![]() |
La magia di Lys risolse la questione ed Aegos fu davvero convinto di aver visto Clio scappare via in lacrime.
“Già, me lo sto chiedendo anche io...” disse deluso, dopo aver superato la sorpresa di veder arrivare l'altra padrona “... si vede non sono tagliato per far colpo sulle brave ragazze...” scuotendo la testa e sorridendo beffardo “... come mai” guardandola in sella e con quel suo vestito ai limiti della decenza “una sorella è venuta su ingenua e l'altra invece come una sgualdrina?” Irriverente lui. “Vieni...” disse Elv a Gwen prendendola per mano “... andiamo in cerca del nettare che rende viva questa notte... e con esso poi brinderemo ai meravigliosi giochi che la Luna vorrà sussurrarci...” con tono basso, sensuale ed uno sguardo famelico. Non solo di sangue. “Aiuto...” disse una voce giovane e sofferente dal buio che avvolgeva il bosco “... aiutatemi!” Un grido straziate. Altea avanzò col bastone puntato in terra,per evitare di finire in una tagliola. Pompilio era qualche metro più indietro, molto più spaventato di lei. Ad un tratto la donna vide qualcuno nell'erba. Era finito col piede in una tagliola. “Aiutatemi!” Urlò dimenandosi il giovane. Lei riconobbe subito chi era, grazie al pallore lunare. Si trattava di Icarius. Reddas guardò Dacey e sorrise enigmatico. I chinò alla sua destra per prendere la spada e nel farlo il fuoco illuminò meglio il suo volto ed i suoi capelli. Erano di un biondo appena scuro, quasi velato fulvo. “Questa spada appartiene alla mia famiglia da generazioni...” disse “... tutti i miei antenati hanno saputo onorarla... questo zircone” cominciando ad indicare le varie pietre preziose incastonate sull'elsa “simboleggia il dominio della mia stirpe sulle nostre terre di Usciano... questo diamante ricorda invece il Diritto Divino concesso alla mia casta... questo zaffiro poi è il trofeo per i demoni cacciati e sterminati dai miei avi... il rubino infine sta a significare il riconoscimento della Corona Afragolognonese al mio casato...” accarezzò infine uno spazio vuoto “... qui poi andrà inserita un'ultima pietra preziosa... e spetterà a me farlo, quando mi sarò fatto onore ed avrò attuato la mia vendetta, uccidendo i miei nemici...” |
Il gioco di luci e ombre che si produceva grazie alle fiamme del fuoco mi aveva ingannato, ora che il cavaliere stava più vicino al falò, riuscii a vedere il vero colore dei suoi capelli, non così chiaro come inizialmente avevo creduto.
Ascoltai attenta la storia della sua spada, come avevo supposto, appartenente alla sua famiglia da generazioni. Generazioni che avevano usato quella spada per compiere e poi celebrare le loro azioni. Infine il posto vuoto. “ Lo dite con un’ombra scura nel viso, Ser Reddas, fa quasi spavento.” E lo faceva davvero, vederlo così pronto alla vendetta. Mi chiesi verso chi si rivolgesse la sua rabbia e il suo odio. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Sorrisi vedendo quello sguardo famelico e sentendo quelle parole.
Il mio stesso sguardo. Stavamo andando, ma sentimmo urlare. "Hai sentito? Chissà chi è..." pensierosa, in ascolto. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Avanzavo lentamente con spada da una parte per non finire nelle tagliole e la torcia da altra mano per far luce e anche spaventare eventuali animali col fuoco.
"Pompilio, fate attenzione e seguite il mio tragitto così non vi farete male..ma che urla strazianti, speriamo non sia nulla di grave". Ad un tratto davanti a me apparve Icarius, era lui colui che urlava e si dimenava forte sotto la stretta della tagliola..lo guardai.."Oh ma Icarius, come sei così bravo in certe cose ho visto e non sei lesto nel camminare nel bosco, non hai pensato vi fossero tagliole?". Diedi a Pompilio la torcia e lo guardai con aria severa..."Dovrei lasciarti qui lo sai? A soffrire le pene dell' Inferno, te lo meriteresti, speriamo non ti sia fatto nulla di male...facciamo un patto se ti salvo mi aiuterai col giardino". Con la spada che brillava dei colori dell' arcobaleno feci leva sulla tagliola e appena aperta posi un robusto legno per tenerla aperta, mi chinai e lo guardai e dissi a bassa voce..."Stai male?" guardando cosa gli fosse successo. |
“Si, magari siamo fortunati...” disse Elv a Gwen.
I due vampiri allora scivolarono fra le rocce, l'erba incolta, i rivi, fino a ritrovarsi lungo uno sterrato stretto. Da qui, seguendo una voce che urlava, penetrarono nella folta boscaglia avvolta dal buio notturno. Videro allora un uomo, abbigliato di pelli, che tirava via un lupo ormai morto da una tagliola. Accanto a lui c'era un altro individuo. “E' un altro dannatissimo lupo...” quello chinato sulla tagliola “... non è la bestia che cerchiamo...” “Magari neanche esiste...” l'altro. “Allora chi è che sgozza pecore e galline succhiandone via il sangue?” Il primo. “Mah...” il secondo perplesso “... queste terre sono piene di dicerie... magari un fantasma, o forse un demonio...” “Che idiozie!” Riaprendo la tagliola il primo. “Il... il piede...” disse Icarius ad Altea accecato dal dolore al piede “... lo sento spezzato... non resisto... fa troppo male... morirò dissanguato...” spaventato e dolorante, dimenandosi e sanguinando. “Non possiamo spostarlo o finirà davvero dissanguato, madama...” mormorò Pompilio “... dobbiamo chiedere aiuto... serve un medico subito...” “Ormai vivo solo per questo...” disse Reddas con gli occhi resi ardenti dal fuoco e dall'odio “... per vendicarmi... e compierò quanto devo...” guardando le fiamme, quasi intravedesse la dannazione infernale in quei guizzi ardenti “... il tempo è ormai giunto...” gettando lo spiedo sul fuoco “... beh, sarà meglio riposare ora...” sistemando il suo mantello su una pietra, per poi stendersi sopra “... e vi consiglio di fare lo stesso... quelle pietre là sembrano non essere poi tanto scomode...” indicando delle pietre dietro di lei “... buonanotte, dunque...” e spostando il mantello Dacey notò una cetra accanto alla spada. Lo stesso strumento che suonava la misteriosa figura una notte prima nel cortile del palazzo di Monsperone. |
"Icarius...stai calmo" afferrando il ragazzo e tenendolo fermo e accarezzando il volto sudato.."Deve stare malissimo..si ci vuole il dottore..Presto andate a chiamare il medico" e guardai la parte dove vi stava il piccolo villaggio.."E se lo mettessimo nel carretto e lo portassimo laggiù nel villaggio..ricordate vi avevo detto vi era la quercia e da una parte si andava nel villaggio..starò io nel carretto e lo terrò fermò e legheremo Cruz dietro, bisogna andare piano...o avete altra idea Pompilio? Io starò qui con lui, se sapete vi sia un medico qui vicino".
Strappai un pezzo di gonna e lo strinsi attorno al punto dove sanguinava di più "Stai calmo...sono Altea mi riconosci? Ti salveremo" guardando preoccupata il suo piede. |
“Temo possa morire dissanguato se lo portiamo col carretto fino al villaggio, madama...” disse Pompilio ad Altea “... andrò io a cercare un medico... farà il prima possibile.” E corse via, attento a non finire in qualche tagliola.
Icarius però per il forte dolore perse conoscenza. In lontananza si udivano dei lupi. |
Pompilio se ne andò a cercare un dottore e rimasi lì nel bosco ma Icarius perse conoscenza.
Potevo udire i lupi e piantai la torcia col fuoco davanti a noi e tenevo stretta la spada. Mi misi dalla parte della sua testa e la posi sopra le gambe.."Icarius ti prego...sono in debito con te...non puoi morire, no" ricordavo una tecnica che mi aveva insegnato uno zio medico..respirazione bocca a bocca. Aprii le sue labbra, inspirando e unendo le mie alle sue per far passare l' aria ma tenevo il ragazzo avesse una infezione e febbre, ma era una flebile speranza rinvenirlo. Non mi sarei mossa da lì, a costo di morire pure io. |
Altea cercò di rianimare Icarius con la respirazione bocca a bocca, ma fu inutile.
Lui infatti aveva perso conoscenza per il troppo dolore ed il sangue perso. La notte era ancora lunga, con i lupi che ululavano intorno a loro. Le ombre del bosco erano opprimenti, inquietanti e qualcosa di sinistro sembrava aleggiare in quei luoghi. La meraviglia e l'incanto delle colline durante il giorno ora invece, con l'avvento delle tenebre, sembrava aver ceduto il posto ad un'atmosfera tera e misteriosa. Passò un'ora e ad un tratto Altea sentì un calpestio. Qualcuno o qualcosa si stava avvicinando. |
Come immaginavo Icarius non si svegliava, rimasi lì a fare da sentinella col suo capo nelle mie gambe e accarezzando la fronte e le guance.
I lupi ululavano ma per fortuna non si avvicinavano, era così bella Chanty prima ed ora era tetra e buia. Ad un tratto un calpestio, rimasi in silenzio..chi poteva mai essere...forse il dottore. Sospirai e chiedevo alla Dama Nera di salvarci...salvaci...sii magnanima..di a lui di salvarci e non tenermi imprigionata. |
Avevo ragione a provare timore, nei suoi occhi vidi chiara l’assoluta determinazione a compiere il proprio destino di vendetta.
Chiunque era il suo bersaglio si sarebbe trovato in difficoltà ad affrontare il cavaliere. Quella determinazione però poteva anche essere utile e mi ripromisi di proporgli di entrare a servizio della mia famiglia, la mattina seguente. Un uomo dalle sue doti si sarebbe di certo rivelato utile. “ La pietra non è scomoda... naturalmente...” Sbattendo le palpebre nel vederlo stendersi come se fosse comodo su un morbido materasso. Io non riuscivo a fare altrettanto e restai seduta nei pressi del fuoco, la cui luce andò a illuminare una cetra accanto al cavaliere. Una cetra come lo spirito che aveva conosciuto la sera precedente. Bizzarro, per essere una coincidenza. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Dacey restò seduta davanti al fuoco, mentre Reddas era ormai steso su quelle pietre come fossero un comodo giaciglio.
Trascorsero alcuni istanti, poi lui aprì un occhio fissandola. “Vedo non riuscite a dormire...” disse, prendendo la sua cetra “... magari un po' di musica concilierà il sonno...” cominciando ad accarezzare le corde dello strumento, liberando lievi e dolci note musicali “... la sorella del nostro Maresciallo di Chanty... chissà da quanto tempo queste mura diroccate non accoglievano una simile dama...” con gli occhi chiusi ed un vago sorriso sul volto “... cosa sogna madama Dacey? Immagino ciò che sognano tutte le ragazze... un Amore struggente... una grande castello... una felicità senza limiti...” quasi sarcastico, beffardo. Quel calpestio. Qualcuno o qualcosa si avvicinava. Altea stava in guardia e sperava di salvarsi. Ad un tratto apparvero due figure indistinte. Si avvicinarono e lei riconobbe che una delle due era Pompilio. “Ecco il medico, madama...” disse. Il medico, un uomo anziano, dall'aspetto attempato e bonario, si chinò su Icarius e guardò il suo piede. “Brutta ferita...” disse “... dobbiamo stringere questo poco sotto il polpaccio...” con un laccio di cuoio che teneva con sé “... bloccheremo la fuoriuscita di altro sangue...” Fatto ciò con Pompilio caricarono il ragazzo ferito sul carretto. “Andiamo subito al villaggio...” il medico “... bisogna metterlo a letto e disinfettare la ferita...” E partirono. |
Appena vidi il volto di Pompilio mi rilassai..oh grazie mia Rosa Nera.
Lasciai il dottore fare il suo dovere mentre tenevo Icarius e lo mettemmo sul carretto. Presi Cruz e ci dirigemmo verso il villaggio..speravo tutto fosse andato per il meglio. Il Destino aveva voluto passassi di qui al momento giusto. "Dottore" al vecchio medico stranamente preoccupata, visto il mio solito animo freddo "Si salverà?". E rimasi vicino al carretto a sorvergliare ogni suo minimo movimento, sospiro, lamento. |
Icarius fu messo sul carretto e poi si avviarono verso il gruppo di case che costituivano il villaggio.
“E' una brutta ferita” disse il medico ad Altea “ma è un giovane sano e forte... dovrebbe farcela.” Dopo un po' arrivarono finalmente e subito Icarius, ancora senza conoscenza, fu portato in una taverna, dove venne sistemato in una stanza. Qui il medico terminò di curargli la ferita e di medicarlo. “Ora deve solo riposare.” Il medico ad Altea. “Vedremo domattina come starà, madama.” |
Alle parole del medico mi sollevai ed arrivammo in una taverna.
Subito Icarius fu portato in una stanza, il dottore finì di curarlo e al suo ultimo verdetto le membra si rilassarono. "Starò io qui con lui stanotte, così se avrà bisogno di qualcosa lo aiuterò" guardandolo ridendo, anche se ancora privo di sensi "Eh Icarius, mi fai fare pure la brava crocerossina" osservando il corpo perfetto del ragazzo, così diverso da quello del marito..anzi ex marito speravo. "Dite a Pompilio di andare a casa da Olie, sua moglie, non voglio rimanga sola" e misi una pezza fresca sopra la sua fronte bagnando i mori capelli. |
Pompilio tornò al palazzo, mentre Altea decise di restare a vegliare su Icarius ancora senza conoscenza.
Sudava e mormorava parole senza senso per il delirio causato dalla febbre. Altea provò con pezze fredde sulla fronte per aiutarlo. Dopo un po' la febbre sembrò calare ed il suo sonno divenne più tranquillo. La moglie del taverniere salì allora in camera. “Madama...” disse “... gradite qualcosa di caldo? Una tisana? Del latte? Chiedete pure, io sono già in piedi visto che fra un paio d'ore albeggerà e devo preparare il pane da infornare.” |
Ero lì, vicino a quel suo delirio..maledetti cacciatori di lupi..sospirai.
Poi dopo aver messo molte pezze bagnate si rilassò senza più dimenarsi e farfugliare parole strane e si addormentò tranquillo. Arrivò la donna del taverniere.."Non avrei tanta fame, vorrei un po' di latte con biscotti. Preparate il pane? Mi raccomando, fatene di più per me e per questo ragazzo, in modo che quando si svegli potrà mangiare qualcosa, vi pagherò bene". Mi sedetti sul letto e lo osservavo dormire, la mia mano istintivamente accarezzò i mori capelli scendendo con una carezza fino al petto, il mio cuore accellerò il battito..ma poi la lasciai istintivamente..sei pazza, non hai visto è alle prese con una di quelle sorelle. Fu peggio di quella tagliola nella mia mano quel pensiero..sarei stata condannata dunque alla fine di tutte le mie antenate, mi aspettava la Torre Alta per gettarmi? Ma la mano si ripose su quel petto così vigoroso. https://vignette.wikia.nocookie.net/...20120412060601 |
Avrei dovuto dormire, riposare e recuperare ulteriori forze per la mattina seguente ma mi era davvero difficile, sentivo la durezza della pietra che faceva irrigidire il mio corpo, avevo leggeri brividi nonostante il fuoco acceso e osservare quella cetra mi aveva resa così pensierosa.
Probabilmente Reddas lesse quella mia espressione sul viso, terminando il suo riposo e facendo aleggiare nell’aria alcune note. “ Vi preoccupate per me, non dovete. Sono solo poco abituata a dormire in un contesto del genere.” Indicando le pareti fatiscenti, con un sorriso tirato. “ Ah davvero? Siete così sicuro di indovinare i miei pensieri? Ahimè, devo deludervi. Ciò che pensò potrebbe farvi ridere o farvi paura al contempo...” Lo dissi con tono grave, ancora gli occhi sulla cetra e il ricordo del fantasma. “ Inoltre non mi serve sognare, mio fratello ha deciso per me un matrimonio. Non ha senso sognare qualcosa di diverso dalla realtà e restare illusa.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Trattenni un'espressione sorpresa.
O forse divertita. O anche entrambe. "Credevo avessi detto che non dovevamo uccidere nessuno..." dissi, con tono tranquillo, forse anche divertita. Ci inoltrammo nella boscaglia e vedemmo due uomini tirare fuori da una tagliola un povero lupo. E parlavano della bestia. Quella bestia. Rabbrividii con una smorfia quando sentii di alcune galline a cui era stato preso il sangue. Diamine, che cattivo gusto... "A quanto pare, quella bestia non si è fermata..." sussurrai pianissimo ad Elv. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Reddas guardò Dacey, senza smettere però di suonare la sua cetra.
“Ora sono curioso...” disse “... perchè mai i vostri pensieri dovrebbero farmi ridere o addirittura farmi paura?” Fissandola, per poi prendere il suo mantello e passarlo alla ragazza. “Prendete... piegatelo e stendetelo sulle pietre... renderà più comodo il vostro giaciglio...” “Evidentemente no...” disse piano Elv a Gwen, mentre entrambi, celati dal buio e dalla vegetazione osservavano i due cacciatori di lupi “... ora però non voglio pensare alla bestia... ho fame... tu?” Guardando la vampira ed indicando con un cenno del capo i due cacciatori di lupi. |
"Beh, in tutta onestà, non me ne preoccuperò più di così, fin tanto che sta alla larga da noi..." con tono sincero, ma anche indifferente.
Poi lo guardai ed i miei occhi scintillarono, mentre un vago ghigno si formava sul mio viso. "Beh, guarda e impara, pivello. E buona fortuna..." gli sussurrai, divertita. Allora mi mossi silenziosa nella boscaglia. Feci il giro largo solo per arrivare alle spalle dei due. Mi appiattii, muovendomi felina e sinuosa fra l'erba alta senza il minimo rumore e agganciando nell'aria l'odore che mi attirava. Mi ci volle di più a capire quello di uno dei due, poiché confuso con quello del lupo che teneva fra le mani, ma ovviamente ci riuscii. Mentre l'altro era distratto, ne approfittai. Lo afferrai arrivando da dietro, addormentandolo con la magia e lo portai altrove. Lì poi affondai i denti, e la cena era servita. Presi fino all'ultima goccia il sangue dell'uomo, poi lo lasciai lì e mi appostai su un albero per vedere cosa avrebbe combinato Elv. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Elv guardò tutta quella scena, vedendo il modo in cui Gwen aggredì quel cacciatore, succhiandogli fino all'ultima goccia di sangue.
Lui sorrise, un ghigno beffardo e sinistro. Allora cercò di imitare la vampira, scivolando nel buio e fra i cespugli, raggiungendo l'altro cacciatore, aggredendolo alle spalle ed avendo la meglio su di lui usando la sua forza fisica. Lo morse e gli portò via fino all'ultima goccia di sangue. |
Seguii i suoi movimenti.
Arrivò alle spalle del cacciatore, usando la forza piuttosto che la magia, e gli prese fino all'ultima goccia. "Non male..." mormorai con vago compiacimento, stando sdraiata su un grosso ramo "Dobbiamo lavorare sullo stile, ma direi che ci siamo..." con un vago sorriso. "Come ti senti?" gli chiesi, con avida curiosità. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“ La vostra musica... mi fa tornare in mente qualcosa... qualcosa a cui non crederete di certo.”
Rivelare di più sarebbe stato rischioso. Di sicuro non volevo passare per pazza o stramba, parlando di presenze, spiriti, fantasmi, confessando di vedere tali entità, di parlarci. “ Vedete signore, abbiamo entrambi qualche segreto. Voi e la vista vendetta... io e i miei pensieri.” Sorrisi, lo sguardo basso, provando così a far cadere il discorso. “ Ma probabilmente sono solo i miei nervi, come dicono tutti.. Oh non dovete... ma grazie.” Accettando così il mantello e sistemandolo con cura per fare un po’ di morbido spessore al mio giaciglio. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
La mano di Altea restò sul petto di Icarius, avvertendone il respiro finalmente più regolare e guardandolo riposare ora più tranquillo.
La febbre era calata e sudava di meno. Di tanto in tanto farfugliava qualche parola confusa, ma non era più vittima del delirio di poco prima. Dopo circa un'ora aprì gli occhi. “Ho sete...” disse assonnato e dolorante. “Meravigliosamente bene...” disse soddisfatto Elv a Gwen “... la fame mi è passata... ma...” sorridendo beffardo ed ambiguo “... ora ho un altro tipo di desiderio... molto più forte...” con tono basso. Reddas la guardò. Guardò Dacey negli occhi per un lungo istante. “In una notte come questa” disse “Mefistofele apparve a Faust...” suonando la cetra “... gli parlò fino all'alba, fino a quando suonarono le campane per la Santa Pasqua... promettendogli ricchezza, giovinezza, bellezza, conoscenza... ma Faust accettò di firmare quel patto, di cedere in pegno la sua anima non per tutti i tesori degli inferi... ma solo per i segreti di Margherita... perchè? Perchè entrambi, Faust e Margherita, erano due anime solitarie... emarginate... inquiete... infelici...” senza smettere di suonare. |
"Già, la soddisfazione fisica della caccia ha tutto un altro sapore..." con un mezzo sorriso.
Rimasi in silenzio, fingendo indifferenza alle sue parole e standomene ancora lì, distesa sul ramo. Poi, con un movimento fluido e plastico scesi giù, appoggiandomi con la schiena al tronco. "Qui? Ma siamo in mezzo al bosco..." dissi con tono basso, che diceva tutt'altro. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
La musica continuava, sempre così simile a quella udita la sera precedente.
“ Le apparizioni... cosa alquanto misteriosa, quasi quanto i segreti che ognuno di noi cela nel petto. Voi messere sareste davvero disposto a tanto, come Fausto, solo per conoscere i segreti di qualcuno? I miei segreti per esempio... Perché in tal caso vi avviso, temo restereste parecchio deluso...” Replicai con calma, ostentando un sorriso vagamente enigmatico, metto ancora più in risalto dalle fiamme danzanti del fuoco. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
“E cosa c'è di più eccitante e meraviglioso” disse Elv avvicinandosi a Gwen, per poi prenderla per mano “che giacere in questo scenario lussureggiante e primordiale, all'opaca luce della Luna e sotto l'infinito corso delle stelle sconosciute...” con tono basso, sensuale e carico di nobile e misterioso erotismo.
“Faust barattò la felicità datagli dalla ricchezza, dalla giovinezza e dalla conoscenza” disse Reddas a Dacey “in cambio della solitudine e dell'infelicità di Margerita...” fissandola, mentre il chiarore del fuoco assumeva forme misteriose “... in una notte come questa ogni patto, ogni promessa ed ogni confessione potrebbe essere eterna...” suonando in modo ipnotico “... vi ascolto, parlatemi di voi...” |
Lo seguii con lo sguardo mentre si avvicinava a me e mi prendeva per mano.
Mi piaceva quella raffinata carica erotica che emanava e che essudava dalle sue labbra ogni secondo di più. Non mi sarei mai stancata di dire che la sua trasformazione personale mi aveva lasciata senza parole. Avvicinai il mio viso al suo e la mia lingua si mosse lenta per raccogliere una piccola goccia rimasta intrappolata nell'angolo delle sue labbra. La raccolsi e la assaporai. "Che peccato... È toccato a te quello più buono..." sussurrai, appena divertita.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...e45c07f68f.jpg Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“ Parlarvi di me... lo farò a patto che poi voi facciate lo stesso.”
Mi arresi alle domande e alla curiosità dell’uomo dunque, forse anche perché avvertivo il bisogno di parlar con qualcuno, anche con uno sconosciuto. “ Sapete chi sono, quale sia la mia famiglia... ma non conoscete la mia sventura. Fin da piccola sono stata spesso isolata, additata, rimproverata per qualcosa che mi era naturale. Non comprendevo perché i miei genitori, mio fratello, le istitutrici e gli altri bambini mi guardassero come se fossi strana, sbagliata, persino pericolosa . Volevano tutti che io smettessi... ma non hanno mai capito che non dipendeva da me, che io non avevo alcuna facoltà di decisione, le cose mi accadevano e basta. Ora mio fratello ha etichettato tutto come un mio problema di nervi...” Dissi con un accenno di risata forzata, scuotendo la testa. “ Essendo io una donna , i miei nervi sono instabili, questo sostiene. Mi ha spedita lontano per un po’, da una prozia, sperando che quella sorta di vacanza mi giovasse, placasse quei miei famosi nervi perché adesso ha bisogno che io sia perfetta. Chi vorrebbe una moglie stramba? Giusto? Di certo non il barone...” Parlavo a ruota libera, forse troppo ma la musica, la musica sembrava tirarmi fuori le parole dalla bocca con naturalezza. “ Ho sempre avuto una predisposizione a vedere le cose che gli altri non vedono, a sentirle, ad avvertire ciò che gli altri definirebbero come leggende o semplici miti, superstizioni. Per me quel mondo parallelo di racconti è reale, convive con il nostro, è accanto a noi.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
“No... ti sbagli...” disse con tono basso Elv a Gwen, guardandola negli occhi rosse che la notte rendeva ammalianti “... la più buona è toccata a me...” con un sorriso sensuale.
Allora si avvicinò a lei con le labbra e la baciò. Un bacio ancora caldo del sangue di quei due uomini ed ardente come l'istinto che li aveva spinti ad uscire in cerca di vittime. Reddas ascoltò Dacey senza interromperla e senza smettere di suonare piano la sua cetra. “Io bi credo...” disse infine “... credo ad ogni vostra parola...” fissandola “... per questo siete qui e per questo io vi sto parlando... forse io stesso sono uno spettro, un fantasma, un'illusione... o forse siamo entrambi pazzi... una cosa abbiamo in comune però... l'indifferenza dei nostri simili...” smettendo di suonare e gettando altri ramoscelli sul fuoco, ad alimentarne le fiamme. |
“ Mi credete. Devo temere per l’instabilità dei vostri nervi allora?”
Chiesi con una leggera ironia, fatta per celare la mia riconoscenza al cavaliere. Non aveva riso di me ne aveva avuto paura una volta saputa la verità. “ Si forse siamo entrambi pazzi... o voi siete uno spettro, magari ci siamo anche già incontrati...” Non mi scomposi a quella possibilità. D’altronde io stessa mi ero interrogata sull’uomo, per via della sua musica, paragonandolo a uno spettro. Se lo fosse stato davvero, non avrei sbattuto ciglio, anzi. “ Allora potreste infestare un posto migliore di questo... un vero palazzo magari.” Guardandomi intorno, proprio non mi riusciva di adattarmi a quel luogo isolato e deteriorato dal tempo. “ O suonare nella notte, nella stanza del vostro nemico, fino a renderlo pazzo...” Ancora non sapevo verso chi si volesse vendicare e visto che io mi ero esposta, parlando dei miei segreti, mi aspettavo la stessa sincerità adesso. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
“Prima vi parlavo di Faust e di Mefistofele...” disse Reddas riprendendo a suonare “... allora vi proporrò un patto... il mio nemico? L'uomo che devo uccidere? E' il barone.” Guardando Dacey con gelo negli occhi. “Il fatto che sia stato liberato e che ora sia prossimo a tornare a Monsperone è la mia occasione... e devo sfruttarla. Ma ho bisogno del vostro aiuto... io avrò la mia vendetta e voi sarete libera da sposare quel bastardo...”
|
Ridacchiai maliziosamente e con divertimento alla sua correzione mentre mi baciava.
E di nuovo quella magia si riaccese. Di nuovo quel baciò sembrò più profondo e più caldo unito al meraviglioso sapore del sangue. Era qualcosa di eccitante, mai avrei pensato che ci fossero brividi e sensazioni ancora a me sconosciuti, dopo secoli e secoli. Piegai la gamba, poggiando il piede sull'albero e sfiorando il suo bacino col ginocchio. Poi sbottonai la sua camicia, in un movimento talmente veloce che sembrava quasi che le mie mani non si fossero mosse ed accarezzai il suo petto, la sua nuova pelle. Sentivo i muscoli ora più scolpiti e definiti, la sua pelle come la mia ora simile alla porcellana. E i nostri corpi ora uguali, infusi di quella forza, di quella tensione e di quell'eleganza che ci contraddistingueva. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Tremai per quello sguardo e ancora più per quelle parole.
Non riuscivo a capacitarmi che il destinatario della vendetta del cavaliere fosse niente meno che il barone. Ripensai al poco che sapevo di lui, come persona e non come politico, ripensai al suo ritratto, mi veniva così difficile vederlo come un uomo malvagio. Eppure Reddas tale lo definiva. “ Volete il mio aiuto per uccidere un uomo... e non mi dite il motivo che vi ha portato a desiderare il suo sangue. Forse vi ingannano le mie origini ma non sono come mio fratello, sempre pronto a usare la spada contro qualcuno . Io non faccio patti con uno sconosciuto a discapito di qualcun altro... perché dovrei aiutarvi?” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Elv accarezzò il ginocchio di Gwen, risalendo poi lungo la coscia liscia come la porcellano, fino a lambire lo spacco del suo sontuoso abito.
Lei gli accarezzava il petto, fatto di muscoli asciutti e perfetti, come un dio greco. La mano di Elv risalì il lembo dell'abito della vampira, scivolando sulla sua pelle, fino ad accarezzarle quella rosa nera e gotica, quel bocciolo di frutto notturno e misterioso che era racchiuso fra le sue gambe. E mentre le dita del vampiro accarezzavano quei petali, tingendoli di brina, i suoi occhi erano in quelli di Gwen, penetranti, avvolgenti, ipnotici e screziati dei vizi oscuri di quella loro nuova vita. “Perchè l'avete detto voi...” disse Reddas a Dacey “... voi parlate agli spettri, concepite la loro presenza, avvertite la loro disperazione... io sono ormai simile ad uno spettro... mi nutro della notte e del mio odio... vivo solo per la mia vendetta... il barone è un tiranno, nemico degli uomini e del Cielo... renderà anche voi infelice... se accetterete di aiutarmi, io vi libererò dal gioco impostovi da vostro fratello... e sarete libera di innamorarvi e di essere felice...” |
Un patto pericoloso.
Ecco ciò che mi proponeva. Guardai attentamente il cavaliere, chiedendomi se non si stesse semplice giocando di me dopo quel che gli avevo raccontato. “ E esattamente cosa vorreste che io facessi?” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Accarezzò la mia gamba a partire dal ginocchio.
Poi lungo la cosci, accarezzandola morbidamente con movimenti ampi e sensuali. Io intanto mi beavo del suo corpo perfetto. Pareva esser simile a un dio, tanto era perfettamente ultraterreno. Non ci sarebbe stato nulla di strano in tutto ciò, se non fosse stato che... Beh. Era lui. Gemetti quasi con piena soddisfazione quando la sua mano si insinuò fra le mie gambe e continuai a gemere ancora, mentre i nostri occhi lampeggiavano gli uni negli altri, rossi e accesi di desiderio. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Mi aiuterete ad entrare nel palazzo di Monsperone...” disse Reddas a Dacey “... sotto mentite spoglie, poiché tutti là conoscono il mio volto... domattina vi riporterò lì... voi direte che vi ho trovata nel bosco e vi ho protetta e riportata a casa... sarò un saltimbanco, un attore girovago, un artista vagabondo... tale mi crederanno... non desterò sospetti...” fissandola “... accettate?”
La baciò. Tinse le sue labbra e la sua lingua nella bocca di lei, assaporandone l'essenza, quella linfa gotica ed oscura, misteriosa e primordiale. Un bacio carnale, fatto di istinto, desiderio, passione. Un gioco di incastri, di carezze lascive e sensuali, con ancora quel nettare rubato ai due uomini. Un bacio profondo, intenso, travolgente, caldo nonostante il freddo pallore dei loro corpi perfetti. “Sei bellissima, Gwen...” disse in un sussurro Elv, mentre le sue dita, sotto quell'abito sontuoso, si strofinavano piano sul sesso fulvo di lei, madido, ardente ed accogliente. |
Il suo bacio fu una manna dal cielo, e gemevo sulle sue labbra mentre le sue dita cessavano di farmi impgemevo e le mie affondavano nei suoi capelli.
In quel bacio sfogammo, in parte, il nostro desiderio, la nostra eccitazione. "Anche tu lo sei... Bellissimo... Bellissimo..." soffiai, con un tono adorante che non avrei mai pensato di avere. Ma tante cose cambiavano e non me ne preoccupavo. Prendevo le cose come venivano, mi lasciavo guidare dall'istinto, come stavamo entrambi facendo adesso. Ed era meraviglioso, farsi guidare unicamente dai sensi e dalle passioni, magari anche dai vizi, sì, ma poi cosa c'era di male? Nulla, anzi, assolutamente il contrario. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 08.18.56. |
Powered by vBulletin versione 3.8.11
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Copyright © 1998 - 2015 Massimiliano Tenerelli