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Elisabeth fissava il mare dalla scogliera, con l'animo inquieto ed il cuore che le batteva forte.
“Hai fatto bene” disse all'improvviso qualcuno alle sue spalle “ad indossare quest'abito con la pelliccia. L'aria comincia ad essere molto più che fresca. Anche se, come vedo, non rinunci mai alle tue belle scollature.” Aggiunse sorridendo Nettuno. |
Altea teneva puntato il cannocchiale contro quel misterioso vascello che scorreva lento sulle onde del mare.
Anche Velv lo vide e con lui diversi ufficiali e marinai. Il giovane capitano restò per un lungo istante a fissarlo, fino a quando con un cenno comandò ai suoi di cessare il fuoco contro l'isola di Bivar. “E' il vascello...” disse piano Velv, come se parlasse più a se stesso che agli altri. “Quello volante, capitano?” Chiese uno dei suoi ufficiali. “Si...” annuì Velv. “Cosa facciamo?” Domandò ancora l'ufficiale. “E' troppo distante per sparargli contro...” rispose Velv, senza alzare mai gli occhi da quel grande ed enigmatico vascello “... tenetevi tutti pronti...” “A cosa, signore?” Guardandolo l'ufficiale. “A tutto.” Sentenziò Velv. |
Udii le parole di Velv..teniamoci pronti a tutto...pure alla morte? Nemmeno mettermi in salvo in caso di attacco, scossi il capo.
"Velv, io direi hai sparato abbastanza a questa isola...già...e hai molti uomini a Burmid, compreso Tommaso vero? Non sarebbe meglio avvicinarsi al vascello..e vedere chi vi sta dentro? Mi sembra strano viaggi cosi lento". |
Clio ed i suoi osservavano il misterioso vascello che avanzava tra le onde e la cui apparizione aveva fatto cessare di colpo ogni attacco della Regina d'Afravalone verso Bivar.
“E' enorme...” disse Barbaleone “... non credo di aver mai visto una nave così grande...” “Per questo” fece Yanos “in un eventuale scontro con la nave ammiraglia io patteggerei per quest'ultima.” “Credi sia un nostro nemico quel vascello?” Fissandolo Barbaleone. “Non lo so...” rispose Yanos “... ma ho la sensazione che non sia neanche un amico.” Ma proprio in quel momento, attirati dall'improvviso cessato il fuoco della nave ammiraglia, arrivarono le due fregate che Velv aveva mandato a costeggiare l'isola. Raggiunsero allora la Regina d'Afravalone e ricevuto da questa un qualche ordine preciso, cominciarono a dirigersi verso il misterioso vascello. |
"Io non parteggerei per una nave ammiraglia della marina nemmeno se avesse contro un'intera flotta.." sorrisi "Bene, mi piacerebbe stare qui a godermi lo spettacolo, ma c'erano tre navi, ora sono tutte vicine, e stanno attaccando un veliero gigante, che spero le faccia in mille pezzi, quindi, signori, è ora di filarcela! All'Hydra, subito... sono impegnati su questo lato dell'isola, se noi sgattaioliamo via dall'altro, non ci vedranno, ma dobbiamo fare in fretta.. amica o nemica non mi interessa, per adesso ci sta facendo molto comodo.." sorrisi "Avanti, di corsa, all'Hydra, lasciamo quest'isola piena di morte dietro di noi.. più in fretta possibile".
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“L'isola si chiama Bivar...” disse Velv ad Altea “... Burmid è il nome del capo dei mercenari e detto tra noi non mi va tanto a genio...” chiamò allora a sé i suoi ufficiali, rilasciando loro disposizioni.
Intanto il misterioso vascello continuava a navigare lentamente. Ma proprio in quel momento tornarono verso il porto le due fregate. Si avvicinarono alla Regina d'Afravalone e subito Velv fece dare l'ordine di attaccare il vascello. “Dici che ho sparato abbastanza?” Velv ad Altea. “Quello era niente. Ora vedrai che concerto.” |
“Buona idea.” Disse Barbaleone a quelle parole di Clio. “Approfittiamo di tutto ciò e svigniamocela.”
Così, attraverso rocce scoscese e strette viuzze che scendevano verso la baia, i corsari raggiunsero la piccola ed appartata spiaggetta in cui avevano lasciato Kengo ad attenderli. “Sono lieto di rivedervi...” mormorò questi “... vi pensavo morti in quel pandemonio di polvere e fuoco.” “Invece siamo tutti vivi!” Esclamò Barbaleone. Rimisero così in acqua la lancia e ritornarono sull'Hydra, mentre un primo colpo di cannone fu esploso in direzione del porto. “Sarà cominciato lo scontro fra quel vascello e le tre navi ducali...” fece Taborn “... e non credo che durerà molto... tre contro uno è una lotta troppo impari...” |
"Ho scambiato i nomi..saranno tutti questi giorni nel mare..neppure a te va a genio, quell' uomo" dissi ridendo "ecco..vedi..su una cosa andiamo d' accordo".
Le due fregate tornarono vicino alla nave ammiraglia..immaginavo..Velv voleva lanciare ora il fuoco su quel veliero.."Sei sicuro sia proprio quello il veliero volante? Io ho visto è uscito dalle nuvole come niente fosse..ma poteva essere un banco di nuvole, magari ci sono persone dentro e quello non è il veliero che pensi tu...però tu lo hai visto..ma stai rischiando..è troppo tranquillo..come si dice...questa è invece la quiete prima della tempesta". Era inutile parlare con lui...avrebbe dato fuoco..guardavo col cannocchiale per cercare di capire chi fosse a bordo..ma presto avrei sentito i boati dei cannoni..direi Velv mi aveva fatto fare un viaggio in mare molto romantico...sarei stata la prima donna ammiraglio. |
Fu un sollievo tornare sulla mia nave.
"Portate le due donne nel mia cabina.." A Kargo. Urlai poi conciata gli ordini di manovra. Intanto si sentivano i cannoni in lontananza. "Andiamo, era enorme! Io continuo a fare il tifo per il vascello gigantesco..." Sorrisi. Quando non ci fu più bisogno di me sul ponte, rientrai nella mia cabina, dove avevo lasciato le due donne. Versai dell'ottimo vino di Solpacus e lo porsi alle dame. "Presto saremo in salvo" sorrisi. Aprii poi un ampio armadio, dove avevo molti abiti femminili che non mettevo mai, ma tenevo per ogni evenienza, e perché erano comunque preziosi. "Prendi quello che vuoi.." Sorrisi, aprendo un ampio cassetto in cui erano custoditi cappelli, ventagli e accessori vari. "Finché non saremo al sicuro restate qui.. Vi farò portare da mangiare.. Ora devo tornare sul ponte.." Salutandole con un cenno della mano. |
Le due fregate, come ordinato da Velv, affiancarono il misterioso vascello e in un attimo tutti i loro mortai erano puntati contro la preda.
“A quella distanza” disse uno degli ufficiali che con Velv assistevano, insieme ad Altea, a quell'imminente battaglia dalla loro nave ammiraglia “e con un doppio attacco di tale portata di quel vascello non si salveranno neanche i topi che insudiciano la stiva.” “Fuoco...” mormorò Velv “... fate fuoco, cosa aspettate?” Qualche istante dopo una serie di boati fecero quasi sussultare la Regina d'Afravalone. Dalle due fregate partirono così decine e decine di cannonate verso il misterioso vascello. Allora acccade qualcosa che ammutolì tutto l'equipaggio della Regina d'Afravalone. Un muro d'acqua in un attimo si alzò, ingoiando tutte quelle incandescenti palle di mortaio. Un muro alto oltre quindici metri che rese nulla la visibilità fra le due fregate. Dai rispettivi ponti di comando, infatti, ciascun equipaggio non vedeva altro, se non quell'alta parete d'acqua sorta come dal nulla. Non altro. Né il misterioso vascello, né l'altra fregata. Ma poi, all'improvviso, quel muro sembrò squarciarsi e da esso cominciarono a fuoriuscire le palle di cannone sparate dalle due fregate, finendo per colpirle, devastandone il ponte, la prua, la poppa e gli alberi con le vele. Era accaduto che le due navi si erano colpite a vicenda. In mezzo infatti vi era solo quel muro d'acqua che pian piano cominciò a scendere, generando un'onda anomala che in breve raggiunse la Regina d'Afravalone. “Attenti!” Gridò uno dei marinai. Ma l'onda fece sussultare la nave ammiraglia, causando danni e confusione a bordo. L'acqua arrivò fin sul ponte di comando, spingendo contro il parapetto uomini e oggetti. “Dannazione...” rialzandosi Velv “... Altea, stai bene?” Guardando verso la ragazza. Lei era stata spinta via, fino ad urtare contro il parapetto, senza però riportare ferite serie. Poi gli occhi di Velv andarono verso il luogo dello scontro e vide le due fregate avvolte entrambe da alte fiamme che cominciavano ad inabbissarsi, causate dai colpi che si erano sparate reciprocamente. Ma del misterioso veliero non vi era più traccia. “Ma cosa è accaduto, capitano?” Gridò uno degli ufficiali. Ma Velv era impietrito ed incapace di rispondere. http://4.bp.blogspot.com/_PD_rI0oGfS...nderd46fz7.png |
“Io...” disse Yolanda prima che Clio uscisse dalla cabina “... io non indosserò altri abito oltre quel che ho adesso... vi ringrazio, ma non uso portare abiti di pirati... ed il vino... vi ringrazio anche di quello, ma una dama dabbene non ne beve...”
Ma proprio in quel momento cominciarono ad udirsi forti boati. Erano cannoni e provenivano da Bivar. Era lo scontro tra le navi ducali ed il misterioso vascello. |
Ciò che vidi fu qualcosa di incredibile, a raccontarlo nessuno mi avrebbe creduta...le due fregate furono colpite a fuoco dalle loro stesse palle incandescenti dei mortai, come se l' acqua avesse lanciato contro...come se quel veliero si fosse inabissato e fuoriuscito dalla acqua come un mostro marino.
Ero impietrita quando al movimento del vascello l'acqua arrivò violenta sul ponte e andai a sbattere contro il parapetto...ero tramortita ma stavo bene..Velv mi venne vicino..."Sto bene...hai visto...anche tu..dimmi Tommaso non vi era sopra le due fregate...quel veliero..attento potrebbe apparire ovunque". Mi alzai, ero bagnata da quella forte onda, non vedevo più il veliero....non sapevo che pensare, ma ero all'erta. |
Si era vero c'era fresco............Nettuno..l'uomo venuto dal mare...quanto avrei voluto dirgli chi ero........"......Amate le donne caste e pure.....c'e' stato qualcuno che ha detto....non giudicarmi per il colore della mia pelle...ma per la mia anima...........Vedete Nettuno, voi avete giudicato solo ciò che la vostra mente pensa di aver percepito...ma non avete mai parlato con me...non avete mai vissuto con me.....certo non so se conoscete così bene Elisabeth........ma dal vostro modo di comportarvi...non conoscete bene neanche lei........."....Mi avvicinai a lui........tanto da poter percepire il battito del suo cuore...." Non sapete chi siete...non conoscete il vostro nome eppure mi uccidereste per Lei..........siete così strani voi uomini......"........il vento sembrava essersi alzato così come ricordai nel sogno......ebbi una morsa allo stomaco e pensai...chissà cosa avrei provato a baciarlo..........L'Oracolo però disse che la scelta avrebbe avuto delle conseguenze......ma io non mi sarei innamorata di lui...volevo solo baciarlo..........e così..presa dall'impulsività.......mi avvicinai alle sue labbra e lo baciai...........
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Sorrisi a Yolanda.
"Beh, hai indosso il mio cappotto, e io sono un pirata.. questi abiti, invece non li ho mai indossati.." alzai le spalle "Se vuoi restare in sottoveste su una nave piena di uomini che non hanno mai conosciuto una donna bella come te fa pure.. giochi col fuoco, a parer mio, ma ammiro il tuo coraggio.." con un inchino galante "io mi vestirei di stracci pur di proteggermi..." mormorai. Da una parte, non mi dispiacevano i lavori manuali. Erano semplici gesti ripetitivi, uno dopo l'altro, permettevano alla mia mente di vagare, perché le mie mani sapevano esattamente cosa fare. Ero inquieta. Proprio a me dovevano chiedere di restare fino a tardi? Che rabbia! Sola poi, non che mi dispiacesse non sentire le chicchere inutili delle donne, in realtà. Ma non vedevo l'ora di finire per andare nel bosco ad allenarmi. Quel volano continuava a non riuscirmi bene, e mi tormentava. Era in momenti come questo che rimpiangevo di dovermi allenare da sola. Ma da quando il maestro era malato, poteva solo spiegarmi cosa dovevo fare, perché poi io provassi. Era uno strazio vederlo così distrutto. Con la verdura avevo finito, era l'ora della carne. Presi un coltello, e iniziai a pulire la selvaggina. Intanto, però continuavo a rivedere nella mia mente la sequenza di movimenti che non mi usciva sciolta come volevo. Ero talmente immersa nei miei pensieri, da non accorgermi della sua presenza. Fu quando sentii delle mani sui fianchi che tornai bruscamente alla realtà. Erano mani forti, possenti. Non riuscivo a muovermi. Per un brevissimo istante mi sentii piccola, indifesa. Ma quando sentii la mano scendere per afferrare la gonna, qualcosa in me cambiò, cambiò per sempre. I miei occhi divennero ghiaccio, e in rapido e fulmineo istante mi girai, conficcando il coltello che avevo tra le mani sotto il collo dell'uomo, verso la spalla. Chi è l'idiota che assale una donna con un coltello in mano? Poi sbiancai. Lui? Lui? Il padroncino. Viscido, volgare, supponente, odioso, ma figlio del padrone. Lo vidi rantolare a terra, con gli occhi sbarrati. Uno come lui non è abituato che una serva si ribelli, tanto meno che lo ferisca. C'era sangue ovunque. Mi sembrava di sentirlo addosso, sul pavimento, sulle pareti, ma sto solo delirando. Sentii una voce dentro di me. "Scappa Clio.. Scappa..". Non riuscivo a muovermi, lui giaceva immobile, svenuto, o morto, per quanto ne sapevo. Di nuovo quella voce. "Scappa Clio.. Scappa..". Ero finita. Mi avrebbero cercato dappertutto. Mi avrebbero torturato e ucciso. Non potevo rispondere a un nobile, figuriamoci colpirlo. Presi un profondo respiro, cercai di pulirmi in qualche modo e corsi, corsi più veloce che potevo, prima che qualcuno desse l'allarme, prima che mi prendessero, prima che.. Interruppi bruscamente quei ricordi lontani. Erano passati anni ormai, non ero più quella ragazzina spensierata ormai, la vecchia Clio era morta quel giorno. "Farò portare dell'acqua, dovrebbe esserci da qualche parte.." prendendo il bicchiere di vino per me. Salutai le dame e uscii sul ponte. "Allora, che succede?" sorrisi, restando a guardare la battaglia lontana "Come va lo scontro?" sorseggiando il prezioso vino. |
Il ponte della Regina d'Afravalone era ancora bagnato per quell'onda anomala, mentre i vari ufficiali di bordo cercavano di controllare quel caos, in modo che ognuno dei membri dell'equipaggio svolgesse al meglio il proprio compito.
“Tommaso è a Bivar...” disse Velv ad Altea “... e tu dovresti tornare sottocoperta prima che ti accada qualcosa...” Ma l'attenzione di tutti era verso il mare, in cerca di quel vascello che sembrava essere svanito nel nulla. Intorno alla nave ammiraglia vi era solo fumo denso e nerissimo, proveniente dalle due fregate che avvolte da fiamme erano ormai quasi inabissate. I loro equipaggi erano riusciti a mettere in acqua qualche lancia, ma i pochi superstiti trovarono la salvezza gettandosi perlopiù in mare dalle navi ormai distrutte. E quel fumo che avvolgeva ogni cosa rendeva quasi impossibile vedere cosa stesse succedendo intorno alla Regina d'Afravalone. Poi finalmente cominciò ad alzarsi il vento, che pian piano iniziò a squarciare quel fumo. Ma del misterioso vascello non c'erano più tracce in mare. “Tutti gli uomini si tengano pronti per attaccare!” Gridò uno degli ufficiali di bordo. Ma l'irreale silenzio che li circondava rendeva tutto come intriso di un inesorabili ed infausto auspicio. Per loro. Ed infatti, a confermare questa nefasta sensazione, all'improvviso il cielo cominciò a scurirsi, come se un velo fosse sceso a coprire il Sole. |
Fu un bacio intenso, appassionato, ma breve.
Elisabeth poté solo per un istante assaporare il calore e la bramosia di Nettuno. Le sue labbra, il contatto con la sua lingua, il suo respiro. Poi, d'improvviso, il naufrago allontanò la sua bocca da quella della falsa Symoin. E nel riaprire gli occhi lei, dopo quel caldo e sensuale bacio, vide soltanto gli occhi di lui, freddi ed impietosi. “Immagino” disse fissandola “che in questo modo attiri a te gli uomini, vero? Come l'ape regina per il tuo piacere, per poi ucciderli come la femmina della mantide col suo compagno. Beh, sappi che per quanto bella i tuoi trucchi con me non funzionano.” Sorrise appena. “Mi piace cacciare, non essere preda.” La guardò tutta, con disprezzo. “Troverai di certo qualcuno più adatto di me a farti da schiavo.” Si voltò e tornò verso il faro. Ma rimasta sola Elisabeth avvertì una presenza. Qualcuno poco distante che la fissava. Ed infatti, tra alcuni alberi, intravide una figura nascosta. |
Guardai verso Bivar..Tommaso era laggiù...era salvo?
"Non dovresti stupirti caro Velv" dissi mentre un nodo mi salì alla gola vedendo le due fregate a fuoco e i pochi superstiti...le famiglie distrutte.."dovrei andare sottocoperta? Ci arriva una cannonata, muoio pure sotto nella tua stanza...lo hai sottovalutato il tuo nemico Velv...ma potrei pensare stia dalla parte dei pirati..lo hai visto mentre stavi facendo una esecuzione e poi oggi..ma quando distrusse la nave del comandante de Gur?". Scossi il capo perplessa.."Mi chiedo chi e perchè ce l' abbia con Capomazda". Ad un tratto il cielo sembrò scurirsi non era dovuto dal fumo...e guardai sopra di noi. |
Clio tornò sul ponte e trovò i suoi uomini e quelli di Barbaleone completamente rapiti dallo spettacolo che stava offrendo il mare.
In lontananza infatti si poteva vedere, senza essere scoperti, la battaglia tra le tre navi ducali e quel misterioso vascello sbucato dal nulla. La ragazza, col suo bicchiere di vino in mano, arrivò giusto in tempo per vedere, tra il denso fumo, come si inabissava ciò che restava delle due fregate. Ovunque c'erano uomini in mare che disperatamente tentavano di raggiungere la Regina d'Afravalone che ai corsari dell'Hydra appariva semicoperta dal fumo. Poi pian piano il vento cominciò ad alzarsi e a dissipare quel fumo. Allora divenne ben visibile la nave ammiraglia di Velv e le carcasse delle due fregate ormai quasi affondate. Poi di colpo accadde qualcosa. Il chiaro Sole Flegeese parve oscurarsi ed il mare vide svanire i riflessi ed i bagliori sulle sue onde. Tutto ciò che c'era intorno a loro, per un attimo, vide coprirsi da un innaturale buio. |
Restai a guardare rapita quello spettacolo.
"Sbaglierò.. ma quel vascello gigante mi sta sempre più simpatico.." sorrisi "Tre contro uno e le ha sbaragliate... diamine, non vorrei mai averlo come nemico.. altroché..". Ma poi, accadde qualcosa. Buio. La notte in pieno giorno. Finii il bicchiere in un sorso. Tornai seria in un attimo. "Tenetevi pronti e mantenete la rotta.." ordinai "Tenetevi pronti a tutto.. Se il vascello gigante è lo stesso che abbiamo visto volare, non voglio guai.. certo, non ha mai attaccato una nave pirata se non era costretto, ma state comunque all'erta.. ricordate che dobbiamo essere invisibili, quindi niente rumori, niente stupidaggini.." con gli occhi fissi sull'ammiraglia lontana. |
Il Sole sembrava essersi oscurato ed il mare cambiò colore.
In un attimo quel luminoso pomeriggio divenne di colpo simile ad un innaturale crepuscolo. Altea alzò gli occhi e lo vide. Gigantesco, con le vele spiegate e gonfiate dal vento, così grandi da poter sostenere in volo quell'enorme veliero. Era proprio il veliero volante e si trovava sospeso sopra la Regina d'Afravalone. Lo scafo era titanico e da esso fuoriuscivano rostri affilati e robusti. E proprio puntandoli contro la nave ammiraglia, quell'incredibile vascello cominciò all'improvviso a scendere verso di loro. Sulla nave ammiraglia allora scoppiò il caos. “Ci viene addosso...” disse uno dei marinai “... ci viene addosso!” Solo qualcuno, per la paura, riuscì a raggiungere il parapetto e a buttarsi a mare. Lo stesso fece la vedetta sull'albero maestro. Infatti un attimo dopo, il vascello volante con i suoi arpioni spezzò quasi tutti gli alberi della Regina d'Afravalone e ne squarciò le vele. E i detriti cominciarono a cadere sul ponte sottostante. “Altea, sta giù!” Tuffandosi Velv verso di lei e coprendola col suo corpo. “Siamo perduti!” Urlò un altro marinaio. |
Quelle parole di Clio echeggiarono appena sul ponte di comando dell'Hydra, mentre i suoi uomini furono colti da stupore e paura per quell'improvviso ed innaturale scurirsi del cielo.
Poi lo videro. Videro il vascello volante, che sospeso in aria aveva oscurato il Sole, piombare sulla Regina d'Afravalone, spezzandogli quasi tutti gli alberi e strappandone le vele. Uno spettacolo incredibile, che lasciò i filibustieri senza parole, spingendo molti fra loro a credere di sognare. “Che il diavolo mi porti...” disse poi Barbaleone “... allora le leggende del mare dicevano il vero sull'Olandese Volante...” Ma in quello stesso momento Cid cominciò a gridare: “Nave a poppa! Nave a poppa!” Il ragazzino era stato l'unico, in quei momenti di caos, ad accorgersi di una nave che, costeggiando Bivar, era riuscita a giungere inosservata alle spalle dell'Hydra, approfittando anche e soprattutto del clamore generato dal vascello volante. Vivan allora prese il cannocchiale. “Capitano...” voltandosi poi verso Clio “... è la stessa nave che ha affondato il Gozocuda... quella con la bandiera di Picche... e si sta dirigendo verso di noi...” “Maledetti!” Urlò con rabbia Barbaleone. “Sono quelli che hanno affondato la mia nave!” “E dubito possiamo seminarla...” mormorò Emas “... naviga ad una velocità almeno doppia di quella che può raggiungere l'Hydra in queste condizioni...” |
Era impossibile non vederlo..stava sopra di noi..era gigante, imponente e titanico..questa era però una lotta impari...ma chi mai aveva progettato tutto questo..una unica macchina da guerra.
E non fummo risparmiati...quel finto crepuscolo mostrava la morte della grande Regina di Afravalone...le vele si stavano spezzando e vi era il caos, gli uomini cercavano di salvarsi gettandosi a mare..e i pochi rimasti aspettavano quasi la morte o che Dio li salvasse. Velv mi fece da scudo, era sopra me.."Vai via Velv, dobbiamo salvarci ma omai è impossibile..non so se fossi andata sottocoperta mi fossi salvata..perchè ci darà il colpo di grazia presto..Burmid..lo avevo nominato..ebbene disse per lui questo veliero era frutto dell' ingegno di un fuggitivo..quindi è reale". Mi sentivo inerte, non potevo fare nulla..guardai Velv e pensai cosa sarebbe successo di lui...era stato troppo avventato, troppo sicuro di sè ma non meritava di morire, non era una cattiva persona..io lo avevo conosciuto nel meglio di se..in fondo lui svolgeva solo il suo lavoro a capo di Capomazda e quel viaggio, forse, mi aveva fatto capire molte cose. |
Non sapevo perchè mi girava la testa.......lo sentivo così vicino a me la sua bocca riusciva a suscitarmi strane sensazioni......le sue mani sulle mie spalle...e io che mi lasciavo andare a sensazioni fantastiche...ad ondate di calore a brividi che si insinuavano sulla mia pelle.....quando Nettuno........spense tutto ciò che provavo...trattandomi come l'ultima delle donne......rimasi basita.....non riuscivo a comprendere non riuscivo a ritornare coni piedi per terra........" Un giorno....capirai e prega gli Dei che non sia troppo tardi..."....Rimasi a guardare l'orizzonte...mentre lacrime senza senso mi solcavano il viso.........era come se volessi lasciare andare era come se volessi che il vento mi portasse via....un rumore.......non mi voltai......." Pileo.....neanche tu dormi stanotte....?...anche per te sogni terribili offuscano la tua mente ? ".....
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"Maledizione.." urlai "Si può sapere come avete fatto a non vederla?" alzai gli occhi sulla vedetta "Se ci salviamo la pelle te la vedrai brutta, dai retta a me..".
Presi il cannocchiale ed osservai la nave. Era proprio lei, quella che aveva affondato il Gozocuda. Una sola cannonata e avrei detto addio alla mia nave. "Ah, dannazione è una lotta troppo impari..." imprecai "Perché non se la prende con quel bestione volante invece che con noi.." scuotendo la testa. "Possiamo sparire tra le insenature di Bivar, vale lo stesso ragionamento che per l'Ammiraglia, è troppo grande per passarci, ma siamo troppo lontani.." guardai verso la nave volante, e poi verso la nave di Picche. "Un momento.. e se facessimo in modo che si scontrino tra di loro, non abbiamo detto che le Stelle Nere di Nantos sono state chiamate per il mostro? beh, credo che ormai si sia capito che il mostro era solo, si fa per dire, la nave volante.. potremmo farci inseguire e portarla a tiro della nave volante, per poi filarcela.. non lo so.. mi sembra più sensato che combattere.. un loro cannone ci distruggerebbe.." guardai Barbaleone "Tu che faresti?". |
“Hai avuto un 'ottima idea, ragazza...” disse Barbaleone a Clio “... forse l'unica idea possibile... si...” annuì “... vele spiegate verso il vascello volante... è l'unica possibilità di portare a casa la pelle... ma dobbiamo farlo ora!” Urlò poi a Emas che era al timone.
“Aprite tutte le vele!” Urlò Yanos. L'Hydra allora prese a muoversi, facendo rotta verso la Regina d'Afravalone. Intanto, sulla nave di Picche, qualcuno osservava l'Hydra muoversi. “Hihihihi... che sciocchi...” Burmid ai suoi “... pensano davvero di poterci sfuggire? Navighiamo almeno ad una dozzina di nodi più veloci di loro... cannoniere... hihihihihihihi...” prendendo una moneta d'oro “... la nostra solita scommessa?” Lanciò la moneta ad uno dei suoi uomini, che la inchiodò contro l'albero di trinchetto “... se mi affonderai quella nave con un sol colpo la moneta sarà tua... hihihihihihi...” La nave di Picche così si mosse e cominciò ad inseguire l'Hydra. E poco dopo la nave dell'Angelo della Tempesta arrivò a poche leghe dalla Regina d'Afravalone. Qui invece vi era il caos. La nave era quasi immobile, con danni gravissimi e l'equipaggio ormai fuori controllo. “Altea...” fece Velv, mentre i due erano ancora a terra, l'uno nelle braccia dell'altra “... perdonami se non sono riuscito a proteggerti...” e la baciò, credendo ormai prossima la loro fine. Infatti il misterioso vascello volante sembrava sul punto di portare a termine il suo attacco, volendo atterrare proprio sopra la nave ammiraglia per affondarla. Ma accadde qualcosa. Emerse infatti dalle insenature di Bivar l'Hydra e subito dietro la nave di Picche, l'incredibile veliero volante arrestò la sua manovra, voltandosi subito in direzione delle due navi che si stavano avvicinando. “Il veliero volante!” Gridò qualcuno sulla nave di Burmid. “Ti ho trovato, finalmente...” mormorò questi, mentre osservava quel vascello col suo cannocchiale “... solo Irko il Rosso poteva essere capace di una tale meraviglia... ma ora dovrà affrontare la resa dei conti... hihihihihihi...” e con un cenno ordinò ai suoi di preparasi all'attacco. |
“Sono io, signora...” disse il cocchiere alle spalle di Elisabeth “... attendevo vostri ordini circa la ripresa del nostro viaggio... il padrone ci starà attendendo da tempo ormai sulla sua isola...”
Symoin era abituata ad essere spiata dai suoi servitori. Amava essere guardata e desiderata. Ma soprattutto godeva nel lasciare in quell'insopportabile bramosia i suoi adepti, tutti presi dal volere qualcosa di proibito e peccaminoso che solo lei poteva decidere di concedere loro. |
"Non devi farti un problema..non ora..cosa fai Velv..stai qui a proteggere me mentre dovresti proteggere la tua nave e i tuoi uomini..vai ti ho detto.." ma guardai sopra di noi..sembrava quella nave volesse caderci sopra per farci sprofondare negli abissi...ma in lontananza riuscivo a vedere delle vele giganti..avevano un simbolo di picche e mi voltai verso Velv mentre eravamo abbracciati.."Velv..stanno arrivando le Stelle Nere di Nantos..speriamo il veliero volante vada verso loro..se iniziasse un conflitto tra loro due qua sopra sarebbe la fine..ma a Burmid poco importa..basta per lui sconfiggerlo..ti prometto..se ne usciamo indenni da qui..ti sposo" dissi ridendo, quasi sdramattizando quel momento.
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L'ultima cosa che volevo era avvicinarmi all'ammiraglia, ma non avevo scelta.
E poi, cosa poteva farci in quelle condizioni? Sentivo la nave di Picche sempre più vicina. "Resisti bellezza, avanti.." Mormorai, sfiorando il prezioso legno dell'Hydra. Poi lo vidi. L'immenso veliero volante era davanti a noi, pronto a finire l'ammiraglia. "Guarda di qua... Di qua.." Tra i denti. Qualcuno pareva avermi sentito, perché si girò verso di noi. Sorrisi "Se non si mette a sparare a noi, forse abbiamo una possibilità.." Esclamai. Altrimenti ci ritroveremo in un fuoco incrociato e siamo fritti, pensai. |
Non era Pileo...quanto avrei voluto che fosse lui...avevo fatto una scelta e dovevo viverla sino in fondo...mi voltai a quella voce a me sconosciuta...ma familiare a Symoin.....era il cocchiere...parlava del Padrone.....ma io dovevo arrivare alla Signora della Montagna........volevo contestare e Symoin divenne piu' forte di Elisabeth......." Mi ricordate ogni cosa.......siete così attratto da me...che potreste fare tutto quello che vi chiedo solo per compiacermi.......ma questo il Padrone lo sa......sei stanco di guardare.....magari vorresti qualcosa anche per te..."...mi avvicinai al cocchiere..che con bramosia guardava ogni mio movimento........"...Ditemi...se vi offrissi le mie labbra voi le respingereste ?....o se vi donassi tutta me stessa.......Ne sareste così felice nonostante sapreste che il vostro padrone vi porterà alla morte solo pensando che voi..mi abbiate toccata ?..........fareste tutto questo solo per il vostro desiderio ?...."......lo schiaffeggiai......." Anche questo potrebbe essere gratificante per voi........vi ho fatto un regalo...gioitene....e adesso andiamo si e' fatto tardi...e gli spioni del bosco.....saranno già partiti per riferire......."......lo spinsi di lato con rabbia e salii in carrozza.......preferivo aspettarli li' chiusa...in quella cassa con quattro ruote......rivedere Nettuno...mi faceva star male
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Tutto accadde velocemente.
La nave ammiraglia che ormai era ferma sulle onde, il vascello volante che le stava diversi metri sopra e il veliero di Picche che si avvicinava sempre più. E nel mezzo proprio l'Hydra, come spettatrice interessata di tutta quell'incredibile situazione. Ad un tratto la prua della nave di Picche si aprì e di nuovo apparve lo spaventoso mortaio che aveva affondato il Gozocuda. Pochi istanti dopo un terrificante boato fece sussultare il mare e il rincaro sulle onde fu avvertito sia sull'Hydra e che sulla Regina d'Afravalone. Una palla incandescente e gigantesca fu allora sparata in aria, proprio in direzione del vascello volante. Questi grazie alla sua straordinaria mobilità riuscì ad inclinare lo scafo all'indietro, nel tentativo di evitare il terribile colpo. Tuttavia la forza di quel cannone e la distanza ravvicinata non permisero al vascello di scansare del tutto quella cannonata. Il colpo raggiunse così parte dello scafo, facendo volare alcuni degli arpioni montati su di esso. “Hihihihihi... non è poi così forte come sembra...” disse compiaciuto Burmid “... voglio il colpo di grazia...” Ma mentre il mortaio ricaricava, il vascello, agilissimo, girò su stesso e volò via verso Bivar, svanendo fra le sua alture. “Dannazione...” scuotendo il capo Burmid. “Cosa facciamo, signore?” Chiese uno dei suoi. Burmid allora si voltò verso l'Hydra. “Affondatela.” Sentenziò. Il colpo destinato al vascello volante allora fu indirizzato verso la nave di Clio. Un attimo dopo una devastante cannonata partì verso il veliero pirata. Emas riuscì con una manovra al limite a cambiare direzione, facendo sì che il colpo prendesse solo di striscio la fiancata destra. “Ci hanno colpiti!” Urlò Luis. “Imbarchiamo acqua!” Gridò Vivan. “Non è una grossa falla ma dobbiamo chiuderla subito!” Intanto, sulla nave ammiraglia, tutti esultarono. “I mercenari hanno messo in fuga il vascello volante!” Gridavano gli uomini di Velv. “Ed ora affonderà la nave pirata!” “Siamo salvi, Altea!” Sorridendo Velv alla dama. |
Il cocchiere annuì alle parole della sua padrona e restò compiaciuto e soddisfatto di quello schiaffo.
Ogni cenno, gesto e contatto con la sua padrona era per lui un dono. Elisabeth allora entrò nella carrozza ed attese. Passò poco meno di un'ora e finalmente giunse qualcuno. Prima Pileo che le sorrise ed entrò con lei nella vettura, poi Nettuno, scuro in volto che fece altrettanto. Il cocchiere prese il suo posto e la carrozza lasciò quel luogo. Percorse un sentiero che la condusse giù, verso un vecchio molo. “Signora, siamo giunti...” disse il cocchiere alla falsa Syomin “... appena arriverà una barca raggiungeremo l'isola del padrone.” |
Ero sconvolta ...avevo schiaffeggiato un uomo che non aveva alcuna colpa se non di adorare ......una donna......non capivo...eppure era così semplice .....tutto era semplice...l'importante era aprire il cuore e lasciare andare i sensi.....e la prova Alchemica avrebbe avuto il massimo splendore...tra cio' che era un uomo e una donna...salii in carrozza prima Pileo......a cui ricambiai lo stesso dolce sorriso........e poi Nettuno...sembrava avvolto da nubi cariche di tempesta........mi spiaceva per lui.........la carrozza andava spedita..." Avete dormito bene Signori ?...spero che il soggiorno sia stato di vostro gradimento.....non amo sapere che i miei ospiti.....non abbiano avuto tutto quello che il loro animo desiderava......"........A Nettuno avrei messo delle serpi nel letto...ma non potevo confessarglielo......arrivammo in un'ansa riparata dal vento........l'acqua lambiva il terreno......" Grazie attenderemo.....la barca......così.......tornero' presto a casa...e i miei ospiti....ritroveranno Elisabeth........"......guardai Nettuno......." Non la meritate....dovreste prima imparare ad amare le donne........e allora sapreste come e' fatta lei...".......intravidi la barca ...stava arrivando a riva....
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Ciò che avvenne fu dell' incredibile..nemmeno uno di quei libri di avventura e delle storie che mi narrava il maestro Teofilus poteva eguagliare ciò che avevo vissuto.
Mi chiesi cosa sarebbe successo, comunque, se il mortaio del veliero di Burmid avesse dato il colpo di grazia..ci sarebbe caduta la nave addosso? La vidi andare via..come un leone fiero e ferito..e oltrepassare le alture dell' isola di Bivar. Udii le parole di Velv e gli sorrisi.."Che ti dissi prima? Devo aver perso la memoria...che ti avrei sposato se saremmo sopravvissuti? Oh...dovevo essere una folle" lo scostai in malo modo "e non trovare scuse per starmi appiccicato" per poi baciarlo e abbracciarlo. Mi alzai e lo presi per mano portandolo verso il parapetto.."Hai sentito vi era una nave pirata.." mi sporsi e la vidi li vicina, aveva subito un colpo dalle Stelle di Nantos e ora vi entrava acqua.."Stavano li sperando di vederci morire tutti? Cosa pensi Velv..sto pensando a lady Yolanda..sarà a Bivar o ancora su quella nave pirata...? Avevi un compito..è strano quella nave stava proprio qui vicino noi, a che fine?". Guardai verso Bivar...Tommaso..speravo stesse bene..probabilmente se fosse stato cosi era stato spettatore di tutto questo.."Comunque siamo salvi, ma tutto questo ha comportato delle vittime Velv..nella isola di Bivar e pure tra le fregate e nella ammiraglia...lo so, sei impulsivo e passionale, ma da ogni sbaglio si può trarre qualcosa..pure io ti odiavo a morte per come eri, ora invece ho capito hai rischiato la vita per Capomazda, per lady Yolanda..e certo..non è una gran cosa essere rapita e venduta come un corpo qualsiasi in un mercato di schiavi..privando una persona della sua libertà". E guardai la nave pirata indifferentemente...ma il mio timore era sempre quello..ci fosse dentro la cara amica. |
Il nostro piano non aveva funzionato.
"Maledizione.." imprecai. Aiutai gli uomini a recuperare la falla, per quanto potevamo. Il veliero era troppo vicino, troppo immenso, troppo minaccioso. "Se anche non possiamo batterlo, venderemo cara la pelle.." ringhiai "Non dimentichiamoci che abbiamo anche la ragazza, non che gli importi, visto quanto l'hanno messa in pericolo fino adesso.. ma se l'Hydra affonda, lei morirà con noi.. e l'avranno davvero uccisa loro.. potremmo fare un tentativo..". Dovevamo pensare ad uno stratagemma per liberarci di quella maledetta nave. |
Velv annuì a quelle parole di Altea.
“Ci sposeremo appena ritornati a Bivar.” Disse. “O magari in una delle chiese delle ducato se vorrai.” Sorridendole appena. “Ma ora hai ragione... dobbiamo pensare a salvare lady Yolanda... sarà a Bivar, forse già in mano a qualche losco negriero, oppure ancora sulla nave di quei pirati?” Fissando l'Hydra. “Ammesso siano stati loro a rapirla...” restò pensieroso “... signor Burgos...” chiamando uno dei suoi ufficiali “... bisogna trovare il modo di segnalare alla nave di Picche che quei pirati vanno catturati vivi.” “Si, capitano.” Annuì Burgos. Allora subito dal ponte della Regina d'Afravalone cominciarono a comunicare l'ordine con delle apposite bandierine segnalatrici. E sulla nave di Picche subito notarono quei segnali. “Cosa facciamo, signore?” Chiese uno dei suoi a Burmid. “Hihihihihihi...” con la sua insopportabile risata questi “... pretendono forse che nel bel mezzo di una battaglia noi si faccia caso a quei segnali? Hihihihihi... ignorateli ed affondiamo la nave pirata.” Nel frattempo, nella stiva dell'Hydra, Clio ed i suoi uomini cercavano di tamponare la falla. “Capitano!” Arrivando di corsa Kengo. “La nave di Picche ci sta venendo addosso! Dal suo ponte si è alzato una specie di braccio uncinato e lo hanno puntato verso di noi!” “Maledetti!” Esclamò Vivan. “Vogliono speronaci ed affondarci!” “Non abbiamo scampo!” Fece Yanos. “L'unica possibilità è di rilasciare i due ostaggi! Solo così avremo una speranza per fuggire!” “E credi che ridate loro le due donne poi ci lasceranno andare?” Fissandolo Vivas. “Sei un illuso!” “Hai un piano migliore?” Replicò Yanos. |
"Vogliono affondarci, signori.." scuotendo la testa "Non gli importa un accidente degli ostaggi... altrimenti non ci starebbero attaccando.. vi pare?" pensierosa.
"Possiamo metterle in bella vista, però, così sapranno che se ci affondano moriranno con noi.. magari avremo una speranza.. rilasciarle è impensabile, le prenderebbero e ci affonderebbero comunque.. io dico di usarle come scudo.. se poi valgono meno di quanto ci hanno fatto credere e sono pronti a sacrificarle pur di affondarci.." sospirai "Allora sarà la fine, ma cercheremo di portare all'inferno con noi più anime possibili..". |
Le macabre parole di Clio echeggiarono nella stiva quasi come una sentenza di cupa disperazione.
Gli dei del mare, o forse soltanto i suoi demoni, parevano aver abbandonato l'Hydra ed il suo equipaggio alla mercé di un nemico che poteva mettere in campo armi troppo più forti delle loro. Alla fine un cieco assenso mormorarono quegli uomini al loro capitano. “Non credo ci sia altra scelta...” disse Vivan “... e detto fra noi non penso che una volta esposte le donne continueranno ad attaccarci... non avrebbero scuse e poi si troverebbero a sostenere un processo davanti al Lord dell'Ammiragliato...” “Già...” annuì Taborn “... senza dimenticare poi che la ragazza è la figlia di un pezzo grosso della Compagnia delle Flegee e non credo la Marina Ducale si prenderà la responsabilità di affondarci sapendo lei a bordo con noi...” “Aspettate...” fece Yanos “... non capite che se dovesse per un qualsiasi motivo morire sulla nostra nave per noi dopo sarebbe la fine? Ci darebbero la caccia fino ai confini del mondo!” “Siamo già nella loro lista nera!” Rispose Taborn. “Basta...” scuotendo il capo Vivan “... capitano, datemi l'ordine e corro ad esporre sul ponte le due dame...” voltandosi verso Clio. |
Sorrisi alle parole di Velv...ma doveva superare il suo più grande nemico per sposarmi..mio padre.
Rimasi pure io pensierosa a guardare la nave pirata.."Un motivo deve esserci perchè quella nave pirata è venuta fin qua..ma Burmid è senza scrupoli..ho assistito a una macabra scena a Baias..vi era un bambino, ha solo guardato dentro una loro cassa per curiosità ed egli..gli ha sparato dritto in fronte facendolo morire all' istante..e poi..ha un biglietto con sè..glielo ha dato il Duca ovvero che lui ha pieno diritto e libertà su chiunque qui a Capomazda, quindi può fare ciò che vuole e non ne sarà responsabile..quello è pazzo" scossi il capo "Non capisco come il Duca possa avere la sua fiducia...certo ci ha salvato la vita è vero, ma solo perchè dava la caccia a quel fuggitivo, sparerebbe pure contro di noi se necessario..non è possibile patteggiare con quei pirati?Magari manda una lancia e vai a parlare col capitano..se avessero lady Yolanda in cambio di lei avrebbero la libertà...la mia è solo una proposta". |
"Avevano l'opportunità di riavere la ragazza senza colpo ferire, ma sono stati ingordi.. per mille taddei, diamine.. hanno bombardato un'isola rischiando di ucciderla quando potevano comprarla... non sono poi così sicura che si fermeranno solo perché rischiano di ucciderla, tanto darebbero la colpa a noi..." sorrisi, amara "Fosse successo a me, avrei sputato in faccia a mio padre e non mi avrebbero più visto.. ma non abbiamo scelta.. è la nostra unica speranza, dopodichè, ce ne andremo più veloci che possiamo.. falla o no, l'Hydra è famosa per la sua agilità..." sospirai "Valle a prendere..".
Mi voltai poi verso Yanos, che sembrava l'unico a non apprezzare il piano. "Nel momento stesso in cui abbiamo scelto questa vita, siamo diventati ricercati.. non avranno pietà di noi se le lasciamo andare, credimi.. siamo pirati… ci cercherebbero ai confini del mondo comunque… Se dovessimo liberare la ragazza non cambierebbe nulla…”. |
“Già...” disse Nettuno ad Elisabeth “... imparare ad amare le donne come voi, immagino...”
Ma all'improvviso si udì il suono di un campanello. Era il segnale che stava arrivando l'imbarcazione attesa dalla falsa Syomin e dai suoi due compagni di viaggio. E poco dopo una barca raggiunse il vecchio molo. A condurla era un attempato marinaio, scarno, con una barba incolta che rendeva più aspri i suoi lineamenti già molto marcati, lo sguardo perennemente accigliato e la bocca contratta da una smorfia che sembrava conferire a quel volto severo un piglio di brusca insoddisfazione. Il cocchiere allora gli si avvicinò, lasciando nelle sue mani un sacchetto di monete. “Ecco quanto ti è dovuto.” Fissando il marinaio. “Condurrai la madama ed i suoi due compagni fino all'isola. Li lascerai là ed attenderai sue disposizioni.” “Partiamo subito allora.” Voltandosi il marinaio verso Elisabeth. “Sfrutteremo la marea.” “Dove siamo diretti, di grazia?” Chiese con sarcasmo Nettuno alla falsa Symoin. |
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