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Un servitore aprii la porta e mi condusse in casa.
Fhael si alzò e mi fece capire che il piano aveva avuto esito positivo. Mi slancia verso il portoghese e lo abbracciai, una lacrima segnò il mio volto. "Oh caro, finalmente...temevo di non poterti più abbracciare! Oh è stato terribile...quegli sporchi pirati che mi hanno catturata e poi venduta ad una gelida donna che mi ha condotta qui.É stato terribile..non vedo l'ora di dimenticare tutto e tornarmene a cada! |
Gli occhi di Talia erano fissi su quella porta.
Nel buio sembravano prendere forma mille e più immagini, animate dal sussultare della nave e a cui il sibilo del vento pareva dar voce. Ma più che voci sembravano gemiti, lamenti, pianti ed echi lontani. Echi giunti dal passato, dove si annidano i fantasmi più pericolosi. Il vento era aumentato d'intensità e spruzzi di acqua arrivavano sul ponte. Talia sentiva freddo. Un freddo innaturale, come se fosse giunto da un Oltretomba lontano. Talia allora, come Euridice, era sull'orlo di quell'Ade, invocando qualcuno che come Orfeo sembrava essere lontano da lì. “Talia...” disse ancora una voce “... Talia, sono qui...” era ancora Guisgard “... Talia...” Poi, all'improvviso, una mano afferrò il suo braccio. “Cosa ci fai qui?” Fissandola Guisgard, appena risalito dalla stiva. “Perchè sei venuta su questa nave? Idioti!” Voltandosi verso il ponte della Santa Rita. “Avevo detto loro di occuparsi di te!” Tornò a fissarla con i suoi occhi che il vento aveva reso più luminosi. O forse era solo la visione di lei ad averli resi così. “Perchè sei venuta qui, Talia?” Chiese ancora alla ragazza. “E' pericoloso star qui...” http://24.media.tumblr.com/tumblr_lh...9niyo1_500.jpg |
Appoggiai i gomiti sulle ginocchia, e risi con loro.
"..Dio ci salvi, esistono soldati che si venderebbero per aver salva la vita?" Guardandoli con aria divertita : "...dev'essere cambiato molto l'esercito negli ultimi due anni..." Li guardai con uno sguardo malizioso ".. Oh, dimenticavo, non siete soldati, siete marinai..." Con un ghigno. "E ditemi, dunque..." Portando le dita intrecciate dietro la nuca "...come può Giuff credere Guerenaiz una spia? Nessun contatto, nessuna infiltrazione, nessun sospetto... Giuff si fida di lui..." Alzai le spalle "...e se dovrà morire pur di non tradire tutti noi, tanto meglio... Non vorrei mai un vigliacco..." Li guadai negli occhi, con un sorriso perfido : ".. Ma state certi che mi ucciderei piuttosto che cadere nelle mani del vostro amato spagnolo.." Scossi la testa. Avevo parlato con tranquillità, con leggerezza. E molte delle cose che avevo detto le pensavo davvero. Mai avrei permesso a Musan di sfiorarmi e mai avrei voluto un vigliacco. Ma la morte di Guerenaiz, quella no, non avrei saputo accettarla. Anche se sapevo che lui mai avrebbe tradito tutto ciò in cui credeva. |
“Si, è tutto finito, cara...” disse Fhael stringendo fra le braccia Cheyenne...” si voltò poi verso il vecchio che era fermo a fissarli “... è andata così, proprio come ha detto mia moglie... lei è stata catturata dai pirati, che poi hanno deciso di venderla come schiava. Gli eventi, alla fine, hanno fatto si che arrivasse qui da voi... ed in questo io vedo la Mano del Cielo... se solo penso a cosa poteva accaderle...” scosse il capo “... invece la Provvidenza ha voluto che giungesse qui da voi che, da quanto lei stessa mi ha raccontato, non solo l'avete ospitata, ma anche trattata con affetto... naturalmente, voi capirete, io non potevo rivelarvi tutto... volevo comprendere in che modo vivesse mia moglie presso di voi... ma poi, accorgendomi della vostra bontà d'animo, ho deciso di rivelarvi tutto... io... non ho parole... non so come esprimervi la mia riconoscenza... sarò vostro debitore per sempre...” e strinse di nuovo Cheyenne.
“Da quanto siete sposati?” Domandò il vecchio. “Da un anno ormai.” Rispose il portoghese. “Conobbi Cheyenne quando mi recai da alcuni miei amici... lei era la figlia adottiva di un mio ex superiore... e di lì a poco ci siamo innamorati.” “Capisco...” annuì il vecchio “... beh, allora tutto è bene ciò che finisce bene...” “Ma io voglio ripagarvi.” “Ripagarmi?” Ripeté Il vecchio. “E di cosa? Di avervi reso vostra moglie?” “Non fraintendetemi...” sorridendo Fhael “... voi avete pagato un prezzo ed io voglio rendervi il vostro denaro.” “E' peccato” disse il vecchio “riscattare con del denaro un essere umano. E' peccato contro il Cielo. Vuol dire che ripagherete la Provvidenza restando un mese nella mia casa. Come ospiti. Sapete, vivo solo ed avere persone in casa è piacevole.” “Mi sembra un nobile gesto il vostro.” Annuendo Fhael. “Sei d'accordo, Cara?” Rivolgendosi a Cheyenne. |
“Eppure” disse uno dei due marinai “la stanza dello spagnolo deve essere davvero accogliente, vero?”
“E lo chiedi a me?” Fissandolo l'altro. “Non sono certo io che ho dormito lì dentro!” Fissarono allora entrambi Clio e poi scoppiarono a ridere. “Cosa succede la sotto?” Tuonò all'improvviso il capitano Sumond. “Si batte la fiacca, razza di manigoldi! Tornate subito ai vostri posti, o assaggerete il gatto a nove code!” “Si, signore!” Esclamarono in coro i due, per poi tornare alle loro mansioni. Sumond allora fissò Clio. “Siete l'unica ragazza a bordo” disse “ed è scontato dire che esercitate un certo effetto sull'equipaggio. Tuttavia, vi rammento che scorre sangue inglese nelle vostre vene. Tenetevi dunque alla larga dagli uomini di bordo.” La fissò con un'espressione dura ed austera. “Fatemi questo favore almeno fino a quando non avremo ritrovato il capitano Gurenaiz.” |
Mi alzai di scatto e mi ricomposi, alla vista del capitano.
"Sapete che sono inglese, signore?" Lo guardai dritto negli occhi. "..sarò anche una ragazza, Capitano, ma vesto una divisa della marina di sua maestà. Non ho certo l'intenzione di provocare i vostri uomini, se li distraggo anche in queste vesti forse non è con me che dovete prendervela.." Abbassai la testa, per un solo momento. "..non intendo creare scompiglio Signore, ma mio padre, il generale Timory mi ha insegnato a difendere con ogni mezzo il mio onore..." Sospirai "...visto che su questa nave sembra che nessuno sia disposto a difendermi... nemmeno gli inglesi, che ho sempre ritenuto uomini d'onore..." Quasi senza accorgersene, portai il braccio destro dietro la schiena, e fissai Sumon con uno sguardo chiaro e sicuro. "..scordatevelo, se pensate che stia zitta, mentre dei semplici marinai mettono in dubbio il mio onore.. Non c'eravate voi a proteggermi da Musan, Capitano, devo la mia salvezza solo a me stessa, ma non permetto a nessuno di insultarmi... Ero stata molto chiara prima di imbarcarmi." Non ero disposta a cedere su nessun punto. Avevo dovuto difendermi da Musan e ora dovevo sopportare anche gli sberleffi dei marinai, degli inglesi, poi! I miei inglesi! Il mondo stava decisamente girando alla rovescia. Restai immobile, rigida davanti al capitano, come fossi in attesa di ordini. Ma una rabbia immensa si agitava in me. Come rimpiangevo la mia vita all'accampamento, l'odore di biada e polvere da sparo. Le risate dei miei fratelli. Certo, pensai, nemmeno con loro era stato facile all'inizio, ma il loro rispetto l'avevo guadagnato con la mia condotta, durante le azioni. Qui, sembrava che nessuno mi rispettasse. Ero soltanto una ragazzina. "Con permesso.." Dissi chinando lievemente il capo in segno reverenziale. |
Clio si allontanò da Sumond, che non rispose nulla alle parole della ragazza.
All'improvviso, però, si udirono dei rumori. La lancia che aveva portato a terra Musan era ritornata. Lo spagnolo risalì a bordo della nave e con lui vi era, oltre ai suoi uomini, anche una bambina. Aveva i capelli neri come la notte, la pelle bianca e gli occhi di un nocciola vivido. Il visino era sporco e i suoi abiti apparivano consumati e lerci. Musan la spintonò sul ponte, per poi cercare con lo sguardo Clio. Chiese allora ad uno dei marinai dove fosse la ragazza. La vide così verso il castello di poppa e le si avvicinò. “Ora finalmente” disse a Clio “darete uno scopo alla vostra presenza a bordo.” La fissò con quel suo sorriso irriverente. “Vedete questa bambina? Sembra muta, ma so per certo che non è così. Chi me l'ha venduta mi ha assicurato che è sana come un pesce. Ed era un uomo fidato. Sta a voi farla parlare. So che, a differenza mia, userete modi più adatti ad una bambina.” |
Intanto sulla Santa Rita, Austus e gli altri dell'equipaggio attendevano notizie da quelli andati sulla misteriosa nave.
“Cavaliere25...” disse Austus “... scendi nell'armeria e prendi fucili e pistole... se tra un po' non avremo notizie, qualcuno andrà a cercarli...” |
Mi congedai' dal soldato e decisi di avviarmi da solo verso la sala degli incontri....da tempo non vedevo il comandante Guidaux, mi domando come stia....
sicuramente avrà un bel da fare con gli uomini dell'alta nobiltà. Stavo per giungere nei pressi della sala, finché non decisi di farmi un giorno per la cara Las Baias.......passeggiai' lungo la zona antica fino alla locanda...... Non mi era mai sembrata così bella questa cittadina, pochi attimi e vidi avvicinarsi al porto una nave con vessillo inglese.....sgranai' gli occhi e dissi: "Dio mio.....cosa ci fa una nave inglese nelle nostre acque......devo indagare". Corsi verso il porto e andai' cercando la nave che vi era approdata. |
Ok dissi facendo un cenno con la testa vado immediatamente e mi incamminai verso l'armeria per prendere fucili e pistole
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In realtà il mio grande desiderio era andarmene subito da lì, ma temevo di fare solo danni dando quella risposta.
"Beh se questo é il desiderio dell'uomo che mi ha trattata con così tanta cura chi sono io per dire di no. L'importante per me é averti al mio fianco caro." Il vecchio parve soddisfatto della mia risposta e ordinò ad un servitore di trasferire le mie cose in una stanza più grande assieme a quelle di Fhael. Chiamò poi un altro domestico e diede ordine di preparare un banchetto per festeggiare l'avvenuta riconciliazione. Dopodiché ci lasciò solo e si ritirò nella sala da té. "Credo sia bene avvisare il colonnello Fhael, non oso immaginare in che stato d'animo possa trovarsi... Un mese, e io che speravo che fosse finalmente finita! Dovete promettermi che non mi lascerete mai da sola, non mi fido ancora di quel pazzo e delle sue reazioni improvvise." |
Le voci, il vento, i cigolii, la piaggia, la paura, le onde che tormentavano i fianchi della nave... tutto questo si confondeva nella mia mente e la prostrava. Le mie mani stringevano lo stipite di quella porta, i piedi faticavano a tenermi in equilibrio mentre, completamente protesa verso il buio della scala, cercavo di distinguere i suoni e le forme che giungevano dal ponte sottostante.
All’improvviso sentii di nuovo rumori alle mie spalle e mi voltai... il ponte della nave era completamente deserto, eppure avvertivo delle presenze tra il vento... Poi, inaspettatamente, una mano mi afferrò il polso... Citazione:
“Guisgard!” mormorai, gettandomi avanti e abbracciandolo forte “Oh, Guisgard... stai bene! Sei qui... stai bene... grazie al Cielo, stai bene!” La mia voce tremava forte, ma non più per la paura né per la preoccupazione... ero felice, ora... ero così felice che credevo mi sarebbe scoppiato il cuore. “Oh, no...” dissi poi, zittendolo con un dito posato sulle sue labbra “Non arrabbiarti con loro... ho dovuto minacciare Austus per convincerlo a farmi venire qui. E comunque mi ha fatto promettere che non sarei scesa sottocoperta a meno che non fossi stato tu in persona a dirmelo, mi ha fatto promettere che sarei rimasta qui dove potevano raggiungermi in caso di bisogno!” Abbassai appena lo sguardo, poi tornai a guardarlo... “Scusami... ma dovevo venire!” spiegai “Dovevo accertarmi che stessi bene... mi sembrava di impazzire restando là! A tutti sembrava di impazzire... è passato tantissimo tempo da quando avete lasciato la Santa Rita, altri sono venuti a cercarvi ma non abbiamo più avuto notizie, non sentivamo niente, non vi vedevamo... e poi... poi c’è stato quel grido atroce! Abbiamo avuto paura che fosse qualcuno di voi... che foste in pericolo! E invece...” le mie mani, che lo carezzavano piano, si fermarono sulle sue spalle ed io sorrisi “Invece stai bene! Non sai che gioia... e che sollievo!” Rimasi così per lunghi minuti, osservandolo... con gli occhi nei suoi, le mani che stringevano le sue, assaporando quella dolce sensazione di pace e di ritrovata felicità... “Non sai che sollievo...” mormorai ancora, avvicinandomi lentamente “Ero così spaventata... così spaventata, Guisgard... e mi mancavi...” Chiusi gli occhi ed appoggiai delicatamente le labbra sopra le sue, in un caldo bacio. |
Mi appoggiai al parapetto e guardai Musan con le braccia incrociate e un espressione irriverente dipinta sul viso: "...oh, non fate tanto il gradasso con me davanti ai vostri uomini, Milord... Se sapevate da solo dove si sono diretti quei due pirati, dovevate dirlo subito.." Strizzando l'occhio.
Mi chinai sulle gambe perché la bimba, che teneva lo sguardo fisso sul ponte, mi potesse guardare in faccia. "Ciao, piccola.." Dissi dolcemente, tentando di catturare il suo sguardo. "Io sono Clio..." Con un sorriso. Le allontanai delicatamente un ricciolo dalla faccia. "..adesso ti porto a pulire questo bel faccino.. Ti va?" Alzai lo sguardo verso Musan: "..la porto nella mia cabina, se voleste essere così gentile.." Mi interruppi, con un sorriso ironico: "..perdonatemi, non era mia intenzione offendervi, così... Umano da comprendere che la bimba ha bisogno di qualcosa da mangiare..." Mi alzai, appoggiando la mano al ginocchio. "Sono certa che si aprirà dopo aver mangiato.." Dissi rivolta allo spagnolo. "E un vestito.. Datemi un pezzo di stoffa, o la camicia di una divisa piuttosto.. Non può andare in giro conciata così..." Presi per mano la bimba e la condussi sottocoperta. Dopo aver fatto un passo mi voltai, chinai leggermente il capo: ".. Grazie..". Arrivammo alla mia cabina senza che la piccola dicesse nulla. Chiusi la porta verso di me. Nel farlo, rabbrividii, il ricordo dei ragni era ancora troppo vivo. Ma mi imposi di dominarmi. "..metti pure dove vuoi, piccola.." Dissi mentre preparano una bacinella con dell'acqua e vi intingevo una salvietta, per aiutarla a lavarsi. "..vedrai, sarai bellissima.." Dissi mentre le pulivo delicatamente il visino spaventato. "..ci vorrebbe una bella tinozza per il bagno, eh?" Con un sorriso. Mi sedetti accanto a lei. "..ti va di dirmi come ti chiami, piccola?" |
Quel bacio, dolce e delicato, quasi sussurrato, ammansì l'ansia di Guisgard, che subito strinse a sé Talia.
“E sia...” disse poi sorridendo “... li perdonerò... ma solo perchè grazie alla loro negligenza, insieme al tuo caratterino ribelle, ho potuto avere questo bacio...” Ma un attimo dopo, la sua espressione tornò tesa. “Hai udito delle voci?” Chiese stupito. “Dici davvero? Io invece ho incontrato solo silenzio la sotto... ho dato ordine agli altri di dividerci, ma poi ho perso le loro tracce...” si voltò a fissare la stiva “... sarà meglio tornare a controllare...” guardò poi di nuovo Talia “... immagino dovrei rispedirti sulla Santa Rita, ma so già che non resisteresti là...” sorrise “... e poi Arianna attese fuori dal labirinto Teso, vero? E a te i Tesei non vanno giù!” Le fece l'occhiolino. “Su, andiamo a vedere che fine hanno fatto gli altri...” prese la mano di lei e scesero insieme nella stiva. La scala scricchiolava e sul pavimento in legno c'era acqua salmastra penetrata dallo scafo. C'erano però diverse lampade accese e questo, se da un lato rendeva luminoso quell'ambiente, conferiva a tutto quel posto un'inquietante atmosfera. “Rynos!” Chiamò Guisgard. “Dove sei? Joao! Maras! Dove siete?” Ad un tratto giunsero davanti ad una porta. “E' bloccata...” fece Guisgard “... hai visto la serratura, Talia? E' a forma di esagono...” proseguirono allora lungo il corridoio, fino a raggiungere un'altra porta. “E' aperta questa...” Ed entrarono. “Sembra l'armeria...” disse Guisgard “... strano, solitamente questa stanza è sempre chiusa e le chiavi può averle solo il comandante...” Talia in quel momento calpestò qualcosa con un piede. Era un chiavistello esagonale. |
Clio cominciò ad occuparsi della piccola.
Poco dopo arrivò la servitrice di Musan. “Ecco qui...” disse la donna a Clio “... una camicia ed un po' di stoffa che avevo da parte. Se volete posso aiutarvi a cucire un abito per la piccola.” Guardò la bambina ed un'espressione commossa attraversò il suo volto. “Povera bambina...” “Noel...” mormorò all'improvviso la piccola “... mi chiamo Noel...” |
Parsifal, che era corso al porto per indagare sulla nave inglese appena giunta, fu informato dagli uomini di Guidaux che essa era agli ordini di un inglese, il capitano Sumond e che con lui il governatore e l'ammiraglio si erano accordati per catturare i due pirati che infestavano le Flegee: il Gufo Nero e lo Sparviero Nero.
Parsifal fu così imbarcato e messo agli ordini di Musan, capo di quella spedizione. Sulla nave vi era anche Clio. |
Scendemmo le scale con circospezione... e subito mi colpì il silenzio che regnava sottocoperta, a differenza delle voci confuse con il vento che avrei giurato di aver sentito sul ponte.
Una delle mie mani era stretta in quella di Guisgard e da essa traeva coraggio e conforto, mentre l’altra fiorava la parete di legno consumata, indagandola... le sue parole mi vorticavano in mente: si erano divisi e poi ne aveva perso le tracce... e tutto ciò che aveva trovato erano cabine deserte e desolazione... eppure, notai, le lampade erano accese alle pareti... E ad un tratto le parole del vecchio Fulsin tornarono a bussare alla mia memoria... Lanzaras... la maledizione... mi voltai e fissai Guisgard, chiedendomi se conoscesse quella storia e che cosa ne pensasse... mi chiesi se non fosse il caso di parlargliene... esitai... Citazione:
Lanzaras avrebbe potuto aspettare... ed anche le storie sul suo tesoro! “Guarda!” dissi a Guisgard, chinandomi a raccogliere quella strana chiave “Sembra la stessa forma della serratura di poco fa, non trovi? La serratura della porta chiusa...” Sollevai gli occhi e lo fissai, porgendogli l’oggetto... “Ormai siamo qui...” mormorai “Forse è il caso di controllare anche quella cabina!” |
“Si, posso comprendere il vostro stato d'animo...” disse Fhael a Cheyenne “... ora però bisogna restare calmi e giocarci al meglio le nostre carte... io resterò sempre con voi, non temete.”
Un servo allora mostrò ai due la loro stanza. Era un'ampia e bella stanza matrimoniale, con letto a baldacchino e varie immagini sacre alle pareti. I mobili erano di gusto europeo e diversi oggetti ornavano quell'ambiente. “Bene...” fece il portoghese “... almeno sarà una prigione dorata...” accomodò allora alcuni cuscini su una poltrona accanto alla finestra “... ecco... questo sarà il mio letto. Voi naturalmente dormirete nel letto vero.” Guardò attraverso le tende della finestra. “Come immaginavo... un servo sorveglia dal cortile la nostra stanza... dobbiamo essere cauti...” |
Sorrisi, alla vista della servitrice di Musan.
"..ve ne sarei grata.." Con un sorriso "..siete davvero un'anima buona, e sembra che sia una cosa rara da trovare, di questi tempi, potete rivelarmi il vostro nome? ho dovuto ringraziarvi più di una volta.." Poi udii la piccola, e sorrisi. "Ma ciao, Noel, è un bellissimo nome... Vedrai adesso ti faremo un bellissimo vestito, e tra poco arriverà anche qualcosa da mangiare, scommetto che hai fame, vero?" Presi in mano la stoffa per un momento, poi mi girai verso Noel "..da dove vieni, Noel?" Sospirai. Cosa potevo chiedere a una bambina che era stata venduta come schiava senza farle tornare alla mente terribili episodi. Mi inginocchiai davanti a lei e la guardai con un sorriso: "..non so perché quegli uomini ti abbiano portato qui, piccola, ma mi farò tutto ciò che mi sarà possibile per prendermi cura di te.. E forse non sarò l'unica.." Dissi guardando con gratitudine la serva di Musan che aveva già iniziato a cucire il vestito per la piccola Noel. |
La stanza che il vecchio ci aveva dato era ben arredata, secondo lo stile europeo e conteneva numerose rappresentazioni religiose
Citazione:
Gli diedi una seconda occhiata, negli armadi erano stati trasportati tutti i nostri effetti personali. Citazione:
"Come temevo, quei servi sono dappertutto, sono gli occhi e le orecchie di quel vecchio. Dormiremo nello stesso letto, se quello che ci sorveglia dovesse vedere che vi siete sistemato su di una poltrona si insospettirebbe subito e andrebbe velocemente a spifferare tutto al suo padrone. Inoltre mi è già capitato che entrassero senza bussare a qualsiasi ora. La nostra situazione è già precaria così, non vorrei che per una sciocchezza, come il dove dormire, tutto vada a rotoli. |
Fhael si avvicinò alla porta e controllò la serratura.
“Sembra tutto normale” disse a Cheyenne “ma forse avete ragione... avranno sicuramente una copia della chiave, visto che, come mi raccontate, i servi possono entrare senza alcun preavviso. Anche se non penso mancheranno in questo modo di delicatezza.” Con tono sarcastico. “Tuttavia meglio essere prudenti. Faremo come avete suggerito e dormiremo nello stesso letto. Voi sotto le lenzuola ed io sopra.” Il portoghese sistemò allora alla meglio il letto, nel modo in cui aveva detto. Ad un certo punto si udirono dei rumori e poi qualcuno bussò alla porta. “Chi è?” Chiese Fhael, facendo nel frattempo cenno a Cheyenne di mettersi sotto le coperte. “Sono io...” rispose il vecchio “... sono giunto in brutto momento?” “In verità” disse il portoghese “mia moglie era già a letto e...” “Ho visto la luce delle lampade e per questo ho immaginato di trovarvi ancora svegli.” Lo interruppe l'uomo. “Si, lei è a letto” rispose Fhael “e io stavo per fare lo stesso...” “Allora sono in tempo per augurarvi la buonanotte...” “Si, certo...” mormorò Fhael “... ora vi apro...” Ed aprì. |
“Il mio nome è Ankaru” disse la servitrice a Clio “e voi non mi dovete affatto ringraziare. Anzi, sono io che vi ringrazio per aver portato con voi un po' di umanità su questa nave.” Sorrise alla ragazza e poi fissò la bambina.
Questa non aveva risposto nulla a Clio. “Forse” aggiunse Ankaru “neanche ricorda i fatti che le sono successi... ed è un bene, credo...” Ad un tratto la porta si aprì ed entrò Musan. “Lasciaci soli.” Ordinò alla servitrice. Questa annuì ed uscì. “Allora, sei riuscita a far parlare la bambina?” Chiese lo spagnolo a Clio. “O mi hanno raggirato, vendendomi una marmocchia muta? Dopotutto ho fatto un'opera buona, sai? Se tutto andrà bene, tramuterò una povera orfanella in una reggente.” E rise. |
Sulla Santa Rita, seguendo le indicazioni di Austus, Cavaliere25 era sceso nell'armeria a prendere delle armi.
Qui trovò uno dei bucanieri di guardia. "Ehilà, ragazzo..." disse vedendo arrivare Cavaliere25 "... cosa c'è? Come mai sei qui?" Nel frattempo, sulla misteriosa nave alla deriva, Guisgard e Talia erano giunti nella stanza dove erano custodite le armi. Il corsaro prese il chiavistello dalle mani della ragazza, per poi osservarlo con attenzione. “Si...” disse annuendo “... io non credo alle coincidenze, dunque questo potrebbe benissimo aprire la porta della cabina chiusa...” si guardò intorno “... che fine avrà fatto l'equipaggio? Le armi sono tutte qui... in ordine e non ci sono segni di scasso o colluttazione... se la nave fosse stata attaccata, qualcuno sarebbe sceso qui a prendere le armi... invece tutto sembra tranquillo...” ad un tratto si udirono dei passi nel corridoio “... hai sentito?” Voltandosi verso Talia. Corse allora fuori dalla stanza. “Rynos!” Chiamò. “Joao! Siete voi?” Non vi era nessuno. “Rynos!” Gridò ancora Guisgard. Nessuno rispose. “Vieni, Talia...” rivolgendosi alla ragazza “... andiamo a controllare la stanza chiusa...” Tornarono indietro e giunti davanti alla porta chiusa, Guisgard usò il chiavistello esagonale. La serratura scattò e la porta si aprì. http://www.imitidicthulhu.it/Blog/chiavistello.jpg |
Neanche il tempo di giungere a casa che già si era pronti nuovamente a partire...
la caccia era divenuta ancor più grossa......e la mia missione andava sempre più complicandosi. Per distrarmi da tali pensieri, esposi tal pensiero: "speriamo, di essere stato reintegrato......nel mio vero ruolo......non ho proprio intenzione di esser ancora subalterno.....". Con un balzo, mi sedetti lungo il bordo della nave ed osservai'. Posi una mano in capo e grattandomi dissi: "chissà dove è andata a cacciarsi Clio....quella ragazza è davvero straordinaria......" e sorrisi. Osservavo il moto ondoso del mare, ascoltai' il canto dei gabbiani e il buon vento mi accarezzava. Socchiusi gli occhi e poco dopo lii apri', tali parole passavano nella mia mente: "Ripulire i mari......salvare il comandante e proteggere la "dolce" Clio......". Che impresa!!! |
Mentre Parsifal fissava le onde del mare, gli si avvicinò il capitano Sumond.
“Guardiamarina...” disse il comandante “... voi siete l'unico qui, insieme alla ragazza, ad aver incontrato quel pirata... parlo del Gufo Nero... ma a me interessa l'altro, quello che viene chiamato lo Sparviero Nero... ditemi, l'avete visto quando eravate a Portuga? La mia missione e il mio scopo è trovarlo, per portarlo poi in Inghilterra e vederlo infine penzolare da un pennone della flotta di Sua Maestà! E naturalmente saprò ripagare chiunque mi aiuterà in questa impresa.” |
Qualcuno bussò alla porta.
Mi infilai velocemente nel letto. Era il vecchio. Guardai Fhael e cercai di fargli segno di non farlo entrare. Tuttavia alla fine gli aprì. Il vecchio entrò e diede un'occhiata in giro. Si sedette poi sulla poltrona precedentemente occupata da Fhael. "Scusate se mi trovate così ma non ci aspettavamo visite a quest'ora."Fhael assentì alle mie parole con un cenno del capo. |
Ero davanti alla Locanda ed attendevo Storm l'aria sembra pesante, carica di umidita', il cielo era diventato plumbleo....chissa' come doveva essere una tempesta in quei posti.......da dove provenivo, l'aria diventava gelida e il vento sferzante a tal punto che diventava impossibile non correre ai ripari.....potevi morire di freddo, e li' come si moriva ?.....facevo in modo di non essere vista e di dar meno fastidio...sino a quando mi sembro' di scorgere la figura di uomo, sembrava uno di quelli seduto con mio padre, eppure li avevo visti andar via insieme........avrei voluto seguirlo ma in quel momento arrivo' Storm...." Pensate che abbiano veramente fatto attenzione a cio' che avete detto ?......che strana storia questa.....Storm, sapete chi ho visto poco fa ?....l'uomo seduto al tavolo con mio padre, l'uomo con cui avete parlato di piu'......sembrava guardingo, non camminava tranquillo, voleva non essere visto...e' andato al palazzo, li' difronte ..."..gli indicai il posto " ed e'entrato in un portone.......sapete chi vive in quella casa ?......Tra un po' piovera'.......come sono le piogge qui da voi Storm ?.....".......mi sentivo in confusione, mi sentivo accerchiata da ogni sorta di nemico...in Storm vedevo l'unica persona che potesse svegliarmi da quell'incubo......e mi resi conto di aver paura...non della morte...ma del tradimento......" Sapete Storm...morire solo perche' qualcuno ti tradisce penso sia la morte peggiore.....non c'e' arma che ti condurrebbe alla morte nel peggiore dei modi......."......un tuono da lontano, fece scuotere ogni cosa...mi sembro' di sentire tremare la terra sotto i miei piedi........
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Guardai la guardia e dissi mi è stato ordinato di venire a prendere fucili e pistole mi da il permesso di entrare in armeria chiesi un po titubante e aspettai la risposta
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Guardai Musan scuotendo la testa.
".. No, non vi hanno ingannato.. Non è muta, solo spaventata.. " alzai un sopracciglio "..ho come l'impressione che non sia stata trattata nel migliore dei modi.." Accarezzai dolcemente i capelli di Noel: "sono sicura che ricomincerà a parlare normalmente, appena conquisteremo la sua fiducia.." Guardai di nuovo Musan: "..e come vi ho già detto un po' di buon cibo è un ottimo incentivo..." Mi sedetti e presi la camicia, poi alzai la testa verso Musan. "..immagino che non mi direte qual é il suo ruolo in tutto questo... Una reggente, avete detto? Beh, temo che non siano affari che mi riguardino, anche se dev'essere importante se abbiamo deviato così tanto.." Posai la camicia e sospirai guardando lo spagnolo: "..vi basta sapere che è sana, o c'è qualcosa che dovete sapere da lei?" Sorrisi a Noel e, incurante della presenza di Musan, ripresi il lavoro al vestito dove Ankaru l'aveva interrotto. |
Il mio divagare venne interrotto dall'affermazione del comandante Sumond che mi chiedeva informazioni su Portuga e lo Sparviero Nero, ponendomi sull'attenti risposi:
"Nossignore......non ho avuto modo di incrociare lo Sparviero Nero; l'obiettivo mio e del comandante che mi accompagnava era il Gufo Nero. Mi spiace non poterla aiutare....." Mi soffermai' a riflettere e dissi: " Probabilmente il Gufo Nero può saperlo o....se potessimo raccogliere informazioni attraverso canali secondari......il tutto si risolverebbe." |
Mi guardai intorno alle parole di Guisgard...
“No...” mormorai poi, quasi sovrappensiero, scuotendo appena la testa “Non credo che questa nave sia stata attaccata... in effetti... sembra tutto in ordine... le cabine, l’armeria, le luci accese nei corridoi... perfino troppo in ordine!” Ma proprio in quel momento si udirono distintamente dei passi nel corridoio e Guisgard corse subito fuori... ma non c’era nessuno dei suoi compagni... Citazione:
Automaticamente la mia mano corse al braccio di Guisgard, trattenendolo appena. Non sapevo perché... era stato un gesto spontaneo... “Lentamente...” mormorai al suo orecchio. |
La serratura scattò e la porta si aprì.
Un lungo cigolio seguì la mano di Guisgard che spinse lentamente quella porta. La stanza era illuminata da una piccola lampada ad olio e sembrava in ordine e tranquilla. C'erano carte nautiche, strumenti per la navigazione e vari libri di trigonometria e geometria. Inoltre su un tavolo c'era una tazza di tè. E accanto ad essa un libricino. “Credo sia la cabina del comandante...” disse Guisgard a Talia “... e questo deve essere il diario di bordo...” prendendo quel libricino e sfogliandolo. Il suo sguardo cadde poi sulla tazza di tè. “Strano...” mormorò prendendola in mano “... è ancora tiepida...” |
La stanza era semplice ed ordinata... la lampada ad olio appesa alla parete era accesa, come se l’occupante di quella cabina non si fosse allontanato che per pochi minuti... e, nel complesso, si percepiva la medesima sensazione presente nel resto della nave...
Varcai la soglia dietro a Guisgard e mi guardai intorno, come in cerca di dettagli... Citazione:
“Davvero?” mormorai, sorprendendomi di quanto poco mi sembrasse strana quella notizia in quel momento... Mi accostai a lui, dunque, e presi tra le mani il libretto che aveva riappoggiato sul tavolo... “Il diario di bordo...” mormorai “Credi che possa fornirci almeno un nome?” Lentamente lo girai e sollevai la copertina, scoprendo la prima pagina... |
“Oh, è importante...” disse Musan passeggiando nella cabina “... molto importante...” si voltò a fissare Clio “... non è forse un'opera nobile la mia? Prendere questa miserabile, figlia di chissà quale sgualdrina di porto, e farne una piccola principessa.” Sorrise. “Come diceva Marco Aurelio... la misericordia è la sola e vera virtù dei potenti...” il suo sguardo era di ghiaccio “... ma per il mio scopo questa bambina deve parlare. Voglio conoscere il suo nome. Se non riuscirete a farla parlare voi, allora ci penserò io... a modo mio.”
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Talia cominciò a sfogliare quel libretto...
“Diario del capitano Tweny... Settantunesimo giorno di navigazione. Non dovevamo accogliere quei due naufraghi. Hanno portato scompiglio a bordo. Prima quelle loro storie sul tesoro e poi su quell'isola dannata. Io sono il comandante e non dovevo lasciarmi sedurre da queste cose. E dunque sono io il vero e solo responsabile di tutto questo. Tutto è cominciato dalla nostra sosta sull'Isola del Fungo, agli estremi confini di questi mari. Lì volle andare l'equipaggio, in seguito ai racconti dei due naufraghi. Ed io, maledicendo la mia debolezza, temendo un ammutinamento, accettai tutto questo. Dall'Isola del Fungo salpammo dopo tre giorni, verso Settentrione. Cercavamo un'isola sconosciuta ed ignota. Quella su cui era stato nascosto il tesoro del pirata Lanzaras. I naufraghi dicevano di averla vista. Trascorremmo un mese in mare a cercarla, ma senza risultati. Neanche le calde giornate di Agosto resero possibile la nostra ricerca. Di quell'isola non vi erano tracce. Ma dopo quel mese cominciarono ad accadere quei terribili fatti. Inspiegabili e tremendi. La superstizione allora prese piede tra noi. Come un morbo, qualcosa di oscuro si diffuse tra noi...” In quel momento la nave sussultò bruscamente, facendo perdere l'equilibrio a Talia. Il libretto cadde a terra, ma Guisgard riuscì ad afferrare la ragazza. La lampada cadde e si spense, facendo piombare il pirata e la sua amata in un buio fitto e profondo. |
Storm in quel momento afferrò le mani di Elisabeth.
“Calmatevi ora...” disse guardandola negli occhi “... calmatevi. Le tempeste qui, come i tradimenti, non sono diverse da tutti gli altri luoghi di questo mondo. Ora smettete di vedere nemici ovunque. Dimenticatevi di vostro padre e dei suoi sgherri. I nemici, diceva un mio vecchio compagno, sono come gli anni che ci portiamo dietro... aumentano sempre.” Sorrise. “Ora pensiamo alla vostra Ingrid.” Ma proprio in quel momento si avvicinò qualcuno. “Chi siete voi?” “E' uno strano modo per presentarsi, non trovate?” Fissandolo Storm. “Avete parlato della torre...” replicò l'uomo “... cosa ne sapete?” “Abbastanza per farvi incomodare, a quanto vedo...” “A che gioco giocate?” “Nessun gioco...” rispose Storm “... non gioco mai quando c'è in ballo tanto denaro.” “Denaro?” “La taglia.” Disse Storm. “Fate finta di non sapere?” “Chi è la donna?” Domandò l'uomo nel vedere Elisabeth. “E' la mia socia.” Mormorò Storm. “Ora parliamo d'affari?” “Seguitemi...” disse l'uomo e si avviò verso la scogliera. |
Sfogliai distrattamente il diario, poi sollevai la copertina ed iniziai a leggere ad alta voce la prima pagina... il cuore iniziò a battermi forte, allora... sempre più forte man mano che procedevo...
parlava di maledizioni e superstizioni... parlava del tesoro del Capitano Lanzaras... parlava dell’Isola del Fungo, e di rotte seguite... Lessi lentamente quella pagina, tra pause ed esitazioni. Quando ebbi finito sollevai gli occhi su Guisgard... “Cosa ne pensi?” mormorai. E tuttavia, prima che potesse rispondermi, accadde qualcosa... Citazione:
“Che succede?” mormorai, afferrando a mia volta la sua camicia e stringendomi a lui “Guisgard... che succede?” La mia voce tremava forte, ora. Forse era solo la suggestione per ciò che avevo letto, forse era solo la mia mente... ma di nuovo iniziai a sentire gli stessi rumori che avevo udito sul ponte e, di nuovo, ebbi paura. |
Le braccia di Guisgard strinsero i fianchi di Talia.
C'era buio attorno a loro, solo lievemente alleviato dalla debole luce che proveniva dal corridoio e la nave, seppur in maniera minore, continuava ad oscillare. Lei allora avvertì il respiro di lui tra i suoi capelli. “Credo” disse lui “che le onde abbiano fatto sussultare la nave, forse spezzando qualcuna delle cime che la tengono legata alla Santa Rita...” In quella fitta penombra si poteva solo intravedere l'immagine dell'una e dell'altro. “Hai paura?” Sussurrò lui, sempre tenendola stretta a sé. “Dovresti, sai?” La sua voce era bassa e calda. “Perchè sei fra le braccia di un pirata...” Talia avvertiva il suo sorriso, ma anche una forte carica di sensuale passione nella sua voce “... e tu sei una dama dabbene, dell'alta società... cosa direbbero i tuoi genitori?” Con le labbra le sfiorò prima il collo, poi il viso, fino a posarsi sulla sua bocca. “E poi...” sospirò “... siamo qui, in mezzo al mare, su una nave fantasma e dovrei concentrarmi per capire cosa è accaduto... ma se mi stai così vicina poi sai che non riesco...” Ad un tratto dalla penombra Talia vide apparire gli occhi azzurri di Guisgard. La fissavano e lei poteva leggere in essi tutto il desiderio di lui. Ma subito quegli occhi si levarono verso la luce che aveva illuminato così improvvisamente la cabina. E sulla porta, con una lampada in mano, vi era una figura immobile. |
"La misericordia? Dunque, la conoscete?" Con un sorriso sarcastico "Bene, il suo nome è Noel e, non preoccupatevi, penserò io a farle tornare la parola..."
Cinsi la bimba con il braccio, come per proteggerla. "..attenderemo qui il suo pranzo... Dunque non è una prigioniera... Vi chiedo il premesso di tenerla qui con me.. La accudirò sicuramente meglio dei vostri uomini.." Alzai lo sguardo dal vestito che stavo cucendo "..è a questo che servono le donne, no?" Strizzando l'occhio. "E ora, se non vi dispiace.." Indicando la porta con un cenno "..credo che la nostra ospite non si senta a suo agio in vostra presenza..". Eppure non riuscivo a spiegarmi come una bambina potesse essere la chiave della lotta ai pirati. Probabilmente erano troppi i retroscena che non conoscevo. "Hai sentito, piccola? nessuno vuole farti del male, diventerai una piccola principessa.." Dissi sorridendo a Noel "..sei al sicuro, ora..". Ma anche se parlai dolcemente per tranquillizzare la bambina, restavo preda di dubbi e timori. |
“Spero di non avervi disturbato allora...” disse il vecchio.
“Eravamo sul punto di andare a letto.” Fece Fhael. “Volevo solo accertarmi che la stanza fosse accogliente di vostro gusto.” “E' perfetta.” Annuì il portoghese. “Allora potrò dormire sereno.” Alzandosi il vecchio. “A domattina. Faremo colazione insieme.” Ed uscì. Fhael chiuse la porta a chiave. “Davvero premuroso, non trovate?” Fissando Cheyenne con tono sarcastico. “E' ovvio... ci stanno controllando ben bene.” Scosse il capo. “Ora sarà meglio dormire. State tranquilla, dormirò con un occhio solo e starò attento ad ogni piccolo rumore. Vi auguro la buonanotte.” Il mattino giunse presto e Cheyenne, svegliandosi, trovò Fhael accanto alla finestra. “Buongiorno!” La salutò sorridendo. “Preparatevi, io vi aspetterò fuori. Pare che il nostro padrone di casa attenda noi per fare colazione.” Ed uscì dalla stanza. |
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