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Risi piano a quelle parole, con un sorriso divertito.
"Davvero?" Con gli occhi nei suoi "Eri geloso di me?" Sorrisi "Devo prenderlo come un complimento?" Sussurrai quasi. |
Strinsi quella rosa, non potevo sentirne il profumo ma doveva racchiudere qualcosa di particolare...imprigionato..come un fiore essiccato che parla di un ricordo.
Stavo per sfogliare il libro quando una luce improvvisa divampò tra le mie mani e proveniva da quel fiore a forma di rosa, i petali si aprirono e una strana melodia si librò nell' aria e mi guardai attorno stupita udendo quella musica..ma la sorpresa più grande fu vedere spuntare una lama da un fascio d' argento e mi trovai tra le mie mani quella spada..l' elsa a forma di fiore o rosa e quella lama forgiata dal nulla o da qualche mistero.."Ma cosa sta succedendo?" mi guardai attorno, ripresi il libro per vedere se vi era qualcosa in merito mentre tenevo stretta l' elsa della spada dalla lama luminosa. |
Icarius sorrise ma un attimo dopo qualcosa catturò il suo sguardo, rubandolo a quello di Clio.
Nel cielo si udì un sibilo e poi qualcosa passò sopra la campagna. “Un Corvo...” disse lui guardando il veloce velivolo che sfrecciava nel cielo “... non erano mai giunti fin qui... strano...” turbato. Si alzò. “Forse sarà meglio che tu faccia ritorno dai tuoi compagni...” rivolgendosi alla ribelle. |
Quel fiore e poi la spada.
La sua lama luminosa che risplendeva nella penombra di quella stanza, riflettendosi negli occhi verdi di Altea. Poi la gitana tornò a guardare il libro e si accorse che era un antico poema epico: Ardea De' Taddei. |
Ero stupita, pensavo di sognare...ma avevo sempre pensato quel maniero mantesse dei segreti in quelle crepe fatiscenti.
Era una spada magica? Un trucco? Osservai il libro e vidi era un antico poema epico..Ardea dè Taddei..e trasalii..Taddei..il sogno..le donne dicevano non vi sarebbe stata pace per i Taddei..lo aprii con curiosità..narrava di imprese epiche di un glorioso cavaliere..un nobile. Non vi era null' altro su quella spada? Mentre mi guardavo attorno tra le varie cose in quella stanza..un mondo fiabesco e antico che si era aperto per cui avere rispetto. |
Azabler non si scompose più di tanto.
Guardò Gwen, poi l'uomo che si era avvicinato con quell'assurda proposta. “Amico, questa è la mia donna...” disse il cacciatore di taglie “... dunque levati dalle scatole, a meno che non vuoi tu proporre a noi un buon affare, del tipo venderci tua sorella o meglio ancora tua madre...” “Come osi, cane!” Alterato l'altro. Ma in quell'istante Kofan frantumò in una mano il suo boccale di birra, guardando poi l'uomo in modo minaccioso. L'altro capì ed andò via. A quella scena molti dei presenti si voltarono, ma poi ognuno tornò ai suoi affari. |
Sorrisi a Icarius, ma poi distolse lo sguardo, e io seguii il suo, preoccupata.
Mi alzai con lui. Poi quelle parole sui miei compagni, abbassai lo sguardo e respirai profondamente. "Ah, sì... I miei compagni..." Alzando lo sguardo su di lui, uno sguardo incerto e serio "Ecco, fossi in te tornerei a spiare le loro prove..." Sorrisi appena, forzatamente "Fidati.." Sospirai. Non potevo dirgli che cosa stessero combinando gli artisti perché lo avevo promesso, ma non mi sembrava giusto che Icarius non sapesse niente, senza contare che non mi piaceva per niente quella faccenda. Poi tornai a sorridere. "Beh, nel caso avessi bisogno di me, sai dove trovarmi... Ormai credo che tu abbia capito che non sono la ragazza ingenua che interpreto nello spettacolo.." Facendoli l'occhiolino. |
Azabler liquido` il tizio, che oppose resistenza all'inizio, ma vedendo Kofan decise di lasciar perdere. Risi piano a quella scena.
"Fantastico..." dissi "Ah comunque grazie" sussurrai piano al capo. |
In vendita in un mercato di schiavi........L'uomo volto' le spalle e ando' via......forse era anche troppo cio' che mi aveva detto...ad una donna poi...figurarsi...rimasi in stanza seduta sul letto.......quel vestito era un velo......Non potevo aiutarmi con la magia, non mi era consentito.........ma potevo chiedere aiuto agli elementi e lo avrei fatto......dovevo affrontare il nuovo padrone........bene.......infondo....sarei stata toccata ..solo se lo avessi voluto nulla si puo' se non si vuole...almeno per quanto mi riguardava...
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Icarius seguì con lo sguardo il Corvo, fino a quando il velivolo svanì nel cielo nuvoloso.
Poi tornò a guardare Clio. “Se torno a spiarvi” disse ritrovando per un momento il sorriso “poi finisce che dovrò guardarti mentre baci il tuo partner sulla scena.” Facendole l'occhiolino. “Oh, certo, ormai ho capito che tutto sei, tranne che ingenua.” Ridendo appena. Restò così ad osservarla mentre andava via, diretta dai suoi compagni. E dopo anche lui svanì nella campagna. |
E mentre Altea era in quella stanza, all'improvviso, udì delle voci giungere da fuori.
Erano confuse e sovrapposte. |
“In questi buchi” disse Azabler a Gwen “capitano spesso scene simili. Basta saperci fare l'abitudine.” Passò il locandiere. “Abbiamo bisogno di imbarcarci e andare lontano. Senza sentirci fare molte domande.” Dandogli del denaro il cacciatore di taglie.
“Tra un po' verrà il Guercio...” fece il locandiere “... lui vi aiuterà...” Poco dopo, infatti, un tipo losco e con un occhio solo entrò e si sedette ad uno dei tavoli. |
"Bene...." Annuii "Così capirai cosa intendevo quando dicevo che con lui sarebbe stai diverso..." Sorrisi appena "Ma in realtà se verrai a spiarci non mi vedrai recitare..." Con un sorriso forzato
Poi mi allontanai, diretta forse al casale, forse solo nella brughiera. In realtà avrei voluto seguirlo e sapere cosa doveva fare, perché avevo l'impressione che sarebbe stato sicuramente più interessante che guardare i miei recitare, cosa che non avevo minimamente intenzione di fare comunque. |
E mentre Elisabeth era in balia di quei pensieri, la porta si aprì ed entrò un uomo.
“Su, fatti vedere un po'...” disse “... sono Maluc l'eunuco e devo portarti fuori sul palco... ma prima voglio capire quanto puoi valere... alzati e cammina un po' per la stanza...” |
Sfogliavo quel libro, lo presi con me e mi sedetti su una poltrona fatiscente, ma ad un tratto udii delle voci..guardai la spada..oh..sarebbero arrivati in questa stanza? Ma erano voci confuse e io dovevo sapere di più di quella spada...ovvio..mica una spada del genere si lasciava incustodita..chissà magari quella spada cercava proprio me...appunto, nulla accade per caso..il cuore batteva forte..nessuno veniva in quel maniero..forse era lui?
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Arrivò il locandiere e Azabler gli diede dei soldi, in cambio della sicurezza di viaggiare senza che ci fossero fatte domande. Il taverniere ci indicò un tizio, abbastanza losco, che poco dopo entrò e si sedette ad uno dei tavoli.
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Ero immersa nei miei pensieri....pensavo a come sarebbe finita.....a cosa sarebbe successo....quando si apri' la porta....Istintivamente....mi alzai dal letto.....entro' un uomo...alto...robusto...dai modi spicci.......voleva vedere la merce per il suo padrone....dovevo camminare.........e pensando soltanto a porre rimedio nel miglior modo possibile a quella situazione....cominciai ad andare avanti ed indietro....sentendo il tessuto de vestito soffiarmi intorno alle gambe........sino a quando no mi fermai dinanzi all'uomo.........".....Cosa farete adesso...guarderete se tutti i miei denti sono a posto ?.....se la mia pelle profuma ?.......dite al vostro padrone....che saprà quanto valgo solo quando mi avrà acquistata........".....la mia ira era tale...che le finestre incominciarono ad aprirsi e a chiudersi da sole...sino a quando tutto si fermo'...........
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Clio si allontanò, ma non raggiunse il casolare.
Era inquieta ed i suoi pensieri furono interrotti da un nuovo passaggio del Corvo. Il velivolo fece una virata e poi sfrecciò via. E lei aveva abbastanza esperienza per capire che quello era un volo di avvistamento. Ma cosa cercavano in quella sperduta campagna? |
Altea attese e quelle voci si fecero più vicine.
E lei ne riconobbe una. Era infatti quella di Pepino insieme ad altre due voci. “E' sera ormai...” disse l'ometto da fuori la stanza “... anche se piove forse quella cosa si vedrà... andiamo sulla torre...” ed andarono via. |
“Aspettate qui...” disse Azabler ai suoi.
Si alzò e raggiunse il tavolo del Guercio. Vi restò a parlare qualche istante e poi tornò dai suoi compagni. “Quell'uomo” fissando Gwen e gli altri “stanotte ci farà lasciare l'isola... ufficialmente per sbarcarci in un posto sicuro... ma prima lui incontrerà una nave corsara...” “E noi agiremo, vero?” Chiese Balck. “Ovvio.” Annuì Azabler. |
L'eunuco osservò con attenzione Elisabeth camminare nella stanza.
L'abito, in seta di Persia tinto appena di un pallido rosa, avvolgeva con grazia e delicatezza il corpo della donna, adagiandosi sulle sue forme senza però riuscire a contenerle del tutto. “In verità” disse l'eunuco “l'asta comincerà tra poco e da ciò che vedo ci sarà una bella gara per accaparrarsi il tuo corpo.” Ridendo. Poi le finestre cominciarono a sbattere all'improvviso, fino a fermarsi di colpo. “Sembra sia in arrivo un uragano...” mormorò l'eunuco “... su, andiamo.” Ad Elisabeth. Uscirono e raggiunsero una grande sala, colma di uomini. Elisabeth fu fatta salire sul palco e l'asta cominciò. Le varie offerte si accavallavano e la maga sembrava essere la più ambita da quel rozzo pubblico. “Trenta Taddei!” Gridò uno. “Cinquanta!” Gli fece eco un altro. “Sessanta per me!” Un altro ancora. “Cento Taddei!” All'improvviso una voce dal fondo della sala. “E tutti in oro!” “Aggiudicata la schiava per cento Taddei in oro!” Sentenziò il banditore. Ora Elisabeth aveva un padrone. |
Di nuovo quel Corvo.
D'un tratto mi fermai e misi insieme i pezzi. Icarius che diceva quanto fosse strano che i Corvi arrivassero fin lì, gli attori che erano stati in città. E se ci avessero venduto? Se avessero rivelato il luogo in cui ci trovavamo? Erano brave persone, certo, ma non erano eroi. Il primo pensiero fu correre da Icarius ad avvisarlo, ma se mi sbagliavo avrei fatto danni, così mi avvicinai al casolare, ma stando bene attenta a non farmi vedere, per sentire i loro discorsi. Purtroppo a volte, a pensar male non si sbaglia, anche se speravo veramente di sbagliarmi questa volta. |
Favorita dal silenzio della notte udii delle voci..una era di Pepino ma non capivo chi fossero gli altri..strano quel maniero ospitava della gente?
Capii dovevano andare sulla torre per vedere qualcosa...mi sorse un dubbio..quella cosa che Pepino disse di aver visto e Icarius non ci aveva creduto? La curiosità era troppa...e la spada? Potevo riporla lì come tenerla...che dilemma..ma la sentivo mia ormai e accarezzai l' elsa e la lama luminosa, udii quelle vibrazioni e quei suoni di prima..la strinsi con me..se fosse stata di qualcuno o di Icarius gliela avrei restituita.."Chissà che misteri racchiudi...e se sai qualcosa del mio misterioso padrone del castello" ed ebbi un brivido pensando ad Icarius. Fu così che uscii, la lama luminosa faceva luce e seguii le voci fino alla torre per poter vedere che stava succedendo. |
Azabler andò a parlare a quell'uomo, poi tornò.
Ci disse che ci avrebbe accompagnati, ufficialmente per farci sbarcare in un luogo sicuro, in realtà perchè lui doveva incontrare una nave corsara e noi avremmo agito. E se fosse stata la Dama Piacente... ? Mi riscossi subito da quel pensiero. ''Oh va bene, perfetto'' mi affrettai a dire, quando vide che il gruppo mi fissava, attendendo una risposta da me. |
Non avevo mai visto tanti uomini in vita mai......accalcati per acquistare una donna.......e non ero l'unica donna........ma fui la prima, mi sentii un animale ....in vendita sotto gli sguardi melliflui di uomini maturi ......il cui denaro non sembrava essere un problema........era un gioco di battute sino a quando dal fondo della sala..una voce...era profonda.....non decise la cifra...gia' decise, perche' ne decise anche la lega ....oro.......non riuscivo a guardarlo in faccia.....ma mentre lacrime di rabbia mi rigavano il volto e la mia mente continuava a dirsi....prega perchè il tuo padrone non ti metta alla catena......qualcuno mi poggio' un mantello sulle spalle........
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Clio si nascose ed ascoltò cosa accadeva nel casolare, dove gli attori stavano provando.
Dopo un po' le prove terminarono e quegli artisti fecero una breve pausa. “Siamo stati fortunati...” disse Junior “... uno spettacolo semplice, breve e poi la licenza.” “Si, forse il governo di questa città non è poi così malvagio” fece Orden “visto che ci offre questa possibilità.” |
Altea uscì dalla stanza e seguì le tre voci, ritrovandosi su una torre.
Vide così tre uomini, dei quali uno era Pepino. “Chissà cosa vedremo.” Disse Palos. “Magari nulla.” Sbottò Sammone. “Non mi credete, vero?” Fissandoli Pepino. “Spero tu non abbia avuto delle visioni, amico mio...” sbuffando Palos. |
“Resteremo ancora qui a bere, fino a quando il Guercio non uscirà...” disse Azabler a Gwen e agli altri “... allora lo seguiremo e raggiungeremo la sua nave...”
Passò un'ora e finalmente il Guercio uscì dalla locanda. Così Azabler ed i suoi lo seguirono, fino ad un piccolo molo, dove era ormeggiata una nave. |
Le spalle di Elisabeth furono coperte da un mantello ed un uomo poi la fece scendere dal palco.
Qui c'era ad attenderla un altro individuo. Era alto, robusto e di mezza età. “Portatela nella mia carrozza fuori.” Disse, fissando la donna. Così Elisabeth fu portata in una ricca carrozza e poco dopo l'uomo alto e robusto la raggiunse. Un cenno al cocchiere e la vettura partì. |
Mi affacciai sulla botola che dava alla torre e vi erano altri due uomini sconosciuti..appunto sembrava proprio aspettasero quello che Pepino aveva visto e disse non era nulla..ma erano scettici..la spada emise di nuovo quel suono.
Sospirai...cosa volevi Altea? Stai qui in questo castello e ti aggiri come se queste persone fossero parte della tua vita...di Icarius..in quel momento capii molte cose..ero lì che volevo restare? Nonostante i pregiudizi degli altri...a chi tenevi di più..alle sciocche chiacchiere o a lui e la sua vita. Fu cosi che salii con coraggio sulla torre e dissi.."Piove..magari davvero vedremo ciò che dicesti di aver visto l' altra sera no?" e sorrisi pensando a cosa avrebbero pensato quegli uomini. |
Ci trattenemmo ancora nella locanda e quando il Guercio usci`, lo seguimmo.
Lo raggiungemmo fino ad un piccolo molo, dov'era ormeggiata una nave e vi salimmo. |
Lo stesso uomo che decise il mio valore diede al servitore istruzioni per condurmi alla sua carrozza e' così fu fatto....coperta dal mantello fui fatta sedere all'interno di una lussuosa carrozza......dopo pochi minuti l'uomo entro' e si accomodo difronte a me....era un uomo di una certa imponenza fisica, di mezza età...piacevole...il suo volto non esprimeva nulla se non il fatto che mi osservava
e riusciva a farlo senza esprimere emozioni......Lo guardavo.........e mi chiedevo come un uomo potesse arrivare a tanto......." Non so dove mi trovo...non so chi siete, ma a quanto pare neanche voi sapete chi io sia....e quindi su qualcosa siamo pari.....comprare una donna....non credo che dobbiate arrivare a tanto per doverne avere una.......ma la cosa che mi incuriosisce....perchè pagare tanto per me.......credetemi, avete fatto il peggiore affare della vostra vita....."....appoggiai il capo al sedile...e chiusi gli occhi...non mi interessava vedere nulla...avrei visto abbastanza in seguito.... |
Li ascoltai con un sorriso, stavano davvero provando per quello spettacolo, dunque se la loro visita in città c'entrava qualcosa con il Corvo, loro erano in buona fede.
Eppure non riuscivo ancora a capire che cosa volesse ottenere Maruania con quello spettacolo. Ma qualcosa mi destò da quei pensieri, Damasgrada aveva iniziato a tremare. Ancora? E in un attimo, tutto attorno a me cambiò, o forse la visione si mescolò alla campagna. La stanza era umida e buia, lui era steso a terra, ferito. Gli sorrisi, aiutandolo ad alzarsi. E poi mi accorsi di quegli uomini, di come lo guardavano, di come si inchinavano a lui. Allora compresi, e le loro parole non fecero che confermare quanto sospettassi. Ce l’aveva fatta. Il seggio ducale era suo, dunque. Mi allontanai di un passo, inchinandomi rispettosamente come gli altri. È difficile trovare le parole per descrivere il mio stato d’animo in quel momento. Ero felice, felice per lui perché sapevo che stava compiendo il suo destino, e quanto avesse lottato per questo. Eppure sentivo una morsa dolorosa al cuore. Ora non avrei più potuto seguirlo. Dovevo lasciarlo andare, anche se non sarebbe stato facile. Anzi, ogni minuto trascorso lo avrebbe reso più arduo. Così, prima che si apprestasse a seguire quegli uomini, gli sfiorai il braccio, facendolo voltare verso di me. Esitai “Dammi solo un minuto, ti prego..” sentendo già le lacrime affiorare. Sorrisi lo stesso, sinceramente “Ce l’hai fatta..” sfiorandogli delicatamente i capelli, e poi il viso. Restai in silenzio per un lungo istante, persa nell’azzurro intenso dei suoi occhi. “So che sarai il miglior Arciduca che Capomazda abbia mai avuto…” con voce tremante e gli occhi lucidi “Io.. non posso più restare, lo sai..” sussurrai appena, alzando gli occhi a cercare i suoi “Ti avrei seguito in capo al mondo per cercare il Fiore Azzurro, ti avrei seguito nell’esilio.. ma a palazzo non c’è posto per me..” con un’infinita tristezza “Sono un pirata, un fuorilegge.. ora dovrai.. darmi la caccia..” sorridendo appena, tra le lacrime che, impertinenti, avevano iniziato a rigarmi le guance. “Grazie, di tutto..” mormorai, con voce spezzata, avvicinandomi a lui. “È stato meraviglioso avere la possibilità di restare al tuo fianco, e sognare… sognare che sarei davvero riuscita a conquistare il tuo cuore..” abbassai lo sguardo “Che potesse esserci un lieto fine per noi due..” pianissimo, quasi avessi paura di ammetterlo “Ma sapevo che sarebbe venuto il momento in cui avrei dovuto farmi da parte…” sorridendo amaramente “Ma è giusto così.. questo è il tuo destino.. e io..” non riuscii a finire la frase, non avevo più parole. Ormai non riuscivo più a trattenere le lacrime che scendevano, copiose e calde sulla mia pelle. Mi sfilai l’anello con la civetta e lo posai nella sua mano. Il mio voto non aveva più importanza, ormai, avevo fatto la mia scelta. “La civetta è anche il simbolo dei Taddei, no?” cercando di respirare piano “Così potrai… Così..” alzando gli occhi su di lui “Così magari…” la voce rotta dai singhiozzi “Ogni tanto penserai a me..” pianissimo, sfiorandogli dolcemente il viso “Ti amo..” mormorai piano “Ti amerò sempre…”. Dovevo lasciarlo. Eppure non riuscivo a muovermi. Come avrei voluto rifugiarmi tra le sue braccia, ma sapevo bene che non era il caso. “Addio..” sussurrai pianissimo, ma ancora non mi mossi “Addio..” alzando gli occhi su di lui per l’ultima volta, e abbozzando un lieve sorriso. Mi ci volle uno sforzo immane per fare un passo indietro. E poi un altro. Ma la cosa più complicata fu girarmi, girarmi e sapere che non l’avrei più rivisto, che nulla sarebbe stato più lo stesso. Che io non sarei stata più la stessa. Uscii dalla porticina che avevamo attraversato all’andata, e poco distante crollai, lasciandomi cadere a terra, col viso tra le mani, scossa dai singhiozzi. Sbattei le palpebre un paio di volte, rendendomi conto di essermi accasciata anche io, con una mano sulla corteccia di un albero e l'altra sul cuore. Respirai, respirai ancora, finché non mi accorsi che quel dolore aveva lasciato il mio cuore. Questa volta era stato diverso, come se sentissi i pensieri di quella ragazza, come se le sue lacrime mi rigassero le guance, come se il suo cuore spezzato fosse il mio. Ed era stato terribile. Non appena tornai completamente in me strabuzzai gli occhi. Hai capito.. il signorotto era un Arciduca di Capomanza, niente meno... E maledii la mia preparazione solo di base sul periodo che non mi permetteva di riconoscere il volto dell'Arciduca, tra i tanti. Per me poteva essere un Aedea, un Taddeo, un Ardeliano indifferentemente. Eppure quella visione mi colpì, non solo per le sensazioni forti che mi aveva donato, ma perché più che altro non ne capivo il senso. Sicuramente mi mancavano dei pezzi. Ma quella storia cominciava ad incuriosirmi, era come se Damasgrada volesse dirmi qualcosa, pensai, giocando con il mio anello che raffigurava la civette e la luna. E senz'altro erano meglio quelle visioni piuttosto di quelle sconclusionate su una civiltà perduta che avevo prima. Magari ero semplicemente pazza, ma era un'eventualità che avevo preso in considerazione da tempo, considerandola una benedizione, visto i tempi in cui vivevo. Sorrisi piano. Doveva amarlo davvero tanto. Avevo potuto sentire quanto gli fosse costato quel distacco. E cominciavo a capire che non era la classica amante di un signorotto. Forse ero stata troppo severa con lei, come al solito. Ma chi ero io per giudicare un Amore così grande? Potevo solo invidiarla, per averlo provato. E se quell'anello aveva lo stesso significato per lei di quello che portavo io al dito, allora aveva fatto la sua scelta, qualunque cosa comportasse. Allora sorrisi, chiedendomi cosa mai fosse accaduto nel tempo che divideva le due visioni, evidentemente lontane del tempo. Lì loro erano insieme. Chissà che cosa era accaduto. Ed ero certa che la domanda non l'avrei trovata in un libro di storia, nemmeno in quelli incredibilmente pettegoli, forse solo Damasgrada conosceva la risposta. Poi sospirai, mi alzai, e tornai ad osservare gli attori. |
Clio, dopo quell'intensa e forte visione, tornò ad ascoltare gli attori.
“Avanti, riprendiamo le prove...” disse Fria “... fra tre giorni deve essere tutto pronto.” “Non vedo l'ora di andare in scena e riavere la licenza.” Fece Orden. “A proposito...” intervenne Sbriz “... ma con le comparse?” “Ce le daranno al momento di andare in scena.” Spiegò Loi. Ma proprio in quell'istante Clio avvertì Damasgrada che riprendeva a vibrare. Un attimo dopo un sibilo e poi un frastuono. E nel cielo, stavolta a bassa quota, apparve di nuovo il Corvo. |
Ascoltai gli attori, ma poi qualcosa mi distrasse.
Damasgrada iniziò a vibrare, è ormai avevo imparato a conoscerla. Voleva dire una cosa: pericolo! Uscii dal mio nascondiglio, come se fossi appena arrivata. "Tornate dentro, presto!" Urlai agli attori. Alzando lo sguardo sul corvo. Se avessero iniziato a sparare, avrei estratto le armi, ma se l'avessi fatto per prima mi sarei tradita. Dovevamo solo capire che cosa avevano intenzione di fare. |
Azabler, Gwen e gli altri seguirono il Guercio fino ad un molo, dove era ormeggiata la sua nave.
Si trattava di un'imbarcazione non molto grande, come quelle utilizzate dai commercianti per vendere e comprare i vari prodotti sul litorale. Vi salirono a bordo e finalmente il Guercio si decise a sbottonarsi. “Entro domani a Mezzogiorno” disse “vi sbarcherò sull'isola di Vivaras, la più vicina delle isole del Sud. Là nessuno vi verrà a cercare ed avrete tempo e modo di organizzare una fuga definitiva.” “Ottimo.” Annuì Azabler. “Ma prima” accendendosi la pipa il Guercio “devo incontrare qualcuno.” “La nave pirata?” Chiese Azabler. “Si, ma restatene fuori.” Mormorò il Guercio. “Vi voglio sottocoperta in quel momento.” |
Il Guercio ci spiego il programma per il giorno successivo.
Ci disse dopo che aveva da fare con quella nave pirata. Disse anche che ci volevo fuori gioco in quel momento. Questa cosa mi fece un po' sobbalzare: come avremmo fatto ad agire se eravamo sottocoperta? "Come facciamo ad agire se siamo sottocoperta?" chiesi piano ad Azabler, certa di non essere udita "Non possiamo seguire la cosa." |
Gli attori restarono sorpresi di vedere Clio sbucare fuori così all'improvviso.
Poi Junior alzò gli occhi verso il Corvo che continuava a volare su quel punto della campagna. “Ma” disse “quello non ci sparerà di certo. E' lo stesso veicolo che ci ha scortati fin qui al nostro ritorno.” "E sarà sempre quello" fece Cosun "che ci scorterà anche quando torneremo in città." http://neb.frikafrax.com/wp-content/..._banshee01.JPG |
Sbiancai.
"Che cosa?" Sussurrai appena "Avete guidato qui quel corvo?" Incredula "Voi siete pazzi... Avete idea di cosa significhi questo?" Gravemente. "Lui si è fidato di voi.." Scuotendo la testa "Io mi sono fidata di voi...". Ero inorridita. In buona fede è un conto, fessi un altro. "E voi li avete guidati in quello che era forse l'ultimo luogo sicuro?" Incredula "Come, come avete potuto anche solo non dirmelo!". Ma parlare non sarebbe servito a niente. "Adesso continuate come avete sempre fatto..." Sorridendo verso il velivolo, come se fossi una passante spaventata ma rassicurata dalle loro parole. Li salutai con un cenno della mano, in modo che vedessero. Però avevo parlato piano, quindi dal velivolo non potevano sentire. Me ne andai di lì, e tornai sui miei passi, dovevo trovare Icarius e avvisarlo, ma non dovevo farmi seguire. Così non andai direttamente alla chiesa, ma la presi alla larga per capire se il corvo mi avrebbe seguito o no. |
Il Guercio si allontanò ed il gruppo dei cacciatori di taglie restò da solo.
“Tranquilla...” disse Azabler a Gwen “... al momento giusto agiremo... naturale che non resteremo sotto coperta...” “Che piano hai?” Chiese Black. “Prenderemo questa nave...” svelò Azabler. |
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