"Facciamo un accordo..." disse Cristian a Queennie "... risponderò ad una sola domanda qui... il resto in auto... io mi fiderò di te e tu farai lo stesso... dopotutto, gurdando il tuo bel visino arrossato, c'è una certa intesa fra noi, no?" Divertito.

“È molto sospetto che tu stia insistendo per portarmi in macchina.” constatai, un sorriso furbo in volto “Starò io dal lato del conducente. Prendere o lasciare, Cristian.” ordinai, la pistola ancora puntata sulla sua testa “Ora, prima di tutto, dimmi perché sei venuto a cercarmi. In macchina risponderai alle altre domande e, se sarai evasivo, ti ucciderò.” poi, sfortunatamente, realizzai la battuta da lui pronunciata. Avevo le guance rosse, sì, ma per la collera “O potrei anche ucciderti subito…”


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"Perchè ormai mi fido solo di te, Queennie." Disse lui fissandola. "Ok,guiderò io... andiamo..." con tono basso.





Gwen era immersa nell'atmosfera di quella sala, fuori dal Tempo e dalle conoscenze di un'epoca che aveva smarrito i primordiali segreti del mondo.
Clamidi bianchissime erano adagiate su basse colonne, poi medaglioni dai simboli misteriosi e sul'altare Gwen vide un libro aperto, sulla cui pagina c'era scritto in un greco di altissima qualita, che lei sapeva tradurre:

"Meditazione su Lilith"

Seguii Cristian verso la macchina ma, diversamente da come sperava, mi misi io al posto di guida.
Non avevo alcuna intenzione di essere portata chissà dove da quel pazzo.
“Ora, Cristian, ti suggerirei di parlare e farlo in fretta.” dissi tenendo in mano la pistola.


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"Avanti, parti..." disse Cristian a Queennie "... conosco un molo abbandonato... non è lontano... metti in moto e andiamocene..."
"Ehi!" Gridò Save uscendo da casa. "Dove vai, capo?"

Quel posto sembrava un inno all'ellenismo, una cultura religiosa classica che però si manteneva viva attraverso questa testimonianza.
Vi erano perfino delle clamidi, colonne e strani simboli.
Notai infine un libro scritto in greco, su cui lessi di una meditazione per Lilith.
Ecco l'ennesima coincidenza.
Mi avvicinai quindi per leggere meglio.

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Non ci stavo più capendo nulla.
“Non parto, l’accordo era che avremmo parlato in macchina. Ora, rispondi!” ordinai alzando la voce.
Poco dopo, Save ci raggiunse “Da nessuna parte, Save. Sto cercando di capire cosa voglia questo ragazzo, e posso assicurarti che son ben lontana dall’avere delle risposte.”


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Gwen cominciò a leggere.
Scoprì così che quella pagina descriveva il culto di Lilith, chiamate Madre Oscura e dea.
Vi erano poi scritti i suoi diversi nomi, come Taninsam Lilith e Arachnidia Lilth, elencando i suoi infiniti e oscuri poteri.
Vi erano poi altre lunghisime pagine che narravano il culto di Lilith sin dall'antica Mesopotamia, rivelandone segreti che molti credevano ormai perduti.




Cristian guardò Queenie.
"Fammi capire..." disse "... credi che voglia stuprarti? Ucciderti? Sei armata, io no. Avanti, metti in moto e fidati di me, maledizione. Fidati di me. Se al molo non ti dirò tutto allora potrai uccidermi. Non ho più amici, nè parenti e perciò nessuno verrà a cercarmi. Mi sei rimasta solo tu e ti sto cercando da mesi."

Le parole di Cristian, ragazzo che non vedevo da anni, mi fecero ridere.
No, non avevo minimamente paura di lui, ma non per questo ero una stupida.
Non era semplice, dopotutto, ottenere la mia fiducia e, con il mio lavoro, con quello che aspiravo a diventare, bisognava essere disposti ad usare le persone e, in una certa misura, manovrarle. Il segreto stava nel non farsi scoprire.
“Fidati, saresti morto ancora prima di provarci.” dissi annoiata, consapevole che difficilmente qualcuno avrebbe potuto farmi del male.
A differenza di Cristian, io avevo alleati alle spalle e, anche se presto avrei tradito il mio capo per prenderne il posto, sapevo che per lui ero preziosa.
“Mesi che mi cerchi, parli come se fossimo grandi amici, ma non ci sentiamo da anni.” dissi per poi accendere il motore della macchina “Se al porto tenterai di giocare qualche scherzo, sarò ben lieta di farti soffrire lentamente.” la voce delicata e carezzevole.
Mi voltai, infine, verso Save “Sarò di ritorno tra poco. Aspettami”.
Misi in moto la macchina e, nel silenzio, mi diressi al porto.


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Più leggevo, più scoprivo dettagli che non sapevo se mi sarebbero stati utili, ma mi affascinavano di certo, infatti scattai anche qualche foto col cellulare a quelle pagine.
Era interessante come si andasse a fondo nel culto di Lilith, si arrivava veramente agli albori della civiltà e delle religioni, dei miti.
Mi sarebbe piaciuto conoscere il precedente proprietario del castello e chiacchierarci un po', per approfondire con lui certe tematiche.

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Cristian si accese una sigaretta mentre Queennie guidava.
"Quel tipo..." disse priferendosi a Save "... ricordo che a scuola te li sceglievi meglio gli amici..." fumando "... vuoi fare un tiro?" Fissandola. "Eri carina da ragazzina, ma devo dire che ora sei davvero uno schianto..." divertito e malizioso "... peccato che viviamo in tempi tristi, altrimenti, chissà, ci avrei anche provato con te... mi piace come baci." Facendole l'occhiolino.




Gwen era molto colpita da quella sala e dall'antico mondo che conservava.
Scattò persino delle fotografie al libro che aveva iniziato a leggere, così ricco di remoti segreti.
"Non immagginavo di aver lasciato la porta aperta..." disse ad un tratto una voce stanca, roca e straniera alle sue spalle.

Ero ancora lì a guardare e studiare, leggere tutto quello che vedevo in quella stanza.
Sobbalzai quando sentii una voce alle mie spalle.
Mi ero resa conto subito che non fosse di Lennox, dunque mi chiedevo chi altri potesse esserci in questo palazzo.

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Gwen si voltò di scatto, rtrovandosi davanti una grottesca figura.
Aveva la pelle di un bianco innaturale, secca e rugosa, la bocca larga e sottile, il naso aquilino, gli occhi simili a 2 fessure, dalle quali però si intuiva un chiarore pallido e vago.
Indossava una lunghissima tunica dagli strani disegni ricamati con fili d'oro e le sue mani erano magre, affusolate e con unghie lunghissime.
Guardò Gwen e senza aggiungere altro accese una delle lampade davanti all'altare.
https://lh3.googleusercontent.com/pr...YOZ03qbUzt2d8g

Aggrottai la fronte vedendo chi era.
Un uomo che sembrava più vecchio del castello stesso e che non sapevo chi potesse essere.
Non disse nulla ed accese una lampada sull'altare, mentre io ancora lo fissavo incredula.
"Mi scusi, cercavo il signor Lennox, ho avuto problemi a telefonare e volevo dirglielo" ammisi "Sono Gwen Ygraal, del Centro robotico Aesthetica, è stato lui a chiamarmi."


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Quel vecchio dall'aspetto ripugnante e cadaverico guardò Gwen per un lungo istante, poi sorrisi in un ghigno che rese la sua facile ancora più bizzara, quasi fosse una maschera.
"Si, immagino che il castello sia troppo grande..." disse quasi con affanno, che rendeva il suo accento ancora più marcato "... il signor... Lennox?" Ridendo pianissimo, con la saliva che ungeva i 2 angoli della sua bocca. "Nel paese da dove provengo per tali parole esisteva la tortura, sa?" Ma nonostante il suo aspetto il tono usato pareva calmo. "Noi in Oriente non compriamo titoli... li ereditiamo dai nostri padri e talvolta, quando usciamo vincitori in battaglia, li rubiamo ai nostri nemici..." lasciò la lampada che prese ad oscillare piano, diffondendo un chiarore incerto e generando strane e cupe ombre lungo le pareti "... ma immagino che in questa terra civilizzata tali consuetudini strappino oggi sorrisi..." annuendo "... credo che troverà il principe Lennox nel cortile o forse nei giardini del maniero, damigella Ygraal." Con un leggerissimo cenno del capo.

Il suo viso era riprovevole, dovevo ammetterlo almeno con me stessa.
Mi irrigidii quando mi fece notare il mio errore, ma ero troppo orgogliosa per commentare o ammettere il mio sbaglio.
"Bene, allora lo raggiungerò, la ringrazio" annuii.
Uscii allora per trovarlo ed allontanarmi dal compagnia di quell'uomo troppo strano ed inquietante.

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"Non sarei qui" con tono serio "Se non mettessi davanti il mio cuore, pure io sono sposata e mi sono accorta che ciò che mi mancava era proprio questo...un battito al cuore, il romanticismo...con mio marito era tutto regolare e piatto e ci eravamo abituati alla quotidianità troppo direi...e il Principe è arrivato come un fulmine a ciel sereno, ad aprirmi gli occhi e non nego di provare un forte sentimento per lui" rimanendo fissa sulla immagine del quadro.

Avevo intuito fin dal primo momento che Cristian fosse attratto da me. Dovetti ammetterlo, anche io pensavo lo stesso di lui ma, in quel momento, ero troppo inquietata dalle circostanze.
“Mi scelgo gli amici in base alle mie convenienze.” risposi tenendo gli occhi sulla strada per poi allungare la mano verso la sigaretta. La portai alle labbra, ne presi una boccata e poi lasciai il fumo entrare nei polmoni.
“A scuola andavo a letto con moltissimi ragazzi. Era semplice avervi ai miei piedi.” commentai continuando a guidare “E vedo che la situazione non è cambiata.” aggiunsi scoccandogli un’occhiata rapida “Vuoi dirmi come mi hai trovata e perché mi cercavi?”


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Altea era nella sua stanza con la vecchia zingara."Eh, lo immagino..." disse divertita "... il principe è un gran bell'uomo... beata colei che avrà le sue attenzioni..." e guardò dalla finestra verso il giardino, dove era appena uscito Lennox.
Intanto Gwen stava uscendo dalla sala con l'altare, sentendo, anzi avvertendo lo sguardo di quell'uomo grottesco su di lei.
La ragazza allora arrivò nella corte e notò un ritratto.
Si trattava di un processo con esecuzione sulla ruota.
Il reo era un uomo.
https://www.interestrip.com/wp-conte...-bedburg-1.png

"Questo mi è sempre piaciuto di te..." disse Cristian chiudendo gli occhi e portando la testa contro il sedile, mentre Queennie guidava verso il molo "... non sei mai stata come le altre, niente falsi moralismi, niente cavolate da principessa..." divertito "... ti ho cercata per mesi, poi ho saputo del tuo locale... ero a conoscenza dei tuoi legami con la malavita... e per questo ti ho cercata..."

Lo guardai con un sorrisetto divertito.
Oh ma allora non aveva un debole per Regna, fa proprio così con tutte.
"Mia sorella aveva ragione a dire che avevamo un ospite molto affascinante!" sorrisi, restando sorpresa a quel gesto galante.
Ma poi mi ricordai che veniva dal settecento, ed effettivamente non mi stupii più.
"Allora, Don Threnz..." sedendomi accanto a lui e accavallando le gambe quasi senza accorgermene, per poi arrossire dentro di me per quel vezzo civettuolo che non era da me.
"Io sono Des la sorella di Regna, mi parli di questa macchina del tempo, sono assai curiosa!".

Le parole di Cristian non mi rassicurarono. Se aveva scoperto dei miei legami con la malavita, voleva dire che non avevo nascosto bene le mie tracce.
“Chi ha parlato?” domandai consapevole che, con tutta probabilità, fossi stata venduta da qualcuno “E cosa vorresti da me?”
Presi il mio telefono e, con fare rapido, scrissi un messaggio ad uno dei miei collaboratori. Fu difficile guidare e messaggiare, ma necessitavo di mettere in guardia i miei più fedeli.
Era possibile che nessuno di noi fosse più al sicuro e io, sinceramente, ero desiderosa di estirpare il problema alla radice.


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Quel gesto e le gambe di Beth si scoprirono davanti a Threnz, che subito le guardò, senza farsi troppi problemi, per poi fissare la donna negli occhi, con un vago sorriso.
"Come detto a sua sorella, sono uno scienziato e amo viaggiare." Disse. "E ho elaborato alcune teorie che mi hanno poi permsso di effettuare il viaggio sognato da sempre, signora... quello attraverso il Tempo." Annuì. "Ma dov'è sua sorella? Avrei avuto piacere a spiegare tutto anche in sua presenza, signora."




"Sta calma..." disse Cristian a Queennie "... nessuno ha parlato e nessuno ti ha tradita... vuoi cominciare a fidarti di me? Ti sembro un bugiardo? Forse quel bacio non è parso vero?" Divertito.

“Un bacio non rappresenta nulla, specie da un uomo che non vedo da anni.” commentai con fare freddo “La fiducia, Cristian, la si ottiene e sono pochi ad avere la mia.” continuai, la macchina che sfrecciava lungo le strada “Rispondi alla mia domanda: cosa vuoi da me?”


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Scoppiai a ridere a quelle parole di Threnz.
"Oh mia sorella è uno spirito libero e anche un po' svampito. Mi ha avvisato della vostra presenza poi si è ricordata che doveva uscire ed è andata a prepararsi...".
Alzai le spalle.
"Lei è fatta così, ha la capacità di concentrazione di un topolino, poverina.." con aria accondiscendente.
"Spero che vi accontenterete di parlare con me..." con lieve tono di rimprovero.

Continuai a camminare, sentendo la fastidiosa sensazione dello sguardo dell'uomo su di me
Procedendo, ad un certo punto, notai un dipinto di un uomo accusato durante un processo e mi avvicinai per vedere meglio.

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"Svolta a destra..." disse Cristian a Queennie "... in fondo c'è il molo abbandonato.
L'auto arrivò al molo e lui fece cenno a lei di scendere.
L'aria calda rendeva la sera poco limpida e senza stelle, mentre il mare appariva come un banco oleoso che mormorava fra lente onde di salsedine.
"Non c'entra la malavita e non sono qui per giudicarti..." fissando la ragazza "... sono qui perchè non mi posso più fidare di nessuno... ascolta questa storia..." accendendosi un'altra sigaretta "... tempo fa andai all'estero per completare i miei studi di teologia... a Prahas, scoprii un libro molto antico, fra i più vecchi mi realizzati... era scritto in una lingua per me sconosciuta e lo feci tradurre da un sedicente mago-veggente-filologo... il libro parlava di un remoto culto oggi perduto e dimenticato... una setta di fanatici, conosciuta come Verum Tenebris... furono però pereguitati, arrestati e giustiziati nel XVI secolo dall'Inquisizione Afragolignonese... oggi però qualcuno sta rifondando la setta e sogna di imporre il loro antico culto su tutto il mondo... io l'ho scoperto, ma sono solo..."

"Ma naturalmente, signora." Disse Threnz a Beth. "Sarà un piacere per me dedicarle il mio tempo per soddisfare ogni sua curiosità." Gentile e galante, ma fissandola con fare insistente.




Gwen guardò meglio quel quadro.
Era crudo e realistico.
In quel momento si accorse che Lennox era nel giardino.

Il dipinto era decisamente crudo, sembrava tratto da quei codici medievali che illustravano i metodi di torture durante le persecuzioni e mi fece veramente impressione.
In quel frangente, realizzai che il Principe era lì, infatti mi avvicinai a lui.
"Volevo dirle che, purtroppo, non sono riuscita a comunicare, il telefono non riesce a prendere..." sospirando, al pensiero che potevo essere bloccata lì per chissà quanto.

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Seguii le indicazioni di Cristian, per poi parcheggiare la macchina.
Una volta scesa, tenni la pistola con la mano destra, pronta a sparare.
Ascoltai la strana storia di Cristian, abbozzando uno sguardo annoiato.
“Perdonami, caro, a parte che tendo a non credere a pazzi fanatici, ma cosa avrebbe a che fare con me? Cosa pensi che possa farci, vuoi protezione?” domandai spazientita per poi avanzare di qualche passo. Forse avrei semplicemente dovuto continuare a lasciarlo parlare.
“Fai in fretta, Save mi aspetta e io ho voglia di divertirmi.”


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Lennox, quando arrivò Gwen, era impegnato a cuare alcuni fiori.
Erano una specie sconosciuta di tulipani.
"Sono dispiaciuto, dottoressa." Disse. "Purtroppo nel bel mezzo della brughiera questo genere di inconvenienti accadono. Temo però che prima di domani non potrò lasciare il castello e non ho ancora domestici a cui ordinare di accompagnarla. Se vuole potrà alloggiare al castello fino a domani, dottoressa. Se ciò, naturalmente, non reca noieal suo lavoro."




Lui guardò Queennie.
"Non capisci..." disse "... siamo tutti in pericolo... so che sono già giunti ad Afragolopolis..." ora che lei si era avvicinata "... vuoi davvero infischiartene? Per correre da quell'idiota?" Con i suoi occhi in quelli di Queennie.

"Ebbene allora mi racconti, sono qui per ascoltarla.." fissandolo negli occhi intensamente.
"Non capita tutti i giorni di avere qualcuno che viene da un altro tempo, perché non mi mostra questa macchina del tempo, visto che a parole mi sembra un po' poco loquace!" con un sorrisetto divertito.
Oh adesso non fai più lo splendido senza la gallina, eh?
Ma certo, comodo.
Che mi aspettavo? Macchina del tempo o no, tutti preferiscono Regna.

Il pensiero che avrei potuto passare la notte qui era sempre più concreto e onestamente non mi allettava.
"Oh beh, spero di no, ma anche fosse dubito di poter fare qualcosa" con tono pratico ed un'alzata di spalle.
"Vorrei solo riuscire ad avvisare la persona che aspetta" dissi poi, pensando ad Elv.

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"Temo di non poter fare nulla, dottoressa." Disse lui a Gwen. "A meno che lei non sappia cavalcare. Ma impiegherebbe un bel pò per arrivare in città con un cavallo." Annuendo.




"Venga." Disse Threnz prendendo la mano di Des.
Allora la condusse nel suo giardino, oltre le scuderie, mostrandole uno stranissimo marchingegno.
https://www.colemanzone.com/images/r...r/cooper10.jpg

Spontaneamente risi.
"Okay, è un'immagine molto medievale, epica e quasi cortese, in una città futuristica come quella in cui io vivo, per lo meno nel mio livello" ancora divertita.

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"Bene." Annuì divertito appena Lennox. "Prego, mi segua." A Gwen.
Andarono così nelle scuderie, dove lui scelse uno dei migliori cavalli, per poi sellarlo.
"Si tenga sulla strada ed eviti la brughiera, dottoressa." Fissandola negli occhi.

Mi chiesi dove mi stesse portando e quando lo scoprii, rimasi alquanto stupita.
"Ah, ma... Allora diceva sul serio?" con un mezzo sorriso divertito.
Non potevo credere che lo intendesse veramente.

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Non ricordavo quanto Cristian fosse paranoico e, sinceramente, la cosa stava cominciando a stufarmi.
“Per quanto ne so, pure te potresti essere un membro di questa fantomatica setta.” constatai spostando gli occhi sulla pistola che stavo tenendo “Detto ciò, perché mai saremmo tutti in pericolo? Io ho i miei mezzi per proteggermi. E l’Afterlife è un locale ben presidiato.” dissi per poi spostare nuovamente lo sguardo su Cristian “E le persone con cui vado a letto, non sono oggetto di tua competenza.”


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Lennox notò lo stupoe di Gwen.
"Oh, immagino quindi di non aver compreso..." disse col suo accento così caratteristico "... mi perdoni ma da dove provengo non siamo abituati a scherzare su tutto come fate voi qui in Occidente." Sorridendo come chi ride di sè. "Dubito riuscirò mai a togliermi di dosso le abitudini delle mie terre, dottoressa."




Cristian restò ad ascoltare Queennie, a fissarla.
Poi senza dire nulla scosse la testa, guardò il mare e fece un passo in avanti, annullando la distanza fra loro 2.
In un attimo la prese fra le braccia e la baciò.
Un bacio improvviso, caldo, avvolgente.
Morbido e passionale, languidoed ardente, mentre il mare mormorava piano intorno a loro.

Ridacchiai ancora, vedendo come reagiva.
"Oh, non si preoccupi..." scuotendo la testa ancora divertita.
"È che sto cercando di immaginarmi che effetto farebbe se qualcuno arrivasse nel Secondo Livello, ricco, sofisticato e tecnologicamente avanzato, in sella ad un cavallo" con un sorriso sornione

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