Gli attori restarono sorpresi dalle parole di Clio, ma poi la ribelle si allontanò.
“Credete” disse Orden agli altri “che ci tradirà?”
“No, ci ha dato la sua parola.” Mormorò Junior.
“Io mi fido di lei.” Fece Fria.
“Speriamo...” pensieroso Cosun.
Intanto Clio era tornata alla chiesa, facendo un giro largo.
Il Corvo continuava a sorvolare la zona, senza però mostrare nulla che facesse presagire qualche manovra pericolosa.
E giunta alla chiesa, la ragazza udì un vigoroso nitrito.

Il Falco dei Mari e la ricerca del perduto Re dei Fiori
 

Camminavo, avrei voluto camminare velocemente, guidata dalla rabbia e dalla paura.
Non ci credevo che un corvo era lì per scortare degli attori, con tutti i problemi che ci sono.
E anche se fosse, lui doveva sapere.
Avrei studiato cosa dire per non tradire gli attori, ma certo non avrei mai permesso che gli facessero del male per una mia leggerezza.
Avrei voluto correre, ma camminavo piano, fino a confondermi bella boscaglia.
Avevo davvero paura, come non mi sembrava di averne mai avuta.
Calmati, Clio è solo un Corvo...
E se avesse iniziato a sparare, o peggio; avesse scoperto qualcosa su di lui per poi catturarlo?
No, non potevo permetterlo.
Non mento saperi mai perdonata.
Poi giunta alla chiesa in balia dei miei pensieri, udii un nitrito.
Amico o nemico?
Maruania non si sarebbe certo scandalizzata ad attaccare una chiesa...
Così mi avvicinai circospetta, pronta ad attaccare se necessario, ma sempre stando attenta a non tradirmi.

"Hai pensato proprio a tutto, vedo."
Rimasi molto sorpresa dalle parole di Azabler e la cosa iniziava a farsi interessante.

Clio era giunta nello spiazzo dietro la chiesa e lì udì un nitrito.
Sentì poi galoppare tra gli alberi circostanti.
Ed infine lo vide.
Era qualcuno in sella ad un cavallo che in un attimo svanì tra la vegetazione.
La ragazza fu allora avvolta da un profondo silenzio.
“Syenna” disse all'improvviso qualcuno alle sue spalle “ha forse perduto il suo cavaliere?” Sorridendo Icarius.
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Il Falco dei Mari e la ricerca del perduto Re dei Fiori
 

Osservai quella figura, senza avere il tempo di capire.
Galoppava veloce e sparì dalla mia vista.
Poi sentii una voce alle mie spalle, e mi voltai di scatto sorridendo.
"Icarius.." Esclamai, sorridendo "No, io.." Sorrisi, per poi rammentare che cosa mi aveva spinto lì, e tornare seria "Il Corvo.. Ha seguito gli attori..." sospirai "Mi hanno detto di averlo visto mentre tornavano qui.." Scossi la testa "Non so se sospetti qualcosa, se speri di ottenere qualche informazione o che altro, però volevo avvisarti...".
Salvando capra e cavoli, così non avevo detto della recita.
Anche se mi pesava quel segreto.

Azabler sorrise a Gwen.
Poco dopo la nave partì e con la scusa di fare un giro a bordo, Black controllò la situazione.
“Ho controllato...” disse, tornando da Azabler “... oltre al Guercio che è il capitano, sulla nave ci sono dieci uomini... è piccola, dunque riescono a governala bene.”
“Ottimo.” Fece Azabler. “Hai scoperto dov'è l'armeria?”
“Si, prima della cabina del capitano.” Svelò Black.
“Gwen...” Azabler a lei “... mi occorre che tu distragga il Guercio... è al timone, va da lui e trova il modo di sviare la sua attenzione... noi prenderemo l'armeria... solo così potremo controllare la nave...”

“Allora sono stati loro a portarlo qui.” Disse Icarius, cercando con lo sguardo il veloce veicolo volante. “Ma perchè indugia tanto su questa zona? Li sta forse proteggendo? E da cosa? Sono solo attori e per Maruania non valgono granché...” il suo cavallo nitrì nervosamente “... buona, Peogora...” fece Icarius, accarezzandone il manto “... devo trovare il modo di portarlo via da qui...” mormorò “... altrimenti abbatterlo è come suicidarsi...” alzando di nuovo gli occhi in cerca del Corvo.

Scossi la testa.
"Non lo so..." Alzando la testa a mia volta "Magari la storia della licenza era una scusa e volevano vedere se si appoggiano a qualcuno..." Sospirai, per poi annuire.
"Sì, bisogna portarlo via da qui, prima che veda qualcosa..." Pensierosa alzando lo sguardo "Per questo ti ho avvisato... No, certo abbatterlo non si può, metti che non sospettano niente?" Scossi la testa.
"Non so, si potrebbe attirare la sua attenzione in qualche modo, stando però attenti a non farsi raggiungere... Oppure..." Sbuffai "Eppure mi sembra impossibile che con tutti i problemi che ha il governo un corvo se ne possa andare a spasso per la campagna..." Sorrisi "Si potrebbe fare un po' di casino in città, così sarebbero costretti a richiamarlo... Ma cosa?".

Bene, ottimo...... Feci un respiro profondo.
"Va bene, vado."
Mi diressi dal Guercio e lo trovai al timone, dove indicatomi dal capo.
"Iniziai a guardarmi intorno.
"Da quanto capitanate questa nave? Deve essere molto tempo, insomma si vede che siete un uomo di esperienza!" dissi, facendo un po' di scena.
"Sapete, mi sorprende sempre viaggiare su queste navi! Scusatemi, vi sembrero` invadente" dissi ridendo piano "Ma non ho viaggiato molto in vita mia."

Icarius restò con la testa all'insù mentre Clio ragionava su alcune possibili ipotesi.
“Si, credo sia l'unica possibilità...” disse lui “... portarlo via da qui intendo... non posso rischiare che scoprano le suore e l'orfanotrofio...” guardò la ragazza “... vieni a fare una cavalcata con me?” Salendo in sella a Peogora e porgendo la mano alla ribelle.

Annuii "Concordo..." Continuando a guardare il Corvo.
Poi quella domanda e io sorrisi.
"Naturalmente..." Annuendo "Era quello che avevo pensato anche io..." Sorrisi "Ci fingiamo due sposini in fuga?" Risi, prendendo la sua mano per poi salire sul cavallo con lui.

Gwen trovò il Guercio al timone.
“Beh, dovrai abituarti a viaggiare molto, ragazza...” disse lui alla ragazza “... se ho ben capito tu ed i tuoi amici avete la legge alle calcagna... dunque fa tesoro di questo viaggio... guarda giù e goditi il panorama... siamo a diverse miglia dal mare...” la nave si muoveva rapida nel cielo della notte, tra il vago scintillio delle stelle e qualche debole luce che si accendeva sul mare.
La Luna splendeva muta nell'immensità di quella notte intrisa di mistero e avventura.
“Ma dimmi...” chiese il Guercio “... come hai conosciuto quell'uomo?” Parlando di Azabler.

"Ero una ballerina in un locale... diciamo che mi ha "salvata". Gli devo molto" risposi "Non ero trattata per niente bene dalla gente che lo frequentava e soprattutto che lo gestiva" dissi, quasi con indifferenza e distacco, osservando il panorama.

“Beh...” disse Icarius appena fatta salire Clio in sella dietro di lui “... due sposini in fuga mi piace e temo che tra un po' per tali ci prenderanno i soldati che governano il Corvo... tieniti stretta a me...” spronò Peogora ed il cavallo galoppò via.
Corsero lungo la campagna a grande velocità, tanto da attirare l'attenzione del Corvo.
“Vai, bella!” Icarius al destriero. “Vai! Vai!”
Il veicolo allora prese a seguirli.
“Un Corvo” Icarius rivolto a Clio “è l'ideale per viaggi brevi su zone limitate. Può portare al massimo due soldati. E per questo il mezzo migliore per sfidarli è un Palumb!”
Peogora saltò da un dosso e si ritrovarono in una fitta boscaglia.
E poco più avanti raggiunsero un veicolo nascosto nella vegetazione.
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“Una ballerina...” disse il Guercio a Gwen “... mica male...”
Ma in quel momento si udirono delle urla.
Un attimo dopo uno dei marinai entrò.
“Capitano...” al Guercio “... ci hanno traditi!”
“Cosa?” Incredulo il Guercio.
Ma arrivò Azabler armato.
“La nave è nostra.” Rivelò. “Non fate dunque scherzi. Non vogliamo uccidere nessuno perchè ci occorrete tutti per far muovere quest'imbarcazione. Ma non esiteremo ad uccidere chi tenterà di fare il furbo.”
“Maledetti!” Con rabbia il Guercio. “Spero possiate morire tutti!”
“Un giorno accadrà...” annuì Azabler “... ma non oggi.” Puntandogli contro la pistola.

"Sì, questa era la parte complicata...." Risi, ma in effetti il corvo ci aveva visto e iniziava a seguirci.
"Perfetto!" esclamai.
Poi ascoltai quelle parole di Icarius sul Palumb e sorrisi.
"Oh, le cose si fanno interessanti..." Divertita.
Poi lo raggiungemmo e io sorrisi.
"Che meraviglia!" Fischiai piano "Dai, muoviamoci..." Facendogli l'occhiolino.

“Ehi, piccola Syenna...” avvicinandosi Icarius al veicolo “... cos'hai intenzione di fare? Non dirmi che vuoi venire con me a sfidare in singolar tenzone quel Corvo? La fuga dei due sposini potrebbe diventare troppo pericolosa per te, non trovi?” Sorridendo a Clio.

Si sentirono delle urla. Un uomo dell"equipaggio avverti` il Guercio che li avevamo traditi. Un attimo dopo , arrivo` Azabler armato, mostrando le sue vere intenzioni al capitano e io mi affrettai a raggiungere il capo, tenendo sempre conto della piccola pistola che mi aveva dato.

Risi a quelle parole.
"Io non sono Syenna, ricordi?" Sorridendo "Sono Clio...".
Così, decisi che era ora sapesse chi ero davvero.
Alzai la gonna, mostrando così gli stretti pantaloni neri al ginocchio, a cui erano fissate due pistole e, naturalmente, Damasgrada.
"Il duello aereo non è la mia specialità, ma me la so cavare..." Sorrisi "E ho una buona mira, quindi su.. Andiamo... Non è mica la prima volta che affronto un corvo, cosa credi?" Facendogli l'occhiolino, divertita.

A quelle parole di Altea i tre si voltarono di scatto.
“Pepino...” disse sorridendo Palos “... è questa la cosa che hai visto le notti scorse?” Indicando la gitana. “Beh, sei stato fortunato, mi sembra...”
“No, lei è Altea, amica del capo.” Spiegò l'ometto. “Ma come mai siete tornata, madama?” Rivolto alla gitana. “Eravate andata via di colpo.”
Intanto la sera era scesa ed un'aria quasi fredda avvolgeva ogni cosa.
L'intero maniero pareva immerso in un'atmosfera quasi incantata.

L'uomo guardò Elisabeth quasi con distacco, per poi aprire una grossa borsa che aveva con sé.
E da essa tirò fuori un mantello da donna, largo e signorile.
“Forse io non avrò fatto un buon affare” disse, offrendo il mantello alla donna “ma di sicuro lo avete fatto voi. Toglietevi quel panno sudicio che vi hanno messo sulle spalle ed indossate questo mantello. L'aria è fresca a quest'ora.” Intanto la carrozza proseguì, fino a raggiungere il porto di quel posto.
Il cocchiere aprì la porta e l'uomo scese dalla vettura, per poi aiutare Elisabeth a fare lo stesso.
Poco dopo salirono su un signorile panfilo che si alzò poi in volo e lasciò quella terra.

In breve Azabler, Gwen e gli altri, col favore delle armi, avevano preso il controllo della nave.
“Ed ora...” disse il Guercio “... cosa volete da noi?”
“Continuate a condurre la nave dove eravate diretti.” Indicò Azabler. “Come se nulla fosse. E senza fare troppe domande.”
“Spero che quei pirati vi accoppino tutti!” Gridò il Guercio.
“Se ci accadrà qualcosa” fece Black “tu ci precederai all'Inferno.”

“Per un momento ho creduto volessi mostrarmi le gambe per convincermi a farti venire con me.” Disse Icarius a Clio. “Beh, sai essere convincente... Clio.” Guardando le armi nascoste della ragazza.
Lui allora nascose Peogora nella boscaglia e con la ribelle salirono a bordo del Palumb.
Era questo un velivolo terra aria, ottimo per azioni isolate, leggero e manovrabile, ma con buona capacità di fuoco.
Un attimo dopo i due erano già in volo.
In pochi secondi il velivolo lasciò la boscaglia e prese a sfrecciare nel cielo di quel tardo pomeriggio.
E qualche istante dopo, naturalmente, il Corvo lo vide.
Cominciò così un inseguimento.
Icarius e Clio erano riusciti a portare il Corvo lontano da quella zona.
Ma quello, messosi a poca distanza dietro il Palumb iniziò ad aprire il fuoco.
Ed attorno a Icarius e a Clio cominciò a fiammeggiare una pioggia di colpi, che sibilavano velocissimi nelle loro orecchie.
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In pochi minuti, Azabler e gli altri avevano assunto il comando della nave, ordinando al Guercio e agli altri di pilotare la nave come se niente fosse. Intanto, io ero sempre piu` ansiosa e sentivo un grosso nodo in fondo allo stomaco.

Risi a quelle parole.
"Si beh, non è il massimo della comodità, ma la gonna è il modo migliore per nascondere le armi.." Sorrisi.
"Tu guidi, io sparo..." Facendogli l'occhino divertita.
Ci alzammo in volo, e il corvo ci seguì.
Il Palumb sfrecciava veloce, portando il corvo lontano dalla chiesa.
E quando fu abbastanza vicino aprii il fuoco, in un attimo fummo circondati da una pioggia di colpi.
Mi voltai verso Icarius.
"Adesso tocca a noi..." Sorrisi, determinata, lanciandogli uno sguardo di intesa, per poi mettere mano ai comandi per aprire il fuoco.

Sorrisi a Pepino.."Sai che a volte fai troppe domande? Mi annoiavo e ho fatto nuove esperienze diciamo...eh, amica del capo..qualcosa di più forse visto una amica non dorme nel letto del capo" e lanciai uno sguardo di intesa sorridendo al primo uomo che aveva parlato..lo aveva di nuovo soprannominato..il capo, e quegli uomini cosa facevano in questo maniero.
Mi appoggiai a una merlatura della torre e mi rivolsi al primo uomo che aveva parlato.."State aspettando la visione di Pepino, pure io ne ero interessata" continuava a piovigginare e il buio ci avvolgeva e misi quella spada misteriosa trovata avvolta al cinturone per non perderla, ma vi era una atmosfera strana e mi guardavo attorno..forse davvero vi era qualcosa di misterioso in quel castello..e quella stanza e la spada ne era uno dei tanti esempi.

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Palos sorrise a quelle parole di Altea.
“Ehi, questa non è certo una dama acqua e sapone.” Disse agli altri due. “Eh, che donna...”
Era notte fonda.
“Dunque, quando l'hai vista?” Chiese Sammone a Pepino.
“Forse verso quest'ora...” rispose l'ometto.
“Forse?” Ripetè Palos.
“C'erano le stelle ed ora non si vedono.” Spiegò Pepino. “Quando quella che splende in quel punto circa” indicando il cielo “arriva dove dovrebbe essere adesso... ecco, io l'ho veduto apparire...”
“Guardate!” Gridò all'improvviso Palos. “Laggiù! Sulla merlatura!”
“Cos'è?” Incredulo Sammone.
“E' ciò che ho visto!” Spaventato Pepino. “Ora mi credete?”
“Sembra un uomo!” Fece Palos.
“Nelle fattezze esteriori...” mormorò Pepino “... ma guardate come si muove... sembra fatto d'aria... come gli spiriti...”
Palos cominciò a muoversi verso la merlatura.
“Dove vai?” Urlò Sammone.
“Aspettate...” con un cenno Palos ai suoi compagni “... fermati, chiunque tu sia...” parlando a quell'apparizione “... se hai voce parla... se parlare ti può dar pace e a me non nuocere allora dì qualcosa, chiunque tu sia... se giungi per aiutare il Fato di questo luogo, ti supplico, parla...”
“Guardate, ha smesso di camminare!” Incredulo Sammone.
“E pare voglia parlare...” terrorizzato Pepino.
Poi il canto dei primi uccelli ed il leggero alone dell'Oriente.
“Sta andando via!” Disse Sammone.
“E' svanito...” turbato Palos.
Cominciava ad albeggiare, ma l'immagine di quell'apparizione continuava ad essere viva nei quattro.
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Tra battute e scherzi mi misi a guardare il Cielo dove Pepino aveva indicato la stella ma era buio, quando all' improvviso accadde qualcosa di insolito..una figura..misteriosa, come avvolta dalla nebbia o da qualcosa di enigmatico.
Dalle parole di Pepino e l' altro uomo capii quell' uomo a cui mi rivolsi si chiamava Palos..si fece avanti..io mi staccai dalla merlatura..era un folle..e se gli fosse successo qualcosa. Ma la figura non parlava..guardava..forse voleva comunicarci qualcosa..poi il sole fece capolino e la figura svani...proprio come spirito d' aria...ci guardammo tutti e quattro.."Ma chi era quella figura? A me sembrava un uomo..un guerriero..forse mi sbaglio..sembrava volesse comunicarci ma è sparito come gli spiriti all' Alba..allora Pepino ha visto giusto" e rimasi in silenzio mentre guardavo la spada.

Altea e gli altri tre restarono turbati e spaventati da quell'inspiegabile apparizione.
“A me sembrava...” disse Pepino “... si, dalle fattezze... a me sembrava...”
“Il duca Luigi de' Taddei...” mormorò Sammone.
“Si...” annuì Pepino “... dunque anche a te ha dato quest'idea...”
“Si...” fece Sammone.
“Ma perchè è svanito così?” Agitato Palos.
“Forse perchè quando finisce la nottee giunge il giorno” a bassa voce Pepino “gli spiriti e le ombre devono ritirarsi...”
“Cosa facciamo ora?” Domandò loro Palos.

L'inseguimento procedeva.
Il Corvo era velocissimo e sembrava avvicinarsi sempre più al Palumb.
Solo le manovre al limite di Icarius evitavano che fossero raggiunti.
Inoltre quella pioggia di fuoco intorno a loro sembrava non voler cessare mai.
I colpi sibilavano velocissimi, infiammandosi a pochissimi millimetri dalla carrozzeria del Palumb.
Poi Icarius fece cenno a Clio e la ragazza cominciò a sparare dalla torretta mobile.
Ma i pilori del Corvo mostrarono subito il loro valore ed i loro incredibili riflessi, evitando ogni colpo.
“Non smettere di sparare...” disse lui alla ribelle “... anche se non riesci a colpirlo, non fermarti... le manovre per evitare i colpi comunque lo inducono a rallentare e a perdere decimi di secondo importantissimi!”

Il duca Luigi dè Taddei..quindi..a ragion veduta questa stirpe maledetta erano i dè Taddei? "E come fate a riconoscerlo? Io in una stanza che non ho mai visto nel castello ho trovato oggetti antichi, e sopra un libro vi era un oggetto a forma di fiore..una rosa, quando la presi..ecco i petali si sono aperti e.."mostrai la spada "è apparsa questa spada tra le mie mani..emanava suoni nell' aria e la sua lama si illuminò e quel libro parlava di..Ardea dè Taddei..voi sapete qualcosa di questa spada?" chiesi con curiosità, sembrava conoscessero bene la storia del casato e maniero.

La battaglia era concitata, veloce e implacabile.
Certo non erano da poco i piloti di quel corvo, visto che evitavano sistematicamente i miei colpi.
Oh, andiamo Clio... Puoi fare meglio di così!
Continuai a sparare dalla torretta mobile, cercando di anticipare le mosse del corvo per coglierli di sorpresa.
Non sarebbe stato facile, ma non gli avremmo dato tregua.

“Conosciamo bene il duca Luigi.” Disse Pepino ad Altea. “Era lo zio del capo e morì in seguito ad un'emorragia...”
“Ma questa è Mia Amata.” Vedendo la spada Palos. “E' la spada del capo.”

Clio continuava a bersagliare di colpi il Corvo, che però sembrava impossibile da colpire visto la velocità con cui si spostava, restando comunque molto vicino al Palumb.
Poi, all'improvviso, la torretta si inceppò.
La ribelle premeva il grilletto, ma dal mitragliere laser non uscivano più colpi.
“Dannazione...” disse con rabbia Icarius “... non ci voleva... reggiti forte, Clio... e chiudi gli occhi se non resisti...”
Ed il Palumb prese a volare in picchiata fra alcune basse montagne, seguito come un'ombra dal Corvo che però non smetteva di sparare.

"Uh..che brutta fine..quindi la morte è recente, aveva dei parenti Icarius..ma scusa perchè lo chiami capo?".
Poi quella rivelazione..la spada era proprio di Icarius e rimasi sorpresa e la presi in mano.."Mia Amata? Che nome strano per una spada..ma si..non è una spada qualunque" dissi tenendola in mano e guardandola sentendo strane vibrazioni.."Ha il potere quasi di stregarti..ho visto da lei cose mai viste..quel suono strano chissà dove proveniva..e poi..quel bagliore.." e mi ripresi da quelle sensazioni che mi portavano in un mondo strano "Ma se è sua come mai l' ha lasciata incustodita sopra quel libro? Mi sembra strano" e la tenni stretta.

Dannazione, quel corvo era incredibilmente veloce, e sembrava quasi evitare tutti i miei colpi.
Le munizioni finirono, e probabilmente le mie pistole non erano sufficienti.
In ogni caso, provai lo stesso ad usarle.
D'un tratto Icarius tentò una manovra azzardata.
"Non preoccuparti per me..." Sorrisi ad Icarius.

Azabler ed i suoi avevano preso il controllo della nave, tenendo il Guercio ed i suoi uomini sotto scacco.
Uno di quelli però tentò di ribellarsi ed allora Kofan gli spezzò una mano.
“Non ti uccidiamo” disse Azabler al ribelle “solo perchè ci servi. Ma il prossimo che tenterà di fare il furbo non se la caverà solo con una mano rotta.” Mostrando il fucile. “Gwen...” alla ragazza “... controlla il sestante magnetico ed indicami le coordinate che abbiamo raggiunto.”

“La spada” disse Palos ad Altea “non era incustodita, ma qui nel suo castello. E lui non se ne separa mai.”
“Infatti.” Annuì Pepino. “Quando è via la porta sempre con sé, naturalmente.”

Il Palumb, veloce e leggero, scese in picchiata e poi penetrò tra alti spuntoni rocciosi, zigzagando nel disperato tentativo di seminare il Corvo che gli stava attaccato come fosse la sua ombra.
Ma forse Icarius aveva altro in mente.
Continuò così con quelle manovre azzardate, mentre il veicolo alle sue spalle lo seguiva senza tentennamenti e continuando a vomitargli contro tonnellate di laser, senza però riuscire a colpirlo.
“Eccoci, Clio...” disse lui “... o dentro... o fuori...”
Attraversarono allora due strette pareti di pietra, sempre seguite dal Corvo.
Ma stavolta non c'era margine per virate estreme ed allora uno dei colpi arrivò sull'ala destra del Palumb.
Ma il poco spazio era sentito ancor più gravoso dal Corvo, essendo di stazza superiore al veicolo di Icarius e di Clio.
E finì contro un restringimento tra le due pareti di pietra, prendendo fuoco ed esplodendo all'istante.
Icarius allora tirò fuori il Palumb da quello stretto angusto, ma ormai il veicolo era danneggiato e cominciò a perdere quota.
Lui tentò un atterraggio di fortuna, ma toccato suolo, data la leggerezza del veicolo, si capovolse più volte ed infine prese fuoco.
E quelle fiammate e quel fumo, insieme alla voce di Icarius che la chiamava, furono le ultime cose ricordate da Clio.
Poi solo il buio.

A quelle parole rimasi perplessa..."Beh...era sopra un libro..in una stanza piena di oggetti, pergamene, scritti e altro...se non se ne separa mai...allora...dovrebbe essere qui, nel maniero giusto?" dissi leggermente turbata da quelle sensazioni e dubbi.