Risposi all'ispettore ancora confusa.
Più andavo avanti, meno capivo.
Era tutto assurdo.
Seguii l'ispezione della casa, da cima a fondo, finché non mi sentii mancare vedendo una maschera col viso di Elv.
Sapevo di aver ragione.
Lo avevo sempre saputo.
Sapevo che il maledetto prete poteva essere d'accordo, anche se mai avrei immaginato potesse essere il mandante, sapevo che Elv non poteva essere davvero Elv e nonostante tutto mi ero fatta convincere, avevo ceduto come una stupida e ora mi sentivo in colpa.
Dovevo trovare Elv, non aspettavo altro, ma come sarei riuscita a guardarlo in faccia?
Con che coraggio avrei potuto?
Mi rintanai singhiozzante in un angolo, incapace di far chiarezza in me stessa in quella situazione surreale.

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Lo guardai con aria enigmatica.
"Non ti sei mai chiesto come mai i cattivi che non riuscivi ad incastrare con la penna sparissero improvvisamente? O da dove arrivassero le prove schiaccianti contro questo o quel malvivente?" facendogli l'occhiolino.
Ma non dissi altro, mi divertiva quel gioco.
Una volta fuori, trovammo Settimius, che si diede subito alla fuga.
Allora iniziai a correre, con la velocità datami dai poteri della Pantera, presi due miei coltelli da lancio e glieli lanciai nella schiena.
Quel maledetto non se la sarebbe cavata con così poco, ma io non mi ci sarei avvicinata troppo, che dei suoi trucchetti avevo avuto abbastanza.
"Venite, per di qua!" e condussi Fessen ed Elv verso la macchina dei due uomini che avevo ucciso, la aprii con le loro chiavi e misi in moto, pronta a lasciarmi quel posto alle spalle.

Subito andai vicino as Hunt.. "Che significa questo? È il covo di Fantamas o di chi?" misi dei guanti speciali per non lasciare impronte digitali e presi il libro.
Nel frattempo accesi l'auricolare del palmare "Montes, chiama qualcuno che venga qua.. Abbiamo scovato il libro rubato.. Hunt come si chiama l'Hotel?".

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Settimius, colpito dai coltelli della Pantera, cadde al suolo ferito a morte.
Allora lei insieme a Fessen e ad Elv andarono via con l'auto degli uomini uccisi.
"Dobbiamo correre subito alla polizia" disse Elv visibilmente scosso "e denunciare il nostro rapimento. Inoltre bisogna cercare Gwen. Devono trovarla..."
"Si, ma sarà il caso che io non mi faccia vedere dagli sbirri..." fece Fessen "... preferisco tornare subito a casa... credo ci siano almeno due denuncie sulla mia testa..."



"Signorina..." disse Goaz a Gwen "... quante volte devo farle la stessa domanda prima di avere una dannata risposta?" Seccato.
Intanto stavano arrestando il cameriere di colore in quanto complice di Fantamas.



Hunt chiamò subito Montes, il quale ordinò a lui e ad Altea di non muoversi ed attendere in quell'albergo.
Soprattutto dovevano sorvegliare il prezioso libro.
Infatti dopo circa mezz'ora arrivò una macchina dalla quale scesero Simos e Lucius, altri due agenti segreti, ai quali Hunt raccontò tutto.

Sbuffai avvilita prima di rivolgermi all'ispettore.
Gli raccontai tutto quello che era successo da quando eravamo arrivati qui la mattina precedente ed il vero Elv era scomparso.
A questo punto, ero terrorizzata.
Avevo paura che lo avesse davvero ucciso, che non lo avrei mai più rivisto.
"Mi deve aiutare a ritrovarlo, la prego" con tono disperato.

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Tenevo il libro stretto, come una reliquia. Contavo i minuti e i secondi finché non arrivarono altri due ottimi colleghi ed Hunt racconto' l'accaduto.. "Chissà chi ha messo qui questo libro".


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"Quel criminale" disse Goaz a Gwen accorgendosi di come lei fosse sconvolta "è un mago nel trasformarsi in altre persone. Può assumere infinite personalità ed ingannare chiunque. Io stesso non mi fido di nessuno. In questo momento Fantamas potrebbe essere ovunque... con una maschera sul viso spacciandosi per la persona più insostettabile del mondo..."



"Sicuramente l'avrà messo qui Fantomas in persona o qualcuno dei suoi sgherri..." disse Hunt ad Altea "... dobbiamo portare questo libro a Montes e poi sarà lui a riconsegnarlo alla Biblioteca Antoniana di Afragolopolis..."

"Ma mi ascolta?" avvilita "Devo ritrovare Elv, il mio ragazzo. Penso che Fantamas lo abbia chiuso chissà dove e devo trovarlo. Deve aiutarmi" con tono esasperato.

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"Certamente...e la Yuve et Afragopolis ha riportato il prezioso libro al suo posto, ma non ha acciuffato il fantomatico ladro" uscimmo e ci avviammo verso la Ferrari.."Dove saranno quegli uomini, non vedo le auto più" tenendo il libro in mano e l' altro preso che ci aveva, stranamente, portato proprio qui..non tutto viene per caso. Abbracciai Hunt e lo baciai.

"Stiamo già alla ricerca di quelli che ha rapito e degli oggetti che ha rubato." Disse Goaz a Gwen. "Cerchi di calmarsi ora. Verrà con noi al commissariato per altre domande. Potrebbe esserci d'aiuto nelle indagini."



Usciti fuori, Altea e gli altri tre non videro puù auto.
Poi lei baciò Hunt davanti agli altri due agenti segreti un pò stupiti.
Hunt però non perse l'occassione e incurante di loro due rispose con passione al bacio di CR9.
Un bacio che tradiva senza problemi la passione che ardeva fra loro due.

Sorrisi ad Hunt dopo quel bacio ma vidi i due colleghi guardarci e mi staccai "Ci siete cascati vero?" osservando Hunt.."Su andiamo, Montes ci aspetta".

Sospirai affondando le mani fra i capelli mentre seguivo l'ispettore fuori da quel posto orribile.
Ogni istante speravo sempre più che Elv stesse bene e al contempo mi sentivo male al pensiero di essere stata così stupida a lasciarmi convincere.
Non capivo come potesse essere possibile e mi chiedevo se sarei mai uscita da quella spirale di senso di colpa.

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"Già, siamo due attori nati." Disse divertito Hunt agli altri due agenti segreti.
Poi tutti insieme tornarono al quartier generale, dove Montes chiese ad Altea di consegnargli il libro rubato da Fantamas.



Gwen seguì i poliziotti ad Afragolopolis, fino al commissariato.
Qui dovette raccontare di nuovo l'intera storia.
"Può farci" disse Goaz "un'identikit di quel bastardo? Ha notato segni particolari? Ci ha fatto pure sesso, no? Aveva qualche comportamento strano, magari una mania o anche una perversione?" Con poco tatto l'ispettore.

Seguii l'ispettore al commissariato, raccontando di nuovo la faccenda.
Rimasi spiazzata dalla mancanza di tatto ed educazione dell'ispettore.
Rimasi impassibile, del resto mi fregava solo di trovare Elv, non certo di fare questioni con quel maleducato per come si rivolgeva.
"Non ho notato nulla" dissi solo.

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Per fortuna non ci eravamo traditi.
Arrivati al quartier generale entrammo nell' Ufficio di Montes, il nostro Capo, e gli misi il libro davanti "Ecco questo è il libro rubato da Fantamas, ma di lui nemmeno l' ombra, abbiamo visto due auto di grosse cilindrata e degli uomini quindi dietro vi sta un clan, non un singolo individuo. E quello doveva essere il covo si presuppone" poggiandomi sopra il tavolo muovendo gli stivali a tacchi a spillo nervosamente "E Fessen? L' intervista...io l' ho sempre detto...lui non è Fantamas, è stato manovrato ma da chi" pensierosa "Cosa vuoi fare ora Capo?" sorridendogli.

"Si, Fantamas ha agito per conto di una grossa organizzazione..." disse Montes ad Altea "... loro volevano il libro e lui l'ha rubato per quella gente. Ora però non sono sicuro abbia già lasciato il paese... magari ha assunto un'identità diversa... insospettabile... potrebbe essere chiunque... un poliziotto... persino uno dei nostri agenti..."



"Non ci è molto d'aiuto..." disse Goaz a Gwen, guardandola in uno strano modo, come se fosse intrigato dal fatto che lei avesse fatto sesso con Fantamas.

Mi guardava in modo strano e disturbante.
"Non so che farle, non ho notato nulla di strano. So solo che ha lasciato il paese senza dire ovviamente dove andava. Questo è quanto. Se sapessi come fare a trovare Elv lo farei da sola, mi creda" risposi, con tono diretto.

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"Noi lo troveremo." Disse Goaz a Gwen. "Sia lui che quelli rapiti." Con fare sicuro.
Entrò un poliziotto con del caffè.
"Ne prenda un pò." Goaz a Gwen. "Le farà bene."

Annuii.
Almeno la mia risposta era servita a ridimensionarlo, almeno lo speravo.
"Grazie..." dissi, prendendo la tazza calda di caffè, che servì a farmi sentire un po' meglio, anche se solo temporaneamente, ma era un piccolo conforto.
Intanto ero sempre in attesa del prossimo passo della polizia, volevo sapere come si sarebbero mossi, dove lo avrebbero cercato, non riuscivo a darmi pace.

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"Ti lasceremo davanti al commissariato, e da lì sarai libero!" sentenziai, ad Elv, mentre la città era sempre più vicina.
Poi lanciai una breve occhiata a Fessen.
"Credo che nemmeno casa tua sia abbastanza sicura!" sospirai, conosco un posto sicuro dove potrai restare almeno finchè non si chiarisce la situazione!" annuii.
Una volta giunti poco lontano dal commissariato, mi fermai, in una viuzza laterale, per far scendere Elv.
Lo guardai e gli sorrisi.
"Ritrova la tua bella, amico mio!" facendogli l'occhiolino.

Gwen prese quel caffè, mentre Goaz dava ordini ai suoi sulle indagini.
Ad un tratto uno dei poliziotti gli disse che un ragazzo era appena arrivato con una storia strana.
"Non ho tempo ora." Disse l'ispettore.
"Ma dice di essere stato rapito da Fantamas!"
"Razza di idiota, cosa aspetti?" Ulrò Goaz. "Fallo entrare!"
Entrò.
Era Elv.
Intanto l'auto della Pantera e di Fessen era ripartita.
"Dove andiamo, bella?" Chiese lui col suo sguardo da stallone di turno.

L'ispettore iniziò a coordinare le indagini, dando disposizioni ai suoi agenti.
Poi, arrivò un poliziotto parlando di uno appena arrivato e drizzai le antenne.
Per poco non mi esplose il cuore in petto vedendolo lì, sano e salvo.
"Elv!" esclamai, buttandogli le braccia al collo e stringendolo forte, mentre quel nodo in gola mano a mano si scioglieva.
"Cos'è successo? Come sei arrivato qui?" chiesi subito, a raffica, accarezzandogli il viso.
"Dio, non mi sembra vero" affondando fra le sue braccia.

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Una volta lasciato giù Elv, restammo soli.
Gli lanciai un'occhiata e sorrisi, a quelle parole.
"Dove nessuno potrà trovarti!" facendogli l'occhiolino.
Davvero riusciva a guardarmi negli occhi senza riconoscermi?
O ero stata davvero brava a costruire la mia copertura, o lui proprio non vedeva minimamente Destresya.
Non aveva nè chiesto di lei, nè dato segno di volerla vedere.
Eppure sapevo bene che era l'unica persona che si preoccupava di lui.
Era... ero!
Lo condussi al mio rifugio segreto, sopra il mio appartamento, da una scala laterale e da un vicolo in cui non l'avevo mai portato perchè non lo riconoscesse.
Non sapevo ancora se gli avrei detto o meno la verità.
Una volta giunti nel mio covo, iniziai a riporre le armi su un tavolino apposito.
"Qui sarai al sicuro.." gli dissi, fissandolo da capo a piedi.

"Gwen..." disse Elv stringendola "... Gwen!" Baciandola con trasporto.
"Calma calma, giovanotto..." fece Goaz "... dobbiamo farle un sacco di domande.
Così Elv racconò tutto ciò che ricordava, ossia di essersi svegliato in quella stanza, legato ad un letto.
Con lui c'era un altro prigioniero che descrisse come Fessen.
"Impossibile, lui è Fantamas!" Esclamò Goaz.
"Invece era prigioniero come me, ispettore." Fissandolo Elv.



"Posto intrigante..." disse Fessen guardandosi intorno "... come la padrona." Fissando la Pantera. "Sono dunque prigioniero?" Facendole l'occhiolino.

Mi baciò con trasporto e ridacchiai sottovoce quando l'ispettore lo richiamò, dicendo che aveva delle domande da fargli.
Allora Elv raccontò cosa gli era successo, parlando anche di un altro prigioniero di nome Fessen.
"Le ricordo che il laboratorio di Fantamas era pieno di maschere, ispettore. Così come si è finto Elv, si è finto anche Fessen" gli feci notare.
Intanto non vedevo l'ora di restare finalmente soli, di allontanarci da questa faccenda orribile che aveva portato solo guai.

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Era strano essere lì con lui.
Quante notti avevo passato in quel covo a controllare i suoi archivi, sorvegliare i suoi sospettati, arrivare dove la giustizia non poteva arrivare e nemmeno la penna di Fessen.
Quante volte avevo risolto per lui i casi più difficili, giungendo in quegli angoli oscuri che solo io potevo raggiungere.
L'avevo fatto per lui, solo per lui.
Che non aveva nemmeno riconosciuto la strada per il mio appartamento, nè aveva dato il minimo segno di pensare a me.
"Naturalmente no!" dissi, versando due bicchieri di coca cola per poi porgergliene una.
Avevo anche del vino d'eccezione, ma sapevo che lui avrebbe apprezzato più la bibita di qualunque altra cosa.
"Puoi andartene quando vuoi e tornare in galera!" alzando le spalle sorridendogli.
"Ma poi mi avresti fatto fare tutto questo per niente, e la cosa sarebbe alquanto seccante!" facendogli l'occhiolino a mia volta, per poi sedermi su un divanetto e sistemarmi il costume per mettermi comoda.

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“Quel bastardo si è spacciato anche per me...” disse Elv scuotendo il capo “... già, avrei dovuto immaginarlo...” annuendo “... comunque Gwen ha ragione, ispettore... si sarà spacciato anche per quel Fessen... chissà, magari anche per lei.”
“Vedremo.” Sbottò Goaz.
“Quando potremo andare via da qui?” Chiese Elv.
“Anche ora, ma tenetevi a disposizione.” Rispose l'ispettore.



Fessen prese il bicchiere e sorseggiò la Coca Cola.
“Mi ci voleva proprio...” disse fissando la Pantera “... ed anche un bagno ora che ci penso... posso farne uno?” Guardandola negli occhi.

Annuii lentamente, abbassando gli occhi per un attimo.
Già.
E ancora sentivo quel peso schiacciarmi, ma forse avrei dovuto semplicemente abbandonarlo e lasciarlo andare, ora che eravamo di nuovo insieme.
Poi, l'ispettore disse che potevamo andare via anche subito.
Allora guardai speranzosa Elv.
Volevo andare via, essere solo noi, finalmente insieme, senza nessuno e senza problemi.

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Lo guardai con un sorriso enigmatico.
Finii a mia volta la coca cola, mi alzai, e annuii.
"Ma certo! Direi che è il minimo..." sorrisi.
"Vieni, ti accompagno.." avviandomi verso il piccolo bagno che avevo comunque voluto nel mio covo per emergenza.
Qui, mi chinai sulla vasca e aprii il getto d'acqua, inondando la stanza con un getto di vapore caldo e avvolgente.

Gwen ed Elv ebbere il permesso di andare.
La ragazza però aveva lasciato l'auto e la valigia all'abitazione in campagna di Fantamas.



Fessen sorrise e restò a guardare Destresya chinata sulla vasca mentre preparava l'acqua per il bagno, col vapore che si diffondeva nella stanza.
"Tutto questo vapore finirà per inumidire la tua tutina in lattice..." disse divertito "... l'ho visto in qualche film porno, sai? Il lattice diventa poi scivoloso con l'umidità." Sorridendo malizioso.

Uscimmo finalmente da lì ed io spiegai ad Elv della valigia e della macchina che erano rimasti lì, alla villa di Fantamas, poiché ero tornata in città insieme alla polizia.

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La vasca si riempiva a poco a poco.
"Devi essere un esperto in materia!" fissandolo con aria enigmatica e lievemente canzonatoria.
Era così che il grande Fessen conquistava le sue prede?
Parlando di porno?
Ma probabilmente, me l'ero cercata, con la tutina e tutto il resto.
Lo squadrai da capo a piedi.
"Vorrà dire che correrò il rischio!" facendogli l'occhiolino maliziosa a mia volta "Dopotutto, non è il rischio peggiore che ho corso stamattina!".
Gli avevo solo salvato la vita, dopotutto, senza beccarmi nemmeno un grazie dal signorino.
La vasca era ormai piena di acqua calda e invitante.
"Ecco, il tuo bagno è pronto.." voltandomi verso di lui e fissandolo negli occhi intensamente.

"E perchè mai" disse Elv a Gwen "un criminale avrebbe dovuto darti una valigia pieni di soldi ed un'auto?" Fissandola. "Non credi ci sia sotto uno dei suoi inganni?"



Fessen rise piano.
"Già, il rischio..." disse togliendosi la maglia e restando con la camicia che cominciò a sbottonarsi "... la parola d'ordine per il piacere affermano alcuni esperti New Age..." mentre il vapore inumidiva la stanza "... sai, mi è rimasta in mente una cosa..." fissando la Pantera "... come sai dei miei nemici e dei miei lavori al giornale? Poteri da supereroina mascherata?"

Sospirai, spiegando la cosa con calma.
"Ha voluto che lo accompagnassi ieri sera, era una cena in cui doveva discutere di un affare circa uno dei libri che aveva rubato. Beh, aveva detto che mi avrebbe dato una parte dell'incasso, e lo ha fatto" dissi "Possiamo anche non andare se vuoi. Non mi interessa nulla della sua macchina o dei suoi soldi, anzi non li volevo nemmeno. Mi ha costretta quella sera ad accompagnarlo e poi mi ha lasciato quei soldi, ma non me ne frega niente. Mi basta essere di nuovo insieme a te, adesso..." guardandolo.
Poi lo abbracciai forte.
"Stringimi, ti prego..." sussurrai quasi, con gli occhi lucidi.

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Restai ad osservarlo avidamente, appoggiata a uno stipite della porta.
I miei occhi felini accarezzarono tutta la sua figura, quel corpo che osservavo ogni giorno.
Era lì, nel mio covo, era vivo.
"Attento..." mormorai, con voce calda e sensuale "Se dici così poi penso che tu voglia provarlo sulla tua pelle!" con un sorrisetto enigmatico e malizioso.
Restai lì, senza dar cenno di volermene andare come il pudore avrebbe comandato.
Ma la Pantera non si curava di queste cose.
Lei era tutto quello che Destresya non sarebbe mai potuta essere.
Poi quella domanda, a cui risposi con un altro sorrisetto.
"Pensavo non mi avessi nemmeno sentito!" lo rimbeccai, fissandolo intensamente "Chissà, magari sono stata sempre più vicina di quanto tu possa immaginare... magari sono quell'angelo custode a cui attribuivi la magica risoluzione dei tuoi casi!" quasi trattenendo il fiato per l'emozione ma senza abbassare lo sguardo.

Mi guardai attorno.. "Uno dei nostri agenti segreti" osservai Montes sospettosa "Prendo il libro, lo porto alla biblioteca.. Vieni Hunt?". Era possibile avessi dubbi sulla identità di Montes e guardai Hunt negli azzurri occhi in modo profondo.

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“Si, riportate il libro alla Biblioteca Antoniana.” Disse Montes ad Altea.
“Si, capo.” Annuì Hunt.
I due agenti segreti andarono alla biblioteca con la Ferrari.



“Tranquilla...” disse Elv stringendo Gwen “... hai fatto bene ad andare alla cena con lui... è un criminale ed avrebbe potuto ucciderti... però davvero bizzarro... un simile uomo che dona dei soldi senza chiedere nulla in cambio... forse è davvero pazzo come scrivono sui giornali...” baciandole il capo.

"Per un attimo...ho pensato Fantamas avesse preso le sembianze di Montes, non vedo l'ora questa storia finisca...ma poi a te toccherà parlare con tua moglie, ma ora pensiamo a riportare il libro...ma che diremo?" contattai Montes "Montes, scusa..cosa dobbiamo dire..siamo due agenti segreti e abbiamo trovato il libro?" perplessa.

Annuii.
Poi riflettei sulle sue parole.
No, infatti.
Non aveva voluto nulla in cambio e se così fosse stato, se ciò che era successo fosse stato perché lui mi aveva costretta, sarebbe stato infinitamente più facile.
Ma ora era acqua passata.
Sorrisi mentre mi baciava il capo.
"Credo che ci abbiano interrotto un bacio, poco fa..." dissi, con espressione furba.

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"Entrate nella biblioteca" disse Montes al telefono "e recatevi nell'ala 3, quella che affaccia sul Cortile delle Statue... lì troverete un antico scrittoio... sopra vi sono testi molti antichi, alcuni in pessime condizioni... posate il libro lì ed andatevene." Ad Altea.



Elv sorrise a Gwen, la guardò negli occhi e la baciò.
Un bacio lungo quanto l'attesa che li aveva separati.
Un bacio come risposta ad ogni loro paura.