontanò. Il suo braccio scese lungo il corpo, con la pistola ora verso il pavimento. “Rivestiti...” mormorò, estrarre una seconda pistola. Le scaricò entrambe, per poi gettarle su una poltrona. https://ae01.alicdn.com/kf/HTB1XCn.I...ion-Silver.jpg |
“Non ne ho idea...” disse Monter ad Altea vagamente agitato “... qualche fanatico religioso, immagino... vogliono uccidermi... perchè ho scritto sul vergognoso fenomeno dei preti pedofili, ecco perchè...”
“Lo credo anche io...” annuì Sam. “Dovete aiutarmi...” intimorito lo scrittore. |
Gwen guardava la tv.
Era un'intervista registrata, in cui facevano domande a quello scrittore, a quel Monter. Ma perchè lei lo aveva visto? Non era un fantasma. Era vivo e vegeto. Perchè allora? Ad un tratto qualcuno bussò alla porta. |
Era strano. Molto strano.
Perché lo avevo visto se non era morto? Si faceva tutto sempre più strano... All'improvviso sentii bussare e come sempre guardai chi fosse attraverso lo spioncino. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
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