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Appena Fyellon cominciò a raccontare ciò che successe guardai istintivamente i bambini temendo per la madre..eppure vivevano qui presupponevo e la donna conosceva le Locuste.
D'un tratto Fyellon si accascio' a terra mostrandomi la ferita, che era superficiale.."Ma che vi succede cavaliere?Eppure la ferita non e' profonda, lo feci sdraiare sul letto dove prima vi era il bimbo, accesi il caminetto e misi una pentola di terracotta con dell'acqua a scaldare, cercai delle pezze pulite..Quando l'acqua fu tiepida mi avvicinai a Fyellon e con l'acqua così. sterilizzata tampoonai sulla ferita per disinfettare e alla fine avvolsi la ferita con la benda pulita e strinsi forte.."Oggi faccio la infermiera, vi sentite bene?". |
Gaston annuì e tutti gli altri nani esultarono per quella decisione di Parsifal.
“E sia.” Disse il nano al giovane cavaliere. “Partiremo subito.” “Attenti a non farvi sorprendere dagli anziani.” Fece un altro di quei nani. “Per questo andremo solo io e Perrol con il cavaliere.” Spiegò Gaston. “Io conosco la strada che conduce al Bastione. E una volta consultato l'Oracolo, ci separeremo e noi due ritorneremo al villaggio.” “Sicuro.” Fece Perrol. Così, prese alcune provviste per il cammino, Parsifal e i due nani si avviarono verso la loro nuova avventura. Uscirono, attraverso una grande cava, dal villaggio e intrapresero un sentiero che tagliava in due la selva. Camminarono per due giorni e due notti, fermandosi solo per qualche ora di riposo e per mangiare. Alla fine, giunti in una radura irregolare, trovarono un pozzo nel bel mezzo di quel luogo. E accanto al pozzo stava una giovane ragazza. |
“Si...” disse il misterioso uomo ad Elisabeth “... si, i vostri amici sono morti. Tutti. E sapete perchè? Chiedetelo allora al mio miserabile figlio...” fissò il giovane “... anzi, dillo tu... dillo alla nostra lady Elisabeth cosa è accaduto ai suoi amici...”
“Io...” mormorò il giovane “... io... sono stato io... li ho uccisi con la mia musica...” chinando il capo “... le note della mia melodia hanno procurato a ciascuno di loro una terribile morte...” “Racconta tutto, figlio mio...” “La più giovane...” “Vivian...” mormorò il padre. “Si...” annuì il figlio “... si, lei... si è suicidata dopo avermi sentito suonare... si è tolta la vita gettandosi dalla torre...” “Continua, figlio...” “Poi i due uomini...” ansimando il giovane “... la mia musica li ha resi frenetici, spingendoli a battersi, fino a massacrarsi a vicenda...” “Avete udito, milady?” Voltandosi l'uomo verso Elisabeth. “Ora comprendete?” |
Mirna scosse il capo.
“Non so cosa pensare...” disse a Daniel. Ad un tratto Giada vibrò. “Daniel, hai deciso di affrontare questa prova... ora dovrai andare in contro al tuo destino...” “Ma...” incredulo Mirna “... la vostra spada ha parlato! Com'è possibile? C'è forse un trucco? Come ci siete riuscito?” |
Altea medicò la ferita di Fyellon ed il cavaliere riprese in breve il suo colorito naturale.
“Si...” ansimando lui “... si, ora va meglio...” sorrise “... e sapete una cosa? Non siete niente male come infermiera...” tentò di ridere, ma la ferita era ancora aperta “... quelle Locuste...” tornando serio “... mi hanno aggredito con una velocità impressionante...” “Cosa sono le Locuste?” Chiese uno dei tre fratellini. “Sono animali che vivono nella selva.” Rispose Fyellon. “Sono stati loro a ferirvi?” “Si, ma ora sto meglio.” “E se vengono qui?” “Tranquillo, ho dato loro una bella lezione.” Sorridendo Fyellon. “Vedrai che non si faranno più vedere. Piuttosto, non si era detto che una tavola imbandita manca da un bel po' qui? Su, forza, apparecchiate! Ora la nostra abile Altea ci preparerà un bel leprotto arrosto... anzi, cominciate ad accendere il camino.” “Si!” Esultando i bambini. “Altea...” mormorò il cavaliere, attento che i tre fanciulli non udissero “... quelle Locuste sono letali... li ho visti... non credo che la madre di questi bambini sia ancora viva... purtroppo...” “Signora...” avvicinandosi uno dei tre ad Altea “... dopo mangiato ci racconterete una favola? La mamma lo fa sempre... ci aiuta a dormire sereni...” |
“Oggi è un giorno speciale.” Disse Guisgard.
“Davvero?” Fissandolo Talia. “Certo!” Esclamò lui. “E posso chiederti il perchè?” “Beh, perchè sto preparando una nuova storia!” “Dici sul serio?” Lui annuì, sorridendo e tradendo soddisfazione. “Che storia sarà?” “Eh...” portandosi le mani dietro la testa lui “... vuoi che ti rovini la sorpresa?” “Dai, ti prego...” “Eh...” “Dai...” avvicinandosi a lui “... sapere, sapere...” Lui la fissò e sorrise. “Ti prego...” fissandolo lei “... dai, solo qualche indiscrezione... che storia sarà?” “Eh... chissà...” “Cavalleresca?” Domandò lei. “Fantastica?” “Chissà...” “Uffa!” Sbottò lei. “Tutti questi chissà! Fai come vuoi... non ti chiederò più niente!” Voltandosi dall'altra parte. “Non ti interessa più la mia storia?” Avvicinandosi lui. “Tu non vuoi dirmi niente...” imbronciata lei. “Beh, perchè non so neanche io quale sarà.” “Ecco, mi prendi in giro!” Scostandosi lei. “No, è la verità.” “Che vuoi dire?” “Quello che ho detto...” avvicinandosi di nuovo lui “... perchè neanche io so quale sarà la prossima storia...” Lei si voltò a fissarlo incuriosita. “Perchè sarai tu a sceglierla...” “Io?” Ripetè lei. “Si...” sorridendo lui “... sarai tu...” “E come?” “Preparerò tre storie e tutte diverse...” disse lui “... e sarai tu a scegliere la più bella...” “Davvero?” Sorridendo lei. Lui annuì. “Tre storie diverse?” “Si...” rispose lui “... ed avranno solo una cosa in comune...” “Cosa?” Chiese lei. “Il nome della loro eroina...” “La loro eroina...” ripetè lei. “La mia eroina...” sussurrò lui “... da sempre e per sempre...” Talia si svegliò. Si trovava in un letto e sentiva attorno a lei dei rumori che tradivano la presenza di qualcuno. “Ben svegliata, milady...” disse una voce anziana “... avete scelto un bel momento per svegliarvi... stanotte diverse stelle cadenti hanno attraversato il cielo...” era la voce di una donna “... i vostri abiti sono quasi asciutti, ormai...” |
Fyellon riprese colorito e ascoltai le sue parole soprattutto quando i fratellini si allontanarono.."Come facciamo a lasciarli soli e dobbiamo prendere quella pianta pure"..quando uno dei tre mi si avvicinò e mi alzai.
Accesi nuovamente il caminetto, pulii la lepre e poi con un ferro la misi a cuocere sopra il fuoco. "E' da molto che abitate qui con la mamma? Non mi sembrate del luogo" chiesi al più grande, mentre nella casa si diffondeva il profumo della lepre che arrostiva, e aprii una finestra. |
“Viviamo qui con la nostra mamma da sempre...” disse il fratellino più grande ad Altea “... la mamma dice sempre che qui si vive in pace, che la gente non verrà mai a sparlare e nessuno ci darà mai fastidio... però si vede che lei è sola... certe notti la sento piangere...”
“Su!” Esclamò Fyellon, tentando di far sorridere il bambino. “Non sentite che odorino? Ormai quel leprotto sarà quasi pronto!” “Ma non aveva dei cuccioli?” Chiese il secondo fratellino. “Forse era la loro mamma ed ora i suoi piccoli la stanno aspettando.” “Oh, non devi preoccuparti di questo, piccolo.” Sorridendo Fyellon. “Mi sono accertato, sai? Viveva da solo nella selva, quel leprotto. Anzi, alcuni animali mi hanno detto... ma sapete tenere un segreto?” “Certo!” Esclamarono i piccoli. “E sia, mi fiderò...” fece Fyellon “... allora, alcuni animali mi hanno detto che questo leprotto era in realtà un po' burbero e litigava con tutti gli altri abitanti della selva.” “E come mai?” “Pare...” parlando sottovoce il cavaliere “... pare che fosse vittima di un incantesimo...” “Oh...” meravigliati i bambini. “Si...” annuì Fyellon “... e solo se sarà mangiato da tre piccoli cavalieri, alla fine potrà essere liberato e tornare ad incarnarsi in un leprotto meno scontroso.” I piccoli risero e si strinsero al cavaliere. “Altea!” Esclamò. “Allora, è pronto il nostro lauto pranzo?” “Perchè non vi sposate?” Chiese uno dei fanciulli. “Voi catturate gli animali e lei li cucina. E vi ha pure guarito da quella figura.” “Ma voi non sapete” disse Fyellon “che la nostra Altea è già innamorata.” “E di chi?” “Eh, lei è follemente innamorata dell'avventura.” Rispose il cavaliere. “E la sua vera passione sono i guai. Infatti, nessun altro è capace di finirci dentro come fa lei!” E scoppiò a ridere. |
Mi svegliai con un sospiro ed un vago sorriso che mi sfiorava le labbra per quel sogno, frutto di un lontano ricordo.
Mi occorse, dunque, qualche istante per rendermi conto di ciò che stava accadendo... rumori... movimento... Mossi impercettibilmente le gambe, portai una mano al viso e la spostai appena a sfiorarmi i capelli... mi sentivo confusa ed un po’ stordita, ma stavo bene... e questo, come pure il fatto di essere ancora viva, dovetti ammettere che mi stupì un poco. Citazione:
“Cosa...” mormorai “Cos’è successo? Chi siete? Dove mi trovo?” |
“Tranquilla...” disse la donna anziana a Talia “... ora siete al sicuro...”
Ad un tratto una voce chiamò. La donna si alzò e raggiunse l'altra stanza. “Allora, si è svegliata?” Chiese una voce maschile. “Si...” rispose la donna. “Allora può lavorare!” “E' ancora debole...” “Se può mangiare, può anche lavorare!” “Non sappiamo neanche chi sia...” “L'abbiamo trovata presso il canale...” mormorò l'uomo “... era una vagabonda o forse una prostituta che avrà tentato il suicidio... e dunque, secondo la legge, ora ci appartiene perchè l'abbiamo salvata.” La donna non disse più nulla. “Ora voglio vederla.” Aggiunse l'uomo. I due allora entrarono nella stanza di Talia. “Come ti chiami?” Chiese l'uomo. “Sappi che da oggi sei la nostra serva. Questa sarà la tua casa e non potrai più lasciarla. Se non ci obbedirai, sappi che la legge mi da il potere di ucciderti. Tutto chiaro?” Intanto, alla locanda della Lucciola, il frate aveva appena medicato Sheyllon. “Allora?” Chiese Guisgard. “Mai visto un animale simile...” mormorò il frate. “Sopravviverà?” “E' presto per dirlo...” rispose il frate “... solo se passerà la notte... per ora, dunque, possiamo solo aspettare...” “Sangò...” voltandosi Guisgard verso il menestrello “... mi accompagneresti alla caserma dei soldati?” “Cosa?” stupito il menestrello. “Si, voglio incontrare quel sergente...” fissandolo Guisgard “... solo così potrò riavere Talia.” “Andare lì è un suicidio!” Disse Sangò. “Sei pazzo!” “E' inutile...” intervenne Umans “... tentare di ragionare con lui è impossibile...” “Allora ci andrò da solo.” Mormorò Guisgard. “Ti arresteranno.” Scuotendo il capo Sangò. “Vegliate su Sheylon.” Disse Guisgard, per poi avviarsi. “Aspettate, testone!” Gridò Umans. “Cosa vuoi?” “Venire con voi.” Sorridendo Umans. “Siamo amici, no?” E i due, insieme al menestrello, andarono in città. |
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