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Accettai quel pasto apprezzando ogni tocco di pane ed assaporando la frutta come fosse il dolce piu' buono di Francia......non mi ero accorta dei morsi della fame.......sino a quando non mi ero seduta a riposare accanto al fuoco...." La vostra isola esiste.....io ne sono certa......tutto quello che si desidera con il cuore......esiste e credo che voi meritiate di vivere la vostra vita assaporandone le gioie.......questo infondo e' quello che dovrebbe spettare ad ogni uomo e donna di buona volonta'....."....Accettai quel sorso di vino, Emile sapeva che ero contraria e me ne diede giusto il tanto da potermi bagnare le labbra....ma Maria aveva deciso di tornare tra noi e di esserne la protagonista....." Avete ragione Emile il problema adesso sara' darle da mangiare.......e' cosi' piccola che non potra' bere il latte dalla scodella......e io non posso darle aiuto altrimenti....."...presi Maria tra le braccia e comincia a canticchiarle la prima conzone che mi venne in mente...ma la fame e' fame e lei non voleva saperne di tacere...ogni lacrimone che le scendeva sulle gote.....era per me motivo di ansia...come darle il latte ?.....Il Lino......era un sistema lento ed estenuante, ma altro non potevo, il lino era un tessuto dalle trame larghe e inzuppato poteva essere succhiato dalla poppante....." Emile strappate un lembo del mio vestito......giusto un fazzoletto.......e proviamo a far tacere questo pancino ribelle..."......Presi il fazzoletto di stoffa e mi sedetta accanto al camino.......dove c'era la scodella del latte ben caldo....poggia la testolina di Maria sul mio seno, il battito del mio cuore l'avrebbe tranquillizzata ed immersi il tessuto ....cosi' facendo il fazzoletto veniva succhiato voracemente dalla piccola.....ero cosi' immersa da quel processo...che mi sentii sospesa in un altro mondo...ero io e lei.....che strana cosa essere madre, eppure non era mia quella creatura, ma l'ansia e l'amore che provavo per lei era qualcosa che veniva da un processo piu' profondo...il senso materno mi aveva colta di sorpresa mai avrei pensato che avrei potuto vivere un'esperienza cosi'..." Avvicinatevi Emile......e' la cosa piu' bella che voi possiate vedere...."......alle volte si tende ad avere uno strano egoismo femminile escludendo l'uomo da quelli che sono i meravigliosi atti materni, ma Emile mi aveva dimostrato che tra le sue braccia Maria era al sicuro......e qualsiasi cosa mi fosse successa, lui l'avrebbe protetta cosi' come avrei fatto io.....
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Mentre gli altri sellavano i cavalli guardai fuori.. Tutti gli ingressi erano sorvegliati tranne una minuscola porticina..
<<Sir Hagus..>> dissi facendolo avvicinare.. <<Non ci conviene sellare i cavalli.. Ci scoprirebbero.. Però possiamo passare da lì..>> diisi indicando la porticina.. |
La situazione andò degenerando, ma come potevo far capire a codeste persone che non eravamo stati noi i colpevoli....qualora optassi per far ispezionare le nostre celle chi mi avrebbe assicurato che qualcuno non avesse voluto inquinarne il luogo? Inoltre con la storia del presunto spettro mi sareì aspettato un riscontro negativo come si poteva risolvere ciò?
Feci un ultimo tentativo: "Vi prego signori ve lo chiedo con il cuore in mano, non siamo stati noi a rubare le vostre provviste, non sappiamo neanche dove si trovi la dispensa.... l'unica cosa che posso dirvi e di lasciare liberi i miei compagni sono all'oscuro di ciò, e poi l'unico sospettato potreì essere solo io che sono stato sveglio prima dell'alba.... se posso fare qualcosa per porre una soluzione a codesto, disponete. Vi aiuterò". Pregaì Iddio che ciò potesse servire a calmarli e lasciare liberi il mio Maestro e compagni. |
Hagus fissò il punto indicatogli da Daniel.
“Non sappiamo dove conduce quella porticina…” disse “… ma forse hai ragione… potrebbe essere l’unica via d’uscita…” Fece allora cenno a tutti loro di attraversare quel passaggio. “Cominciate ad andare…” ordinò Hagus al gruppo “… io vado a riprendere Cavaliere25 che ci sta aspettando al portone del palazzo…” E mentre Daniel e gli altri imboccarono quel passaggio, Hagus corse a riprendere Cavaliere25. Fecero diversi metri, fino a quando si ritrovarono davanti ad una botola. Uno degli zingari la forzò ed un attimo dopo il gruppo sbucò in uno spiazzo avvolto dal buio. “Dove siamo?” Chiese Giselle a Daniel. Intanto, nel palazzo, Hagus aveva raggiunto Cavaliere25. “Presto, ragazzo.” Disse. “Passeremo da un’altra parte. Gli altri sono già andati. Vieni, li seguiremo.” Ma proprio in quel momento, una freccia scagliata da una balestra colpì Hagus ad un fianco. L’uomo cadde a terra. “Presto…” fissando Cavaliere25 “… non pensare a me… o finiranno per catturarci entrambi… corri nelle scuderie… c’è una porticina… gli altri sono scappati da lì… presto, va e scappa anche tu da quella porticina… muoviti, ti dico… stanno arrivando le guardie…” |
Nel monastero la situazione era molto tesa.
I monaci sospettavano di Fountaine, di Parsifal e dei due loro compagni di viaggio. Il priore restò in silenzio a riflettere. Tutti attendevano una sua decisione. “Richiedere l’intervento di sua grazia è cosa molto delicata…” mormorò. “Solo il vescovo può decidere su questa situazione.” Disse uno dei monaci. “Allora mettiamo ai voti questa decisione.” Sentenziò il priore. “Votate se dobbiamo o meno richiedere il verdetto di sua grazia.” “Un momento.” All’improvviso Fountaine. “Vi chiedo una notte…” “Cosa intendete dire?” Domandò il priore. “Una notte, soltanto.” Ribadì Fountaine. “Io e i miei compagni indagheremo… il mio amico” indicando Parsifal “ha detto di aver visto qualcosa. Non so cosa effettivamente abbia visto, ma io gli credo. E probabilmente di qualsiasi cosa si tratti, ha di certo a che fare con i furti nella dispensa. E noi, stanotte, scopriremo la verità.” “Pretendete forse di convincerci con questa farsa?” Gridò uno dei monaci. “Il monastero è chiuso e non potremo certo scappare.” Rispose il cacciatore di taglie. “Quindi potete fidarvi. Ripeto… una notte soltanto… per scoprire la verità.” |
Emile restò a fissare Elisabeth mentre dava da mangiare alla piccola Maria.
Poi, chiamato dalla donna, si avvicinò. “Siete pazza, madame…” le sussurrò “… meravigliosamente pazza… nel bel mezzo di questa nostra fuga, mentre il mondo attorno a noi crolla, voi vi mettete a fare la mamma di questa piccola orfanella venuta da chissà dove…” sorrise “… avete scelto proprio un bel momento… eh, forse l’unico vero pazzo sono solo io che vi ho permesso questa follia…” Il latte finì e la piccola si adagiò sul petto di Elisabeth. Il fuoco era bel avviato, ma il malandato mulino era un luogo forse troppo umido per una bambina così piccola. E questo rendeva Maria inquieta. Cominciò così a piangere. Ad un tratto Emile, soffiando in una larga foglia che lui stesso aveva arrotolato, cominciò a suonare una delicata melodia. E a quella dolce musica Maria prima sorrise, poi si addormentò serena. “Dovreste dormire anche voi, madame…” disse Emile ad Elisabeth “… ci attende un lungo e faticosa cammino… su, provate a chiudere gli occhi… resterò io a fare la guardia…” |
Corsi in fretta verso la porticina mentre mi guardai indietro e vedendo Hagus a terra non potevo far nulla anche se tornavo indietro rischiavo anche io di essere preso arrivai davanti alla porticina e entrai e la chiusi dietro di me
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La decisione presa dal mio Maestro mi lasciò stranito, non immaginavo che sarebbe arrivato a ciò pur di carpire la verità. La missione sul Giglio Verde era la priorità, non mi sareì mai aspettato un piccolo passo indietro.... è stata la scelta migliore poichè non mi sembrava giusto lasciare questi frati in balia di un ladro o chicchesia, inoltre la giustizia esiste e deve trionfare su chi osa deturparla. Questo mi è sato insegnato, non lascerò mai che il male inquini ciò che è di pulito in questo mondo. Motivato da codesta fiamma ero più che deciso a porre fine ad un soppruso del genere. Stanotte la verità verrà fuori.
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Ero immobile, mezzo passo dietro all’uomo misterioso e lo osservavo attraverso lo specchio... mi erano sempre piaciuti gli specchi: uno specchio costituisce la giusta intermediazione tra realtà e finzione, eppure può rivelarsi un’arma a doppio taglio poiché molte cose possono venir rivelate attraverso uno specchio a chi lo scruta con attenzione.
Quell’uomo parlava con un tono leggero, muovendo le mani quasi con noncuranza a sistemare il suo aspetto... eppure osservandolo attraverso quel vetro, ascoltando ciò che diceva, potevo percepire qualcosa di diverso. “E così non vi occupate molto di politica, eh!” risposi quasi distrattamente, mantenendo tuttavia lo sguardo fisso sul suo volto, nel tentativo di coglierne ogni minima espressione “Oh, monsieur... temo che non siate stato molto fortunato, allora! Avrete certamente notato che Animos non è un luogo particolarmente accogliete, ormai, per un viaggiatore... e forse meno ancora lo è Ostyen...” La mia voce era allegra, quasi stessi conversando del più e del meno... ma avevo detto volontariamente ‘Animos’ anziché ‘Magnus’, con l’intenzione di testare le sue reazioni... E tuttavia dovetti ammettere che era tutt’altro che facile leggere in quel volto e in quegli occhi azzurri, tanto chiari che sembravano quasi di ghiaccio... Citazione:
Sostenni quello sguardo per qualche momento... poi sorrisi e spostai il mio a terra per un istante... un istante di silenzio, prima di tornare a guardarlo... “Voi vi state prendendo gioco di me, monsieur, temo!” mormorai “Ma su una cosa avete sicuramente ragione... tutto è finzione qui: i costumi e le maschere, i sospiri, le parole e i gesti... tutto quanto! Il vostro bacio... non so... dite che non sia stato a sua volta finzione? Lo dite, anche se è stato in effetti quello a togliervi dall’imbarazzo di una battuta che non conoscevate e ad impedire che foste scoperto?” Sospirai... e per un istante rimasi a fissarlo in silenzio. Poi, come riscuotendomi, gli voltai le spalle... “Ed ora che cosa volete fare... posso chiedervelo? Se uscirete da qui così come siete avrete di nuovo tutta la Guardia Repubblicana addosso... e tutto sarà stato vano...” |
Attraversammo la porticina e ci ritrovammo in uno spiazzo buio..
<<Non lo so milady..>> dissi dolcemente a Giselle.. Poi vedendo arrivare Cavaliere25 senza Sir Hagus capii tutto.. <<MA cosa hai fatto? Lo hai lasciato li?>> Aprii la porticina e al buio coris fino al palazzo.. Due guardie stavano per uccidere Sir Hagus steso a terra.. Mi avvicinai e urlai.. <<ARRESTO MOMENTUM!>> Il tempo rallento fino a fermarsi per pochi istanti nei quali presi Sir Hagus sulle spalle e cominciai a correre verso la porticina.. Il tempo stava tornando alla velocità regolare dovevo arrivare in fretta alla porticina prima che tornasse del tutto alla normalità.. Nello stesso momento in cui i tempo tornò normale chiusi la porticina dietro di me ritrovandomi in quello spiazzo buio illuminato da poche torce appena accese dagli zingari.. |
Le guanciotte rose e la boccuccia appiccicaticcia con ancora qualche goccia di latte.....lucido sulle sue labbra era una cosa meravigliosa da guardare...." Devo confessarvi Monsieur che se non fossimo stati entrambi pazzi......il destino non avrebbe fatto si che le nostre strade si incrociassero......pensate, fuori c'e' il caos, noi stiamo fuggendo.....ma ora qui c'e' solo pace e serenita', e questo non e' meraviglioso ?........Solo un attimo forse, ma che importa..Maria e' un dono troppo bello per poterlo rifiutare......".......la bimba comincio' a dare qualche segno d'isofferenza........ma qualche minuto dopo una dolce melodia invase il mulino e il fuoco col suo calore e la musica calmo' l'animo della piccola...e sazia si decise a dormire......." Emile....credo che dovremmo dormire tutti.....la giornata e' stata davvero lunga, anzi se devo essere sincera...non ricordo di aver dormito molto negli ultimi giorni..........facciamo cosi' riposero' finche' Maria non si svegliera' per l'altra poppata........e poi vi daro' cambio, anche voi siete stanco......e come avete appena detto....dobbiamo riprendere il nostro cammino......".......c'erano delle vecchie pelli.....le misi accanto al camino , stesi sopra il mio mantello e mi sdraiai, Maria era al mio fianco la tenevo vicina a me e coprendola con un lembo del mantello...mi feci cullare dal suono che Emile era riuscito a diffondere in tutto il mulino......Scissy... e il suo bosco....il mormorio dell'acqua tra gli alberi....le nuvole in lontananza....e poi....nulla, il sonno e il suo potere.........
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Daniel, con quel gesto tanto nobile, quanto coraggioso, era riuscito a trarre in salvo Hagus.
Così, tutto il gruppo si ritrovò in quello spiazzo. Una calma apparente dominava in quel luogo e l’aria asciutta del giorno, con l’avanzare del crepuscolo prima e della sera poi, aveva ceduto il posto ad una velata foschia che sembrava rendere tutto sfocato ed incerto. “Che la Santa Vergine possa proteggerci…” sussurrò Giselle. “Questo luogo è spettrale…” guardandosi intorno uno degli zingari “… ma dove diavolo ci troviamo?” “Non lo so, Ramon…” ansimò Hagus. La ferita gli faceva male ed a stento riusciva a sopportare il dolore. “Ti devo la vita, ragazzo…” aggiunse fissando Daniel “… ma sei stato avventato… potevano catturarti… ma ti sono grato…” sorrise. “Dobbiamo estrarre quella freccia, signore.” Disse Ramon. “Si… fallo tu… adesso…” annuendo Hagus. Prese allora un ramo secco dal terreno e lo strinse tra i denti. Fece poi un cenno col capo a Ramon e questi estrasse la freccia dal fianco di Hagus. Lo zingaro poi fasciò con un lembo della sua camicia la ferita di Hagus. “Questo almeno rallenterà l’infezione…” disse questi “… non abbiamo molto tempo… bisogna andar via da qui e portare al sicuro lady Giselle… io, in queste condizioni, sono solo un peso… non posso camminare ed è escluso che uno di voi possa portarmi in spalle… altrimenti finirei per rallentare solamente la nostra fuga… Daniel poi si è indebolito con l’incantesimo che ha dovuto compiere per salvarmi…” “Non possiamo abbandonarvi qui, signore.” Fece Ramon lo zingaro. “Cosa direbbe il capo se lo sapesse?” “Il capo vuole che obbediate ai miei ordini.” Rispose Hagus. “Ed io voglio che portiate in salvo lady Giselle… Cavaliere25, Daniel…” fissando poi i due giovani “… Ramon e i suoi sanno muoversi in questi boschi… voi seguiteli… affido a voi due lady Giselle…” “E cosa ne sarà di voi, monsieur?” Domandò preoccupata la donna. “Quando vi avranno condotta al Belvedere di lord Tudor…” rispose Hagus “… verranno poi a riprendermi… andate ora… attenderò qui il vostro ritorno, amici miei…” |
Certo signore dissi la proteggeremo come un diamante nessuno oserà toccare questa donna senza passare su di noi vero dissi guardando Daniel e aspettai
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A quelle parole di Fountaine qualche monaco protestò, ma il priore, uomo saggio e giusto, dopo una breve riflessione, zittì i suoi confratelli.
“Lasceremo a questi cavalieri ciò che hanno chiesto.” Sentenziò. “Ma, priore…” tentò di protestare uno dei monaci. “No, fratello.” Lo interruppe il priore. “E’ giusto così. Il monastero stanotte sarà ben chiuso e nessuno al suo interno potrà mai uscirne… all’alba, se Dio vorrà, scopriremo la verità…” Così, Fountaine e i suoi ritornarono nella cella in cui il cacciatore di taglie e Parsifal avevano passato la notte. “Qual è il vostro piano, signore?” Chiese uno dei due assistenti a Fountaine. “Ci divideremo in due gruppi…” rispose questi “… voi due controllerete il lato Nord del monastero ed il chiostro… io e Parsifal invece sorveglieremo il lato Sud e la Cappella… mi raccomando, massima prudenza…” “Credete davvero ci sia uno spettro come ha detto Parsifal?” Domandò l’altro assistente. “Mi hanno insegnato a temere l’odio dei vivi, non la vendetta dei morti…” rispose Fountaine “… e gli spettri non tormentano un luogo santo come questo…” Poco dopo, i quattro si separarono come aveva deciso Fountaine. Il cacciatore di taglie e Parsifal, così, col favore delle tenebre, cominciarono a perlustrare il monastero. |
Emile restò a fissare Elisabeth ormai addormentata.
Un senso di pace e serenità velava il volto della donna ed i riflessi del fuoco illuminavano i suoi lineamenti. Assomigliava al volto levigato e bianchissimo di alcune statue che Emile aveva visto da piccolo nella chiesetta del suo paese. Non ricordava con esattezza chi raffigurassero, ma erano in tutto simili al bel volto di Elisabeth. In quel momento allora diversi pensieri si accavallarono sul volto del misterioso Emile. Pensieri perlopiù malinconici. Poi, ad un tratto, un rumore di passi interruppe i suoi pensieri. Con attenzione Emile guardò da una delle finestre e vide due figure avanzare incerte nel buio della sera. Una delle due figure lanciò un fischio, simile al verso di un qualche uccello notturno. Era il segnale. Emile allora agitò un pezzo di legno acceso preso dal camino. Un attimo dopo le due figure entrarono nel mulino. “Finalmente, amici miei.” Disse Emile andando incontro ai due uomini appena giunti. |
Guardavo furtiva quegli strani travestimenti, dietro questa storia ci stava un grande mistero. Perchè mai una persona doveva indossare cosi tante maschere? Udii la domanda di Orlando e fui destata dal mio pensare "Perchè penso che lo conosci? Ne parli in modo cosi negativo, e poi parlavi del suo covo e che la pagherà...sempre se usciamo da qui. Io non lo conosco quindi non ho motivo di mostrare quell'astio che tu invece non nascondi." Poi pensai un pò su "E se ti travestissi con uno di queste maschere? Forse il suo servitore penserebbe che il suo padrone è tornato e ti farebbe uscire. E io ti seguirò".
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Gaynor guardò il servitore dritto negli occhi: "Jaym, non è questo il momento di mangiare, ho lo stomaco così contratto che non potrei ingoiare neppure uno spillo... Dimmi una cosa, hai notizie del tuo padrone? Ho appena fatto un sogno terribile, ho paura che lui sia in pericolo... So che ti potrà sembrare strano, ma ho a cuore la sua sorte. Ho sognato che i capi della Repubblica di Magnus lo avevano catturato, e Dio non voglia sia così perchè non ne avrebbero alcuna pietà... Se sai qualcosa ti prego di mettermene al corrente... Io... io vorrei che tornasse qui sano e salvo..."
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La notte era calata, il tempo di scoprire l'arcano era giunto.... sinceramente un vago sospetto mi assalì.... chi ci diceva che questa notte si sarebbe rilevato a noi il presunto spettro? Chi ci diceva che codesto individuo o essenza non avesse mangiato con noi ed ha sentito tutto? Rischiavamo di fare un buco nell'acqua. In quell'attimo levaì lo sguardo verso il mio Maestro e gli dissi:
"Maestro, ma è sicuro che si faccia vivo? Chi ci dice che non era in mezzo a noi?" Cercaì di pensare ad una buona strategia per far sicchè che uscisse fuori e dissi: "Non ci converebbe attuare un piano e farlo cadere in trappola?" |
Fountaine fissò Parsifal.
“Si, hai ragione…” annuendo “… anche io ci ho pensato… nel monastero siamo solo noi quattro e i monaci… dunque, o lo spettro esiste davvero, oppure qualcuno dei monaci ha pensato bene di alleggerire la dispensa…” si guardò intorno “… un piano, dici? Io credo che, di chiunque si tratti, conosca bene questo luogo… e non possiamo fare altro che attendere la sua prima mossa…” Passarono così quasi tre ore. Fountaine e Parsifal attraversarono i luoghi del monastero, senza però notare niente. Ad un tratto però, poco prima dell’albeggiare, qualcuno li raggiunse. Erano i due assistenti di Fountaine. “Signore…” ansimando per lo spavento uno dei due “… che il Cielo ci risparmi…” “Cosa accade?” Chiese Fountaine. “Signore…” agitato l’assistente “… abbiamo visto qualcosa… forse lo spettro…” “Dove?” “Nel chiostro…” rispose l’assistente “… era fermo, immobile come una statua… sembrava leggero ed indefinito come un’ombra…” “Forse la tensione vi ha giocato un brutto tiro.” “No, signore…” intervenne l’altro “… tutti e due abbiamo visto quell’ombra… e mentre la fissavamo increduli, si è voltata verso di noi… per poi confondersi e svanire nelle tenebre…” “Presto, andiamo nel chiostro!” Disse Fountaine. “E se dovesse ritornare?” “Si, signore…” annuendo l’altro assistente “… e se nel vederne il volto perdessimo il senno?” “Andiamo, vi dico!” Allora i quattro raggiunsero il chiostro. Ma qui non vi era nulla. “Solo tenebre dominano qui…” mormorò Fountaine. Cercarono ancora per tutto il monastero, ma di quell’ombra nessuna traccia. Giunse così l’alba. Il priore chiamò Fountaine, Parsifal e i due assistenti. “Allora, cosa avete scoperto?” Domandò ai quattro. “Veramente, nulla di concreto…” rispose Fountaine. “Allora, come stabilito, parlerò di questa cosa a sua grazia il vescovo.” Disse il priore. “Deciderà lui della vostra sorte.” Ma proprio in quel momento un monaco arrivò di corsa. “Priore…” visibilmente agitato “… è accaduta una cosa incredibile…” e si segnò tre volte. “Cosa è accaduto?” Chiese il priore. “Presto, dovete vedere con i vostri occhi…” |
Orlando fissò con attenzione quei travestimenti.
“Travestirsi potrebbe essere un’arma a doppio taglio, Altea…” disse “… se il Giglio verde non è qui, allora i suoi servitori non impiegheranno molto a scoprirci…” scosse il capo “… forse dobbiamo escogitare un altro modo per uscire da qui…” si guardò intorno “… è qui dunque che quel maledetto si traveste per confonderci…” Ma proprio in quel momento qualcosa attirò la sua attenzione. “Ma questa spada…” prendendo una delle armi che c’erano nella stanza “… io la conosco… si, certo, la conosco benissimo!” Esclamò. “Guarda, Altea… sull’elsa di questa spada vi è impresso il simbolo del casato dei Tudor!” Mostrando l’arma a sua moglie. “Questo vuol dire che il Giglio Verde è un uomo della cerchia di lord Tudor!” Un lampo attraversò i suoi occhi. “Dobbiamo uscire da questo posto!” Cominciò allora a tastare le pareti, fino a quando trovò qualcosa. “La sapevo!” Strappò allora la fodera del pannello che rivestiva la parete e sotto di esso uscì una porta. “Forse abbiamo trovato un passaggio, Altea…” Orlando aprì la porticina e i due si ritrovarono in una stanza arredata come quelle narrate in una delle novelle de Le mille e una notte. E qui trovarono una ragazza: era Gaynor. |
Jaym fissò stupito Gaynor.
“Siete in pena per lui, milady?” Domandò alla ragazza. “Ma se ignorate tutto di lui…” restò in silenzio per diversi istanti, per poi dare ordine di portare via i vassoi col cibo. “I sogni sono spesso frutto dei nostri desideri e delle nostre inquietudini. Non abbiate paura, milady.” Mostrò un lieve inchino a Gaynor ed uscì dalla stanza. La ragazza restò così di nuovo da sola. Ma alcuni istanti dopo, da una porticina laterale, che lo stesso Giglio Verde aveva usato quando aveva lasciato Gaynor, entrarono un uomo ed una donna: erano Orlando ed Altea. |
“Tutto sarà stato vano…” ripeté il misterioso uomo, fissando Talia “… tutto cosa, milady?” Tradì così il suo accento inglese. “La mia fuga forse? O il mio arrivo?” Sorrise per poi raccogliere una delle maschere sul pavimento. “Credete non vi sia differenza? Oh, siete troppo scaltra e sveglia per crederlo davvero… e sta bene, vediamola allora questa differenza… se sono in fuga potrei essere molte cose… un evaso, un ricercato, un traditore…” indossò la maschera e la fissò attraverso quella cartapesta con i suoi enigmatici occhi chiari “… in questo caso dovreste dimenticare il mio volto… per il vostro bene, intendo…” gettò la maschera e sorrise “… se invece fossi giunto qui per caso, beh, allora la fantasia potrebbe davvero divertirsi… magari come quando si scrive un testo di una commedia… vediamo… potrei essere un vagabondo, o un amante in fuga da un marito geloso… avventurosa la cosa, vero? O forse amate più il romanticismo? In questo caso potrei essere Lancillotto in cerca di Ginevra, o Tristano che sogna di raggiungere Isotta… ma voi forse non amate le storie romanzate? Oh, non ditemelo… sarebbe uno spreco… tutto di voi mi parla di Amor Cortese, pene d’amore e grandi slanci… e poi la vostra voce… ispira poesia, milady. Resterei qui ad ascoltarvi per ore. Per tutta la vita, se avessi il dono di poter disporre di tutto il tempo del mondo. Eh, non mi stupisce che abbiate deciso di fare l’attrice…” le fece l’occhiolino “… ma che sbadato… parlavamo di me e del mio arrivo, giusto? Chi sono? Perché non un poeta? No, i poeti possono conquistare qualsiasi cosa, milady, e se lo fossi attenterei al vostro cuore… allora potrei essere un illusionista…” strofinò il suo pugno contro la camicia e nel riaprirlo mostrò una margherita alla ragazza “… l’avete detto voi, no? Qui tutto è finzione… forse anche questo fiore… forse anche quel nostro bacio… eppure, quel bacio mi ha salvato la vita e vi ha condotta qui a cercarmi… allora, forse, non tutto è finzione…” si avvicinò mentre lei era ancora voltata di spalle.
Un attimo dopo, all’improvviso, si udirono dei passi provenire dalle scale che davano al teatro. Qualcuno stava scendendo in quel magazzino. http://content8.flixster.com/photo/1...404646_gal.jpg |
Parlava... difficile sarebbe descrivere l’effetto che quella voce calda e profonda aveva su di me... mi perdevo in quella voce quasi fosse una melodia, perdevo la cognizione del tempo e dello spazio, perdevo il senso di ciò che era reale, perdevo la dimensione di quella folle situazione...
Parlava... non aveva mostrato la pur minima inflessione fino a quel momento, quasi non ne avesse, quasi -mi sorpresi a pensare- avesse imparato quella lingua a tavolino... e fu per questo che quella piccola, momentanea incertezza che tradì un accento chiaramente inglese mi sorprese... Rimasi immobile per qualche momento quando la sua voce si spense, le sue mani sfioravano le mie spalle ma con tanta delicatezza che avvertivo appena quel tocco. Mi voltai, infine, e tornai a fronteggiarlo, fissandolo con sguardo serio... “Finzione e realtà...” mormorai “Quanto è labile il confine tra l’una e l’altra, non è vero?” Con delicatezza presi la ninea margherita che aveva fatto comparire con quel piccolo gioco di prestigio e la osservai per qualche istante... “Sapete... Tafferuille, che voi avete con tanto ardore impersonato, sostiene che niente è reale per un attore tranne ciò che avviene sul palcoscenico... un attore vive sulla scena e nella scena, non esiste fuori da essa...” Sollevai gli occhi su di lui e finalmente sorrisi... “Ciascuna delle possibilità che avete elencato, circa la vostra presenza qui, è affascinante, sapete?” soggiunsi “Ciascuna potrebbe essere un ottimo spunto per un copione... Non vi chiederò quale sarebbe il giusto finale per quei copioni, e non mi chiederò neanche quale di essi si addice maggiormente ad un uomo inglese che si trova a visitare la Francia di questi tempi...” il mio sorriso si allargò impercettibilmente a quell’affermazione “Mi limiterò a constatare, monsieur, che probabilmente sareste stato anche voi tagliato per fare l’attore. Non trovate?” Citazione:
“Tuttavia, qualsiasi sia il vostro ruolo in questa commedia...” sussurrai, tornando a guardarlo “Verrà presto cancellato se vi trovano qui!” Vi era un carrello, proprio lì dietro, confuso nell’ombra e completamente ingombro di costumi e maschere ed ogni sorta di belletto... lo indicai al misterioso uomo, facendogli silenziosamente segno di nascondersi lì dietro... poi inspirai profondamente e tornai a guardare verso la scala, ai piedi della quale era appena giunta una figura. |
Guardai Sir Hagus..
<<Pff.. Non lo lascerei qui neanche morto..>> dissi rivolgendomi a Cavaliere25.. Presi dalla sacca una boccetta e una baccarancia.. <<Mangiate..>> Dissi porgendo la bacca a Sir Hagus.. Poi delicatamente tolsi la benda dalla ferita e la osservai.. <<MMM.. Due lacrime di fenice basteranno..>> Aprii la boccetta e versai due gocce di quel liquido caldo sulla ferita che si rimarginò in pochi secondi.. <<Ecco fatto.. La baccaranca vi darà altre energie.. Ora se vogliamo andare..>> Dissi porgendo la mano a Sir Hagus per aiutarlo ad alzarsi.. La luna si alzò in quello spiazzio inquietante.. |
Il rischio oramai era divenuto concreto, purtroppo non riuscimmo a mantener fede alla nostra promessa.... eravamo pronti ad attendere la sentenza del Priore, quando improvvisamente una voce ruppe quel silenzio. Era quella di un monaco il quale ansimando si avvicinò al Priore e noi portandoci tal notizia.... era accaduto qualcosa di preoccupante, sentito ciò ci disse di seguirlo ed eseguimmo, chissà quale diavoleria abbia turbato la tranquillità e pace di codesto monastero.
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Il mio sonno era leggero come le nubi che velavano Mont Saint Michel......i primi tempi che vivevoli' il mio naso stava sempre all'insu'....quelle nuvole erano per me e per le altre bimbe.....motivo di gioco e tante risa.....incominciai a muovemi avevo sentito la voce di Emile e la bimba si era mossa.....aprii gli occhie vidi gli occhioni di Maria aperti e con le maninetentava di mettersi in bocca io laccetto del mio vestito......" Ciao signorina...simao gia' sveglie,e vedo che abbimo anche fame.....e.....siamo anche bagnate.....dobbiamo chiamare Emile e farci aiutare....bene alziamoci e andiamo a veder dove'..."....Mi alzai da quel giaciglio di fortuna e dall'alto vidi Maria che sembrava sorridere a qualcosa che io non riuscivo a vedere....." Emile...dove siete..."....incominciai a chiamarlo avviandomi alla porta, quando vidi entrare due uomini ed un Emile sorridente ed ospitale.......istintivamente tornai sui miei passi e presi maria tra le braccia.....erano questi gli uomini che Emile attendeva ?......." Credo che dovremo fare da sole..tesoro...Emile e' occupato...." Sussurrai all'orecchio della bimba......rimasi in silenzio accanto al camino e con una mano riuscii a mettere il latte nella scodella e mentre si riscaldava mi misi in ginocchio, poggiai la bimba sulle pelli e cominciai a pulirla.......ogni tanto guardavo i tre uomini e mi chiedevo quale sarebbe stata la nostra sorte......se proprio ero costretta a lasciare la bimba....quel mulino sembrava la reggia piu' bella del mondo....io sarei rimasta li'.....l'avrei sistemata e per un po' sarebbe stato il nostro rifugio, magari sino a quando quell'assurda guerra non fosse cessata.......mi sentii improvvisamente triste.....qualcosa stava cambiando .......
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Quei due uomini entrarono nel mulino ed Emile li accolse con un sorriso.
“Temevo di non vedervi, amici miei.” Disse ai due appena giunti. “Dov’è il resto della banda?” “Eh, purtroppo ci siamo dovuti divedere.” Rispose uno dei due. “I Ginestrini hanno messo a ferro e fuoco l’intera città… ora spero solo che il resto della banda possa uscire al più presto da Ostyen…” guardò poi l’uomo che era giunto insieme a lui e lo presentò ad Emile “… questi è padre Adam… l’abbiamo tratto in salvo dal patibolo… ora tu devi condurci fuori da Ostyen…” Emile annuì. “Chi è quella donna?” Chiese l’uomo accorgendosi di Elisabeth. “E quel bambino?” |
Hagus guardò stupito Daniel, dopo che questi gli aveva curato la ferita.
“E’ incredibile…” mormorò “… come hai fatto, ragazzo?” Lo fissò. “Ti sono di nuovo debitore…” sorrise “… e sia… andiamo!” Il gruppo così si rimise in marcia. Attraversarono quello spiazzo e si ritrovarono nel bosco avvolto da fitte tenebre. “Questo luogo mette i brividi…” mormorò Giselle a Cavaliere25 che le stava accanto. Più il gruppo penetrava in seno a quel bosco, più un’angoscia sembrava impossessarsi di loro. Ad un tratto, in lontananza, apparve una debole luce. “Guardate…” indicò uno degli zingari. |
Nel monastero, intanto, qualcosa era accaduto.
Il priore seguì quel monaco e lo stesso fecero Fountaine ed i suoi due compagni. “Vieni anche tu, Parsifal.” Disse uno dei due. Giunsero così tutti alla cappella del monastero. “Cosa è accaduto?” Domandò il priore. “Guardate i piedi della Vergine…” indicò il monaco. Nella cappella vi era infatti una statua della Madonna, con indosso abiti veri. E ai piedi portava delle scarpe che erano state cucite dai fedeli. E quelle scarpe erano consumate. “E’ un miracolo!” Gridò uno dei monaci. “La Statua si è mossa stanotte!” E tutti si chinarono a pregare. |
Citazione:
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che sarà mai quella luce dissi andiamo a vedere però stiamo attenti non sappiamo cosa ci aspetta in questo posto e guardai Giselle e le sorrisi
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Guardai attentamente la spada che Lord Carrinton mostrava, non ero mai stata nella dimora di Lord Tudor, ma ricordavo quello stemma. Era lo stesso che Lyo portava impresso nella sua divisa. "Non capisco, Orlando non conosco di persona Lord Tudor, non vi sono mai stata nel Belvedere...se non per salvare..Lyo". Vidi Orlando tastare il muro, come cercare una porta segreta, come nelle leggende narrate nel lontano Oriente, dove porte misteriose celavano i più splendenti tesori, e così fu. Si aprì una tela, Orlando mi prese per mano, lentamente ci avvicinammo a una porta, ci guardammo prima di aprirla sperando di non incappare in altre amare sorprese. Lui fece il primo passo e...meraviglia, proprio una stanza delle fattezze di quel lontano Oriente si aprì, ma fu più sorprendente trovarvi dentro una bellissima dama.
Ella non sembrava stupita e ci chiese di presentarci, Orlando stava guardando la stanza, io non mi avvicinai alla dama per prudenza "Milady, i miei omaggi, ci chiedete chi siamo? Siamo due sconosciuti, due persone che ci siamo trovati qui per caso e siamo stati fatti prigionieri". |
Appena vidi quel bagliore un brivido percorse la mia schiena.. Presi d'istinto il braccio di Sir Hagus..
<<Stiamo Attenti.. Non c'è niente di buono lì.. Lo sento..>> Guardai Giselle e mi avvicinai.. <<Milady non mi sono ancora presentato scusate.. Io sono Daniel scudiero e Mago di Sir Guisgard..>> dissi facendo un profondo e ironico inchino.. <<e voi?>> dissi con un sorriso.. |
“Giselle… sono Giselle La Roque…” inchinandosi la donna a Daniel “… sono la dama di compagnia di madame Du Blois.”
A quel punto Hagus fissò Daniel. “Cosa senti?” Domandò. “Qualche oscuro presagio?” Egli infatti aveva ormai ben compreso che Daniel possedeva una certa sensibilità, capace di farlo accedere negli arcani pilastri del sapere occulto. “Solo giungendo in quel luogo…” continuò Hagus “… scopriremo cosa nasconde…” Il gruppo, così, si avviò verso quella luce. Ad un tratto, dalle tenebre, emerse la sagoma di un edificio. Era un casale abbandonato. La luce proveniva da una torcia appesa alle murature di quel luogo. “Che posto tetro…” mormorò Giselle “… nessuno potrebbe vivere in un luogo simile…” voltandosi verso Cavaliere25. “Però, se questa torcia si trova qui vuol dire che qualcuno si è preso la briga di mettercela.” Fece Hagus. All’improvviso, tra i cespugli, emerse una figura: era una bambina che fissava Hagus e il resto della banda. |
Orlando ed Altea, attraverso quel pannello, si ritrovarono in una stanza arredata in modo quasi fiabesco.
Davvero sembrava di essere in una favola narrata ne Le mille e una notte. E in quella stanza, come nelle più esotiche delle novelle, vi era anche una ragazza: era Gaynor. Aveva indosso una clamide bianchissima, che, scendendo sul suo corpo, quasi modellava le morbide e sensuali forme della giovane. “Chi siete, milady?” Chiese Orlando a Gaynor. “Siete forse prigioniera in questo covo di briganti? O forse solo una schiava?” |
“Tafferuille dice questo?” Sorridendo il misterioso uomo a Talia. “Beh, devo dire che, dal suo punto di vista, non afferma il falso… il suo mondo è il teatro e, per questo, ai suoi occhi è reale. Noi invece, poveri mortali, che non abbiamo accesso a quel favoloso mondo fatto di maschere e costumi, beh, possiamo solo immaginare che la vita stessa sia simile ad una grande rappresentazione scenica. E, sinceramente, non penso sia poi tanto difficile immaginare ciò… prendete una delle vostre commedie… vi è un eroe buono, quasi sempre innamorato, una bellissima dama ed un cattivo da sconfiggere…” fissò Talia divertito “… ma se ci guardiamo intorno la situazione non è poi tanto differente… io potrei essere l’eroe in fuga da un gran cattivane che minaccia quanto vi è di buono a questo mondo, mentre voi la bellissima dama amata dall’eroe… e salvare tutto il mondo è difficile… come conquistare il vostro cuore, mademoiselle.”
La sua mano sfiorò di nuovo i lunghi capelli chiari di lei. “Trovate che io sia portato per fare l’attore?” Sorridendo di nuovo. “Ed io vi vedo come una perfetta eroina. Un’eroina magari idealista… sbaglio? O forse solo per nostalgia avete chiamato questo paese Animos invece che Magnus?” In quel momento si udì un rumore dalle scale. “Eccoti…” entrando Renart e fissando Talia “… ti stanno cercando tutti di sopra… ami i posti solitari ora?” Nel magazzino vi erano solo loro due: il misterioso uomo era sparito. “Ho visto che il nostro caro Tafferuille ha deciso di darsi all’improvvisazione…” continuò “… che motivo aveva di baciarti? Non era scritto nel copione. Ora è di sopra, completamente ubriaco… è patetico…” si avvicinò e la prese per un polso “… ti è piaciuto quel bacio, dimmi?” |
Guardai la bambina e dissi ciao bella bambina come ti chiami? e mi avvicinai un po sai dirci che posto è qeesto continuai a dire e aspettai che la bambina mi rispondesse mentre guardai il gruppo
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<<Molto piacere..>> dissi inchinandomi alla dama
Poi rivolgendomi a Sir Hagus dissi: <<Sì.. C'è qualcosa di brutto là dentro..>> Arrivò una bambina.. Alta neanche un metro.. Capelli neri lunghi e occhi viola.. <<COPRITEVI LE ORECCHIE NON LA ASCOLTATE!>> urlai a tutti.. Mi coprii le orecchie e vidi uno zingaro che iniziò a parlare con lei dopo pochi secondi cadde a terra morto.. <<è ELVA COPRITEVI LE ORECCHIE!>> urlai a tutti.. |
alle parole di Daniel mi copri le orecchie e feci dei passi indietro non capivo cosa stava succedendo ma quella bambina non sembrava malvagia dal suo aspetto e guardai tutti
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Non riuscivo a credere alle mie orecchie, la statua della Madonna si era mossa... qualcosa non torna pensaì tra me e me, ci si è dimenticati di un particolare che fine avevano fatto le provviste che ci videro colpevoli di un incidente? Non può essere stata la Madonna, lei è l'incarnazione della bontà e misericordia in persona.
Non convinto di ciò nel più rigoroso rispetto tentaì di cercare qualche indizio che possa giustificare, non tanto la visione miracolosa che i monaci hanno veduto, ma bensì tracce di colui che una notte fà aveva rubato cibo dileguandosi nella cappella. |
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