"In effetti" disse riflettendoci su Elv "non credo si possa avere ampio margine d'azione, anche visto il modo con il quale quel capitano ci ha trattati..." a Gwen "... ma io non mi do per vinto..." prendendo il suo cellulare "... ora chiamerò alla redazione del giornale e mi farò sentire... visto che la Stampa non può avere nessun bavaglio..." e digitò il numero.

La fitta penombra sembrava avvolgere ogni cosa, dominre ed alterare ogni forma di quella stanza.
"Sono un collezionista..." disse la voce a Destresya "... mi piace comprare ed avere cose belle... per il solo gusto di possederle..."
Allora lei vide una sagoma, una figura, finalmente distinguibile, muoversi nel chiaroscuro.

Belv aveva ragione, ma per me era tutto troppo affrettato.
Iniziò a digitare il numero.
"Capo" mi avvicinai, bloccandogli la mano sul cellulare "Secondo me corre troppo... Ho idea che se terremo un profilo basso e agiremo in sordina sarà meglio... Fossi in lei, aspetterei prima di avvisare la stampa..." gli consigliai, osservando la sua reazione negli occhi scuri e profondi.

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"Voglio solo fare un pò di rumore..." disse Elv a Gwen "... far capire a questi militari che non possono mettere bavagli a destra ed a manca..." fissandola "... voglio farmi sentire con la mia redazione...se non facciamo così ci toccherà un contentino..."

Rimasi pensierosa.
"E se Minsk avesse strumentalizzato la cosa proprio per tenere la stampa fuori dagli studi sul monolite? Ci ha pensato? Voglio dire, si rischia che la cosa ci si ritorca contro..."

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"Beh, è probabile..." disse pensieroso Elv a Gwen "... ma noi? Cosa vogliamo fare? Farci mettere da parte così facilmente?" Fissandola.

Diceva cosa che non avevano senso, o forse ne avevano solo per lui.
Un collezionista...
"Quindi davvero non sapete chi sono?" Ribadei, fissando la sagoma che finalmente sembrava visibile .

"No, non lo so..." disse la voce a Destresya "... chi sei?" Chiese con un tono strano, enigmatico, quasi fosse un gioco.

Sospirai.
"No, non dobbiamo metterci da parte... Ma forse, possiamo raccogliere informazioni cercando di agire per quanto possibile indisturbati e passare i dati alla stampa, ma tacitamente, senza fare troppa confusione. Immagino avrà qualcuno di fidato, alla redazione. Ho idea che se Minsk penserà di non avere più il fiato della stampa sul collo, abbasserà almeno un po' la guardia..."

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Non lo sapeva... o forse lo sapeva e stava solo giocando con me?
Il fatto che mi parlasse dall'oscurità mi indispettiva.
Eppure c'era qualcosa in quella voce che mi attirava come una falena dalla fiamma.
Voleva giocae?
Avrei giocato anche io con lui...
"Sono una regina!" gli dissi, con tono austero e fiero.

"Si, potrebbe essere un'idea..." disse pensieroso Elv a Gwen "... forse buttare loro un pò di fumo negli occhi può essere un vantaggio per noi..."
In quel momento squillò il cellulare di Elv e lui rispose.



Destresya sentì quella voce ridere appena, piano, quasi beffarda.
"Ogni donna" disse la voce "può definirsi regina solo se è trattata come tale da un uomo... non credi?"

"Sì, credo sia il piano migliore" annuii convinta, contenta che fosse del mio stesso avviso.
Poi, il suo cellulare squillò ed io mi allontanai un po' per lasciargli un po' di privacy mentre era al telefono.

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Scoppiai a ridere a quelle parole.
Un riflesso incondizionato, un momento in cui mi ero lasciata andare.
"Una regina è una regina, le altre donne possono solo credere a frasi come queste per colmare la loro inferiorità!" ribattei, cercando sempre di più nell'ombra quella voce che così abilmente si celava.

Gwen si allontanò, ma Elv, man mano che la telefonata andava avanti, i mostrava agitato, persino nervoso nel parlare al cellulare.



"Qui non vi sono regine" disse la voce a Destresya "a meno che io non lo voglia..." cominciando ad avvicinarsi nel buio.

Rimasi distante, ma vedevo che diventava sempre più agitato, quasi nervoso, man mano che continuava a parlare.
Così, inevitabilmente spinta dalla curiosità, mi avvicinai un po', per capire la causa di tanta agitazione che lo animava.

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Gwen si avvicinò proprio quando Elv staccava alterato la telefonata.
"Assurdo..." disse scuotendo il capo "... roba da non credersi... da non credersi!" Nervoso.

Mi avvicinai a lui mentre la telefonata si concludeva e lui era sempre più nervoso.
"È successo qualcosa in redazione? Ci sono problemi?" chiesi preoccupata.
Speravo sinceramente di no, ero appena arrivata e mi sarebbe dispiaciuto se il mio nuovo impiego fosse andato a farsi benedire.

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"Ci hanno fregato..." disse Elv a Gwen "... praticamente ci hanno già messo il bavaglio... i militari non hanno perso tempo e ci hanno messo fuorigioco..." sbuffando.

Sbarrai gli occhi.
"Di già?" esclamai.
"Allora la mia ipotesi è corretta... Davvero Minsk aveva già preparato tutto prima del nostro arrivo. Sapeva che la stampa ci avrebbe messo il naso e ha sbarrato la stessa ancor prima che atterrassimo. Che bastardo..." mormorai, scuotendo la testa.
"Crede che sia ancora possibile mettere in pratica ciò che avevo proposto?"

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"Purtroppo no..." disse sbuffando Elv "... perchè ci hanno assegnato un altro compito..." fissando Gwen e scuotendo la testa.

Aggrottai la fronte.
"Un altro compito? Cioè cosa? Immagino non abbia a che fare col monolite..."
Era chiaro che se ci avevano messo i bastoni fra le ruote non ci avrebbero permesso di avvicinarci a quel caso, nemmeno nei nostri sogni...

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"Questo lo dite voi!" fissando l'ombra che si avvicinava verso di me.
Mi irritava non poterlo vedere, quel continuare a celarsi, quell'attesa diventata insopportabile stavano fiaccando la mia resistenza.
Se davvero non aveva idea di chi fossi, non sapevo che pensare.
Cosa voleva da me?
Perchè aveva speso tanto per avermi?

"Non proprio..." disse Elv a Gwen "... diciamo che siamo sempre nel campo della propaganda, ma del monolite nemmeno l'ombra..." deluso e seccato.

Sospirai, scuotendo la testa.
Mi avvicinai a lui.
"Mi dispiace, capo... Sì insomma, io sono appena arrivata, sebbene mi facesse piacere far parte di qualcosa di grosso, ma cambia davvero poco per me... Ma capisco che contasse davvero molto per te..." commentai, in un sospiro affranto.
Poi, mi resi conto di ciò che avevo detto, sgranando gli occhi.
"Oh, scusi, non volevo darle del tu..." mi scusai, mortificata per quella distrazione da parte mia.

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"Chissà cosa pensi..." disse lui celato nella penombra a Destresya "... quanto valgono i tuoi pensieri stanotte?" Chiese.

Elv rise piano.
"Come sei pudica..." disse divertito a Gwen "... ora dovrò punirti, sai? Severamente." Con tono sarcastico.

Continuavo a fissare quell'ombra che si avvicinava, celata dall'oscurità, senza poter fare altro.
E io non ero certo abituata a non avere il controllo.
Quella situazione mi irritava ed attirava allo stesso tempo.
"Pensi davvero che tutto sia in vendita?" sussurrai poi.

Sollevai le sopracciglia, sbattendo le palpebre.
Che tipo...
"Che spiritoso" commentai, con tono piatto "È la battuta di benvenuto per tutte le nuove assunte o solo io ho l'onore?" con tono aspro e sarcastico.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...3854222cca.jpg

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Elv rise di nuovo.
"No, solo quelle carine e disposte a tutto pur di fare carriera." Disse a Gwen, facendole l'occhiolino.

"Per me si..." disse la voce a Destresya "... quanto costano i tuoi pensieri? Magari stanotte potrei pagare una cifra fiabesca per averli..." avvicinandosi nella penombra.

Stavolta lo guardai davvero sorpresa.
"Ed io rientrerei in questa categoria?" chiesi retoricamente.
"Avanti, illuminami..." aggrottando la fronte in un'espressione teatralmente incuriosita ed interessata.

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"L'unica cifra che mi interessa è quella che possa pagare la mia libertà!" dissi, fiera, cercando di scrutare nell'ombra.
Stava giocando con me.
E quel che era peggio, era che sapeva giocare dannatamente bene.
Quella voce sapeva entrarmi dentro, sentivo la pelle d'oca crescere.
Ma non potevo farmi abbindolare, c'era un paese in rivolta che aveva bisogno di me, che mi aspettava.
Dovevo trovre il modo di andare via di lì.

Elv rise piano e le fece l'occhiolino.
"Beh, magari è solo un modo per..." disse fissando Gwen "... per dirti che sei molto carina..." sfiorandole i capelli rossi.

Okay, questo non lo avevo previsto.
Non me lo aspettavo e mi aveva presa in contropiede, come la sua carezza fra i miei capelli.
Mi ritrovai ad osservare le sue dita fra i miei capelli, poi i suoi occhi neri.
"Questo ha tanto l'aria di essere un salvataggio in corner per miracolo..." mormorai, per stuzzicarlo un po', mentre non riuscivo a trattenere un mezzo sorriso divertito.

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"Eppure" disse Elv senza smettere di accarezzare i capelli di Gwen "tu sei ancora qui... non sei andata via, nè mi hai preso a schiaffi..." sorridendo malizioso.

Sorrisi appena divertita.
Non sapevo se tutto ciò rientrasse in un normale rapporto di lavoro, ma in quel momento mi sentivo in diritto di non pensarci più di tanto.
"Evidentemente non hai ancora fatto nulla per meritarteli, gli schiaffi..." commentai io, serafica, le sue dita ancora intrecciate ai miei capelli.

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Elv rise.
"Allora mi dovrò dar da fare..." disse senza smettere di giocare con i capelli di Gwen "... per meritare quegli schiaffi, no? E magari ne saprò meritarne un bel pò?" Divertito.

"La libertà non esiste e quindi non si può comprare." Disse la voce. "A me interessa solo ciò che posso acquistare, come la bellezza, il piacere..." era ormai abbastanza vicino a Destresya, sebbene la fitta e cupa penombra ne celava l'aspetto.
Però ad un tratto due occhi si accesero in quel misterioso chiaroscuro.
Erano di un grigio perlato, luminoso ed enigmatico.
Avevano un che di cupo e di aristocratico allo stesso tempo.
Due occhi fissi su con lei.

Ancora non smetteva, le sue dita percorrevano indefessamente i sentieri autunnali dei miei capelli, come misteriose strade di campagna dalle tinte ramate ed era in un certo senso piacevole.
Sollevai un istante le sopracciglia, con una smorfia divertita.
"Beh, è un po' strana come aspirazione da avere nella vita, non ti pare?" commentai, studiando attentamente l'espressione nei suoi occhi neri.

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"Beh, magari dopo gli schiaffi c'è di meglio..." disse Elv con tono impertinente e senza smettere di giocare con le dita fra i capelli di Gwen "... vuoi che smetta? Di toccarti i capelli intendo... magari da fastidio ad una brava ragazza come te... o forse non lo sei davvero?" Con malizia.