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"Metterli uno contro l'altro? Interessante.." Dissi mentre mi risedevo e prendevo tra le mani il bicchiere.
"...e posso chiedervi dove siamo diretti, Milord?" Bevendo un sorso di liquore. "Non amo le armi da fuoco.." Dissi rigirando la pistola tra le mani "... Ma vi ringrazio per la premura.." Sospirai, ironica "oh, resterete stupito di quanti uomini perdono la ragione davanti a una bella donna.." Bevvi un'altro sorso ".. Ma avete ragione, sono mortale anche senza armi... Mi riferivo alla lotta ai pirati.." E gli feci l'occhiolino. |
Sentii delle voci nella biblioteca. Erano il vecchio e Fhael.
Con noncuranza entrai e mi finsi sorpresa di trovarli li. "Oh...perdonatemi signori, non sapevo foste qui...Sono venuta soltanto per risistemare qualche libro che ho terminato e prenderne di nuovi. Avete visto signore-dissi rivolgendomi a Fhael- quanti volumi ci sono? Mio marito ha saputo scegliere davvero con cura ognuno di essi. Alcuni sono molto antichi e rari...davvero una meraviglia per chiunque sia appassionato di lettura, e mi é parso di capire che voi lo siate." Mi rivolsi poi al vecchio" Ma perché non organizziamo qualcosa per i nostri ospiti oggi..magari una gita che gli permetta di vedere gli splendidi paesaggi circostanti. Sono sicura che lo apprezzerebbero molto." Ero consapevole di aver tirato un po' la corda col vecchio ma ero sicura che il vecchio si sarebbe trattenuto per via di Fhael. E poi avevo bisogno di poter comunucare col portoghese e scoprire che aveva in mente. |
Guisgard si voltò e rispose con un sorriso alle parole di Talia.
“Aspettami, tornerò presto...” disse, per poi salire a bordo della misteriosa nave insieme ad alcuni dei suoi uomini. Il ponte era deserto, ma stranamente non c'era disordine e caos. Nulla, insomma, che facesse pensare ad un attacco violento. Le vele sembravano lacerate più dalle intemperie o dalla poca cura e nulla appariva rotto o danneggiato a causa di uno scontro. Stranamente, però, qualcosa di strano aleggiava su quella nave. Gli oggetti a bordo indicavano che qualcuno li stava adoperando, anche se poi nessuno li aveva rimessi a posto. Così, sul posto di comando c'erano alcune mappe nautiche, con il sestante e altri strumenti di navigazione. A terra sul ponte si vedevano secchi e stracci come se fossero stati usati da poco, mentre altri attrezzi ed utensili di uso quotidiano era sparsi qua e là. “Questa nave non mi piace...” mormorò Emas “... non mi piace per niente...” “Scendiamo a dare un'occhiata di sotto...” fece Guisgard. Scesero allora sottocoperta e ciò che videro era ancora più strano. Negli alloggi ufficiali la tavola era ancora imbandita e nei piatti vi era del cibo. Le candele erano accese, così come le lampade nel corridoio. Dove invece dovevano trovarsi i marinai, Guisgard e i suoi videro dadi e monete, come se qualcuno li avesse usati per giocare. “Sangue del demonio!” Esclamò Rynos. “Che storia è questa?” “Come se all'improvviso l'equipaggio avesse abbandonato la nave...” pensieroso Guisgard. “E perchè mai?” Stupito Rynos. “Forse a causa di un attacco?” “Un attacco?” Ripeté il capitano. “Senza portare via nulla? No... questa nave non è stata attaccata... non dall'esterno almeno...” “Allora pensate ad una rivolta?” Chiese Rynos. “Un ammutinamento? E che senso può avere prendere una nave per poi abbandonarla?” “Infatti.” Guardandosi attorno Guisgard. Intanto, sulla Santa Rita, il resto dell'equipaggio attendeva notizie da parte di quelli che erano andati sulla misteriosa nave. “Il cielo minaccia ancora tempesta...” mormorò Austus fissando il cielo “... e il mare comincia ad ingrossarsi di nuovo...” “Non dovrebbero mai incontrarsi navi maledette...” disse Fulsin, avvicinandosi al parapetto, dove Talia era rimasta a fissare quella misteriosa e spettrale nave. |
Mi voltai e fissai quel marinaio avvicinarsi a me...
rabbrividii alle sue parole, ma mi costrinsi a sorridere... "Maledetta?" mormorai "Come fate a dire che è maledetta? Perché dite questo? ...Guisgard è convinto di no, comunque!" Pronunciai quelle ultime parole con voce ferma, come chi vuol chiarire che quella affermazione tolga adito ad ogni altra obiezione... lo osservai solo per un altro istante... ma la verità era che ero tesa, preoccupata e non potevo celarlo a lungo... così subito i miei occhi tornarono a fissare quell'imbarcazione, pregando segretamente di vederlo tornare presto. |
Il vecchio mozzo fissò Talia senza rispondere nulla.
“Avanti, Fulsin...” disse Austus con tono seccato “... smettila con queste storie e pensa al tuo lavoro a bordo...” si voltò poi verso la nave “... è da un po' che sono lì...” mormorò “... perchè tardano tanto?” Al parapetto si avvicinò anche Gwin. “Io non posso lasciare il timone” fissandolo Austus “e qualcuno deve andare a controllare cosa succede su quella nave... va tu.” “Io?” Ripeté Spaventato Gwin. “Per niente al mondo! Sentito Fulsin? E' maledetta quella nave! Ci sono gli spettri o il demonio in persona!” Guardò poi Talia che era lì vicino. “Oh... perdonatemi, milady...” "Sei un vigliacco, Gwin!” Lo riprese Austus. |
Musan sorrise a quelle parole di Clio.
“In realtà” disse “ora siamo diretti non a cercare pirati, ma schiavi. O meglio... una schiava in particolare...” di nuovo quel ghigno “... e comunque conosco bene quanto può essere pericoloso il fascino di una bella donna... per questo ho voluto darvi quella pistola...” la fissò “... e vi consiglio di usarla... contro di me...” un lampo attraversò i suoi occhi “... perchè io non vi lascerò al vostro capitano... sparatami dunque...” alzandosi ed avvicinandosi a lei “... sparatemi ora!” Le ordinò quasi. |
I miei occhi si muovevano dall'uno all'altro, seguendo la conversazione con il cuore in gola...
era vero, era tanto che erano là sopra... troppo, forse... e non un rumore si sentiva più, ormai... la mia preoccupazione cresceva... cresceva di momento in momento, cresceva esponenzialmente a causa delle loro parole... "Vado io..." mormorai, senza staccare gli occhi dall'imbarcazione di fronte a noi. Silenzio. "Vado io!" ribadii, voltandomi verso di loro "Aiutatemi a passare di là!" |
"Una schiava?" Dissi sorpresa. "E perché mai?"
Poi lo vidi alzarsi e avvicinarsi a me, con quella luce negli occhi. Quella luce che avevo imparato a spegnere dagli occhi di un uomo molto tempo prima. "..oh, no, Milord, vi prego.." Dissi in tono ironico. Quando fu vicino lo guardai con un ghigno. Mi chiedeva di sparargli, la io non mi fidavo delle armi da fuoco, poteva benissimo essere scarica, ma la lama di un pugnale, quella si che ferisce. Era in piedi davanti a me, io ero ancora seduta, mi facilitava le cose. Sapevo che in quell'esatto momento non stava ragionando. Nemmeno si accorse quando gli sfilai il suo splendido pugnale dalla cintura, essere rapida e fulminea era la mia specialità. Affondai la lama nel cavallo dei suoi pantaloni. Non abbastanza per ferirlo irrimediabilmente, ma quanto bastava perché sentisse il sangue scorrere e, cosa più importante, il pericolo della mia lama. Dovevo solo girare a verso destra, e sarei stata l'ultima donna con cui avrebbe potuto fare il gradasso. Mi chiesi quale follia mi trattenesse. "Non avevate detto che le mie erano preoccupazioni inutili?" Dissi guardando lo con un sorriso. "Si, lo so, lo so, i vostri ragnetti.. Ma se uno si avvicinerà a me, girerò il coltello ancora un po'..." Con l'altra mano presi la pistola e la puntai contro di lui. "..mi stavo giusto chiedendo se fosse carica.. Devo proprio provare?" Sospirai ".. Ma si può sapere che avete nella testa? Ero stata chiarissima.. Abbiamo dei pirati da catturare... Mi avete dato un'uniforme.. Possibile che..." scossi la testa "Ora che vogliamo fare?" |
Il vecchio fissò Cheyenne in modo enigmatico.
I suoi occhi erano quasi impenetrabili per la ragazza, come se mille e più pensieri, simili ad una travolgente marea, attraversassero la sua inquieta ed instabile mente. “I nostri ospiti, mi pare di ricordare, non resteranno molto con noi.” Disse il vecchio alla ragazza. “O mi sbaglio?” Rivolgendosi poi a Fhael. “In verità” rispose il portoghese “affari importanti richiedono la nostra presenza sul continente. Ma il mare è agitato a causa del tempo instabile e sinceramente non mi sento di riprendere il viaggio rischiando la nostra merce. Sempre se non stiamo abusando della vostra ospitalità, signore.” “Tutt'altro.” Fece il vecchio. “Anzi, vi sono grato della vostra presenza. Mia moglie, posso ben dire, appare più serena in questi giorni. E ciò grazie alla presenza di gente nuova nella nostra casa.” Guardò poi Cheyenne. “Stando così le cose mi sembra giusto allora organizzare qualcosa per allietare i nostri ospiti. Naturalmente una gita, dato il tempo inquieto, è fuori discussione. Magari una bella serata di lettura, visto che, come ha compreso anche mia moglie, voi siete un appassionato di letteratura.” Voltandosi poi verso il portoghese. “Mi farebbe piacere.” Sorridendo questi. In quel momento uno dei servitori entrò e chiamò il vecchio. “Scusatemi un istante.” Disse il vecchio, per poi uscire col suo servo e lasciando soli Cheyenne e Fhael. |
Il pugnale che stringeva Clio era già macchiato di sangue, quando all'improvviso la ragazza vide cadere a terra un ragno spaccato in due dalla lama che lei stessa impugnava.
L'arma non era affondata nella pelle di Musan, ma nel corpo del ragno. Ma quell'attimo fu letale all'audace ed abile ragazza. Musan afferrò la sua mano con il pugnale, stringendola poi a tal punto da far cadere a terra l'arma. “Se c'è una cosa che mi infastidisce” disse lo spagnolo afferrando Clio per i polsi e tenendola stretta “è una notte convinta di avermi in pugno. Perchè non mi avete sparato? Grave errore. Vi avevo già avvertita che avvicinandovi troppo a me con un pugnale poteva essere pericoloso...” le strappò la pistola dalla mano e la schiaffeggiò forte, facendola cadere sulla poltrona alle sue spalle “... sciocca ragazza... sapete in che modo riesco a trarre soddisfazione da una donna? Possedendola, o uccidendola... e non è detto che le cose non possano avvenire entrambe...” le puntò allora contro il volto la pistola e fece fuoco. |
“Milady, no...” disse Austus nel vedere Talia decisa a salire su quella misteriosa nave “... non potete andare... è troppo rischioso!”
“Si, milady...” fece Gwin “... restate qui... il capitano non permetterà mai una cosa simile...” In quel momento un lampo illuminò il cielo inquieto ed un potente boato, un istante dopo, fece tremare la Santa Rita. Le due navi era unite dalle cime uncinate, ma il mare cominciava a scuotersi sempre di più, avvicinando ed allontanando, come un elastico, le due imbarcazioni. “Milady, Guisgard vi ha affidata a noi” rivolgendosi Austus a Talia “e dunque resterete qui, al sicuro.” Cominciò a piovere in maniera sempre più intensa. “Anzi, sarà meglio che torniate giù, in cabina...” continuò il bucaniere “... sarete al riparo dalla pioggia e dal vento.” Ma proprio in quel momento uno dei pennoni sulla misteriosa nave, forse a causa del vento, si staccò e cadde pesantemente sul ponte. “Quella nave mi piace sempre meno!” Esclamò impaurito Gwin. “E non ci salirei su per niente al mondo!” “Andate giù, milady.” Disse di nuovo Austus a Talia. “Vi prego. E' per la vostra sicurezza.” http://www.ciakhollywood.com/hp/capi...N_BLOOD-32.jpg |
Austus fu gentile... il suo tono era garbato e la voce cortese, e tuttavia quando prese il mio braccio e mi sospinse verso la scala che portava sottocoperta non potei non notare la presa salda ed un leggero gesto della mano, come chi non ammette repliche...
"Sì, mi ha affidata a voi..." dissi "Ma è stato prima che salisse là sopra... e, soprattutto, prima che scomparissero così... Ascoltate... non si sente neanche un rumore... eppure, dovremmo sentire dei rumori se stessero ispezionando una stiva vuota o delle cabine deserte... sbaglio?" Lo guardai... non riuscivo a comprendere del tutto il suo stato d'animo e questo, un po', mi turbava... Proprio in quel momento, uno dei pennoni della nave misteriosa si staccò e piombò sul ponte, con un fragore assordante... Sussultai. "Sentite!" dissi, sfilando con un gesto secco il mio braccio dalla presa di Austus, che mi sembrava bene intenzionato a spedirmi sottocoperta "Sentite... non è mia intenzione esservi d'intralcio, né una seccatura... ma vi assicuro che siete ampiamente fuori strada se credete che scenderò tranquillamente in cabina mentre lui è ancora là sopra... sono stata chiara? Neanche se mi ci portaste a viva forza, lascerei questo ponte! Non finché Guisgard non tornerà sano e salvo!" Gli lanciai un'occhiata decisa: non ero disposta a trattare su questo punto... poi gli voltai le spalle e tornai verso il parapetto, là da dove erano saltati sulla nave alla deriva. |
Austus fissò Talia e comprese in pieno la determinazione che animava la ragazza.
“E va bene...” disse “... restate pure qui sul ponte... ma non avvicinatevi troppo al parapetto. C'è vento forte e pioggia ed il mare è agitato.” Si voltò poi verso altri uomini dell'equipaggio. “Voglio due volontari. Bisogna andare a vedere perchè tardano tanto. Chi si offre?” Ma proprio in quel momento, mentre era a fissare il ponte della misteriosa nave, Talia vide qualcosa. Fu un attimo. Come un'ombra che attraversò rapida il ponte, per poi svanire tra i bagliori causati dai lampi lontani. |
Mi accostai di nuovo al bordo ma, per non irritare ulteriormente Austus, feci bene attenzione a non avvicinarmi troppo...
Rimasi qualche passo indietro, dunque... con le mani che stringevano il bordo del parapetto e gli occhi fissi sulla nave di fronte a noi... con il cuore pieno di un'unica speranza: che tornasse presto. E poi, d'un tratto, la vidi... un'ombra che si muoveva rapida sul ponte, così rapida che avrebbe potuto essere solo un miraggio... lo attraversò tutto, silenziosamente, e poi scomparve così come era apparsa... "Guardate!" gridai subito, puntando il dito... ma, per quando riuscii a dirlo, l'ombra già non c'era più... Mi voltai e vidi che tutti mi stavano guardando... "Perdonatemi..." mormorai "Mi sembrava di aver visto qualcosa... mi sembrava di... di averli visti tornare!" mentii. I miei occhi sfuggirono i loro, dunque, e tornarono a fissare quell'imbarcazione... ero combattuta... mi sembrava così assurdo... eppure ero certa di aver visto quell'ombra... sì, ne ero certa! Socchiusi gli occhi, scrutando l'oscurità in cui l'avevo vista sparire... incerta... preoccupata... |
“Vado a vedere io.” Disse all'improvviso uno dell'equipaggio.
“Si, Tellyo.” Annuì Austus. “Va a dare un'occhiata.” Ma proprio in quel momento il vecchio Fulsin si avvicinò al parapetto. “Non era nessuno dei nostri...” disse a Talia “... ciò che avete visto non era uno dell'equipaggio...” Un nuovo fulmine fece sussultare la Santa Rita. “Allora vado a controllare...” mormorò Tellyo. E fu in quel preciso istante che dalla nave maledetta si udì un grido disumano. Un grido di disperazione e dannazione. “Cosa è stato?” Urlò Austus. “Avete sentito? Era uno dei nostri?” |
Un servo chiamò il vecchio lasciandomi sola con Fhael...era un fantastico colpo di fortuna inaspettato.
Parlando sottovoce,col timore che ci fosse qualcuno ad origliare fuori dalla biblioteca, chiesi al portoghese se, durante la notte gli era venuta qualche idea su come andarsene. "Dobbiamo fare prese-dissi sempre bisbigliando- ieri sera, appena ve ne siete andato un servo é venuto a cercarmi. Temo che il vecchio possa sospettare qualcosa..i suoi occhi mi hanno guardata in un modo così....Rabbrividii. "Vi prego Fhael fate presto, io non resisto più in questo posto e ho paura delle reazioni di quel vecchio pazzo..Non ho nulla con cui difendermi...Purtroppo il mio fidato coltello é restato a casa del colonnello, per caso voi riuscireste a procurarmene uni?" |
Il ragno. Quel maledetto teneva un ragno anche nei pantaloni, come diavolo era possibile? Mi girai a guardare la bestiola che cadeva a terra. La distrazione di un attimo, ma Musan mi sfilò la pistola e sparò.
Nulla. La pistola, come avevo immaginato, non era stata caricata "Ecco perché... " dissi con un sorriso perfido mentre giravo il polso di Musan, facendogli cadere la pistola. Ma, intanto, anche il pugnale mi era scivolato dalle mani, apparentemente non avevo scampo. "Padre, cosa diavolo è quello?" Dissi con uno sguardo sorpreso. Il generale Timory sorrise "... È un fantoccio. Da oggi inizierai un nuovo allenamento. Il signor Croll ti spiegherà tutto." Il medico dell'accampamento era infatti accanto a quel fantoccio, sul quale erano segnati dei punti da colpire. "Buongiorno mia cara..." Disse quell'uomo magro e brizzolato, dal sorriso gentile. "Signor Croll.." Replicai con un cenno di saluto. "Vedi, piccola mia.." Intervenne il generale "..ti troverai sempre ad affrontare assalitori più forti di te.. Ed è quindi insperabile che tu sappia dove colpire... Vi sono punti, particolarmente sensibili, che necessitano di una forza minore.. Ma dovrai imparare ad essere precisa, e velocissima.." "..so dove colpire, padre.." Guardandolo interrogativa. "Con la spada, certo... Ma a mani nude?" "A mani nude?" Con gli occhi sgranati "Già, senza armi sei troppo debole.." "..non è vero!" ".. Vorrei non fosse così, piccola mia, ma è la verità.. Quindi devi allenarti.. Molto più degli altri.." "..perché dovrei combattere a mani nude?" Mio padre rise ".. Oh ci sono mille motivi.. Sei una donna.. Non te ne andrai di certo in giro armata.." Un lampo di impazienza attraversò i suoi occhi "..e poi non ho intenzione di stare a discutere.. Farai come dico io, intesi?" "Si, signore.." Dissi lentamente, con una smorfia. Mi avvicinai al fantoccio e sorrisi al medico. "..ebbene, sono pronta..." Annuendo. "Bene, mia cara.. Se mi ascolterai attentamente, sarai in grado di difenderti sempre, in qualunque situazione.." Sorrisi. Mio padre si avvicinò e mi sfiorò la guancia: ".. Non devi permettere a nessuno di farti del male... Nessuno, mai..." La voce di Croll mi risuonò nella mente. Inspirai, guardai Musan con occhi gelidi. Poi non mi fermai, non mi fermai nemmeno per respirare. Tirai una ginocchiata, forte decisa. Poi lasciai il polso di Musan e iniziai a colpirlo al ventre, i miei pugni a martello lo investivano incessabili. Ero veloce, precisa e costante. Non gli lasciavo tregua. D'un tratto, prima che potesse colpirmi gravemente mi lasciai scivolare per terra ed afferrai la sua coscia, avvolgendola in una morsa. Con una mossa che avevo provato mille volte riuscii a fargli perdere l'equilibrio. Cadde a terra e io mi alzai, iniziando a colpirlo con dei calci precisi e veloci. Mi muovevo, continuamente. Gli schiacciai una mano che tentava di afferrarmi, poi continuai a colpirlo. Non mi fermavo. Sapevo che, se mi fossi arresa, mi avrebbe colpito lui e non avrei avuto scampo. Sapevo bene che era molto più forte di me, ma io ero addestrata. No, era molto più di questo. Era l'istinto di sopravvivenza che mi concedeva una forza e una potenza che non possedevo. Non avevo paura di morire, ma non avrei mai permesso a un uomo come lui di sfiorarmi. L'avevo promesso a mio padre, e a me stessa. Ti sei rammollita, mia cara... Hai risparmiato Boyuke e ti sei ritrovata sull'Antigua Maria.. Hai risparmiato la virilità di questo verme e hai rischiato di morire... Dovevi affondare la lama.. Se solo avessi affondato la lama, senza accontentarti di spaventarlo... Quei pensieri mi rendevano ancora più feroce. Ma sapevo che la voce della mia mente si sbagliava. L'avevo colpito, sapevo di averlo colpito, il sangue di un ragno non è vermiglio come quello di un uomo. "..e io detesto essere sottovalutata...se nessun uomo è mai riuscito a toccarmi, un motivo ci sarà.." Ansimai per lo sforzo. Poggiai un piede sulla sua gola, scaricandovi tutto il peso del mio corpo. "..dammi un buon motivo per non ucciderti..." Guardandolo con odio. In effetti, pensai che non ne avevo neanche uno. Ma non potevo ucciderlo e passarla liscia. Così gli tirai un forte calcio alla tempia sinistra. Il Destino avrebbe deciso la sua sorte. Mi allontanai da lui di corsa, controllai di non avere uno di quegli orribili ragni addosso, raccolsi la divisa e uscii. Corsi rapida verso la mia cabina, chiusi la porta, la sprangai con un mobiletto, e mi sdraiai sul letto, esausta. "Voglio la mia spada, voglio la mia spada..." Sussurrai. Chiusi gli occhi, e immaginai che tutto quello non fosse altro che un sogno. Immaginai di sentire la voce di John che mi chiamava. E quel pensiero mi calmò leggermente. Mi alzai, e mi tolsi rapidamente quell'abito che ormai detestavo. Presi la mia divisa, e la indossai, con tanto di stivali e cappello. Mi guardai allo specchio, avevo raccolto i capelli e fasciato il seno. Nessuno mi avrebbe trovato attraente vestita in quel modo. Non potevo restare chiusa in quella stanza per molto tempo, non potevo, ma soprattutto non volevo. Presi coraggio, tolsi il mobiletto dalla porta e la aprii. Dovevo sapere se Musan era ancora vivo, anche se dubitai di essere stata tanto fortunata da ucciderlo. |
Citazione:
“Io conosco la storia di Lanzaras e del suo tesoro...” mormorai, fissando i miei occhi nei suoi, dopo averlo osservato per lunghi minuti “Conosco la storia dell’isola perduta, non segnata su nessuna mappa, e dei tre spiriti posti a sorvegliare l’oro del capitano. Conosco la storia del pirata spietato, senza cuore. Sì, conosco tutto ciò... mio nonno mi raccontava queste storie quando ero piccola... le conosco bene!” Lo osservai ancora per un momento, studiandolo... “Tuttavia...” sussurrai poi, accennando all’imbarcazione alle mie spalle “Tuttavia, Guisgard è su quella nave, non è ancora tornato... ed io non so che cosa aspettarmi da essa! Avete ragione, ho visto qualcosa! O credo di aver visto qualcosa. Un’ombra. Ma non so che cosa sia! Non ne so abbastanza! Ed è per questo che ho bisogno che ora mi diciate quello che ancora non so!” Citazione:
Per un istante sulla Santa Rita calò il silenzio più nero, tutti fissavano l’imbarcazione che ondeggiava di fronte a noi... Poi la voce di Austus si levò... ed in essa di poteva facilmente leggere lo sconcerto e la paura che pervadeva tutti noi. Tornai a osservare Fulsin... “Ditemelo adesso!” ingiunsi, la voce vagamente tremante “Ditemi quello che non so e che dovrei sapere... ora! Ora... perché tra pochi minuti, che siate d’accordo o meno, salterò su quella nave... e solo il Cielo sa che cosa troverò!” |
“Troverete disperazione e dolore...” disse Fulsin a Talia “... e forse anche la morte...”
In quel momento, il bucaniere offertosi volontario saltò sul parapetto della misteriosa nave e cominciò a guardarsi intorno. Estrasse poi il suo pugnale e scese sottocoperta. “Fa attenzione!” Gli urlò Austus prima di vederlo sparire. “Dovevamo ignorarla quella nave...” fece Gwin. La pioggia era prima diminuita, poi finalmente cessata ed il cielo cominciava a schiarirsi. Non era però calato del tutto il vento e l'aria della sera era divenuta limpida e profumata di mare. La nave ondeggiava vicinissima allo scafo della Santa Rita, tenuta legata a questa solo dalle cime uncinate. “Volete davvero andare su quella nave?” Voltandosi Fulsin verso Talia. “Eppure potrebbe esserci a bordo il Male...” Ed il sibilo del vento echeggiò come un lungo e cupo lamento. |
Clio aprì la porta.
Tutto sembrava tranquillo. Forse anche troppo. Poi, ad un tratto, cominciò ad udire qualcosa. Come un mormorio, un brusio. Prima lontano e vago, poi sempre più fitto e vicino. Fece allora un mezzo passo verso l'uscio e sentì uno strano scricchiolio. Come se stesse calpestando qualcosa di tenero. Guardò allora il pavimento e si accorse che sotto i suoi piedi vi erano centinaia di ragni. Si guardò intorno e vide l'intera cabina invasa da quegli insetti. Erano ovunque, persino sul letto. E poi, all'improvviso, Clio cominciò a sentire addosso uno strano formicolio. Un istante dopo i ragni cominciarono ad uscire da ogni piega del suo vestito. Erano su tutto il suo corpo: sulla pelle, persino fra i capelli. Istintivamente la ragazza cercò di toglierseli, ma sembravano spuntare come funghi su di lei. Alla fine cadde a terra esausta e tutti i ragni la ricoprirono... “Non troverai John...” disse una voce di donna “... è qui con me... con tutti noi...” “Dove siete?” Chiese Clio. “Nel nulla...” rispose la donna “... o forse ovunque...” “Sull'Isola Perduta?” Domandò Clio. “Forse...” fissandola la donna. Era Loren... Clio aprì gli occhi. Un attimo dopo si ricordò dei ragni e saltò su. Si toccava dappertutto, compreso fra i capelli. “Stai calma, è passato...” fece la servitrice di Musan “... ora è tutto passato...” Clio allora si guardò intorno. Era in un letto, in una bella cabina da ufficiali. |
“Potrei” disse Fhael a Cheyenne “ma temo sarebbe inutile. Ho controllato tutta questa casa... pullula di servi e sono tutti armati. Inoltre ci sono cani ed altri guardiani tutt'intorno. In pratica la via che conduce al porto è strettamente sorvegliata ed anche lì ci sono sentinelle. Munite di barche.” Restò un attimo in silenzio, come per riflettere. “Abbiamo una sola possibilità... giocare sul suo fanatismo... ho studiato un po' la sua personalità quando a San Martino ho raccolto informazioni su di lui... è un bigotto, un fanatico religioso... forse dobbiamo puntare su questo... forse ho un piano, ma è ardito, quasi disperato...” la fissò “... andrò da lui e confesserò tutto... gli rivelerò una serie di bugie, dove mi smaschererò come vostro marito... gli confiderò di essere giunto con l'inganno per ritrovarvi e mi rimetterò alla sua pietà religiosa... ma questa mossa è molto rischiosa...”
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I miei occhi scrutavano quella nave, in preda a mille e più pensieri... Austus aveva ragione quando diceva che Guisgard non avrebbe mai approvato ciò che mi stava passando per la mente... eppure io ero determinata, ogni momento lo ero di più: restare lì con le mani in mano a pregare che tornassero, ma senza fare niente per questo, era insopportabile.
Ero preoccupata, tesa, spaventata... Osservai il marinaio saltare sul parapetto e passare sull'altro ponte. I miei occhi lo seguirono finché non scomparve sottocoperta, poi tornarono a fissare Fulsin... "Forse..." mormorai "Forse avete ragione! Forse è davvero folle e pericoloso..." Esitai... poi, quasi involontariamente, sorrisi tra me... "Folle e pericoloso..." soggiunsi quindi "Un po' come lo è innamorarsi di un pirata... non trovate?" Lo osservai per un attimo, ma lui non aggiunse niente, ed io neanche. Mi voltai, quindi, e mi avvicinai ad Austus... "Perdonatemi..." dissi, raggiungendolo "So di essere una seccatura per voi e me ne scuso... ma per quanto io desideri non incomodarvi, Austus, non riesco a star qui con le mani in mano! Forse Guisgard vi ha ordinato di tenermi buona, ma sono assolutamente certa che non vi ha mai chiesto di impedirmi di andare da lui!" Lo osservai per un istante... "Vi prego, lasciatemi andare là, da lui... io devo accertarmi che stia bene... vi prego!" esitai, poi soggiunsi "Lo farò comunque... ma preferirei farlo con il vostro aiuto!" |
Ansimai, guardandomi attorno.
"Cos'è successo?" Dissi guardando la serva di Musan che mi fissava. Dove diavolo ero? Da dove erano spuntati quei ragni? Non ricordavo nemmeno di aver messo piede fuori dalla cabina. Infossavo ancora i calzoni della divisa e nessuno mi aveva slegato le bende. Vidi la giacca della mia divisa accanto al letto e mi sporsi per prenderla. "Dove mi trovo?" Dissi alzandomi. Presi i miei stivali e lo indossai. "..lasciatemi indovinare... È tutta opera del vostro padrone, immagino.." Scuotendo la testa. Non poteva riempire la nave di ragni in quel modo. Dove li aveva presi? Avrei dovuto colpirlo più forte. Quella stana alleanza stava decisamente diventando insopportabile. |
La servitrice di Musan fissò Clio e scosse il capo.
Prese allora un Rosario da una tasca e lo diede alla ragazza. “Quell'uomo” disse “è malvagio. Non rispetta niente e nessuno. Non conosce pietà, né umanità. Portate con voi questo Rosario... vi proteggerà...” In quel momento entrò Musan nella cabina. “Vattene.” Ordinò alla serva. Questa annuì ed uscì. “Vedo che vi siete svegliata...” disse lo spagnolo a Clio “... siete stata fortunata... il ragno che vi ha morso non era mortale... il suo veleno causa incubi, nulla di più...” sorrise e si avvicinò alla ragazza “... non siete molto abile come volete far credere... la pistola era leggera e un vero soldato avrebbe capito subito che era scarica...” chiuse gli occhi e di nuovo quel ghigno apparve sul suo volto “... la prossima volta che oserai toccarmi” aprendo gli occhi e fissandola “farò altrettanto... e non è detto che la cosa debba dispiacerti...” Poi, con gesto rapido quanto improvviso, la schiaffeggiò forte. “E non credere che possa intimidirmi la tua promessa di matrimonio fatta al tuo capitano...” aggiunse “... magari, a quest'ora, i pirati lo avranno già accoppato... o, chissà, potrebbe capitargli qualcosa su questa nave... e a te poi servirebbe un protettore...” i suoi occhi si accesero “... o vuoi finire al porto, come una volgare prostituta?” In quel momento si udì qualcosa. “L'Isolotto di San Martino!” Urlò la vedetta. “Avvistato l'Isolotto di San Martino.” “Pensaci...” mormorò Musan, per poi uscire dalla cabina. |
Austus fissò Talia.
Guardò poi sulla misteriosa nave e di nuovo, infine, i suoi occhi tornarono sulla ragazza. “E va bene...” disse con tono pensieroso il secondo di Guisgard “... ma a patto che resterete sul ponte, dove da qui possiamo vedervi. Guardate pure dalle scale che danno sottocoperta, chiamate anche da lì il capitano se volete, ma senza scendere di sotto, a meno che non sentiate rispondervi proprio da lui. Intesi?” Annuì e poi aiutò la ragazza a passare sul ponte dell'altra nave. Giuntavi, Talia provò una strana sensazione. Il vento sembrava ululare tra le vele squarciate e i pennoni scricchiolanti. C'era una strana sensazione a bordo di quella nave. Una sensazione opprimente, cupa e angosciante. La porta che dava sottocoperta era spalancata davanti a lei. E da lì Talia sentiva provenire solo un tetro ed innaturale silenzio. Come se quella porta cigolante al vento e al sussultare delle onde, si aprisse sul regno dei morti... |
L'idea di Fhael mi pareva alquanto avventata e rischiosa ma era l'unica plausibile a causa dell'alta sorveglianza ovunque.
"Daccordo tentiamo in questo modo...e speriamo che funzioni...Io mi recherò nella Cappella dicendo che devo pregare, spero così di impressionarlo positivamente, e quando sarò li voi andrete a parlare col vecchio. Fate in modo di essere nel portico che da su giardino in modo tale che io sia in grado di udire l'esito della vostra discussionr e se necessario intervenire. |
Era colto il nostro fuorilegge....pensavo non avesse letto mai nulla in vita sua e invece.......ma cosa ne sapevo io di pirati e contrabbandieri...."....Allora diciamo che terrete sotto braccio un ricco sacco di monete.....per l'aiuto, ve ne sono grata....e..."...avrei voluto continuare, ma Storm aveva notato qualcosa di insolito, due uomini.....avevo tirato i capelli indietro in maniniera sommaria cosiì alzai le braccia per sostenere quella strana conciatura, dieid solo un colpo d'occhio e fui quasi folgorata da una visione....." Storm....vi ricordate il giorno che ritornai alla locanda, dopo aver lasciato voi ?...lui era al bancone della locanda e sorseggiava qualcosa.....lo guardai bene perche' il locandiere venne quasi alla porta, pensando che o ma o ad Ingrid era successo qualcosa.......lui era gia' lì.......e se avessero seguito ogni nostro passo ?.....".. abbassai le braccia e tenni il volto basso sul tavolo...
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Restai immobile ad osservare Musan che usciva. Respiravo piano per nascondere l'immensa rabbia che avevo in me. Quasi stritolai il Rosario che quella donna gentile mi aveva messo tra le mani. Lo riposi delicatamente in una tasca della giacca.
Mi affacciai alla finestra tentando di distarmi. Ma le parole di Musan mi tormentavano. Battei forte il pugno sullo stipite. "..se avessi pensato che la pistola era carica, maledetto, ti avrei sparato immediatamente in mezzo agli occhi..." Sussurrai tra i denti. Eppure non potevo non pensare che ciò che aveva detto, in fondo, era vero. La Clio di una volta non l'avrebbe risparmiato, la Clio di una volta non avrebbe esitato. Già, la Clio prima di John. Che ti aspettavi? Che ti dicesse: "ma che brava, mi sei sfuggita e mi hai steso..."? Infondo lui è finito a terra, non tu.. I ragni non contano, i ragni sono opera del demonio.. Scossi la testa, sorridendo sarcastica : ".. No, non del demonio.. Di un uomo, un uomo mortale.." Guardai fuori dalla finestra. Per lo meno, pensai, ora i ruoli si erano rovesciati, ed ero io a dover stare alla larga da lui, non il contrario. E, di certo, non me lo sarei fatto ripetere due volte. ".. Non gli permetterò di fare del male a Guerenaiz.." Sussurrai ".. Si, certo che sa difendersi da solo.. Ma devo fare tutto ciò che è in mio potere per difenderlo..." Sospirai, sarcastica "..sempre che riesca a proteggere me stessa.." Alzai le spalle e mi diressi, un po' più calma verso la porta ".. Infondo, checché ne dica lo spagnolo, me la sono cavata anche stavolta..". Sorrisi. Lasciai finalmente quella cabina per recarmi sul ponte. Mi appoggiai al parapetto e guardai il mare. Avrei voluto perdermi in quell'immensità. Musan aveva detto che mi aveva morso un ragno capace di produrre incubi. Dunque non era stato che quello, un incubo? La voce di Loren e le sue parole. Che domande, pensai, Loren è morta davanti ai miei occhi. Eppure, anche durante il sonno innaturale del veleno, lei mi aveva sempre parlato. E diceva sempre la stessa cosa: John era con lei, e io non potevo trovarlo. Scossi la testa e repressi le lacrime fissando un punto indefinito all'orizzonte. No, non avrei mai creduto a dei semplici sogni. Dovevo vedere la sua tomba, parlare con chi l'aveva visto morire per accettare il fatto che non sarebbe mai tornato. Ma, persino io, mi rendevo conto di quanto fossero irrealizzabili anche quelle terribili speranze. Ma l'incertezza mi indeboliva e mi consumava. Fu allora che mi ricordai del Rosario nella mia tasca. Lo presi delicatamente tra le mani, chiusi gli occhi, col viso rivolto al sole, che mi scaldava dolcemente le guance, e pregai per John, per Guerenaiz, e anche per me. |
Annuii alle parole di Austus... poi gli porsi la mano, che lui prese per aiutarmi a saltare dal parapetto della Santa Rita a quello della nave misteriosa.
“Non preoccupatevi!” lo rassicurai mentre lasciava la mia mano. Poi, lentamente, voltai le spalle alla Santa Rita e scrutai il ponte della nave su cui ero giunta... era deserto ed uno strano silenzio vi dominava, un silenzio opprimente ed innaturale. Il vento fischiava tra le vele lacerate e le onde percuotevano lo scafo... eppure anche questi rumori suonavano tutt’altro che naturali alle mie orecchie. I miei occhi vagarono lenti tra le ombre ed i riflessi per qualche momento, fino a fermarsi nel punto in cui avevo scorto qualche cosa muoversi poco prima... indugiarono in quell’angolo per qualche istante, e forte si fece la tentazione di correre là e controllare... ma la dominai. Dominai la tentazione di ispezionare il ponte e tutto ciò che là sopra mi sembrava non quadrare... la dominai perché volevo trovare Guisgard, lo volevo più di qualsiasi altra cosa! Inspirai, quindi, e raggiunsi la porta che dava sottocoperta... avevo promesso ad Austus che non sarei scesa, così mi limitai a sporgermi appena... c’era silenzio, un silenzio denso che saliva alle mie orecchie... “Guisgard!” chiamai, dopo un momento “Guisgard... sono io... ti prego... puoi sentirmi?” Il silenzio era sempre più opprimente... socchiusi gli occhi, tentando di aguzzare l’udito... “C’è nessuno laggiù?” domandai ancora, tentando di impedire alla mia voce di tremare “Guisgard?” |
Scena XIV: “Relitti Umani”
“I visitatori di razza bianca corrono perciò seri rischi. Potrebbero essere massacrati a tradimento, come accadde all'equipaggio Della Jane Guy.” (Egar Alan Poe, Gordon Pym) Talia fissò quella porta aperta che dava nella stiva della nave. Una porta come aperta su un profondo abisso. Talia chiamò. Chiamò più di una volta. Ma nessuno rispose a quelle parole. Non subito almeno. Ad un tratto la ragazza udì qualcosa. Prima un rumore sordo e lontano. Poi come dei passi. Infine una risata. Sembrava la voce di un bambino. Poi quella di una donna. Come se stesse cullando il suo fanciullo. Ma fu solo un attimo. O forse il vento. Riprese a piovere lentamente e la nave sussultò ancora di più tra le onde. “Talia...” disse all'improvviso una voce. Era quella di Guisgard. http://www.ponzaracconta.it/wp-conte...%C3%A0.OK_.jpg |
Fhael annuì a quelle parole di Cheyenne.
“Si, recatevi nella cappella e restate lì...” disse “... se il vecchio reagirà male, allora la situazione precipiterà e voglio sapervi al sicuro...” prese un piccolo coltello e lo diede alla ragazza “... conservatelo con cura... però resterete qui... non voglio che vi avviciniate alla villa, potrebbe accadere di tutto...” la fissò per un lungo istante e poi andò via. Si recò allora nella villa, lasciando Cheyenne sola nella cappella. Il portoghese raggiunse così il vecchio. Scambiarono un breve saluto, poi l'uomo fece cenno a Fhael di seguirlo in casa. E la porta si chiuse dietro di loro. |
Storm guardò quell'uomo indicato da Elisabeth.
“Davvero curioso...” disse “... beh, presto scopriremo la verità...” chiamò allora il locandiere e pagò il conto “... aspettatemi all'ingresso, vi raggiungo subito...” rivolgendosi ad Elisabeth. Dopo qualche istante, Storm tornò da Elisabeth. “Ho gettato l'esca...” mormorò “... vediamo se il pesce abbocca...” il cielo era coperto e la pioggia sembrava imminente “... ho finto di chiedere al locandiere della torre, proprio davanti ai due nuovi entrati... vediamo cosa succede ora...” |
Clio era sul ponte e già si vedeva l'Isolotto di San Martino.
Ma la ragazza si accorse che da quando era uscita dalla cabina di Musan tutti gli altri uomini dell'equipaggio la guadavano con occhi maliziosi. Sorridevano e si scambiavano sguardi d'intesa. “Che dici, Pit...” disse uno di quelli al suo compagno “... ritroveremo il capitano Gurenaiz?” “Sinceramente” fece l'altro “non so quanto gli convenga... io tra la vita e l'onore non saprei a quale tenere di più. Meglio un pirata come nemico o un luogotenente come rivale?” E risero di gusto. La nave entrò finalmente nel piccolo porto di San Martino. Musan scese a terra con alcuni dei suoi, senza specificarne il motivo. |
Mi voltai lentamente a quei rumori...
un rumore sordo, passi, la risata di un bambino, il canto di una donna... Mi guardai intorno con attenzione, il vento continuava a ululare tra gli alberi ed il ponte, le onde sbattevano la nave. Il ponte era deserto, ma io avevo la curiosa sensazione di non essere sola... la Santa Rita mi sembrava così lontana ora, irraggiungibile... Rabbrividii. Citazione:
Tremavo ora... e quella sorta di cupo terrore che, con tanta testardaggine, mi aveva spinta fin lì si sciolse al suono della sua voce... "Ti prego..." mormorai "Ti prego, vieni fuori... non voglio più stare qui da sola! Ho... ho paura ora!" |
Dovevo aver sentito male. Guardai quegli uomini torva.
Clio, non cercare guai... Stai buona, stai tranquilla.. Mi voltai a guardare il mare, per un momento. Ma fu più forte di me. Mi avvicinai a quegli uomini e mi sedetti su un barile vicino a loro. "L'onore, signori..." Dissi con noncuranza, giocherellando con una corda. Poi alzai la testa verso di loro, vedendo che mi guardavano interrogativi : "..tra la vita e l'onore..." Passando lo sguardi dall'uno all'altro "..conta solo l'onore..." Portai lo sguardo verso il mare : ".. Meglio morta che disonorata.." sussurrai. ".. Voi vivreste cent'anni nel disonore?" Con un sorriso. |
Andai nella cappella e da li vidi Fhael entare in casa col vecchio. Poi la porta si chiuse.
Camminavo avanti e indietro nella navata, mi sedevo e poi mi rialzavo...Presi a giocherellare col coltello che mi aveva dato Fhael, era un bel coltellino seghettato con un fine intarsio nell'impugnatura di legno. Osservando meglio vidi incisa una F. Feci qualche mossa fendendo l'aria per riprendere la capacità di difesa, che da tempo non avevo più avuto modo di esercitare. Mi chiedevo quanto tempo fosse già passato, non riuscivo a rendermene conto esattamente e non osavo uscire per dare un' occhiata alla posizione del sole. Decisi di avvicinarmi alla finestra più vicina alla casa. Tesi l'orecchio ma purtroppo non riuscivo a sentire altro che dei brusii indistinti...mi parve di udire la voce di Fhael ad un certo punto ma non potevo esserne assolutamente sicura. Passò altro tempo e non riuscii ancora a capire che cosa stesse succedendo dentro. Ormai sfiduciata stavo per sedermi nuovamente quando sentii la maniglia scricchiolare. Ero pronta ad ogni evenienza, il coltello saldo nella mia mano. |
“Talia...” disse una voce “... Talia, figlia mia... non restare lì da sola... è pericoloso... la tempesta aumenterà...”
La ragazza riconobbe la voce di suo padre. O era ancora il vento. Poi di nuovo rumori confusi provenirono dalla stiva. “Milady...” all'improvviso un'altra voce “... presto, chiamate gli altri...” era Rynos “... presto, qui sotto c'è...” Poi solo silenzio. “Talia...” ancora Guisgard “... Talia... sono qui...” Un'onda allora fece sussultare ancora la nave. “Talia, sono qui...” di nuovo la voce di Guisgard. |
I due uomini fissarono Clio.
“Io non direi.” Disse uno all'altro, per poi ridere entrambi. “Magari neanche c'è più il caro capitano.” Fece l'altro. “Sai, si dice che i pirati gettino a mare le spie.” “O anche che le chiudano in un barile per poi riempirlo d'acqua salata.” E risero di nuovo. “E poi” mormorò uno dei due fissando Clio “non è detto che lo spagnolo vi faccia rimpiangere l'olandese!” E ancora quelle loro risate. |
Mio padre...
esitai... la sua voce sembrava così vera, così vicina, rassicurante... ma era un inganno, lo sapevo. Era l'ululato del vento che nella mia testa si confondeva in mille e più voci... tentai di convincermi di questo... Chiusi gli occhi e mi aggrappai con entrambe le mani ai due lati dello stipite, mentre la pioggia mi bagnava tutta. E poi, all'improvviso, la voce di Rynos... gridava dalla stiva... voleva che chiamassi gli altri... gli altri... dalla Santa Rita... Esitai. Ero spaventata... e combattuta... "Guisgard..." mormorai. Poi la udii di nuovo, la sua voce... chiara, nitida... Citazione:
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La porta della cappella si aprì ed un servitore entrò.
“Il padrone desidera vederti.” Disse a Cheyenne. “Seguimi, per favore.” Per favore. Il tono del servo era diverso dal solito. Accompagnò allora la ragazza nella villa, mentre il cielo era diventato coperto e cupo. Entrarono nella villa e raggiunsero un'ampia sala, dove ad attendere Cheyenne c'erano il vecchio ed il portoghese. “Vieni avanti, cara...” alzandosi Fhael “... vieni e racconta le vicissitudini che ci hanno separato...” |
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