Ad un certo punto, vidi che nel giardino della tenuta c'era padre Sever.
Allora scesi giù per salutarlo.
Almeno avrei avuto qualcuno con cui parlare, dal momento che Elv ancora non tornava e ad essere onesta, ero parecchio preoccupata.

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"Perfetto grazie" prendendo lo spumante scadente.
Ce ne andammo e dissi ad Hunt.."Dall' altra parte dell' albergo? Come facciamo ad arrivarci, ovvio un albergo del genere è per le coppiette come noi...o da chi non vuole farsi vedere per qualche motivo...ho dei sospetti, che facciamo?" ad Hunt.

D'un tratto, la macchina si fermò e i due scesero.
Attesi qualche secondo che si allontanassero, poi scesi e li seguii.
Eravamo in un alberghetto da quattro soldi, certo non la tana del loro capo.
Sospirai, alzando gli occhi al cielo.
Sperai almeno che il capo fosse nelle vicinanze.
Li seguii di soppiatto, e origliai la conversazione tra l'albergatore e una coppietta impicciona.
Me ne restai nascosta.
Avevano una camera prenotata.
Attesi, pronta a seguirli per vedere che facevano.

“Albeggia, ma non è ancora abbastanza luminoso fuori...” disse Hunt ad Altea “... quindi magari se usciamo dalla finestra e scivoliamo sul tetto arriveremo dall'altra parte dell'albergo senza essere visti...”



Gwen raggiunse il giardino, dove c'era Padre Sever.
“Buongiorno, vedo che è mattiniera.” Disse il prete alla ragazza.



La Pantera senza essere vista seguì Settimius e gli altri uomini.
Si chiusero nella loro stanza ed abbassarono le tendine delle finestre.
“Bene...” disse uno di quelli a Settimius “... il libro?”
“E' qui con me.” Annuendo il professore.

Ricambiai il sorriso.
"Già, pare di sì... Qual buon vento la porta qui?" chiesi curiosa.

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"Sono venuto per raccogliere fiori da portare in chiesa." Disse il prete a Gwen. "Ogni mattina mi è data la libertà di farlo." Sorridendo. "Lei invece cosa mi racconta di bello?"

"Perfetto... Dovremmo salire sul tetto e calarci con la imbracatura nel nostro zaino.. Ogni agente segreto non deve essere preso alla sprovvista.. Andiamo presto in camera a prepararci".

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Hunt annuì ad Altea e tornarono in camera per prepararsi.
Allora uscirono sul tetto e cominciarono a percorrerlo, diretti dall'altra parte dell'albergo.
Qui si calarono fino a scendere in un piccolo parcheggio laterale ed interno alla struttura.
Saltanto dal muro ed atterrando sul legno che fungeva da raccorso sull'asfalto, Altea si rese conto che sotto era vuoto, come se ci fosse una botola coperta.

"Ottimo" annuii "Qui c'è decisamente l'imbarazzo della scelta, in fatto di fiori" divertita, mentre mi guardavo attorno.
Ci misi molto impegno per non ridere istericamente a quella domanda.
Ne avrei avute di cose da raccontare, parecchie.
Ma non era il caso.
"Cerco di ammazzare il tempo mentre aspetto, questo posto è talmente grande che ci si perde..."

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Camminavamo piano e furtivi sopra il tetto, senza far rumore e ci calammo con la fune. Vidi del legno sopra l'asfalto e lentamente atterrai ma sotto sembrava vuoto. Osservai Hunt "Vieni qui" a bassa voce togliendomi la imbracatura "Qui sotto è vuoto e sembra ci sia una botola.. Dici.. Siano qua dentro o.. Vi è nascosto qualcosa" caricando il fucile sulle spalle "Proviamo a vedere se vi è una entrata, accendi la torcia al plasma".

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"Capisco." Disse il prete a Gwen. "Ha poi incontrato il padrone di casa?" Chiese.



Hunt annuì ad Altea e con la torcia al plasma controllarono.
C'era effettivmente una botola sotto il passaggio di legno, ma era chiusa con un lecchetto blindato.

Non seppi quanta consapevolezza ci fosse nella sua domanda.
A quanto avevo capito, diceva di aver avuto a che fare con il famigerato Duca Bianco e ciò mi confondeva.
Accennai un sorriso.
"Sì, l'ho incontrato. È certamente una persona particolare, nel suo modo di essere e di fare" dissi, senza sbilanciarmi, poiché non potevo.

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"Ma è proprio una botola ed è chiusa con un lucchetto, che strano..magari tengono quel prezioso spumante che prima ci hanno dato" trattenendo una risata "Ma proviamo" ed estrassi dalle cinghie laterali dello zaino una piccola flex ma dalla fiamma potente per rompere il lucchetto.

https://pmcvariety.files.wordpress.c...der.jpg?w=1000

Giunta fuori dalla loro camera, col mio udito felino riuscivo a capire cosa dicessero.
Parlavano di un libro.
Evidentemente aveva detto la verità lo scagnozzo che avevo ucciso.
Quello che non capivo, è che cosa c'entrasse Fessen in tutto quello.
Ad ogni modo, continuai ad ascoltare.

Altea tagliò il lucchetto ed aprì la botola.
Dava ad una sorta di cantina.
"Direi di scendere a vedere dove conduce..." disse Hunt.



Il sacerdote sorrise a Gwen.
In quell'istante arrivò il cameriere di colore.
"Signorina, questa è per lei..." disse dandole una lettera.
Era di Elv.



La Pantera si mise ad ascoltare.
"Rispetteremo l'accordo..." disse Settimus agli altri "... io vi consegnerò il libro e voi quel maledetto giornalita."
"E' molto importante per voi vedo..." uno di quelli.

"Si." Annuì Settimius. "E' una questione personale. Ha messo in scena una falsa inyervista ed il mio capo vuol vendicarsi ora."

Risposi con un sorriso incerto, poi il cameriere mi diede una lettera.
Era di Elv.
"Mi scusi un attimo, padre" mi congedai e mi allontanai per leggere la lettera.

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Mi si gelò il sangue nel sentire quelle parole.
Fessen!
Parlavano veramente di Fessen!
Allora erano quelli ad averlo preso, fatto evadere di prigione e catturato.
Oh, sarei riuscita a liberarlo, a qualunque costo!
Continuai ad ascoltare, dovevo capire dove fosse in quel momento.

"Bene, consegnatemi il giornalista ed il libro sarà vostro." Disse Settimius a quegli uomini.
Quelli allora lasciarono la camera e raggiunsero la portineria, dove il padrone dell'albergo fece loro segno di seguirlo.
La Pantera aveva udito tutto.



Gwen si allontanò dal sacerdote e lesse la lettera:

"Tesoro, gli eventi mutano rapidamente e spesso noi tutti siamo alla loro mercè.
Io devo partire, neanche io so bene per dove.
Va nella tua camera e troverai una valigia.
Portala con te quando andrai via.
Per quel che può valere io ti penserò ogni giorno.
Ti amo, tesoro."

Sentivo il cuore battere sempre più forte.
Ero vicina, ero incredibilmente vicina.
Dovevo solo stare attenta a non fare un passo falso.
Li seguii in silenzio, silenziosa come un'ombra, fino dal portiere e anche dopo.
"Sto arrivando, Fessen.." pensai.
Lo avrei liberato e portato via con me.

Mi sentii sprofondare.
Che voleva dire?
Perché era sparito così?
Gli eventi mutavano in fretta?
E lui scompariva?
Nel momento in cui avevo avevo accettato di stargli accanto nonostante tutto,nel momento in cui avevamo fatto progetti?.
A cosa serviva?
Non serviva proprio a nulla.
E poi, dove sarei dovuta andare?
Dove?
Non mi dava neanche modo di raggiungerlo, di trovarlo, non dava spiegazioni, niente!
L'impeto fu quello di stracciare quella lettera e urlare, ma non ero sola e non volevo dare spiegazioni per eventuali scenate.
Mi voltai verso il prete.
"Deve scusarmi, io devo andare, devo..." mi interruppi sospirando e obbligando la voce a uscire "Devo partire all'improvviso, mi perdoni se la lascio sola."
Andai sopra in camera dove doveva esserci quella maledetta valigia e le copiose lacrime che avevo trattenuto finalmente uscirono.

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Il portiere condusse quegli uomini in una stanza laterale, chiusa da una porta blindata.
Entrarono e trovarono legati su un paio di brandine due uomini.
La Pantera li seguì con passo felpato e riconobbe uno dei due uomini legati.
Era Fessen.



Gwen salì in camera e trovò la valigia.
Cosa conteneva?

Spinta dalla curiosità, aprii la valigia.
Speravo che non fosse un semplice bagaglio, ma che contenesse qualcosa in grado di farmi capire dove potessi andare, o dove potessi trovare Elv.
Avevo letto che non sapeva bene dove stava andando, ma era troppa la voglia di trovarlo e dovevo fare di tutto per riuscirci.

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Li seguii in quel sotterraneo, attenta a non farmi vedere.
C'erano due uomini legati al lettino, ma io ne vidi soltanto uno.
Uno, lui.
Fessen.
Il cuore iniziò a battere sempre più forte.
Dovevo agire in fretta, sfruttando l'effetto sorpresa.
Rapida e silenziosa scivolai nella stanza, aggredendo i due uomini con i poteri e la forza della Pantera.
Niente e nessuno mi avrebbero tenuto lontano da Fessen.

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Gwen aprì la valigia ed all'interno vi trovò del denaro.
Molto denaro.
Ad occhio sembrava esserci almeno un milione di Taddei in quella valigia.

Rimasi senza parole vedendo tutto quel denaro.
Il milione di Taddei di cui mi aveva parlato.
Rimasi a fissare la valigia istanti interminabili senza sapere cosa dire, cosa fare, ma soprattutto dove andare.
Era quanto mai rischioso andare in giro con così tanti soldi, ma non potevo lasciarli qui.
Decisi di ricorrere al mio progetto originario e andare da mia cugina finché non avessi avuto più chiara la situazione.
Intanto volevo andare via da questo posto che fin'ora mi aveva solo fatto male.

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Accesi pure io la mia torcia al plasma e iniziai a scendere per prima nella botola seguita da Hunt, eravamo cauti.

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Altea e Hunt scesero attraverso la botola, ritrovandosi in uno scantinato.
"Guarda guarda..." disse stupito Hunt nell'illuminare con la sua torcia tascabile una cassa piena di paglia, con al centro un libro antichissimo "... è il codice rubato dalla Biblioteca Antoniniana di Afragolopolis..." indicando il prezioso libro ad Altea.



In un attimo la Pantera entrò nella stanza e mise fuori gioco quegli uomini.
Fessen e l'altro uomo erano legati in due letti, svenuti.



Gwen prese la valigia e si preparò per lasciare quel'abitazione.

Come un automa mi preparai.
Ero ancora in subbuglio, sconvolta e insofferente al pensiero che non sapevo quando lo avrei rivisto.
Poi chiesi al maggiordomo se ci fosse un modo, per me, per arrivare alla stazione in città.
Non nascondevo a me stessa che una lunga camminata mi avrebbe aiutata a calmarmi e pensare, ma la razionalità era fuori discussione al momento, dunque avrei dovuto trovare un taxi, una macchina, qualsiasi cosa, per andar via da qui.

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Uccisi i due uomini fin troppo in fretta per quello che avevano fatto al mio Fessen, ma non avevo tempo di star lì a divertirmi, dovevo portarlo via di lì.
Subito mi precipitai da Fessen e cercai di svegliarlo, mentre tagliavo le corde che lo legavano.
Lanciai un'occhiata all'altro uomo, per capire chi fosse, ma al momento pensai a liberare Fessen, sperando mi avrebbe spiegato chi era quell'uomo.
"Fessen..." mormorai "Fessen, svegliati.." scuotendolo dolcemente, per poi chinarmi su di lui e posargli un lieve bacio sulle labbra.
"Svegliati.." sussurrai di nuovo, con voce calda che a stento nascondeva l'emozione.

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"Si, signorina." Disse il cameriere di colore a Gwen. "Il padrone ha lasciato per lei un'auto." Pregandola di seguirlo nel cortile, dove trovarono un'auto sportiva. "Le chiavi sono nel cruscotto."
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Pian piano Fessen cominciò a riprendere conoscenza.
"Mmm... huu... accidenti..." disse intontito il giornalista "... cosa... cosa diavolo è successo?" Massaggiandosi la fronte. "Tu chi sei?" Guardando la Pantera mascherata.

Annuii mentre mi portava alla macchina, una bellissima auto sportiva in cui caricai subito i bagagli.
In quel momento decisi che sarebbe stato decisamente meglio viaggiare in macchina fino alla città successiva, vista la valigia piena di soldi che avevo dietro.
"Non ha... Non ha lasciato detto nient'altro?" Chiesi speranzosa.

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"No, signorina." Disse il cameriere a Gwen. "Null'altro." Fissandola.
Ad un tratto si udirono arrivare delle sirene della polizia.

Sospirai.
Come temevo.
Stavo per salire in macchina, quando sentii le sirene della polizia.
Mi terrorizzai, congelandomi sul posto.
Che fossero qui per Elv?
O perché gli era successo qualcosa?
Spaventata, andai subito a vedere cosa stesse succedendo.

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Si svegliò, e io tirai un sospiro di sollievo.
Non risposi volutamente alla sua domanda su chi fossi.
Tempo al tempo.
"Sei al sicuro adesso, solo questo importa.." facendogli una carezza sul viso "Forza, alzati, dobbiamo andarcene da qui.." porgendogli il braccio.
"Sai chi è quest'uomo?" indicando il lettino accanto al suo con lo sconosciuto svenuto.

Arrivarono tre auto della polizia del cortile, sgommando e con le sirene accese.
Scesero alcuni poliziotti, guidati dall'ispettore Goaz.
"Quest'abitazione è sotto sequestro." Disse questi. "Chi siete voi?" Chiese a Gwen ed al cameriere.
"Ma cosa succede?" Domandò quest'ultimo.
"Succede che quest'abitazione era il quartier generale di Fantamas!" Goaz. "Aveva assunto diverse identità, come usa fare lui... il Duca Bianco e padre Sever giusto per citarne un paio!"



Fessen annuì alla Pantera, anche se la guardava con sospetto, visto il suo abbigliamento.
"Quello" disse indicando l'altro svenuto e legato "è un altro che hanno portato qui..." cominciando poi a svegliarlo "... forza... svegliati, amico..." scuotendolo.
Alla fine anche l'altro riprese conoscenza.
"Chi sei, amico?" Chiese Fessen. "Perchè sei qui?"
"Ohhh... io..." intontito l'altro "... io... io... ero con la mia ragazza... ci hanno aggrediti... e poi... mi chiamo Elv... ma dov'è Gwen?"
"La tua ragazza?" Fessen.
"Si... dov'è? Devo trovarla!"

Scese un ispettore da una delle tre macchine dicendo che la casa era sotto sequestro.
Non ebbi il tempo di rispondere alla domanda, che l'ispettore continuò.
E più andava avanti, più rimanevo senza parole.
Ma com'era possibile?!
"Padre Sever?" esclamai sconvolta.
Non riuscivo a capire, a comprendere.
Perché Elv aveva detto di essere lui Fantamas?
E perché saltava fuori che il prete era una delle sue identità?
Cosa stava accadendo in questa incasinata situazione?


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Alle parole di Fessen liberai anche il ragazzo.
Mi si strinse il cuore quando nominò la sua ragazza, e lanciai un'occhiata a Fessen di nascosto, reprimendo i pensieri di Destresya.
Lui non aveva certo pensato a me.
"Prima ci metteremo in salvo, prima potrai trovare la tua ragazza, c'è un uomo di sopra, che non tarderà a capire che è successo qualcosa..." ai due "Andiamocene di qui, e in fretta! Seguitemi!" facendo strada.
Mi chinai sui cadaveri dei due uomini in nero, tastandoli fino a trovare le chiavi dell'auto.
Già che c'ero, presi le loro pistole e le porsi ai due uomini.
"Spero per voi che sappiate usarle, non si sa mai!" lanciando a Fessen uno sguardo sensuale, per poi fargli l'occhiolino "Forza, non abbiamo molto tempo...".
Mi divertiva essere davanti a lui nelle mie vere vesti, senza dovermi nascondere al mondo dietro i panni della timida segretaria.

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"Esatto, signorina." Disse Goaz a Gwe. "Ora posso sapere chi siete?"
Intanto gli uomini dell'ispettore cominciarono a perquisire l'abitazione, rivoltandola come un guanto.
Dopo un pò avevano trovato una sorta di laboratorio, dove Fantamas fabbricava le sue maschere per assumere infinite identità.
C'era quella indossata dal supercriminale per impersonare padre Sever, poi quella per il Duca Bianco e persino quella per fingersi Fessen.
Tra le altre maschere Gwen ne riconobbe una.
Era quella che raffigurava il volto di Elv.
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"Però devi ancora dirci chi sei..." disse Fessen con un sorrisetto ambiguo alla Pantera "... una sorta di vendicatrice mascherata? Di quelle dei fumetti?" Guardandola tutta.
Lui ed Elv la seguirono.
Erano passati diversi minuti e ciò aveva insospettito Settimius.
Lui ero sceso a cercare gli altri e vide la Pantera con i due uomini liberi.
Allora corse verso l'auto per andare via.