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"Avrei potuto batterlo, invece." dissi stringendo i pugni sul terreno.
"Mio padre mi aveva insegnato. So combattere. Ho già avuto modo di combattere contro strane creature. Non ricordi più?" urlando. "Va bene. Voglio scoprire chi sono questi dannati" allungai le braccia verso Erien. "Prima aiutami a fasciare questa caviglia. Altrimenti non potrò neanche più camminare da sola." Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
"Sarà meglio.." dissi torva, guardando la donna che aveva evidentemente aggiustato il tiro, ma sembrava tanto finta.
"Perché al minimo sospetto le farò giustiziare tutte, nessuna esclusa..." seriamente "Sono stata sufficientemente chiara?" tuonai. "A furia di convocarmi per niente, Penelope, rischi che la volta in cui dovrai davvero dirmi qualcosa non verrò.." seria "È già la seconda volta che scendo qui sotto per niente..." guardandola torva "Che non succeda più!" sentenziai "Ricorda qual'è il tuo compito e qual'è il tuo posto, o te lo ricorderò io..". Quell'atteggiamento della sacerdotessa mi irritava non poco. Come osava trattarmi in quel modo? Era davvero inconcepibile, e sapevo benissimo che le ancelle mi avevano spiato perché altrimenti come poteva sapere del libro che stavo leggendo? La cosa non mi piaceva, non mi piaceva per niente. Forse avrei dovuto sostituirle tutte davvero. Lasciai i sotterrai, e tornai nella sala del Cuore. |
Gaynor si gettò di slancio tra le braccia di Hiss, per poi baciarlo con impeto.
Un bacio caldo ed appassionato che fece quasi dimenticare all'affascinante evaso dagli occhi azzurri di avere indosso abiti fradici. E fu un bacio avvolgente, dato davanti a tutti, senza badare troppo alle apparenze. E naturalmente la scena infastidì non poco Ken. “Ehi, tesoro...” disse Hiss sussurrando ancora sulle labbra di lei “... se questo è il premio a chi è scampato alla morte, beh, conviene rischiare la vita più spesso...” sorridendole. “Insomma, ora dovremo navigare insieme a degli evasi, giusto?” Fece Ken. |
“Il Tropico Lunare” disse Hordafren ad Altea “è una realtà, poiché si base su reali ricerche scientifiche e dati matematici dimostrabili... e non su Antichi Libri di Pastori in cerca di un'ipotetica Terra Promessa...” bevendo.
“Concordo con voi, professore.” Annuì Ulpa. “Infatti.” Raspion. “Grazie, per la salsa, dottoressa.” Sorridendo Palos ad Altea. “Per quel che può valere, io la penso come voi. Voglio dire...” spalmando la salsa su un crostino di pane “... immaginate come sarebbe piatta la vita senza favole?” Sorridendo. “Quanto a me, beh, vi dirò che sono giunto qui per caso... diciamo sono un naufrago del cielo e fortunatamente il professor Hordafren mi ha dato ospitalità sulla sua isola... ma la dottoressa ha ragione...” rivolto allo scienziato “... non ha un nome quest'isola? Ora che ci penso non ricordo me l'abbiate mai rivelato, giusto?” |
“Ti farà bene...” disse Prince a Ghirò, cercando di farla riprendere “... su, il peggio è passato... come ti senti? E cos'era quel rituale che hai fatto? Eri come in estasi...”
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"Non dirlo neanche per scherzo!" Esclamai ad Hiss. "Pensa a restare vivo ed avrai tutti i baci che vuoi..."
Mi girai poi verso Ken. "Goz lo rimanderei volentieri su quell'isola, ma Hiss non è in discussione. Mi ha salvata da morte certa e, come puoi vedere da te, me ne sono anche innamorata. Come sia accaduto non lo so neanch'io, ma tant'è..." Mi strinsi ancora più forte a lui e mi rivolsi a Nasan. "Hiss viene dove vado io... spero non sia di disturbo a nessuno..." Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Non risposi nemmeno ad Hordifren, non ne valeva la pena, d' altronde mio padre gli era ostile per questo...lui aveva un piano tutto suo e le parole di Palos me lo confermarono.
"Beh, abbiamo avuto lo stesso destino, solo noi eravamo in mare non in cielo..pure noi naufraghi e poi ci siamo trovati qui da poco tempo..strana casualità non trovate?" e guardai Hordifren e gli altri..forse si sarebbe saputo il nome di questa isola. Capii pure il maresciallo, forse, era all' oscuro della famosa missione del professore. |
"Sto bene." Dissi rispondendo alla prima domanda che mi fece Prince. " Il rituale? Beh si chiama "Canto del bosco" e serviva agli antichi per risvegliare una pianta morta, ovviamente questo si faceva solo con le piante più importanti , quelle fondamentali alla vita di un essere umano, ma le rose sono fiori come tutti gli altri infatti sono appassite subito dopo aver finito il rituale." Dissi puntando le rose che si erano ormai spente. " Questo canto mi è servito a capire dove fosse il vostro compagno, o almeno quasi, il rituale mi ha lasciato come un indovinello che se ricordo bene faceva così: E' alta quanto una quercia, ma i suoi rami non son di corteccia..." Dissi cercando di ricordare. "...Il suo cuore è di pietra verde, chi sbaglia le sue prove perde, ma chi le supera con coraggio, ehm... Ah, sarà finito il suo lungo viaggio. Si faceva così."
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“Pancia mia fatti capanna...” disse Daniel che poi con Selia si sedettero e cominciarono a mangiare la cena destinata a Gwen e a Gillen.
“Buon appetito...” sarcastico questi “... e attenti a non strozzarvi...” scuotendo il capo. “Gwen...” mangiando Selia “... quando partiamo?” “Partire?” Ripetè Gillen. |
Dacey cercò suo padre nell'alloggio, ma non lo trovò.
Chiamò, ma nessuno rispose. “Forse sarà uscito a prendere una boccata d'aria...” disse Taddeus. |
" Qui non c'è..." portando una mano nei capelli, cercando di ragionare.
" Può darsi ma... Perché portarsi dietro il suo lavoro per fare una pausa?" con un sospiro, decisamente preoccupata. Non era da mio padre fare così. " Sarà meglio cercarlo... " senza esitare ed uscire dalla stanza per andare a cercare nei dintorni. " Non sarebbe andato via...visto che aveva notizie da darci " |
Sospirai, poggiando la testa sulla spalla di Gillen.
Mi dovuta sicuramente rifare per quella bellissima cena saltata. Stavo per rispondere a Selia, quando Gillen mi lasciò un po' sorpresa. "Avevi detto che saresti venuto con noi, poco fa. Lo hai già dimenticato?" con un sorriso incerto. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Erien fece sedere Nyoko su un basso sasso liscio, prendendo poi il suo piede e togliendo lo stivale.
Dalla sua borsa estrasse allora un unguento medico e ne spalmò un po' sulla caviglia gonfia, fasciandola dopo con cura. Fu molto delicato e premuroso, sistemando al meglio la caviglia malandata. “Non potevi battere quel mostro, non essere testarda...” disse “... non esistono in natura bestie simili, o comunque non fra quelle conosciute... una tale creatura potrebbe annientare un intero esercito...” |
Rimasi in silenzio mentre delicatamente mi curava la caviglia. Sentivo il calore delle sue mani invadermi la caviglia e mi lasciai coccolare dalle sensazioni che mi dava. Poi quelle affermazioni... Perché non si fidava di me e delle mie capacità? Mi rattristitó sentirglielo dire e dentro di me quante cose gli urlai.
Un dolce ricordo si fece strada dentro di me 'Sarai forte, vedrai' E se non dovessi farcela? E se fossi destinatana ad essere una fallita? Una mano grande mi carezzó i capelli rossi e sconbinati. Un sorriso bellissimo si fece strada nel suo volto ed io potei sentire tutta la sua fiducia. 'Sarai forte.' Io lo guardavo fiera. Dopotutto era mio padre. Il solo uomo che mi credeva capace di fare tutto. Il vero eroe di tutto il mondo. Mio padre. http://uploads.tapatalk-cdn.com/2016...cc6d92c3fc.jpg Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
Clio seccata e nervosa lasciò la stanza della sacerdotessa per raggiungere quella del Cuore.
Cercava segni e risposte a quella situazione che l'aveva vista mutare in modo così sensibile. Da fanciulla ingenua e sognante, a creatura dai tratti quasi divini e guerriero implacabile. E quando fu sola nella stanza, cercò di liberare la mente da ogni altro pensiero e lo spirito da ogni negatività. E pian piano avvertì l'energia del Cuore pulsare intorno a lei, fino a raggiungere il suo cuore. Un attimo infinitesimale dopo era illuminata dai misteri della notte e dalla luce ancestrale della Luna, culla del Cuore di Giada.http://orig10.deviantart.net/d922/f/...88-d9gnt6w.png |
Giusi nella sala del Cuore.
Molti pensieri mi avevano accompagnato in quella lunga salita, ma uno sopra di tutti. Uno particolare, unico. Il giorno magico. Il giorno in cui tutto era iniziato. E in quei giorni, ora che ci pensavo, ricorreva l'anniversario. Avevo aspettato tanto quel giorno. Lo avevo aspettato fin da quando avevo memoria. Mi ero preparata a lungo, mentalmente e fisicamente, avevo imparato a combattere con ogni arma e a mani nude. Avevo studiato, avevo imparato tutto quello che c'era da sapere. Tutto per quel giorno che avrebbe deciso il mio destino. La custode ormai stava per compiere 30 anni, e una nuova custode sarebbe sorta in quei giorni. Io appartenevo al gruppo "Loto" ragazze che andavano dai 15 ai 18 anni. A noi sarebbe toccato sostituire la custode Briseide, che stava appunto per compiere 30 anni. Prima di lei c'era stata Alcesti, e prima ancora.. non ricordavo il suo nome in quel momento. Ma ora non importava. Quello era il grande giorno, e quella l'ora decisiva. Non era facile diventare guardiana, non lo era affatto. Oltre all'allenamento di tutti quegli anni, c'erano le prove, l'ultima e impossibile prova. Solo una di noi sarebbe rimasta. Non si torna indietro. Come un semplice sfidante, un'aspirante guardiana deve superare le tre prove della torre. Dapprima c'è da superare il labirinto della sofferenza, un turbinio di cunicoli così stretti che ogni passo è difficoltoso, disseminato di trappole come arpioni che escono dai muri, pavimenti che cedono e reti inestricabili di rovi, il tutto fatto apposta per farti perdere l'orientamento e il senno. Se riesci a uscire dal labirinto ti ritroverai davanti ad un'enorme porta chiusa. Per riuscire ad aprirla, dovrai decifrare l'enigma delle fiere selvagge, così chiamato perché hai un giorno di tempo, dopodiché le fiere usciranno dai loro nascondigli facendo scempio delle tue carni. L'enigma è diverso per ciascuno, le sacerdotesse ne inventano a centinaia per poi sottoporne uno ai malcapitati sfidanti. Se anche questo enigma riuscirai a risolvere, e la porta si aprirà davanti a te, ti troverai davanti un'infinita scalinata che porta alla cima della torre. Allora penserai che il peggio sia passato, che dopo il labirinto e l'enigma, quella sia una passeggiata. Ma guarda bene quei gradini, sono in salita. Ed in salita è il tuo cammino. Infatti sei finita nel riflesso dello scoramento, uno spazio interamente sotto il dominio del cuore. Qui non ci saranno né mostri né trappole, né fiere né uncini, ci sarai solo tu. Sola con le tue paure. Le tue parure che ti saluteranno, ti accompagneranno in quella salita, facendo ciò che sanno fare meglio. Ovvero trascinandoti verso il basso. Vedrai le tue paure materializzarsi davanti a te, e non ci saranno armi che potrai usare né pugni che potrai dare. Sarete soli, tu e loro. E loro ti conoscono meglio di chiunque altro. Ma nessuno, a parte te, sa come sconfiggere. Se ci riuscirai, se supererai questa prova, ti ritroverai nell'androne dei trofei, un'immensa balconata a strapiombo sulla torre dove sono appese ai muri le armi di tutti quelli che ti hanno preceduto. Le armi degli sfidanti che sono morti per mano della guardiana. Anche loro erano giunti fin qui, anche loro avevano superato le prove. Per niente. E io, come centinaia di di sfidanti e guardiane prima di me, ce l'avevo fatta. Ce l'avevo fatta, ero arrivata in cima. Ero stanca e provata, ero esausta. Eppure non potevo fermarmi, non potevo esitare, il mio destino si decideva quel giorno. Il mio destino era ancora nelle mie mani, ancora per poco. Ero lì, davanti al grande portone che dava sulla stanza del Cuore. Il Cuore. Tutti quegli sforzi, tutti quegli anni, solo per lui. L'unica cosa per cui valeva la pena lottare, l'unica cosa che conoscevo. Dicevano che il cuore già sa chi sarà la sua guardiana. Fin da quando viene al mondo. Dicono che visiti i tuoi sogni e ti guidi in ogni scelta. Ma alla mia domanda sul perché allora fosse così importante allenarci avevo ricevuto solo un bel ceffone. Eppure ora ero lì, finalmente. Avevo superato le tre prove, ora mi restava quella più importante, più difficile: sconfiggere il Lupo Bianco. Solo chi potrà sconfiggere il Lupo potrà diventarlo, questa è la regola. E io lo vidi, imponente e bellissimo che mi guardava con quegli occhi azzurri e intensi. Fu un combattimento strano, un combattimento diverso, un combattimento in cui dovetti dare tutta me stessa. Ma non bastava, dovetti dare molto di più di quello, dovetti dare la mia anima, il mio cuore, ogni forza del mio essere. E la mia volontà, sopra di tutto la mia volontà. Era quella che mi teneva in lizza, dopotutto potevo fermarmi in qualsiasi momento, potevo cedere e ritirarmi. Allora la mia vita sarebbe cambiata per sempre, allora mi sarei arresa senza possibilità di tornare indietro. Ma no, io non lo feci, io non mi arresi, io affrontai il lupo. Attacco dopo attacco, sfida dopo sfida, colpo dopo colpo, schivata dopo schivata. Alla fine, riuscii a batterlo. Il Lupo si fece da parte e mi lasciò entrare, mentre il mio cuore batteva sempre più forte. Le porte della stanza del Cuore, finalmente si aprirono. Sentivo il mio cuore accelerare, sempre di più. Trovai altre tre ragazze lì ad aspettarmi. Non ero l'unica che aveva superato le prove, non sarei stata nemmeno l'ultima. Molte erano morte nel tentativo, altre si erano ritirate, accettando la sconfitta. Le migliori risarcivano ad arrivare nella stanza del Cuore. Quello che era in mio potere fare, l'avevo fatto. Ora sarebbe stato solo il Cuore a decidere. Passarono le ore, e altre due ragazze arrivarono. Passò un'altra ora, e arrivò il segnale che tutte le aspiranti guardiane, in un modo o nell'altro, avevano finito la loro prova. Eravamo rimaste in sei, sei ragazze al cospetto del Cuore. Facemmo un passo avanti e salutammo il Cuore come ci era stato insegnato. Allora una forte luce si irrorò intorno a noi. Ci cosparse tutte e sei, ci penetrò, ci attraversò, si impossessò di ogni fibra del nostro essere. Eravamo come sollevate da terra, immerse in quella luce intensa e audace. Fu allora che la sentimmo per la prima volta, la forza e la vicinanza del Cuore. Era il momento della verità. Ora avrei scoperto se sarei stata degna di lui, o se sarei diventata unicamente un'ancella. Sì perché è questo che accade a chi non viene scelta. A chi non supera le prove o semplicemente a chi non è la prescelta del Cuore. Diventare un'ancella, una silenziosa servitrice del Cuore. Forzatamente silenziosa, dato ti verrà mozzata la lingua perché tu non possa divulgare ciò che vedi. È quello il patto per la tua vita, ti verrà permesso di vivere, ti verrà permesso di servire il Cuore, ammesso che tu sia una serva fedele. Non potrai rivelare nulla ci ciò che vedi negli appartamenti della guardiana, pena la morte. Non potrai interagire con lei, pena la morte. Non potrai tradire la guardiana o il Cuore, pena la morte. Come se non fosse già una punizione abbastanza pesante vivere senza poter parlare. Ma ora eravamo lì, un istante che decideva la nostra intera esistenza. Sentii una ragazza cadere a terra: la forza del Cuore era venuta meno in lei. Non era la guardiana. Poi un altra, e un'altra ancora. Finchè non rimanemmo in due. Il momento decisivo: sentivo un brivido forte lungo la schiena. Il verdetto finale. Tutta la mia vita, il mio destino, racchiuse in un istante. Poi lo sentii: il tonfo. L'ultima ragazza era caduta a terra, mentre io ancora fluttuavo sospesa dalla forza e dal potere del Cuore. Non ci credevo. Ce l'avevo fatta, ero la guardiana. Tutti uscirono, e io rimasi sola con la custode Briseide che mi sorrideva. "Benvenuta, mia cara..." il suo tono era gioioso e solenne nello stesso momento. Tornavo a toccare terra, e la custode arrivò accanto a me, togliendomi gli abiti sporchi con cui avevo affrontato le prove. Mi aiutò ad indossare l'abito rituale. Era bianco e leggero, la stoffa più leggiadra che avessi mai incontrato. Mi guidò nella parte più segreta della torre, dove riposava il Cuore di Giada. Allora salutai il Cuore come avevo imparato, e lei fece altrettanto, e a quel punto una luce e un potere potentissimi ci invasero, più forte di quanto non fosse accaduto poco prima. Dapprima ne fummo avvolte entrambe, poi unicamente io. E la cosa strana fu che tutto quel processo era incredibilmente doloroso. Più doloroso di quanto mi aspettassi. Era come se mi stessero togliendo il cuore dal petto. Alla fine, la luce potente restò accesa soltanto in me, mentre la custode ne era priva, e si inginocchiava in lacrime recitando l'ultima preghiera silenziosa al suo signore. Poi mi guardò "Tocca a te, bambina mia.." mi incoraggiò con un sorriso triste. Allora io dopo lunghi istanti in cui quell'energia mi attraversava riuscii finalmente a pronunciare il giuramento rituale. "Il mio Cuore è il Cuore di Giada..." dissi, con tutto il fiato che avevo, mentre una forte fitta mi attraversava il costato. "Il mio destino è il destino del Cuore..." continuai, mentre ancora un'altra dolorosa fitta si faceva largo nel mio petto. "Il padrone del Cuore sarà il mio padrone.." allora delle catene strinsero i mei polsi, i miei piedi e il mio collo. "Il mio respiro lo renderà vivo, il mio sudore lo renderà forte, la mia morte lo renderà immortale..." continuai, mentre non mi sentivo più padrona di me stessa. "Il Cuore di Giada è negli occhi del Lupo Bianco, negli occhi del Lupo si specchiano i miei..." continuai. "Perché io sono il Cuore di Giada..." allargando le braccia, brillando di luce verde per un lungo istante. Allora non caddi a terra, ma posai dolcemente i miei piedi sul terreno. Allora nacqui di nuovo: da quel momento era sorta una nuova custode: Clio! Quanto tempo era passato da allora. Erano quanti, una decina d'anni? Com'era diverso il mondo da allora, com'era più confuso e più chiaro contemporaneamente. E quegli ultimi giorni com'erano stati strani e assurdi, eppure bellissimi e rivelatori. Mi sentivo diversa, ma non più lontana dal Cuore. Quindi portai le braccia incrociate al petto, e poi le allungai in avanti nel saluto rituale, ancora una volta. Com'era meravigliosa quell'energia che mi avvolgeva. Di una cosa ero sicura: il Cuore era il mio più vero e leale alleato. Dopotutto lui conosceva il mio cuore meglio di chiunque altro. Lui conosceva ogni mio pensiero, ogni mio brivido, ogni mio battito. E sapevo che mi avrebbe appoggiata e amata. Dopotutto.. la profezia non poteva essere sbucata dal nulla, no? E ora più che mai speravo si avverasse. |
“Ora non agitatevi...” disse Taddeus seguendo Dacey fuori dalla stanza “... magari si è portato dietro gli appunti per venirci incontro e mostrarceli... su, cerchiamolo...”
Così lo cercarono per tutto il palazzo, senza però trovarlo. Il principe chiese ai domestici se l'avessero visto, ma nessuno seppe rispondere. Oberon sembrava sparito nel nulla. |
" Si...forse è così" fingendo di credere a quella spiegazione mentre i miei occhi vagliavano ogni angolo senza però risultati. Cercammo ovunque e nessuno seppe dirci nulla. Nulla.
Ero incredula e spaventata, scossa e disperata. Avevo perso mio padre e temevo il peggio. Si perché sapevo che mai si sarebbe allontanato da me senza prima avermelo fatto sapere. " Aveva scoperto qualcosa di importante...e ora é sparito prima di riuscire a parlarcene, non può essere una coincidenza" muovendo passi avanti e indietro, non riuscendo a stare ferma, perché temevo che fermandomi sarei crollata . |
“Non immaginavo si partisse subito...” disse Gillen a Gwen.
“Invece si.” Annuì Selia. “E' già tardi. Bisogna trovare uno dei tre Custodi...” “Tre Custodi?” Ripetè Gillen. “Si...” rispose Selia “... ognuno dei tre Custodi preserva un Guardiano... e se tu sei davvero uno dei prescelti allora dobbiamo condurti da lui...” |
“Ecco fatto...” disse Erien a Nyoko, dopo averle fasciato la caviglia “... ora andrà meglio vedrai...”
“Che faremo adesso?” Chiese Oltram. “Bisogna trovare un altro carro per poterci spostare...” Erien “... a piedi sarebbe impossibile arrivare a Retania...” |
"Grazie" dissi ad Erien distogliendomi dai miei pensieri. Provai a mettermi in piedi, il dolore c'era ancora ma più sopportabile. "Cerchiamo un villaggio. Ci dovrà essere uno qui nei paraggi" dissi guardandomi in torno. "Da dove venivano quelle persone qui radunatesi sennò?"
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"Subito?" chiesi a Selia, con un sospiro.
"Sì, è ciò che ti ho detto poco fa, siete stati scelti in tre" dissi a Gillen, poi presi il suo viso fra le mani "Ehi, va tutto bene?" chiesi piano, dolcemente. Abbassai per un attimo lo sguardo, poi lo rialzai, con gli occhi umidi. "Voglio essere sincera, non mi interessa se sarai tu a salvare il mondo e tutto l'universo, ma se ci tieni a me, salva il mio di mondo. Salva me" mormorai pianissimo "Fallo per me, ti prego." Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Quel ricordo e la sua energia.
Fu come un bagno purificatore. E Cio fu liberata da ogni dubbio e paura. E in quei mistici frangenti il Cuore le aveva parlato. Le aveva mostrato visioni e fatto provare sensazioni. Ora sapeva. Sapeva che qualcuno aveva spiato e rivelato. E sapeva che le miserie umane, i suoi demoni, avevano fatto breccia nella debolezza della sacerdotessa Penelope. |
Taddeus si avvicinò a Dacey e la afferrò per le braccia, scuotendola con decisione.
“Ora calmatevi.” Disse con tono fermo. “Perdere la testa non ci aiuterà. Ora darò ordine di cercarlo ovunque, per tutta la città. State tranquilla, lo ritroveremo... ve lo prometto...” fissandola negli occhi. |
Riaprii gli occhi, e seppi ogni cosa.
Le ancelle, la sacerdotessa, mi avevano tradito. Con una calma sovrumana, entrai nella stanza annessa a quella del Cuore, e indossai un nuovo abito rituale. "Abelardo!" chiamai. Avrebbero pagato, avrebbero pagato eccome. |
" Okay okay" con un grande respiro poggiando le mani sulle sue.
" Grazie... Grazie" per avermi rassicurata con prontezza, " voglio andare a cercarlo subito" con un guizzo negli occhi, fissi su quelli del principe . |
“Si, hai ragione.” Disse Annuendo Erien a Nyoko. “Cerchiamo dunque il villaggio più vicino, da dove presumibilmente venivano le persone che erano a fissare il lago... su... sali sulle mie spalle... ti porterò a cavalcioni sulla schiena...” alla ragazza “... con quella caviglia non potrai certo andare lontano...”
E se la caricò sulle spalle. I tre si misero così in marcia, in cerca del villaggio. |
A quelle parole di Gwen, Gillen, per tutta risposta, la strinse forte a sé.
E restarono così a lungo. “Si...” disse pianissimo lui “... andiamo...” sospirando. “Bene!” Esclamò Daniel. “Si parte!” Ridendo. “E smettila...” seccata Selia “... sembri un somaro quando ridi, tanto ragli...” scuotendo il capo. |
"Perfetto" dissi a quelle parole di Erien. Poi quella proposta... Mi fece subito arrossire.
"Sulle tue spalle? Ma..." provai a dire qualcosa, ma lui mi afferrò subito sulle spalle e prese a camminare. "Non sono pesante? I-io potrei provare a camminare da sola..." tentai di dire. Mi presi di timidezza. Una timidezza che si vedeva rararemente in me. Le guance rosse e il corpo tremante. Con il corpo schiacciato contro il suo, potevo sentire il suo respiro, i suoi battiti. I capelli neri e lunghi mi carezzavano il viso e per un attimo ebbi il desiderio di incastrarci le dita. Ero sempre più convinta di amare quel ragazzo... Ogni giorno di più. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
Arrivò Abelardo.
“Eccomi...” disse il gufo a Clio “... ma che succede?” Fissandola. “Un nuovo sfidante? Conosco quella luce nei tuoi occhi e vuol dire una cosa sola... sangue.” |
Stetti col fiato sospeso quando mi strinse prima di rispondermi, ed io ricambiai la stretta.
Sorrisi felice, piangendo per la contentezza quando disse che accettava. Lo abbracciai forte, affondando il viso nei suoi capelli scuri, per poi poggiare il mio volto sul suo, bagnandolo con le mie dolci lacrime di felicità. "Grazie..." fu tutto ciò che riuscii a dire, sussurrandolo piano, con intimità, sulle sue labbra. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Alzai lo sguardo su Abelardo, e nonostante tutto sorrisi.
Era il mio amico più vero, e mi conosceva bene, forse meglio di me stessa. "No, nessuno sfidante.." mormorai, mentre allacciavo l'abito rituale. "Una o più ancelle mi hanno tradito.. la sacerdotessa Penelope trama contro di me.." mormorai "Voglio le loro teste..." ghignai "Convocale nella stanza del Cuore, incontreranno il Lupo, risponderanno a lui del loro tradimento...". Ero davvero furiosa. "Il Cuore è con me.." anticipai l'obiezione di Abelardo "Lui stesso mi ha rivelato il tradimento.." dissi, tra i denti. "Penelope faceva strani discorsi sul droide..." mormorai "Non voglio che a lui o a Icarius accada niente.." con un tono che non ammetteva repliche. |
Il principe restò a fissare Dacey, tenendola ancora stretta per le braccia.
“Bene...” disse piano “... andiamo allora...” Suonò così l'allarme in tutto il palazzo per via della scomparsa di Oberon. Tutti, servi e soldati, si misero a cercare lo scienziato svanito nel nulla. Tuttavia senza risultati. “E' strano...” pensieroso Taddeus “... che motivo aveva di lasciare il palazzo...” “Forse” disse Eisa “aveva bisogno di aria, di camminare in un luogo tranquillo per riflettere sui suoi studi... molti scienziati lo fanno...” |
“Non sei affatto pesante, tranquilla...” disse Erien a Nyoko “... anzi, sei molto leggera devo dire...”
“Perchè, vai in giro a pesare le ragazze?” Ridendo Oltram. “Spiritoso...” fissandolo Erien. Nyoko era a cavalcioni sulla sua schiena e lui la teneva con le mani. Il corpo di lei era così stretto a quello del dotto elfo, suscitando nella ragazza forti sensazioni. Stando in quel modo, Nyoko poteva avvertire ogni tratto del fisico di lui e la forza con cui la portava in spalle rendeva quelle emozioni ancora più inebrianti. |
"Immagino Erien intento a pesare le ragazze del villaggio" dissi scherzosa. Per la prima volta in tutto il viaggio ero riuscita a mostrare un lieve sorriso. In effetti, l'idea di Erien con un'altra ragazza non era per niente piacevole. Ma non potevo di certo far notare il mio disappunto.
Volevo poterlo abbracciare però, e fargli capire in qualche modo quanto lo amavo. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
Gillen sorrise e con un dito asciugò delicatamente una lacrima della fata.
Si prepararono e poco dopo lasciarono il castello su un carretto. “Ditemi...” disse Gillen ai tre “... dove si trovano questi guardiani?” “E' un bel mistero...” Daniel. “Come sarebbe a dire?” Stupito Gillen. “Stiamo cercando qualcuno di cui ignoriamo dove sia?” “In effetti è così...” annuì il troll. “E dunque?” Sarcastico Gillen. “Chiederemo in giro? O lo faremo spuntare fuori con la magia?” |
“Va bene, va bene...” disse annuendo Prince a Ghirò “... ora però devi riposare... basta dunque tutta questa agitazione...”
“Signore...” uno dei suoi uomini. “Cosa?” Fissandolo Prince. “Abbiamo intercettato una comunicazione...” spiegò l'uomo “... Tyson ci ha intercettati e scenderà a prenderci fra trenta minuti circa ad un miglio da qui...” “Bene, allora cerchiamo di muoverci...” fece Prince “... torneremo tutti all'Etimasia...” “E questa ragazza?” L'uomo indicando Ghirò. “La porteremo con noi.” Sentenziò Prince. |
Accarezzai la mano di Gillen, che asciugava una lacrima dal mio viso e pensai che non ci fosse nulla di più perfetto.
Dopo un po' eravamo già in viaggio su un carretto. La domanda di Gillen era lecita, ma la risposta... "Sul serio? Voglio dire... Mio padre, l'Oracolo, non hanno detto nulla?" esclamai, stupita. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Capisco e ti appoggio...” disse Abelardo a Clio “... ma mi chiedo? Cosa ne farai di quei due? Parlo del pilota e del suo droide? Dopotutto non puoi tenerli qui... è contro ogni dogma di questa torre, altrimenti tante altre prima di te avrebbero potuto far entrare e nascondere qualche uomo nella torre... quando le processerai, loro si difenderanno accusandoti di aver fatto entrare un uomo all'insaputa di tutti...”
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"No, sono spiacente, signor capo della truppa, ma io non la lascerò la mia casa, non lascerò il mio bosco. Ci siamo capiti?" Dissi alzando sempre di più il tono di voce. Mi alzai e dissi: "Io non mi muovo dal posto in cui sono nata e cresciuta." Dissi mentre cercavo di fare un passo, ma il mio tentativo fu vano, ero troppo debole per camminare e caddi a terra. "Il bosco non sopravviverebbe senza di me" Dissi a terra senza forze, con il viso diretto verso il basso e con le lacrime che cercavo di trattenere.
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