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“Io amo molto la poesia, milady.” Disse Fhael a Cheyenne. “Soprattutto quella medievale in lingua galiziana e castigliana. In questo momento mi viene in mente il nome del castigliano Juan Ruiz, che compose diverse poesie mentre era imprigionato. Uno dei canti più belli è quello in cui invoca la Vergine per la sua liberazione... a memoria potrei citarvi qualche verso... tu mi hai riconosciuto, Stella del Mare, poiché conosci il mio volto e quello della mia anima...” sorrise e mostrò un lieve inchino “... spero di esservi stato utile. E ancor più spero di rivedervi presto. Anzi, ne sono sicuro.”
“Puoi ritirati in biblioteca, cara.” Rivolgendosi il vecchio a Cheyenne. E si sedette in giardino con i nuovi arrivati. |
Non appena ebbi il permesso di ritirarmi dal vecchio corsi in biblioteca.
Li cercai qualche libro alla rinfusa e trovai anche le poesie di cui mi avete parlato Fhael. Chiusa nella mia stanza, con il cuore ancora in gola, lessi qualche verso suggeritoni dal portoghese. Ero sempre più sicura, prima per il suo sguardo, poi per le sue parole ed infine per queste poesie, che Fhael avesse capito in che situazione ero sventuratamente capitata e che fosse qui per aiutarmi. |
"Finalmente, le care e disciplinate vecchie maniere"......sembrava passata un'eternità dall'ultima campagna ove ognuno ricopriva il proprio status.
"Andiamo già meglio, collega......state comodo.......comprendo la vostra meraviglia, anche io avrei' agito come voi. Farete strada, amico." gli posi la mano sulla spalla e sorrisi. Subito dopo, giunse un altro uomo che mi portò la mia adorata divisa. Era tempo di riprendere il proprio ruolo......la priorità era salvare il capitano Gurenaiz. "Conducetemi dall'ammiraglio.......devo riferire importanti nuove sugli spostamenti ed attività del bandito Giuff." Pensando tra me dissi: "speriamo che riesca a ritrovare milady.....e che non abbia fatto guai......" |
Tornai lentamente a guardarlo e sospirai...
“Un isolotto sperduto soltanto per noi...” mormorai, gettando un’occhiata alla mappa che teneva tra le mani “Tu parli di un sogno... un desiderio... il più grande e il più meraviglioso dei desideri!” Per un attimo i miei occhi si volsero verso l’orizzonte, quasi fosse possibile vedere ciò che mi prometteva... “Perché non conquistarla ora quell’isola, allora?” domandai poi, tornando a guardarlo “Perché non ordini di far rotta là, dove nessuno mai potrà trovarci? Non l’Olanda, né l’Inghilterra... non i tuoi inseguitori, né i miei... perché? Lo desidererei così tanto... lontani da tutti e da tutto, soli, senza più alcun pensiero ed alcuna preoccupazione al mondo...” Lo osservai per qualche momento... la mia mano giocherellava con la piega della cucitura della giacca sulla spalla... ero testa, preoccupata, ed ero abbastanza certa che se ne fosse ormai accorto... Abbassai gli occhi, tristemente... poi tornai a guardarlo... “Ho parlato con Blind...” iniziai a dire, con la voce che tremava appena “Volevo salutarlo prima che scendesse... e lui mi ha detto delle cose. Mi ha detto molte cose. Perlopiù su di te. E mi ha detto che...” La mia voce tremò più forte e fui costretta a tacere. Inspirai profondamente per qualche momento... poi tornai a guardarlo, carezzandogli appena la guancia... “E’ vero, Guisgard?” domandai, con voce dolorosa e tanto sottile da sembrare un sussurro “E’ vero che hai intenzione di sfidare Giuff?” |
Parsifal fu così condotto dall'ammiraglio Guidaux.
Il soldato lo introdusse nella stanza dove c'era appunto l'ammiraglio. Ma non era solo. C'erano anche Clio, il governatore, Musan e tre ufficiali inglesi. |
Dopo circa un'ora, un servo bussò alla porta di Cheyenne.
“Il padrone ti chiede di prepararti per il pranzo.” Disse. “Ricorda che ci sono anche quei visitatori, dunque indossa un abito adatto. Ti aspetterò fuori per poi accompagnarti giù.” Aggiunse ed uscì. |
Guisgard prese la mano di Talia e la baciò.
“Sai...” disse guardandola negli occhi “... ti ho attesa da anni e non ho intenzione di mancare neanche ad una delle promesse che ti ho fatto... raggiungeremo quell'isolotto e gli daremo un nome... e sarà solo nostro...” strinse la sua mano “... questo è l'ultimo viaggio, Gioia mia... te lo giuro...” sorrise di nuovo “... Giuff è un vigliacco e forse non ci sarà neanche ad aspettarmi... è furbo e magari sarà già chissà dove, in cerca di denaro e di donne...” la prese fra le braccia “... sai, fra arrembaggi, tesori e fughe, mi sono accorto di non averti detto ancora una cosa... Talia, io...” In quel momento un bucaniere avvistò qualcosa all'orizzonte. “Ehi, c'è qualcosa tribordo!” Gridò. “Sembra una barca! La vedi, Cavaliere25?” Domandò poi al pirata che faceva da vedetta. http://2.bp.blogspot.com/-v2XVqhttCz...iero-notte.jpg |
Nulla che avevo in mente di ordinare era possibile, ogni pietanza venne cambiata...con un'altra ovviamente, ma cambiata...ci fu portato a tavola cio' che il locandiere aveva consigliato...in realta' era solo quello che era disponibile nella sua cucina, ma lo aveva proposto con una maestria talmente particolare che chiunque avrebbe creduto che sui banchi del retro di quella locanda, potessero esserci altre migliaia di prelibatezze....e cosi' era la nostra vita, credevamo a quello che vedevamo, ma era solo il frutto di quello che volevamo vedere ....credevamo a quello che sentivamo ma era solo quello che volevamo sentirici dire...ogni cosa diventava illusione anche l'amore piu' grande.....vidi riempirsi la sala della locanda, gente che parlava lingue a me sconosciute......gente che odorava di mare o di pece....sino a quando il locandiere non porto' il nostro cibo, e mio padre insieme ai suoi amici, non usci' fuori dalla locanda.......se avessi potuto scegliere, l'istinto mi avrebbe portato ad alzarmi ed a urlare il suo nome, ma come se fossei inchiodata alla sedia ed imbavagliata....rimasi muta e ferma.......quando fui sicura che ormai fosse andato via, portai indietro i miei capelli e li raccolsi senza l'usilio di alcun fermaglio....avevo l'odore del cibo che mi ariivava al volto ...era questo che mi face divenire il volto in fiamme ?....." Ora, che abbiamo la possibilita' rifocillarci, potremmo intavolare una discussione tranquilla, dove voi potreste dirmi cosa avete saputo da mio padre e i suoi amici.......e potreste anche dirmi, come mai mio padre vi ha parlato delle sue finanze......in genere non e' molo aperto a certe discussioni, ma ricordo, che se avevate bisogno di soldi.....nella camera che ho la sciato ne avevo abbastanza.........ditemi Storm......ottima questa verdura......come stanno le cose, secondo voi ?......"....guardai Storm continuando a giocherellare con la verdura che avevo nel piatto.....
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Lo osservavo in silenzio, senza che le sue parole riuscissero del tutto a fugare quella mia preoccupazione e la paura per ciò che sarebbe potuto accadere...
Poi sospirai leggermente... “Tu non hai intenzione di tirarti indietro...” sussurrai “E, se Giuff si presenterà, tu lo affronterai... lo so!” Non era un’accusa né un rimprovero, era solo una constatazione... la constatazione, forse un po’ amara e vagamente rassegnata, che in fondo la sua indole non era cambiata e che non sarebbe cambiata mai: non si sarebbe tirato indietro, non lo avrebbe fatto mai di fronte a niente, qualunque fosse stata la posta in palio. Gli sorrisi, tuttavia. Dolcemente. Citazione:
Volgemmo entrambi lo sguardo verso l’uomo che aveva parlato, poi portammo gli occhi sulla vedetta in cima all’albero di maestra ed infine all’orizzonte... Una sagoma si muoveva all’orizzonte, vagamente nascosta dalla bruma che si levava dal mare... Lentamente mi accostai al parapetto, dietro a Guisgard... “Si... direi che è un’imbarcazione, ma sembra ancora lontana... tu cosa credi che sia?” domandai. |
Osservai quegli uomini entrare nella stanza. Trattenni il fiato, speranzosa. Ma quando si avvicinarono chinai la testa, desolata. Avevo sperato di riconoscere qualcuno di loro, di vedere finalmente un volto amico.
Solo un ufficiale mi sembrava familiare, ma era probabilmente solo un'impressione dettata dalla speranza. Ascoltai attentamente le loro parole, mi inchinai rispettosamente quando nominò il mio re. Tuttavia non dissi niente, sapevo che l'intervento di una donna in una conversazione come quella non sarebbe stata vista di buon occhio. D'un tratto, però, la porta si aprì e Parsifal fece capolino nella sala. Sorrisi e lo salutai con un cenno. "Lor signori vogliano scusarmi..." Dissi a bassa voce, sicura che nessuno avrebbe badato a me. Mi avvicinai a Parsifal: "Sono felice di vedervi.. Ero in pena per voi..." Sorrisi "..caspita, la divisa vi dona.." Strizzando l'occhio. "Sanno tutto.. Ho raccontato loro di Guerenaiz e Giuff.. Sono gli unici che possono aiutarci.." Sussurrai ".. Anche se non mi fido di loro.." Feci un passo, come per scortarlo dagli altri uomini, poi mi voltai di scatto. "Guerenaiz vi ha parlato della mia lettera?" Osservai i suoi occhi immobili "..beh ho detto a Giuff di essere la promessa sposa del capitano.." Sorrisi, colpevole ".. E lo credono anche loro.." Indicando l'ammiraglio e il governatore. "Venite, vi accompagno dall'ammiraglio" mi avviai verso il centro della sala. Mi fermai in disparte, verso la finestra, nell'attesa che la conversazione terminasse. |
Guisgard prese il cannocchiale e cominciò a scrutare quella sagoma lontana.
“Si, è una nave...” disse a Talia che era dietro di lui “... ma sembra stia andando alla deriva...” “Alla deriva?” Ripeté Austus. “Come può essere?” “Il vento ha reso l'aria più limpida e chiara...” mormorò Guisgard, sempre guardando dal suo cannocchiale “... posso quasi vederla meglio... ha le vele aperte, ma a brandelli...” “Forse è stata assalita.” Fece Rynos. “Forse...” rispose Guisgard “... ma c'è qualcosa che non mi convince...” “E' la nave fantasma...” disse all'improvviso il vecchio Fulsin, il mozzo di bordo “... la nave fantasma di Capitan Lanzaras...” “Che storia è questa?” Fissandolo Emas. “Si, la nave maledetta di Capitan Lanzaras...” mormorò il vecchio mozzo “... e vaga per l'eternità in cerca dell'Isola Perduta...” E nel soffiare, il vento lasciò attorno a loro un lungo lamento, mentre ormai quella misteriosa nave era ben visibile dal ponte della Santa Rita. http://m.spoki.lv/upload/articles/28...oku-Kugi-8.jpg |
All'ora di pranzo mi fu detto di prepararmi e di raggiungere i commensali al più presto.
L'idea di poter rivedere Fhael e la speranza di comunicare con lui mi rese più attiva. In pochi minuti ero pronta per scendere nella sala da pranzo. Avevo indossato un abito che richiamava molto quello che mi aveva fatto confezionare Fhael a Las Baias. Speravo che cogliesse questo ulteriore segnale. Al tavolo gli uomini erano già seduti. Il vecchio era al suo solito posto ad un capo della tavola e grazie a questo ebbi la fortunata opportunità di sedermi proprio accanto a Fhael. Salutai i due ospiti e il vecchio cercando di apparire il più allegra possibile, per non incorrere in uno scatto di rabbia di quel pazzo. Non appena mi sedetti notai lo sguardo di Fhael su di me ma non osai guardarlo a mia volta. Con discrezione invece, feci salire leggermente i polsini del mio abito affinché il portoghese notasse i segni ancora marcati della mia prigionia. Un lampo passò nei suoi occhi. Il vecchio diede ordine ai servi di servire le pietanze. Il compagno di Fhael iniziò a discorrere col vecchio, cosa che insieme al cibo, lo distrasse per un buon momento. Mi feci coraggio. Mi avvicinai un po' a Fhael e in un bisbiglio gli chiesi aiuto. |
“Allora...” disse Guidaux a Sumond “... cosa proponete?”
“Offro la mia nave per aiutarvi” rispose l'inglese “e voi mi ricompenserete consegnandomi lo Sparviero Nero. Mi sembra un'offerta equa.” “Si, lo è.” Annuendo l'ammiraglio. “Vivo o morto?” Chiese all'improvviso Musan. “E' indifferente.” Fissandolo Sumond. “Io lo riporterò in patria e ai fini del processo, dato l'esito pressoché scontato, è del tutto indifferente se quando penzolerà da un pennone sarà morto da poche settimane o invece solo da qualche minuto.” “Allora avrete il vostro pirata.” Sorridendo Musan. “E sarò io ad ucciderlo.” In quel momento Guidaux si accorse di Clio e di Parsifal che era accanto a lei. “Chi è costui?” Fissando il Guardiamarina. “Ah, si... rammento... siete un Guardiamarina giunto poche settimane fa... vi affidai l'incarico di seguire il capitano Gurenaiz, vero?” Chiese a Parsifal. |
“Si, è vero...” disse Storm ad Elisabeth senza scomporsi “... vostro padre mi ha offerto dei soldi... molti soldi... e sapete perchè? Non lo immaginate? Ve lo dirò io... per trovarvi e riportarvi a lui. Già, pare, contrariamente a quanto pensate, che lui voglia riavervi. Vi stupisce tutto ciò? E ora che ci penso... sapete che corro un gran rischio in tutto ciò? Voglio dire... sono un contrabbandiere, si, ho anche ucciso, ma per la legge erano omicidi particolari, di gente come me. Se venissi preso probabilmente troverei la forca. Ma non è detto. Ma se mi arrestassero ora, insieme alla figlia di un ricco inglese, cosa accadrebbe? Il capestro sicuro. A meno che” sorridendo “non si riesca a convincere gli altri che questa è una fuga d'amore.” Le fece l'occhiolino. “Avanti, ditemi tutto ciò che pensate.”
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Deglutii in maniera poco signorile, mio padre mi stava cercando...eppure mi sembrava tranquillo, ma infondo cosa avrebbe dovuto fare, mettersi al porto ed urlare il mio nome ?......" Una fuga d'amore, e dove vi avrei conosciuto, magari in vacanza nel castello di Arbroath....ma li' niente contabbandieri, forse di alccol, almeno cosi' ho sentito dai vecchi marinai, intenti a sistemare le reti. Non mi crederebbe mai......ho solo paura che non mi aiutera' mai a ritrovare la mia Ingrind, infondo a chi importa di lei....ma c'e' anche la vostra vita.........mio Dio , ma come mi ci sono messa in tutto questo caos ?...se solo ritornassi indietro, non sarei cosi' avventata e non partirei mai piu', non ho visto altro che guai in questo posto.....e poi, non vorrei mai che voi finiate sulla forca a causa mia, questo mai, non l'ho voluto quando ancora non vi conoscevo, e non vedo perche' vorrei volerlo ora........"..dovevo pensare riflettere, ma come fare......" E se trovassero dei miei indumenti al largo ?..penserebbero che io sia morta.....e poi quando troveremo Ingrid, vi porterei con me in Inghilterra e tutto sara' a posto......sarete riconosciuto come un uomo rispetabilissimo......."...oppure stavo farneticando....il tempo passava..e la verdura era un impasto schifoso, che assomigliava ai miei colori......" Che devo fare Storm....vi lascio andare...prendete i soldi che vi da' mio padre, vi faranno comodo.....e se sara' necessario, faro' di tutto per proteggervi dalla forca....ve lo giuro..."...
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Fissavo l’orizzonte, proprio là dove Guisgard puntava il suo cannocchiale... scrutavo quella sagoma muoversi lenta, stingendo gli occhi per cercare di distinguerne meglio i contorni...
Citazione:
Capitan Lanzaras... quel nome risuonò nella mia memoria, tra i miei più antichi ricordi... e d’un tratto rividi l’Olanda, la nostra casa sulla scogliera, i pomeriggi passati sulla terrazza alta con il nonno ad ascoltare le sue storie... non erano state che delle favole per me, quelle... favolose favole sui pirati... e Capitan Lanzaras era in esse, in tutte quante... Esitai... senza riuscire a staccare i miei occhi spalancati dal volto allarmato dell’anziano mozzo... Capitan Lanzaras... ripensai al diario del nonno, che Passapuor mi aveva dato, ed alla lettera che ci avevo trovato dentro... ripensai a ciò che in quella lettera era scritto, alle assicurazioni sulla veridicità di quelle favole che raccontava... ed a quell’indizio... l’indizio per trovare il tesoro nascosto... la voci sulla ferocia di Lanzaras... le storie sulla sua spietata ciurma di dannati... tremai. Istintivamente afferrai il braccio di Guisgard, dunque, e mi strinsi a lui... “Andiamocene!” mormorai “Andiamocene via, presto!” |
“Sapete...” disse Fhael fissando il vecchio padrone di casa “... mentre doppiavamo Minisclosa, ci siamo imbattuti in una fregata olandese che trainava in porto un galeone pirata...”
“Già...” mangiando il vecchio “... la pirateria è una piaga di questi mari...” “Infatti.” Annuì Fhael. “E vedemmo poi scendere dal galeone alcuni prigionieri. Rammento una ragazza... tremava e piangeva, nonostante la liberazione... allora un capitano le si avvicinò e con poche parole la calmò... è tutto finito, presto sarai libera, le disse...” prese allora la bottiglia “... vi verso da bere, milady?” Chiese a Cheyenne che era accanto a lui. “Mia moglie non beve.” Fece il vecchio. “Oh, non potevo immaginare.” Mormorò il portoghese. In quel momento un servo si avvicinò alla tavola e portò del vino al suo padrone. Questi si voltò per sceglierne uno e Fhael fingendo di far cadere una posata si chinò poi per raccoglierla. “A Mezzanotte, nella Cappella della villa...” sussurrò a Cheyenne. Un attimo dopo si alzò e il banchetto continuò tranquillamente. |
Il pasto continuò come se niente fosse, il vecchio dialogava amabilmente con il portoghese e il suo accompagnatore. Quanto a me, sedevo in silenzio, sfoderando qualche sorriso di circostanza. La mia testa invece rimbombava, ripetendo incessantemente la storiella dei pirati che Fhael avevo narrato
Citazione:
Il breve messaggio, datomi velocemente approfittando di un attimo di distrazione del vecchio Citazione:
Finito di desinare gli uomini si spostarono nella biblioteca per il dopopasto e io fui costretta a fare ritorno, non prima però di aver fatto comprendere a Fhael, tramite un'intenso sguardo, ildi essere pronta per l'appuntamento che avevamo fissato. Nella mia camera il tempo non mi era parso tanto lento cone quel giorno: leggevo un po' in moso distratto, camminavo nervosa da un lato all'altro dei quattro angoli della stanza, mi gettavo sul letto sfinita. Fu così che ingannai il tempo fino a che non vidi calare il buio. La cena seguì all'incirca il medesimo copione del pranzo ma io e Fhael evitammo qualsiasi comportamento, parola o sguardo che potesse essere mal interpretato. Al termine della cena nuocamente lasciai gli uomini, intenti a dialogare, e feci ritorno alla mia stanza. Il tempo scorreva lento e agoniante. Allo scoccare dell'undicima ora, decisi di indossare abiti meno apporiscenti. Col mio abito scuro poco prima di mezzanotts aprii la porta della mia camera e mi inoltrai nella villa. In punta di piedi riuscii senza strani intoppi, ad uscire dalla casa ed a giungere alla Cappella privata, adiacente al lato Nord della casa. Una figura stava ritta all'interno della cappella, sentendo i miei passi voltò. Era Fharl. |
Restai senza fiato a quelle parole. La nave del capitano per dare la caccia ai pirati.. Quella nave! La stessa che troneggiava nel porto di Las Baias.
Sorrisi, guardando Parsifal accanto a me. Certo sembravano tutti più interessati allo Sparviero Nero che a Giuff ma, se era vera la faccenda dell'accordo, avremmo preso due piccioni con una fava. Poi, Guideaux si accorse dell'arrivo di Parsifal. "Ve l'avevo detto, ammiraglio.." Dissi con un sorriso "che non ero spuntata dal mare tutta sola. Quest'uomo ha contribuito non poco al mio salvataggio." |
“Vedete...” disse Storm ad Elisabeth “... anche noi contrabbandieri abbiamo un codice d'onore. Certo, niente a che fare con quello degli uomini rispettabili, ma comunque formato anch'esso da leggi. E una di queste leggi contempla la riconoscenza. Voi mi avete aiutato e per questo avete messo in pericolo voi stessa e la vostra governante. Sono perciò due i motivi che mi impongono di aiutarvi per sdebitarmi. Ammesso, ovviamente, che voi vogliate ancora il mio aiuto.”
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La cappella era avvolta dalla penombra e solo poche candele, accese sull'altare, squarciavano quel buio altrimenti assoluto.
Fhael stava in piedi davanti alla statua della Vergine Maria. E appena Cheyenne entrò nella navatella, il porteghese si voltò a fissarla. “Cheyenne...” disse a voce bassa, per poi andarle incontro “... il Cielo sia benedetto... siete viva...” e la strinse a sé “... ditemi... come state? Vi hanno fatto del male? Quell'uomo vi ha forse...” e si interruppe, restando a fissarla in quella incerta luce. |
Guidaux, riconosciuto Parsifal, si fece raccontare dal Guardiamarina tutta la storia.
“Avere il capitano Gurenaiz a bordo dell'Antigua Maria come spia” disse l'ammiraglio “è un vantaggio non da poco. Dobbiamo sfruttarlo al massimo.” Si alzò e raggiunse il centro della stanza. “E sia! E' deciso!” Fissò tutti i presenti. “Partirete tutti con la Queen of the East. Ma sia ben chiaro... la nave sarà comandata dal capitano Sumond, ma la caccia ai due pirati sarà gestita da Musan. Lady Clio e il Guardiamarina Parsifal saranno utili con le informazioni che sapranno fornirvi. Ovviamente faremo subito montare il Mortaio Settimiue a bordo della Queen of the East. Domani stesso partirete.” Sentenziò l'ammiraglio. Così, Clio e Parsifal furono condotti ciascuno nella propria stanza. Il mattino del giorno seguente tutto era pronto al porto di Las Baias per la loro partenza. |
Guisgard si voltò a fissare Talia e nei suoi occhi lesse inquietudine e timore.
Timore che sembrava sfociare in un'inspiegabile paura. “Talia...” disse lui “... Talia, cos'hai? Cosa ti spaventa tanto?” “Capitano!” Chiamò in quel momento Emas. “Sembra si stia dirigendo verso di noi!” “Già, come se fosse in balia dei venti e delle correnti.” Mormorò Austus. Il vento percorreva quella misteriosa nave in lungo e in largo, sibilando ed ululando tra le vele squarciate, gli alberi scricchiolanti e il tintinnio delle travi borchiate consumate dalla ruggine e dalla salsedine. Si avvicinava sempre più alla Santa Rita ed ora era possibile vederla ancora meglio. Non aveva alcuna bandiera e sembrava senza nessuno a bordo. “Talia...” rivolgendosi Guisgard ancora alla sua amata “... Talia, cosa ti spaventa tanto? Forse i racconti del vecchio Fulsin? E' solo una nave alla deriva.” “Già, anche a me le storie di quel vecchio pazzo hanno messo agitazione!” Esclamò Rynos. “Vuoi piantarla, Fulsin?” Rivolgendosi al mozzo. “E se fosse una trappola?” Chiese Austus. “Una trappola a queste latitudini e con questo mare mosso è da escludere.” Rispose Guisgard. I suoi occhi erano però cupi e l'inspiegabile agitazione di Talia aveva accentuato in lui l'inquietudine portata da quella misteriosa nave. |
L'abbraccio con Fhael mi parve non finire mai..la famigliarità di quel gesto e della sua voce mi commosse.
Gli raccontai tutto,di Sesc e dei pirati, della donna ed il suo amato e del vecchio. "No Fhael, per ora il vecchio non mi ha toccata ma non so mai come possa reagire ad ogni mio movimento o parola..tutte le schiave che ha avuto prima di me le ha uccise e sepolte nel suo giardino non appena si rendeva conto della loro infelicità. L'ho visto con i miei occhi..."Un brivido lungo la schiena mi pervase al ricordo di quella povera ragazza per la quale non avevo potuto far nulla. "Ma parlatemi di voi...Come mai siete giunto qui? E ditemi, che ne è del colonnello?" |
Sorrisi...non perche' storm avesse detto qualcosa di divertente..anzi...aveva detto qualcosa di terribilmente serio..." Credo che tutti gli uomini siano gorvernati da un unica legge, ma ogni tanto questo lo dimenticano, credo che faccia parte di un grande gioco che noi stessi non potremo mai riuscire a comprendere......siete un uomo straordinario....e vi chiedo formalmente il vostro aiuto Storm...ora come non mai ho bisogno di voi "......c'era solo lui in quel mare di gente....niente altro che lui...
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Dunque era deciso, saremmo partiti sulla Queen of the east per inseguire Giuff e lo Sparviero Nero. Il mio timore di non trovare una nave disposta ad accompagnarci, dunque, era solo un ricordo del passato.
Mi concessi un sonno tranquillo, come non facevo da troppo tempo. Sapevo bene che mi occorreva del riposo, che presto quella quiete sarebbe passata. Osservai la splendida nave inglese nel porto, su cui era stato montato un mortaio impressionante. Quei poveri malcapitati non immaginavano certo quali armi si muovevano contro di loro. Ma io ero la persona meno adatta per sottovalutare quei pirati. Sapevo di che cosa erano capaci. Pregai perchè Musan fosse astuto e abile almeno quanto era insopportabile. Oh, Guerenaiz.. verremo a prenderti.. te lo prometto.. Indossai lo stesso abito del giorno prima. Detestavo l'idea di essere in debito con Musan. Avrei tanto voluto avere qualche moneta, scendere in città e comprarmi un paio di calzoni, una camicia e una giacca. Invece dovetti restare lì, indossare quel bellissimo abito, assolutamente inadatto alla caccia ai pirati, ed uscire nella sala per andare in cerca dei miei compagni di viaggio. Il sole si era ormai levato, era dunque l'ora di partire. |
Tremavo...
era insensata e forse sciocca quella paura, lo sapevo... eppure la vista di quella nave aveva riportato alla mia mente tutte le storie che il nonno mi raccontava da piccola: le storie sul capitano Lanzaras e sulla sua ciurma di dannati, le storie sul suo immenso tesoro e sulla sua isola perduta, le storie sulla sua spietatezza e sugli spettri che aveva creato... La mia mano si strinse ancora di più, involontariamente, intorno al braccio di Guisgard... “Si, è una nave alla deriva...” mormorai, lanciandogli un’occhiata per poi tornare a scrutare quell’imbarcazione “Ed è strano... sembra che non ci sia nessuno sopra, sembra del tutto abbandonata a sé stessa...” I miei occhi scorsero lo scafo rovinato e le vele lacerate, quasi fossi combattuta tra la curiosità e il timore... “Ma forse...” sussurrai poi “Forse, qualsiasi sia il motivo per cui è così, non credo che la cosa ci riguardi... sbaglio?” |
“Ora calmatevi, Cheyenne...” disse Fhael alla ragazza “... siete stata forte fino ad ora e non dovete perdere la calma proprio adesso...” le sorrise, per poi stringere i suoi polsi come a volerle infondere coraggio “... subito dopo il vostro rapimento, sospettando qualcosa di simile, il colonnello mi ha fatto chiamare. Io e i miei uomini abbiamo così iniziato le ricerche. Conoscevamo il mercato di schiavi presso l'Isolotto di San Martino e grazie ad alcune mie spie sono riuscito a rintracciare questa villa. Ho raccolto informazioni sull'uomo che vi ha rapita... è un folle... ma grazie al Cielo sono riuscito a ritrovarvi... ora occorre un piano per lasciare questo luogo...”
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Storm fissò Elisabeth e sorrise.
“Già, infondo non c'è poi tanta differenza tra i protagonisti dei libri e noi uomini convertiti alla macchia... Robin Hood, Guglielmo Tell, tanto per fare dei nomi, sfidavano ogni giorno la legge...” rise di gusto “... e voi? Vi sentite come quelle donne che affiancavano i loro romantici e temerari fuorilegge?” Facendole l'occhiolino. In quel momento due uomini entrarono nella locanda e Storm subito li notò. “Non voltatevi...” mormorò tornando a guardare Elisabeth “... dietro di voi, qualche tavolo più indietro, due uomini hanno preso posto... si guardano intorno con fare sospetto... come se stessero cercando qualcuno... forse avevano appuntamento con i due carcerieri che abbiamo messo fuori gioco alla torre...” |
Clio fu fatta scendere nel cortile del palazzo, dove una carrozza era pronta ad attenderla per accompagnarla al porto.
“Il signor Musan” disse uno dei militari alla ragazza “ha disposto questa carrozza per voi, milady. Essa vi condurrà al porto, dopo sarete poi imbarcata sulla Queen of the East.” Ma proprio in quel momento arrivò il governatore. “Oh, milady...” andando incontro a Clio “... che dispiacere vedervi partire! E per una missione davvero pericolosa! Se non ci fosse il mio luogotenente Musan non avrei mai acconsentito alla vostra partenza. Ma lui saprà proteggervi.” La carrozza infine partì e poco dopo Clio arrivò al porto. Fu fatta salire a bordo e una mezz'ora dopo la nave finalmente salpò. Parsifal era giunto molto prima sulla gigantesca fregata inglese, per mettersi subito al servizio del capitano Sumond e di Musan. Ma poco dopo aver lasciato il porto, un militare si avvicinò a Clio. “Milady...” mormorò “... il signor Musan vi attende nella sua cabina. Prego, vi accompagnerò io.” |
Guisgard guardò Talia e sorrise.
“Sono quasi tentato di crederlo...” disse divertito “... forse sei spaventata, Gioia mia?” Le fece l'occhiolino. “Cosa ti spaventa tanto di quella nave? Il fatto che vada alla deriva? La cosa non è affatto strana, sai? Sono acque pericolose queste e non tutti hanno la tua stessa fortuna nell'incontrare dei gentiluomini come noi.” Fece cenno al suo equipaggio. “Dico bene, ragazzi?” “Si, capitano!” Esclamò Rynos. “E poi” fece Guisgard per poi cingere i fianchi di Talia “non tutti i pirati di questi mari sono affascinanti, romantici, cortesi e galanti come il sottoscritto.” Le sorrise nuovamente. “Non temere, probabilmente è solo un relitto galleggiante... ma credo sia giusto dare un'occhiata... potrebbero esserci dei superstiti, o magari qualche prigioniero rinchiuso nella stiva... alcuni corsari hanno lasciato morire in questo modo molti ostaggi e prigionieri.” “O magari” intervenne Emas “qualche bel bottino abbandonato. Chissà.” Molti dell'equipaggio annuirono. “Vedi?” Disse Guisgard a Talia. “Non c'è nulla da temere. E poi ci sono io con te. Non penserai certo che qualcuno possa sottrarmi il mio prezioso e bellissimo ostaggio, vero?” E di nuovo quel suo sorriso per tranquillizzarla. “L'umidità però comincia a calare e forse quel vestito, seppur bellissimo, è un po' troppo leggero...” si tolse allora il mantello e lo adagiò sulle spalle della ragazza, sfiorando con le sue dita la fresca e delicata pelle di lei. “Ci siamo quasi, Guisgard.” Mormorò Austus. “Bene.” Annuì il capitano. “Avviciniamoci e attracchiamola con le cime uncinate. Così controlleremo cosa nasconde...” si voltò ancora verso Talia “... non temere, andrà tutto bene...” le sussurrò. E di nuovo il vento attraversò i pennoni e le vele della Santa Rita, lasciando su tutti loro un eco simile ad un cupo gemito di morte. http://3.bp.blogspot.com/-LLMK9xc4xO...cnpio1_500.jpg |
Una carrozza era pronta per accompagnarmi al porto. Ringraziai il soldato che mi aveva parlato, poi mi voltai di scatto, il governatore era davanti a me.
Citazione:
So difendermi da sola, eccellenza.. E non credo proprio che Musan muoverebbe un dito per proteggermi... Ma sapevo bene che non avrebbe apprezzato quelle parole scortesi. Dopotutto, nonostante il mio pessimo carattere, conoscevo ancora le buone maniere. "Siete molto premuroso, eccellenza.." Dissi con un sorriso ".. State certo che non mi accadrà nulla. D'altronde, la vita di Guerenaiz vale il rischio... E poi l'avete detto voi stesso, c'è Musan a proteggermi.." Mi inchinai rispettosamente "..ora perdonatemi, ma devo andare.." La carrozza partì e mi condusse alla splendida nave. Da vicino la Queen of the east era ancora più imponente di quanto non sembrasse dalle finestre del palazzo. Salii a bordo e, poco dopo, la nave partì. Appoggiata al parapetto guardavo la costa allontanarsi. Ma una voce mi fece sussultare, destandomi dai miei pensieri. Era un militare. Citazione:
Così, lo seguii in coperta, nel lungo corridoio che ospitava le cabine degli ufficiali, finché non giungemmo davanti a quella dello spagnolo. La cabina di Musan era arredata con cura, e una scrivania troneggiava nella stanza. Lo vidi in piedi davanti alla finestra, mi fermai pochi passi più in là della soglia. Nella mia mente riecheggiarono le sue parole , circa il fatto di essere un buon soldato. Mi irrigidii, portai una mano dietro la schiena e lo osservai attentamente. "Mi avete fatto chiamare, signore?" Dissi poi, con voce ferma e sicura. |
Sorrisi appena alle parole di Guisgard...
e, sebbene la sua decisione di salire su quella nave mi mettesse i brividi, non ne fui stupita: in fondo quell’orribile sensazione che avevo provato nel vederla non era facilmente spiegabile... non riuscivo a spiegarla bene neanche a me stessa, quella paura e quell’agitazione, quel brivido che mi percorse la schiena quando la agganciarono con le corde... tentai di controllarmi, ma sembravo incapace di farlo... Sospirai appena. “Fa’ attenzione...” gli sussurrai, trattenendolo appena “Per favore!” Poi, quasi controvoglia, le mie mani lasciarono andare la sua camicia e, con rammarico, lo vidi allontanarsi da me per avvicinarsi al parapetto. |
" Un piano-dissi- è da quando sono ginta qui che ci penso. Purtroppo sono costretta a restare x la maggior parte del tempo nella mia stanza, tranne per i pasti e per le poche volte che quel pazzo mi manda a chiamare. I servi che ci sono hanno l'obbligo di sorvegliarmi. Di notte c'é meno sorveglianza ed infatti sono riuscita ad arrivare qui. Forse sarebbe il caso di attuare un piano proprio di notte."
Spiegai a Fhael l'esatta ubicazione della mia camera e delle stanze principali della casa. Mi resi conto che eravamo nella Cappella da troppo tempo e dissi a Fhael che dovevamo andarcene. Concordammo che non appena Fhael avesse trovato un modo per portarmi via o per qualsiasi altra comunicazione,avremmo lasciato dei messaggi all'interno di un libro. |
“Si, vi ho fatta chiamare...” disse Musan a Clio “... sedetevi...” riempì allora due piccoli bicchieri con un liquore rossastro “... un gentiluomo di Catalogna” porgendo uno dei due bicchieri alla ragazza “non dovrebbe bere altro...” e sorseggiò un po' di quel liquore “... allora è vero!” Esclamò fissando Clio. “Siete un soldato!” Rise. “Peccato che l'aspetto non sia quello di un militare. Ma dubito si possa fare di meglio, vero? Non con il vostro abito.” Con lo sguardo indicò un baule. “Lì dentro ci sono alcune divise... sceglietene una secondo la vostra misura... non voglio vedervi girare a bordo con quell'abito... una bella donna su una nave militare è come il miele per le mosche... voglio i miei uomini senza distrazioni...” sorrise di nuovo “... e poi devo preservare la futura sposa del capitano che sto andando a salvare...” il sorriso divenne un ghigno “... a meno che non sia la futura sposa a non voler essere preservata...”
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Fhael annuì e i due si separarono.
Il portoghese lasciò la cappella grazie ad un'uscita secondaria, mentre Cheyenne da quella principale. Ma appena fuori alla cappella, la ragazza si ritrovò davanti uno dei servitori del vecchio. “Aveva sentito dei rumori...” disse fissando Cheyenne “... cosa ci fai qui a quest'ora? E perchè proprio nella cappella? Il padrone ti stava cercando... è molto preoccupato per te...” |
"Vi ringrazio, Milord.. Nemmeno io voglio girare con quest'abito, credetemi.." Dissi sorridendo mentre mi avvicinavo al baule.
Lo aprii e i miei occhi si illuminarono, eravamo sulla Queen of the east, erano divise inglesi. Cercai rapidamente tutto quello che mi serviva e lo poggiai su uno scranno accanto al baule, poi lo richiusi. Mi voltai a guardare Musan "..già, dovete preservare i vostri uomini, vi ho detto che non sono affatto tenera con chi tenta di sfiorarmi.." Lo guardai con un ghigno che era un eco del suo "..Immagino che ci serviranno tutti gli uomini quando assalteremo i pirati.." Strizzai l'occhio. "..a proposito, posso sperare di poter disporre di un'arma, per lo meno quando si avvicinerà l'Antigua Maria?" Chiesi con un sorriso. Poi, mi sedetti dove mi aveva indicato Musan e assaggiai quel liquore. "..davvero notevole, complimenti, molto meglio del liquore che i pirati amano tanto.." Poggiando il bicchiere mezzo vuoto sul tavolo davanti a me. "..ma ditemi, mi avete fatto chiamare solo per discutere del mio abbigliamento... E per mettere in dubbio la mia virtù, Milord? Perché se non c'è altro, andrei a cambiarmi, se non vi dispiace.." Mi alzai ma restai ferma davanti a lui ".. A meno che non ci sia altro su cui dobbiate discutere con me..." Guardandolo con aria interrogativa. |
Chiedo perdono...ma non riuscivo a dormire per il caldo e così ho pensato di fare una passeggiata...e quando sono arrivata di fronte a questa Cappella mi é venuta voglia di entrarci..non l'avevo ancora vista... Sono davvero dispiaciuta di aver fatto preoccupare il padrone, non era mia intenzione...Beh credo proprio sia il caso di rientrare.
Il servo mi scorto fini alla mia camera. Mi chiusi all'interno. Speravo che il servo avesse creduto alle mie parole. Quella notte dormii male, sogni e incubi si alternavano... Finalmente giunse il mattino. Subito fui tentata di controllare in biblioteca se Fhael mi avesse lasciato un messaggio, ma realizzai che era troppo pericoloso. Aprii la porta e mi inoltrai nel corridoio..era ancora presto e non si vedeva in giro nessuno.. |
Musan fissò Clio per un istante che parve quasi infinito alla ragazza.
“Non abbiate paura... ” disse lo spagnolo con sufficienza “... non occorreranno molti uomini... no, il mio piano è un altro... metteremo quei pirati uno contro l'altro, lasciandoli a sgozzarsi fra loro...” sorrise “... ma credetemi, non vi occorrono certo delle armi... il vostro fascino può essere mortale... per chiunque...” si avvicinò allora ad una piccola cassa e prese dal suo interno una pistola “... ecco, se questa vi fa sentire più sicura...” lanciandole la pistola “... ma usatela con attenzione, mi raccomando... magari” fissandola in modo enigmatico “proprio per difendere la vostra virtù da qualche malintenzionato... ammesso che sia tanto sciocco da farsi uccidere da una donna...” e riempì con altro liquore il suo bicchiere. |
Il servo accompagnò Cheyenne nella sua stanza e poi la lasciò.
Il giorno seguente la ragazza, appena lasciata la sua stanza, attraversando il corridoio si accorse che la porta della biblioteca era aperta. Udì allora delle voci: erano quella di Fhael e del vecchio. “Davvero notevole questa vostra biblioteca, signore.” Disse il portoghese. “Vi faccio i miei complimenti.” “Ho impiegato una vita” fece il vecchio con tono orgoglioso “a raccogliere tutti questi volumi. Qui troverete libri che neanche in Europa è tanto facile reperire.” “Si, mi sono accorto della straordinaria rarità di alcuni di essi, signore.” Annuendo Fhael. |
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