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“Non è questo, milady...” disse il cameriere ad Altea, dopo averle servito la colazione “... la frontiera è zona di guerra ed in un qualsiasi momento potrebbe cominciare una battaglia. La compagnia ferroviaria non può permettersi di mettere in pericolo le vite dei passeggeri e per questo giungeremo ad Evangelia solo se la situazione sarà del tutto tranquilla.”
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" Credete davvero di essere una principessa"..."
Mi venne quasi da ridere a quell'affermazione ma poi la risata si stroncò subito. Le parole di Guisgard si fecero più crude e sentii una rabbia incontrollabile dentro di me. Come osava parlarmi in quel modo, come se fossi una bambinetta capricciosa. Io ero la sua unica speranza di avere quei soldi e venivo trattata a male parole a quel modo. Non potevo crederci. Quell'uomo che avevo imparato ad apprezzare nonostante tutto ora mostrava un lato che non conoscevo e che disprezzavo totalmente. Neanche mio padre si era mai rivolto a me così. E lui era l'unico a cui lo avrei permesso. Senza neanche accorgermene levai il braccio e la mia mano andò a colpire la guancia di Guisgard. Qui di lo guardai dritto negli occhi. << Vi sto guardando. Contento ora?>> sentivo che il mio corpo era tremante dalla rabbia, dalla delusione e un insieme di emozioni era il risultato di quello schiaffo. Una cosa che mai avrei fatto, ma ora mi rendevo conto di quanto ero cambiata dopo la morte della mia famiglia, e non solo perché mi fingevo un'altra. |
Quel duello era epico ed emozionante.
Non mi risparmiavo nemmeno un secondo, rischiando il tutto e per tutto, portandomi oltre il limite, per spostarlo un po' più in là, come mi aveva insegnato a fare il mio maestro. Poi quelle parole di Sbrizz. "Bene, basta giocare adesso, abbiamo del lavoro da sbrigare..." commentai. Che ci facevano dei valchiria lì? Era difficile che si avvicinassero tanto. La cosa mi parve subito sospetta: e se Reddas fosse una spia? Magari tutto quello era una messa in scena. "Chiama rinforzi, Sbrizz, noi li terremo impegnati.. non è vero, Reddas?" via radio al pilota. Ora avrebbe scoperto cos'era davvero la guerra, che non era una corsa sportiva. Ma era ben altra cosa. Lì, saper pilotare non bastava. Lì, bisognava saper combattere. |
Mi bació ancora, con impeto e slancio, stringendomi e facendomi dimenticare ogni cosa, anche la discussione che avevamo avuto poco prima, anche se ovviamente ero felice che tutto potesse sistemarsi e che lui avesse deciso di darmi un'altra possibilitá.
Poi risi piano alla sua domanda, mentre mi baciava e la risata si mischiava ai sospiri che il suo tocco provocava. "Oh no, la magia non mi serve, per questo..." risposi maliziosamente sulle sue labbra "Quello non fa parte della cura... Questo sì, però..." approfondendo i suoi baci. |
A quella risposta mi rabbuiai ma scacciai quel pensiero negativo.
Fino ora avevo visto e vissuto solo guerra e uccisioni..."Confidiamo nulla accada dunque" sforzandomi di sorridere al cameriere. E terminai in fretta la colazione, e mi sedetti in un posto aspettando l' arrivo ad Evangelia e posizionato bene per osservare Rodian da lontano. |
Quello schiaffo.
La mano di Dacey sulla guancia di Guisgard. Lui allora la guardò con più intensità e fece per avvicinarsi ancora a lei, con espressione di rabbia. “Ringraziate il Cielo di essere una donna...” disse fissandola negli occhi “... e ringraziate che per me valete un mucchio di soldi.” Restò immobile, così, per qualche lungo istante. Poi girò le spalle e andò via. “Andiamo, capitano...” Leones “... non fate così... tornate indietro, vi prego...” Ma il militare non tornò indietro e svanì nella strada. Poco dopo dalla taverna uscirono anche Fines e Poeh. “Cos'è accaduto?” Chiese Fines. “C'è stato un battibecco tra Diana ed il capitano.” Spiegò Leones. “Perchè?” Domandò Poeh. “Anche Diana pare sia decisa ad avvertire subito la Gran Baronessa.” Fece Leones. “Bene.” Annuì Fines. “Allora tre su cinque. La maggioranza ha dunque deciso. Avvertiremo subito la Gran Baronessa.” |
Gwen e Fermer restarono stretti, baciandosi, ancora a lungo in quel letto.
Baci, carezze, giochi audaci e parole sussurrate di calda sensualità. Poi iniziarono ad udire delle voci dall'esterno. “Che seccatura...” disse baciandola lui “... sono i legionari che oggi marcano visita... mi sa che dobbiamo aprire l'infermeria...” |
Sostenni il suo sguardo, senza batter ciglio, senza retrocedere di un centimetro, senza cedimenti. Ero in collera e così anche lui, e nessuno dei due accennava ad abbassare la guardia.
Quando si allontanò però fui sollevata, non mi era piaciuto il modo in cui mi aveva parlato e guardata. << Si avvertitela... Non vedo l'ora di lasciare questa città e non avere più a che fare con quell'uomo insopportabile>> e puntai il dito nella direzione in cui era sparito Guisgard. << E tanto per dirla tutta, ancora non capisco il ruolo del militare in questa faccenda, posso benissimo imparare tutto da sola e voi avreste più soldi da dividervi...>> Mi ero sfogata quindi davanti ai tre borghesi ma ora sentivo come un vuoto dentro, la mia rabbia era sparita e iniziai a chiedermi se forse non avevo esagerato. |
Il Meridian Express correva nel deserto.
Fumava, fischiava e mangiava polvere e chilometri. Alture di pietre, piante grasse, grossi canyon scavati nei millenni ed un cielo soffuso di una vaga nuvolosità avvolgevano la sua corsa. Altea si divideva tra il guardare il paesaggio dal finestrino e gettare occhiate a Rodian. Lui se ne stava seduto a studiare quelle sue cartine, segnando di tanto in tanto qualche appunto con una matita. “Signori...” disse ad un tratto un uomo entrando nella carrozza dal corridoio “... siete pregati di restare ai vostri posti...” bloccando la porta dietro di sé, affinchè nessuno potesse prenderlo alle spalle “... sono un partigiano e combatto per la libertà... addosso ho una carica di dinamite che posso far esplodere in qualsiasi momento... seguite dunque ciò che vi dirò...” Ed una donna scoppiò a piangere. |
Mi perdevo tra mille pensieri, guardavo il panorama perdendomi in quella bellezza arida e misteriosa ma dai contorni avventurieri , Rodian annotava qualcosa sulle carte ... destava sospetto..nemmeno conosceva Evangelia. Ad un tratto l' annuncio dell' uomo..una donna urlava e vi era agitazione. Era meglio stare calmi..un partigiano kamikaze. .chissà se stavolta Rodian avrebbe dato la sua vita per tutti noi. .ma non vi erano stati controlli sui passeggeri?
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“Concordo con Diana.” Disse Fines guardando Dacey. “Dopotutto ogni cosa che dovrà imparare la troveremo nei libri e nei manuali del buon cortigiano.”
“Forse con lui però io mi sentivo più tranquillo...” mormorò Poeh. “Non lo so...” fece Leones “... e se qualcun altro scoprisse che con noi c'è una ragazza che afferma essere la principessa Dacey?” “Chi altro?” Fissandolo Fines. “La polizia di Canabias.” Rispose Leones. “Non dimenticate che ogni nobile esule è ricercato dai rossi.” “Ci proteggerà la Gran Baronessa.” Fines. “Una donna vecchia contro il famigerato KDC?” Mormorò Leones. “La terribile polizia segreta di Canabias?” “Io non sono più tanto sicuro di voler avvertire la Gran Baronessa...” pensieroso Poeh. “Abbassate la voce...” con un cenno Leones “... arriva qualcuno e potrebbe sentirci...” Infatti dalla strada arrivò un uomo. Un uomo il cui volto era familiare. Era infatti Agian, colui che promuoveva una petizione per cacciare i legionari da Evangelia. http://img.rp.vhd.me/4618142_l1.jpg |
Ero infastidita dall'incredibile indecisione dei tre borghesi. Li lasciai parlare certo ma iniziavo a pensare che forse avevo fatto male a mettermi nelle loro mani. In ogni caso non ebbi il tempo per approfondire i miei pensieri perché tutti e quattro fummo interrotti dall'arrivo di qualcuno. Alle luci del mattino il suo volto mi pareva conosciuto e quando fu più vicino ecco che capii. Era l'uomo della petizione, quella che mi ero rifiutata di firmare. Ci mancava solo lui in quel momento
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I controllori arrivarono, ma il partigiano aveva bloccato la porta.
“State calmi, signori...” disse ai passeggeri “... seguite esattamente ciò che vi dirò... alla minima resistenza il treno salterà in aria... io non ho paura di morire... so che dopo la vita non vi è nulla, né Paradiso o Inferno e nemmeno un Dio... ora ascoltatemi... voglio che alziate le mani e mi mostriate i documenti...” “Perchè?” Chiese in lacrime una donna. “Cosa volete da noi?” “Cerco chierici e nobili, signora.” Rispose il partigiano. Rodian allora guardò Altea. |
Restammo ancora a lungo a baciarci su quel letto.
Poi udimmo delle voci e io sospirai con un soriso scocciato. "Comincia ad andare, io mi preparo e ti raggiungo" baciandolo un'ultima volta. |
Che maledetto...pensava di spaventarci...e rinnegata Dio..certo se ne sarebbe andato all' Inferno.
Io di documenti non ne avevo..nel senso di miei. Rodian mi guardò..ma mio nonno non era uno sprovveduto. Procurarsi un documento falso non era stato difficile per noi nipoti, sapeva ciò che rischiavamo..eccolo..Altea Black..professione ...professoressa e scrittrice. |
Agian si avvicinò ai quattro e restò a guardarli.
Come se li stesse squadrando. Poi il suo sguardo indugiò su Dacey. Alla fine sorrise alla ragazza. Salutò i quattro con un cenno del capo e proseguì. “Dite...” disse preoccupato Poeh “... che ci ha sentiti?” “Il suo sguardo non mi piaceva...” fece Fines “... per me ha sentito tutto...” “Era troppo lontano, non può averci sentito...” mormorò Poeh. “Ti sei mai accorto di come parli ad alta voce?” Fissandolo Fines. “Sono certo che quel tipo è comunista...” Leones “... e trasmette la stessa angoscia che si prova quando si vive nelle sfortunate terre sottomesse a quel regime...” “Quanto vorrei che il capitano fosse qui...” intimorito Poeh. https://silverscreenings.files.wordp...r-russians.png |
Mi irrigidii immediatamente, Agian rimase per qualche secondo di troppo a guardarmi ma finalmente se ne andò. Un sospiro di sollievo sorse spontaneo in me. Ma anche io non ero tranquilla e in parte condividevo ora le preoccupazioni dei tre borghesi.
<< Vado a cercarlo>> dissi quindi, << in fondo è colpa mia se ora non qui...>> Guardai i tre con decisione, dovevo andare e porre le mie scuse al capitano. |
Ancora un bacio e Fermer, a fatica, si staccò da Gwen.
Si preparò ed aprì l'infermeria. Subito tre legionari entrarono per marcare visita. “Stamani avete fatto tardi ad aprire, dottore.” Disse uno dei militari. “Già...” annuì sorridendo il giovane medico “... il vino di Armand ieri era particolarmente buono e temo mi abbia fatto dormire più del solito...” |
A fatica si separó da ma, come io da lui.
A quel punto mi alzai, mi vestii giusto il tempo di raggiungere la mia stanza e li mi cambiai, per poi raggiungere Fermer e vederlo insieme a tre legionari. "Buongiorno" li salutai con un sorriso. http://vignette2.wikia.nocookie.net/...path-prefix=es |
Il partigiano prese il documento di Altea e restò a guardarlo con attenzione.
Furono lunghi attimi di ansia. Gli occhi del ribelle scrutavano con ossessione ogni parte del documento. Rodian guardava la scena dal suo posto. “Ecco a voi...” disse il partigiano ridando il documento ad Altea. Poi continuò a controllare quelli degli altri passeggeri. Ed alla fine trovò una suora. “Alzatevi...” il partigiano alla religiosa. “Lasciatela stare!” Gridò uno dei passeggeri, ma il partigiano lo colpì con violenza. “Alzatevi.” Ancora il ribelle alla suora. “Aspettate...” alzandosi all'improvviso uno dei passeggeri “... siete un partigiano, giusto?” “Cosa volete?” Con rabbia il ribelle. “Immagino vi occorra denaro...” fece il passeggero “... vi propongo un'innocua partita... conoscete il gioco delle tre carte? Ecco...” mostrando tre Santini “... Sant'Antonio... San Giovanni e Santa Caterina... i due Santi perdono, la Santa vince...” e tirò fuori dalla tasca una banconota. http://www.telefilm-central.org/wp-c...t2_640x250.jpg |
“Si, forse è meglio...” disse Leones a Dacey “... ma siate prudente...”
“E' un piccolo borgo” fece Poeh “e i pericoli vengono solo dal cielo. Vi aspetteremo qui, Diana. E cercate di convincerlo...” Infatti i tre borghesi non erano certo dei cuor di leoni. |
Gwen arrivò nell'ambulatorio e subito i legionari si voltarono a guardarla, per poi scambiarsi rapide occhiate compiaciute.
“Dottore...” disse uno dei militari a Fermer “... sicuro che a farvi fare tardi sia stato il vino?” E scoppiarono a ridere. |
Furono momenti di tensione. .il partigiano guardava il mio documento in ogni parte e notai la strana preoccupazione di Rodian...e per fortuna tutto andò bene. Ma prese di mira una suora..dovevo stare calma. Un uomo curioso si fece avanti e sfidò il partigiano.
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<< Si lo sarò, voi non fatevi problemi a non accompagnarmi eh...>> dissi con una nota di ironia prima di lasciare il cortile della taverna.
Mi coprii per bene e inizia a cercare Guisgard, seguendo la strada che gli avevo visto prendere. |
Osservai le rapide occhiate dei militari e ascoltai le loro battute, ma non mi scomposi piú di tanto. Sapevo come rispondere.
"Signori, sicuro che siete stati arruolati per fare una guerra come soldati e non per spettegolare come donnicciole di fontana?" chiesi loro con uno sorriso. Un sorriso che peró non raggiunse i miei occhi, che li squadravano uno ad uno. |
Facemmo ritorno alla base e Zac si congedò da noi, dicendo di dover sviluppare i suoi rullini. Così, proposi a Park un caffè da Armand. Poi gli chiesi: "Cosa ne pensate di quel tipo del rottamaio? Mi ha incuriosita... sono convinta che nascondesse qualcosa..."
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Dacey cominciò a cercare Guisgard per tutto il borgo.
Era ormai tarda mattina e tutte le botteghe ed i negozi erano regolarmente aperti. Inoltre un vivace movimento c'era nelle stradine. E passando davanti all'ufficio postale, la ragazza intravide proprio il militare, intento a spedire un telegramma. “Avanti, scrivete...” disse Guisgard all'impiegata allo sportello “... mi trovo fuori Città di Capomazda stop... ho per le mani un certo affare stop... un affare da milioni di Taddei stop...” “Un affare di milioni di Taddei?” Stupita l'impiegata. “Su, su...” con un cenno Guisgard “... non fate l'oca e scrivete...” “Oh, scusate...” fece lei. “Continuate...” Guisgard “... dunque... presto potrei essere un eroe stop... voglio essere riammesso nell'esercito stop... mi farò vivo io stop...” e diede l'indirizzo all'impiegata, per poi pagare il telegramma. |
Gaynor e Park andarono da Armand per un caffè.
“In effetti è un tipo curioso...” disse l'ex pilota collaudatore “... ha la divisa, ma sembra in congedo, o comunque in licenza... ma in lui vi è qualcosa di strano... ho idea sia un graduato... un ufficiale... eppure il suo modo di fare è diverso dagli altri militari... mi sorge il dubbio che sia un disertore...” bevendo il caffè. |
A quelle parole di Gwen, i legionari tornarono seri.
Le visite terminarono ed andarono via. “Che spiritosi...” disse Fermer dopo essere rimasto solo con l'infermiera “... vabbè... facciamo colazione?” Fissando Gwen. |
Il passeggero ed il partigiano iniziarono a giocare.
“Muovetele piano queste immagini...” disse il ribelle. Il passeggerò annuì. “Dove si trova Santa Caterina?” “Qui.” Indicò il partigiano. “San Giovanni!” Esclamò l'uomo. “Peccato!” “Sono queste immagini che mi portano sfortuna!” Infastidito il partigiano. “Mi spiace, non porto mai carte da gioco con me.” Sorridendo il passeggero. Ma quegli attimi di distrazione permisero ad un altro passeggero di sbloccare la porta. I controllori entrarono piano nella carrozza e con loro vi era un agente della polizia ferroviaria. “Fermo!” Gridò questi al partigiano. Ma il ribelle si lanciò dal finestrino. L'agente si affacciò, sparò e lo uccise. “Che Dio lo perdoni...” segnandosi il passeggero con i Santini “... dopotutto un uomo per scegliere una cosa innaturale come il Comunismo deve avere qualche problema in testa...” e si aprì il bavero, mostrando il colletto bianco. Era infatti un prete. |
“Affermativo.” Disse via radio Reddas a Clio.
I due caccia così cominciarono ad ingaggiare battaglia con lo stormo di Valchiria. “Attenta a non aprire un attacco diretto, sono in troppi.” Ancora lui alla ragazza. “Portiamoli verso la gola... lì il loro numero varrà meno di zero...” e scese di nuovo verso la stretta Gola del Diavolo. |
Ero allenata ad ascoltare, o come avrebbe detto mia nonna, a origliare. Anche le spesse porte del palazzo non mi fermavano, non fermavano la mia curiosità e ora questa capacità tornava utile. Così riuscii a sentire ciò che Guisgard diceva all'impiegata delle poste. E ancora una volta mi chiesi se potevo fidarmi di quell'uomo. Certo forse parlava dell'aereo ma... No, ero sicura, ero io "l'affare da milioni di Taddei"
Attesi che finisse e solo allora mi avvicinai. <<Capitano...>> lo chiamai indecisa su cosa fare dopo. Non era da me chiedere scusa ma sapevo quando era il momento di farlo. http://4.bp.blogspot.com/-UdY2P5o__5...a-Gardnerb.jpg |
Osservai con attenzione quello strano gioco, come del resto chi vi era vicino..e fu cosi che il partigiano scelse..San Giovanni...e pregai per lui che ci aveva salvato.
Quel che seguì fu quasi un atto di guerra, i controllori fecero entrare un agente della polizia ferroviaria e il partigiano si gettò dal finestrino e l' agente lo uccise. E come finale il colpo di scena...il misterioso uomo era un prete. Lo guardai e mi avvicinai.."Dio sia Lodato, avete salvato tutti noi...quel partigiano ha preferito la morte. E' strano, invece di gettarsi fuori, avrebbe potuto farsi saltare non pensate?" scossi il capo "L' importante siamo salvi e possiamo, forse, andare avanti". http://i68.tinypic.com/2ep0j6p.jpg |
Alle mie parole i tre tornarono seri ed io assunsi un'espressione soddisfatta, poi andarono via alla fine delle visite.
"So come rispondere a certe stupide provocazioni" alzando le spalle "Dovresti farlo anche tu, é molto soddisfacente" dissi ridendo con un'espressione esaltata "Scherzi a parte, sí, mangiamo qualcosa" annuii prendendolo per mano e andando nella cucina dell'infermeria. "Cosa preferisci? Caffè o thè? O magari vuoi un bicchiere di latte?" mentre mi dirigevo verso il piano della cucina per prendere il necessario da uno stipetto. |
La parola "pericolo" rimbombava nella sua testa. Avrebbe davvero messo tredici bambini su un treno pieno di sconosciuti? Avrebbe davvero lasciato quelle dolci anime in balia di una sorte che si faceva beffe di ogni uomo su quella terra dimenticata da Dio? Aveva poco tempo per pensare, eppure sapeva già la risposta a quei quesiti. L'unico modo per salvare la vita a quei bambini era mandarli a Capomazda.
Tornò velocemente all'orfanotrofio e svegliò Betty per prima in modo che potesse darle una mano con i più piccoli, poi, una volta vestiti, disse loro di preparare le valigie per una gita e spiegò solo alla ragazzina cosa stesse realmente accadendo. "Betty" disse mettendole le mani sulle spalle e stringendole dolcemente "tu e i bambini andrete a Capomazda da dei cari amici dei miei defunti zii. Li sarete al sicuro dalla guerra e quando tutto questo sarà finito, io verrò a riprendervi e non vi lascerò mai più. Promesso" l'abbracciò infine. Non le diede il tempo di replicare, poichè era già fin troppo tardi; scrisse velocemente una lettera e la diede a Betty dicendole che avrebbe dovuto consegnarla alla signora Felicia e le scrisse l'indirizzo della loro casa su un foglietto di carta. Uscirono di casa in fretta e furia e una volta alla stazione, Marwel, prese a fare tutti i biglietti per i suoi orfani con i soldi che aveva messo da parte durante quegli anni. Diede ad ognuno il proprio biglietto, poi li guardò e un velo di tristezza le bagnò gli occhi. "Dovete promettermi che farete i bravi" disse accarezzando la testolina di Danny. |
"Già, una figura piuttosto ambigua..." risposi finendo il mio caffè. "È stata una lunga giornata, e adesso ne è cominciata un'altra... sarà meglio che vada a dormire qualche ora, o non sarò nemmeno in grado di stare in piedi..." salutai Park con un bacio sulla guancia. "Grazie di tutto... a più tardi..."
Nel corridoio, chiesi ad un soldato dove fosse un telefono. Me lo indicò e io mi ci diressi. Trovatolo, ni guardai intorno per accertarmi che non ci fosse nessuno. Feci un numero a memoria. Era una linea diretta, impossibile da avere, eppure... Rispose una voce maschile. "Il generale Taddeus. Subito." Dissi io "Ditegli che la Rosa Nera ha delle novità importanti." Poco dopo, la voce del generale. "Signore, credo di aver trovato l'aereo. O meglio, ho trovato il posto in cui è stato finora. Devo averlo mancato di un soffio... Si tratta di un rottamaio giù nel borgo. C'era un tale che non me la contava giusta, sono convinta sia implicato... ha una gamba malmessa, zoppica vistosamente. Comunque ho la possibilità di mostrarvi le foto del posto, fatemici lavorare su..." Ascoltai la sua risposta, e infine aggiunsi "Dovere, generale." Clic. E ora a noi due, Zac. Andai in camera mia e presi una collana con un grosso ciondolo. Mi rinfrescai il viso, avevo bisogno di un bagno, ma non ne avevo il tempo. Bisognava muoversi in fretta. Il non conoscere l'esatta ubicazione degli alloggi era un limite, ma non avevo alcuna scusa per chiedere una planimetria a Goz. Mi toccava domandare in giro, come sempre. Chiesi allora ad un soldato se sapesse dov'era la stanza del fotografo, e fortunatamente ebbi una risposta affermativa. Raggiunsi così l'alloggio di Zac, dove trovai la porta socchiusa. L'aprii e lo chiamai. "Zac, posso entrare?" http://vignette4.wikia.nocookie.net/...path-prefix=it |
Fermer sorrise a Gwen.
“Una tazza di latte appena macchiato andrà benissimo.” Disse. “Sai, per me non è facile rispondere come fai tu ai pettegolezzi. Io sono l'ufficiale medico della base e devo tenere un certo decoro, anche se in verità mi piacerebbe mandare al diavolo che ficca un po' troppo il naso.” Guardandola. “Ma poi, ad essere sinceri, come biasimarli? Non è certo facile lavorare con una bella infermiera accanto e restare indifferenti.” |
Anche Reddas avrebbe partecipato alla battaglia.
Ottimo. Poi Risi piano a quelle sue parole. "Tesoro, vuoi insegnarmi il mio mestiere?" Ridendo, per poi volare a mia volta verso la Gola del Diavolo per riuscire a sconfiggere lo stormo di valchiria. |
Sorrisi mentre preparavo due tazze di latte macchiato per entrambi.
"Eh hai ragione..." dissi annuendo "Ma tranquillo, lo faccio io per tutti e due" facendogli l'occhiolino. Poi sorrisi e mi avvicinai a lui cingendogli la vita con le braccia, mentre il caffè si scaldava. "Beh non è nemmeno facile restare indifferenti con un medico così affascinante che ti fa tutti questi complimenti... vuoi un po' anche per il fascino della divisa..." sorridendo divertita e sfiorando il suo naso col mio. |
Il prete sorrise ad Altea, mentre si sistemava il colletto bianco.
“Viviamo in tempi difficili” disse “e per un chierico è meglio celare il suo vestiario. E' triste ammetterlo, ma gli abiti sacerdotali attirano i lacci del diavolo.” Guardò fuori, dove il cadavere del partigiano veniva portato via dalla polizia ferroviaria. “Quell'uomo bluffava. Si definiva un partigiano e loro non hanno mai una buona organizzazione. Munizioni ed esplosivi costano e per quella gente è materiale troppo prezioso per usarlo su un treno pieno di civili. Ma lasciate che mi presenti... sono Padre Tommaso, diretto ad Evangelia.” |
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