Lennox rise.
"Si, immagino..." disse a Gwen "... mi perdoni, sono stato sciocco." Riportando il cavallo nelle scuderie e ne approfittò per mostrarle alla ragazza.
"Quindi" quando terminò il giro nelle scuderie "immagino resterà mia ospite al castello, dottoressa?"

"Non deve affatto scusarsi" divertita, ma in realtà anche intenerita.
A quel punto, fece con me un giro delle scuderie ed io accarezzai ogni singolo cavallo che c'era.
"Solo se accetta di fare una cavalcata nei dintorni con me, visto che il cavallo era già sellato" ridacchiando.
"Finché sono nella brughiera..."

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Cristian sembrò non ascoltarmi, tanto impegnato ad osservare il mare, com’era.
Dopo una manciata di secondi, si avvicinò a me e, dopo avermi stretta, mi baciò con morbida passione.
Ricambiai, ovviamente, ma mantenni i sensi vigili e la pistola ben salda nella mia mano.


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Lennox sorrise a Gwen.
"Sarà un piacere." Disse.
Selò allora un altro cavallo ed insieme uscirono a cavalcare per la brughiera intorno al castello.
C'era verde ovunque, tra sentieri, corsi d'acqua dorati dal Sole e resti di casolari e vecchi manieri dimenticti in quello scenario selvaggio e romantico.




Cristian continuava a stringere Queennie a sè, baciandola con pasione, in una danza di labbra e di lingue, mentre le sue mani scivolavano sulle forme di lei.
La ragazza sentiva quella lingua famelica, ardente, umida e sensuale.
In attimo Queennie si ritrovò conto l'auto, stretta in una morsa tra Cristian e la carrozzeria del veicolo.
Sentì allora la mano di lui scivolarle fra le gambe.

Ricambiai il sorriso e poco dopo uscimmo per cavalcare.
La zona, lì, era bellissima.
I ruscelli venivano illuminati dal Sole, così come i prati ed il muschio brillante e soffice che ricopriva le zone più rocciose.
"Non vengo quasi mai in questa zona. La brughiera è stupenda, sembra uscita da un romanzo" guardandomi attorno ed allentando un po' le redini, visto che stavamo procedendo con calma.

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Cristian sembrava essere impazzito e, tra un bacio e l’altro, mi spinse contro la macchina.
La sua mano a mi scivolò tra le gambe e, cercando di recuperare il controllo, tentai di allontanarlo un poco.
“Fino ad un attimo fa, non eri tutto preoccupato?” domandai con una lieve punta di sarcasmo, per poi riprendere un po’ il fiato.


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Guardai fuori con Maleva e vidi la donna scienziato parlare con Lennox "Vedete Maleva, quella donna non si fa i fatti suoi, dovrò sistemare per bene il Principe visto mi voleva qui ed essere la sua donna, unica amante come ha detto di amarmi ed un uomo non lascia la propria donna nemmeno per una cavalcata, dovremmo sistemarlo a dovere non pensa?" vedendo i due uscire da cavallo, non comprendevo se la signorina fingesse di essere tanto innocente e volesse distogliere Lennox da me. Scesi le scale, entrai nelle scuderie e presi il mio fido Cruz, avvertii lo stalliere di andare a fare un giro e uscii, magari avrei proprio trovato Lennox e la povera scienziata che gironzolava attorno al mio amato "Cruz, andiamo, cerca Lennox, e a dirla tutta amico mio, ho bisogno pure io di una corsa a cavallo come siamo abituati noi aristocratici" ridendo e iniziai a correre col mio amato cavallo nero, che per arrivare qui aveva rischiato pure di essere ucciso da un serpente.

La brughiera era un'immensa distesa dalle infinite sfumature di verde, tra dossi, conche, fossati, sentieri e corsi d'acqua zampillanti.
Tutto in quel luogo appariva incantato, come gli alberi dai rami ora frondosi, ora spettrali e i casolari in rovina.
"Si, mi sono innamorato subito di questi paesaggi..." disse Lennox a Gwen "... forse perchè non c'è tutto il dominio tecnologico della città e per questo, in qualche modo, mi ricorda il mio paese..." fissando un punto indefinito e lontano, mentre il vento agitava i suoi lunghi capelli neri.
Ad un tratto udirono un nitrito e voltandosi videro Altea su Cruz che galoppava verso di loro, per poi raggiungerli poco dopo.




Queennie spostò da sè Cristian, che era parecchio su di giri.
"Beh, forse moriremo tutti domani, o magari dopodomani..." disse divertito e parecchio preso da lei "... perchè allora non farlo un'ultima volta?" Facendoe l'occhiolino. "Almeno moriremo felici, appagati... no?" Ridendo, per poi fare un passo verso il ponticello sul mare. "Già, forse davvero moriremo tutti..." accendendosi una sigaretta.

Lo ascoltai con un sorriso ed annuii.
"Capisco, anche se io non riesco del tutto a staccarmi dal mio centro cittadino" ridendo, mentre rilasciavo i piedi dalle staffe per rilassare le caviglie ed i talloni.
Vedemmo poi arrivare la donna De Bastian raggiungerci a cavallo.
Sembrava non riuscisse a staccarsi dal Principe e la cosa iniziava a diventare esilarante.

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La brughiera era davvero affascinante, amavo sentire il vento tra i capelli e sul viso, certo la brughiera copriva i suoi misteri ma era affascinante per chi aveva un animo romantico, come me e Lennox.
Ad un tratto Cruz nitrì e vidi Lennox con la scienziata e mi avvicinai guardandolo negli occhi "Ma come, mi lasciate sola nel castello" con sguardo di intesa "Sapete dovrete rifarvi del tempo perso" noncurante della signorina e mi avvicinai a lui accarezzando il suo cavallo e ricordando l' episodio di Crezia e di quando lui la salvò, ma subito mi destai da quel brutto ricordo.

Altea raggiunse Lennox e Gwen.
"Madama, la credevo a riposare." Disse lui sorridendo ad Altea. "Ha trovato di suo gusto la camera, milady?" Fissandola. "Ma visto che siamo tutti e 3 qui vorrei mostrarvi un posto, signore." Alle 2 donne, facendole segno di seguirlo.

La donna mi ignorò e nella mia testa la situazione era ancora più divertente.
Davvero pensava di farmi una ripicca?
Certo era che non avrei voluto nessun altro, nella mia vita, all'infuori di Elv, di questo ero certa.
"Ma certo, sono curiosa" sorridendo e spronando il cavallo, mentre davo qualche colpo di tallone sempre cavalcando senza staffe per comodità.

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"Certamente milord, un giusto arredamento per me e so lo avete fatto con tutto il vostro ardore" sorridendo "No, non dormivo, parlavo con Maleva, è molto saggia e mi è di compagnia".
Poi decise di mostrarci un posto e annuii curiosa, sapeva adoravo le curiosità e sapeva sempre stupirmi.

Fu più forte di me.
Restai immobile, a bocca aperta, come una bambina in un negozio di giocattoli davanti a quella vista.
Era la cosa più bella e incredibile che avessi mai visto.
"È meravigliosa..." mormorai, allungando una mano per sifiorarla, quasi avessi paura di rovinarla con il solo contatto.
Poi mi voltai e lo guardai negli occhi, intensamente.
Quegli occhi così azzurri che mi facevano vacillare.
"E... potevate andare ovunque nel tempo, e siete venuto in quest'epoca, perchè? Non è un bello spettacolo!" sospirai.

Altea e Gwen seguirono il principe.
Cavalcarono tutti e tre imbccando un sentiero stretto ed angusto, fino a quando arrivarono davanti ad un vecchissimo rudere.
Aveva porte e finestre bloccate da staffe di legno.
"E' una cappella sconsacrata." Disse il principe smontando da cavallo.
Con un calcio fece saltare la staffa di legno che bloccava l'ingresso, mostrando una forza fuuori dal comune.
"Prego, signore..." alle 2, togliendo le pesanti e dense ragnatele che spuntavano nella navatella.
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Imboccammo un sentiero stretto e difficilmente percorribile, ma riuscimmo ad oltrepassarlo.
Arrivammo ad una piccola costruzione, alquanto vetusta, che mi fece pensare al castello ma in piccolo, che lui definì come una cappella sconsacrata.
Sollevai un sopracciglio, notando che sembrava dotato di una forza notevole, mentre smontavo e legavo le redini del cavallo lì vicino.
Quando entrammo, l'ambiente era ovviamente abbandonato a se stesso e non gradivo decisamente le ragnatele, ma avanzai, guardando tutto con curiosità.

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Cavalcammo fino a raggiungere una chiesa che era sconsacrata, era strano Lennox frequentasse e conoscesse questi posti, ma legai Cruz e sussultai al forte colpo della porta.
Sorrisi tra me e me, quella sua forza la conoscevo bene, mi chiesi se la sapesse usare pure in altri frangenti, molto privati.
Da galantuomo come era ci fece entrare per prime e senza problemi mi addentrai nella cappella ma aspettai entrasse pure lui.

"In realtà" disse Threnz a Des "credo di essere finito in un'anomalia temporale, madama." Fissandola. "Ossia che nello spazio tempo esistono dei vuoti in cui la materia e la massa collassano e le cariche primordiali saltano..." rise ".. oh, mi scusi... sto usando un linguaggio poco chiaro, madama..." scuotendo la testa.

Se prima potevo percepire il calore di Cristian, la passione che fin troppo velocemente mi stava consumando, le sue parole mi raggelarono.
Purtroppo, Cristian era uno di quei ragazzi che facevano la loro figura, sì, ma non dovevano parlare.
“Wow, caro…” dissi avvicinandomi “Nessuno me l’aveva mai fatta scendere tanto velocemente.” continuai per poi affiancarmi a lui e scroccargli una sigaretta “Se domani moriremo tutti, spero che siano pronti a darmi il trono dell’Inferno.”


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Lennox guidò Altea e Gwen in quel luogo abbandonato, arrivando all'altare, sul quale pendeva un grosso Crocifisso capovolto.
"L'ho saputo ieri..." disse col suo accento particolarissimo "... volevo venirci subito, ma non da solo... perdonatemi se vi ho portato in un luogo così poco adatto a 2 donne..." rivolto alle 2.

Arrivammo davanti ad un altare, sul quale pendeva un crocifisso capovolto.
"Non deve nemmeno dirlo. I miei studi artistici in realtà trovano tutto molto affascinante" con un sorriso interessato, mentre mi guardavo attorno.

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"A scuola il tuo senso dell'umorismo mi piaceva..." disse Cristian a Queennie, accenendole la sigaretta "... stasera invece lo detesto..." rise "... sai, lessi una poesia una volta... dentro c'era un desiderio da far avverare... ma per accadere il poeta doveva morire..." sorrise "... sai cosa chiederei stasera? Che ti innamorassi di me... anche se andassimo all'Inferno..." voltandosi a guardarla.

Osservai il Crocifisso capovolto "Nessun problema, lo sai non sono facilmente sensibile, secondo voi è stato un atto compiuto ultimamente oppure risale a tempi fa?" osservandolo "Se siete venuto qui un motivo deve esserci".

Mi illuminai, come se improvvisamente tutto avesse avuto un senso.
"Ma sì, certo, un'anomalia temporale, e che cos'altro potrebbe essere questo abominio in cui viviamo?" sospirai, estasiata.
Poteva essere vero?
Poteva davvero avere tutto un senso, nel fatto che qualcosa era andato storto in un momento nel tempo e si poteva sistemare e sistemare quel vuoto?
Lo guardai con un sorriso beffardo a quelle parole.
"Oh così mi offende, Don Threnz, la cretina della famiglia è mia sorella che le piace tanto, io sono perfettamente in grado di intendere ogni cosa che mi sta dicendo..." fissandolo negli occhi con aria di sfida.
Cambiano i tempi, i vestiti, i modi, ma il pregiudizio che una donna sia stupida non cade mai, ecco perché una per poter avere successo nella vita si deve travestire da Regna. Lei sì che è accettata e rispettata, quella cretina.

"Bene, dottoressa." Disse Lennox a Gwen. "Si, credo risalga a diversi secoli fa, milady." Poi ad Altea. "Sono felice che l'essere qui non vi rechi imbarazzo o inquietudine."
Allora spostò il basamento dell'altare, di pietra pesantissima, riuscendoci con un prolungato sforzo, ma che difficilmente sarebbe stato possibile per un uomo medio.
E sotto l'altare apparve una tomba molto inquietante.
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"Vicino a voi mi sento sicura" risposi in tono basso.
Poi dopo uno sforzo da parte di Lennox apparve una tomba e mi avvicinai "Non vorrete mica aprirla? Sarebbe profanare il sonno del defunto, siete un Cattolico Lord Lennox, se non erro...se siete qui è perchè Uaaropolis vi perseguitava per questo".

"Mi perdoni, signora..." disse Threnz a Des "... non volevo certo offenderla. Non la ritengo affatto una sciocca. E credo che non lo sia neanche sua sorella, se posso permettermi. Anzi, ritengo che siete 2 donna diversissime ma affascinanti, ciascuna a modo suo." Con un vago inchino.

Sorrisi a Lennox in risposta, mentre si accingeva a spostare un basamento.
Ancora una volta, mi ritrovai a pensare alla stessa cosa, cioè che avesse una forza desueta, alquanto.
Ma magari ero io che avevo conosciuto poche persone così e mi sembrava strano.
Sollevai le sopracciglia vedendo quella strana bara.
"Che oggetto curioso" commentai, osservandolo.

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I tempi delle scuole erano ben lontani. La me stessa del passato, quella ragazza che pensava a divertirsi, sì, ma a trovare la sua strada grazie agli studi, era ormai sparita.
Il potere, ciò che la famiglia che volevo sottomettere aveva da offrirmi, era tutto ciò che importava.
“Siamo cresciuti, e non ci vediamo da anni. Le cose cambiano, amore.” constatai prendendo la sigaretta e cominciando a fumarla.
Amavo la poesia, specie quella tragica, ma c’era qualcosa di strano, in Cristian.
“L’amore, dici?” domandai scoccandogli un’occhiata furtiva “Sarebbe bello, immagino. Ma non fa per me.” aggiunsi gettando la sigaretta in mare “Io sono una ragazza che cerca il piacere, non che si impegna. Un legame, limiterebbe i miei desideri. Vuoi fare sesso? Mi trovi. Vuoi il romanticismo? Non faccio per te”.
Mi incamminai di nuovo verso l’automobile, non avevo intenzione di perdere tempo dietro discorsi che, nel mio intimo, avrebbero potuto farmi vacillare.
Volevo essere la Regina della Malavita e niente o nessuno, me l’avrebbe impedito.


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"No, non voglio aprirla, per ora." Disse Lennox ad Altea. "Anche se ne avrei diritto." Guardò poi Gwen. "E' un oggetto sacro." Quasi con un vago rimprovero. "Dentro è sepolto un mio avo."
Si avvicinò allora alla tomba.
"Fu giustiziato secoli fa..." mormorò "... il suo corpo non fece mai ritorno alle nostre terre..."

"Quindi non mi credi..." disse lui a Queennie "... dai, torniamo indietro, così potrai portarti a letto quell'idiota, farti sbattere tutta la notte e domani dimenticare tutto..." con un sorriso amaro "... andiamo, stavolta guido io..." e salì in auto.

Rimasi stupito dalle sue parole "Voi avevate un avo qui ad Afragopolis?" sempre più stupita "Parlatecene, e perchè fu giustiziato?" non potevo davvero credere a tutto questo "E forse il castello è del vostro avo?".

Lo guardai con risentita serietà, perchè era già la seconda volta che venivo ripresa e, anzi, quasi rimproverata, sia da Lennox che da quel tipo inquietante.
Disse che era un suo avo, mai tornato in patria.
"E non può porre lei rimedio a ciò? Riportandolo in patria?" chiesi, spontaneamente.

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“Non ho detto che non ti credo!” esclamai con esasperazione “Dico che non mi stai dando le informazioni per capirti.” aggiunsi lasciandolo entrare nel posto del conducente “E chi mi sbatterà, come tu hai amabilmente detto, non è affare che ti riguarda. E colgo l’occasione, già che ci sono, per ricordarti che sarai tu ad andare in bianco, questa sera.”
Non fu una delle mie risposte più mature, ma Cristian mi fece perdere le staffe.


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"Si, era un mio avo giustiziato qui secoli fa, milady. Si, castello apparteneva a lui." Disse lennox ad Altea. "Vorrei farlo, dottoressa, ma non so se mi sarà possibile." A Gwen.
Poi tornò a guardare la tomba.
"La chiesa è sconsacrata e non può essere portata via la tomba." Mormorò. "Ma soprattutto gli uomini di Uaarania non devono trovarla..."

Annuii appena, anche se la situazione iniziava ad avere delle tinte più familiari e personali e non ero abituata ad entrare così nel privato altrui.
"E dunque, cos'ha in mente di fare?" chiesi, non avendo idee.

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Mi voltai verso la donna e gentilmente per rispetto di Lord Lennox presi la parola "Lord Lennox non può tornare in patria, infatti l' ho salvato io dagli uomini di Uaarania e continuerò a farlo. Il suo Principato è stato sequestrato da Uaarania, se scoprono Lennox potrebbero ucciderlo".
Compresi perchè il castello era di tanto interesse per lui e mi pentii di averlo accusato di averci lasciato "Potremmo chiamare la signora Filem e il cappellano che segue gli scavi, ma se mi scoprono saranno guai lo sapete, però ci vuole una benedizione".

"Sei proprio una..." disse Cristian guardando Queennie negli occhi.
Un attimo dopo però, invece di mettere in moto l'auto, la prese per un braccio e la tirò a se, con fare tanto improvviso, quanto virile, baciandola ancora, con più impeto di prima.
La baciò, tenendola bloccata contro di sè.

Aspettai che Cristian ultimasse quanto aveva da dire, che mettesse in moto e andasse al Diavolo ma, improvvisamente, mi prese il braccio e mi tirò a sé, baciandomi con più passione di prima.
Ricambiai il bacio, ovviamente, prendendolo per il colletto della maglia e avvicinandolo a me.


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"Per adesso nascondre questa tomba." Disse Lennox a Gwen. "Grazie, milady..." poi ad Altea "... lei conosce la mia storia." Annuendo.




Queennie rispose a quel bacio e tirò a sè Cristian.
Le loro labbra erano puro fuoco, come le loro lingue.
Continuavano a baciarsi in modo sempre più forte, travolgente, sfrenato.
La lingua di lui era tutta nella bocca di lei, facendole capire che poteva fare faville ovunque sul suo corpo.
Queennie sentiva quelle mani di Cristian affusolate, forti, sicure, esperte su tutto il suo corpo, stringendo la stoffa del vestito come se volesse strapparla via.