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Sorrisi ad Icarius ed annuii.
"La mia spada magica ha un nome, sai?" sorridendo "Damasgrada.." per poi fargli l'occhiolino. Poco dopo scendemmo dalla nave per attuare il nostro piano. Il piccolo droide era davvero un fenomeno, e ci condusse nel più vicino acquedotto da dove avremmo potuto raggiungere la città. Ero curiosa di scoprire cosa avremmo trovato in quella città così diversa da tutto ciò che conoscevo, e per questo affascinante seppur pericolosissima a quanto avevamo scoperto. Non appena Cq aprì un passaggio in quella grata entrammo di nascosto nell'acquedotto e ci dirigemmo verso il cuore della città. |
Gli uomini erano riuniti nella Sala dei Comandi.
Risposi con un mezzo sorriso alla battuta di Giacomo il Nero.."Non preoccupatevi capitano, saprò tenere a bada chi osa avvicinarsi". Poi il mio volto si voltò verso Bydoke che continuava a fissarmi in modo insistente, mi sedetti in una delle sedie sempre più perplessa sul tenente di vascello, eppure aveva dimostrato di non essere uno degli uomini che si descrivono a Maruania. Sembrava tenesse alla sua morale di uomo e ufficiale in modo puntiglioso, nemmeno un pettegolezzo doveva scalfire il suo onore e quella corazza sembrava essersi costruito addosso e lo aveva detto proprio a parole. Poi arrivò l' altro personaggio enigmatico..Munain. Era strano, avevo trascorso così tanto tempo con lui ma ancora non lo avevo ben definito e se fosse sincero, lo osservai...nuovamente quello sguardo enigmatico come quando ero sul poligono di tiro. A questo punto o mi facevo io troppe paranoie oppure più di qualcuno aveva qualcosa da nascondere. Poi la luce fu spenta e iniziarono a mostrare delle diapositive e mi misi a guardarle in silenzio, non doveva sfuggirmi nulla..presupponevo fossero sulla missione contro il Falco. |
“Oggi è caldissimo.” Disse Aris. “Sarà meglio prendere qualcosa di fresco.” Battè le mani ed arrivò un'ancella. “Portaci del tè freddo e limoni appena colti.” Ordinò.
Poi le donne si sedettero su comode poltrone foderate di raso turco. “Oggi ho veduto” fece Lisya “il nuovo capo degli schiavi... un berbero tutto muscoli e sudore... eh, una notte con lui e temo sarei da rifare...” ridendo “... ma siamo sicure a parlare qui davanti alla ragazza?” Indicando Gwen. “Non vorrei spettegolasse in giro... io sono una donna sposata...” “Tranquilla.” Rispose Aris. “Gwen è fidata. E comunque non uscirà mai da questa torre.” “Ma la tua storia con l'addestratore dei gladiatori?” Chiese Pola. “Oh, Palesos...” sospirò Lisya “... si, certo è lui il mio amore... ma siamo di nuovo ai ferri corti...” “Ancora?” Stupita Pola. “Cosa vuoi...” agitando il ventaglio Lisya “... come si dice? L'amore non è bello se non è litigarello.” E risero. |
Il gruppo scese nell'acquedotto, una grande tubatura di piombo lucidissimo, dove l'acqua era alta un metro e scorreva rapida e fresca, diretta verso il cuore della città.
“Spero di non trovarci topi qui sotto...” disse Icarius in testa al gruppo “... li odio... nulla detesto al mondo più dei topi... a parte gli anticlericali...” “E' un acquedotto” fece il pellegrino “e non vi sono animali. Non sono certo fogne.” “Lo so...” mormorò il Taddeide “... ma meglio esserne sicuri...” “Signore è del tutto impossibile che topi o ratti frequentino questo luogo.” Cigolò Cq. “L'acqua qui raccolta e convogliata viene poi smistata tra terme, fontane pubbliche ed abitazioni private.” “Grazie della spiegazione.” Sorridendo Icarius. “E per tranquillizzarvi, posso assicurarvi che non registro alcuna attività vitale qui sotto.” Precisò il droide. “Naturalmente esclusa la vostra.” Continuarono per circa un'ora, fino a quando raggiunsero un tombino. Cq lo forzò con il laser ed esso si aprì. Uscirono così all'aria aperta, in un piccolo vicoletto laterale. Seguirono la voce della gente ed i rumori vari, fino ad intravedere una piazza centrale. Al centro di questa dominava una grande costruzione terminata a metà ed attorno alla quale lavoravano decine di schiavi incatenati l'uno all'altro. Quegli infelici spingevano grossi blocchi di pietra squadrata, mentre i soldati li frustavano e cospargevano di grasso i tronchi di legno su cui le pietre scivolavano. Erano intenti a costruire un'altra di quelle immense torri. “Che posto è mai questo?” Piano il pellegrino. “Piuttosto mi chiedo...” fissando quella scena Icarius “... a cosa serviranno mai queste ciclopiche torri...” Erano ben nascosti ad osservare il tutto. Ad un tratto si udì il suono di un corno ed i soldati fermarono i lavori. Arrivò allora una biga, su cui vi era l'auriga ed un uomo in uniforme. “Grande Enzio.” Salutò uno dei soldati e tutti si inchinarono a lui. Allora Damasgrada cominciò a vibrare forte sul cinturone di Clio. http://lusipurr.com/wp-content/uploa...-SLIDER-01.jpg |
Dension fissò Dacey e poi restò pensieroso.
Intanto le spumose onde del mare venivano a morire sulla spiaggia dorata, scintillante e calda. I gabbiani volavano bassi, mentre lontani banchi di nuvole bianchissime attraversavano dolcemente l'orizzonte sterminato. Una lieve e afosa brezza soffiava dal mare, accarezzando le palme e spingendo sulla loro pelle sudata l'umidità di quelle esotiche latitudini. “E' rischioso...” disse lui “... dovremo vivere sul chi va là...” “Le coppie di Vacolis” fece il vecchio “sono forse la cosa più semplice da imitare. Non hanno passione, né slanci. Sono apatiche ed indifferenti. A vedere voi due invece” sorridendo “sembrate molto più affiatati di quella povera e miserabile gente.” “Sentito, piccola?” Dension a Dacey. “Cominciamo dunque questa recita?” Accarezzandole il viso. “Magari ci cascheranno davvero.” Rise appena. “Dovrò imitare per un po' il tuo fantomatico grande Amore.” Facendole l'occhiolino. |
Ero sconvolta da quei discorsi. E menomale che si doveva essere castigate, per stare qui.
"Oh non temete, potete parlare tranquillamente" con un leggero sorriso, anche perche` ero curiosa di sentire fin dove arrivavano. Guardai di sottecchi Aris senza farmi scorgere alla frase della torre. Sta calma, Gwen... Ero sempre piu` sconvolta da quel posto e da quella gente... |
Altea si sedette ed il droide cominciò la proiezione.
“Questa è la Divina Misericordia...” disse Giacomo il Nero, commentando le varie immagini che scorrevano “... è la più grossa nave da guerra esistente... nessuna di quelle facenti parte della flotta di Maruania può paragonarsi ad essa... è frutto di una tecnologia sconosciuta... armata di tutto punto, può muoversi con estrema velocità sia nel cielo, che sul mare... e persino sott'acqua. E' il vascello del misterioso Falco, il più pericoloso nemico di Maruania. Di lui e della sua nave non sappiamo alto. Ma da alcuni avvistamenti sembra sia giunto nel Mar delle Flegee... ma qui vi sono lunghissime coste, promontori ed isole sparse ovunque, il tutto pullulante di città e borghi... trovarlo senza indizi è impossibile...” si accese una sigaretta “... ma noi abbiamo Eresia... il più grande terrore tecnologico di questo mondo...”mentre scorrevano le immagini della Divina Misericordia. http://www.japantrendshop.com//img/b...ii-model-2.jpg |
Quella piccola isoletta era davvero desolata, immersa nel verde si ma senza segni di vita tranne noi tre.
Il mio abito non era certo fatto per un clima del genere e iniziavo a sentire caldo. Avrei pagato per un po' d'acqua. Fingere di essere sposati. Non solo una volta nella mia mente era passata quella possibilità. Sapevo che era solo una finta ma quell'idea mi piaceva, avrei potuto avere un assaggio della mia fantasia. - Credo che dovremmo provarci, é l'unico modo per arrivare lì. Non penso che dovremo impegnarci molto comunque, anche il pescatore ha indovinato che c'è una certa intesa tra noi.- lo guardai sorridendo mentre sfiorava il mio viso con una mano. - Chissà se sarai all'altezza delle miei idee su un ipotetico marito- risi appena, - ma come la raggiungiamo Varcolis?- |
Seguimmo Cq in quell'acquedotto che ci avrebbe condotto all'interno della città.
Sorrisi tra me e me a quelle parole di Icarius: c'era qualcosa che detestava, incredibile. Dopo un'ora di camminata, arrivammo alla città, che ci si mostro dinnanzi come qualcosa di incredibile. Più di ogni altra cosa attirò la nostra attenzione una costruzione incompleta, che svettava sulle altre, dove degli schiavi lavoravano come bestie, e come tali erano trattate dai soldati. Un po' in contrasto con lo splendore della città. Poi trasalii. Una biga.. quella era una biga, per la miseria! E su di esso doveva esserci qualcuno di importante, a giudicare da come gli si rivolgevano gli altri. Già, importante e pericoloso a giudicare dal comportamento di Damasgrada che aveva ricominciato a vibrare insistentemente. Portai istintivamente una mano alla spada. "Non prevedo nulla di buono..." mormorai, pianissimo ai miei compagni di viaggio. |
Guardavo la Divina Misericordia impassibile, la avevo già vista nelle carte prese dal pastore.
Poi rimasi perplessa alle parole del Nero..ma le Isole Flegeesi erano vaste ma mi proposi di rispondere.."Capitano..se permettete..come pensate dunque di trovare la nave o il Falco? E' vasto questo arcipelago...magari una potente nave da guerra come questa non può permettersi di approdare nei piccoli porti di quei posti immagino..quindi si sarà fermata prima..è solo una ipotesi..ma voi avete un piano?". Infatti eravamo al punto di partenza alzando gli occhi al Cielo...che capitano infallibile. |
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