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Citazione:
"Milord, il mio nome è Gaynor de Saint-Just... sono venuta in Inghilterra accompagnando l'ambasciatore della Repubblica di Magnus, ma sono stata fatta prigioniera dalla banda del Giglio Verde. Adesso, credo sia opportuno che vi presentiate anche voi..." |
Idealista...
Quell’aggettivo, proprio in quel momento, mi fece sussultare... Idealista... si, forse lo ero davvero! O forse era soltanto illusione la mia... Ma ciò che mi colpì maggiormente, in fondo, era che lui aveva notato il mio piccolo gioco... cosa non da poco per un uomo che sosteneva di non occuparsi affatto di politica! Gli sorrisi, ma non dissi niente. Poi quei passi sulle scale. Fu un istante... solo un istante di distrazione e l’uomo misterioso era scomparso. Ero sola, ora... sola in quel magazzino con il nuovo arrivato. Renart raggiunse il fondo della scala, qui si fermò, si voltò e mi vide... Citazione:
“Oh, Renart... ti prego!” sbottai irritata, tentai di andarmene ma lui mi bloccò. “Che ti importa di quello che fa Tafferuille?” dissi allora, sempre con lo stesso tono... ero stufa del modo in cui Renart mi trattava, ero stufa di quella situazione “Che ti importa di quello che è successo?” I suoi occhi lampeggiavano pericolosamente. Mi stringeva forte il polso come aveva preso l’abitudine di fare spesso, troppo spesso... tentai di divincolarmi, di tirare il braccio indietro per sottrarmi a quella presa, ma non ci riuscii... “Mi stai facendo male, Renart. Lasciami!” mormorai “Per favore!” |
Una volta pulita e sistemata Maria l'appoggiai sulle pelli, era tranquilla e la lasciai sgambettare.......fu allora che guardai i nuovi ospiti......un Prete, ora eravamo al completo......." Emile ... non mi avete presentata ai vostri amici......"...rivolgendomi al piu' anziano, " Mi chiamo Elisabeth, e la bimba che vedete e' mia figlia Maria, sono vedova e ho conosciuto Emile quando una folla impazzita stava per travolgere me e la mia bambina.......devo dire che senza alcuna esitazione ci ha protette e procurato il necessario........".......Padre Adam....niente magia da ora in poi Elisabeth....Emile forse aveva compreso ma loro ?......ebbi paura per la mia ape...non doveva muoversi.....
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In silenzio ascoltavo la discussione tra Orlando e la misteriosa dama, quando ella si presentò ad egli. La faccenda per me diventava sempre più oscura, eppure ero certa che Orlando sapesse molto, ma voleva nascondere qualcosa o preservarmi. Ma non mi sentivo di dare giudizi affrettati su questa banda dal nome di un bellissimo fiore.
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"Ebbene, messere, ecce homo. Costui è la feccia nota al mondo con il nome di Giglio Verde. Ovvero, è una piccolo tassello di quell'immondo organismo sedizioso. Studiatelo bene, parlateci, chiedetegli pure ciò che volete. Non vivrà ancora a lungo."
Detto ciò esce dalla cella, facendo cenno al comandante di seguirlo. "Comandante, non una parola sul nostro piano. E soprattutto, nessuna variazione. Se Cabuan si rivelerà un alleato prezioso, sapremo come integrare le informazioni che ci darà al piano che abbiamo premeditato. Qualora fosse una spia, come sospetto, troveremo il modo di gabbarlo. Voi attenetevi strettamente a ciò che abbiamo concordato." Detto ciò il Capitano resta in silenziosa attesa che Cabuan emerga nuovamente dall'oscurità della cella. |
Le parole di Daniel presero tutti di sorpresa.
La bambina restò ferma ad osservare i nuovi arrivati che, turbati, fissavano Daniel. Ciò che infatti aveva visto lo scudiero di Guisgard era stata tutta una visione: nessuno era morto e la bambina non aveva pronunciato nemmeno una parola. Perché allora Daniel aveva avuto quell’oscura visione? “Ma cosa ti prende?” Gli domandò Hagus. “Soffri di allucinazioni?” “Chi sei, piccola?” Avvicinandosi Giselle alla bambina. Ma quella non rispose niente. Continuava a fissare tutti loro senza dire nulla. “Che sia muta?” Guardandola Hagus. “Forse è solo spaventata…” mormorò Giselle “… forse dobbiamo farle capire che non vogliamo farle alcun male…” La bambina guardò poi Cavaliere25. “Vi osserva…” fece Giselle a questi “… forse in voi non vede alcuna minaccia… provate a parlare con lei…” |
Elisabeth si era presentata ai due nuovi arrivati.
“Che il Cielo protegga voi e la vostra bellissima bambina, madame.” Sorridendo padre Adam. “Una donna e la sua bambina?” Domandò turbato l’uomo ad Emile. “Beh… si…” rispose questi, ancora sorpreso dalla storia inventata da Elisabeth. “Posso parlarti?” Fissandolo l’uomo. “Da solo, intendo.” “Padre, voi restate con madame Elisabeth…” voltandosi Emile verso padre Adam “… pochi istanti e ritorneremo…” I due allora uscirono dal mulino. “Ma cosa vuol dire?” Seccato l’uomo. “Cosa intendi?” Domandò Emile. “Lo sai bene.” “Ti riferisci alla donna?” “Si e alla sua bambina.” “Beh, hai udito la storia, no?” “No. Non va per niente bene.” Agitato l’uomo. “Dobbiamo portare in salvo padre Adam e quella donna ci sarà solo da intralcio.” “Non ci darà problemi, vedrai.” “Ma ti sei bevuto il cervello?” “Dovevo forse abbandonarla insieme alla sua bambina?” Tradendo nervosismo Emile. “Salviamo i nobili e i chierici e poi lasciamo morire le donne e i bambini?” “Non è questo il punto.” “Ah, no?” Fissandolo Emile. “E dimmi tu allora qual è il punto. Credevo che il Giglio Verde aiutasse tutti gli indifesi, non solo i chierici.” “Sei il solito testardo…” scuotendo il capo l’uomo. “Quella donna verrà con noi.” Sentenziò Emile. “Che ti piaccia o meno.” |
Orlando fissò Gaynor.
“Siete dunque una Ginestrina, milady?” Domandò il nobile. “Allora vi hanno catturata, quei dannati fuorilegge!” Scosse il capo. “Io sono sir Orlando di Carrinton e questa è mia moglie lady Altea… siamo finiti qui dentro mentre seguivamo le tracce di una ladruncola… ora però non temete… riusciremo ad uscire da questo posto… forse ho in mente un piano… siete disposta ad aiutarci?” |
Cabuan uscì dalla stanza in cui si trovava il prigioniero.
“Non credo sia quello il Giglio Verde…” fissando Lancelot ed il comandante della caserma. “Come fate a dirlo?” Domandò questi a Cabuan. “Non è quello lo sguardo che ho visto…” rispose “… il vostro prigioniero deve essere uno dei suoi seguaci… il Giglio Verde è ancora là fuori da qualche parte…” “E in che modo pensate di esserci utile?” Chiese il comandante della caserma. “Sono l’unico che ha visto il Giglio Verde…” rispose Cabuan “… solo io posso riconoscerlo… bisogna costringere il prigioniero a parlare, a darci qualche informazione… dobbiamo fare in modo che ci dia qualche indizio che ci permetta poi di trovare il suo capo…” |
Le scarpe consumate della statua della Madonna generarono stupore e meraviglia nel monastero.
I monaci cominciarono a recitare i divini misteri del Santo Rosario e questo fece di fatto svanire l’attenzione che tutti avevano verso Fountaine, Parsifal e i due assistenti. Il cacciatore di taglie allora chiamò a sé i suoi. “Questa storia è sempre meno chiara…” disse “… c’è qualcosa che non mi convince… stanotte, quando tutti dormiranno, cercheremo ancora nel monastero…” Giunse così la notte. E nel monastero addormentato, Fountaine e i suoi uscirono di nuovo nel cuore della notte. “Separiamoci come la notte scorsa…” spiegò “… io e Parsifal in questa zona del monastero e voi due nell’altra…” E così, separatisi, i quattro ripresero le loro ricerche. “Tu cosa ne pensi di tutta questa storia?” Domandò Fountaine a Parsifal, mentre si aggiravano nel convento. |
Fortuna che il clamore che aveva creato quell' evento miracoloso giovò a nostro favore, il mio Maestro ed i miei compagni ci riunimmo nuovamente....e..... un nuovo piano andava ad elaborarsi. Calò la notte e riprendemmo le ricerche, ci dividemmo e perlustrammo nuovamente quella zona. La mia attenzione era alta, ogni minimo rumore riuscivo a percepire finchè il mio Maestro si rivolse a me ponendomi la domanda di cosa ne pensassi.....con tutta sincerità risposi:
" Maestro.... forse potreì essere giudicato un blasfemo, ma non credo che si tratti di una manifestazione divina.... non credo che la statua cammini per il monastero. La forma si vedrebbe e poi adornata di luci, la sua corona non passerebbe inosservata nella notte....., non crede?.... Quello che reputo fattibile è la presenza di un frate in codesto monastero che si diverte a fare degli scherzi di cattivo gusto ai suoi fratelli. Come può la statua di una Madonna svegliarsi e andare a frugare nella dispensa di coloro che la adorano.... non gioverebbe alla natura della Vergine. Inoltre, il paio di scarpe consumate non possono essere riconducibili ad una scultura, qualora la Madonna si manifestasse il suo movimento sarebbe etereo nell'aria. Non ha bisogno di camminare sul pavimento. Io suggerireì di andare ad analizzare il pozzo del chiostro, chissà forse potremmo incappare in qualche indizio utile." |
“Mi importa invece!” Disse Renart fissando Talia negli occhi. “Mi importa se riguarda te! E non mi va che quel pagliaccio ti baci in scena… soprattutto quando non è il copione a richiederlo!”
Lei tentò di liberarsi da quella presa, ma Renart, afferrandola per le braccia, la spinse su un baule ricolmo di costumi. “Non mi piace il modo in cui ti rivolgi a me…” con rabbia “… forse ti sei montata un po’ troppo la testa… credi davvero di essere una gran diva… ma non sei niente… e anzi… dovresti essere lusingata che uno come me mostri interesse verso di te… ma ora ti darò una lezione… una lezione che credo ti piacerà non poco…” Tentò allora di strapparle i vestiti e di baciarla. “Toglile le mani di dosso, o giuro davanti a tutti i Santi del Paradiso che ti spacco la testa!” All’improvviso una voce alle loro spalle. “Giuro che lo faccio!” Era Essien e stringeva in mano un lungo bastone di legno. “Cosa vuoi fare, vecchio?” Alzandosi Renart. “Credi davvero di spaventarmi?” “Ti serve una mano, padrone?” Scendendo dalle scale Gobert. Alle sue spalle vi era pure Tissier. “Ah, vedo che siete venuti in tre per farvi coraggio a vicenda…” ridendo Renart. “Prendi le tue cose e vattene…” fissandolo Essien. “Altrimenti cosa mi fai, vecchio?” A quelle parole anche Gobert e Tissier si mostrarono armati. “Siete solo dei falliti!” Con rabbia Renart. “Delle patetiche caricature delle maschere che impersonate sul vostro maledetto palcoscenico!” “Vattene, Renart.” Disse Essien. “Si, me ne vado…” spuntando a terra Renart “… me ne vado… ma ci rivedremo…” e lasciò prima il magazzino, poi il teatro. “Come stai, piccola?” Avvicinandosi Essien a Talia. “Ti ha fatto del male?” |
Fountaine annuì a quelle parole di Parsifal.
I due, così, si recarono presso il pozzo del monastero. Fountaine fece prima cadere un sassolino sul fondo, poi calò il secchio. “Sembra tutto normale…” guardando nel pozzo “… è un pozzo come tanti altri…” Ma proprio in quel momento i due intravidero qualcosa muoversi nell’oscurità. Era una figura scura, che sembrava quasi volteggiarenell’aria. “Inseguiamolo!” Disse Fountaine a Parsifal. I due allora si lanciarono dietro quella misteriosa figura. Fino a quando giunsero davanti ad un lungo corridoio che si divideva, ad un certo punto, in due. “Tu va a destra…” fece Fountaine “… io invece andrò a sinistra… uno di noi così si ritroverà ad inseguirlo…” |
Orlando stava parlando con la bella milady, sentii pronunciare la parola "Ginestrina"... "che significherà" pensai. Vidi che lui e la dama erano intenti a parlare, per lo più di fatti di cui non ero a conoscenza, quindi uscii da quella stanza misteriosa, senza ascoltare le ultime parole di Orlando.
Volli provare a ritornare nella entrata chiusa del masso, notavo un lieve spiraglio di luce. Quando mi sentii afferrare un piede, mi voltai e dal quella fievole luce che entrava notai era il neunuco. "Lasciatemi stare e fatemi uscire da qui". Lui scosse la testa, ancora una volta pensai a mio padre, a ciò che mi donò prima di partire perchè potesse salvarmi la vita un giorno, e che celavo dentro un fodero anche alla vista di Lord Carrinton. Sguainai con la sinistra la spada dal verde smeraldo e gliela puntai dritta alla gola "Ora vorrete aprirmi questa uscita o volete finire....ditemi voi in Inferno o Paradiso? Dipende se voi vedete il Giglio Verde come un Demone o un Angelo" e sorrisi. "Orlando" urlai "presto vieni, stiamo per uscire". Notai che il neunuco non faceva resistenza e io rimasi immobile con la punta della spada che toccava la sua gola, in fin dei conti non conoscevo quella donna, poteva tenderci una trappola pure lei e mi chiedevo come Orlando poteva fidarsi così ciecamente, strano comportamento da parte sua. Ma non udii nessuna risposta da egli, aspettavo solo che il servitore mi facesse uscire, sapevo già cosa fare in seguito. |
Come immaginavo, il chiostro sarebbe stato un luogo perfetto per il verificarsi di apparizioni soprannaturali. Una figura apparve dinanzi a noi e volteggiando nell'aria andò a perdersi in un lungo corridoio, le strade si diramavano in due ed il mio Maestro mi ordinò di prendere il lato destro.... fu fatto. Iniziaì a correre lungo quel corridoio accompagnato dalle ombre di quel monastero l'agitazione mi prese, sentì un forte fragore nel mio cuore tanto che ero sì spaventato ma nello stesso tempo affascinato da ciò a cui stavo andando incontro.... come si suol dire:
"Gli spettri non appaiono per puro divertimento bensì incaricati di compiere un qualcosa di straordinario che sia in bene o in male avrebbe portato qualche cambiamento." |
Tremavo.
Tremavo tanto che non fui in grado neanche di rimettermi immediatamente in piedi... era successo tutto in fretta, troppo in fretta... e la braccia mi facevano ancora male là dove Renart mi aveva afferrata. Per la prima volta da quando lo avevo conosciuto avevo avuto paura di lui, tanta paura. Il mio vestito era stato strappato in parte e adesso il lembo della manica sinistra pendeva di traverso dalla mia spalla... eppure non ci feci caso. Rimasi immobile finché Renart non fu scomparso, immobile finché il rumore dei suoi passi imperiosi non si spense... solo a quel punto tornai a respirare. Battei le palpebre. Gli occhi mi bruciavano. D’istinto feci due passi avanti e abbracciai Essien... “Grazie!” mormorai. |
mi avvicinai alla bambina e dissi ciao io sono cavaliere25 e tu come ti chiami? chiesi sorridendogli e inginocchiandomi lentamente e aspettai che mi rispondesse qualcosa
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<<Cosa?>> avevo avuto un'allucinazzione? No impossibile.. Mi avvicinai e guardai meglio la bambina e poi la casa.. La bambina sulla fronte aveva un complicato disegno.. Mi avvicinai a Sir Hagus e gli dissi:
<<Vedete quel segno sulla fronte? è il simbolo di Morgana!>> Guardai spaventato a bambina.. Non mi convinceva.. Sapevo che sarebbe finita male.. |
Seguii con lo sguardo Emile e il suo compagno uscire dalla porta, ormai conoscevo bene quando Emile era nervoso......e questo mi diede da pensare......non sapevo qual'era la sua missione, di certo era mettere in salvo questo prete....quandi era dalla parte della Chiesa ....protezione alla Chiesa, tuttavia quando avevo compiuto la mia magia......Emile non aveva urlato " Morte alla Strega".......Maria emise un gorgoglio.....mi voltai verso di lei e vidi che giocava con Padre Adam......mi avvicinai a i due e cominciai ad osservarli........quanti incontri sulla mia strada, non vedevo un prete da quando ero bambina qualche frate a Mont sanint Michel......qualche parola scambiata per i viottoli stretti e scivolosi....ma non avevo mai parlato con uno di loro...." Vi chiamate Padre Adam cosi' almeno ho sentito......vedo che avete un animo buono, la bambina vi sorride.......ho una richiesta da farvi, gli uomini sono fuori e io ....vedete padre mio marito e' morto all'improvviso prima che potessimo portare Maria in una qualsiasi Chiesa e chiedere ad un prete di battezzarla......in questo momento si fugge da ogni cosa, fuori da questo mulino c'e' un ruscello, l'acqua e' limpida e se e' andata bene per nostro Signore Gesu' credo che possa andare bene anche per lei.....vi chiedo di battezzarla.........non so' se vivremo oppure no ma desidero che lei sia in Grazia del Signore.........prendero' Maria e usciro' di qui se voi mi seguirete vuol dire che farete questo per lei..."........Non so se io fui battezzata...e non sapevo se la madre di Maria lo avesse fatto prima di lasciarla sulla porta, ma in quel momento non sapevo cosa ci avrebbe portato il nuovo giorno e non sapevo neanche quale sarebbe stata la decisione di Emile o dei suoi amici nei nostri confronti....Maria era tutto per me ...........
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Talia era scossa.
Essien la stringeva fra le braccia, tentando di calmarla. Il vecchio capocomico era sempre stato un uomo pacifico, ma quando aveva visto Renart sul punto di usare violenza su di lei, che amava ormai come una figlia, Essien fu sul punto di perdere del tutto il controllo. “Su, è tutto finito.” Mormorò. “Andiamo sopra… Fantine ti preparerà qualcosa di caldo…” Così, Essien, Talia e gli altri due salirono su, dove si trovavano i camerini. Qui Fantine, saputo da Tissier l’accaduto, abbracciò Talia senza dirle nulla, per poi prepararle una tisana rilassante. Dal magazzino, intanto, appena rimasto solo, il misterioso fuggitivo uscì dal suo nascondiglio. Era palesemente inquieto. Troppe cose erano accadute, non ultimo l’episodio di Renart, che gli avevano messo addosso una strana agitazione. Cercò allora tra i costumi e tentò di camuffare il suo aspetto, indossando un mantello ed un basco. Risalì così in teatro ed attese nella platea ormai vuota. Dopo qualche istante si affacciò, prudentemente, in strada. “Chi siete voi?” Avvicinandosi un bambino. “Sono Marco Antonio!” Divertito il fuggiasco. “Sai dove si trova Cleopatra?” “Se vi interessa, uno dei vostri è nei guai, monsieur…” Il fuggitivo osservò quel ragazzino. “Hanno catturato uno dei vostri…” continuò il ragazzino “… alla caserma di Piazza del Popolo…” Il fuggitivo restò un attimo turbato, per poi accarezzare il capo del ragazzino. Un istante dopo, il piccolo svanì nella strada. Intanto, presso i camerini, Talia era insieme a tutti gli altri. Ognuno cercava di far dimenticare alla ragazza la brutta esperienza accaduta nel magazzino. “Meraviglioso!” Entrando qualcuno. “Assolutamente divino! Voi siete degli attori nati, amici miei! Potreste tranquillamente mettere in scena Sofocle, Eschilo e Euripide! E anche Seneca pensandoci.” “Chi siete voi?” Domandò Essien. “Io? Oh, mai sono un esteta!” Rispose quell’uomo. “E amo l’arte in ogni sua forma!” “Beh… vi ringrazio, monsieur…” “Dovete venire a Londra!” Esclamò l’uomo. “Anzi, a Camelot! Vi farò recitare di fronte all’aristocrazia inglese!” “Posso sapere con chi ho l’onore di parlare?” “Sono lord Tudor di Camelot…” presentandosi l’uomo “… e sono rimasto incantato dalla vostra deliziosa musa…” fissando Talia e facendole l’occhiolino "... potrei avere l'onore di restare solo con questa ninfa scenica?" |
Citazione:
"Si, milord, faccio parte del senato repubblicano. Oserei dire dunque che è stata una fortuna che siate capitati qui, si dice che l'unione faccia la forza. Fatemi sentire qual'è il vostro piano e vi aiuterò ad attuarlo." |
Cavaliere25 si avvicinò alla bambina e cominciò a parlare con lei.
La piccola però restò in silenzio. “Sei troppo sospettoso.” Disse Hagus a Daniel. “Nelle campagne sopravvivono ancora i segni di un passato lontano, quando i celti erano i padroni di queste terre… quella bambina probabilmente si è fatta quel disegno per gioco… sta tranquillo…” In quel momento una donna comparve sulla porta della casa. “Chi siete?” Domandò. “Cosa volete dalla mia bambina?” Anche quella donna aveva sulla fronte lo stesso disegno della bambina. |
Padre Adam annuì a quelle parole di Elisabeth.
Così i tre uscirono e raggiunsero il ruscello, sotto gli occhi di Emile e del suo misterioso amico. Giunti al ruscello, padre Adam battezzò la piccola Maria. A contatto con l’acqua fresca la piccola cominciò a piangere. “Benvenuta tra i figli di Cristo, Maria.” Sorridendo il chierico. “Cosa significa?” Avvicinandosi l’uomo. “E’ stata battezzata la bambina, non vedi!” Rispose Emile. L’uomo fissò in maniera sospetta Elisabeth. |
Mentre Gaynor parlava ad Orlando, all’improvviso, si udì la voce di Altea che chiamava suo marito.
“Presto, milady!” Disse Orlando prendendo per mano Gaynor. “Ottimo lavoro, mia cara!” Raggiungendo poi sua moglie. L’eunuco li fissava senza dire nulla. “Aspetta, Altea…” fece Orlando “… prima di farci uscire, voglio sapere il nome del Giglio verde… chi si nasconde sotto la sua maschera?” Fissando l’eunuco. Questi rise. “Parla!” gridò Orlando. “Meglio morire.” “Ti accontenterò…” disse Orlando “… Altea, passami la spada…” |
padre Adam ebbe il sorriso piu' caldo e rincuorante che io avessi mai visto.....il rito fu semplice e Maria come tutti i bimbi a contatto con l'acqua gelida incomincio' ad piangere...e nel mio cuore ringrazia la pura acqua per aver unito le sue fredde memorie alle mani dell'uomo di Chiesa...........la presi tra le braccia e cominciai a cullarla......questo non mi impedi' pero' di guardare negli occhi l'amico di Emile......per lui ero solo un perdita di tempo......un' intralcio...." Grazie Padre.........Emile........ il vostro amico non credo che mi abbia in simpatia...........e io non voglio che voi abbiate dei problemi per me........vi devo molto Emile ...."...non attesi risposte....ed andai al mulino...
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“Elisabeth…” disse Emile, impedendole di andare via “… preparatevi a partire… tra mezz’ora lasceremo questo luogo e a Dio piacendo domattina saremo su una nave per l’Inghilterra… Maria deve crescere in una terra libera.”
“Sei pazzo?” Fissandolo l’uomo. “Senza Elisabeth e Maria, io non vi condurrò in nessun luogo.” “Sono d’accordo.” Intervenne padre Adam. “Tutti insieme lasceremo questa città.” |
Mi avvicinai alla donna.. La conoscevo..
<<Marie sei tu? La figlia della mia badante.. In paese ricordi?>> Sir Hagus mi guardava.. |
Marie.
Era quello il nome della donna? Fatto sta che lei fissò Daniel per un lungo, interminabile, istante. “Daniel…” mormorò infine “… cosa ci fai qui?” “Ma cosa sta succedendo?” Avvicinandosi Hagus allo scudiero di Guisgard. |
Sentii pronunciare il mio nome da Emile....con un tono in'atteso...c'era un misto di forza e dolcezza nella sua voce......mi voltai verso di lui ed assaporai ogni momento....nonostante tutto avrebbe rinunciato ad aiutare i suoi amici piu' cari per noi due.....ascoltati Padre Adam.....e dissi solo " Grazie...con voi in questo momento Maria e' gia' una Donna libera.....che Dio ci protegga....".....rientrai nel mulino presi le fasce asciutte e pulite della Bimba la scodella e nella fiascetta del vino che avevo lavato misi il latte.....Misi la mia sacca a tracolla......eil mantello con cui avvolsi la bimba e me....uscii dal Mulino....e con la speranza nel cuore..." Io sono pronta........"...
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Parsifal, seguendo le indicazioni del suo maestro, corse verso destra, fino a raggiungere una piccola porticina.
In quel momento sentì una fortissima agitazione. Anche un sinistro presentimento si fece largo nel suo animo. Cosa nascondeva quella porta? |
Essien, Fantine, Gobert, Tissier... ognuno di loro, a suo modo, si prese cura di me. La tisana di Fantine, la presenza di Essien, le battute di Gobert, le parole di Tissier... li ascoltavo, li osservavo muoversi intorno a me e parlare tutti insieme e di cento cose diverse, com’era loro abitudine: uno inveiva contro Renart e un altro contro la Guardia Repubblicana che aveva interrotto lo spettacolo, uno commentava lo spettacolo e un altro la bellezza del teatro di Ostyen... Presto iniziai a sentirmi meglio. Stare con loro mi faceva sentire meglio... erano la mia famiglia, dopotutto.
D’un tratto, poi, la porta del camerino si spalancò ed un eccentrico quanto ciarliero uomo entrò senza tanti complimenti... Citazione:
Solo un istante, poi subito recuperai un minimo di personalità e mi alzai in piedi. “Va bene, Essien... Va bene!” dissi in fretta, interrompendo il capocomico. Lui mi lanciò un’occhiata che sembrava voler significare mille cose, ma io gli sorrisi e gli poggiai una mano sulla spalla... “Non preoccuparti, sto bene adesso!” soggiunsi, in un tono che tentai di modulare incoraggiante. Mi voltai quindi verso l’uomo che si era appena presentato e mi inchinai leggermente... “Vi prego, milord... accomodatevi!” dissi, ricambiando il sorriso di quei suoi limpidissimi occhi chiari. |
“… Altea, passami la spada…”
"Aspettate, lord Carrinton!" Gaynor si frappose fra Orlando e l'eunuco. "Ucciderlo non servirà a sapere il nome del Giglio Verde, sarebbe sangue versato inutilmente... e poi è solo un banale servitore, forse non è nemmeno a conoscenza della sua identità... vorreste ucciderlo così, a sangue freddo?" |
Abbracciai la donna.. Erano anni che non la vedevo..
<<Marie come stai? Sono anni che non ci vediamo!>> Vidi Sir Hagus che mi parlava lo fissai per qualche istante e poi mi rivolsi a Marie.. <<Per caso sai niente di quella casa laggiù?>> dissi indicando la casa spettrale.. Guardai la bambina e avvicinandomi al suo orecchio le dissi <<Lo so che nascondi qualcosa.. Ma io lo scoprirò..>> Guardai Marie in attesa di risposta.. |
Il misterioso inglese seguì così Talia.
Restarono allora da soli nel suo camerino. “Vi sono di nuovo debitore, a quanto sembra…” disse il fuggitivo “… e stavolta non c’era la possibilità di essere scambiato per il vostro amico Tafferuille… come state? Sembra che quel furfante non vi abbia fatto nulla di male…” Un sorriso attraversò il suo volto e la sua mano delicatamente accomodò il bavero, ancora stravolto, del vestito di lei. “Siete l’unica di cui mi possa fidare…” continuò “… devo raggiungere la Piazza del Popolo al più presto… ma mi occorrono degli abiti… vestito così sembro un buffone… c’è una sartoria in cui non facciano tante domande?” Sorrise. “Sapete bene che potrei essere un amante in fuga da un marito geloso. Suvvia, aiutatemi per l’ultima volta e vi giuro, sul mio onore, che non sentirete mai più parlare di me.” Mostrò un vistoso inchino. “Ditemi di si, mia bella Colombina.” http://cfs3.tistory.com/upload_contr...MTY2My5qcGc%3D |
Emile fissò Elisabeth ed annuì.
“Andiamo.” Disse a tutti loro. I quattro si misero così in cammino. “Ti avverto che la responsabilità sarà tua!” Fece l’uomo rivolgendosi ad Emile. “Si, si…” annuendo questi. “Avete un piano?” Domandò padre Adam. “Sicuro…” rispose Emile “… farla in barba ai repubblicani e lasciare questa terra disgraziata!” “Facile come bere un bicchier d’acqua!” Esclamò sarcastico l’uomo. Camminarono per un mezzo miglio, fino a quando raggiunsero un vecchio ponte di età merovingica. “Oltre comincia il centro abitato…” disse l’uomo “… e ci saranno i posti di blocco della Guardia Repubblicana…” “Infatti, noi non andremo oltre.” Spiegò Emile. “Sotto questo ponte vi è una sorta di cloaca… attraversa la città e spunta oltre la Porta Nord.” “Attraversare le fogne?” Turbato padre Adam. “Ma… abbiamo con noi una bambina e quell’aria fetida le farebbe male…” “Non abbiamo altra scelta.” Fissandolo Emile. |
Rimasi in sella al cavallo e guardai il ponticello......una cloaca...." padre Adam ha ragione....per Maria sara' un problema......"....avevo un unguento nella borsa resina di pino.........presi un a pezza di lino e bagnai la benda con la resina...l'odore era forte ma avrebbe evitato.......che Maria respirasse il cattivo odore......." il piu' alto di voi dovra' portare Maria in braccio......sara' cosi' lontana dagli schizzi dell'acqua infetta......."........
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Lo fissai per qualche minuto prima di rispondere... era un curioso soggetto. Probabilmente era il più curioso uomo che io avessi mai incontrato... e, nell’ambiente teatrale in cui ero cresciuta, di curiosi individui io ne avevo incontrati veramente tanti!
Eppure in quell’uomo c’era qualcosa... non era solo il suo sguardo o il tono deciso della sua voce, e non erano nemmeno i suoi modi delicati ma assolutamente sicuri... c’era qualcosa in più, qualcosa che non riuscivo ancora bene a cogliere. “Sapete...” iniziai a dire, osservandolo con aria critica “Forse dovrei ritrattare ciò che ho detto nel magazzino: come attore non siete poi gran che!” sospirai appena, come contrariata “E non è per l’interpretazione, sia chiaro... quella direi che è passabile! Ma sulla scelta dei personaggi... beh, credo che su quella dovremo lavorare un po’...” Feci una breve pausa, poi sollevai un sopracciglio e lo scrutai sarcastica... “Lord Tudor di Camelot, eh? Un aristocratico, di una delle più nobili e antiche casate di tutta l’Inghilterra, che se ne va in giro tranquillo per la ginestrina Ostyen... o siete il più ardito o il più pazzo degli uomini, milord!” Sorrisi, infine, e valutai il suo abbigliamento... Un vecchio basco e un mantello che avevano tutta l’aria di venire dal nostro magazzino, così come la variopinta marsina che si era infilato sopra la camicia... “Eccentrico!” sentenziai vagamente divertita, accarezzando con mano leggera la stoffa liscia del risvolto della giacca “Curioso abbinamento... ma vi dona!” Sollevai gli occhi sul suo volto e gli regalai un sorriso tra il divertito e il complice... un attimo, poi mi feci seria. “Vi sono molte sartorie qui ad Ostyen, ma non so quanto siano sicure... e forse non ne avremo neanche bisogno!” Mi voltai e aprii un armadio... c’erano molti costumi lì dentro, c’erano i costumi più nuovi di un po’ tutta la compagnia... tirai fuori una camicia bianca che era stata di Renart, un paio di stivali alti e uno dei mantelli lunghi e scuri di Tafferuille... “Ecco!” dissi “Credo che queste cose possano andarvi bene...” Gli voltai le spalle e mi avvicinai allo specchio, prendendo un panno bagnato e iniziando a togliermi il cerone dalla faccia... “Mi occorrerà qualche minuto per togliermi il trucco di scena...” gli dissi “E vi chiederò di uscire mentre mi tolgo il costume... poi andremo insieme alla Place du Peuple! Insieme a me darete meno nell’occhio!” Mi voltai un attimo e gli lanciai un’occhiata... “E non temete... non vi chiederò perché siete ricercato... se è davvero solo un marito geloso a inseguirvi o la Guardia della Repubblica al gran completo... non ve lo chiederò, per ora!” Sorrisi e tornai a guardare la mia immagine nello specchio. |
Il fuggitivo rise di gusto.
“Tipo curioso e pessimo attore…” ripeté vagamente sarcastico “… beh, devo dire di essere stato etichettato in molti modi, ma mai così… almeno, non da una donna… ma eviterò di chiedervi se debbo esserne lusingato o meno…” osservò i vestiti che Talia aveva preso dall’armadio “… forse lord Tudor di Camelot troverebbe da ridire… ma, date le circostanze, chiuderò un occhio…” prese i vestiti e si avvicinò alla porta “… ah, quindi mi accompagnerete fino alla Place du Peuple… ma voi ignorate i motivi che mi spingono a raggiungerla… e se fosse per un appuntamento romantico?” Rise di nuovo. “Pensandoci… se sono davvero un amante in fuga, mi servirà qualcosa per destare i sospetti del marito geloso di turno… non so… una bella mogliettina, così da poter sviare ogni sospetto…” sorrise “… e mentre attenderò che vi prepariate, mia vivace Colombia, cercherò qualche bella popolana disposta a farmi da moglie innamorata e devota…” mostrò un pomposo quanto sarcastico inchino ed uscì dal camerino, lasciando Talia a prepararsi. http://30.media.tumblr.com/tumblr_lk...z270o1_500.gif |
“La prenderò io in braccio.” Disse Padre Adam. “Sono abbastanza alto per proteggere la bambina dall’acqua sporca. Così loro due” indicando Emile e l’altro uomo “potranno concentrarsi a cercare la strada giusta quando saremo nella cloaca.”
Poco dopo, i quattro scesero nella cloaca. Emile fabbricò due torce d’emergenza. “Prendi e agitala mentre avanzi…” disse all’uomo che lo affiancava “… terrà lontani i ratti…” Così, Emile si mise davanti e l’uomo chiuse il gruppo alle spalle di tutti. Elisabeth e padre Adam erano nel mezzo. L’aria era fetida al punto da essere irrespirabile. L’acqua scorreva lenta e si vedevano sulla sua superficie i ratti che attraversavano i canali. “Che posto schifoso…” mormorò l’uomo. “Meglio la melma e i ratti” replicò Emile “che i Ginestrini…” si voltò poi indietro “… tutto bene, padre?” “La piccola è tranquilla.” Rispose il chierico. “E voi?” Rivolgendosi poi Emile ad Elisabeth. |
Padre Adam era un uomo di alta statura e quando prese dalle mie braccia la bimba sembrava avere una certa confidenza con quel piccolo corpicino......in fila indiana ci immergemmo in quella cosa melmosa e fetida, ogni passo sembrava muovessimo ogni sorta di porcheria.....i ratti al nostro passaggio correvano via disturbati..il punto era che finche' questi scappavano era la nostra salvezza...ma se ci avessero morso quella era morte certa...la malaria era peggio della guerra, avevo visto molti villaggi la cui gente era stata dimezzata........Maria era tranquilla il forte odore di resina attutiva l'odore nauseabondo del posto.......Emile sembrava avere cento occhi......mi resi conto che nulla gli sfuggiva nessun movimento...." Tranquillo Emile.....cerco di non pensare troppo......c'e' un mondo fuori di qui...all'aria aperta...ci sono fiori profumati.....prati immensi.....e sopra ogni cosa......aria...aria pulita..."......non feci in tempo a dire aria pulita che mi tappai la bocca e cercai un posto tranquillo dove star "male" da sola.......o Signore.....ma quanta strada c'era ancora......
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